9 Giugno 2010

Ma le province sono veramente enti inutili?

“Nelle ricorrenti, e pluridecennali ormai, smanie di velleitario risparmio che pervertono gli amministratori, un paio d’anni fa teneva banco l’abolizione delle province, per antonomasia considerate inutili, data la loro funzione di gestione di qualche scuola e di qualche strada e la concessione di permessi di caccia e di pesca, in una dimensione meramente simbolica nella gerarchia degli enti locali, voluta dalla Costituzione del 1948.

Ben diversamente dai comuni, che dal basso si occupano di tutto quanto attiene alla collettività, dall’assistenza, all’anagrafe, all’ordine e alla sanità pubblica, finanche alla realizzazione e gestione di strutture, spesso di carattere extraurbano. E diversamente dalle regioni, che legiferano al di sopra dell’aere, disponendo e distribuendo graziosamente delle risorse trasmesse dallo stato centrale.

Nel tempo, alle province qualcosa si è aggiunto: il collocamento, la motorizzazione e forse qualche altra cosa. Sempre troppo poco però, rispetto all’evidente sperequazione nella scala gerarchica, dato il più ampio peso dei compiti svolti dalle altre due amministrazioni locali.

Si racconta, ogni giorno, che la parte corrente della spesa pubblica nazionale, cioè il costo dei dipendenti, sia la palla al piede dello sviluppo Italia.

Non è vero.

La zavorra deriva piuttosto dall’italica mancanza di organizzazione, affiancata poi adeguatamente e con “tempismo” da decisioni improvvisate e calate dall’alto. Che è poi quanto caratterizza il nostro paese. Una disorganizzazione ormai atavica, rappresentata, per esempio ed emblematicamente, dal fatto di essere la nostra, l’unica nazione dotata di cinque forze di polizia, con compiti analoghi e quasi sempre sovrapposti, indirizzati a 360 gradi, affiancate poi da ulteriori polizie locali, provinciali e municipali, in un complesso marasma di competenze e antagonismi, piuttosto che di collaborazione effettiva.

Cinque entità più due, che fanno le stesse cose. Le medesime che potrebbe fare un unico organismo, con un risparmio stimabile in tre quarti del costo della gestione complessiva, per ottenere i medesimi risultati. Non poco…

Una riorganizzazione, senz’altro ci vorrebbe. Ma riorganizzare una situazione incancrenita da mezzo secolo ormai, come nel caso delle molteplici e dispendiose forze di polizia, pretende studi e tempi lunghi, che non si possono affrontare e risolvere nei cinque anni, se non meno, che sono la durata media del mandato di un politico. L’organizzazione, o meglio la riorganizzazione della nazione, trascende ormai la capacità e i tempi della politica.

Così, invece di occuparsi della programmazione, è meglio limitarsi all’ordinario quotidiano, spesso d’emergenza, sempre però populista e caccia-voti, come si legge ogni giorno sui giornali: tagli a stipendi e pensioni in primis, invocate inevitabilmente come imprescindibili, ma soprattutto “europee”, calate da un alto più alto e quindi imposte, raccontate quasi in trincea contro volontà esterne incontrollabili, “visitors” di un altro pianeta, che nessuno conosceva prima…

Nella nostra regione, autonoma ed a statuto speciale, riorganizzare le province con nuovi compiti pregnanti, tutto sommato pare però un compito assai meno impegnativo, rispetto all’evidente difficoltà di riorganizzare le forze di polizia.

Sono tantissimi i compiti adatti alle province, quasi per vocazione, visto lo scalino intermedio dove si trovano: tutte quelle funzioni, tantissime poi, che non sono comunali e nemmeno regionali.

Dalla gestione delle strade ex Anas, consegnate invece nel 2007 alla nuova Fvgstrade, spa di capitale pubblico, diversamente da quanto accaduto nelle province autonome di Trento e di Bolzano, dove sono state prese in carico dalle province appunto.

La gestione completa delle scuole, superiori ed inferiori, non più a valenza localistica, dato che ormai gli utenti trascendono l’ambito comunale, spesso asili compresi.

I tribunali, oggi affidati per la manutenzione ai comuni dove sono ubicati e per la sorveglianza degli ingressi ai vigili urbani della medesima città, demandando spesso ad impiegati comunali anche la gestione delle cancellerie.

Poi i complessi sportivi di una certa entità, che non si possono qualificare di semplice carattere cittadino.

E il catasto, che si vorrebbe affibbiare ad ogni comune, con l’evidenza dell’enorme difficoltà per quelli più piccoli, riguardo una gestione tecnicamente specialistica.

Anche l’anagrafe potrebbe esser demandata alle province. Perfino la sanità, dato che le attuali aziende si sovrappongono, grosso modo, ai territori provinciali.

La gestione delle Ato, i famigerati servizi pubblici integrati, acqua e rifiuti, affidati nel 2006 alle province, che si vuole oggi loro togliere per individuare nuovi soggetti, ritenuti più capaci, invece di consegnare loro pure la gestione delle reti d’energia, quelle di telefonia, quelle di ogni comunicazione, comprese le reti internet che dovrebbero essere wireless e disponibili a tutti.

Tante competenze. Dense e pregnanti. Che però nessuna provincia si sogna di chiedere.

Tematiche senz’altro diverse dai segnali vetero-demagogici che invece vengono sventolati, come quello, macroscopico, di aver voluto i dipendenti di una provincia friulana allo sportello per il ponte del 2 maggio del 2008, senza evidentemente utenti, dato che il giorno prima era la festa dei lavoratori e quello successivo un sabato.

Qualsiasi gestore serio e non solo quello privato, avrebbe messo il personale in ferie coatte, come prevede ogni contratto di lavoro, tanto per risparmiare il costo dell’aria condizionata, quanto per l’inutilità di sentinelle alla guardia del deserto dei tartari.

Facile anche rinunciare all’auto blu regionale, per portarsi poi a casa esentasse tre mila e passa euri al mese di rimborso spese, guidando la propria macchina, quasi, come fan tutti…”

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26 commenti a Ma le province sono veramente enti inutili?

  1. alpino ha detto:

    un po contorto l’articolo si parte dalle Porvince si passa per le polizie e si torna alle Province.
    Partiamo con il dire che i compiti di ogni ente locale vengono affidati con legge prima dello stato e poi regionale/regolamenti.
    Senza dare idee poco chiare dei meccanismi e copiti di Regione – Province – Comuni – Città Metropolitane rimando alla letture approfondita del T.U.E.L ove troviamo tutto lo scire in merito.
    Sulle polizie è in parte vero in gran parte no:
    Carabinieri sono ancora corpo militare, la polizia di Stato è civile, al momento abbiamo comunque vada una carenza d’organico in valori assoluti, quindi se anche facessimo l’operazione di accorpamento di CC e Polizia di Stato dando un nome unico e uniformi/mezzi unici otterremmo solo una somma di due corpi con un totale ancora sotto le esigenze.
    Le forze di Polizia italiane sono comunque 4 non 3, probabilmente non si è considerato la Polizia penitenziaria, considerata dall’ordinamento Corpo di polizia perchè i suoi agenti/sott.uff e uff rivestono qualifica di Polzia giudiziaria, sono forze di polizia le forze i cui componenti ottengono la qualifica di PG valida su tutto il territorio italiano h 24.(C.P Italiano)
    è indubbio che finanza e Pol Pen svolgono compiti molto specifici e non accorpabili con CC e Polstato.
    Polizia Locale/Provinciale L65/1986 (se non erro) riforma dei corpi di polizia municipale, questi corpi svolgono accertamenti che gran parte delle persone comuni non sanno nemmeno:
    Edilizia, annona, commercio, polizia sanitaria,polizia giudiziaria ecc ecc.
    Se date un’occhiata alle polizie locali extra FVG vi accorgerete che l’immagine di vigile sbracato che abbiamo in regione è cosa del tutto nostra, le polizie locali del resto d’Italia hanno fatto un salto enorme in avanti passando da Vigili Urbani ad Agenti di Polizia Locale (qualifica di PG e A di Pubb Sic)armati, rimpinguando le fila degli operatori addetti alla sicurezza almeno di qualche unità rispetto al fabbisogno.
    Tenendo ferma la necessità di riorganizzare un pochino le forze di polizia nel nome di una maggior unità ritengo che abbiamo proprio perso la strada maestra se associamo alla parola sprechi le parole Forze di Polizia..
    Invece la Provincia come ente detiene compiti che gli sono stai assegnati ma come li ha ricevuti può anche perderli, partendo dall’assioma che non tutte le province sono inutili, lo sono sicuramente tutte quelle di dimensioni pari o inferiori a quella di Gorizia, Trieste ecc ecc queste due è giusto che si fondano o che spariscano. Discorso diverso per la provincia di Udine molto grande e sicuramente oberata di lavoro.
    Non bisogna tagliare tout court ma razionalizzare con coscienza.
    Le forze di polizia esulano completamente dal discorso sprechi.

  2. Ezio ha detto:

    1) VIA TUTTE LE PROVINCE (SCUSATE MA ALL’ESTERO VIVONO PURE SENZA PROVINCE ???);
    2) UNIRE POLIZIA DI STATO E CARABINIERI (LASCIANDO SOLO UN’ALIQUOTA DI POCHE MIGLIAIA DI QUESTI ULTIMI CON COMPITI DI POLIZIA MILITARE) E RIFORMARE COMPLETAMENTE LA GDF SUL STILE AMERICANO/AGENTI DEL FISCO (POCHE MIGLIAIA DI PERSONE BEN PREPARATE, BEN RETRIBUITE ED IN BORGHESE);
    3) FONDERE TUTTE LE POLIZIE LOCALI SOTTO LA GUIDA DELLE REGIONI E TRASFORMARLE IN POLIZIE REGIONALI (STILE AMERICANO QUINDI POLIZIA REGIONALE E POLIZIA NAZIONALE);
    SAREBBERO TRE SEMPLICI RICETTE PER RISPARMIARE MILIARDI DI EURO ALL’ANNO E PER RENDERE PIU’ EFFICIENTE IL TANTO (ED A VOLTE INULTIMENTE….) VITUPERATO STATO ITALIANO !!

  3. lcoroll ha detto:

    Parole sante!
    “La zavorra deriva piuttosto dall’italica mancanza di organizzazione, affiancata poi adeguatamente e con “tempismo” da decisioni improvvisate e calate dall’alto.”
    Non sapete quanto siano vere, vivendoci dentro, queste parole, soprattutto “improvvisazione”. Non c’è giorno che qualcuno, soprattutto politici ma anche dirigenti superiori, si inventi qualche nuovo inghippo. Non c’è traccia di un disegno generale serio, anzi no, solo risparmiare sulla pelle dei cittadini e dei dipendenti (poi ci prendono in giro ‘donando’ il 5% dei loro emolumenti…)
    E noi ma soprattutto i cittadini utenti ne patiscono le conseguenze.
    Temo che non si sia molto lontani dal punto in cui per cambiare bisogna distruggere.
    E intanto i veri privilegiati, quelli che con 2 anni e mezzo di legislatura si portano a casa una bella pensione continuano a mangiare, tralasciando tutto il resto.
    Le provincie sono da abolire, sono d’accordo e tanti comuni da accorpare. Ed in ogni caso nei comuni, soprattutto quelli piccoli, i dipendenti fanno i salti mortali, altrochè fannulloni!
    Pessimisticamente vostro.
    Luigi
    P.S. Anche le guardie forestali regionali sono agenti di P.G.

  4. Walter Sobchak ha detto:

    Il soccorso alpino della guardia di finanza.
    Le motovedette dei carabinieri.
    La polizia a cavallo e quella negli stadi.

  5. Victor Bergman ha detto:

    Da Wikipedia:
    “Nel 2005 il numero totale di forze di polizia attive in Italia era di 324.339 unità, il più alto in Europa, 74.000 in più rispetto al secondo, la Germania e più del doppio della Gran Bretagna.”

    Lasciando da parte le riserve sulla veridicità di quanto scritto su Wikipedia,
    mi sembra allucinante che in Italia ci sia un numero di poliziotti DOPPIO di quello in GB, che ha più o meno lo stesso numero di abitanti e problemi di ordine pubblico non indifferenti.

    Se tanto mi da tanto e per non fissarsi con i poliziotti che è una professione di tutto rispetto, possiamo presumere che anche i dipendenti pubblici degli altri settori sono in Italia in proporzione ben superiore che in altre nazioni Europee, con l’eccezione forse di Grecia, Spagna e altri … “pigs” , ma i “servizi” che lo Stato dovrebbe fornire al cittadino non risultano migliori, anzi!

    Il fatto è che i politici per governare, da quando mondo e mondo, usano distribuire incarichi pubblici agli amici degli amici come premi “all’obbedienza” e riempiono gli organici degli enti statali con paraculi che nel migliore dei casi sono dei fannulloni che almeno non fanno danni.
    E altamente improbabile che la stessa classe politica seghi il ramo sul quale sta seduta, e infatti i “tagli” e le “manovre” si susseguono da quasi 20 anni oramai senza che i conti pubblici siano tornati in ordine.

  6. Aldo Flego ha detto:

    “Una riorganizzazione, senz’altro ci vorrebbe.”
    Non solo concordo con il pensiero di Kuzmin, ma – per quanto concerne l’area giuliana – esiste anche una iniziativa concreta, che invito a consultare sul sito
    http://triestemetropolitana.jimdo.com/
    Ne parliamo il 21 giugno alle 18 all’Hotel Savoia, e poi si parte immediatamente con le firme.
    In sostanza: è un modo forte di imporre un dibattito e costruire una legge (sul sito è da stamattina scaricabile il testo ufficiale della proposta di iniziativa popolare) nell’ambito dell’autonomia regionale, per uscire dalle sacche della storia e della vecchia politica, e fare in modo che la rinnovata Venezia Giulia (i sei Comuni, ma lo spazio è aperto a chi capisce…) non sia più quel “cul de sac dove no se pol”…anzi, abbia una realtà istituzionale più forte per confrontarsi con Piazza Oberdan e con Palazzo Chigi.
    …Dipende da noi, e da quanto siamo coesi su questo obiettivo.

  7. Paolo ha detto:

    Kuzmin fa il giro un po’ largo ma dice (sulle provincie, sui loro compiti e su quelli che potrebbero avere) cose giuste.

  8. Triestin - No se pol ha detto:

    Le province pol aver ancora un ruolo anche in funzion de un’autonomia come Trento – Bolzano trasferendo certe competenze attualmente in capo alla region, quel che no se pol far con la scatola svoda dell’area Metropolitana…. Kuzmin
    ga ragion se pol

  9. brio zona (blog) ha detto:

    Ok, potrebbero poter fare molto le province. Per il momento, così come sono, hanno poco senso.

    http://briozona.blogspot.com/2010/06/commenti-censurati.html

  10. Aldo Flego ha detto:

    @ 8
    …te go zà dito che se te rivi a far la Provincia Autonoma de Trieste, come Trento e Bolzano, saria super meraviglioso. Prova, trova le norme de riferimento, ingruma firme, sarò el primo che cori a firmar!!! Ma dovemo esser tanti, almeno 65.000 (e chi che ga capì xe bravo…).
    (ne ho già parlato e scritto: molti politici – inutile far nomi, li conosciamo – hanno provato a pensarla, proporla, sognarla, specie in campagna elettorale, ma non è successo mai nulla in tanti anni, e mi è sinceramente dispiaciuto. Ora abbiamo una possibilità da non sottovalutare: la Città Metropolitana, non un sogno ma realtà potenziale già prevista dalla Costituzione, e quindi solo da attuare, NON dev’essere una “scatola svoda”, cosa ci mettiamo dentro dipende da noi giuliani (e bastano 15.000)e dalla nostra forza, e non dobbiamo confrontarci con Roma, ma solo nell’ambito regionale.
    Caro Triestin – No se pol, cerchemo de esser unidi nela concretezza, no stemo butar via l’ultima reale possibilità per darghe più autonomia ale nostre tere. Gavemo bisogno anche del contributo, costruttivo, de chi come ti ga a cuor el futuro dela nostra Venezia Giulia. Podemo anche gaver opinioni diferenti, ma almeno zerchemo de provar ancora questa strada (ripeto, xe l’ultima possibile!!!!)per Trieste, Muggia, San Dorligo-Dolina, Monrupino-Repentabor,Sgonico-Zgonik, Duino Aurisina-Devin Nabrežina. Insieme, con più forza.
    Grazie per l’attenzione, e se te fa piazer, vien a scoltarne el 21 giugno.

  11. akasha ha detto:

    ma kuzmin non lavorava in comune?

  12. giorgio ha detto:

    si parla di risparmi, abolizioni, ecc
    e aldo flego vien fora con la città metropolitana? così avremo: i comuni, la città metropolitana (=altri apparati politici=altri costi) e la provincia.ottimo risparmio! la giusta ricetta è riorganizzare ma ci vogliono delle teste pensanti per farlo

  13. alpino ha detto:

    infetti quoto 12 ho paura che questa città metropolitana sia un qualcosa in più con relativi costi in più, infatti ho chiesto in altro topic a Flego se fosse sostitutiva della Provincia ma non mi è stata data risposta, dubito che vada a sostituirla e soprattutto la città metropolitana di Trieste è diversa dalle altre 13 città metropolitane d’Italia…secondo me l’unica idea valida è la provincia autonoma ma siamo gia inseriti in una regione a statuto speciale..

  14. Aldo Flego ha detto:

    @12giorgio e 13alpino

    CON LA CITTA’ METROPOLITANA DELLA VENEZIA GIULIA SPARISCE LA PROVINCIA DI TRIESTE.

    Risposta assolutamente chiara. Venite il 21 al Savoia e potrete avere in diretta tutte le informazioni. Potrete capire che è l’ultima carta da giocare per la Venezia Giulia. La Provincia Autonoma? Magari, anche subito, se riuscite a imporla in Parlamento, a Palazzo Chigi, in Piazza Oberdan….
    La Città Metropolitana è legge regionale che nasce per iniziativa popolare, e se ne discuterà solo in Piazza Oberdan…
    A voi la scelta.

  15. Triestin - No se pol ha detto:

    Ripeto come nei precedenti post la legge regionale che de fatto parla de città…Se dovè raccoglier le firme xe meio raccoglierle per chieder l’autonomia come Trento Bolzano…che vol dir anche autonomia dai furlani

  16. Triestin - No se pol ha detto:

    ( mancava un pezzo )
    Ripeto come nei precedenti post la legge regionale che de fatto parla de città metropolitana xe una scatola svoda da appena sviluppar…Se dovè raccoglier le firme xe meio farlo per chieder l’autonomia come Trento Bolzano…che vol dir anche autonomia dai furlani che comanda in region

  17. 16Aldo Flego ha detto:

    @16…
    L’autonomia della provincia consiste nel potere di legiferare, previsto da legge costituzionale dello Stato e dallo statuto regionale: mentre tutte le altre province italiane hanno mere funzioni amministrative, le province autonome di Trento e Bolzano hanno potere legislativo in molte materie normalmente di competenza statale o regionale.
    Puoi quindi immaginare che, trattandosi di legge costituzionale, tutti i “sogni” sviluppati finora per l’autonomia della Privincia di Trieste si sono arenati…(se fosse stato possibile, ci saremmo arrivati, e anche con il mio impegno e la mia firma, stanne pur certo!). Consulta le norme e comprenderai qual è l’iter necessario…
    Anche a Napoli vogliono fare la Provincia autonoma, http://www.legasud.it/propostanapoli.html
    ma dopo l’annuncio nella “Gazzetta Ufficiale” del 21 gennaio 2004 mi pare che la strada si sia un po’…bloccata. Ovvio….
    La mia opinione: la via per la Città Metropolitana della Venezia Giulia è molto concreta, ed è importante – al di là delle visioni politiche e storiche che possono legittimamente divergere, ma sul futuro dobbiamo essere uniti – che tutti i Giuliani siano concordi su questo unico possibile percorso.

  18. Marisa ha detto:

    @ ALPINO

    Il senatore Tiziano Tessitori, voleva due provincie autonome (Friuli e Trieste), ma il nazionalismo italiano che aveva paura del bau-bau sloveno……non ha permesso fosse realizzata questa ipotesi. E così è nata questa artificiale e assurda regionale in cui Trieste e il Friuli sono imprigionati….

  19. Luigi (veneziano) ha detto:

    Il senatore Tessitori così si espresse durante i lavori dell’Assemblea Costituente, il 27 giugno 1947: “Con questa denominazione (NDR: Friuli-Venezia Giulia) a me pare siano salvaguardate anche le ragioni di natura patriottica e sentimentale (…); perché, quando noi nell’indicare questa nuova regione dello Stato Italiano diciamo “Venezia Giulia”, ciascuno avverte e sente come questo nome abbia, dal punto di vista nazionale, quel significato che è in animo di tutti gli Italiani”.

    Quindi Tessitori pubblicamente espresse la sua italianità e pure il suo “punto di vista nazionale”.

    Dopo di che, fu il paladino dell’autonomia per questa regione, e dopo che l’Assemblea votò il relativo articolo egli entrò in violentissima polemica con l’ordine degli avvocati di Udine – di cui faceva parte – che l’accusava di aver esposto la regione al pericolo del secessionismo. Fu votato all’unanimità un documento di condanna da parte dell’ordine, e quindi ciò significa che tutti gli avvocati friulani furono all’epoca ferocemente contrari a Tessitore. Tanto che egli diede le dimissioni dall’ordine.

    Infine, un anonimo attentatore – assai probabilmente, viste le altissime polemiche, suo compaesano – fece esplodere una bomba fuori di casa sua.

    Le polemiche provenienti dal Friuli furono talmente forti, che – unico caso in tutta la storia dell’Assemblea Costituente – l’articolo già votato che istituiva il FVG come regione autonoma venne riportato in discussione, ed infine – sotto la pressione di praticamente tutte le categorie socio-economiche friulane – si votò la decima Disposizione Transitoria della Costituzione, che sospese l’attribuzione della specialità alla neonata regione.

    Questa storia generalmente è tralasciata dai nazio/regionalisti friulani, che preferiscono raccontare di un Tessitori friulanissimo che dietro di sé aveva tutta la regione, cui i nazionalisti italioti invece opposero strenua resistenza.

    Una balla.

    Luigi (veneziano)

  20. Marisa ha detto:

    Anche Tessitori fu costretto a “nascondere” la sua opinione in Parlamento per poter aver una regione per il suo Friuli e non lasciarlo….anonima provincia del “grande Veneto”….

    Questo si chiama: POLITICA!

    Poi ci sono i documenti e le lettere di Tessitori….

  21. Marisa ha detto:

    E comunque tutta la storia va contestualizzata nella accesa e violenta contrarietà del nazonalismo italiano alla costituzione delle Regioni e in particolare della nostra. Si temeva che la sua costituzione sarebbe stata una ghiotta occasione per il mondo jugoslavo….che avrebbe fatto un sol boccone del Friuli e di Trieste. Da qui la contrarietà e l’attentato.

    LUIGI, non si costruisce la storia su un pezzetto di discorso parlamentare…

  22. Aldo Flego ha detto:

    Grandi uomini…
    Tessitori, ma anche Manlio Cecovini….
    Spesso abbiamo provato con la Provincia autonoma, molti ne hanno fatto spunti per campagne elettorali, ma la strada di incidere sulla Costituzione è dura…e i partiti dettano le regole del gioco.
    Un articolo storico del 1992 (lungimirante il Biasutti…):
    http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/21/Trieste_soffia_bora_dell_autonomia_co_0_920321735.shtml Voglia di separazione. Dietro l’ antico campanilismo c’è un progetto politico portato avanti da PSI, ” Melone ” e Movimento Friuli.
    Trieste, soffia la bora dell’ autonomia
    l’ obiettivo e’ staccare il capoluogo dalla Regione dandogli uno statuto speciale. L’ ex presidente Biasutti (DC) : ” manovra elettorale, basta l’ area metropolitana “.
    Ora il percorso è sicuro, le norme ci sono, per la Città Metropolitana della Venezia Giulia, che elimina la provincia ente inutile (rispondo con precisione a Kuzmin), semplifica l’amministrazione pubblica e dà più forza al territorio. E se a Udine, per il Friuli, viene presentata una legge regionale di iniziativa popolare per la Città Metropolitana del Friuli,garantisco la firma! La sinergia è importante, per uscire – finalmente – da una storia di sterili diatribe.
    Ne parliamo il 21 giugno alle 18 al Savoia….e incominciamo a sottoscrivere la proposta di legge.

  23. alpino ha detto:

    @Marisa,
    il Friuli e Trieste, per te la diatriba/dicotomia/binomio è sempre solo Friuli e Trieste ma ricorda che in questi due nomi non si rispecchiano buona parte del pordenonese e tutto il goriziano o quasi e la Carnia…la scelta di costituire, creare e nominare il FVG fu saggia e sicuramente la migliore, siamo stati fortunati

  24. Luigi (veneziano) ha detto:

    Quindi la tua teoria è che Tessitori in realtà nei suoi discorsi alla Costituente raccontò una cosa diversa rispetto al suo credo profondo, per ingannare tutti quanti.

    L’inganno dovette andare avanti per molti anni, visto che Tessitori – solerte deputato per la italianissima Democrazia Cristiana – fece parte dal 1950 al 1953 del governo De Gasperi, e poi fu nel 1960 ministro – sempre democristianissimo – del governo Fanfani III.

    Comunque sia, è notorio che l’intero arco degli uomini politici friulani dell’epoca fu ferocemente contrario all’autonomia regionale, in quanto i friulani stessi temevano che in questo modo le loro terre sarebbero state oggetto delle brame jugoslave.

    Furono proprio i deprecatissimi costituenti italioti (quelli che nella tua visione distorta sarebbero stati ferocemente contrari) a votare a favore della proposta di Tessitori (che non fu nemmeno sua, come dirò dopo).

    Ad accogliere a casa l’onorevole friulano – come ho già scritto – ci fu il totale ostracismo e pure una bomba, altro che storie!

    L’idea poi che in alternativa alla creazione del Friuli come regione ci sarebbe stato l’inserimento di tutto quanto in una sorta di “grande Veneto” è frutto di purissima paranoia. Non è nota alcuna proposta in tal senso in nessuno degli atti della Costituente.

    E’ invece da ricordare che a proporre per primo lo statuto speciale per il FVG non fu il friulano Tessitori, bensì l’emiliano (italiano!!!) Gustavo Fabbri (Forlì, 1882-1962 – Gruppo misto), seguito poi dal comunista pugliese (italiano e pure terrone!!!) Giuseppe Grieco (Foggia, 1893-1955). Tessitori quindi fu addirittura il TERZO in ordine di tempo a parlarne, altro che storie!

    Direi di finirla con le storie che alcuni nazional/regionalisti friulani spargono in giro oggi – a sessant’anni di distanza – per propalare una finta storia che faccia apparire i friulani simili agli irlandesi o ai curdi, sotto il feroce tallone di questo o di quello.

    Se fosse stato per i friulani, oggi come oggi il FVG sarebbe una normalissima regione ordinaria: questo essi volevano nel 1947, in stragrande maggioranza!

    E’ anche da aggiungere che il motivo per cui la Costituente votò la “specialità” del FVG è dato in maniera assolutamente preponderante alla presenza sul territorio regionale della minoranza slovena.

    Basta leggere i resoconti della Costituente in originale per rendersene conto.

    Solo analizzando le fonti si evita di credere alle favolette.

    L.

  25. Marisa ha detto:

    LLUIGI, non ho mai letto tante stupidaggini come nel tuo commento 24.

    Ma non è certo un Blog il luogo per aprire una discussisone su come sono andate le cose.

    Mi limito a ricordarti che Venezia fu ferocemente contraria alla creazione di una regione friulana: ci sono i documenti a dismostrarlo! Questa battaglia contro il “grande Veneto” fu vinta dai friulani.

    Ti ricordo che in Italia gran parte della classe politica nel 1946/1947 era ferocemente anti-regionalista: temeva che l’unità italiana venisse compromessa dalla istituzione Regione.

    Ti ricordo che la regione Friuli – Venezia Giulia (così chiamata per ragioni sentimentali) era stata concessa al Friuli quando Trieste non era neppure ancora Italia.
    Allora, eravamo nel 1947, gli anti-regionalisti, erano convinti che la creazione di una regione friulana a statuto speciale significasse consegnare a Tito il Friuli.

    Storia complessa che non si può certamente trattare su un blog.

  26. Luigi (veneziano) ha detto:

    Onestamente, non ricordo friulano più maldestramente o maliziosamente disinformato di te.

    Venezia ferocemente contraria alla regione FVG, in ragione di un “grande Veneto”? E ci sarebbero i documenti? Balle cosmiche, e ti sfido a tirar fuori questi presunti “documenti”!

    Io cito i documenti e conosco i lavori della costituente. Tu racconti favolette, buone per una platea di invasati friulanisti fuori dal mondo che – per fortuna – non esistono nella realtà, se non in quota minimale.

    E’ vero o no che Tessitori diede le dimissioni dall’ordine degli avvocati di Udine, che si era schierata compattamente contro la regione autonoma?

    E’ vero o no che Tessitori ebbe contro tutti i politici friulani, tranne l’assolutamente minoritario movimento per l’autonomia dell’allora semisconosciuto Gianfranco D’Aronco?

    E’ vero o no che a Tessitori misero addirittura una bomba sotto casa, accusandolo di voler svendere la regione agli slavi?

    L.

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