17 Maggio 2010

Roiano, in onda da anni l’Odissea del traffico

Quella dei roianesi è una storia fatta di piccole Odissee quotidiane, tra posti auto rari come l’oro, marciapiede invasi dalle auto, spazi comuni soffocati dalla viabilità caotica. E al centro di tutto ciò la caserma, sede perennemente provvisoria della Polizia Stradale, ‘in procinto’ di spostarsi ormai da decenni ora a Campo Marzio, ora all’ex Ospedale della Maddalena, ora a San Sabba.
La qualità della vita di Roiano è in costante calo, e in questo contesto la politica è intervenuta quasi sempre con promesse che si sono rivelate – a urne chiuse – da marinaio.
E, come se non bastasse, i vigili compiono ronde periodiche nel rione, sanzionando i parcheggi “creativi” e le più classiche doppie file: attività sacrosanta – utile soprattutto per rimpinguare le casse del Comune –, ma il cittadino deve avere il diritto a posteggiare il proprio mezzo in luoghi idonei senza rischiare di dover pagare una multa salata.

Ma partiamo con la storia: nel 2004 dalle pagine de “Il Piccolo” l’allora Presidente della Circoscrizione Lorenzo Giorgi (FI) annunciava con gioia lo spostamento della Polstrada, «entro due anni», alla Maddalena, e la costruzione di un megaparcheggio da 350 posti auto e di un’ampia piazza. Opere che ancora oggi non vedono la luce: i vigili sono ancora lì, nel baricentro di un rione popolato da quasi 20.000 residenti.

Auto in doppia fila in Via di Roiano

Così commentava cinque anni fa una roianese: «Credo sia una decisione giusta: così ci sarebbe più posto per parcheggiare le macchine e si potrebbe creare un bel giardino per i bambini»; un altro residente, più saggio, sosteneva: «Finché non vedrò l’effettivo trasferimento della Polstrada, non ci crederò: sono troppi anni che ne parlano». Ed eravamo appena nel 2005.
Nel frattempo la riqualificazione di Piazza Tra i Rivi fagocitava un’altra settantina di posti auto, nonché parecchi alberi secolari. E si affastellavano i progetti per nuove cementificazioni nelle poche zone verdi rimaste alle pendici dei colli settentrionali della città: dalla zona dell’ex Centrale Elettrica alla parte superiore di Via Giusti.

L'ex centrale elettrica in Via Giusti

Intanto nel 2006 nuove elezioni e nuova vittoria del centro-destra, con il neo-presidente della Circoscrizione Angelo Menia (AN) che si affretta a dichiarare: «Chiederò più parcheggi per Roiano», mentre Maurizio Bucci si lancia addirittura in un: «Vanno utilizzate tutte le piazze, per la creazione di parcheggi sotterranei. Basta con i professori, i tromboni, le grandi commissioni». Probabilmente non è colpa dei ‘ tromboni’ se Roiano ancora oggi presenta una situazione della viabilità a dir poco disastrosa.
Al tempo dell’apertura del PAM dell’ex Stock, a dire il vero, la Circoscrizione era riuscita ad avanzare una proposta interessante: l’utilizzo notturno del parcheggio del supermercato da parte dei residenti. Accordo che però non è mai stato accettato dalla controparte, ed ennesima occasione sfumata.
Infine, nell’estate del 2008 – al lontano dagli occhi indiscreti degli elettori? –, oltre al danno la beffa: i 35 posti gratuiti di Largo a Roiano sono stati trasformati in parcheggi a pagamento.
Quello di Roiano è un problema molto profondo, probabilmente non potrebbe essere risolto nemmeno dal Piano del Traffico che tutta la città aspetta da anni.

Vigneti nella Valle del Rio Martesin

Il vero problema è che a Trieste si continua a costruire con la popolazione in lento ma inesorabile calo, e soprattutto si continua a costruire dimenticandosi che gli spazi, pubblici e privati, dovrebbero essere pensati a misura d’uomo. L’esempio dei nuovi caseggiati in progetto nella parte alta di Via Giusti, che stravolgeranno una delle ultime aree verdi del rione, la vallata del Rio Martesin, è lampante: a chi serviranno quelle case? Come inciderà sulla viabilità già precaria questa nuova cementificazione? Trieste ha davvero bisogno di nuove costruzioni oppure bisognerebbe pensare ad incentivi per la ristrutturazione di immobili oggi abbandonati e in grave stato, ed evitare di svendere ai privati immobili pubblici quando la lista d’attesa per le case popolari è lunga 200 pagine?

Ancora doppie file, stavolta in Via Moreri

Domande alle quali i candidati Sindaco delle prossime elezioni saranno costretti a rispondere, e si spera, per il bene dei roianesi e di tutta la città, che le promesse stavolta non siano infrante.

Ma il problema è ancora più profondo, forse addirittura popolare. Diceva Gaber: “Bisogna ritornare nella strada / Nella strada, per conoscere chi siamo”. I cittadini devono tornare ad esigere di avere voce in capitolo sulla gestione del territorio e degli spazi comuni, devono riappropriarsi di ciò che spetta loro di diritto, di parte della loro vita. Non è un banale problema di traffico e parcheggi, è molto di più.

Della futura cementificazione della valle del Rio Martesin vi daremo conto in modo più dettagliato prossimamente, in un altro articolo.

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7 commenti a Roiano, in onda da anni l’Odissea del traffico

  1. enrico maria milic ha detto:

    il welfare autogestito di roiano, di vera resistenza quotidiana contro la dabbenaggine della burocrazia, consiste nella spaventosa rete di osterie e baretti del quartiere. credo che ci sia il più alto numero per metro quadro di esercizi di questo genere a livello planetario.

  2. Richi ha detto:

    @ EMM

    Non solo Roiano, che non e’ nemmeno troppo malmesso rispetto ad altre aree, se si esce un po’ dal “salotto buono” di Trieste, il welfare-osteria ogni due metri e’ la norma.

    Pensa che lo scorso dicembre un tizio che conosco, un termoidraulico che vive in un brutto gruppo di caseggiati popolari alla periferia della citta’ e va in centro credo due volte al mese se tutto va bene, mi decantava le doti di RDP, che ha fatto le rive cosi’ fighe. Volevo sparare, non so se a me o a lui.

  3. arlon ha detto:

    “Trieste ha davvero bisogno di nuove costruzioni oppure bisognerebbe pensare ad incentivi per la ristrutturazione di immobili oggi abbandonati e in grave stato, ed evitare di svendere ai privati immobili pubblici quando la lista d’attesa per le case popolari è lunga 200 pagine?”

    Questo in nord Europa se lo ga capido da almeno 10 anni, xe insopportabile come che in Italia se continui a slargar i centri abitativi (a TS xe solo marginale rispetto a zone più padane e più costruibili, però sentido causa popolazion in calo), senza nisuna atenzion ala qualità del viver e dei servizi.

  4. Richi ha detto:

    @ Arlon

    El guaio xe che la lista d’attesa all’Ater xe longa dozento pagine e ghe xe tra Ponziana e Valmaura interi condomini popolari letteralmente svodi, dove se abita do’ veci xe za tanto. Come se ciama quela via che xe soto casa delle Culture? Ecco, quela la’ ad esempio fin a pochi anni fa iera abbastanza disabitada (desso no so).

  5. arlon ha detto:

    Ma mi son d’acordo. PRIMA se impinissi quei, dopo se pensa a far novi.
    Ala pezo, se se vol investir, se demolissi e ricostruisi.

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