26 Aprile 2010

Superporto, Riccardi avverte che è finito il tempo dei convegni

L’ assessore regionale alla Viabilità e Trasporti Riccardo Riccardi è intervenuto oggi al convegno “La funzione internazionale del sistema portuale del Friuli Venezia Giulia”, parlando del progetto “Unicredit Logistics” per l’ ampliamento dei porti di Trieste e Monfalcone <<Non è un progetto come tanti altri e sarebbe un errore troppo grande non lavorarci – ha affermato Riccardi – dobbiamo cogliere quest’ occasione se vogliamo finalmente dare un senso compiuto a quella prospettiva strategica lanciata da troppi anni, delle piattaforma logistica dell’ Fvg , con i suoi tre scali, la sua rete viaria, stradale e ferroviaria, i suoi centri intermodali in funzione retroportuale, a servizio dei mercati dell’Est e del Centro Europa>>.

Pertanto, ha detto Riccardi, <<oggi non possiamo accettare una nuova diramazione del Baltico-Adriatico da Vienna verso Capodistria, che significa anche completare quel sistema portuale Alto adriatico (in grado di competere con gli scali del Nord
Europa) realizzando il collegamento diretto su rotaia tra i porti di Trieste e Capodistria. Dunque interventi sulle reti, anche a livello regionale, eliminando i colli di bottiglia ad esempio del nodo di San Polo a Monfalcone (che a rete esistente consentirebbe il passaggio su ferrovia di 900 mila Teu/anno) o intervenendo sulla stazione di Campo Marzio a Trieste, ma anche incrementare il livello dei servizi legati alla logistica, migliorare l’organizzazione dei servizi “su ferro”, ad iniziare da una riduzione delle tariffe ferroviarie per abbassare i costi di trasporto. In questo scenario, se non abbassiamo i nostri campanili, se non adottiamo una nuova governance dell’intero range portuale regionale, se non adottiamo una diversa cultura di sistema, se non rispettiamo i tempi che un investimento da 1 miliardo di euro (come stimato da Unicredit Logistics) presuppone – ha rilevato l’assessore Riccardi – rischiamo, dividendoci, di giocare tra poveri’, mentre Venezia ad Ovest e Capodistria ad Est ci superano in traffici e potenzialità economiche>>.

“E’ quindi finito il tempo dei convegni”, ha concluso Riccardi, ricordando che la Regione sta lavorando con il Governo centrale per un’intesa che regoli gli assetti portuali in Friuli Venezia Giulia anche alla luce del progetto Unicredit Logistics.

Tag: , , .

116 commenti a Superporto, Riccardi avverte che è finito il tempo dei convegni

  1. arlon ha detto:

    Da questo articolo deduco che “è finito il tempo dei convegni, xe iniziado quel de le ciacole” 😀

  2. Luigi (veneziano) ha detto:

    Faccio notare che qualche giorno fa è stato presentato il progetto del nuovo “porto” del Porto di Venezia, e cioè un’enorme piattaforma al largo di Chioggia, alla quale far attraccare le navi con pescaggio superiore ai 13 metri. Sarebbe il primo passo per l’espulsione del traffico petrolifero dalla laguna.

    Oltre a ciò, sono già in opera dei lavori per un nuovo terminal container (1,5 km di banchina in più) ed i nuovi magazzini a temperatura controllata (oltre 200.000 metri cubi di stoccaggio). Per questi ultimi, i lavori sono quasi finiti.

    Fra il 2011 e il 2013 è in cantiere un nuovo terminal Ro-Ro, che coprirà un’area di 36 ettari, ed è in fase di rilancio il cosiddetto “sistema fluviale veneto” che prevede un sistema di trasporto via chiatta fra Venezia e Mantova. I primi viaggi “di prova” sono già avvenuti a fine marzo, utilizzando delle nuove chiatte portacontainer, che possono portare a regime massimo 3,6 milioni di tonnellate di merci all’anno (1,8 milioni di TEUs).

    Nel frattempo, è partito il rigassificatore di Porto Viro (al largo di Rovigo), che viene considerato come una parte del “sistema portuale regionale” comprendente anche Venezia, Porto Levante e Chioggia e coinvolgente anche il citato porto fluviale di Mantova e quello di Cremona.

    Riporto queste notizie perché il partner bancario/finanziario dell’operazione del nuovo mega-porto in mezzo al mare (1,3 miliardi di investimento) è… Unicredit Logistic: gli stessi che propongono la nuova piattaforma logistica per Trieste.

    Qui trovate la presentazione ufficiale del progetto complessivo: http://www.port.venice.it/pdv/archivio/2010/comunicati/APV_com_100317_Sensini_Porto_Viro.pdf

    Come si noterà, vengono considerati anche Trieste, Capodistria e Fiume, ma la sensazione è che ancora una volta ogni porto a parole parli di integrazione con le altre realtà locali, e poi faccia di testa sua.

    Luigi (veneziano)

  3. stefano ha detto:

    la ragione pretenderebbe che per far il solletico ai porti del nord ci si muova finalmente (dopo decenni di ritardi) con infrastrutture e connessioni fra scali dell’alto Adriatico… poi le Regioni invece hanno ragioni che la ragione non conosce

  4. marisa ha detto:

    “se non abbassiamo i nostri campanili”

    Cosa significa? Significa che Monfalcone e San Giorgio di Nogaro dovrebbero prendere ordini dall’autorità portuale di Trieste? Ossia che qust’ultima potrà toglierà ogni autonomia decisionale ai porti di Monfalcone e san Giorgio di Nogaro sostituindosi a loro nelle decisioni che li riguarda e centralizzando ogni decisione a Trieste?

    Mi risulta che gli operatori del porto di San Giorgio di Nogaro abbiano già risposto a questa ipotesi con un grandissimo NO; e in provincia di Gorizia mi risulta siano già in allerta e pronti a rispingere ogni attacco triestino alla autonomia del loro porto.

    E non è un problema di campanile, come si vuol far credere. E invece un problema di rispetto delle autonomie altrui e di evitare prevaricazioni da parte di chi è politicamente più forte (leggi Trieste).

    Collaborare non significa “essere servi”.

  5. arlon ha detto:

    @ Stefano: ocio che più che i ghe ne parla più par che sta question de “far concorrenza ai porti del nord” sia una simpatica frase fatta giusto per farghe investir ai amici dei amici, ma più spesso nianche a quei.

    I porti del Nord xe STRAPIENI, no i vedi l’ora che i traffici se distribuissi un poco più a sud. In questa condizion basta far do investimenti (tipo i veneti) per gaver traffici istantanei.
    Inutile dir che la situazion normativa e politica a Trieste xe ben diversa dal italia, e quindi no paragonabile, nè gestibile in comun (o in concorenza interna, come desso!).

  6. stefano ha detto:

    se le iniziative triestine sono solo quelle di chiudere il tram e mettere un per de vasche coi pesci nell’ex pescheria!… i sburta tanto il rigassificator che se i fazesi metà dello sforzo per il porto fossimo già almeno alla pari con Koper!… ma spero tanto che i triestini se svei finalmente e i valuti che classe i li ga governadi nei ultimi decenni.

  7. stefano ha detto:

    naturalmente onde evitare che qualcuno si offenda e che qualcun altro venga a fare le specifiche su quanto sopra, mi riferisco a qualsiasi classe politica (nazionale, regionale, provinciale, comunale…) che manca di una VISIONE sulla città, se nn quella di investimenti a breve termine. vedi la compattezza x l’Expo, l’unico momento in cui c’è stato un vero progetto x Ts. Dopo di che… neanche i fondi cipe per la piattaforma logistica. per non parlare del fantasma del porto vecchio.
    Se c’è qualcuno che invece trova le mie affermazioni ingiuste e vuole spiegarci quali strumenti CONCRETI sono all’atto per costruire la Ts del 2020, io nn aspetto altro!…

  8. gigi ha detto:

    @ Marisa

    ci mancava la solita friulana. Ti ricordo che quel banco di sabbia che voi chiamate porto ci è costato nel corso degli ultimi 20 anni almeno 300 miliardi di vecchie lire, quindi soldi nostri oltre che vostri. Solo nel 2010 qualche milioncino di euro è arrivato a Porto nogaro per sbancamento. Tralascio il giro di magnamagna che i politici friulani impongono ma a voi basta un tajut e una pacca sulla spalla per essere contenti. Non è una questione di campanilismi, lo vedo nella mia professione . Se il 90 percento delle merci prodotte in Friuli vengono imbarcate per metà nei porti del nord Europa, e l’altra metà a Genova Venezia e Koper, allora vuol dire qualcosa . Quindi una Regione non asservita alla mancanza di trasparenza per usare un eufemismo dovrebbe avere il coraggio di chiudere quel banco di sabbia e investire i soldi a Trieste e Monfalcone . E porto nogaro che diventi un centro industriale leggermente decente

  9. marisa ha detto:

    Il Porto di Monfalcone è DRAGATO ogni anno! Infatti il canale del porto mi risulta sia sabbioso! Forse troppo spesso questo “particolare” viene dimenticato quando si parla – chiedendo di chiuderlo! – del Porto di San Giorgio di Nogaro. E anche il Porto di Trieste (tratto percorso dalle petroliere) mi risulta venga da anni dragato per rendere i fondali sufficientemente profondi per il passaggio delle petroliere. In più, da quanto a a me risulta, il Porto di Trieste veniva dragato già sotto l’Austria!

    Ma il problema è un altro: Trieste non può mettere le mani sui Porti di Monfalcone e San Giorgio di Nogaro. Che quest’ultimo piccolo porto da sempre dia, ma non ho mai capito il perchè, tanto fastidio agli operatori del Porto di Trieste….è un dato oggettivo! Non c’è occasione in cui – sempre da Trieste – non si tenti di far chiudere questo piccolo porto funzionale all’industria (TANTA! ) che ha alle spalle. E’ un piccolo porto che serve un’importanate zona industriale friulana. Dunque ha una sua funzione. O questa zona industriale friulana, invece di servirsi di un piccolo porto sulla “porta di casa”, dovrebbe portate tutto a Trieste? Forse il problema è tutto qua…..FAR CRESCERE I TRAFFICI DEL PORTO DI TRIESTE! Bella democrazia e bel rispetto degli altri territori regionali!

  10. Luigi (veneziano) ha detto:

    La realtà è molto diversa da come la si descrive: l’aerale interessato alla portualità altoadritica è la Lombardia Orientale, il TAA, il Veneto e il FVG.

    Calcolando solo la produzione industriale del Veneto che viaggia via nave, già oggi su 100 TEU 30 scelgono di farsi imbarcare a Genova, ed altri 30 vanno a farsi imbarcare nei porti del Nord Europa (dati indicati quest’oggi dal provveditore al porto di Venezia in un articolo sul Corriere della Sera).

    Quindi già intercettando il 50% di queste merci (ripeto: prodotte solo dal Veneto!) si potrebbe sfiorare il raddoppio dei movimenti per i porti altoadriatici!

    Perché queste merci non vanno a Venezia o a Trieste?

    Semplicemente perché mancano le strutture logistiche.

    Questa è una miniera d’oro già esistente, per metter mano alla quale è necessario rimodernare al più presto le strutture d’accesso. Ovviamente, la TAV darebbe un impulso decisivo.

    La questione di Porto Nogaro – con tutto il rispetto per i friulani – è abbastanza marginale.

    Porto Nogaro non potrà mai essere un “porto” come Dio comanda, per evidenti ed irrisolvibili problemi di spazio ed infrastrutture.

    Nessuno mai investirà miliardi di Euro a Porto Nogaro, mentre è ovvio che le due aree portuali sulle quali tutti fanno – per adesso abbastanza a parole – affidamento sono da una parte Trieste/Monfalcone, e dall’altra il sistema integrato veneto.

    Un porto come Porto Nogaro avrà un senso solo se avrà la capacità di integrarsi in un sistema molto più ampio di lui.

    In questo senso, non è che “riceverà ordini” da qualcuno: semplicemente tutti quanti “riceveranno ordini” da un ente o da un consorzio interportuale che coordinerà tutto quanto.

    In alternativa, ognuno per sé e Dio per tutti! Il che significa mettere i santissimi sul tavolino e iniziare a martellarsi in garrula gaiezza.

    Luigi (veneziano)

  11. stefano ha detto:

    io sono molto favorevole a una definizione dell’area metropolitana veneziana, sia con l’infrastrutt del porto (x quanto marghera la cancellerei di netto!) sia con l’espansione x le olimpiadi. la crescita di Venezia nn può che portare benefici a tutto il nordest. e’ in qs ottica che le 2 città dovrebbero collaborare al di là delle buone intenzioni e delle promesse….
    poi magari vedrei bene un’autorità unica con base a Ts in maniera che un domani si riesca a conglobare nel sistema altoadriatico anche Koper (e forse anche Fiume).
    Il nuovo sindaco di Ts dovrebbe mettere anche questo punto nel suo programma! (e quello di Ve dovrebbe dar segnali di collaborazione)

  12. marisa ha detto:

    Il Porto di san Giorgio di Nogaro, l’ho già precisato, è funzionale ad un’area industriale che è alle sue porte. Area industriale che si sta espandendo proprio perchè ben servita dalla ferrovia verso Nord e dal Ponto di San Giorgio di Nogaro. Nessuno ha la pretesa di trasformare questo porto in un grande porto al servizio del Nord Italia. Ma avendo una funzione importante per una “precisa” zona industriale (che si trova alle sue porte !) in costante crescita…..non si capisce perchè a Trieste ci sia chi da decenni invoca la sua chiusura!

    O meglio lo si capisce perfettamente: le merci che movimentano le industrie che si servono di questo porto, fanno “gola” a Trieste!

  13. gigi ha detto:

    @marisa

    il tuo fanatismo friulanista mi fa sorridere. Visto che lavoro nel ramo portuale non puoi venirmi a dire scemenze. A Portonogaro vengono imbarcate solo le acque minerali san benedetto e qualche metallo ferroso della zona aussa corno. I dati te li stai inventando di sana pianta , non è in forte crescita e comunque anche se fosse sono stati buttati via centinaia di miliardi di vecchie lire per un banco di sabbia. Come dice giustamente Luigi il veneziano siete e sarete sempre marginali , non potete pretendere di competere con i nostri porti. E non potete neanche pretendere che si continuino a buttare via soldi regionali. Se qualche pazzo imprenditore privato vuole buttare via soldi in nome della furlania ben venga. A proposito mi dispiace doverti dire cara marisa che ho in mano il dossier sul porto nogaro che verrà trasformato in qualcos’altro entro il 2015 chiudendo le attività portuali che sono in forte perdita. Quindi mi dispiace doverti dare questa fitta al cuore friulano

  14. Triestin - No se pol ha detto:

    Ghe regalemo el rigassificador cusì Porto Nogaro risorgerà e gaverà anche el freddo ( forsi xe questo el dossier de gigi ? )

  15. marisa ha detto:

    Gigi….in forte crescita è “l’area industriale”. O non sai leggere? Immagino tu sappia che sono ben 10 anni che il canale che porta al porto di San Giorgio di Nogaro NON VIENE DRAGATO. E il calo avuto dal porto è dovuto esclusivamente ai mancati dragaggi. Dei mancati dragaggi ha beneficiato il porto di Monfalcone. Porto che immagino tu sappia che viene ogni anno dragato, OVVIAMENTE….. tutto a gratis!

    Certo è curioso come a Trieste ci sia chi ce l’ha a morte con il Porto di san Giorgio di Nogaro, visto assurdamente come un possibile concorrente del porto di Trieste…

    Come dire…..Golia (il porto di Trieste), da decenni incapace di decollare nonostante i tantissimi principeschi finanziamenti (quanto è costato il solo molo VII ?), che se la prende con il piccolo Davide (porto di san Giorgio di Nogaro)….

    Che tristezza!

  16. gigi ha detto:

    @marisa
    non riesci a capire che il mio discorso non è sui dragaggi ma su oltre 300 miliardi di vecchie lire oltre ai milioni di euro datti sotto forma di sovvenzioni al porto di portonogaro. La tua cecità friulanista non ti fa capire che il molo Vii a Trieste è diverso da un banco di sabbia a San Giorgio di Nogaro. I triestini non hanno paura di San Giorgio, semplicemente si disinteressano al Porto da anni perchè l’informazione cittadina impone il silenzio sulla situazione disastrosa . Per quanto riguarda la zona industriale abbiamo finanziato un paio di aziende in quella zona e quindi conosco molto bene la zona aussa corno. Sono li soltanto perchè la Regione li sovvenziona giustamente e perchè i friulani sono bravissimi a fare sinergie , cosa che i triestini non sanno fare. Tra l’altro sono triestino di nascita ma sono friulano per il resto quindi non sono un filo triestino, casomai sono un filo triveneto. Mi fa tristezza vedere come questa gente accecata da un friulanismo assurdo non si rende conto che decine di milioni di euro vengono buttati per la finta lingua friulana mentre in realtà è un dialetto. E la gente è senza lavoro. Questo discorso lo posso fare anche per i triestini

  17. gigi ha detto:

    @ Triestin

    il dossier che ho in mano è quello di realizzare un progetto industriale che faccia chiudere il Porto xkè è un buco senza fondo che fa perdere tanti soldi mentre Marisa pensa che l’area industriale sia in forte crescita ma la realtà è diversa da quella che viene scritta sui giornali . Non è un rigassificatore, noi non abbiamo a che fare con i Ciancimino , lavoriamo con gente seria.

  18. ciccio beppe ha detto:

    Perchè i veneti non imbarcano le loro merci ad Ancona?
    Le infrastrutture saranno anche carenti ma una TAC (perchè si parla di questo) dove non può fisicamente passarci (da Ronchi in giù significa bucare letteralmente il Carso per kilometri e kilometri) è una idiozia.
    Tutti i porti della regione (Monfalcone e Trieste) devono guardare ad est perchè per quelle aree sono nati.

  19. stefano ha detto:

    Allo stato attuale non c’è bisogno di alcuna TAC! la rete può reggere benissimo un aumento in decine percentuali delle merci. e un domani, semmai si dovesse proprio intensificare il traffico, bisogna innanzitutto partire dal tracciato fra veneto e friuli, poi pensare alla Ronchi-Ts. al contrario di come si cerca di fare oggi! Un raddoppio delle linee e il bypass di centri abitati non vuol dire per forza gallerie in Carso. NOI CITTADINI dobbiamo batterci per questo!!!

    Basta lagnarse e comincemo a alzar la cresta: ognuno può farlo cominciando a parlar de ste robe in famiglia e sul lavoro… CORAGGIO o rischiamo di affogare nella m… anche qua!

  20. marisa ha detto:

    Commento 16 – firmato da GIGI

    …e ti pareva se prima o dopo qualcuno non saltava fuori sullo spreco di denaro pubblico investito per la tutela della lingua friulana! Pensa quanti poverelli si sarebbero potuti aiutare!

    Ma per favore, basta con questi argomenti razzisti, per non dire di peggio!

  21. abc ha detto:

    Condivido l’opinione di Marisa nel commento 20.

  22. brancovig ha detto:

    condivido l’opinione di gigi al commento 16

  23. marisa ha detto:

    1) “Barricarsi dietro una sola lingua? IDEA NAZISTA” – Prof. Tullio De Mauro in un suo intervento su l’Unità il 29.8.2009

    Credo che il prof. Tullio De Mauro non abbia bisogno di presentazioni tanto è universalmente riconosciuta la sua autorevolezza come linguista.

  24. chinaski ha detto:

    non c’entra niente col porto, ma
    qui si puo’ leggere l’ articolo di tullio de mauro.

    prima parte:

    http://unita.it/news/commenti/87825/barricarsi_dietro_una_sola_lingua_idea_nazista

    seconda parte:

    http://www.unita.it/index.php?section=news&idNotizia=87855

    l’ oggetto della polemica di de mauro e’ soprattutto la pretesa leghista di barricare le comunita’ locali dietro la loro lingua o dialetto.

    tra le altre cose, de mauro scrive:

    “Così l’Italia ci si consegna oggi come un paese capace finalmente di possedere e usare la comune lingua nazionale, ma anche capace d’essere un paese fruttuosamente e marcatamente plurilingue. (…)Questo consapevole costituirsi in grande comunità plurilingue ha avuto una parte di rilievo la nostra scuola di base. Ho accennato prima ad Ascoli e Devoto. Ho omesso di dire che le indicazioni ascoliane furono raccolte e tradotte in chiave educativa da un grande filologo, Ernesto Monaci, e un non meno grande pedagogista, Giuseppe Lombardo Radice. A partire dagli anni sessanta e settanta del Novecento i loro suggerimenti e le loro esperienze educative sono stati raccolti prima da singoli gruppi di insegnanti, come quelli del Movimento di Cooperazione Educativa, poi, filtrati e coordinati, sono diventati indicazioni di programma e di curricolo nella scuola di base. Il rispetto delle differenze linguistiche e dialettali è diventato pratica ovvia e corrente nella scuola elementare ed è stato certamente non ultimo dei fattori che l’hanno portata a diventare una delle migliori, più efficienti e qualificate del mondo.”

    “Il prestito linguistico non solo non è fatto marginale, ma in certi casi modifica profondamente nel tempo la fisionomia di una lingua. (…) Anche paesi a lungo isolati dai flussi migratori, come il Giappone, si sono ormai aperti alle ondate di migranti coreani, cinesi e del sud-est asiatico. Sono flussi demografici che creano nuovi spazi per il plurilinguismo e nuove necessità per sperimentare la capacità umana di apprendere altre lingue oltre la materna. E lo stesso avviene sotto i nostri occhi nelle scuole, nelle imprese, nelle case dove milioni di immigrati conservando ovviamente la loro lingua materna, cui spesso si aggiungono un buon inglese o francese, vengono imparando i nostri dialetti e la nostra lingua”

    “Non voglio qui riprendere polemiche contro la squallida mozione Cota sulle classi ghetto. Al contrario, voglio invitare a una saggia pazienza: Cota può far del male a breve termine, ma i Cota passano e la vocazione plurilingue dell’uomo resta.”

    “Ma non è possibile tacere degli apporti che l’italiano e i dialetti hanno tratto nei secoli da un’altra lingua, l’arabo. (…) Anzitutto nei nostri dialetti, specie nelle parlate siciliane, attraverso cui sono poi spesso passate nell’italiano comune, come cosca, dammuso, sciarra e sciarriari, zagara, ma si pensi anche al genovese camallo o all’orginariamente veneziano arsenale. Molte si sono insediate nell’italiano dai primi secoli della nostra storia linguistica come effetto del superiore prestigio culturale che avevano gli islamici dall’Arabia all’Africa Settentrionale alla Spagna. Ecco una piccolissima scelta di queste parole: alambicco,albicocca, alchimia, alcol, alcova,alfiere, algebra, algoritmo, almanacco, ammiraglio, arsenale, auge, assassino, azimut, azzardo, azzurro. Nutrizione e astronomia, chimica e costume, tecnologia e matematiche: tutti campi in cui noi, ma anche altri europei, abbiamo imparato cose e parole dalla grande cultura araba. Dell’amalgama (arabismo!) di tante contaminazioni è fatta l’identità delle nostre parlate e dell’italiano.”

  25. chinaski ha detto:

    ma perche’ e’ sparito il mio commento?

  26. chinaski ha detto:

    buh, ora e’ ricomparso. ragazzi, avete dei problemi col sistema?

  27. marisa ha detto:

    Oggetto dell’intervento di Tullio De Mauro è anche la pretesa da parte del “Talebani” della lingua italiana di voler cancellare i dialetti della lingua italiana e le lingue delle minoranze linguistiche storiche (di cui la minoranza linguistica/etnica friulana è una delle 12 riconosciute dallo Stato italiano in attuazione dell’art. 6 della Costituzione italiana).

    Dunque il prof. Tullio De Mauro non fa solo un intervento contro la Lega Nord, ma anche contro gli “italianissimi” che rifiutano il plurilinguismo e considerano la sua tutela (che “ovviamente” ha un costo economico) un innaccettabile spreco di denaro pubblico.

  28. marisa ha detto:

    In tutto il suo intervento, Tullio De Mauro, punta l’indice soprattutto sugli “italianissimi”. La Lega Nord, nell’intervento di De Mauro, è considerata l’armata Brancaleone, che buona ultima, è entrata in una battaglia che con ben altro spessore intellettuale altri hanno condotto in tempi di nazionalismo spesso acceso.

    Tullio De Mauro in questo intervento accusa il “nazionalismo italiano” reo di non accettare il plurilinguismo.

    Cerchiamo di non stravolgere il senso dell’intervento del prof. Tullio De Mauro facendogli dire cose che non ha detto.

  29. chinaski ha detto:

    marisa, de mauro stigmatizza *chiunque* usi la lingua per marcare un territorio, per tracciare una linea di demarcazione tra “noi” e “gli altri”, per immaginare assurdi protezionismi culturali, e cosi’ via. non a caso una buona parte dell’ articolo e’ dedicata all’ influenza delle altre lingue sulla lingua italiana e sui suoi dialetti. quindi il discorso di de mauro si applica sia agli “italianissimi”, sia ai pasdaran leghisti, che usano il dialetto per marcare il territorio come fanno i cani quando pisciano sui lampioni.

  30. chinaski ha detto:

    e porca miseria, marisa, ci sara’ ben una differenza ad esempio tra il modo in cui usavano il dialetto piemontese i mau mau, negli anni novanta, e il modo in cui invece lo usano i gruppi musicali folkloristici che vanno per la maggiore in questi anni.

  31. chinaski ha detto:

    questi sono i mau mau, per capirci:

    http://www.youtube.com/watch?v=H1Foh5NDAJg

  32. marisa ha detto:

    @ CHINASKI,

    dove Tullio De Mauro nel suo intervento scrive di “lingua” usata per marcare il territorio? Da nessuna parte. Rileggiti l’intervento.

    Questo intervento di Tullio De Mauro, non è stato scritto contro la Lega Nord, ma contro i nazionalisti italiani che nel settembre 2009 avevano scatenato il putiferio, sulla stampa nazionale, contro la tutela della lingua friulana.

    Nel suo intervento sull’Unità, Tullio De Mauro, citando la Lega Nord, scrive: ” Tre fatti soprattutto meriterebbero… (…). Rispetto ad essi le uscite leghiste, i loro – arrivano i nostri – filodialettali, rassomigliano a uno sciocco remake dell’arrivo della cavalleria nei vecchi film di Tom Mix, una cavalleria che arriva in ritardo quando le cose sono profondamente mutate”.

    Dunque “una bastonata” alla Lega Nord perchè arriva buona ultima nella tutela dei dialetti e più che mai pasticciona e dilettante.

    Questo e solo questo, Tullio De Mauro scrive riferendosi alla Lega Nord.

    Tutto il resto dell’intervento è un elogio al valore del pluringuismo; un rammentare i grandi intellettuali che hanno creduto in passato in questo grande valore; un fare la storia della lingua italiana.

    Poi, con riferimento al plurilinguismo, Tullio De Mauro condanna con forza coloro che sono contro il plurilinguismo, usando parole di fuoco e definendo le loro idee: “idee naziste”.

    E secondo te, chi è contro il “plurilinguismo”? Chi è “che fa le barricate dietro una sola lingua”?
    Non la lega Nord, a mio giudizio (ma mi pare anche di Tullio De Mauro nell’intervento pubblicato sull’Unità) arruffuna e dilettante, armata Brancaleone delle truppe filo-dialetti, ma il becero NAZIONALISMO ITALIANO.

    E il titolo dell’intervento è riferito proprio al nazionalismo italiano che tanto si batte contro i dialetti e le lingue minoritarie. Questo nazionalismo italiano che tanto insiste (anche in questo Blog !) sui presunti sprechi dei finanziamenti alle minoranze linguistiche storiche.

    Non estrapolare tesi che non ci sono nell’intervento, ma che probabilmente sono tue personali. Condivisibili o meno, ma non sono state espresse dal prof. Tullio De Mauro nel suo intervento sull’Unità.

  33. chinaski ha detto:

    marisa, de mauro scrive:

    “Non voglio qui riprendere polemiche contro la squallida mozione Cota sulle classi ghetto. Al contrario, voglio invitare a una saggia pazienza: Cota può far del male a breve termine, ma i Cota passano e la vocazione plurilingue dell’uomo resta.”

    *squallida mozione cota*, hai capito? si riferisce alla mozione con cui cota chiedeva l’ istituzione di classi separate per i figli degli immigrati.
    de mauro stigmatizza fortemente il protezionismo culturale, contesta l’ idea che le lingue siano immutabili e ancorate unicamente al territorio in cui sono parlate. da qui parte ad esempio la sua disquisizione sulle parole di origine araba.

  34. jacum ha detto:

    La legge 84/94 va riscritta almeno nel passaggio che tratta il Porto di Trieste.

    Il passaggio legislativo va semplicemente cancellato perchè la legislazione applicata deve essere quella internazionale e non italiana. Il Porto di Trieste come nei confini del 1939 non è territorio italiano, ma è internazionale, ossia extraterritoriale. per intenderci l’alza bandiera si fa con le bandiere dell’ONU e l’Alabarda.

    Riguardo il superporto e al progetto “Unicredit Logistics” bisogna dire che è talmente assurdo e irrealizzabile che, come ci ha segnalato gigi el venesian, è meglio che investono soldi a venezia.
    Il porto di Monfalcone e di Nogaro non sono concorrenziali con Trieste, mentre quello di Koper verrà inglobato in quello di Trieste dove verrà estesa la sua giurisdizione.

    http://www.portoliberotrieste.org

  35. gigi ha detto:

    ragazzi vi state incartando su un articolo di un giornale . Cercate di difendere il vostro territorio questo è il problema. Io sono per la tutela del friulano come il sloveno , ma visto che giro un casino per lavoro , è terrificante vedere questi personaggi friulani che parlano friulano invece di parlare inglese o tedesco o altre lingue. Per pietas umana tralascio il triestinismo che è l’altra parte della stessa medaglia. Solo che centinaia di associazioni per la tutela del friulano sono troppe e quindi sono dei parassiti mantenuti da gente come Marisa che purtroppo continua ad esprimere dei giudizi alquanto pittoreschi. La Regione Friuli Venezia Giulia è nata a causa di Trieste e della perdita dell’entroterra nel dopo guerra, ed è nata anche per tutelare la comunità slovena e altre minoranze come quella ladina e tedesca. Ora cazzo non è possibile che si buttino via decine di milioni di euro che dovrebbero essere investiti nel sociale e in altre cose più concrete. Tanto per fare un esempio tutti conoscete il Belgio e conoscete la questione francofona e fiamminga. Come mai per la tutela del fiammingo che permettetemi ha molta più dignità di un friulano qualsiasi , spendono 5 milioni di euro mentre per il friulano in una regione come questa si spende direttamente e indirettamente almeno una 50 di milioni di euro? Questo non è nazismo cara marisa. Ma tu chi cazzo sei per arrogarti il diritto di sparare cazzate offensive e idiozie come il fatto di dare dei nazisti a chi dice certe cose? Ti rifugi dietro ad un linguista che voleva dire tutt’altro? Vedi con il tuo friulano non capisci neanche l’italiano . Porca miseria riuscite a farmi adirare tutti. Per fortuna che ci sono sempre meno persone come marisa e più persone come me. Infatti Illy che ascoltava gente come Marisa ha perso proprio in Friuli. Meditate gente

  36. gigi ha detto:

    Errore: come lo sloveno volevo scrivere

  37. marisa ha detto:

    Io non ho dato del nazista a nessuno. Ho solo riportato un intervento del maggiore linguista che oggi l’Italia ha. E il titolo dato a questo intervento è “Barricarsi dietro a una sola lingua? Una idea nazista”. Quindi lo ha detto il prof. Tullio De Mauro e non io.

    Per quanto riguarda le cifre che spari sui fiananziamenti dati alla tutela della lingua friulana, sei lontanissomo (in eccesso !) dai dati reali. Informati meglio. E già che ci sei rileggiti l’intervento di De Mauro.

  38. Luigi (veneziano) ha detto:

    L’articolo che siamo invitati a commentare riguarda un’ipotesi: creare un “superporto” invece che mantenere l’attuale situazione.

    Chi pensa che sia più importante mantenere il proprio “particulare” è destinato a soccombere, di fronte a realtà – non solo straniere: anche italiane – che si stanno già muovendo investendo miliardi di Euro.

    In un’ottica futura è necessario garantire alle imprese lombarde, venete e friulane di poter imbarcare rapidamente e a prezzi contenuti le proprie merci.

    A Porto Nogaro non portano le proprie merci nemmeno gli industriali friulani, per cui è una questione totalmente marginale della quale stiamo parlando solo perché agli occhi di Marisa è il “Porto Nazionale Friulano”. Invece è una realtà che non ha mai prodotto un centesimo di utile da quando è nata, dando lavoro direttamente a meno di 150 addetti.

    Quindi se Porto Nogaro vuole allearsi con Monfalcone e Trieste bene, altrimenti chissenefrega!

    Deve essere chiaro a tutti che non solo è necessaria questa alleanza fra i porti, ma è necessario anche dare l’avvio a tutti i lavori per l’Alta Velocità: un’opera strategica per l’Italia intera.

    Sarebbe bene quindi che tutti si sbrigassero: se per mille motivi non si vuole che la TAV passi per Trieste, lo si dica chiaramente: si traccerà una linea più a nord. Se invece si vuole che passi per Trieste, volere o volare bisogna scegliere un tracciato.

    Luigi (veneziano)

  39. chinaski ha detto:

    marisa

    la frase completa di tullio de mauro e’ la seguente:

    “Nel mondo antico di cui restiamo sempre debitori furono primi gli Epicurei e poi i primi cristiani, quelli del miracolo della Pentecoste, a capire e insegnare ciò che gli studi moderni confermano: che il seme della differenza linguistica e culturale è in ciascuno di noi, nelle nostre coscienze e nel nostro cervello. Soltanto un nazista pazzoide, come fu Hitler, o un decerebrato che si rivolga a decerebrati può rovinosamente fantasticare di altre strade.”

    hai capito? *il seme della differenza linguistica e culturale è in ciascuno di noi, nelle nostre coscienze e nel nostro cervello*, non nei cartelli con scritto spingere-sburtait. (cartelli verso i quali non ho assolutamente niente in contrario, sia chiaro. li considero solo futili, ma il mondo e’ pieno di cose futili)

  40. marisa ha detto:

    GIGI, tu non sei nè per la tutela del friulano, nè per la tutela dello sloveno. Punto e STOP. Quindi per cortesia smettila di fingere di fare il democratico rispettoso dei diritti linguistici delle minoranze linguistiche quando dai tuoi commenti risulta una intollerenza oserei dire viscerale nei loro confronti. Guarda che sappiamo leggere i tuoi commenti…..

  41. marisa ha detto:

    @ Chinascki

    “plurilinguismo” è anche un adesivo con sopra scritto “spingere-sburtait”. Un “plurilinguismo visivo” fondamentale per la tutela delle minoranze linguistiche.

    Conoscendo altri scritti del prof. Tullio De Mauro, credo proprio che la frase che riporti vada interpretata nel senso che l’idea della “lingua unica” è una idea da nazista pazzaoide. Non certamente che non ci deve essere anche il plurilinguismo visivo (toponomastica, etichette, cartelli. ecc.). Figurarsi! Il Prof. Tullio De Mauro è stato una dei padri spirituali della L. 482/99. E questa legge prevede il bilinguismo visivo.

  42. chinaski ha detto:

    scusa marisa, ma stai dicendo un’ ovvieta’.

    come e’ del tutto evidente che la lega sia nemica acerrima delle differenze culturali, e lo si e’ visto al cimitero di paderno alcune settimane fa.

    per questo ho scritto e riscrivo che *il seme della differenza linguistica e culturale è in ciascuno di noi, nelle nostre coscienze e nel nostro cervello*, non nei cartelli con scritto spingere-sburtait.

  43. marisa ha detto:

    Evidentemente ti sfugge quanto sia fondamentale per la tutela della minoranze linguistiche il plurilinguismo visivo….

    E non è un caso che sia previsto dalle norme europee di tutela delle minoranze e anche dalla L. 482/99.

  44. chinaski ha detto:

    marisa, te lo dico con altre parole, ma poi smetto perche’ mi sto stufando. il senso del mio discorso e’: a cosa serve farsi belli dei cartelli bilingui, se poi si arriva al punto di accanirsi contro una bambina morta, perche’ islamica?

  45. marisa ha detto:

    Scusa…ma cosa c’entra la Lega Nord e la loro assurda protesta per il 200 tombe posizionate verso est del cimitero di Paderno….con la tutela delle minoranze linguistiche?

    Sono due tematiche completamente diverse!

    Io approvo pienamente il bilinguismo visivo ma ho trovato avvilente la raccolta di firme della Lega Nord contro la concessione di 200 tombe orientate verso est…

    Ho capito che per te la Lega Nord è il male assoluto…..ma cosa c’entra questo partito con i diritti linguistici delle minoranze linguistiche? Non ce la fai proprio a distinguere le due realtà?

    Cosa c’entra un povero (anche in termini di costi !) adesivo con sopra scritto “sburtait” con la Lega Nord? Nulla, assolutamente nulla….

    Perchè mescoli le mele con le patate?

  46. chinaski ha detto:

    marisa, se e’ per questo tutto il nostro scambio di opinioni non c’entra niente col tema della discussione, che dovrebbe essere il “superporto”.
    il discorso sulla lega nasce dalla lettura dell’ articolo di tullio de mauro, con tutte le divagazioni che ne seguono. e’ chiaro che se si parla di lingue si parla anche di culture, e cosi’ via.

  47. chinaski ha detto:

    io poi ho detto che non ho assolutamente niente contro gli adesivi spingere-sburtait, ma forse te ne sei dimenticata.

  48. gigi ha detto:

    cara marisa, il mio non è un odio viscerale , solo che sono contro la stupidità tutto quà. La tua fortuna è che alla fine tutti ci stufiamo delle tue stupidaggini. Mi hai dato del nazista, confondi le carte apposta perchè si vede che sei figlia del sistema marcio e corrotto che regna in questa Regione. Ti ho dimostrato che in Belgio spendono dieci volte di meno per tutelare il fiammingo e tu su questo ovviamente non rispondi. Ti ho dimostrato con i fatti che Porto nogaro è un porto fallimentare, e tu mi tiri fuori balle su balle. Ci prendi tutti per sfinimento. Vorrei tanto sapere cosa fai nella vita reale, come mai continui a sparare cazzate su cazzate. Comunque la mia posizione è la stessa dei sindacati e degli industriali friulani , cioè tutela giusta e non corrotta alle minoranze linguistiche e più soldi alle famiglie e al sociale. Ma tu hai detto in un post precedente che è più importante sprecare soldi con il friulano e con porto nogaro. Io mi auguro che questa Regione inutile e piena di gente come Marisa , capisca che il mondo va da un’altra parte. Altrimenti tenetevi il friulano con le fabbriche chiuse, disoccupazione record, etc etc. Io non rispondo più su questo argomento. Tanto alla fine Riccardi, tornando al discorso iniziale, ha pienamente ragione. Basta con i convegni sui porti , ma anche sul resto. Bisogna agire.

  49. marisa ha detto:

    Io non ho mai dato del nazista a nessuno!
    Quindi smettila di attribuirmi affermazione che non ho fatto.

    Ho solo riportato l’intervento che il più importate linguista italiano – prof. Tullio De Mauro – ha pubblicato sul quotidiano l’Unità contro il pesantissimo l’attacco che nel fine agosto e settembre 2009 – inizialmente dalla sinistra italiana ormai nazionalista da far paura – è stato sferrato sulla stampa italiana alla tutela della minoranza linguistica friulana.

    Volevano colpire la Lega Nord e la sinistra democratica italiana ha pensato bene di farlo attaccando e diffamando la minoranza linguistica friulana. Il prof. Tullio De Mauro, da sempre amico dei friulani, è intervenuto con questo intervento pubblicato sull’Unità.

    Fai bene a non rispondere più a questo argomento, considerato il livello dei tuoi commenti….

  50. chinaski ha detto:

    bah, marisa, mi sembra che tu stia distorcendo il contesto in cui e’ stato pubblicato l’ articolo. da come la racconti tu, sembra che de mauro sia intervenuto sull’ unita’ per difendere i friulani dagli attacchi della sinistra. io leggo l’ unita’ ogni giorno. la realta’ e’ che concita de gregorio aveva chiesto a de mauro un intervento di tipo scientifico-divulgativo, per portare un minimo di raziocinio nel dibattito isterico innescato dalle sparate della lega nell’ estate del 2009. in quel momento tutti, fautori dei dialetti e fautori dell’ italiano, si stavano barricando ciascuno dietro una lingua. di qui il titolo dell’ articolo.

  51. chinaski ha detto:

    cio’ che pensa de mauro della “politica culturale” della lega e’ molto chiaro:

    http://video.unita.it/media/Mondo/Tullio_De_Mauro_sulle_classi_ponte__9.html

  52. marisa ha detto:

    Ovviamente il mio commento nr. 50 era in risposta al commento di GIGI (commento nr. 49).

    @ CHINASKI

    …si vede che segui solo l’Unità e non anche l’Espresso (settimanale) e gli altri quotidiani o settimanali nazionali.

    ….si vede che non sei a conoscenza della spaventosa e diffamante campagna stampa lanciata dalla sinistra “democratica”, a livello nazionale, contro la minoranza linguistica friulana (fine agosto 2009 – settembre 2009). Campagna stampa che aveva il fine ultimo di attaccare la Lega Nord ma che è stata fatta diffamando strumentalmentente la minoranza linguistica friulana additata (dalla sinistra democratica! ) come esempio di spreco di denaro pubblico. In questa campagna stampa lanciata dalla sinistra (ovviamente sempre molto “democratica”) è intervenuto il prof. Tullio De Mauro con questo splendido articolo sul valore del plurilinguismo: perchè questo è IL TEMA dell’articolo pubblicato sull’Unità.

    Se non ricordo male tu sei laureato in matematica e dunque dovresti sapere che in matematica abbiamo “una tesi a cui segue una dimostrazione, e poi degli eventuali corollari”. La tesi principale dell’articolo di De Mauro è “il grande valore del plurilinguismo” e nell’articolo poi si svolge la dimostrazione di questa tesi. Poi nello svolgersi della dimostrazione si aggiungono corollari. Uno di questi riguarda la Lega Nord. Ma te ne segnalo altri due, ugualmente importanti.
    1) all’inizio dell’intervento De Mauro fa una (auto)critica al mondo dei linguisti affermando che loro (i linguistici) con grande probabilità non sono stati capaci di far capire e trasmettere il valore del plurilinguismo. Direi una autocritica molto importante, soprattutto perchè fatta dal maggior linguista che l’Italia abbia.
    2) Nel testo ad un certo punto si parla degli intellettuali e della loro paura di contaminare i loro scritti con parole o espressioni dialettali. Ossia si afferma (ovviamente ti riassumo il senso) che gli intellettuali, in linea di principo, sono nemici dei dialetti che considerano qualcosa di inferiore da tenere alla larga nei loro testi da scriversi solo in italiano “purissimo”.
    Direi due corallari importanti e molto interessanti. Non ti pare?

    ———–
    PER TUTTI

    A questo punto spero si ritorni a discutere di porti (QUESTO L’ARGOMENTO DEL POST !), lasciando fuori affermazioni che con i porti non hanno nulla a che fare ma che sono, ovviamente a mio giudizio, solo gratuite provocazioni nei confronti della minoranza linguistica friulana.

  53. chinaski ha detto:

    marisa, l’ unita’ se non sbaglio e’ un quotidiano della sinistra democratica.

    inoltre la sinistra al massimo avra’ attaccato *la legge di tutela della minoranza friulana*, non *la minoranza friulana*.

    infine: lascia stare la matematica. la linguistica puo’ utilizzare la matematica come strumento per studiare le lingue. ma la linguistica non procede per deduzioni.

  54. chinaski ha detto:

    ah, ancora una cosa. de mauro cita calvino, che era un intellettuale, a difesa dell’ uso delle espressioni dialettali. io aggiungerei anche pavese, gadda, pasolini, levi… e poi, perche’ no, de andre’, paolini…

  55. chinaski ha detto:

    aggiungi anche il collettivo wu ming

  56. marisa ha detto:

    CHINASCKI, spiacente….ma è stata attaccata la “minoranza linguistica storica friulana”. Mi spiace tu sia disinformato.

  57. ciccio beppe ha detto:

    Io direi che sarebbe ora di chiudere la questione porto con un bel mega-convegno.

  58. marisa ha detto:

    COMMENTO 55

    Precisamente nell’intervento a firma di De Mauro, possiamo leggere:
    “Con ciò siamo al terzo fatto (…). Usuale allora, ma ancora anni dopo Italo Calvino diagnosticava il – terrore semantico – il terrore delle efficaci e semplici parole dirette che troviamo nel parlato e nei dialetti, COME DIFETTO COSTITUTIVO DELLO SCRIVERE DI TROPPI INTELLETTUALI ITALIANI”.
    ———–

    E ora parliamo di porti….

  59. Luigi (veneziano) ha detto:

    La “sinistra democratica e nazionalista italiana” che attacca la “minoranza linguistica storica friulana”.

    Marisa, ogni tanto ti desti dall’incubo in cui vivi, oppure ti ha preso H24?

    L.

  60. Richi ha detto:

    @ Marisa e Chinaski

    Vi e’ una specie di grosso equivoco di fondo.

    Io non credo che nessuno volesse attaccare i Friulani o simile, semplicemente i giornali han bisogno di tappare gli spazi bianchi con qualcosa e da li’ e’ partito l’articolo.

    Con buona pace di tutti noi in regione che ci scanniamo un giorno si e l’altro pure sulle minoranze, sul Friulano a scuola, sui cartelli in Sloveno, sull’identita’ di Gorizia, su Tito eccetera…….nel resto d’Italia di questi temi se ne sbattono ampiamente le palle (scusa il linguaggio).

    Quasi nessuno al di fuori del FVG conosce questi temi anche solo superficialmente e persino quelli che dovrebbero essere gli addetti ai lavori, quando se ne occupano, incappano spesso in clamorosi strafalcioni.

    Aggiungiamo inoltre che nel campo politico il movimento che avrebbe dovuto tutelare le minoranze linguistiche del territorio, le autonomie e le culture locali (la Lega) ha compiuto le piu’ grosse giravolte ed e’ ora e’ sostanzialmente un partito impresentabile e basta e morale della favola al giorno d’oggi, chiunque tocchi certi temi specialmente a Nord del Po viene automaticamente tacciato di xenofobia, chiusura mentale, bigottismo eccetera, accusato di anti-italianita’ da destra e spesso pure visto come un bifolco anche a sinistra.

    Se io parlo di “minoranza linguistica Friulana” a Ovest di Treviso e a Sud di Rovigo, nel 99.9% dei casi mi guarderanno con sbigottimento, se non mi daranno direttamente del pirla. Questa e’ l’amara realta’.

  61. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Richi
    E che speravi: che il 99,9% degli italiani sapesse dell’esistenza di una “minoranza linguistica friulana” o di una “minoranza linguistica sarda”?

    Sapranno che ci sono i sardi e i friulani, vivaddio, ma non credo sia obbligatorio che conoscano le leggi sulla tutela delle minoranze linguistiche, e il loro elenco. Tu su due piedi sapresti fare la lista completa e sapresti dirmi dove stanno – per esempio – i francoprovenzali, i greci, gli albanesi o i croati?

    Luigi (veneziano)

  62. chinaski ha detto:

    @ marisa 59

    non capisco il senso dell’ obiezione. ho elencato alcuni scrittori che hanno attinto alle parlate dialettali per dare maggiore espressivita’ alla loro scrittura. tu mi dici che troppi intellettuali hanno il terrore delle espressioni dialettali. sai che novita’. se e’ per questo, troppi intellettuali hanno anche il terrore della cultura scientifica (l’ italia forse e’ l’ unico paese al mondo in cui la matematica, la fisica, la biologia ecc. sono considerate discipline poco nobili, al cospetto della storia, della filosofia e della letteratura)

  63. marisa ha detto:

    Parliamo di porti….

    Corriere della Sera del 3 aprile 2010:

    http://www.meetup.com/beppegrillotrieste/messages/boards/thread/8900706/

  64. chinaski ha detto:

    appunto.

    “Trieste aveva, al pari degli Stati Uniti, il vantaggio di non possedere un passato. Popolata di commercianti e speculatori italiani, tedeschi, inglesi, francesi, greci, armeni, ebrei in variopinta miscela, non piegava sotto le tradizioni.” (K. Marx)

    el mato co’ la barba no ‘l iera mona.

  65. gigi ha detto:

    mi fa piacere vedere che non sono l’unico a pensare certe cose su marisa. E’ terrificante leggere le cazzate che scrive. Infatti non intervengo più a sottolinearle . Ripeto ancora non ho ricevuto risposta su un dato incontrovertibile cioè che per la minoranza fiamminga ( che poi sono quasi 4 milioni di persone) il Belgio spende intorno ai 5 milioni di euro cartelli visivi compresi. La Regione FVG spende intorno ai 50 milioni per il friulano. Approfitto per fare i complimenti a luigi veneziano e chinaski, oltre a molti altri che hanno un livello culturale molto elevato e con il quale sarebbe bello incontrarsi e discutere sui problemi reali di Trieste della Regione FVg e soprattutto del Triveneto. Se non iniziamo a ragionare su questo saremo tutti fagocitati da marisa e i suoi amici.

  66. gigi ha detto:

    A proposito ho saputo da una mia amica che conosce Marisa chi è realmente e cosa fa tutto il giorno. Pensate che quando l’ho saputo ho provato una grandissima pietas umana. La mattina ha la suoneria che fa ” Al cjant el gial al criche el del….. mandi ninine etc etc” Si sveglia e fa la colazione con la pinza triestina , solo per poterla sputare e dire che ha sputato ai triestini. Poi va a lavorare e se non trova parcheggio comincia ad urlare , triestini boieeeeeeeee ostieeee. Nessuno la sopporta infatti inizia alle 9 di mattina e finisce alle 9 di sera e parla solo in friulano stretto, con qualche bestemmia sui triestini. Non trova posto in bar? colpa dei triestini. Non riesce a lavorare? colpa dei triestini. La sera non guarda la tv xkè non parlano in friulano , va a farsi un aperitivo a san giorgio di nogaro e si commuove di fronte alla sabbia inquinata di portonogaro. Poi torna a casa e aspetta il suo uomo. E quando dall’uscio di casa entra lui e le dice: Ciò te me ga fatto de magnaaaaaaar qualcossa ? Go fame , xè tutto el giorno che vado in giro per i baretti mi digo dame un spritz e i me rispondi ai sol taiut. Non capisso cossa che i disi sti mone de furlani. A quel punto tutto torna e capiamo xkè è così furlanista

  67. abc ha detto:

    Non conosco Marisa, ma non mi piace il tono di quest’ultimo commento. Che … finezza.

  68. marisa ha detto:

    @ ABC

    al commento 36, Gigi scrive:

    ” e terrificante vedere questi personaggi friulani che parlano friulano invece di parlare inglese o tedesco o altra lingua”

    “centinaia di associazioni per la tutela del friulano sono troppe e quindi sono dei parrasiti mantenuti”

    “la tutela del fiammingo che permettetemi ha molta più dignità di un friulano qualsiasi”

    per poi approdare nell’invenzione del secolo:
    “per il friulano…si spende direttamente o indirettamente almeno 50 milioni di euro”

    come meravigliarsi quindi del commento 67?

    Meraviglia invece che il gestore di questo Blog permetta commenti come quelli sopra riportati….

  69. ciccio beppe ha detto:

    Don’t cry for me furlanìa?

  70. abc ha detto:

    Si dovrebbe parlare dei portidella regione, ma nel commento 16 viene fuori la solita solfa contro la tutela del friulano, che nulla ha a che fare con l’argomento di cui si tratta.
    Concordo con te che non c’è da meravigliarsi del commento 37, decisamente il più
    squallido delle migliaia che ne ho letti qui in questi anni. Speriamo che in questo bel sito non prenda piede questa forma di feltrismo.

  71. abc ha detto:

    67 anziché 37

  72. Richi ha detto:

    @ Luigi 62

    @ Richi

    E che speravi: che il 99,9% degli italiani sapesse dell’esistenza di una “minoranza linguistica friulana” o di una “minoranza linguistica sarda”?

    Io in Sardegna non ci sono mai stato eppure so benissimo che vi e’ una lingua sarda e un popolo sardo. Non mi auguro che lo sappiano (dell’esistenza del sardo e del friulano intese come lingue) il 99.9% degli italiani, ma una percentuale decente si’.

    “Sapranno che ci sono i sardi e i friulani, vivaddio, ma non credo sia obbligatorio che conoscano le leggi sulla tutela delle minoranze linguistiche, e il loro elenco.”

    Mai detto e sostenuto questo.
    Ma voglio porti un esempio, forse scemo, premettendo che non discutero’ oltre se mi taccerai di anticentralismo, campanilismo, pregiudizi anti-italiani o simili.

    Chiunque guardi un minimo -ma proprio un minimo- di televisione non fa altro che venire bombardato dalla mattina alla sera di accenti centro-meridionali e di un’immagine dell’Italia prettamente e quasi esclusivamente centro-meridionale (o meglio, il suo stereotipo). La stessa Italia all’estero e’ vista cosi’ e la “cultura Italiana” che viene diffusa e’ questa.
    Anche chi non e’ mai stato a Napoli o Roma ti sapra’ dire a braccio i nomi di oltre cinque quartieri di queste grandi citta’ (per Milano invece non accade, tanto per fare il paragone con un’altra metropoli).

    Ora io non pretendo che nelle scuole del Molise si facciano dibattiti sul Fronte Friulano o che nelle discoteche di Rimini ci si interroghi sull’indipendentismo sardo: ci mancherebbe. Pero’ sapere che esistono il sardo e il friulano in quanto lingue, mi sembra il minimo.

    Cosi’ come mi sembra giusto pure (piccola considerazione personale) che non mi capiti -ed e’ capitato, eccome se e’ capitato- di sentirmi dire che vivo in “Slavonia”, che parlo lo slavo, che sto al confine con la Svizzera, che sono “un tedesco” perche’ sto “vicino a Trento” e altra roba del genere.

    E aggiungo: dopo tutte queste prove io dovrei andare in brodo di giuggiole perche’ mi arriva qualche pezzo da novanta del governo una volta l’anno a menarmela con la Trieste italianissima e caralcuore di tutti gli italiani?

    Quindi cerca di capire anche tu che i Friulani e i Sardi andrebbero perlomeno (ri)conosciuti, sia superficialmente, nella loro specificita’.

    “Tu su due piedi sapresti fare la lista completa e sapresti dirmi dove stanno – per esempio – i francoprovenzali, i greci, gli albanesi o i croati?
    Luigi (veneziano)”

    Non ho capito bene la domanda ma se la intendi con un “sapresti dirmi in quali aree trovi croati, greci, francoprovenzali albanesi eccetera su due piedi”, con un po’ di approssimazione ti direi di si’ e non mi reputo certo un pozzo di scienza e cultura.

  73. chinaski ha detto:

    richi

    “un’immagine dell’Italia prettamente e quasi esclusivamente centro-meridionale (o meglio, il suo stereotipo)”

    ecco, la questione e’ tutta qui, negli stereotipi.

    in fondo noi qui cosa sappiamo dell’ abruzzo, per dire? del modo in cui il governo ha letteralmente fatto tabula rasa delle comunita’ terremotate, disarticolandole e sparpagliandole a casaccio sul territorio? l’ immagine che passa e’ quella della vecchietta che ringrazia il nostro grande lider per la casa nuova col divano di giorgetto giugiaro. per fortuna c’e’ internet, e con un po’ di click si puo’ scoprire il grande lavoro che stanno facendo i muloni de l’ aquila per salvare il salvabile della loro vita sociale.

    lo stesso vale per la sicilia. chi di noi conosce il lavoro che fanno i muloni di “libera” e delle cooperative agricole che coltivano i terreni confiscati alla mafia? chi si ricorda di portella della ginestra?

    e la sardegna? il 99,9% degli italiani sa tutto di briatore e dei suoi amici panzoni. ma nessuno ha la piu’ pallida idea di come vivano i minatori del sulcis.

    e si potrebbe continuare per ore.

    la verita’ e’ che nella maggior parte dei casi nessuno sa un cazzo di niente e tutti parlano a vanvera.

    p.s. anni fa un mio amico tedesco era rimasto molto sorpreso quando gli avevo detto che bossi era del nord. era convinto che fosse napoletano (era l’ epoca in cui la foto di bossi in canottiera aveva fatto il giro del mondo).

  74. marisa ha detto:

    @ ABC

    Del resto lo stile Feltri lo aveva già inaugurato su questo Blog “Luigi (il Veneziano)”. L’unica differenza tra Gigi e Luigi (il Veneziano) è che il primo è in canottiera mentre il secondo è in cravatta e giacca. Vedi il commento nr. 60 di questo Post. Ma già altri avevano subito lo stesso trattamento in altri Post.

    Evidentemente va bene così….

  75. marisa ha detto:

    @ Chinaski

    C’è anche chi si informa e non sono pochi.
    C’è anche una stampa che informa: basta saperla trovare.

    In più c’è internet: basta saper cercare.

    In definitiva, con l’alzarsi della scolarità è sempre meno vero quanto affermi anche se devo darti atto che gli stereotipi sono duri a morire e la scuola non fa la sua parte.

    Una riprova? Sono sempre più spesso i Comitati popolari che informano la popolazione, conoscono a fondo il tema che trattano, lo studiano e si contrappongono ad una politica ormai screditata ad ogni livello.

    Dei retroscena del terremoto in Abruzzo si sa praticamente tutto. E chi non lo sa è perchè non acquista mai un giornale, non va mai in rete, segue in televisione sono le trasmissioni di intrattenimento.

    Non è casuale che la politica voglia mettere la museruola a internet: non riescono a controllare le notizie!

    Chi vuole, ha tutti gli strumenti che vuole per informarsi.

  76. ciccio beppe ha detto:

    In definitiva viviamo in un paese di ignoranti.

  77. ciccio beppe ha detto:

    In politica la stupidità non è un handicap. (Napoleone Bonaparte)

  78. gigi ha detto:

    ragazzi nel commento mio precedente stavo ovviamente scherzando. Per quanto riguarda Feltri non mi accostate a lui visto che hanno cercato di distruggermi finanziariamente gli amici di Feltri. Sui 50 milioni di euro è una cifra approssimativa probabilmente inferiore a quella reale che comprende le trasmissioni in friulano della Rai, l’erogamento dei finanziamenti alle associazioni culturali friulane, cartellonistica, ops scusate memoria visuale come definirebbe Marisa. E in più tutti i milioni di euro dati a pioggia nella Provincia di Udine. Ultima perla è la nascita del Museo Mitteleuropeo a Udine per i 150 anni della nascita dello stato italiano come ha denunciato Ernesto Galli della Loggia. Di questo si sa tutto xkè è uscito sul Corriere, pochi sanno che la Regione ha deciso di anticipare una cospicua somma per questo museo perchè dentro vi metterà il museo del friulano o cose del genere. Nei 50 milioni di euro all’anno rientrano tutti i soldi sperperati per tradurre brecht in friulano, per cambiare la tastiera t9 dei cellulari in friulano, i 4 milioni di euro dati al film di Renzo Martinelli , più i milioni di euro sperperati in altri rivoli. Se vuoi vado avanti ma basterebbe leggere un illuminante articolo su io donna del 2009. Poi il paese reale e anche la Regione FVg reale non segue le porcherie degenerative della tutela del friulano e dello sloveno. Infatti così come per le ronde padane non c’è anima viva che faccia corsi di friulano tranne qualche meridionale che lo fa perchè viene pagato per farlo. Questa è tutela della lingua friulana o spreco? Per me è spreco. Ecco perchè se proprio non si voleva dare i soldi al Porto di Trieste che ne ha bisogno , almeno potevano dare i soldi per la tutela del Friulano ( cioè l’ex Tocai). Così avrei avuto meno da lavorare per decantare le meraviglie della terra friulana e cercare di prendere per i capelli qualche cliente per l’acquisizione del Friulano. Infatti io agisco non parlo a vanvera, e nel mio piccolo sto contribuendo a salvare posti di lavoro nel manzanese, nei colli friulani etc etc. E anche a San Giorgio di Nogaro abbiamo delle belle aziende che stanno venendo ad investire. Il concetto che cerco di spiegare a tutti è che è indispensabile la tutela dello sloveno e anche del friulano , ma non sono più concepibili gli sprechi di milioni di euro per il t9 o la traduzione di brecht in friulano. ( Per marisa, la cifra complessiva per i t9 è 1,300 mila euro di cui 35 mila euro per il software in friulano, non vi dico chi ha fatto quel software se no vi divertite).

  79. gigi ha detto:

    ah si dimenticavo. Narra la leggenda che il 70 % dei genitori ha deciso di far imparare il friulano a scuola. Non è vero , ma visto che parlo di sprechi voglio chiarire che ci sono anche a Trieste e in tutto il resto della Regione , oltre che dell’Italia ovviamente. Meno male che si avvicina il 2013 e alle prossime elezioni regionali ne vedremo delle belle. Ad onor del vero va detto che Tondo sta iniziando a mettere becco su questi sprechi, e va detto che io pur essendo di sinistra non posso che lodare Tondo su questo determinato punto. Su altri ci sarebbe da discutere. Tra l’altro ma chi vi ha detto che sono di Trieste? Sono friulano

  80. abc ha detto:

    Anche Feltri sul caso Boffo stava scherzando, solo che quest’ultimo, ha dovuto ingiustamente fare le valigie, mentre lui rimane dov’è. Adesso è utile per raccontarci che i familiari di Fini e Bocchino attingono soldi pubblici dalla rai, dimenticando che questi due signori sono tuttora deputati del partito del suo padrone e lo erano pure quando sono stati fatti i conmtratti con la rai.

    Non si scherza con la privacy di chi dissente. Non ho altro da aggiungere.

  81. marisa ha detto:

    Ringrazio GIGI, carissimo amico della minoranza linguistica friulana, per aver riportato nel “commento 79” parte della “terribile serie di puttanate snocciolate sulla stampa nazionale” contro la minoranza linguistica friulana tra la fine di agosto 2009 e il mese di settembre 2009.

    Ad “iniziare la danza” fu per primo il settimanale l’Espresso, che non può certamente definirsi un settimanale di destra.

    Quello che però GIGI si dimentica di raccontarvi è che contro i giornalisti che hanno firmato questi articoli sono stati depositati esposti presso le Procure della Repubblica di Udine, Pordenone e Tolmezzo.

    Così come si dimentica di raccontarvi delle centinaia e centinaia di lettere ed e-mail, scritte da friulani ma anche non friulani, che hanno letteralmente inondato le redazioni di questi settimanali e/o quotidiani. Sul Blog del Comitato 482 c’è ampia documentazione su quanto successo tra la fine agosto 2009 e il mese di settembre 2009: una pessima pagina della stampa italiana di sinistra.

    Purtroppo anche noi friulani siamo stati costretti ad imparare la strada delle denuncie e degli esposti in tribunale.

  82. marisa ha detto:

    E a proposito della traduzione di Brecht in friulano, costata fiumi di denaro secondo il commento nr. 79 “postato” da GIGI, vi incollo un documento del Comitato 482. Anche su questi falsi “documentabili” si sono basati gli esposti.

    DOCUMENTO DEL COMITATO 482:

    In friulano si chiama “falope”, in italiano “cantonata”. E’ quella che hanno preso i due giornalisti autori dell’inchiesta sul settimanale Io Donna intitolata «Parlare furlan è un fiume di sprechi». Sono tanti gli errori, le inesattezze e le insinuazioni fatte dagli autori dell’articolo, ma vi basti un solo esempio: nell’articolo in questione si nominano, in particolare, i libri «Spietand Godò» di Samuel Beckett e «Mari Courage e i siei fîs» di Bertolt Brecht, al punto che la traduzione di questi due autori è stata ripresa da altri giornali come simbolo degli sprechi per la lingua friulana.
    Peccato che le due traduzioni siano state pubblicate dalla “Clape Culturâl Acuilee” di Gianni Nazzi che non ha ricevuto sovvenzioni per editarli e continua ancor oggi a editare la collana delle traduzioni (giunta al 39° titolo) senza chiedere soldi pubblici.
    Cosa ancor più clamorosa, i due libri sono usciti nel 1977 e nel 1978! Più di vent’anni prima della legge 482 e dei suoi contribuiti (che, per altro, non possono andare a soggetti privati). Allora come adesso, infatti, i friulani continuano a produrre materiali in marilenghe comunque.
    Io Donna e i giornali che stanno riprendendo quanto pubblicato, insomma, hanno trasformato la Clape Culturâl Acuilee, che ha sempre rivendicato con orgoglio di non aver mai ricevuto soldi pubblici, in un simbolo degli sprechi.
    Gli autori dell’inchiesta, che per svolgerla sono venuti in Friuli, avrebbero almeno potuto guardare la data di edizione scritta sui due libri. Dobbiamo forse desumere che non abbiamo mai avuto in mano quello che hanno addirittura additato a simbolo dello spreco e del ridicolo?
    O forse era tanto difficile trovare degli sprechi che hanno dovuto inventarseli…

    Comunicato del Comitât 482
    http://www.com482.org/
    —————————-

  83. ciccio beppe ha detto:

    Marisa e gigi lo abbiamo capito che siete la stessa persona. Adesso riportiamo i commenti in tema per favore?

  84. marisa ha detto:

    CICCIO BEPPE…..cosa cavolo stai dicendo?

    Ma tu ti rendi conti di cosa ha scritto nei suoi commenti chi si firma come GIGI?Evidentemente …..NO!

    Certo che in questo Post si deve discutere di porti, ma il “commento 16” e stato postato dal nick name “GIGI”. O no?

  85. ciccio beppe ha detto:

    Era una battuta, in effetti quello che dice gigi non può essere farina del tuo sacco. Mi paiono analisi troppo equilibrate.

  86. Luigi (veneziano) ha detto:

    Mia cara Marisa,
    ti prego di considerare che il sottoscritto non ha mai scritto UNA RIGA contro i friulani o la tutela del friulano. Non amando le sparate a casaccio, capisco perfettamente perché tu ce l’abbia con me, ma lascia pur perdere il “con canottiera” e “con giacca e cravatta” a me riferito: sono sciocchezze.

    Io ho invece scritto e riscritto contro il tuo modo complottardo di vedere le cose, come se ci fossero in giro per il mondo maree di italioti nazionalisti (annidati ovunque, ma principalmente a Trieste) che non vedono l’ora di distruggere la lingua e il popolo friulano.

    In questo senso io ho anche scritto – e lo ripeto – che tu fai un pessimo servizio alla causa che pretendi di difendere, giacché dimostri “ad libitum” la tua tetragona incapacità a ragionare fuori dallo schema nel quale ti sei rinchiusa, di modo che uno si domanda: “Ma i friulani veramente la pensano così?”. Per fortuna che in Friuli io ci lavoro, per cui posso tranquillamente dire che tu sei l’eccezione, e non la regola.

    Tornando alla questione dei porti, io riscrivo: tu credi che sia bene che Porto Nogaro continui a far da sé, o invece ritieni che sarebbe meglio si integrasse con gli altri porti dell’area nordadriatica?

    Nel caso in cui tu accettassi la seconda ipotesi, sei disposta a pensare che forse in una cabina di comando potrebbero avere più voce in capitolo i porti che hanno un bilancio dieci/venti volte maggiore rispetto a quello – pur rispettabilissimo – del piccolo porto friulano?

    Luigi (veneziano)

  87. ciccio beppe ha detto:

    Sei pazzo? E dopo la flotta patriarcale dove la dislochiamo? A Lignano Riviera? 😉

  88. Alessandro Claut ha detto:

    Buonasera o Mandi.
    Come vedete mi firmo con nome e cognome perchè non mi piacciono gli anonimi o quelli che si mettono nomi di comodo. Leggo con grandissimo divertimento i vostri post tra i quali ci sono alcuni molto interessanti. Nel caso di gigi lo conosco benissimo e so che sbiancherà quando mi leggerà, anche perchè più friulano di lui . E’ di Cividale e si diverte a provocarvi anche in maniera intelligente quasi sempre. Comunque al di la dei personalismi e delle offese tutto è nato dal post folle di Marisa che diceva che ognuno deve essere padrone a casa sua e magnificava il Porto di San Giorgio di Nogaro. La Regione Friuli Venezia Giulia è campione degli sprechi , è nata per tutelare Trieste e la perdita del suo retroterra economico e per tutelare la minoranza slovena, non per dare soldi a pioggia agli amici degli amici. Quindi quando Riccardi afferma che bisogna finirla con i convegni , gli voglio ricordare che sono loro a farli. Tanto per ritornare alla discussione originale il disastrato Porto di Trieste produce 3 miliardi di euro di diritti doganali mentre Monfalcone e San Giorgio un paio di milioni di euro. I diritti doganali vanno al Ministero dell’Economia cioè a Tremonti , il 6 percento di questa somma viene restituita alla Regione che li dovrebbe dare al Porto ma se li tiene per se. Cioè 180 milioni di euro vengono estorti solo in questo caso mentre Boniciolli va con il cappello in mano a elemonisare per avere i soldi per la piattaforma logistica. Con quei soldi la Regione tappa i buchi di bilancio e li sperpera in varie scemenze. Tra le varie scemenze ci possiamo mettere le decine di milioni di euro per Porto San Rocco, il Castello di Collaredo Montalbano ( 30 miliardi di vecchie lire) etc etc. Gigi può metterci tutti gli sprechi del friulano, Marisa può mettere tutti gli sprechi triestini , io gli sprechi li ho denunciati e mi sono ritrovato sommerso di querele, minacce mafiose e tanti soldi sperperati con avvocati etc. La verità è che questa classe dirigente ha sperperato soldi a non finire. Almeno su questo mi auguro che siate tutti daccordo. Ho fatto l’esempio del Porto di Trieste , Gigi ha parlato di Portonogaro, ma nessuno parla dello scempio dell’interporto di Cervignano. Chiedo quindi gentilmente a tutti di discutere degli argomenti in oggetto e di agire invece di parlare perchè quando io ho agito mi sono ritrovato sommerso da querele , avvocati da pagare , ma accidenti almeno la faccia l’ho messa. Mandi

  89. ciccio beppe ha detto:

    Non vedo poliziotti o giudici in giro quindi possiamo comodamente parlare anche non sapendo chi c’è dall’altra parte. Nei limiti del rispetto reciproco ovviamente.

  90. massimiliano ha detto:

    “dobbiamo cogliere quest’ occasione se vogliamo finalmente dare un senso compiuto a quella prospettiva strategica lanciata da troppi anni, delle piattaforma logistica dell’ Fvg , con i suoi tre scali, la sua rete viaria, stradale e ferroviaria, i suoi centri intermodali in funzione retroportuale, a servizio dei mercati dell’Est e del Centro Europa”

    non so se ridere o incazzarmi…
    la piattaforma logistica rappresenta il tormentone preferito da alcuni anni a questa parte. quasi come la chiusura della ferriera o la triestina in serie A…
    quante palle!!!

  91. marisa ha detto:

    Parliamo di porti.

    @ Luigi

    Il porto di san Giorgio di Nogaro ha un gravissimo problema: i dragaggi che non si fanno da dieci anni. Vogliamo risolverlo questo problema? Perchè questo è il problema fondamentale di questo porto. E’ questa la causa principale che in dieci anni lo ha visto arretrare. Prova a pensare cosa sarebbe oggi il Porto di Venezia se da 10 anni non si dragassero i canali. Idem il porto di Monfalcone.

    Detto questo, tra porti ci può essere collaborazione ma è impensabile che non ci sia autonomia decisionale per ogni realtà portuale. Recentemente parlavo con persone che hanno responsabilità politica in Provincia di Gorizia e mi hanno manifestato tutta la loro fortissima preoccupazione per la pretesa dell’autorità portuale di Trieste di voler mettere le mani sul Porto di Monfalcone. Il porto di Monfalcone, mi dicevano, è loro e sono intenzionati a difenderlo da Trieste. Questo mi è stato detto.

    Poi la collaborazione e le sinergie sono ovviamente utili e da considerare. Ma devono essere il frutto di un accordo su base paritaria e autonoma, e non imposte da chi è più forte politicamente.

  92. ciccio beppe ha detto:

    E perchè i 3 porti non organizzano un autobus tutti assieme per Roma a chiedere quei soldini che mancano dalle entrate doganali come riportato giustamente da Alessandro al n° 89 ?
    Marisa mi sembri una di quei tifosi laziali che ieri sera godevano a vedere la propria squadra perdere pur di fare dispetto ai romanisti.
    Patetici.

  93. marisa ha detto:

    Lo sono (come i tifosi laziali) anche in provincia di Gorizia, preoccupatissimi che il loro porto finisca nelle mani della autorità portuale di Trieste?

    Hai parlato con qualcuno della provincia di Gorizia? Prova e poi dimmi cosa ti rispondono..

  94. chinaski ha detto:

    sono molto stupito del fatto che “io donna” sia considerato un periodico “di sinistra”. ain’t nothin’ to fuck with

  95. ciccio beppe ha detto:

    Non parlo con quelli delle province: enti inutili.

  96. marisa ha detto:

    Ciccio Beppe…secondo te Monfalcone e Porto Nogaro cosa dovrebbero fare? Stendere un tappetto rosso e dire a Trieste “prego si accomodi”? Ma dai….mettiti anche nei panni degli altri!

  97. marisa ha detto:

    commento 95 – Ma l’Espresso sicuramente si. Ed è dall’Espresso che è partita la campagna stampa contro la minoranza linguistica friulana ….

  98. chinaski ha detto:

    senza entrare nel merito degli articoli di cui si parla, faccio fatica a considerare “di sinistra” anche l’ espresso.
    magari ci scrivera’ sopra anche qualche giornalista “di sinistra”, ma il “frame” non mi sembra tanto diverso da quello degli altri periodici.

  99. ciccio beppe ha detto:

    Così come Trieste non ha ciò che gli spetta, gli altri dovrebbero trovare l’occasione di unire le forze e chiedere, chiedere, chiedere che venga riconosciuto quello che sta scritto nel nome della regione Friuli venezia Giulia ma che molti dimenticano o fanno finta di dimenticare. Autonomia.

  100. Richi ha detto:

    @ Ciccio Beppe

    Dio te scolti.
    Ma la situazione politica Triestina (e non solo) e’ quella che e’: tu nomina la parola autonomia e ti accuseranno di essere un becero leghista, traditore della patria, ignorante del sacrificio dei giovani della Grande Guerra e -manco a dirlo- sotto sotto un po’ amico dei Titini.

    In Friuli non va meglio, dato che alcuni credono che la parte Triestina, con 1/5 della popolazione regionale e il 4% del territorio in regione, abbia un immenso peso elettorale e decisionale, tutto ovviamente concentrato nel fare dispetto ai correggionali.

    L’ultimo che ha portato avanti una buona (benche’ molto “pacifica”) battaglia dichiaratamente autonomista e’ stato Cecovini, che se non altro e’ riuscito a dare un colpo da K.O. alla DC locale…..ma qui si parla di diversi lustri fa.

    E il porto di Trieste?
    Per ora rimane com’era dieci, venti e cinquant’anni fa, ma ogni tanto se ne parla giusto per far contenti i locali. D’altronde Trieste e’ la citta’ dei convegni, degli enti, delle associazioni, delle conferenze stampa, delle dichiarazioni pubbliche…….peccato che stringi stringi vi sia l’immobilismo piu’ totale da generazioni.

  101. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa
    Tu parli con persone che hanno responsabilità politica e queste ti dicono che sono preoccupate che il porto di TS si mangi quello di Monfalcone.

    Poi scopri che nel consiglio di amministrazione del porto di Monfalcone c’è il presidente della provincia più un paio d’altri rappresentanti la cui nomina è indirettamente o indirettamente influenzata dallo stesso ente territoriale.

    Ne concludi che a questi qui interessa moltissimo mantenere quel sistema di potere di nomina di una serie di careghe e careghette che da cinquant’anni s’è incistato in Italia.

    Riguardo a Porto Nogaro, io non ho nessun problema a farlo dragare. Basta che i soldi siano finalizzati ad produrre degli utili, altrimenti sono soldi buttati.

    Da ciò che so io, invece, Porto Nogaro non ha mai prodotto utili da quando è nato, inghiottendo allegramente decine e decine di milioni di Euro per dare lavoro diretto a un paio di centinaia di persone.

    Del resto, solo un genio poteva pensare di creare un porto alla foce di un fiume che s’insabbia perennemente e senza alcuna chiara prospettiva economica, avendo a poche decine di chilometri a ovest e a est due fra i più importanti sistemi portuali italiani.

    Il massimo cui può aspirare Porto Nogaro – per ciò che ne penso io – è diventare uno scalo di un sistema idroviario interno altoadriatico/Po, basato sul trasporto via chiatte.

    Ad ogni modo, la storia si muove con o senza Porto Nogaro e sicuramente se c’è un futuro portuale per queste terre si sa perfettamente dove sta.

    Siccome poi dall’anno scorso tutto quanto è in mano alla regione (sono state trasferite anche le proprietà dei terreni dal demanio alla regione), se i brillanti amministratori pubblici regionali e provinciali intendono continuare a gettare soldi dalla finestra per motivi di orgoglio provinciale, buon per loro.

    Basta però che non chiedano poi ad altri di tappare il buco…

    Luigi (veneziano)

  102. ciccio beppe ha detto:

    Richi si chiama win-win game. Ma forse a qualcuno dobbiamo tradurlo in friulano?

  103. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Richi

    Visto che la regione FVG è già autonoma, tanto per capirci, che significherebbe “autonomia” per Trieste? Significherebbe forse diventare una “provincia autonoma” con le stesse competenze della Regione FVG? O diventare una “provincia autonoma” con le competenze di quella di Bolzano?

    O invece ancora diventare uno stato indipendente?

    Perché ai miei occhi la prima ipotesi non servirebbe a nulla; la seconda potrebbe avere un senso solo se Trieste ricevesse lo stesso fiume di denaro ricevuto da Bolzano.

    La terza ipotesi invece sarebbe ai miei occhi un disastro per la città, giacché le grosse realtà industriali e finanziarie (Generali per prima) se ne andrebbero tempo zero e l’Italia non farebbe altro che bypassare Trieste con tutte le infrastrutture e i collegamenti.

    C’è forse un’altra possibilità, e cioè annettere Trieste alla Slovenia. Questa sarebbe probabilmente una soluzione ideale, permettendo alla città di rimanere comunque “attaccata” ad uno stato sufficientemente importante.

    Tutto ciò indipendentemente dal fatto che probabilmente quest’ultima soluzione scatenerebbe una guerra in città.

    Luigi (veneziano)

  104. jacum ha detto:

    @ gigi el venezian,
    ” O invece ancora diventare uno stato indipendente?
    La terza ipotesi invece sarebbe ai miei occhi un disastro per la città, giacché le grosse realtà industriali e finanziarie (Generali per prima) se ne andrebbero tempo zero e l’Italia non farebbe altro che bypassare Trieste con tutte le infrastrutture e i collegamenti.”

    CHE DIO DASSI!! CHE L’ITALIA CI LASCIASSE LIBERI!!

    non preoccuparti per le sorti di TRIESTE, e se le tue fantasiose quanto icredibili lucubrazioni mentali si realizzassero, Trieste sarebbe contenta di esser finalmente LIBERA di crescere e svilupparsi e prosperare!!

    I finanziatori non ci mancano, quello che manca è una situazione giuridico-legale non stabile. ma ti assicuro che si sta risolvendo questa questione nefasta quanto malefica. Trieste potrà essere quella per cui si è sviluppata: IL porto per il centro-est Europa.
    E non preoccuparti neanche per Koper 🙂

    Insomma dormi tranquillo e meno film fantapolizieschitrillergiallitragicomicipsicolgici con Trieste come soggetto principale.

    pensa piuttosto alla tua venezia con i fondali da 10 metri…

  105. Luigi (veneziano) ha detto:

    Argh: mi ero dimenticato che l’alter-ego di Marisa era jacum, con tutte le sue carabattole… mal me ne incolse!

    L.

  106. gigi ha detto:

    Porca miseria che mostri ho creato con i miei interventi, ora vedo che tutti mi danno ragione su porto nogaro, e sono riuscito a scomodare perfino Claut. Tengo a precisare che sono nato a Cividale ma abito tra Trieste e il mondo. Comunque tanto per informare i friulani hanno querelato Io donna l’Espresso etc ma hanno perso le cause, in primo grado di giudizio ovviamente. In particolare era risultato che il famigerato Brecht in friulano era stato tradotto nel 77-78 giustamente ma era stato ripubblicato con soldi della Regione. Ora ripeto a me non disturba che i futuri liceali friulani vadano a fare il master in friulano invece che alla London Business School of Economics, ma poi non vi lamentate se aumenterà il gap tra gli universitari friulani e il resto d’Italia. Considero altrettanto terrificante per essere chiari la legge sul dialetto triestino che stanno cercando di far passare alla chetichella per bloccare ogni azione triestina contro il friulano. E’ una guerra tra poveri fanatici che vanno dietro ai corrotti che pensano a queste leggi ciuccia soldi pubblici. per il mio omonimo veneziano tengo a precisare che anche nella sciaguarata ipotesi che Trieste diventasse slovena o ancora più pittoresco che Trieste diventasse uno stato Onu , ci saranno sempre i triestini , quindi si continuerà a discutere e a scannarsi mentre i soldi andranno a finire da altre parti. Su questo lo devo ammettere che i friulani sono più bravi nel fare sinergie. Poi non hanno la cultura per avere dei progetti seri da realizzare ma questo è un altro problema. Onde evitare la Marisa infuriata che tra l’altro riempie di improperi tutti i blog di questa regione (leggetevi il friuli e ve ne accorgerete) , tengo a precisare che quando parlo di cultura non voglio dire che sono ignoranti solo che hanno una visione miope del loro futuro tutto quà.

    PS. e ora voglio vedere se qualcuno dice che gigi il veneziano e gigi il civdalese-triestino sono le stesse persone eheheheh

  107. marisa ha detto:

    @ gigi

    il tuo commento nr. 16 era da provocatore. E da provocatore sono stati altri tuoi interventi. Continua pure così inventandoti dati e informazioni. Ognuno si diverte a modo suo….

  108. abc ha detto:

    Gigi e Luigi (veneziano)non sono certo la stessa persona, però Gigi è nato in 2 luoghi diversi basta confrontare i commenti 107 e 16.

  109. Luigi (veneziano) ha detto:

    Io non so come sia andata la querela per la traduzione di Brecht in friulano, ma so che il T9 in friulano per i cellulari è stato pagato con i soldi della provincia di Udine, che ha pagato per la parte tecnica la Open Lab e per la parte linguistica la Cooperativa di Informazione Friulana di Udine.

    L.

  110. Aldo Flego ha detto:

    Ma parliamo di T9 o di portualità? Non allarghiamo il campo, altrimenti – come spesso accade – ci si perde, e forse qualcuno vuole che ci perdiamo, che perdiamo storia e identità, che perdiamo la voglia di dire “se devi” invece di trincerarci nel tragico “no se pol”…E magari Koper-Capodistria e Venezia sorridono…
    In sintesi, Unicredit Logistics conosce il regime giuridico del porto franco di Trieste?
    date un occhiata, più volte ne ho già parlato….Anche in Assessorato FVG conoscono bene le norme…
    http://www.fog.it/articoli/98-0047.htm
    http://www.ricercaitaliana.it/prin/unita_op-2004127393_006.htm
    Vorrei che qualcuno riuscisse a formulare considerazioni giuridiche contrarie…
    Il progetto Unicredit è importante, e certamente bisogna valorizzarlo, ma in ogni caso con la salvaguardia della normativa internazionale. E’ un impegno per i promotori della Città Metropolitana della Venezia Giulia.

  111. ufo ha detto:

    @104
    Bella trovata l’annessione alla Slovenia, ma questo si chiama far i conti senza l’oste.
    Mi sa che ormai non saprebbero che farsene. Forse pagando perché se la prendano in casa… oppure Trieste si, ma senza i triestini (o cossiddetti tali).

  112. marisa ha detto:

    @ Luigi

    non si tratta di una querela sulla traduzione di Brecht in friulano, ma di un “esposto” alla magistratura contro alcuni giornalisti che avevano pubblicato, a loro firma, articoli contro la minoranza linguistica friulana. Come ben sai, l’esposto è, semplificando, una “segnalazione” di “presunto reato” alla magistratura la quale poi decide se archiviare o procedere d’ufficio. Al momento mi risulta che non si sappia ancora che cosa la magistratura abbia deciso in merito. Ho chiesto informazioni a una fonte diretta che mi ha risposto: “no si sa ancjemò nuie = non si sa ancora nulla”.
    Ma Gigi evidentemente conosce già i risultati di un “inesistente” primo grado di giudizio…

    Ma lasciamo perdere le assurdità scritte da un provocatore a cui è già stata data anche troppa attenzione, e parliamo di porti.

    Interessante l’ipotesi di una Trieste porto della Slovenia. Credo che la Jugoslavia ne avrebbe fatto un grande porto.

  113. jacum ha detto:

    Marisa hai toccato un tasto dolente….

    gli italiani ti daranno contro fino allo sfinimento se porterai avanti la tesi, o l’ipotesi che se Trieste fosse stata in amministrazione Jugoslava prima e Slovena poi, il porto sicuramente non era in ‘ste condizioni PENOSE!

    rimane comunque in “se”.

    Un’altra utopia fantastica, parlando con gli italiani, é se Trieste fosse riuscita ad attuare il TLT all’epoca, ossia 1947. loro insistono nel dire che la piccola e povera Trieste da sola non ce l’ha puó fare e quindi é stato un passaggio OBBLIGATO ritornare in amministrazione civile sotto l’italia.

    Peró c’era l’ERP, c’é la banca mondiale, ci sono gli investitori ci sono i Triestini….ma tutto questo non conta: Trieste, secondo loro, non puó vivere senza italia.

  114. marisa ha detto:

    Certo che rimane un “se”. Ma è pur sempre una ipotesi da non scartare. Al di là delle ideologie, dal punto di vista meramente economico (unico aspetto che sto valutando), se la Slovenia ha saputo sviluppare così bene il porto di Capodistria…….
    Del resto pare che Tito volesse Trieste proprio per il porto…..

    Ovviamente sono solo ipotesi di analisi economica….

  115. gigi ha detto:

    Per Marisa:
    si è vero mi sono espresso male. In realtà l’esposto è stato archiviato per insussistenza del fatto o terminologia del genere, cioè la magistratura se ne strasbatte per essere chiari. Purtroppo per voi l’archiviazione è scritta in italiano e non in friulano forse quindi non siete in grado di capirla. Poi rispondo all’altra persona che scrive che sono nato in due posti diversi. Questa volta non scherzo , sono nato a Cividale e vivo tra Trieste , Cividale e Grado. Poi Claut mi prende in giro perchè di volta in volta mi da del filo furlano del filo sloveno etc ma la realtà è che sono una persona libera che pensa con la propria testa, quindi non sono come Marisa che è quello che è. Mi sembra ovvio che con gente che difende l’indifendibile debba difendermi facendo anche il provocatore. Non so chi in uno dei commenti ha detto che Marisa è una minoranza . Non è vero, ieri ero per lavoro a San Giorgio di Nogaro, e in panetteria sentivo discutere di Portonogaro che dovrebbe essere chiuso per corruzione, con la gente che si scannava . Sentendo una che parlava del Porto del Grande Friuli ho cercato di stare zitto poi alla fine non ce l’ho fatta e anche li ho detto la mia. E ho semplicemente chiesto perchè il 99 % dei prodotti friulani vengono imbarcati nei porti del Nord Europa, Venezia Genova , e l’uno per cento a Trieste e nulla a San Giorgio di Nogaro visto che viene imbarcata solo acqua minerale della San Benedetto e qualche chilo di materiale ferroso? Sono stati tutti zitti e sono andati via. Ecco c’è gente che ha la capacità di capire che se non si collabora insieme ognuno con le proprie specificità verremo spazzati via e saremo tutti disoccupati , e vi ricordo che non mangeremo con il friulano , o l’italianità di Trieste o la Grande Slovenia. Per restare alla specificità del Friuli deve diventare la zona industriale dei porti di Trieste e Venezia e dobbiamo ragionare a livelli di Triveneto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *