23 Maggio 2010

Pd: l’acqua deve restare pubblica. No all’aumento indiscriminato delle tariffe

La provincia di Gorizia come modello di gestione oculata della risorsa acqua: è quanto emerso dall’assemblea pubblica organizzata dal Partito democratico di Gorizia mentre prosegue la raccolta firme a sostegno del referendum indetto dal comitato “Acqua bene comune”. E proprio il modello-Gorizia rischia di essere travolto dal famigerato “decreto Ronchi” voluto dal centrodestra che impone la privatizzazione del servizio idrico entro la fine del 2011.

Il consigliere regionale Giorgio Brandolin, capogruppo Pd nella Commissione Ambiente, si è scagliato contro il centrodestra: «Sostengono inopinatamente che qualsiasi azienda privata sia in grado di gestire in maniera più redditizia la distribuzione dell’acqua. Ma più redditizia per chi? La legge voluta dal centrodestra e votata anche dalla Lega porterà solamente a bollette più care e produrrà reddito solo per le multinazionali che ne approfitteranno». Brandolin ha inoltre ricordato che il sistema di gestione pubblica dell’acqua nell’Isontino, capace di pianificare investimenti per 240 milioni di euro contenendo allo stesso tempo le bollette, andrà difeso tenacemente: «Dovremo fare una battaglia per difendere quanto di buono è stato fatto nella nostra provincia».

Per Massimo Morettuzzo, del Cevi, l’ong friulana che fa parte del Comitato referendario nazionale, «la scelta del referendum – preparato da un pool di giuristi guidati da Stefano Rodotà – era inevitabile per porre le basi giuridiche per rendere di nuovo pubblica la gestione dell’acqua: l’esperienza dell’Europa ci dimostra che è la strada da seguire». Non a caso, infatti, il comune di Parigi ha proprio quest’anno rimunicipalizzato la gestione del servizio idrico dopo 25 anni di fallimentare gestione privata. In Regno Unito dove la gestione rimane privata, il governo a inizio anno ha dovuto istituire un fondo per sostenere i “poveri dell’acqua” che da quando il servizio idrico è privato sono aumentati dal 5 al 19%. Per Morettuzzo quello di Gorizia è invece «un eccellente esempio di gestione pubblica dell’acqua, che abbiamo individuato a livello europeo».

Federico Portelli, capogruppo in consiglio comunale ma intervenuto come coordinatore del forum sulle tematiche ambientali istituito dal Pd a livello regionale, ha concluso sottolineando come il Pd stia lavorando ad una proposta di legge di iniziativa popolare per animare “dal basso” un movimento contro la privatizzazione dell’acqua e in sostegno di una sua gestione pubblica e sostenibile. Capisaldi della proposta «tariffa sociale e tariffa a costo, senza extraprofitti per i privati. Inoltre – ha proseguito Portelli – è determinante che il controllo del servizio idrico rimanga nelle mani degli enti locali, quelli più vicini alle sensibilità dei cittadini».

A livello nazionale sono già oltre 500 mila le firme raccolte e la raccolta firme proseguirà anche nel mese di giugno.

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4 commenti a Pd: l’acqua deve restare pubblica. No all’aumento indiscriminato delle tariffe

  1. fabry ha detto:

    Chi sa che cos’e’ il ‘picco dell’acqua’ sa anche che in futuro l’acqua sara’ sempre piu’ preziosa, e quindi qualche furbetto pensa di poterci speculare sopra. Cerchiamo di non lasciarglielo fare…

  2. milost ha detto:

    Il quisque de populus vorrebbe però qualche rassicurazione sulle competenze e sugli emolumenti dei vari Cda degli enti di gestione. Grazie!

  3. Bibliotopa ha detto:

    e a tantissimi italiani (triestini inclusi) non importa niente, perchè l’acqua da bere la comprano comunque imbottigliata, ovviamente in vendita a prezzi da privati.

  4. ciccio beppe ha detto:

    Ho firmato per i referendum ma qualche domanda me la sono posta.
    Nella bassa friulana, ad esempio, imporre un regime pubblico all’acqua potrebbe essere un’arma a doppio taglio.
    Consentirebbe a queste famigerate municipalizzate di imporre la loro gestione anche a chi non vuole averci nulla a che fare. Posso testimoniare che in alcuni paesi dove l’acqua di falda buona non manca sia arrivato l’acquedotto (e tanti amministratori spingano per farlo arrivare) e anche ai non allacciati alla rete idrica venga richiesto il pagamento del balzello annuale. Se questo è acqua pubblica allora sono decisamente contrario.
    Se per pubblico non si intende ‘statalizzato’ (e quindi l’ennesimo modo per spillare soldi) allora sono d’accordo.
    Teniamo presente che idrograficamente il Friuli Venezia Giulia non è la Puglia.

    Lo sapete che pagate all’aquedotto anche l’acqua (potabilissima) dello sciacquone?

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