12 Maggio 2010

Legge sulla famiglia: equiparate le coppie non sposate, discriminato chi risiede in Italia da meno di 8 anni

“La legge sui servizi della prima infanzia e la famiglia avrebbe potuto essere un provvedimento di aggiornamento, di ritaratura e forse anche di miglioramento. Purtroppo non è stato così e si è persa un’occasione”.
Questo è il parere di Annamaria Menosso, consigliera regionale PD e vicepresidente dell’Assemblea legislativa, riguardo l’approvazione delle modifiche sulla legge regionale sulla famiglia. Nonostante sia stata cancellata la discriminazione dei figli di genitori non sposati rispetto a quelli di genitori sposati, secondo la Menosso, permane un’altra discriminazione molto grave e cioè “quella, vergognosa, introdotta dalla Lega Nord, che prevede per l’accesso ai servizi e benefici della legge la residenza in Italia da almeno otto anni di cui uno in regione.”
L’opposizione in generale è molto critica anche verso la modifica dei paramentri dell’Isee proposta dalla Lega Nord, che prevede l’aggiunta del criterio della residenza per il relativo calcolo.

Dopo una lunga e articolata discussione, Il consiglio regionale ha approvato gli ultimi articoli che modificano la legge 11 del 2006  sulla famiglia e sulla genitorialità. La legge prevede sostanziali modifiche agli aiuti per le famiglie.

Ma quali sono le novità principali degli emendamenti? Innanzitutto l’introduzione del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza che sostituisce l’Ufficio del tutore dei minori. Inoltre per semplificare la norma relativa all’individuazione delle associazioni familiari è stato creato il Registro dell’associazionismo familiare, a cui potranno rivolgersi associazioni di volontariato, di promozione sociale, o anche cooperative.
Per quanto riguarda i finanziamenti alle scuole materne non statali (le paritarie) il 50% dei contributi verrà ripartito annualmente in relazione al numero dei bambini iscritti nelle scuole, la restante metà invece in base al numero delle sezioni funzionanti nelle scuole.

“Saranno proprio i minori ad avere la massima attenzione negli interventi regionali, tutti e prescindendo dal tipo di famiglia alla quale appartengono – commenta il capogruppo dell’Udc Edoardo Sasso –.  Le famiglie, diversamente da quanto previsto in precedenza, verranno d’ora in poi intese come soggetti portatori di una propria soggettività sociale e non come una semplice sommatoria di individui come lo sono le coppie di fatto.“

Ma le polemiche che riguardano alcuni emendamenti approvati continuano. In particolare quello della Lega Nord, che prevede per l’accesso ad alcuni servizi la residenza in Italia da almeno otto anni, di cui uno in regione, di fatto esclude una buona parte della popolazione regionale.

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11 commenti a Legge sulla famiglia: equiparate le coppie non sposate, discriminato chi risiede in Italia da meno di 8 anni

  1. tom sawyer ha detto:

    un’ arida stagione bianca

  2. Barbara Belluzzo ha detto:

    la giunta tondo farà bene ad aggiornare il suo slogan in “ospiti di gente così unica da non volersi mischiare neanche con chi viene da portogruaro”

  3. brio zona (blog) ha detto:

    “Le famiglie, diversamente da quanto previsto in precedenza, verranno d’ora in poi intese come soggetti portatori di una propria soggettività sociale e non come una semplice sommatoria di individui come lo sono le coppie di fatto.“

    Cioè?
    chi me la spiega?

  4. Sara Matijacic ha detto:

    @Brio zona:
    io l’ho inteso come: le famiglie verranno tutelate socialmente in quanto tali ( quindi io persona sono tutelata in quanto figlia/moglie/vedova di qualcuno). Le coppie di fatto sono due semplici individui.

  5. cagoia ha detto:

    CIT: secondo la Menosso, permane un’altra discriminazione molto grave e cioè “quella, vergognosa, introdotta dalla Lega Nord, che prevede per l’accesso ai servizi e benefici della legge la residenza in Italia da almeno otto anni di cui uno in regione.”

    Mi de quando lavoro go sempre pagado le tasse in region e i miei genitori prima de mi. Con quele tasse ghe gavemo garantido un posto in asilo ai fioi dei altri. Adesso che ghe tocassi ai miei fioi vignimo scavalcadi da forsesti che no ga mai pagado un.
    Sta roba me sta enormente sule bale.
    Pretendo de gaver la precedenza e se dopo vanza posto, sarà anche per altri.
    Ma mi prtetedo de gaver la precedenza.
    Se dopo sta Menosso la vol rinunciar al posto per i suoi fioi e la ghe vol lassar spazio ai altri che la fazi pur ma che no la vegni a romper le bale, xe un suo problema, una sua scelta ma solo coi suoi posti.

  6. Barbara Belluzzo ha detto:

    Questi “altri” pagano le tasse quanto noi, anzi gli stranieri molto spesso si trovano nella situazione di versare contributi (vedi INPS, INAIL) dei cui benefici non godranno mai, considerato che molti dopo anni di lavoro se ne ritornano al proprio paese d’origine o migrano altrove.

    Il welfare è un diritto di tuti coloro che risiedono, lavorano, studiano e crescono in uno stato, al di là dell’origine, della nazionalità o dello stato civile.

  7. Sara Matijacic ha detto:

    Non sono questioni facili da affrontare, perchè i punti di vista sono molti. Concordo con Barbara e allo stesso tempo comprendo le preoccupazioni di cagoia.

    Solo un pensiero: scrivendo questo articolo ho pensato alle tante discriminazioni che c’erano in America verso gli immigrati italiani: persone venute in un paese straniero per guadagnarsi da vivere, ma che invece venivano trattati quasi al pari degli afroamericani. Ho pensato agli ispanici, che oggi (siamo nel 2010) in alcune zone della California ogni giorno rischiano di essere fucilati. (il film Freedom writers da un’ottima idea della situazione degli ispanici negli USA)

    In Italia fortunatamente non siamo arrivati a questi livelli e in FVG possiamo dire di avere un ottimo ed efficiente welfare (rispetto alle altre regioni). Mi chiedo:
    provvedimenti come il criterio della residenza possono davvero aiutare a migliorare il nostro welfare?

  8. cagoia ha detto:

    CIT: Questi “altri” pagano le tasse quanto noi

    Non tutti. Si pretendono gli stessi diritti anche per gli irregolari.

    CIT: gli stranieri molto spesso si trovano nella situazione di versare contributi (vedi INPS, INAIL) dei cui benefici non godranno mai

    Non è vero. Chi paga i contributi regolari in italia al raggiungimento dell’età si becca la pensione anche se torna all’estero.

  9. ciccio beppe ha detto:

    Saranno proprio i minori ad avere la massima attenzione negli interventi regionali, tutti e prescindendo dal tipo di famiglia alla quale appartengono

    Ma se due genitori non sposati non costituiscono una “famiglia” allora quei minori saranno discriminati rispettoa quelli che provvengono da una “famiglia” di coniugati?

  10. Sara Matijacic ha detto:

    Beh, dal 1975 con il nuovo diritto di famiglia c’è il principio di tutela di tutti bambini, anche di quelli nati fuori dal matrimonio e di fatto nella Legge regionale della famuglia è stata tolta la discriminazione dei genitori non sposati.

    Un’altra cosa è una dichiarazione/opinione di un politico, che può essere controversa, come in questo caso. 🙂

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