13 Maggio 2010

Janša: “A causa dei comunisti la Slovenia ha perso Trieste e Gorizia”

“Dopo la Seconda guerra mondiale abbiamo perso 200 mila abitanti, abbiamo perso Trieste, Gorizia e la Carinzia. Ora il Governo Pahor rischia di farci perdere il nostro mare, seguendo la stessa linea”.

Sono destinate a far discutere le dichiarazioni di Janez Janša. La presa di posizione del leader Partito Democratico Sloveno arriva in seguito alle celebrazioni della ricorrenza del 5 maggio ad Aidussina: si festeggia la costituzione del  Governo popolare di Slovenia, il primo governo sloveno del secondo dopoguerra, con Aidussina come prima capitale della Slovenia.

“Il potere comunista ci ha fatto perdere nel 1945 la Carinzia, Trieste e Gorizia, oggi ci farebbe perdere seguendo questa via anche il nostro mare”, sottolinea Janša, che non esita a rivangare vecchi rancori per ribadire la propria opposizione nei confronti della ratifica dell’arbitrato sui confini tra Slovenia e Croazia.

“Vale la pena di aggiungere che la Slovenia – le parole dell’ex premier – sarebbe oggi molto più grande se il 5 maggio 1945 ad Aidussina avesse prestato giuramento il Governo democratico sloveno di resistenza in luogo del comunismo. La Slovenia avrebbe potuto allora, con un governo democratico, riavere la Carinzia, Trieste e Gorizia”.

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110 commenti a Janša: “A causa dei comunisti la Slovenia ha perso Trieste e Gorizia”

  1. Antonio ha detto:

    Beh, diciamo che semplifica la questione e la strumentalizza a suo favore…le cose non stanno proprio costì, ma si sa, la dialettica politica è fatta anche di queste cose 🙂

  2. Andrea ha detto:

    Allora, per una volta, GRAZIE COMUNISTI!!!

  3. arlon ha detto:

    I discorsi col “se”, se no seguidi da propositi concreti, denota una sai forte monaggine politica. Sempre.

  4. brio zona (blog) ha detto:

    Se mia nonna gavessi le rode, saria una cariola.

  5. effebi ha detto:

    no news…

    lo ha detto già anni fa anni fa a capodistria, se cercate tra i miei deliri qui su bora.la ne trovate cenno

  6. effebi ha detto:

    Jansa (wiki):

    Durante la prima commemorazione, tenutasi a Portorose, della Giornata del ritorno della Primorska (Litorale sloveno) alla madrepatria nel 2005, istituita come risposta al “Giorno del ricordo” (in memoria dei caduti delle foibe e degli esuli istriani, fiumani e dalmati) istituito dal Parlamento italiano, disse, in diretta televisiva, che se dopo la seconda Guerra mondiale (tratto da “Il Piccolo 18/09/05″): «il regime jugoslavo non avesse trascinato il Paese al di là della cortina di ferro, avremmo potuto contare anche su Trieste, Gorizia e la Slavia veneta”.

  7. alpino ha detto:

    Riavuto? riavere? quando mai le hanno possedute..ma di cosa parla sto essere? Jansa ma cossa xe l’agenzia stampa della Jugo 🙂
    monello di Jansa

  8. effebi ha detto:

    ma jansa non è una voce nel deserto:

    http://www.balcanicaucaso.org/ita/aree/Slovenia/Scaricabarile

    “….Contro l’accordo compatto è schierato tutto il centrodestra, che ha subito toccato le corde del patriottismo e degli interessi nazionali. A supportare queste tesi, oramai da tempo, ci sono un composito gruppo di organizzazioni patriottiche e nazionaliste a cui si va aggiungendo una multiforme schiera di esperti e grandi vecchi della politica e della nazione slovena. Tra di essi spicca la figura del novantasettenne scrittore triestino Boris Pahor, che senza mezzi termini ha dichiarato che gli sloveni dovrebbero votare contro l’arbitrato….”

  9. nick ha detto:

    a causa degli italiani TRIESTE ha perso capodistria e l’istria. Mettiamola così, che storicamente e culturalmente ha più senso

  10. marcus ha detto:

    Il caro Jansa si è dimenticato che Trieste prima dell’annessione al Regno d’Italia era una Citta Stato libera ovvero non apparteneva affatto al Regno di Slovenia, Croazia e Serbia oppure Regno d’Italia (Rapallo 1920). Comunque non serve rivangare delle decisioni sbagliate, prese 90 anni fà, quando quelle di 63 anni fà parlano più che chiaro in quanto li fu deciso che “Trst je Nas” per i triestini autoctoni di etnia slovena, invece per i triestini autoctoni di etnia italiana lo slogan iera “Trieste xe Nostra”.
    Perciò per dichiarare pretese territoriali il Jansa deve chiedere se i triestini di etnia slovena, italiana, croata e a non parlare di tutte le altre etnie che hanno il diritto al voto nella propria “Nazione Internazionale di Trieste” sono d’accordo che il litorale sloveno sia di proprietà dello Stato di Slovenia e questo motto vale anche per la zona che oggi e Croazia e Italia che sono state occupate militarmente nel 1954 dai rispettivi Stati.

    Cosa devo dir, per 56 anni ai triestini originari (tutti sloveni, taliani croati ecc.) xe stà imposto el sistema NO SE POL e desso son i triestini (vedi STATUTO TLT, art. 6 http://www.portoliberotrieste.org ) che dixi ai siori delle tre nazioni confinanti che NO SE POL ne pretender, ne decider senza interpellar la cittadinanza triestina che valuterà con cautela insieme al Consiglio di Sicurezza dell’ONU come che sarà el futuro de questa Nazion. Francamente credo che la Slovenia, Croazia e Italia devono legersi bene dove che si trova el confin geografico e politico tra la Nazione de Trieste (TLT) e i rispettivi Stati, questi confini sono descritti nel art. 4 e 22 del Trattato di Pace con l’Italia (clicca sul sito portoliberotrieste in alto a sinistra o guarda la mappa)

    ” il Governo Pahor rischia di farci perdere il nostro mare, ” no se pol perder una cosa che no xe de proprietà tua!

  11. Euroscettico ha detto:

    un piccolo sfogo di un piccolo politico di un piccolo paese…

  12. matteo ha detto:

    ma un chi se ne frega in salsa europea, le rivendicazioni territoriali le puo fare solo l’austria, senza orizia e trieste non sarebbero esistite

  13. matteo ha detto:

    oramai con l’eu e senza confini non importa, puoi vivere da sloveno a gorizia e lavorare a nova gorica, oppure l’incontrario, da italiano a nova lavoro a gorizia

  14. alpino ha detto:

    🙂 🙂 euroscettico unico!!

  15. marcus ha detto:

    @ Euroscettico 11

    Politico piccolo di un paese piccolo, oppure politico grande di un paese grande no fa differenza, tutti sono ciamadi all’osservanza della legge vigente poiché no semo una nazion comune ma una “Nazion Internazionale” cioè i cambiamenti (almeno di questa portata come la ridefinizione di confini ecc.) vengono proposti dai Triestini Originari e le decisioni vengono ratificate dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

    Giusto per capirsi, el TLT xe sta deciso e esteso de Duin a Cittanova per garantire il libero accesso alle acque internazionali per navi che va o vien dal Porto Libero di Trieste. Prova un po pensar quale che xe el motivo de Lubiana de trattar con Zagabria sui confini, no sarà mica l’accesso alle acque internazionali?
    La Slovenia xe de sempre stada una nazion senza sbocco sul mar e per questo i ga la possibilità de gaver un rappresentante (come le altre 17 nazioni) che siede nella Commission Internazionale che ga la sede proprio nel interno del territorio del PLT.
    Se questo rappresentante a parer loro no basta, la Slovenia devi esporre il problema nella sede di competenza ovvero al Consiglio di Sicurezza.

  16. Alessio ha detto:

    Forse qualcuno dovrebbe ricordare a Jansa che le guerre di conquista sono un argomento scomodo per un paese appartente alla UE, speialmente se ipotizzate nei confronti di un altro paese UE.

  17. JACK ha detto:

    100 anni fa la foto dell’area era ben diversa.
    Fu l’Italia che cominciò ad allargare i propri confini e “pulire” il territorio con tutti i mezzi disponibili.
    Ma come sempre le cose scomode si dimenticano…

    http://www.resistenze.org/sito/os/ip/osip5b05.htm

    E voi avete ricevuto per troppi anni informazioni scremate, lavate, strumentalizzate…
    Peccato!

  18. Mauro Franza ha detto:

    Dove che disi che Trieste, Gorizia e Slavia Veneta non sono passate alla Yugo a causa dei comunisti ha ragione. Sul riavere ha perso una buona occasione per stare zitto.

  19. francesca ha detto:

    Certamente con un governo democratico anche gli Istriani italiani sarebbero rimasti nelle loro case e nessuno avrebbe avuto da ridire più di tanto. Chi ricorda Briga e Tenda passate alla Francia?

  20. marcus ha detto:

    @ Alessio 16
    son d’accordo che le guerre di conquista territoriale sono “un argomento scomodo per un paese appartente alla UE” ma voglio ricordare che la Nazio Internazionale de Trieste no xe un paese del UE e nemeno lo poderà esser in futuro proprio perché xe uno Stato Internazional e l’UE xe un raggruppamento de 27 Stati su 192 Stati che componi l’ONU. Noi triestini gavemo de gestir la nostra nazion seguendo le leggi nostre che son stade imposte e vien garantide dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU e no podemo seguir nissuna legge del UE o di un paese aderente all’UE o extra UE che sia.

    Questa realtà piacia o no, NO SE POL cambiar, che poi personalmente no riesco a capir perché la doveria cambiar “la xe perfetta”

  21. Richi ha detto:

    Eh, l’Euroscettico.
    Dichiara che gli inglesi puzzano, da’ spesso addosso alla Slovenia, ma toccagli il Bordello e ti da’ del razzista. Che tipo singolare.

  22. Enrico ha detto:

    concordo con Euroscettico… tra l’altro molto simpatico! ih ih ih

  23. alpino ha detto:

    Marcus te ghe da el cambio a Jaucum con el TLT?

  24. effebi ha detto:

    “Il potere comunista ci ha fatto perdere nel 1945 la Carinzia, Trieste e Gorizia, oggi ci farebbe perdere seguendo questa via anche il nostro mare”

    mi piacerebbe però riflettere su questa assunzione e mi chiedo: ma , se non ci fosse stato il potere comunista jugoslavo, come Jansa immagina che la Slovenia avrebbe avuto quello che oggi ha e in più anche parte della Carinzia, Trieste e Gorizia e la “slavia veneta”.

    Chissà se su qualche sito sloveno si trova qualcosa in merito ?

  25. asem ha detto:

    effebi, JJ come la stragrande maggioranza dei politici sloveni era un comunista convinto, era in prima fila negli anni ’80 , poi pianpiano ha cambiato idea (si è adeguato) , ha fondato il partito social-democratico è si è trovato a “destra” solo perchè a sinistra ci sono in nostalgici duri e puri. Lo stesso dicasi di Boris Pahor (da sempre si è dichiarato socialista, ultimamente se non sbaglio (regionali FVG) si è candidato pure con (o per) il centro sinistra triestino.

  26. viceversa ha detto:

    mah, che tristezza… sentire quelle parole da uno che trattava armi sottobanco con Austria, Israele ecc per poi rivendicare territori a chi gli ha permesso di avere l’indipendenza mi pare quantomeno irresponsabile ed una gran prova di “ingratitudine”…
    Forse a Jansa brucia il fatto che chi gli ha “regalato” l’indipendenza e la “libertà” ha poi colonizzato e “vassallato” il suo paese di centro commerciali e decisioni imposte…

  27. asem ha detto:

    effebi, ecco la foto durante il “pellegrinaggio di Jansa a Jajce ” (se sai cos’era).

    http://www.dnevnik.si/nedeljski_dnevnik/aktualno/328717

  28. asem ha detto:

    effebi, non si capisce la ex-jugoslavia se non si comprende appieno la violenza, la brutalità , la “pulizia culturale , ideologica (ed ad esse collegata etnica in alcuni casi)” del regine comunista jugoslavo durato 45 anni.

  29. Euroscettico ha detto:

    Caro Richi, la mia battuta sugli inglesi era una provocazione, ho semplicemente usato un luogo comune, come tanti ne vengono usati dagli anglosassoni nei ns. confronti (quella cartina ne è un esempio lampante). Una sola volta ho dato del razzista al Cagoia, con buona ragione credo… basta leggere i suoi post… Sulla Slovenia nulla di personale, anzi ti dirò ho degli ottimi amici sloveni a cui tengo tantissimo.
    Ora però, mi domando e dico: MA TU COSA AVRESTI SCRITTO SE TALE DICHIARAZIONE L’AVESSE FATTA UN POLITICO ITALIANO?????
    Cordialmente 🙂

  30. alpino ha detto:

    se l’avesse fatto un politico italiano a sta ora c’erano le truppe di Bora.la sotto il Parlamento altro che 29 post..:-)

  31. istro ha detto:

    Potremmo semplicemente ribattere al Gospod Jansa (me lo ricordo in divisa, ai tempi dell’indipendenza slovena….) che a causa dei fascisti l’Italia ha perso Capodistria, Isola e Pirano (per parlare solo del Primorje…).
    Forse merita stendere solo un velo di silenzio, guardare con un occhio alla storia, e con l’altro occhio al futuro. Stia pur certo Jansa che tra qualche decina d’anni, dalle nostre parti, Italia e Slovenia saranno forse un ricordo per nostalgici…

  32. francesca ha detto:

    L’Italia riconobbe per prima l’indipendenza della Slovenia se non sbaglio. Se non lo avesse fatto chissà cosa sarebbe successo. Ricordiamo che Milosevic convocò l’addetto militare dell’ambasciata italiana a Belgrado il ge.Mazzaroli se non sbaglio e gli fece delle proposte che rimasero segrete. Seguì poi un’incontro di Milosevic con Fini a Belgrado nel quale fu esplicitamente proposta una entrata dell’Italia nel conflitto per difendere l’integrità della Jugoslavia in cambio del ritorno ai confini di Rapallo. In rete si possono trovare articoli dell’epoca dell’incontro Milosevic-Fini. Fini allora non contava nulla e proprio per questo fu mandato a fare da esploratore. Lo stato maggiore dell’esercito preparò anche un dettagliato pian d’intervento nel caso che la politica avesse preso qualche decisione d’intervento. Quindi Jansa alla fine dovrebbe ringraziare la posizione dell’Italia perchè altrimenti chissà in quale vera tragedia sarebbe caduta la Slovenia.

  33. francesca ha detto:

    una piccola postilla.

    Il piano di intervento dell’esercito italiano in Slovenia sarebbe stato giustificato davanti alla comunità internazionale per il pericolo immediato corso dai cittadini italiani residenti in Jugoslavia ed in particolare nella zona B del T.L.T.
    Guardate che non scrivo cavolate.

  34. effebi ha detto:

    per precisare quello che più su accennava sul coinvolgimento politico di Boris Pahor

    https://bora.la/2009/04/16/boris-pahor-candidato-alle-europee-correra-in-quota-slovenska-skupnost-per-lo-svp/

  35. istro ha detto:

    @francesca

    …grazie, hai espresso un pensiero importante, che condivido. Spesso, con il passare degli anni, e per motivi anche ridicoli(Jansa parla solo per attrarre qualche simpatia slovena a lui, nel momento in cui SLO e CRO definiscono un contenzioso, come impone Bruxelles…) si tornano a ripetere storie fantastiche, pura ucronia, senza senso e futuro. Triste pensare che c’è anche ci crede…
    Mi dicono, ma forse anche questa è ucronia, che in quel momento storico l’Italia -se l’avesse voluto- poteva riprendersi(appoggiando Belgrado) l’Istria perduta… Ma non è stato così (per l’interpretazione autentica consultare gli archivi di Washington…), la scelta è stata diversa, e quindi la Slovenia (dragi Gospod Jansa…) deve essere riconoscente all’Italia…
    Così è, se vi pare.

  36. Richi ha detto:

    @ Euroscettico

    Ma che bel giramento di frittata. Scommetto pure che ai tuoi amici Sloveni vai a dire che appartengono a un piccolo paese con piccoli leader e simili?

    Quanto alla storia sul “se l’avesse detta un politico italiano”: non ci perdo tempo e ti dico, se ce ne fosse bisogno e a scanso di ogni equivoco, cosa ne penso della dichiarazione di Jansa:

    E’ una cacata colossale.

    Per diversi motivi.
    Il primo e’ meramente matematico dato che Trieste, Gorizia e la Carinzia fanno qualcosa in piu’ che 200.000 abitanti e gia’ qui capisci che qualcosina non va.

    Il secondo e’ ovviamente lo strafalcione storico e conferma una mia teoria e cioe’ che da tutti e due lati del confine abbiamo per decenni sentito la versione storica che faceva comodo ai governanti e censori di turno.
    Per fare un esempio, io trovo ridicolo chi propina la castroneria che nel 1918 Trieste ritornava alla madrepatria Italia (Trieste non si era mai mossa: era l’Italia che arrivava per la prima volta qui da noi che eravamo sotto l’Austria da ben prima che l’Italia esistesse); analogamente ritengo un bell’errore, l’idea di Jansa che vede Trieste, Gorizia e la Carinzia come dei secolari territori Sloveni “perduti”, ma la censura storica del suo paese ha evidentemente operato bene dato che Jansa e’ presumibilmente uno che ha studiato. Ma sai com’e’ li’ erano sotto una dittatura comunista. E da noi, invece?

  37. francesca ha detto:

    Su youtube ci sono tutte le immagini degli scontri a rabuiese con l’armata popolare jugoslava. adesso non li trovo perchè non capisco bene lo sloveno…http://www.youtube.com/watch?v=eJvlfQNG-7o&feature=related

    comunque sarebbe bastato un’accordo con Milosevic ed in due-tre ore tutta la Slovenia sarebbe stata sotto il controllo dell’Italia e dei Serbi. Non dimenticarlo Jansa. Non è successo perchè l’Italia già pensava oltre. Cioè alla situazione di oggi che non è proprio favorevole all’Italia, ma che ha evitato il sangue.

  38. Antonio ha detto:

    Dai, non perdiamoci su quello che dice Jansa…in fondo fa solo il suo lavoro, quello di esponente della destra slovena.
    Come si dice in questi casi, è uno sporco lavoro, ma qualcuno doveva pur farlo no? 🙂

  39. Euroscettico ha detto:

    …beh a dir la verità, a me ha inorridito di più l’abbinamento della cravatta (bellissima tra l’altro), con quella camicia. Una chicca di eleganza!… 😀

  40. francesca ha detto:

    Pahor parla benissimo l’italiano,ma si guarda bene dal farsi sfuggire una parola nella nostra lingua. E’ di San Pietro.

  41. stefano ha detto:

    posso solo dire in quei giorni di un grosso spostamento di truppe sul confine

  42. clax ha detto:

    eh si, pahor dovrebbe parlare in italiano. strano che non lo faccia.

  43. clax ha detto:

    approposito, è un vero peccato che l’italia abbia bonariamente rinunciato all’invaione dell’istria. gli istriani avevano già pronte le bandierine, tarallucci e vino. e andata di lusso alla slovenia, dovrebbero ringraziarci.
    altrochè.

  44. Richi ha detto:

    Pahor parla in italiano spesso e volentieri e basta una rapida youtubbata per confermarlo.
    Il problema e’ che in italiano non l’hanno voluto tradurre per moltissimi anni e di questo se ne e’ parlato (in italiano) da Fazio. Disponibile su internet, ovviamente.

  45. Antonio ha detto:

    Non confondiamo Borut Pahor (primo ministro sloveno) di Sempeter pri Gorici con Boris Pahor scrittore di Trieste…

  46. Flavio Gropaiz ha detto:

    Vedete che la Slovenia non è mai stata ne comunista ne socialista, bensì ben che fascista. Gli italiani lo dovevano essere, ma loro lo sono ancora oggi nel cuore fascisti! Quello che fanno contro la Croazia, la fugga in mare per scappare,è puro fascismo.

  47. effebi ha detto:

    si, meglio non confondere i PAHOR:
    (voce del popolo 13.05.10)

    LUBIANA – Il capo della diplomazia slovena, Samuel Žbogar, ha affermato che le dichiarazioni di tre noti intellettuali sloveni, i quali hanno invitato l’elettorato a bocciare l’accordo d’arbitrato con la Croazia, sono “troppo emotive anche se fatte da persone razionali”. Žbogar ha preso posizione in seguito alle dichiarazioni sull’argomento fatte dal filosofo Tin Hribar, dallo scrittore Boris Pahor e dall’ex presidente del Parlamento sloveno, France Bučar.
    CRITICHE AI «CEDIMENTI» Costoro, nel corso di una conferenza stampa comune a Lubiana, in veste di membri del Movimento paneuropeo sloveno (SPG), di cui Bučar è presidente, hanno affermato che l’accordo d’arbitrato è una pessima soluzione per la Slovenia, per cui hanno invitato i cittadini a bocciarlo al referendum previsto per il 6 giugno prossimo. In questo contesto, non hanno risparmiato critiche nei confronti dei presunti “cedimenti” del governo di Borut Pahor, che sarebbe venuto incontro agli interessi croati, definendo un atteggiamento del genere “l’ultimo atto di collaborazionismo”. Il premier, secondo il loro parere, ha firmato un documento con il quale si deciderà sulle sorti “del territorio sloveno” che sarebbe “occupato” dalla Croazia. Essi, nel proporre la bocciatura dell’arbitrato, hanno pure richiesto che la Croazia si ritiri da quello che hanno definito “territorio occupato”.
    «LA CROAZIA PAESE AMICO» “Sono parole molto forti e assai pericolose”, ha detto Žbogar, aggiungendo che la Slovenia vede la Croazia come un vicino amico e non sicuramente come un nemico e che, con tale spirito, è riuscita a giungere all’accordo d’arbitrato. Le dichiarazioni dei tre intellettuali sono state condannate dallo stesso premier Borut Pahor, il quale ha detto che avrebbero dovuto presentare un’alternativa per ovviare alla diatriba confinaria.

  48. effebi ha detto:

    a quando la richiesta da parte del “nobel” boris che l’italia “si ritiri dal territorio occupato” ?!

  49. dimaco ha detto:

    Rispondo a quelli che dicono che l’Itlia avrebbe potuto invadere la Slovenia per dare manforte ai serbi.
    Cosa assolutamente improbabile, viste le implicazioni che l’atto avrebbe portato. Parlo di implicazioni a livello morale ma sopratutto internazionale(una cosa tira l’altra): Aggredisci una nazione che vuole affrancarsi dal comunismo e dai manforte ai serbi? Senza contare le implicazioni che questo avrebbe avuto a livello territoriale.Un’inasione italiana avrebbe portato a una guerriglia partigiana con il supporto croato sia in fatto di materiale logistico sia umano (intendo soldati e armi). Questo a dimostrazione di quanto l’Italia si schieri sempre dalla parte sbagliata. La prima nazione a riconoscere lo stato sloveno fu il Vaticano non l’Italia(telex mandato dal papa in data 29-06-1991 alle ore 9:43 alle mattino
    Altra piccola cosa che nessuno ha preso in considerazione è che la guera in Slovenia fu solo un modo di Milosevic di aggirare i croati.Poi sppiamo tutti cos’è successo tra croati e serbi. Per dichiarazione stessa di milosevic non era interesse serbo occupare la slovenia, anche perchè se avesse voluto farlo aveva i mezzi e i soldati per poterlo fare senza chiedere aiuto all’Italia.

  50. massimiliano ha detto:

    cmq l’analisi di Janša è corretta.
    piaccia o meno.

  51. ufo ha detto:

    Ehi, non faccio in tempo a prendermi un solo giorno di ferie che qui si parte in quarta: aspettatemi – voglio giocare anch’io! Mi piace un sacco il modo in cui questo post si distacca progressivamente dal pianeta Terra/Zemlja (scusate, mi è scappato bilingue) ed esigo anch’io un passaggio verso le alte orbite dei satelliti di Marte…

    Tanto di cappello alla “Nazion Internazionale”, comunque [@15]. Sublime vetta – il d’Annunzio mai arrivo a tanto, neanche dopo aver fatto il pieno di assenzio (chiamiamolo così). Quasi quanto le uscite di francesca, costretta a spartirsi tra varie identità per lasciare qualche possibilità anche agli altri di competere per il Tapiro d’oro. Ragionamenti quadrati come la luna: “chi ricorda Briga e Tenda passate alla Francia – nessuno, allora il governo francese è democratico” [@19]. Boh. Chi ricorda la Libia passata ai libici? Di fatto nessuno, a meno che il colonnello-pannello espositivo non venga a ricordarlo, quindi il governo di Tripoli bel suol da amor è ineccepibile. Chiederemo asilo politico laggiù quanto questa baracca andrà in malora? Dicono di aver visto Menia a Lampedusa che gettava in mare delle bottiglie, ma per essere sicuri di quel che c’è scritto nel messaggio bisogna aspettare che arrivino in Grecia. Santa pazienza.

    “L’Italia riconobbe per prima l’indipendenza della Slovenia” [@32]. Suvvia, siamo seri – neanche vent’anni e le acrobazie politiche e sudorifere dididi Gianni “Dirty Dancing” DeMichelis sono sparite dalla memoria collettiva? La diplomazia delle discoteche, i tentativi frenetici di farsi prendere sul serio da qualcuno? Visto che usare Google sembra troppo complicato offro il mio aiuto. Anche se è in sloveno è del tutto comprensibile, colle date messe per ordine. A partire col riconoscimento sono stati, ovviamente, altri governi di recentissima indipendenza – ed è facile intuire che avessero i loro buoni motivi. Poi è stata la volta dell’Islanda, e nello stesso fatidico 19 dicembre ‘91 la Germania (colla Svezia a rimorchio, passavano là per caso ed hanno chiesto un passaggio) aveva semplicemente dichiarato di essersi stancata di aspettare e che il 15 gennaio ‘92 avrebbe riconosciuto la Slovenia, con o senza il resto del caravanserraglio europeo al traino. Il resto è storia (non di quella riscritta che piace tanto ai triestini, quella registrata e documentata): il 13 gennaio ‘92 il riconoscimento da parte del Vaticano, il giorno dopo San Marino, il 15 la Germania assieme alla Comunità Europea ed ai paesi che ne facevano parte – meno, guarda caso, l’Italia. La quale, tapina, ci mise due giorni a capire di essere rimasta fuori da sola, come un bambino imbizzarrito che minaccia di portasi via il suo consunto pallone semi-sgonfio e si accorge che gli altri bambini hanno un pallone nuovo di zecca e manco si accorgono della sua assenza. Fatto sta che l’Italia ha riconosciuto la Slovenia il 17 gennaio ‘92. Perché? Ipotesi : più passava il tempo e più si rischiava di rendere esplicito davanti agli occhi di tutto il mondo che le “ferme e decise prese di posizione” che tanta bella figura e titoli cubitali facevano sui giornali (strettamente di casa) – diciamo che gli altri paesi ci dedicavano esattamente l’attenzione che meritavano, e che la CNN stava diventando popolare anche nello Stivale. C’era il rischio di brutte figure, è questo è sempre stato motivo sufficiente per qualsiasi giro di valzer.

    Le profferte di Milosević a gente “che allora non contava niente” (mentre ora? Quante televisioni ha?) continuano con il tono folkloristico francescano [@32]. Per chi fosse di memoria corta o di immatura età ricordo che un certo personaggio triestino, uno che anche lui all’epoca non contava niente (ma nessuno è mai riuscito a farglielo capire), lo stesso affare non era solo riuscito a farselo proporre – lo aveva concluso seduta stante, con tanto di strette di mano e triplo brindisi di slivovka. Coi serbi di Bosnia (cosa gli abbia dato in cambio non si sa), nientemeno. Chissà perché mi viene in mente che anch’io avrei un affare da proporre. Vendesi Libia: usata pochissimo, chilometri zero (nell’ultimo secolo non si è mossa di un centimetro), ultimo proprietario un anziano e distinto ufficiale non proprio in pensione, ma dell’età giusta per andarci. Pagamento in comode rate mensili, simpatico gadget (Scud B) in omaggio, garanzia tre anni o cinquemila km (tanto non si muove); qualcuno fa un offerta? Ultimi giorni, poi la metto su eBay.

    Una normalissima transazione commerciale, più o meno come quando inglesi e francesi avevano venduto il Litorale al marzialissimo Re Soldato (quello alto un metro col salto, a cui avevano schiaffato in moglie una stangona montenegrina per vedere se gli riusciva di raddrizzare la genetica familiare. Ha funzionato, ed agli aitanti e prestanti discendenti stanno tentando di rifilare una moglie col premio Nobel per compensare qualcos’altro).
    Certo avessero saputo prima che invece di comprare, anche se con mercanzia altrui, un utile alleato ben fornito di futuri militi ignoti si sarebbero trovati costretti a correre sul Piave prima che gli ussari arrivino al Rodano forse avrebbero preteso una garanzia di 5 anni sul bene acquistato (evito ogni battuta sui 100.000 chilometri). Mera ipotesi da parte mia, s’intende, ma quando è scoppiata la Seconda guerra mondiale per quanto nella m… fossero non è che a Pallone gonfiato gli sono andati ad offrire la Svizzera o le Filippine. Sospetto che invece abbiano ben che tramato acchè l’elmo di Scipio stesse attaccato alle teutoniche sottane – con successo. Sbagliando s’impera.

    Prendo atto (con stupore) che da quella volta che gli è riuscito di trasformare l’incrociatore Vittorio Veneto nella quarta isola albanese per popolazione le forze italicamente armate hanno schivato ulteriori brutte figure in Mondovisione. Bravi, forse anche un poco fortunati – ma come a scuola i segni di miglioramento vanno premiati ed incoraggiati. I voli di fantasia di “non scrivo cavolate” invece no, per quanto poetici [@33]. Avendo fatto il militare più o meno in quel periodo qualche dato al riguardo ce l’avrei, e l’idea che il “ventre molle della Nato” avesse in quell’occasione capacità di invadere chicchessia e voglia di farsi sparare addosso è ben più che bislacca. Non dubito che dal 2005 l’esercito sia composto da persone che hanno scelto deliberatamente di fare il soldato per mestiere, e che fino a prova contraria ci mettano quantomeno lo stesso impegno e serietà di qualsiasi altro onesto statale, ma è innegabile che nel 1992 ed immediati dintorni la totalità della carne da cannone eventualmente disponibile a soddisfare tale rinnovata fame di conquiste coloniali era composta da una massa di sfigati i cui genitori non erano riusciti ad ottenere un qualche esonero o esenzione o altro inghippo onde evitare di buttar via un anno. Siamo realistici: tolto il mezzo percento di esaltati che si trovano anche nelle migliori famiglie tutto il resto della popolazione delle caserme era in placida e rassegnata attesa, i più dello scadere dei dodici mesi (“colla pioggia e col sereno anche oggi un giorno in meno”) composti per l’1% dalla guardia al bidone (senza benzina, visto che tanti cominciavano a fumare proprio da militari), per il 9% di marce al passo in previsione dell’ennesima cerimonia e per il restante 90% di animazione sospesa con estemporanei intervalli di libera uscita senza un soldo in tasca – mentre quelli di carriera aspettavano la pensione badando bene di non fare nulla che potesse allontanare la prossima promozione per anzianità. Gli unici ad avere una qualche utilità da tutto questo show erano i fornitori, compresi quelli di apposite mutande (ma c’è qualcuno che le abbia mai veramente indossate?). E quest’armata Brancaleone avrebbe dovuto invadere cosa? San Marino forse, già per Malta nutro seri dubbi.

    La marina? L’articolo di prima diceva blandamente che le navi da sbarco spedite a pacificare il Libano erano “giunte in ritardo”. Sarà che non mi sono mai limitato ai soli media nazionali, ma io almeno una di quelle carrette me la ricordo annunciata dal tigì come “ferma in mezzo al mare coi motori in panne”. Vi risparmio altre storie ben più succose raccontatemi da un radiotelegrafista di bordo, anche perché mai divenute di pubblico dominio e quindi non verificabili (perché mica vi fiderete ciecamente di quanto scrivo? Verificate, verificate, qualcosa resterà).

    L’aviazione? Proprio di quei tempi c’era stata la prima guerra del golfo, e l’Arma azzurra era riuscita a contribuire allo sforzo comune con credo ben otto cacciabombardieri Tornado, orgoglio dell’industria aeronautica nazionale. Se ben ricordo la prima volta che qualcuno si è fidato di assegnargli una missione questa non è andata esattamente secondo i piani. Degli otto velivoli uno è rimasto immobile sulla pista rifiutando di mettersi in moto (mica scemo il volatile, come si vedrà poi), altri sei avevano uno alla volta abbandonato la compagnia man mano che si guastava qualcosa. Rimaneva un solo bolide dell’aere, e di questo è certo che avesse raggiunto l’obiettivo assegnatogli; alquanto meno certo che una volta là lo avesse effettivamente centrato, ma non è che sia poi tanto importante (per noi, non per quelli dal lato sbagliato dell’ordigno); assolutamente limpido e ineccepibile invece il fatto che, grazie ad un iracheno con un c… fondoschiena così, l’ultimo orgoglio dell’industria aeronautica nazionale diventava un ammasso di ferraglia con zero capacità di volare, detto anche costosissimo buco nel terreno. Forse era un venerdì tredici. Poco tempo dopo “Mamma mia” veniva soppiantata nella hit parade delle frasi italiane più conosciute nel mondo dalla new entry “My name is Cocciolone”. Tutto il resto è storia (giunta alla seconda ripetizione, per quanto riguarda l’argomento).

    Nel ‘91 l’armata federale jugoslava aveva notoriamente raccontato alla truppa che venivano mandati ai confini per difendere il paese da interferenze esterne – ed i risultati di questa frottola si sono visti sul campo. Le bugie hanno le gambe corte, ed è inevitabile il confronto coll’ipotesi di spedire innocenti creature in divisa a sventare “il pericolo immediato corso dai cittadini italiani residenti in Jugoslavia “ [@33], dopo di cui “in due-tre ore tutta la Slovenia sarebbe stata sotto il controllo dell’Italia e dei Serbi” [@37]. E poi?

    Più o meno è la domanda che avrebbe fatto bene a porsi l’ultimo Bush prima di impelagarsi in una guerra che già dura più a lungo dell’ultimo conflitto mondiale. E poi? Vissero tutti felici e contenti, magari cantando “Fin che la barca va”? Si suppone che trovarsi ancora una volta in casa propria coloro che la volta precedente avevano trasformato il paese in terra bruciata dovesse di colpo sembrare un’ottima idea?

    Solo chi è cresciuto nell’Italia del dopoguerra in cui ogni accenno di scomoda responsabilità è stato accuratamente ripulito col Spic&Span dalla memoria ufficiale (sino al tragicomico punto di voltare colle ante verso un muro armadi contenenti documenti anche solo vagamente imbarazzanti) può essere tanto ingenuo da credere che chi ha avuto in famiglia deportati, fucilati e torturati dovrebbe ora accogliere con entusiasmo il proposito di ricominciare dove si era rimasti prima dell’otto settembre. Per quanto sembri improbabile all’italica ingenuità tale lavaggio della memoria non si estende per tutto il pianeta: esso è avanzato fin dove c’erano istituzioni e poteri interessati a ripulire il passato recente si è fermato dovunque si sia scontrato colle memorie personali dei sopravvissuti. Quando bruci la casa o ammazzi i genitori a qualcuno è difficile poi convincerlo che in fondo non è successo niente, e che i soldati in grigioverde si sono limitati a giocare al pallone in spiaggia come in un film di Salvatores. E di sopravvissuti è fatta la Slovenia: anche senza contare la “bonifica nazionale” tra il 1918 ed il 1941 nella Seconda guerra mondiale ed a causa di questa è morta ammazzata tra il sei e l’otto per cento della popolazione. Chiunque abbia oggi settanta o più anni in Slovenia non è solo un anziano dai capelli grigi: è un sopravvissuto al macello cresciuto in mezzo alla morte violenta di uno ogni dodici dei suoi connazionali. Difficile fargli credere che sia stata la cattiva Jugoslavia ad invadere l’Italia – loro c’erano, ricordate?

    Facciamo dunque il punto: abbiamo un ipotetica situazione in cui truppe di un paese che ha lasciato memorie storiche tutt’altro che piacevoli tutt’attorno a se in controllo (magari tra virgolette, come le forze dell’ordine tra Napoli e Gela) di un altro paese dove l’ultima volta tale situazione aveva fatto nascere uno dei movimenti di resistenza più organizzati del continente, completo di ospedali e scuole clandestine, un servizio postale a propulsione umana che andava da Monfalcone al confine ungherese, personale addetto ad organizzare eventi culturali, altre decine di persone che non facevano altro che documentare fotograficamente ogni avvenimento, teatri, aeroporti e già che c’erano pure un quotidiano – il tutto sotto il naso degli avversari. Abbiamo inoltre un certo numero di baldi giovanotti chissà perché convinti che quella volta buttare fuori da casa propria il famelico ed indesiderato vicino sia stata una mossa azzeccata, se non addirittura brillante. Imbottiti dalla propaganda di regime? No, più probabile che l’abbiano imparato sulle ginocchia del nonno, quello sopravvissuto per raccontare degli inverni spesi a dormire nella neve, a marciare giocando al gatto col topo contro forze venti volte superiori fino a rispedire i disprezzati invasori a casa loro. Ora io posso ammettere di non essere particolarmente perspicace, ma neppure a me sfugge la possibilità che tutto questo possa portare ad “ulteriori interessanti sviluppi”, come un gran numero di nuove formazioni geologiche a forma di buco della misura di un metro e venti per due. “Spazio vitale”, credo le abbia chiamate Brecht, e per questo soltanto sarei quasi disposto a perdonargli certi altri obbrobri col suo nome in calce.

    A prescindere da quanto nel ‘92 l’orda barbarica da occidente fosse fisicamente e mentalmente pronta ad entrare ferro ignique in casa d’altri a cercar disgrazia, resta poi anche la questione di quanto la brillante idea potesse piacere alla mitica casalinga di Voghera, specialmente se con un figlio in età da militare. Perché queste cose era più facile farle lontano dagli occhi e dal cuore, ma nel 1992 la CNN era quello che è ora Al Jazeera: una peste dal punto di vista dei militari, ma inevitabile come il fango l’autunno. Ve l’immaginate le mamme d’Italia che si mettono d’accordo per comprare in comune un parabolone da un metro e trenta (altri anni) e la CNN comincia a mettere in onda le prime riprese di soldatini non-più-vivi? Perché, nel caso qualcuno se ne sia dimenticato, una guerra è un meccanismo assai semplice ed efficace per trasformare esseri umani vivi in cadaveri decisamente morti, senza riguardo per quanto innocenti e benintenzionati se ne escano da casa . E con una certa tendenza a non volersi più fermare una volta messa in moto. Secondo voi avrebbero seguito la procedura costituzionalmente prevista e fondato un partito delle mamme con immediata richiesta di elezioni e/o armistizio, o la procedura più spedita appendendo per i piedi un accurata selezione di rappresentanti istituzionali in qualsiasi via, vicolo o piazzale il cui nome ricordi un pappagallo? In piena era “Mani pulite” è facile propendere per la seconda ipotesi – perché più veloce, vista la probabile furia di recarsi al fronte a far da scudo umano ai propri pargoli fino a riportarli dalla parte sicura del confine (tipo oltre il Piave, giusto per andar sicuri).

    Forse sarebbe meglio lasciare certi propositi ad altre nazioni storicamente più propense e dedite a questo tipo di faccende, visto che malgrado ampie occasioni di far indisturbata pratica nell’ex-Regno delle Due Sicilie l’ambizione di prendere “sotto controllo” qualsiasi posto sembra alquanto sovradimensionato rispetto alle effettive possibilità e qualsiasi discorso in tal senso rischia di far fare al propugnatore la figura di Idi Amin che promette di invadere le Maldive “per terra, per cielo e per mare” (verificare con una cartina dell’Africa prima di elucubrare, grazie, e, sì, l’ha detto veramente). Ma do per scontato che a certi personaggi che pascolano su questi prati il rendersi ridicoli sembra far piacere, e quindi mi limito all’invitare i portatori di idee bellicose a far almeno finta di rispondere al quesito di “e poi?”. Si sa mai, potrebbe provocare attività cerebrale.

    Gia che si parla di confini, qualcuno mi fa il piacere di spiegarmi cos’è questa periodica perversa fascinazione con quel rudere del confine di Rapallo? Secondo logica doveva esser nato disgrazià già di fabbrica se dopo neanche trent’anni si è sentito il bisogno di uno nuovo. Vabbè che col consumismo odierno anche i confini non sono più quelli di una volta, ma insomma dal 1919 al 1941 non poteva essersi consumato più di tanto! Ed invece no, come mio figlio coi giocattoli – uno nuovo, e subito! Adesso venite a dirmi che quello nuovo, con quel che è costato, non va bene neanche lui, e che si torna a quello appena scartato? Ma siamo seri: non c’è niente che non va col portare i sacri confini della patria (le maiuscole le metto dopo, se mi ricordo, quando arrivano quelle nuove) a 40 chilometri da Zagabria. Così ci troviamo pure in casa la fabbrica di quella birra che va tanto di moda in sagra, e comunque i due confini sono fatti praticamente allo stesso modo: in ambedue i casi la gente che abita da una parte e dall’altra è la stessa, parla la stessa lingua e coltiva la stessa varietà di patate – ed in tutti e due i casi alla richiesta di una spiegazione plausibile del perché un confine debba stare piantato proprio là segue solo un imbarazzato silenzio. Come argomento finale: non mi risulta che ne il crapapelata ne alcun giullare della sua corte dei miracoli abbiano mai avuto a che ridire sul nuovo confine. Quindi zitti e mosca. Anche se bisogna fare un tratto di strada in più – il confine naturale resta quello nuovo, e chi cerca di ripiegare su quello scartato, bollato come invalido e marchiato come scaduto non solo va contro l’inarrestabile corso del destino, ma fa pure la figura del meschino in pubblico. Perché a me non la date a bere: io so che è tutto per non dover fare quei pochi miseri chilometri. Confine nuovo, ho detto. C’è pure un pezzo di carta pergamena che costa una botta ed è firmata da S.A.R. (perché non riesco a scriver Altezza senza ridere) e porta scritto che la Provincia di Lubiana (vi piacciono le mie maiuscole nuove?) è parte dell’Impero – e col tappo reale non si discute. E se non vi va bene vi offrite volontari a difendere i Sacri Confini della Patria (no, queste son le maiuscole vecchie – quelle nuove andavano quasi bene, ma per esigenze incontinenti – leggi evoluzione degli eventi bellici – insomma non è un ripiego, è flessibilità di fronte al Fato) d’inverno sulla riva sbagliata del Don e d’estate in quel come si chiama, El Alamo o simile… Capito?

    Di palo in frasca: non è gentile nei confronti del lettore, perché richiede un minimo di elasticità mentale, ma ci sarebbe una questione che mi sembra nessuno sia intenzionato a porre direttamente. Perché mai tutti i partecipanti a questo festival della fantapolitica danno per scontato assunto che l’Italia fosse, nel ‘75 come nel ‘92, libera di prendere questa o quella iniziativa, giusta o sbagliata che fosse? Mai sentito parlare di guerra fredda, e di sovranità limitata? Mica valeva solo a Praga e Budapest. Ci sarebbe almeno un altro paese che nel mezzo secolo successivo a Jalta ha badato bene a restare all’interno di determinati limiti qualsiasi cosa facesse. L’idea che ad Unione Sovietica appena cadavere di colpo ci fosse la libertà di andare in giro a far casino senza alcun criterio mi pare alquanto di cattivo gusto nei confronti del caro estinto (nei film certi cattivi teste provocati hanno il brutto vizio di risorgere), e poi alla superpotenza di riferimento ci poteva ben volere un po di tempo per ammettere che in assenza del babau lo stretto controllo di prima poteva non essere necessario. Per nulla dire del tempo necessario ai politici italiani per recepire che non era più necessario telefonare a Washington prima di cambiare la carta da parati in salotto. Siamo onesti: per tutti gli anni novanta l’Italia in politica estera aveva ancora qualcosa da imparare, e si muoveva in giro come un bambino in bici finalmente senza rotelle, tra gli sguardi apprensivi degli adulti. Che giustamente si preoccupavano sì che il bambino non finisca giù per le scale con bici e tutto, ma ancor di più che non succedesse niente al prezioso e fragile vaso cinese della zia Clotilde. Il bambino oggi è cresciuto, e qualcosa di buono lo combina anche. Resta l’handicap causato da una politica interna spropositata che lascia ben poco spazio al concetto dell’esistenza di altri paesi, e resta il fatto che, quando si tratta di spedire in direzione di gente foresta proiettili letali o milionate in valuta convertibile – beh, c’è in giro gente che lo fa da molto più tempo e non ha alcuna intenzione di svelare proprio tutti i trucchi del mestiere.

    La politica estera italiane è oggi in sostanza libera di svolazzare di fiore in fiore come meglio le aggrada, con grande soddisfazione dell’Unto che pensa bene di suonare la grancassa e proclamare come grande successo personale qualsiasi iniziativa con cui abbia avuto il sia pur minimo contatto. Ma nel 1992? Siamo seri! Nessuno lascia i bambini giocare nella stanza dei fucili da caccia senza la supervisione di un adulto!

    Il seguito alla prossima puntata. Mandi fruts, che scrivere in lingua straniera diverte, ma stanca.

  52. clax ha detto:

    esatto gropajc, finalmente abbiamo la prova provata che gli sloveni sono fascisti, portiamola subito al cospetto delle nazioni unite ed informiamone il mondo intero, prima che i perfidi riescano ad inquinarla ad a farla franca un’altra volta!

  53. Euroscettico ha detto:

    Ufo hai preso un giorno di ferie per scrivere un post così? Mamma mia!!! …ho fatto una fatica a leggere le prime tre righe… MA VIVI SERENO!!!!!
    Massimiliano vai a chiedere ai tuoi fratelli mitteleuropei austriaci cosa pensano della cagata sparata dal tuo amico Jansa…

  54. alpino ha detto:

    ciò 54 post per commentar la più grande cazzada sparada da sto spelòn sloven? troppa grazia troppo odiens

  55. effebi ha detto:

    UFO, vedi che si stava parlando delle esternazioni di Jansa, forse non te ne sei accorto… ma visto che dimostri di “sapere tutto” chiedo a te quello che più su già mi domandavo:

    se Jansa sostiene che il comunismo ha fatto perdere trieste, gorizia, parte della carinzia e della slavia veneta alla Slovenia… come avrebbe pouto -la Slovenia- avere tutto ciò (oltre a quello che ha avuto: capodistria, pirano, isola)… se non ci fosse stato il comunismo (jugoslavo). !?

    quali scenari (con i “se” e con i “ma”) potevano realizzarsi !? cosa immagina il buon Janez !? La repubblica dei domobranci 🙂 ? Quella dei resistenti cattolici ?

    Io credo, come dice massimiliano, che J.J. abbia ragione, ma…anche torto.

    Se non ci fosse stato un regime così “pesantemente imbarazzante” gli alleati avrebbero probabilmente concesso qualcosa di più. Ma senza un regime così “pesantemente efficace” (militarmente e politicamente) la Slovenia non avrebbe potuto avere nemmeno quello che ora ha… (e i nostalgici di Tito in Slovenia questo lo sanno molto, molto bene) strano che a Jansa sfugga.

  56. effebi ha detto:

    Rock, pop & more
    Tinkara Kovac a Capodistria
    Titov Trg|15.05.10

    Capodistria, tito trg…. appunto !

  57. VeroGoriziano ha detto:

    Né Slovenia, né Italia, né Croazia hanno mai avuto il diritto morale di possedere il Litorale, dal Triglav a Pola.

    Discutere chi fra questi Stati abbia “più ragione” degli altri, è una perdita di tempo ed un esercizio che svia dai fatti storici più significativi.

    Saluti

  58. effebi ha detto:

    quindi che si fa, nell’attesa ?

  59. alpino ha detto:

    ognun per se e dio per tutti

  60. Gianluigi Rupel ha detto:

    al vero goriziano
    neanche l ´Italia ha mai avuto alcun diritto sul Südtirol

  61. Flavio Gropaiz ha detto:

    Guardate su google “AVARI” …loro sono venuti verso qua’ con i loro schiavi conquistati per strada e chiamati slavi, poi siccome erano bravi a guerreggiare gli hanno dato dei territori chiamati -Serbia-Croazia- gli sloveni sono i fuggiaschi, dai serbi, considerati nulli, poi presi dalla chiesa, cristianizzati. Grazie alla chiesa!

  62. effebi ha detto:

    invece di guardare indietro…
    …propongo di guardare avanti, come fanno questi 🙂

    http://www.panevropa.si/index.htm

    http://www.panevropa.si/arhiv/arhiv_srecanj/srecanje_pahor.htm

    http://www.panevropa.si/images/Cerje-2008-171m.jpg

    il conte austriaco Richard Coudenhove-Kalergi fondò nel 1923 il movimento paneuropeo (bandiera con croce cristiana rossa su sfondo giallo)

    a questo movimento si ispira il nuovo movimento paneuropeo sloveno (che ha la benedizione di Otto d’Asburgo

    PANEUROPA: movimento guidato da Otto d’Asburgo, figlio di Francesco
    Giuseppe d’Austria, eurodeputato per i cristianosociali della Baviera,resosi noto negli ultimi anni per le esplicite dichiarazioni di appoggio alle secessioni jugoslave. Il termine “Paneuropa” sta ad indicarequalcosa di simile alla Unione Europea che si sta oggi costruendo. Negli anni Venti il suoideologo Coudenhove-Kalergi riteneva che “l’annessione dell’Austria e della Germania alla Paneuropa significa indirettamente l’annessione dell’Austria alla Germania nel quadro dell’Europa… Perciō la politica paneuropea č una politica nazionale in prospettiva… Per un tedesco nazionalista esistono solo due strade per far uscire il suo popolo dal vicolo cieco in cui si trova oggi: o la preparazione di una guerra di rivincita contro i suoi vicini per la creazione di uno spazio imperiale i cui confini corrispondano a quelli dello spazio linguistico tedesco – oppure viceversa la preparazione della Paneuropa, che assicura a tutti i tedeschi in Europa l’indipendenza nazionale e l’unitā all’interno di una pių grande federazione.” (citato su KONKRET 12/95).

    forse qualcuno adesso spera, dopo aver preso qualcosa nel passato col comunismo jugoslavo, di prendere qualcos’altro col paneuropeismo (neo-asburgico ?!)

  63. effebi ha detto:

    “Otto d’Asburgo, figlio di Francesco
    Giuseppe d’Austria, eurodeputato per i cristianosociali della Baviera,resosi noto negli ultimi anni per le esplicite dichiarazioni di appoggio alle secessioni jugoslave.”

    magari cìè anche qulcuno che appoggia le secessioni …italiche… chi potrebbe mai essere… !? 🙂

  64. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ ufo
    Io di solito sono un gran lettore, ma devo dirti che alla ventesima riga mi sono addormentato.

    Non potevi riassumere il tutto col concetto: “L’Italia è un paese sostanzialmente fascista e pure ridicolo”?

    Ti dirò: non è un gran pensiero originale, e qui dentro è stato declinato in lungo e in largo da molti contributori.

    Grazie comunque per lo sforzo.

    Luigi (veneziano)

  65. ciccio beppe ha detto:

    Notiziona attualissima.
    A quando le rivelazioni sulla scoperta dell’America da parte dei vichinghi?

  66. ciccio beppe ha detto:

    L’ex presidente norvegese ha dichiarato: “A causa della mancata conoscenza della scrittura dei vichinghi abbiamo perso Nord e Sud America” ?

  67. JACK ha detto:

    Ma Gorizia è italiana?

  68. viceversa ha detto:

    x Gropaiz post 61: informati meglio prima di scrivere inesattezze… semmai furono tribù pagane di slavi, dalle quali deriveranno gli sloveni, calate nei Balcani intorno agli ultimi decenni del sesto sec. che si imporranno sugli Avari e su altre popolazioni barbare, stanziandosi definitivamente nell’attuale Slovenia, e in zone dell’Austria sudorientale; appena nell’ottavo sec. furono sottomessi dai Franchi e poi convertiti al cristianesimo.
    Senza contare che verso il quattordicesimo sec. si diffuse in parte della popolazione slovena le dottrine della riforma (prima traduzione di Trubar in lingua slovena del nuovo testamanto ecc.)

  69. viceversa ha detto:

    @ jack: ma ti te son mascio o femina??

  70. alpino ha detto:

    per colpa de Moreno l’Italia uscì dai mondiali..per colpa dell’ajvar piccante go passà la notte in cesso, per colpa dei tedeschi monaco no xe italiana, per colpa dei Romani Roma non è slovena, per colpa degli Yankee gli USA non sono più Britannici, per colpa de na piera me son inzopedà e son cascà….è colpa del mare del cielo e del mare senza te io non posso più stare..mare profumo di mare senza te io non posso più stare…

  71. JACK ha detto:

    Mah, tuti ga cognomi strani e disi dober dan…

  72. JACK ha detto:

    Quei con i cognomi “normali” se tuti de fora, del sud, ecc. Mah…

  73. francesca ha detto:

    @ufo

    ti voglio solo dire che la Libia non c’entra una mazza perchè qui si parla di continuità territoriale e non di colonie. La Libia poi fu annessa durante la guerra italo-turca del 1911-12 che diede il via anche alle rivolte nei balcani che portarono all’indipendenza della Grecia ecc ecc dimostrando la pochezza militare degli ottomani. Io considero la guerra italo-turca come il primo vero inizio della Grande Guerra contro le oppressioni imperiali dell’epoca (impero ottomano ed asburgico)

  74. iole ha detto:

    francesca, per caso sei italo?

  75. francesca ha detto:

    Chiii?

  76. effebi ha detto:

    itala-san marco

  77. alpino ha detto:

    Italo Balbo

  78. dimaco ha detto:

    Ma censurano e fanno scomparire i commenti qui?

  79. ufo ha detto:

    All’apparenza si. La mia seconda puntata (compresa risposta ad effebi) sembra essere rimasta incastrata negli ingranaggi del marchingegno. Sarà un invito a più cabernet e meno internet? Accolto (non guido).

  80. dimaco ha detto:

    Il punto è che il mio commento è scomparso dopo quasi due giorni di permanenza. Mah, misteri della tecnologia

  81. istriano ha detto:

    jansa non sa la storia.se non cerano i comunisti i sloveni pigliavano un bel niente.eppure mesic li ha spiegato bene che sloveni devono essere grati ai croati se hanno sboco sul mare perche il teritorio e stato liberato/occupato dal ix corpus del armata jugoslava che era composto da dalmati.

  82. dimaco ha detto:

    dovel’hai sentita sta favola? mia nonna era nel ix korpus e non mi risulta che erano dalmati.

  83. francesca ha detto:

    Sarà mica stata una carnefice di un mio avo il Capitano degli Alpini Ennio Roych trucidato dai titini a Luico nei pressi di Caporetto? Il cui corpo rimase disperso. Ecco così mi sono svelato.

  84. dimaco ha detto:

    Ti consiglierei molta attenzione ad affrontare questo argomento. Ho la querela facile.
    Poi mia nonna era una stafetta partigiana. Non fu mai nei pressi di Caporetto, la sua area di appartenenza era la valle del vipacco.
    Non doveva essere cosi malvagia se è finita su history channel. così mi sono svelato pure io.

  85. dino sauro ha detto:

    bah, ennio roych era dei bersaglieri.

  86. francesca ha detto:

    Tito boia!!!!!! Crvena zvezda vergogna dell’umanità!

  87. Liborio ha detto:

    Ci sarà una rivincita e stavolta vinceremo noi!!!!

  88. ufo ha detto:

    Che cocolo che el xe Mauro Manzin quando el scrivi soto dettatura.
    L’ano prosimo podessimo far una scrita ‘TITO’ anca soto a Monte Grisa, magari cole lastre de piera cascade dal formagin. Chi ghe stà?

  89. Liborio ha detto:

    Ricordiamo che a Vittorio Veneto nel reggimento americano c’era Ernest Hemingway contro i sudditi della gallina bicefala.

    http://www.ilrifugiodelpoeta.it/hemingway.html

  90. ciccio beppe ha detto:

    La canzone del Piave è storicamente sbagliata. Il 24 maggio al massimo poteva mormorare l’Aussa o lo Judrio. Il Piave venne molto dopo.

  91. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ ciccio

    In realtà, la canzone è stata scritta nel 1918, considerando tutti i passaggi sopra il Piave. Per cui il primo passaggio dei fanti italiani – che vanno verso il confine – è accolto da un fiume “calmo e placido”.

    “Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio, dei primi fanti il 24 maggio. L’esercito marciava per raggiunger la frontiera, per far contro il nemico una barriera (NDR: Qui è evidente la forzatura: nel 1915 l’Italia andò per aggredire. Era l’Austria a difendersi e a fare la barriera)”.

    Tagliamo il ritornello e andiamo alla seconda strofa, che parla degli eventi del 1917: “Ma in una notte triste si parlò di tradimento (NDR: questa parola venne in seguito modificata in “fosco evento”) e il Piave udiva l’ira e lo sgomento. Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,
    poiché il nemico irruppe a Caporetto (NDR: nella prima versione “per l’onta consumata a Caporetto”). Profughi ovunque dai lontani monti, venivano a gremir tutti i tuoi ponti.

    Nelle strofe successive, si arriva fino alla fine della guerra, con la parte che può interessare più direttamente i triestini:

    “Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento e la Vittoria sciolse l’ali al vento! Fu sacro il patto antico, tra le schiere furon visti risorgere Oberdan, Sauro e Battisti! Infranse alfin l’italico valore le forze e l’armi dell’impiccatore! Sicure l’Alpi, libere le sponde, e tacque il Piave, si placaron l’onde. Sul patrio suol vinti i torvi Imperi, la Pace non trovò né oppressi, né stranieri!”

    Faccio notare che “de facto” la canzone del Piave fu considerata inno nazionale italiano fino al 1946, quando si scelse provvisoriamente “Il canto degli Italiani” (nota maggiormente come “Fratelli d’Italia”). Solo nel 2005 l’inno di Mameli è passato da “provvisorio” a “definitivo”.

    Luigi (veneziano)

  92. chinaski ha detto:

    http://www.youtube.com/watch?v=KovrkD8dCCc

    non c’e’ nessuna gloria.

    i politici e i generali colpevoli di questa roba dovrebbero essere dannati nella memoria collettiva degli europei.

  93. viceversa ha detto:

    che cojoni varda… qua no rivemo a superar una piera che vien fora colline, formagini, tre cime de lavaredo… Ciò ma bora.la, ve piasi ‘sai veder la gente scanarse???
    Bel mesagio che dè. Prima tirè la piera dela convivenza, dela fratelanza e dopo scondè la man lasando che la discusion ciapi altre pieghe verzendo “piaghe” (scuseme il giro de parole)… A cosa servi un moderator???
    E po, ne l’articolo no se parlava dele prese de posizion de Jansa/Pahor del 2010 (E SOTOLINEO 2010!!!)????????
    So che pol eser dificile ma… + coerenza – oportunismo…
    Saluti a tutti

  94. ciccio beppe ha detto:

    O Gorizia tu sia maledetta.

  95. chinaski ha detto:

    che c’e’, viceversa, ti disturbano le immagini della carneficina sul fronte franco-tedesco nel 15-18? ti disturba vedere in quale melma oscena di corpi sbudellati sono piantate le fondamenta della “patria”, di tutte le patrie? forse jansa, e italo-francesca, e tutti i nazionalisti del 2010, dovrebbero guardarsele e riguardarsele quelle immagini, prima di sparare le loro cazzate.

  96. alpino ha detto:

    quante facili parole, quanto perbenismo con il senno di “poi”…

  97. chinaski ha detto:

    e no caro bello, gia’ allora c’era chi non ne voleva sapere di quella roba la’. venivano chiamati disfattisti, finivano in galera, venivano fucilati.

  98. Richi ha detto:

    @ Chinaski

    Spero un giorno di poterti stringere la mano.
    Te son un mulo in gamba.

  99. chinaski ha detto:

    e questo senno di poi, come lo chiami tu, anche oggi e’ merce rara.

  100. alpino ha detto:

    anche la gloria lo è..

  101. ciccio beppe ha detto:

    La gloria?

    http://www.carmillaonline.com/archives/2004/11/001068.html

    Basterebbe che lo sfogliate in libreria, non serve neanche comprarlo.

  102. viceversa ha detto:

    @ chinaski:
    mi dispiace, ma non mi riferivo al tuo post.
    Io mi riferivo E CHIARAMENTE a chi specula sulle discussioni/scontri/divergenze per trarne vantaggio…
    Non c’è nulla da commentare su ciò che dici. C’è solo da riflettere, e per chi vuole (e/o ci crede) donare un pensiero, preghiera, fiore alle vittime di tutte le guerre.
    Comunque, c’è da riflettere anche prima di parlare; credo che nessuno si possa arrogare il diritto della verità universale.
    Le idee vanno rispettate anche se diverse.
    L’ignoranza, l’arroganza e la prepotenza NO.
    Cordiali saluti

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