11 Giugno 2010

Immigrazione: il Tar smentisce la Prefettura di Trieste sulla sanatoria per colf e badanti

Una sentenza del TAR Friuli Venezia Giulia ha messo in dubbio la correttezza delle politiche seguite dalla Prefettura triestina per la Sanatoria per colf e badanti del 2009.
Il Tribunale è stato chiamato a pronunciarsi sulla concessione della sospensiva al decreto d’espulsione comminato a Ibrahima Faye, un lavoratore senegalese che aveva cercato di regolarizzare la propria posizione aderendo alla santoria del 2009. Provvedimento che è stato ben presto ribattezzato “sanatoria-truffa”, visti i criteri sorprendentemente restrittivi adottati da una manciata di prefetture, fra cui quella del capoluogo giuliano.

In sostanza, secondo i funzionari triestini, il mancato ottemperamento a un vecchio decreto d’espulsione sarebbe sufficiente a bloccare l’intero processo, determinando l’espulsione o il rientro in clandestinità del lavoratore straniero.
Un’interpretazione che non riesce a convincere il TAR, almeno per il momento. Va infatti ricordato ancora una volta che il Tribunale, ieri, non si è pronuciato sul merito della questione, ma solo sull’opportunità di concedere la sospensiva del provvedimento d’espulsione. Tuttavia, sono emersi dei giudizi interessanti- per quanto non definitivi- sul cuore del problema.

Nella sentenza infatti si legge: ” […] in questa sommaria fase di deliberazione, il ricorso appare assistito da sufficienti elementi di fumus boni juris, in relazione ai motivi di ricorso, con cui si eccepisce la non riferibilità del reato per il quale il ricorrente ha subito una condanna (“clandestinità, di cui all’art. 14, comma 5, del D.Lg 286/98) a quelle ostative all’emersione di cui alla L. 102/09, poiché non rientra nella previsione dell’art. 381 c.p.p.- in quanto trattasi di reato ad arresto obbligatorio e non facoltativo- e neppure nell’art. 380, perchè la pena edittale è inferiore a quelle ivi previste, ed il reato non rientra tra quelli considerati nominativamente dalla disposizione”.

Traduzione libera: pare proprio che l’interpretazione della Prefettura presenti lacune importanti, perchè né l’art. 380 né il 381 del Codice Penale, a cui i funzionari triestini si erano appellati, trattano del reato contestato. Una motivazione che accoglie in pieno le critiche sollevate già diversi mesi fa da numerosi giuristi ed esperti del settore, fra cui Gianfranco Schiavone.

Ibrahima Faye- e presumibilmente tutti gli altri lavoratori che si trovano nella sua stessa posizione in FVG- non potrà essere espulso senza che prima un tribunale abbia esaminato il suo ricorso. Un diritto elementare che però, a quanto pare, non gli si voleva concedere. E forse, viste le motivazioni della sentenza, non è nemmeno difficile intuire le ragioni di questa fretta.

La questione non è certo chiusa qui, né si può dire con certezza che i lavoratori stranieri interessati dal procedimento riusciranno per un po’ a dormire sonni tranquilli. Il clima è quello che è: basta pensare a quanto accaduto la settimana scorsa, quando due lavoratori in una posizione analoga a quella di Ibrahima Faye sono stati prelevati a casa propria e internati per 12 ore negli uffici del commissariato di San Sabba. Lì- secondo quanto filtrato dagli ambienti dei datori di lavoro- hanno trascorso l’intera notte su un tavolaccio in legno, senza che gli fosse nemmeno offerto qualcosa da mangiare.

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4 commenti a Immigrazione: il Tar smentisce la Prefettura di Trieste sulla sanatoria per colf e badanti

  1. alpino ha detto:

    internati alla commissariato di San sabba su un tavolaccio di legno senza cibo, ma daiiiiii ma che ridicolaggini fantasia giornalistica pura roba da ken follet…il fermo/arresto può protrarsi per 24 ore, se volevano vessarli potevano farlo in altro modo..
    Ancora con la storia de sto tipo..non abbiamo neppure il potere di espellere i clandestini..siamo allo sfascio

  2. Fisat Gorizia ha detto:

    I funzionari di prefetture e questure sono abituati a fare il bello e il cattivo tempo, convinti di potere scrivere le leggi a loro piacimento. Per fortuna che ogni tanto il TAR fa giustizia, ma quanto costa un ricorso al TAR. Sui clamorosi abusi commessi dalla questura di Gorizia nei confronti dei cittadini di Gorizia si veda:
    http://fisatgorizia.altervista.org

  3. Riccardo Laterza ha detto:

    Quelli che Alpino chiama clandestini avevano fatto regolare richiesta per un permesso di soggiorno e sono stati beffati dallo Stato Italiano che non solo li ha messi in trappola con la cosiddetta ‘sanatoria-truffa’, ma li ha anche costretti ad uscire allo scoperto per poi tentare di espellerli. Una specie di rastrellamento a norma di legge, insomma… L’interpretazione del TAR è quella adottata dalla maggior parte delle Prefetture d’Italia, solo il Prefetto di Trieste e pochi altri hanno voluto fare i fenomeni e inventarsi restrizioni assurde.

  4. Marisa ha detto:

    Eliminiamo le Prefetture! A cosa servono? A nulla!

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