28 Maggio 2010

Il sindaco di Capodistria: “A Trieste non si può? Allora il Parco del mare lo facciamo noi”

“Abbiamo saputo che purtroppo a Trieste il Parco del Mare non si farà. E allora lo facciamo noi”. E’ quanto annunciato dal sindaco di Capodistria, Boris Popovic, prima dell’incontro con il presidente della Camera di Commercio giuliana, Antonio Paoletti, svoltosi ieri a Trieste.

Al centro della riunione, richiesta dallo stesso Popovic, c’era proprio il progetto della Cittadella del mare proposta da Paoletti, che dopo un via libera formale del Consiglio comunale triestino é stato bloccato dal sindaco Roberto Dipiazza. Popovic ha spiegato – riferisce l’Ansa – che già tempo fa Capodistria aveva pensato a un parco tematico del genere, ma aveva deciso di “fare un passo indietro” dopo la proposta triestina, per evitare doppioni: “Sarebbe stato inutile fare due parchi così vicini”.

L’incontro di ieri è servito, ha spiegato, a “capire se l’idea è fattibile a Capodistria”. “E’ evidente – è stata la replica di Paoletti – che non mollo il progetto su Trieste. Lascio agli altri trarre le conseguenze dal comportamento della politica locale, e ognuno si prenderà le proprie responsabilità – ha concluso – per un fatto del genere”.

Il risultato della riunione è stato infatti una richiesta, formulata da Paoletti, di “attendere prima di avviare l’iter per la realizzazione di un’opera simile a Capodistria e di non contattare ancora i privati investitori che intendevano finanziare la struttura del capoluogo giuliano, per consentire alla Camera di Commercio di chiedere ufficialmente al Comune triestino di esprimersi definitivamente se realizzare o meno il Parco del Mare”.

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104 commenti a Il sindaco di Capodistria: “A Trieste non si può? Allora il Parco del mare lo facciamo noi”

  1. effebi ha detto:

    bene, contenti tutti:
    dipiazza col suo bel rigassificatore
    popovic con la sua bella piscinetta

    ma sarà così ? ho letto poi diverse cose interessanti che il popovic ha inteso dichiarare oggi al piccolo sugli aspetti negativi di trieste.

    ha salvato solo una cosa: piazza unità

  2. cagoia ha detto:

    condivisibili gran parte dele robe che ga dito

    Che cosa le ha fatto il presidente della Regione?
    In campagna elettorale era venuto anche da me, giurando che del rigassificatore non voleva saperne. Poi l’hanno eletto ed è diventato il suo primo sostenitore. Mi ha deluso moltissimo. Anche perché, col governo nazionale pienamente omogeneo, poteva fare grandi cose e invece… No, meglio se ne torni lassù, a cucinare

    Cosa le ha fatto il sindaco?
    Fa discorsi assurdi. Si agita, si muove, sembra voler far tutto lui ma poi non so quanto faccia. Non contano le dimensioni della città su cui grava il progetto, ma la bontà del progetto stesso. Peschiera ha più o meno le dimensioni di Capodistria, un decimo di Trieste e regge tutta una ”Gardaland”, con milioni di visitatori. E non parliamo di Postumia e delle sue grotte. Il problema è che i progetti vanno realizzati..

  3. Luigi (veneziano) ha detto:

    Adesso voglio proprio vedere se chi qui dentro si è espresso ferocemente contro il parco del mare a TS sarà altrettanto severo contro il progetto capodistriano…

    Alla fine della fiera, poi, che si vuole fare a (e di) Trieste?

    Il porto sì, ma non così.

    Le navi passeggeri ni.

    Industrie no.

    Rigassificatore no.

    Parco del mare no.

    TAV no.

    Che resta?

    Luigi (veneziano)

  4. cagoia ha detto:

    Luigi, le industrie tientele a Marghera.

  5. cagoia ha detto:

    E magari moline le navi da crociera.

  6. effebi ha detto:

    magari popovic potrebbe raccontarci anche dei lavoratori esterni (e schiavizzati) del porto di kapodistria o delle grotte di postumia che sono senza proprietario

    immagino cosa sarebbe successo se il DP nostro avesse rilasciato a un giornale sloveno simili dichiarazioni ….(BOATO !!!)

    ma mi sa che popovic e dipiazza (da vecchi e buoni amici) si son messi daccordo su due azioni combinate:

    1) popovic le spara grosse su dipiazza
    2) trieste insorge per difendere dipiazza

    …la campagna elettorale è iniziata….

  7. cagoia ha detto:

    … gavessi senso se dipiazza fossi ricandidabile

  8. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ cagoia
    Forse non lo sai, ma porto Marghera – che fu il più esteso insediamento industriale d’Italia negli anni che furono – è in lenta ma continua fase di ristrutturazione e riqualificazione. Il che significa che un progetto sul suo futuro c’è.

    Questo progetto prende le mosse da un’idea di fondo, che esplicito in maniera “piatta”: Venezia vuole diventare il centro più importante dell’intero nordest Italia, ritenendo d’essere una sorta di “capitale” di un ampio sistema diffuso su un territorio molto vasto.

    Quindi a Marghera quella che fu la “prima area industriale” oggi è uno dei più grandi cantieri aperti. Diventerà centro di cantieristica, centro logistico, portuale e di servizi.

    Già da anni il primo lotto di lavori è stato fatto, ed è nato il parco scientifico e tecnologico VEGA: http://www.vegapark.ve.it/. Qui si sono già insediate circa 130 aziende: 59 di servizi alle imprese, 20 di consulenza e progettazione, 17 del settore ICT e Digital-Mediale, 14 di servizi alle persone, 8 laboratori di ricerca, 6 che studiano le nanotecnologie eccetera eccetera.

    Quello che a me pari manchi a Trieste – con tutto il mio rispetto per questa città che amo e che mi piace moltissimo – è proprio l’idea sottostante. Una volta era evidente: era la capitale commerciale e portuale della parte austriaca dell’Impero. Adesso – concretamente – che cosa vorrebbe essere?

    Luigi (veneziano)

  9. cagoia ha detto:

    Adesso – concretamente – che cosa vorrebbe essere?

    Per quanto me riguarda bisognassi puntar su:
    1) ricerca scientifica e tecnologica con industria leggera associada.
    Trieste xe una picia provincia e no xe posto per grandi industrie.
    L’area di ricerca occupa 2400 persone su un’area che sarà 1/10 de quela occupada dalla ferriera.
    Se la ferriera per esempio fossi sostituida da un’area de ricerca se podessi occupar 25.000 persone contro le 1000 attuali. E senza inquinamento.

    2) porto. Ma per sviluppar questo servi i collegamenti ferroviari. saria una delle prime roba da far.

    3) turismo. No podemo pensar de esser come rimini o lignano, ma sul turismo crocieristico e congressuale podemo gaver spazio. Perchè i ga chiuso FEST? Ma anche qua servi collegamenti per far arrivar le persone in città.

    4) sedi de grandi aziende. come Generali, banca generali, allianz… che paga le tasse in città. Favorir l’insediamento delle sedi centrali a Trieste.

    Ma per qualunque progetto de sviluppo servi i collegamenti coll’esterno. Prima roba de far.

  10. Bibliotopa ha detto:

    Cagoia, te ga descritto la Trieste dei mii sogni

  11. bonalama ha detto:

    ho sentito dire che il sindaco è molto”caldo” sulla bottega del vino. ci mette un acquario?………….

  12. matteo ha detto:

    intanto risecretano, ultima ruota del carro

  13. francesca ha detto:

    Popovic! Fatti il parco del mare e poi buttatici dentro con un sasso al collo.

  14. matteo ha detto:

    cmq non credo che trieste insorga, abbastanza scontentezza

  15. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ cagoia & bibliotopa

    Ricerca scientifica e tecnologia, porto, turismo e sede di grandi aziende. Ok.

    Ma concretamente PERCHE’ uno dovrebbe portare il suo laboratorio di ricerca a TS, mantenendo la produzione a duecento chilometri di distanza? O quando si pensa a queste cose, si pensa sempre ad investimenti pubblici?

    Perché un turista dovrebbe venire a Trieste, sapendo che a pochi chilometri di distanza trova le spiagge friulane o gli scogli istriani?

    Perché poi uno dovrebbe spedire/imbarcare le sue merci a TS?

    Perché infine una grande azienda dovrebbe spostare la sua sede a TS? Tu qui stai parlando di grandi società che sono nate a TS (cento e fischia anni fa), sulla base del fatto che questa era una delle capitali commerciali e finanziarie dell’impero A/U. Oggi – con rispetto parlando – quale grande azienda potrebbe decidere di nascere o di trasferirsi a TS?

    Per me il discorso va preso un po’ alla lontana, considerando quella che dovrebbe essere la “mission” di questa città.

    Per esempio: Trieste vuole essere il terminal portuale/logistico dell’Europa dell’est?

    Tutto il resto dovrebbe venire di conseguenza.

    Luigi (veneziano)

  16. matteo ha detto:

    scusa, ma credi che noi decidiamo qualcosa? noi non siamo nulla di fronte alla politica e alla politica qui non interessa sviluppare nulla, siamo solamente bombardati da cose passate (tito foibe, comunisti fascisti, slavi italiani) senza guardare al futuro e non ci sono proposte serie, tranne il parco del mare, che era interessante, ora pero lo vogliono dato che koper lo vuole

    il porto franco è stato cancellato dal piano dei porti, la comissione eu favorisce koper, la dogana si sposta, la rotta commerciale si sposta al interno, non ce piu la benzina agevolata ecc

  17. cagoia ha detto:

    Perché un turista dovrebbe venire a Trieste, sapendo che a pochi chilometri di distanza trova le spiagge friulane o gli scogli istriani?

    Come dir perchè un turista dovessi andar a Firenze se ga vizin le piagge de Viareggio.
    Perchè non de sola spiaggia vivi i turisti.
    Perchè i turisti che sta una setimana a rimini magari i se fa l’escursion a sanmarino o a urbino… per esempio.
    Stessa roba qua, no capisso perchè no i fa collegamenti marittimi tra trieste e lignan/grado/parenzo/umago cussi i turisti per un giorno nelle 2 settimane de ferie che se fa in spiaggia, magari quando el tempo missia, i vien a far el giro qua con compere e pranzo annesse.

    “Perché poi uno dovrebbe spedire/imbarcare le sue merci a TS?”
    Perchè no? scusa? perchè se se riva movimentar 500K teu all’anno no se pol pensar de movimentarne 2M migliorando i servizi e i collegamenti?

    “PERCHE’ uno dovrebbe portare il suo laboratorio di ricerca a TS, mantenendo la produzione a duecento chilometri di distanza?”

    perchè la produzion devi esser a 200km de distanza? No stemo parlando de acciaierie. No stemo parlando de aziende che no ga bisogno de spazi enormi per far produzion. De qele che te pensi ti, altro che 200 km, quele va far produzion in Romania se va ben opur in Cina.

  18. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo

    Praticamente tu proponi un suicidio collettivo di massa, se ho capito bene…

    L.

  19. francesca ha detto:

    Avete letto l’intervista di Popovic al Piccolo? ah ah ah ah egli ama Trieste, ma sostanzialmente dice che fa schifo e lui avrebbe le ricette giuste per farla rinascere….tra cui le palme sul lungomare…ah ah ah…
    Popovic! Il vecchio sogno degli sloveni di comandare a Trieste non ti si avvererà mai!! Piuttosto tornatene nell’entroterra da dove vieni perchè tu sei capodistriano come io sono tartaro!

  20. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ cagoia

    Forse mi sono spiegato male: io non sto dicendo che uno NON dovrebbe venire come turista a Trieste, ma che bisogna individuare quali sono i tratti distintivi di un possibile flusso turistico a Trieste. Perché uno viene a TS da turista? Viene per il mare? No, e quindi non puntiamo sulla valorizzazione dei bagni. Viene per fare spese? Viene per straviarsi dai bagni istriani quando il tempo è cattivo? Pessima idea: un imprenditore non deve dipendere dai capricci del tempo, puntando poi all’opposto rispetto alla stagione (mal tempo d’estate, così i bagnanti vengono a TS).

    A proposito: pessima idea anche quella di lanciare l’idea dei collegamenti marittimi fra le spiagge e TS: nessun imprenditore mette in piedi un collegamento del genere, sapendo che con mezz’ora in più di viaggio il crucco che viene a bagnarsi a Umago può arrivare a Venezia. Infatti i traghetti da e per Venezia sono decine, da tutta la costa istriana giù giù fino a Lussino.

    Insomma: ciò che voglio dire io è che bisogna razionalizzare le idee e poi puntare decisamente su quelle.

    Luigi (veneziano)

  21. bruno ha detto:

    me par che nella nostra zona ci siano molti fenomeni naturali…o naturalmente fenomeni
    ma no stè contarla, dei!

  22. matteo ha detto:

    lo suicidio lo ha fatto la classe politica triestina negli anni, per prendere voti qui è facile basta rinvangare il passato, non occorre fare molto, per cui ecco che gli interessi della citta e dei triestini vengono meno

  23. cagoia ha detto:

    cioè te proponi de diventar l’hub energetico del centro europa, con rigassificatori e terminale petrolifero, e lassando in piedi la feriera, e za che semo se qualchedun proponi de farghene un’altra sul carso perchè no. La ssar il termovalorizzator e magari farghene un altro anche per le scovazze del friul.
    Preferiria tornar ai livei del 1700 quando ierimo slo un porto de pescadori.

  24. matteo ha detto:

    meglio lui che ha le idee chiare francesca su cosa fare

  25. francesca ha detto:

    Il problema di Trieste è che non ha una provincia e quindi lo stato la considera terra di confine oltre il quale non si può guardare. Questa è la realtà. Se la provincia arrivasse almeno fino Cittanova (zona b) sai quanto sviluppo turistico avrebbe avuto Trieste? Non scordiamoci che da Umago a Trieste il krukken deve passare tre stati come per andare da Monaco a Rimini. E l’impedimento non è da poco. Finchè la storia non restituirà a Gorizia e Trieste la loro naturale provincia dentro ad un’unico stato non ci sarà alcuna soluzione a nessun problema. Questa è la cruda realtà.

  26. matteo ha detto:

    non è un problema quello e non ci sarebbe nessun sviluppo turistico se ci fosse novigrad dentro

  27. cagoia ha detto:

    Finchè la storia non restituirà a Gorizia e Trieste la loro naturale provincia dentro ad un’unico stato non ci sarà alcuna soluzione a nessun problema.

    alora spetemo che Menia risolvi el problema.
    nel fratempo andemo al bagno barcola.

  28. matteo ha detto:

    e non è il problema di trieste/trst

  29. francesca ha detto:

    Ma ci scordiamo che fino a 19 anni fa questo era il confine della cortina di ferro? Che Trieste dalla collinetta di Cerei era sotto il tiro permanente dell’armata jugoslava? Che cazzo di dialogo o di sviluppo economico vuoi avere con quel mondo? E quelli di oggi non sono minimamente cambiati perchè i ventenni di allora sono i quarantenni di oggi. Forse fra 300 anni si muoverà qualcosa.

  30. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ cagoia

    Io non ho proposto di diventare un bel nulla, tanto meno l’hub energetico del centro Europa. Io ho parlato di “terminal portale/logistico”, che è cosa un tantino differente.

    Ebbene: se si vuole che Trieste diventi questa cosa, basta copiare ciò che hanno fatto dalle altre parti del mondo.

    E adesso ditemi quale terminal di primaria importanza in Europa non ha la TAV o non ha uno dei corridoi europei che passa per le immediate vicinanze.

    Luigi (veneziano)

  31. cagoia ha detto:

    mi son favorevole alla tav… per opicina e con bretella fin al porto. no servi far passar tutto sotto la città.

  32. ufo ha detto:

    Mi son favorevole alla sparada de ‘francesca’ – restituir Trst e Gorizia alla loro naturale provincia. E se proprio i vol, lasarge el porto vecio al TLT, visto che là xe comunque imposibile far niente a chi che no xe mason…

  33. Julius Franzot ha detto:

    Non è la prima volta che lo scrivo, ma io Trieste futura la vedrei così:

    1. Il porto è Molo Settimo, oleodotto e basta. Porto Vecchio segua la proposta di Popovic, magari meno disneyana, ma con viali, giardini, hotel com piscina sul mare… I ruderi li considera interessanti solo Sgarbi: via tutto!

    2. Valorizzazione dei valori storici/artistici/ambientali del centro. Siamo la Pompei dell’Impero e dobbiamo realizzare il massimo da questa condizione. Non è un insulto, è una chance!

    3. Il mare di Trieste può essere bellissimo: Porto Vecchio diventa giardino e zona alberghiera, sentiero lungomare da Grignano a Sistiana, stop all’edilizia, posteggi nella roccia lungo la Costiera e un paio di ascensori, Costa dei Barbari spiaggia naturista pulita, curata, sorvegliata.

    4. Area Aquila e simili bonificate senza troppe menate (se si vuole, persino l’amianto dell’ Hotel Enalc può risultare neanche male 😉 )

    5. Via tutte le industrie, incentivi ad aprire negozi in centro, integrazione di area di ricerca e centro di fisica con la vita cittadina.

    6. Qualcuno chiedeva chi ha interesse ad aprire sedi centrali a TS: chiaramente pochissimi, se sono Sedi CENTRALI, ma moltissimi se si tratta di uffici marketing e vendita o centri servizi, congressi, editori-traduttori… verso l’Est ed il Centro Europa. Anche strutture tecnologiche pulite starebbero bene.

    7. Prima necessità però sono i collegamenti ferroviari e aerei (metro leggera fino a Ronchi e Capodistria, Stazione TS-Nord con bus-navetta, vaporetti per l’Istria che partano da TS alla mattina). Anche i bus urbani che dopo le 20:30 fanno quello che vogliono, per non dire che non fanno un cazzo, sono degni di un paesotto della Bosnia (absit iniuria verbis). Almeno fino alle 24 2-3 corse all’ora!

    8. Cambio radicale delle politiche culturali: sovvenzioni solo a pochissimi soggetti (per la letteratura diciamo a 3-4 associazioni come massimo), però certezza legale di ottenere il promesso con almeno 1 anno di anticipo (così si può collaborare con associazioni di buon livello). Entità non dipendente dalla singola manifestazione, ma dall’attività complessiva. Così tutto l’indegno microcosmo che vive di autoreferenzialismo, convegni sterili e conoscenze o fa pagare ingresso a tutto (così, se uno vale, il mercato lo ricompensa) o si fondono con le associazioni importanti. Così invece dell’attuale casino di microeventi pietosi con pubblico “obbligato” ad andarci (sempre gli stessi), ci sarebbero meno eventi, ma di tutt’altro spessore.

    9. Siamo multiculturali e multietnici? Allora promuovere lo studio delle lingue da parte di larghi strati della popolazione e di eventi in lingua originale. Chi non la capisce, o va a Napule o si attacca.

    10. Sviluppare sinergie commerciali e culturali non con chi è e sarà sempre concorrente (Capodistria), ma con chi è complementare o addirittura potenziale cliente (Lubiana, Graz, con cui siamo gemellati solo sulla carta da cesso).

  34. arlon ha detto:

    7. Prima necessità però sono i collegamenti ferroviari e aerei (metro leggera fino a Ronchi e Capodistria, Stazione TS-Nord con bus-navetta, vaporetti per l’Istria che partano da TS alla mattina). Anche i bus urbani che dopo le 20:30 fanno quello che vogliono, per non dire che non fanno un cazzo, sono degni di un paesotto della Bosnia (absit iniuria verbis). Almeno fino alle 24 2-3 corse all’ora!

    Me par che semo tuti d’acordo al 100%, su sto punto qua. Perchè NISUN politico se spendi a riguardo, inveze de parlar de monade, come che i fa el 90% del tempo?

    E Luigi insinua che semo contro la TAV. Mi no go ancora mai visto una popolazion che sia più a favor dela TAV dei triestini, nei teritori coinvolti. Certo, se i progetta megacurve e galerie soto la val Rosandra da finir nel 2050, con giustificazioni ridicole, qualche dubbio comincia a vignir. (almeno là xe de darghe ato che i sta refando)

  35. unknow1971 ha detto:

    Julius SINDACO !!!!
    non scherzo… a trieste ci sono persone serie in grado di tacitare i buffoni… lui è senz’altro uno di loro…

  36. bonalama ha detto:

    Ex post ritengo la ex jugoslavia non fosse una vera minaccia, faceva parte dei paesi non allineati e secondo me prendeva soldi da america e russia (mi ricorda qualcosa). La vera minaccia per loro era quella interna, e si è visto. Trieste terra di profughi, migranti e migrati non avrà mai la lucidità necessaria per fare i conti con se stessa e con il passato. ci volle Maria Teresa all’epoca e mo?

  37. Julius Franzot ha detto:

    @ bonalama

    Il disfattismo non ha mai portato da nessuna parte. Se, come dici correttamente, quella volta ci è voluta Maria Theresia, oggi ci vorrebbe un’ Euroregione non boicottata dalle solite famiglie di parassiti.
    Ad un certo punto non è interessante chi fa certe cose, ma solo che le faccia. Qui si vive in un’atmosfera asfissiante tra ridicoli strateghi di poteri occulti (che già a Venezia o Lubiana nessuno prende sul serio) e disfattisti per partito preso.
    Senza un progetto serio, un cambio di mentalità, un’apertura all’Europa, non si va da nessuna parte.
    L’ essenziale è riconoscere che la gentuccia che fino ad ora detiene il potere di immobilizzare Trieste, va messa in disparte. Ormai hanno abbastanza soldi da potersi dedicare alla pesca degli angusigoli dalle loro barche. Dobbiamo pensare alle migliaia di concittadini che devono emigrare per trovare un lavoro dignitoso, che permetta loro di pianificare un’esistenza. Nell’economia dei “raccomandati di ferro” vanno avanti solo gli ignoranti.
    Ma ci stiamo rendendo conto che due generazioni, ormai, stanno vivendo consumando il denaro che hanno lasciato loro i genitori? Basta dare un’occhiata alle vetrinedegli antiquari ed ai cataloghi delle aste di Stadion per capire che il nostro patrimonio culturale (l’unico che abbiamo) è in svendita.
    Se Fedriga scrive che non si può soggiogare una città agli appetiti di quattro famiglie, sono d’accordo con lui, ma, per favore, Max, se mi leggi, fai, almeno in sede riservata di trattative, il nome delle persone e delle famiglie che rifiuti come candidati per dare loro il tuo appoggio! Io immagino chi tu intendi, ma sarebbe un atto di coraggio dichiararlo.

  38. francesca ha detto:

    Franzot

    Il problema sono i confini innaturali, mai esistiti e mai pensati prima del 1945 che hanno distrutto e continueranno a distruggere questa terra. Con il 45 sono saltati gli equilibri etnici, economici, umani, politici che non si ripareranno più. L’euroregione non può sussistere se non, appunto, per dare qualche altra poltrona a qualche altro magnaccia. Una unica regione, ma dentro un’unico stato.Quale? Scegliete voi. So di essere provocatorio, ma è l’unica via per dare omogeneità a questa situazione surreale.

  39. francesca ha detto:

    Ma guardate quale è il problema principale che si dibatte dopo Rabuiese.

    http://delo.si/clanek/107716

    Ma stamo a scherzà?

    Se torna sù dalla tomba qualche vecchio penserebbe che si sta festeggiando il carnevale.

  40. bonalama ha detto:

    non è disfattismo bensì realismo, e solo guardando in faccia la realtà si possono prendere decisioni corrette, l’euroregione è snobbata in primo luogo dai leghisti che vogliono tirar dentro i lumbard. Noi caro Julius siamo smarriti, senza riferimenti, propendo per città stato modello Hamburg. questo sarebbe paroni a casa nostra. Auf Deutsch traducilo tu.

  41. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Julius

    Proposta 1: radere al suolo Porto Vecchio e farne viali, giardini e hotel con piscina vista-mare. E’ la visione più immaginifica, ma quella sulla quale da oltre quarant’anni si discute. Nel 1969 fu presentato il progetto Semerani-Tamaro, che singolarmente somiglia alla tua idea nelle premesse: radere al suolo l’esistente.

    Volenti o nolenti, non esiste la minima possibilità che si arrivi a questa soluzione. Questo perché il porto vecchio è (cito da una pubblicazione dell’Università di Trieste) “uno degli ambiti di archeologia industriale marittima più rilevanti del Mediterraneo”. Traduzione: pesanti vincoli su parte dell’area, e buona parte dell’opinione pubblica e dell’intellighenzia assolutamente contraria.

    Punto 5: via tutte le industrie. Mi pare un’altra idea non solo impossibile, ma assolutamente perniciosa. Ma forse intendevi dire “via le industrie in una certa area”. Non è nemmeno pensabile eliminare forzosamente le industrie in un agglomerato urbano, o per meglio dire: non conosco nessuna città importante al mondo senza industrie. A meno che non si pensi a Trieste come ad un museo, e allora possiamo già dire che la città diviene la dependance di Capodistria, che fa carte, ori, settebello, rebello, primiera e pure cinque scope.

    Proposta 7: mi limito a commentare la questione della congressistica. Tu sai che il turismo congressuale in Italia praticamente ignora Trieste, per cui questa è una strada tutta in salita. E va legata necessariamente all’idea che Trieste deve dare di sé. Perché nessuno chiede “perché organizzate un congresso a Roma?”, mentre lo stesso – allo stato attuale – non potrebbe dirsi per Trieste.

    Comunque sia, auguri.

    Luigi (veneziano)

  42. ufo ha detto:

    @francesca: ma te manca tanto la regia provincia de Lubiana? E te la volesi indrio con o senza chi ghe abita?

  43. matteo ha detto:

    ha ragione francesca, confine innaturale prima del 1918, si che l’impero funzionava con trieste/trst

    che il vivante aveva ragione?

    Il Vivante, che per le sue idee politiche ha sempre considerato la questione economica più importante di quella nazionale, passa ad esaminare gli aspetti economici del problema, sottolinea l’importanza del protezionismo statale nei traffici triestini e giunge alla conclusione che l’Italia non potrà giovare allo sviluppo di quel porto. La situazione attuale dimostra che le deduzioni del Vivante sull’importanza dei privilegi erano fondate.
    http://xoomer.virgilio.it/histria/storiaecultura/recensioniebibliografia/irredentismoad.htm

  44. Julius Franzot ha detto:

    @ Francesca
    I confini vantaggiosi (Vivante aveva ragione) erano quelli di prima del 1918. Tutto il resto è stato fatto solo per soddisfare gli appetiti e le manie di grandezza di fascisti e comunisti. Dato che l’ Euroregione si avvicinerebbe in modo discreto ai confini di allora, sarebbe un grande vantaggio per tutti. In quale stato? Per ora l’unica risposta possibile è “ognuno formalmente nello stato in cui si trova ora e l’ Euroregione più vicina possibile all’ EU”

    @ Luigi

    Vorrei premettere la mia visione sulle cause primarie del “nosepol”. L’ Italia ha una legislazione cavillosa e burocratica fatta sullo stampo borbonico, con il preciso scopo di assecondarla alla “volontà”, che sia politica, economica o altro. Il triestino medio ha ereditato invece il concetto asburgico delle leggi fatte per regolare la vita dello stato. Data l’impostazione delle leggi italiane, ottemperare a tutti i paragrafi, circolari, leggi-delega… porta alla paralisi. Chi governa l’ Italia ora ha capito benissimo come funziona il sistema e, ogni volta che trova una “volontà”, cambia le leggi (Costituzione compresa), si fa fare sentenze “di precedenza” di comodo, ignora qualche paragrafo, fa un decreto-legge al giorno in barba al Parlamento… I “Berluschini” di Trieste sono andati a scuola, si sono fatti spiegare come si fa e non hanno nessun problema ad adattare la burocrazia alla “volontà” delle 4-5 famiglie che comandano e manovrano i politici locali.

    1. Il momento che un “dritto” riesce a formare una “volontà” di radere al suolo il Porto Vecchio, arrivano le sentenze che annullano i vincoli, il Piccolo convince la gente che si tratta solo di 4 sassi… Non confonderti con la pietosa storia del Magazzino Vini: lì c’è sempre stata la “volontà” di riservare quello spazio a “qualcosa” e il Magazzino è il cappello che ci hanno messo sopra.

    2. Ci sono industrie che possono stare benissimo in Provincia di Trieste: prosciutti, pasta, brandy, microchips… ma certamente non chimica, ferriera ed altre cose inquinanti. Se mi chiedi che città sia senza industrie, ti cito subito Hong Kong, Macao, Montecarlo, Andorra, Panama, Santo Domingo. Cosa ha Trieste in comune con loro? Pensaci 😉

    3. So benissimo che il turismo congressuale IN ITALIA ignora Trieste (“troppo alta”). Un po’ sarà anche colpa delle comunicazioni pietose che abbiamo anche con l’ Italia.
    Ma chi parla di congressistica ITALIANA?

  45. jacum ha detto:

    la proposta o meglio visione de julius franzot é assai discutibile, ma almeno c’é una lista di idee.

    per el porto vecio vojo dir che gavemo una roba meraviglioxa e che xe abandonada.
    il restauro xe doveroso, mentre l’abatimento dele strutture xe barbaria.

  46. sergio ha detto:

    un saluto a tutti, come già scritto tempo fà il parco del mare quì a Trieste se veniva fatto avrebbe rappresentato un grosso deficit per noi triestini, ma vedete voi i politici come manager ? Questi signori che hanno ridotto Trieste in questa situazione, se andate a leggere i bilanci del parco del mare di Genova ve ne renderete conto, a me va benissimo che lo faccia Capodistria, vuol dire che tutti quelli che lo andranno a vedere passeranno anche a Trieste se quì si fa qualchecosa per poter attirare il turista, i soldi del parco potrebbero venir utilizzati per il Museo de Enriquez che da anni è andato in dimenticanza il comune non spende niente per la manutenzione del materiale in possesso , altra cosa io a suo tempo avevo proposto una passegiata che andava dalla proprietà comunale di villa Stavropulos, cioè terreno che si trova a confine con lo stabilimento del Hotel Riviera dove esiste già una scala di accesso al mare con proseguimento di una ciclabile e passeggiata fino a Sistiana sogno di parecchie persone mai avverato, per altro logicamente si dovrebbe chiudere la Ferriera, non soltanto per il fatto inquinamento ma per recupero di terreno che potrebbe ospitare varie aziende e altro non inquinanti dando molti posti di lavoro, per quanto riguarda invece il porto, mi domando sempre perchè Gioia Tauro che si trova totalmente al sud debba far trasportare le merci sbarcate con Tir per tutta l’italia, merci che poi vanno ai vari paesi del centro Europa con grande spreco di soldi e inquinamento, invece perchè non vengono sbarcate a Trieste? Quanti tir servono per sbarcare una nave di container? Le politiche fatte da questi signori dilettanti allo sbaraglio sono ridicole, il rigassificatore per me sarà una disgrazia sia da parte ambientale che posti lavoro, non parliamo della sua sicurezza, colpirà per esempio i pescatori, con le acque fredde che verranno scaricate nel nostro golfo, ci sarebbero molte cose da dire anche sull’operato di questo comune ma ….. saluti sergio

  47. alpino ha detto:

    tu hai minimamente presente la dimensioni del parco a disposizione del porto di Gioia Tauro?

  48. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Julius

    D’accordo con te che se “se vol” anche “se pol”. Il fatto è che è evidente che “no se vol” radere al suolo il Porto Vecchio.

    Fra le città senza industrie tu citi:

    1. Hong Kong. Io sono stato a Hong Kong, e ti posso assicurare che lì esistono fior di industrie. Ho tirato fuori il seguente dato: il contributo delle industrie al PIL di Hong Kong è pari circa al 10% del totale, e cioè all’astronomica cifra di circa 20 miliardi di US$. Un tempo questa percentuale era sensibilmente più alta e sfiorava il 50%, ma oggi le industrie di Hong Kong delocalizzano… in Cina!

    2. Macao. Per forza: è il puttanaio della Cina! Anche lì ci sono stato, e spero che tu non voglia trasformare Triste in questa cosa informe.

    3. Montecarlo. Anche lì devo dire: per forza! A Montecarlo non esiste nulla di nulla, tranne l’assenza di fisco, miliardari a go-go, un sovrano da operetta, condiscendenza pluridecennale delle autorità di controllo fiscale francesi e un celeberrimo casinò. Anche lì sono stato, e mi è parso il più falso dei posti da me visitati (non sono mai stato a Las Vegas, però).

    4. Panama. Intanto a Città di Panama (la capitale) vive un milione di persone, e poi bisogna anche dire che oltre 80 banche hanno la sede lì oltre ad un’infinita serie di società finanziarie, grazie ad una norma statale per cui certe attività economiche possono essere svolte solo nell’area della capitale. In pratica, Città di Panama è uno dei grandi centri di riciclaggio di denaro sporco del mondo. Il tutto grazie ad un fatto che rende la città unica al mondo: è la capitale di uno stato lungo il cui territorio è situato il Canale di Panama.

    5. Santo Domingo. Ha oltre 2,5 milioni di abitanti, ed è carica di industrie. Il 40% del PIL dell’omonimo stato deriva dalla capitale.

    6. Andorra. Assieme a Panama, è l’unica di quelle da te citate che non ho visitato. E’ capitale di un microstato e deve la sua ricchezza unicamente al fatto d’essere un paradiso fiscale.

    In pratica, ti sto dicendo che gli esempi che hai fatto o non sono veri (le industrie ci sono) oppure non sono replicabili per Trieste. A meno che tu non propugni l’indipendenza della città, e cioè una soluzione attualmente improponibile.

    TAV, Corridoio 5, Parco del Mare, ristrutturazione del Porto Vecchio, nuova piattaforma portuale (progetto Unicredit), rigassificatore: queste sono le proposte sul tappeto.

    Credo che almeno le prime (escludiamo il rigassificatore) vadano esattamente nella direzione giusta, e cioè verso la riqualificazione della “mission” della città.

    A queste misure dovrebbe essere accompagnato un lavoro più complesso, e cioè l’apertura totale verso l’esterno. Io rimango basito a percepire come Trieste si ponga sulla difensiva nei confronti della Slovenia: dovrebbe essere esattamente l’opposto! Sloveni: venite a studiare qui e a investire qui! Vi facciamo i prezzi più stracciati per il porto, vi garantiamo incubatori adeguati per le vostre imprese, scuole perfettamente bilingui, lo studio dello sloveno come lingua d’ambiente obbligatoria per tutti, oltre al tedesco come quarta lingua (dopo l’italiano, il già detto sloveno e l’inglese) eccetera eccetera.

    Trieste deve essere una città “espansiva” ed “inclusiva”: non “difensiva” ed “esclusiva”.

    Questo almeno è ciò che penso.

    Luigi (veneziano)

  49. Marisa ha detto:

    Luigi….come conosci poco Trieste!

  50. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Ho scritto che secondo me questo è un lavoro “più complesso”. Più complesso ancora di decidere che fare del Porto Vecchio, dopo oltre quarant’anni di discussioni.

    Però è assolutamente necessario.

    L.

  51. Julius Franzot ha detto:

    @ Luigi

    Io ho elencato quelle città, in quanto vivono prevalentemente di tutt’altre attività che le industrie. Per Hong Kong vorrei aggiungere che le industrie sono molto decentrate rispetto al centro, come se le industrie di TS fossero a Ronchi, dove mi starebbero anche bene. Un discorso simile vale anche per Santo Domingo, dove bisogna però aggiungere che le industrie sono robetta leggera (inscatolamento cibi, tessili, un cantiere), tanto che dalla città nemmeno le vedi. Santo Domingo vive di turismo, casinò e smistamento commerciale tra Centro America e Caraibi.
    Più o meno anche le altre città hanno una cosa in comune: se hanno qualche industria, questa sta all’ombra di un’economia basata sul turismo e sul commercio. Era un modo per dire che io vedo lì il futuro di TS. Pensa anche alla posizione: se metti le industrie in città ingorghi tutto (dove fai passare i camion?) e inquini (Ferriera, ma anche qualsiasi altra cosa del genere, dato che stiamo stretti come le sardine e pieni di auto). Se le metti su quel che resta del Carso, rendi la bora inquinante e abbrutisci ulteriormente l’unico polmone di TS. Non per nulla non si è fatto nulla della zona industriale di Osimo.

    Anche senza TLT (che comunque non vedo come un UFO), Trieste potrebbe avere una funzione puramente commerciale e turistica (+ scienza). Non si può far finta di poterla inserire passivamente nel “Sistema Italia”, se non altro per posizione e orografia. Sarebbe come mandare un gatto ai campionati di nuoto dei pesci. Non ci sono i numeri per farne “una città come le altre”. Ci si sarebbe dovuto pensare nel 1915 e nel 1954.
    Ora servirebbe solo qualche status fiscale particolare (appunto, robe tipo Panama).

    Per quanto riguarda la tua piattaforma, io la considero frutto di un pensiero dogmatico che rifiuta la realtà dei giorni nostri: Manlio Cecovini mi diceva nel 1996 “Trieste = Porto”. Lui ci credeva in buona fede, ma, per esempio, non aveva la minima idea a quante persone possa dar da vivere un porto AUTOMATIZZATO. Stranamente il Piccolo pubblica le statistiche dei cani e dei gatti, ma non ho mai letto quella dell’occupazione proveniente dal porto. Le mie stime (non suffragate da nulla) mi portano ad assumere una cifra di 200 gruisti ed operai affini, 300 impiegati delle case di spedizione, 200 tecnici con varie mansioni e 200 burocrati pubblici: 600 dipendenti diretti. Con le famiglie siamo a 1.400, con l’indotto a 3.000. Fatti 4 calcoli e vedrai che un turismo messo su professionalmente e agevolazioni per uffici commerciali porterebbero a 10 x tanto. Inoltre il porto non sparirebbe (resterebbero scalo petroli e traghetti per la Turchia), quindi i 3.000 posti del porto rimarrebbero. Chi ci perderebbe sarebbero solo tutti quelli che lucrano su vari studi di fattibilità e progetti-spazzatura per il porto vecchio, ma sono attività parassitarie che fanno guadagnare solo i “soliti noti” ed i loro amici.

    Quando scrivi che l’attitudine “difensiva” verso la Slovenia è sbagliata, posso solo darti ragione e concordo anche con te sui vantaggi di un’apertura, almeno ai vicini. A questo livello “filosofico”, poi è irrilevante che ci si apra come porto o come testa di ponte commerciale.
    L’ Euroregione sarebbe il primo strumento per un’apertura, comunque intesa. Chi la osteggia, vuole solo l’apertura a sud-ovest, da dove viene la pioggia 😉

  52. Julius Franzot ha detto:

    Scusate, ho sbagliato i conti:
    Dipendenti diretti: 900
    Con famiglie: 2.000
    Con indotto: 3.800

    Non cambiano le mie conclusioni

  53. francesca ha detto:

    Luigi

    Comincia a studiarlo tu lo sloveno obbligatorio come lingua d’ambiente. Ma se vado a Capodistria e in nessun negozio e dico nessuno parlano l’Italiano…..vogliamo calarci le braghe a parlare sloveno….dicesi slovenoo. Almeno fosse il russo. In fin dei conti l’italiano si può odiare, ma è parlato da 120 milioni di uomini nel mondo come madre lingua e da altrettanti come appassionati e studiosi. E’ la quarta lingua al mondo e la seconda nei balcani fino alla Bulgaria e Romania dopo l’Inglese. Quindi se c’è qualcuno che deve essere bilingue è lo sloveno medio e non l’Italiano…ecchecazzo!

  54. Julius Franzot ha detto:

    @ Francesca

    Da dove derivi i dati per asserire che l’ italiano è la quarta lingua del mondo? Da quanto mi risulta l’ordine è: Cinese – Inglese – Hindi – Giapponese – Spagnolo – Francese – Tedesco – Portoghese = Russo – Italiano. So che da qualche parte ci sono in mezzo anche Urdu e Indonesiano, ma non so collocarli numericamente.

  55. Marisa ha detto:

    LUIGI, non mi riferivo al Porto vecchio, ma alla frase finale del commento 48 e più precisamente a “espansiva” e “inclusiva” riferita a Trieste. Stai chiedendo la luna a Trieste.

  56. arlon ha detto:

    FrancescO go paura che no se meriti grandi risposte.. meio ignorar.

    —–

    “A queste misure dovrebbe essere accompagnato un lavoro più complesso, e cioè l’apertura totale verso l’esterno. Io rimango basito a percepire come Trieste si ponga sulla difensiva nei confronti della Slovenia: dovrebbe essere esattamente l’opposto! Sloveni: venite a studiare qui e a investire qui! Vi facciamo i prezzi più stracciati per il porto, vi garantiamo incubatori adeguati per le vostre imprese, scuole perfettamente bilingui, lo studio dello sloveno come lingua d’ambiente obbligatoria per tutti, oltre al tedesco come quarta lingua (dopo l’italiano, il già detto sloveno e l’inglese) eccetera eccetera.”

    Xe sacrosanto, e chiunque che gabi una vision un pochetin più alargada dela region, no poderà far altro che confermar.
    No son d’acordo sula vision de Julius riguardo el porto, ma per tuto el resto sì.

    Come diseva anche altri, meio idee con cui se xe d’acordo al 60, 70%.. piutosto che el NULLA assoluto che i soliti continua a dimostrar.

  57. francesca ha detto:

    a Franzot

    L’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo. Questo è un dato incontrovertibile. Chiedi a Valmer Cusma che è a Firenze per la riunione delle radio italofone nel mondo. Lascia perdere il cinese o l’arabo che è numericamente parlato solo dai madrelingua, ma studiato pochissimo.

  58. francesca ha detto:

    http://portale.italradio.org/

    Nelle 24 ore c’è sempre una radio che trasmette in italiano nel mondo.

  59. tom sawyer ha detto:

    lassè perder el trans-irredentista, el ciacola solo monade per provocarve. xe come i fioluzi co’ i xe in zerca de atenzioni.

  60. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Julius

    Secondo la Corte dei Conti (l’ultima relazione sull’andamento dei porti è del 2009, e riguarda l’anno 2006) i dipendenti diretti dell’Autorità Portuale alla data del 31 dicembre 2006 sono 230.

    Poi però devi contare le imprese e gli operatori vari che lavorano in porto, che enumero suddividendo per macrocategorie:

    A. Imprese di servizi portuali
    1. SITT – Consorzio
    2. Primavera Scarl (130 dipendenti, in forte crisi)
    3. Autamarocchi Spa
    4. Top Consulting Srl
    5. Sorveglianza diurna e notturna Scarl
    6. In.Te.Se. Srl
    7. Consorzio Commessi Sopraccarichi
    8. Cooperativa Triestina Lavori di facchinaggio
    9. Intermodale Trieste Scarl
    10. Impresa Portuale Trieste Srl
    11. Petrol Lavori Srl
    12. VCT Vigilanza Scarl

    B. Imprese per operazioni portuali
    13. Frigomar Srl
    14. Terminal frutta Trieste Srl
    15. Samer Seaports & Terminals Srl
    16. Francesco Parisi Spa
    17. SGS Italia Spa

    C. Imprese ex art. 17
    18. Compagnia Portuale di Trieste (40 lavoratori, in grossissima crisi)

    D. Capitaneria di porto
    19. Capitaneria di porto
    20. Guardia costiera

    E. Agenzie delle Dogane e GDF
    21. Agenzia delle Dogane
    22. Guardia di Finanza

    F. Servizio medico
    23. Ufficio di Sanità Marittima e Aerea

    G. Vigili del Fuoco
    24. Vigili del Fuoco

    H. Veterinario
    25. Uffici Veterinari di Confine e di Porto

    A occhio e croce i tuoi conti sono sottostimati, soprattutto poi se consideriamo anche quelli che lavorano nelle industrie e nei servizi direttamente collegati al porto, come per esempio le imprese di trasporti, le industrie di trasformazione dei materiali (per esempio petrolio e affini) eccetera eccetera.

    Per non parlare poi delle imprese che lavorano per il porto. Esempio: nel solo 2010 sono stati appaltati all’esterno lavori per milioni e milioni di Euro, per:

    1. Mappatura degli impianti elettrici
    2. Svariati lavori edilizi (rifacimento strutture, tetti, messa a norma di impianti)
    3. Collaudo impianti di vario tipo
    4. Bonifica dall’amianto della Sala Tracciati

    Credo che siano parecchie migliaia le persone che vivono direttamente del/con/per il porto.

    Luigi (veneziano)

  61. jacum ha detto:

    un’altra cosa sottostimata da Julus e da altri è l’attuazione del PLT.

    i posti di lavoro sono molto sottostimati.
    la sola possibilità di registrare navi e galleggianti (FreePortTriest International Ship Register) porterebbe migliaia di posti di lavoro.

  62. Julius Franzot ha detto:

    @ jacum,
    più che averla sottostimata, non avevo nemmeno considerato questa possibilità. Avevo portato il discorso sul porto perchè secondo me è sopravvalutato nell’attuale situazione geopolitica a scapito di altre alternative per la città. Certo che il discorso sul PLT avvicinerebbe Trieste a Panama, come tu suggerisci.

  63. jacum ha detto:

    jutemose a capir cosa podesi ofrir Trieste ad un potenziale turista.
    premeto che tuti quei che go incontrà nela mia vita, tuti i me ga sempre dito che Trieste xe meraviglioxa, bellissima, stupenda, trieste austriaca ecc… sempre complimenti.

    mi vedo dò punti: vixitar 1)la città con tuto quel che offri e 2)el carso con tuto quel che ofri.
    jutemose a far una lista de cosa CHE GHE XE ZÀ e che ghe podesi interessar ad un potenziale turista:
    piaza granda
    miramar schloss
    castel de san giusto
    .
    .
    .

    lista de cosa che ghe podessi zontar ala nostra Trieste:
    museo ittico e acquario nela vecia pescheria
    museo marittimo e navale in palazzo carciotti
    museo di velieri in canal grande
    la più grande gru gallegiante al mondo: ursus
    citadella porto in porto vecio
    salone nautico permanente e lab designer
    .
    .
    .
    .
    .

  64. Luigi (veneziano) ha detto:

    @jacum

    Migliaia di posti di lavoro per un registro navale! BUM!

    In Germania il Registro Navale è all’interno di un’organizzazione governativa con due sedi principali (Amburgo e Rostock), che si chiama BSH e si occupa fra l’altro anche dell’organizzazione dei marittimi tedeschi, dello sport e del tempo libero legato al mare, delle nuove tecnologie. Ebbene: tutta questa organizzazione (per uno stato di 80 milioni di abitanti) occupa 840 persone.

    Mi raccomando: sempre sparare numeri a casaccio!!! Più roboanti sono, meglio è.

    Luigi (veneziano)

  65. jacum ha detto:

    el secondo punto xe el carso, el kras.

    osmize tour
    speleologia guidata a più livei de esperienza
    parco naturale del kras
    gite a caval
    i castellieri
    .
    .
    .
    .

  66. jacum ha detto:

    podessi esser una terza roba, ma per mi minoritaria: turismo scientifico internazionale.

    polo scientifico, elettra, darem salam, icgeb, sissa…
    congressi internazionali
    .
    .
    .
    .

  67. jacum ha detto:

    grazie gigi per i numeri, ma dame anche la fonte.
    mi gavevo in mente come esempio malta.

  68. francesca ha detto:

    podessi esser anche qualche troiazza in stile nova gorica, ma soprattutto un casinò.

  69. francesca ha detto:

    ANNUNCIO AI TRIESTINI ED AL MONDO CHE SI PAGHERA’ IL RACCORDO “TRIESTE-SLOVENIA”.

    Da Luglio probabilmente.

  70. Julius Franzot ha detto:

    @ Jacum

    Ai turisti può interessare:

    * Un lungomare con caffé all’aperto, vista mare, discoteche soft, possibilità di socializzare (vedi il successo di Club Med e Robinson)

    * Alberghi con piscina (indispensabile) e vista mare

    * Cucina tipica e vini tipici (quindi niente spaghetti e Chianti)

    * Manifestazioni culturali di alto livello, possibilmente interattive, e con buffet conviviale alla fine

    * Possibilità di raggiungere mete considerate esotiche (Lubiana, Zagabria, Bosnia, Venezia, Chioggia…) in giornata con i mezzi pubblici (non tutti vengono in auto)

    *Serate musicali e conviviali (far sedere anche estranei allo stesso tavolo) in cornice storica (p. es. San Giusto)

    * Concerti/prosa/cabaret/scenografie sperimentali/spettacoli minimalisti… in locali di avanguardia e partecipazione ai circuiti internazionali di qualità

    * Eventi teatrali e musicali con interpreti di fama mondiale

    * Folklore multilingue e possibilità di andare a tali manifestazioni anche in Slovenia con i mezzi pubblici (Balkan-Rock sarebbe ottimo, ma anche una sana Mula de Parenzo, non però “sul mare luccica…”)

    * Attività pubblicizzate di service clubs internazionali, soprattutto se prevedono socializzazione

    * Spiaggia con servizi e parcheggi, facilmente raggiungibile anche senza auto (vaporetti)

    * Spiaggia naturista sorvegliata e curata

    * Club Med, Robinson o Aldiana al posto di inutili residence che servono solo ai triestini ricchi.

  71. chinaski ha detto:

    chiunque voglia puntare sulla ricerca scientifica e tecnologica deve essere disposto a convivere con gente di tutti i paesi, di tutte le religioni e di tutte le culture. e deve mettere in conto che la maggior parte dei posti di lavoro andrebbero a “non autoctoni”. si tratta di uno scenario che per me e’ piu’ che auspicabile. pero’ non e’ compatibile con il protezionismo etnico e culturale dei leghisti, degli irredentisti, e dei vari cultori della purezza e della tradizione. diciamo che chi e’ abituato a sputare in faccia alle persone di fede islamica, ad esempio, dovrebbe darsi una regolata. perche’ trattare con disprezzo un ingegnere elettronico bengalese non e’ facile come trattare con disprezzo un operaio bengalese (e questo mi fa abbastanza schifo, in realta’, perche’ un operaio dovrebbe essere rispettato esattamente come un ingegnere, ma questo e’ un altro discorso).

  72. Marisa ha detto:

    Commento 72

    Sicuro di non aver scambiato Trieste per Taormina o Venezia?

    Un bel lungomare sicuramente è importante, così anche altro che hai elencato ….ma Trieste non è Taormina o, più vicino a noi, Grado….e meno che mai Venezia.

  73. Julius Franzot ha detto:

    @ Marisa

    Sarei contento di sapere quale futuro tu veda per Trieste (a parte il sogno di Nerone).
    Io la vedo turistica-commerciale-sciemtifica. Un bel lungomare è importantissimo per un futuro del genere, se tu vedi una Trieste industriale, allora certamente le priorità sono altre.
    I sintomi si curano curando la malattia 😉

  74. jacum ha detto:

    bene Julius con le tue idee 🙂
    grazie gigi per el link 🙂

    l’idea dela spiaggia, o mejo spiagge, xe una dele robe sacrosante che Trieste devi gaver.
    intorno a ste spiage devi oviamente esser in pie un servizio de ecelenza.
    mi go individuá 4 zone de spiage: dal molo 0 al terrapien, barcola topolini, costa dei barbari, sistiana.
    anche se alcune saria spiage artificiali, no xe de confonderle con lignan o riccione o gerace. ghe xe molti exempi nel mondo e no xe niente cosa inventar, xe solo de far.

    il colegamento poi dal centro de trieste, che pó saria el porto vecio diventá nel fratempo citadela porto, a le spiage piú lontane odanche el castel de duin o altre mete, xe sicuramente de gaver. la circolazion via acqua doveria esser molto de piú sfrutada.
    colegamenti superspeed con venezia ma anca con fiume e altri..

    un’altra roba, ghe xe el parco del mar a Miramar. benon. organizar una gitarela con le barche coi vetri per veder la natura nela sua belezza e dal vivo inveze che vasche cheba saria piú istrutivo per i fioj mi digo.

  75. bonalama ha detto:

    stiamo trasformando trieste in un museo all’aperto? non mi riferisco agli anziani (non mi ci tolgo) che vanno avanti e indietro sul lungo ehm, mare. Nessuno parla di terziario? lo date per perso? se le generali se ne vanno (con la nuova dirigenza ahime’ tutto è possibile) si perde gran fetta di tasse. un gruppo come questo ad esempio può condizionare scelte politiche di un’intera regione. Trieste città stato, regime fiscale agevolato e i soldi pioveranno. durera’ 50 anni eh va beh’ intanto avremo scuole migliori, vera internazionalizzazione e il porto soprattutto il porto deve vivere. Quanto tempo pensate possano vivacchiare le aziende che puntano sull’innovazione? giusto il tempo che serva asuperare i loro bravetti, che magari senza sapere paghiamo noi

  76. sergio ha detto:

    Saluti a tutti e a proposito del castello di Miramar, ci sarebbero da dire molte cose riguardo la sua non manutenzione, io che ci vado spesso da anni trovo sempre gli stessi problemi, il peggio è che nessuno dice niente, si doveva fare una mostra permanente sulle opere sacre dell’Istria nelle scuderie, dove? la spiaggia antistante le scuderie accudita dal WWF fa schifo, cancelli tutti arrugginiti, l’impianto di illuminazione sulla scalinata davanti al castello da decine di anni fuori funzione, il laghetto dei cigni, pardon il laghetto del cigno è nero l’altr’anno sono morti quasi tutti i pesci, lo steccato tenuto col fil di ferro, hanno lasciato sugli scogli lato sinistro vicino al castello i tralicci arruginiti che tenevano l’impianto di illuminazione ancora di “Luci e suoni” , la serra della mostra delle farfalle è in condizioni pessime, dietro la serra c’è un deposito di tutto e di più, anche un auto in demolizione, il bagno del Duca d’Aosta che confina con la riserva del WWF è in condizioni pietose i lampioni posti sulla stradina che va alla riserva marina arruginiti e senza fanali, una facciata del castello non è stata pulita, non si sa se hanno riparato il tetto del castello, dove all’interno della sala del trono avevano posto dei secchi in caso di pioggia, le piastre di pietra carsica attorno al castello sono in gran parte rotte, guardiani mai visti, le strade periferiche cariche di buchi con mancanza di asfaltatura, la casetta svizzera dopo tante segnalazioni due anni fa hanno levato l’amianto hanno messo una guaina e il tetto a quando? signori ma queste cose le vedete? L’unica fonte turistica si trova in queste condizioni per menefreghismo della sovrintendenza e per chi è incaricato della sua manutenzione, come scrivevo sopra i soldi del parco del mare bisognerebbe dirottarli sul museo Enriquez museo noto come nome, ma non come museo, anche questa è un opportunità di turismo saluti sergio

  77. Luigi (veneziano) ha detto:

    Provo a tirare le fila del discorso.

    Trieste capitale del turismo, del terziario avanzato con poche industrie non inquinanti. Mi pare una bella idea.

    Posso chiedere – soprattutto a Julius, ma anche agli altri – come vorrebbe il futuro del porto? Principale porto dell’Adriatico o porto di media grandezza?

    Luigi (veneziano)

  78. unoperuno ha detto:

    Ha ha ha, sto parco del mare tuti lo vol e nissun che lo ciol.
    @ luigi, marghera xe un tumorifcio, venessia se sgretola e faze ponti che dio me perdoni, fini’ su striscia ogni do per tre per come truffe’ i “turisti” coi vaporeti e ristoranti,e a lei ghe vanza de voler pianificar el “futuro” de Trieste…….
    Ma ci faccia il piacere!
    Complimenti per tutte le buone idee proposte ,da julius in primis e da tutti i concittadini che hanno a cuore il Futuro di Trieste.

  79. bonalama ha detto:

    @ luigi (veneziano)città stato ho detto città stato, sul modello di amburgo e il retroterra mi sa che è l’est, nord est, altrimenti nisba!

  80. Julius Franzot ha detto:

    @ Luigi

    Vedrei il porto come una struttura specializzata in petrolio e tutte le attuali attività del Porto Nuovo, quindi soprattutto traghetti (merci e passeggeri). Magari migliorare quello che c’è, sburocratizzare i servizi, sottrarre l’amministrazione dell’ Ente Porto alle nomine politiche, ma non costruire cose nuove (Porto Vecchio). Sarebbe un porto medio, più o meno con il traffico attuale, ma avrebbe una sua connotazione specifica che punta ad un pubblico fidelizzato.
    Se poi un giorno si dovessero aprire nuove prospettive (Euroregione – ma ci sono già Venezia, Ausa-Corno, Capodistria e Fiume – o qualche nuova linea ferroviaria verso Est-Nordest), prima i contratti, poi gli investimenti. Se dovesse essere accolta la mia idea della destinazione ecologico-turistica del Porto Vecchio, le capacità aggiuntive sarebbero solo quelle dell’ex area Aquila, ma non so che fondali abbiano.

  81. Luigi (veneziano) ha detto:

    La “città-stato” è prevista nella nostra costituzione (art. 114) col nome di “città metropolitana”. Trieste è già stata individuata come “città metropolitana”. A dirla tutta, è la più piccola città metropolitana fra le 15 già definite.

    Attualmente “città metropolitana” è solo un contenitore: il contenuto è ancora tutto da stabilire, e come si sa non tutti i sindaci dell’area sono felici e contenti di entrare in questo nuovo contenitore.

    Luigi (veneziano)

  82. Julius Franzot ha detto:

    @ Bonalama

    1. Considero una priorità assoluta mantenere le Generali ed ampliare il settore con centri di vendite e marketing (nel senso ampio della parola) come testa di ponte per l’Est Europa. Per attirare questa clientela ci vogliono infrastrutture perfette ed agevolazioni fiscali. Anche un orientamento in questo senso di scuole ed Università (meno Legge e più Lingue e MBA, una scuola per segretarie bi-trilingui, collegamenti internazionali per stages e scambi).

    2. Se una ditta può vivere solo fino alla scadenza dei brevetti, vuol dire che non è innovativa, ma semplicemente tenta il “colpaccio”, magari con soldi pubblici legati a qualche singolo “progetto” (ormai questa parola mi fa venire il voltastomaco). Una ditta seria sviluppa la prossima invenzione prima che scada il brevetto per la precedente, che viene usata come cash-cow per finanziare ricerca e sviluppo.

  83. bonalama ha detto:

    @ Julius appunto si tratta di parole e basta (innovazione intendo) con cui si riempiono la bocca tutti, sulla cui reale portata le informazioni mancano, e non perchè siano coperte da segreto industriale a mio avviso. Insisto sul potere politico di gruppi come Generali: possono condizionare la politica e non solo regionale. Ignoro se città metropilitana sia equivalente a città stato, io intendo stato vero e proprio.

  84. francesca ha detto:

    Mi sa che con queste restrizioni economiche che avremo negli anni futuri non vedo grandi trasformazioni in vista nè per Trieste nè per altri lidi. Mettiamoci l’anima in pace. I sghei son finiti e di grazia se riusciremo a mettere insieme tre pasti al giorno, a tenere la macchina e la casa. La fase di decadenza dell’Europa si accentuerà.

  85. francesca ha detto:

    Riporto un pensiero delirante letto nei commenti sul Piccolo. Con questi estremismi Trieste sembra la Sarajevo del 1914.

    “Trieste è piena di fascisti e vecchi che detengono il potere economico e politico. Continuano impassibili a criticare con astio invidia o xenofobia qualsiasi evento discorde dai loro schemi, credendo stupidamente che italianità sia sinonimo di superiorità. Ammaestrano i discendenti ad una identica mentalità retrograda, intollerante e bellicista promettendo la successione in cambio della conservazione di tradizioni e costumi spesso privi di ogni etica. I giovani che si rifiutano di aderire a questo sistema marcio e arrogante che venera solo profitti e privilegi si dissociano da uno stile intriso di ambiguità e ingiustizie ma vengono relegati a posizioni di importanza minore, privati di ogni possibilità di azione che possa determinare cambiamento. È soltanto questa mentalità che ostacola lo sviluppo e levoluzione della nostra splendida città. Questa mentalità induce i suoi portatori a non saper vedere riconoscere e utilizzare gli esempi e idee altrui quali opportunità di cui usufruire.”

  86. Julius Franzot ha detto:

    Beh, il Piccolo qualche volta scrive cose giuste.

  87. francesca ha detto:

    è il commento di un lettore on line. Lo puoi leggere.

  88. ufo ha detto:

    Letto ed approvato – il ritratto di Paperopoli in sei frasi sei.
    Complimenti sinceri alla nostra classe politica, che per la seconda volta in pochi mesi è riuscita a superare le vecchie divisioni ricompattandosi a strenua difesa della della città immaginaria in cui fanno finta di credere di vivere (il precedente, ovviamente, è l’intervista a Heinichen).
    Quando nella favola di Andersen il bambino afferma che “Il re è nudo” tutti quanti se ne rendono conto; quando Heinichen o Popovič dicono che il cosmopolito porto principale dell’Impero è nudo tutti quanti insorgono indignati ad affermare che il bianco è nero e che gli occhi mentono.
    E se invece a dirlo è Antonio Del Giudice di Repubblica? Andate a vedere cos’ha scritto. Nel 1988, ma se non c’era la data in testa al pezzo uno non se ne accorgeva affatto.

  89. wimaro barbatos ha detto:

    Franzot,alla valorizzazione del valori storici-artistici-ambientali del centro ha già trovato la soluzione l’Ater in Cittavecchia

  90. Marisa ha detto:

    Per Julius Franzot – commento 74

    Il futuro di Trieste si chiama “PORTO”. O vuoi radicalmente cambiare la realtà economica di Trieste? Ma allora è tutto un altro discorso. Questo non significa che non si possano migliorare anche altri aspetti, ma Trieste è soprattutto il suo porto. Togli o diminuisci questo aspetto e Trieste non è più Trieste ma una delle tante località di mare che l’Italia possiede. Certo, si deve tener conto che la situazione del tutto eccezionale che si era creata sotto l’Austria (soprattutto dal 1860 al 1910 = gli anni d’oro del porto del Trieste) non è più ripetibile e non è più pensabile si ripeta la situazione di altissimo protezionismo statale che allora esisteva. Oggi il Porto può decollare solo se si trovano “imprenditorialità” interne ed esterne a Trieste. La concorrenza degli altri porti (in particolare Capodistria e Venezia) è una realtà che non può essere eliminata pretendendo protezioni statali o trattamenti preferenziali. Tirate fuori questa imprenditorialità triestina e smettetela di piangere….o di parlare di foibe, Tito o di Trieste italianissima.

    Questo ovviamente visto con occhi friulani.

  91. marcus ha detto:

    @Luigi post 82
    “La “città-stato” è prevista nella nostra costituzione (art. 114) col nome di “città metropolitana”. Trieste è già stata individuata come “città metropolitana”. A dirla tutta, è la più piccola città metropolitana fra le 15 già definite.”

    Luigi per cortesia no sta confonder la lana co la seta. Co te parli della “nostra costituzione (art. 114)” aggiungi pur che te parli della costituzion italiana, perciò della tua costituzion. La nostra costituzion triestina ga 38 articoli per il Territorio Libero e 26 articoli per il Porto Libero di Trieste, e la città Metropolitana la podè far dove che volè ma al di fuori dei confini geografici e politici nostri (vedi Trattato di Pace con l’Italia, Sezione III, articolo 21 “clausole territoriali” tra parentesi te trovi già tutto tradotto in lingua italiana (e se te vol anche in russo e inglese) sul ns. sito http://www.portoliberotrieste.org .

    Spero che tutti riesci a capir che il Trattato di Pace no xe minimamente messo in discussion da nissuna nazion del mondo anche perché se no dovessimo dir che la II° Guerra mondial no xe mai stada. L’unico articolo che qualchidun vol metter in discussion xe l’articolo 38 dell Allegato VI sempre dello stesso Trattato ma questo riguarda solamente Allegato VI e non l’Allegato VII e VIII.

    Cosa vuol dir tutto ciò?
    Se sora el Municipio sventola la bandiera italiana e non quella triestina (Allegato VI, art. 8) questo pol derivar solamente che il Territorio Libero e Porto Libero xe stadi militarmente occupadi dall’Italia e dall’ex Jugoslavia.

    Luigi son convinto che te trovi anche qualche lumin de prof. del Universita de Trieste che te conterà che esisti anche bandiere PROVVISORIE, e se te vol te podessi mandar una sentenza emmessa sto ano dal Tribunal de Trieste che afferma questa fantomatica bandiera xe giuridicamente e fattualmente comprovata, ma questo sentenza per ora ga fatto rider solamente tutto il mondo istituzioni italiane compreso.

    Luigi, la LEGGE no xe un opinion ma un fatto secondo il quale se regola tutta l’umanità, perciò se regolerà anche quei che ga falsà oppure taciudo finora sulla question triestina.

    La Città Metropolitana sul territorio del TLT e PLT? NO SE POL!!!!!!

  92. marcus ha detto:

    @ Marisa post 91
    Fin quando che iera l’Impero, Trieste veniva protetta dalle truppe dell’Impero che iera composte da soldati di tutti i Stati che componevano l’Impero.
    Oggi come allora Trieste e il suo Porto sono protetti da truppe internazionali ovvero dai caschi blu (vedi Allegato VII) poiché il TLT e PLT sono Stati statutariamente demilitarizzati (Allegato VI, articolo 2).

    In questo territorio altre opzioni no sono legalmente possibili a meno che come scritto nel post 92 utilizziamo la definizione di uno Stato militarmente occupato.

  93. marcus ha detto:

    @UFO post 89
    Complimenti! Intivado in piena
    e mi te aggiungo
    “ANGELO CECCHELIN in: La Vita xe tuto un bidon – Trieste 1930” http://www.youtube.com/watch?v=DXfVzHLXvlI

  94. Julius Franzot ha detto:

    @ Marisa (91)

    1. Non ho mai scritto che Trieste dovrebbe fare a meno del Porto, ma solo suggerito che non si dovrebbe discutere di portualità del Porto Vecchio, ma solo di quella del nuovo. Il Porto Vecchio ha la stessa funzione dei beni abbandonati: pur essendo certi che non se ne farà niente, entrambe le cose servono solo a certi politici per pescare nel torbido e distrarre l’attenzione della gente da possibili soluzioni veramente innovative.

    2. Vedo che anche tal Friùl certi “dogmi” sono penetrati. Trieste deve sì avere un porto, ma non si può basare su quello. Come scrivi giustamente, la situazione non è più quella di una volta e Trieste è solo uno dei tanti porti della Repubblica Italiana, per di più periferica rispetto ai centri del potere. Pertanto la sua economia non si può più orientare prioritariamente al Porto, che oltretutto non dà da vivere a molta gente comune, ma deve concentrarsi su altri sbocchi, ecologicamente compatibili.

    3. Ci saranno buone ragioni per cui non ci sono imprenditori che aprono nuove attività a Trieste. Non per essere sibillino, ma moltissimi imprenditori esitano ad aprire attività in Calabria e Sicilia e vanno piuttosto alle porte di Roma… I “costi aggiuntivi” di una località non sono solo cose da pagare in contanti 😉
    Chi vuoi che sia l’incosciente che apre un’attività nuova e di dimensioni significative in una città dominata da 4-5 famiglie? Inoltre a poca distanza paga meno tasse e salari più bassi.

    Riassumendo, senza cambi sostanziali dello “status” di Trieste (l’ ideale sarebbe l’ Euroregione) il declino è inevitabile e i nomi che si leggono resteranno sempre quelli: ci sono famiglie grandi e prolifiche 😉

  95. marcus ha detto:

    @ Julius post 95
    “Pertanto la sua economia non si può più orientare prioritariamente al Porto, che oltretutto non dà da vivere a molta gente comune, ma deve concentrarsi su altri sbocchi, ecologicamente compatibili.”

    Trieste xe solamente IL SUO PORTO altro no la ga.

    Il porto xe ecologicamente compatibile, se no te me metti petroliere e gasiere a scaricar in porto.

    Insomma no dovemo mica parlarse in turco per capirse?

  96. Bibliotopa ha detto:

    @ Marcus: La vita xe tuta un bidon de Cecchelin no pol esser del 1930, perchè:
    1 la xe sula musica de Lilì Marlen, che xe dela seconda guerra e
    2 la xe propio del dopoguerra perchè fra i sui versi ghe xe anche questo:

    ” Quei che iera prima
    Go sempre detestà
    perchè la ditatura
    Xe roba che no va

    ma se ogi esprimo un’opinion
    i me tira drio
    col canon”

    La gavevo col disco original..

  97. Julius Franzot ha detto:

    @ Marcus

    Mi hai dato un altro esempio scintillante di come i dogmi condizionino il pensiero.
    Con questo modo di ragionare le Generali portano la sede a Mogliano, Pasta Zara a Koper e Sfreddo a Sesana.
    Usti, che figo!

  98. marcus ha detto:

    @Bibliotopa post 97
    Te ga ragion sulla question che Lilly Marlen xe del periodo della II° guerra ma va saver forsi la melodia esisteva anche prima. No lo so, in quanto no go dischi originali de Cecchelin e infatti go messo la canzon trovada su Youtube “La vita xe tuta un Bidon” perché la me pareva appropriata per sta discussion che per baco xe sempre la stessa de quando che xe rivai i taliani, no per dir mal, ma perché semo sempre la.

  99. marcus ha detto:

    @Julius 98
    “Mi hai dato un altro esempio scintillante di come i dogmi condizionino il pensiero.
    Con questo modo di ragionare le Generali portano la sede a Mogliano, Pasta Zara a Koper e Sfreddo a Sesana.
    Usti, che figo!”

    Ma scusime le Generali, Pasta Zara e Sfreddo cosa centra col Porto e perché i dovessi n’dar a Sezana?

  100. Julius Franzot ha detto:

    @ marcus

    Hai scritto “Trieste xe solamente IL SUO PORTO altro no la ga.”
    Quindi no ga Generali, Pasta Zara e Sfreddo.

    Dato che l’interesse dei politici e gli aiuti all’economia non sono infiniti, se tutti si spendono solo per il porto, il resto si sente trascurato e pensa cosa ci sta a fare.

    Per fortuna che c’è ancora qualcuno che vede che il porto non è la sola risorsa di Trieste.

  101. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Julius
    Non per spegnere i tuoi entusiasmi, ma credo tu ti faccia troppe illusioni su che cos’è un’Euroregione.

    Le Euroregioni non modificano i confini degli stati, né le normative interne. Non possono determinare diverse politiche fiscali, né un diverso mercato del lavoro. Non cambiano lo “stauts” di una città. Non hanno nemmeno delle rappresentanze proprie, elette dal popolo.

    Di conseguenza, la soluzione ai problemi di Trieste non può stare nell’Euroregione.

    Ovviamente non può stare nemmeno nelle pieghe del trattato di pace del 1947 e quindi in un fantomatico “territorio libero di Trieste”, memore di quell’aborto degli anni 1947-1954.

    A proposito, marcus: ma chi ti ha detto che il trattato di pace del 1947 “no xe minimamente messo in discussion da nissuna nazion del mondo”?

    Te lo sei mai letto?

    Hai mai visto quante sono le determinazioni del trattato che non sono più rispettate, essendo state superate da eventi successivi?

    E poi, mi sapresti dire in base a quale trattato di pace la Germania è stata smembrata e ha perso tutto il territorio a est della linea Oder-Neisse? Chi ha firmato questo trattato di pace della Germania? Perché Memel non è più tedesca?

    Luigi (veneziano)

  102. Julius Franzot ha detto:

    @ Luigi

    Quello che scrivi sui limiti attuali delle Euroregioni è corretto, ma, come dici tu stesso, i trattati possono venire superati dagli eventi. La linea Oder-Neisse non era in nessun trattato, ma Kohl, al momento in cui gli sembrò opportuno, firmò un trattato che faceva a pugni con tutti i paragrafi del diritto internazionale.

    L’ Euroregione può solamente nascere con i suoi limiti legali, ma nulla potrà impedire, che gli eventi la portino ad una maggiore autonomia (penso soprattutto fiscale e di ripartizione e controllo della spesa pubblica). Per arrivarci, però bisogna cominciare.

    Pensa alla Padania: è incostituzionale, non prevista da nessun trattato, eppure esiste un Partito di governo che (almeno a parole) la vuole fondare (Art.1.dello Statuto della Lega Nord). Scommetto che, se un giorno la Lega arrivasse al 51% dei voti, farebbe la Padania in barba ai paragrafi.

    In che trattato era prevista l’autonomia del Montenegro? E quella del Kosovo?

  103. marcus ha detto:

    @Luigi 102
    “Ovviamente non può stare nemmeno nelle pieghe del trattato di pace del 1947 e quindi in un fantomatico “territorio libero di Trieste”, memore di quell’aborto degli anni 1947-1954.”

    Luigi purtroppo non ti sei letto il Trattato di Pace con l’Italia firmato a Parigi il 10 febbraio 1947, ma proprio per te e tutti coloro che si permettono di chiamare la nostra Nazione Internazionale di Trieste un “aborto” lo abbiamo tradotto di nuovo in lingua italiana (poiché quella vecchia del 47′ faceva acqua da tutte le parti, si vede che già allora cera qualche furberol talian e come che si vede esistono questi furberoli ancora tutt’oggi) cosi che si lo possono leggere oggi dopo 56 anni anche coloro che non sanno parlare e scrivere l’inglese, francese oppure russo.

    Oggi grazie ai figli del Trattato di Pace del 47′ che evidentemente non sono morti nel cosidetto “aborto” (bada bene che non sono uno Zombie ma il Thriller te lo faccio lo stesso) finalmente puoi anche tu “con i propri occhi” leggere, questo documento che più di qualche italiano vorrebbe che non esistesse. NON SEI CONTENTO!
    http://www.portoliberotrieste.org

    poi scrivi: “Hai mai visto quante sono le determinazioni del trattato che non sono più rispettate, essendo state superate da eventi successivi?” Tutte le “determinazioni del trattato” sono rispettate. Come già detto più sopra basta leggerlo commodamente da casa addiritura in lingua italiana.

    Poi scrivi: “E poi, mi sapresti dire in base a quale trattato di pace la Germania è stata smembrata e ha perso tutto il territorio a est della linea Oder-Neisse? Chi ha firmato questo trattato di pace della Germania? Perché Memel non è più tedesca?”

    Ma Luigi ti vedevo più istruito! La Germania non ha un Trattato di Pace poiché si è arresa incondizionatamente e di conseguenza è stata occupata integralmente militarmente dalle quattro potenze alleate ovvero Inghilterra, Francia, Russia e America.

    Vedo che ti perdi con il pensiero storico spesso in Germania e vedi io ho fatto le scuole in Germania dove guarda caso nelle superiori abbiamo trattato proprio la questione del TLT e PLT che nelle scuole italiana mi è stato detto che questo momento storico non viene trattato. Strano! allora esiste uno Stato Internazionale unico nel mondo per la sua registrazione e conduzione per ufficialmente quasi 8 anni (1947-54), tutto il mondo lo sà meno che i italiani.

    Sarà mica un primato da Guiness per esser asini storici!!!!

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