26 Aprile 2010

Fuga dalle scuole con un’alta percentuale di allievi stranieri

“La risposta al fenomeno da parte di diverse famiglie italiane residenti nel centro di Monfalcone è quella di iscrivere i propri figli in altre scuole del Mandamento, dove la proporzione numerica di alunni stranieri e di immigrati dal sud Italia è minore rispetto a quella degli istituti in questione. I bambini italiani si allontanano dall’istituto Duca d’Aosta anche se la nostra scuola è talmente articolata e organizzata negli anni, che di fatto i bambini italiani non vengono appesantiti, anzi […]. Però la percezione esterna negativa è fortissima.
[…] Abbiamo casi di alunni italiani che cambiano scuola addirittura nel corso dell’anno scolastico”.

Si tratta di una delle testimonianze raccolte, nella tesi di laurea in Lingue e letterature per la Comunicazione internazionale di Veronica Simeone, che ha scelto di approfondire il tema della presenza di emigrati dal Bangladesh a Monfalcone. Quello della fuga dalle scuole dove la percentuale di alunni stranieri è particolarmente alta è solo uno degli aspetti analizzati nel lavoro di ricerca, che va in particolare ad approfondire gli aspetti linguistici della presenza di bangladeshi a Monfalcone.
“Questo elaborato – spiega la neo dottoressa – tenta di offrire un’analisi di alcuni aspetti linguistici e sociali del fenomeno migratorio dei bangladeshi con particolare riguardo alle dinamiche del fenomeno di integrazione; fenomeno che da ormai più di dieci anni interessa la mia città natale, Monfalcone. In particolare, ho deciso di affrontare più specificatamente l’aspetto sociolinguistico del fenomeno, ritenendo il codice lingua un “elemento spia”, un device attraverso il quale osservare il grado di integrazione di una comunità straniera in quella ospitante. A tal proposito ho scelto la scuola come “osservatorio privilegiato”, in quanto spesso essa rappresenta la prima forma di contatto con la lingua e la cultura straniera. Una scuola che, per la forte presenza di alunni stranieri, in pochissimo tempo, ha cambiato e continua a cambiare volto rapidamente”

Il fenomeno della fuga da alcune scuole medie emerge proprio dalle interviste alle insegnanti dei due istituti scolastici di Monfalcone maggiormente interessati dal “fenomeno bangladeshe”: ovvero il Circolo didattico “Duca d’Aosta” e l’Istituto Comprensivo “E. Giacich”. La scelta di iscrivere i propri figli principalmente nei due istituti da parte della comunità bangladeshe “è dettata – spiega Veronica Simeone – sia dalla posizione favorevole di entrambi (il primo nel centro cittadino, il secondo vicino ai cantieri navali dove lavora la maggior parte dei genitori), sia dal forte legame etnico all’interno della loro comunità. Questa realtà da alcuni anni suscita tra i monfalconesi una sorta di allarmismo, piuttosto che di apertura”. Con un grave rischio di ghettizzazione.

La tesi offre anche ulteriori analisi: in primis quella che riguarda la comunicazione scuola-famiglia. In particolare si denuncia la mancanza di un mediatore linguistico istituzionale per questa comunità. “È la comunità stessa – spiega Simeone – che individua al suo interno una persona adatta allo scopo, non senza
difficoltà: in primo luogo perché in una cultura islamica come quella bangladeshe, la mediazione linguistico-culturale dev’essere svolta da una donna (in considerazione della fascia d’età). Questa donna deve conoscere bene l’italiano per comprendere esattamente cosa l’insegnante intende comunicare e per tradurlo correttamente. Inoltre, molto spesso questedonne sono impegnate in altri lavori di mediazione linguistica e dunque non garantiscono una disponibilità costante”.
Senza contare che i problemi vengono aggravati dalla permanenza spesso temporanea delle famiglie.

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6 commenti a Fuga dalle scuole con un’alta percentuale di allievi stranieri

  1. bagarino ha detto:

    Ho notato una fuga dalle scuole statali italiane (ove possibile, facilitata spesso dal cognome, legami di parentela e residenza) verso le scuole per la minoranza (slovena) più di dieci anni fa, ben prima dell’arrivo dei Banagladesci, sembra per evitare le scuole con una forte presenza dei figli dei trasfertisti a Monfalcone.
    Questo processo è stato facilitato anche dal calo demografico nelle comunità residente da tempo che ha lasciato vuoti tanti spazi nelle scuole materne ed elementari per i bambini non appartenenti alla comunità slovena.
    Provando ad iscrivere mia figlia più grande nella sezione slovena della scuola materna a Duino 15 anni fa ho incontrato un rifiuto netto dalla parte delle autorità (la scuola all’epoca teneva c.25 bambini di madrelingua slovena) e non ho insistito (… peccà). Adesso vedo e sento un grande misciotto nelle stesse scuole dove la lingua d’istruzione è lo sloveno. Io sono contento. Almeno non chiudono le scuole sull’altopiano e questi bambini avranno una formazione linguistica imbattibile.

  2. brio ha detto:

    Negli anni 80 si fuggiva dalla scuola Nazario Sauro di Panzano perchè c’erano troppi figli di meridionali…

  3. Stefano (l'altro) ha detto:

    brio, credimi che non sono i bangla il problema. La percentuale di stranieri e corsi di sostegno per l’apprendimento dell’italiano risolverebbero il problema in breve. Sono i nostri connazionali che tengono lontani i locali. Io stesso ho prosciugato pozzi di petrolio per portare tutti i nostri figli lontano dalle 2 scuole citate dopo una pessima esperienza col primogenito alle elementari. Quindi ciò che hai scritto è ancora attuale.

  4. ciccio beppe ha detto:

    Ma dov’è il problema nel avere un figlio a scuola con i bangladesci?
    Non sarebbe peggio averlo in classe con il figlio di Bossi?

  5. effebi ha detto:

    mi domando se…
    …se gli stessi che “fuggono i figli” verso altre scuole (es .quelle slovene) sono poi gli stessi che “predicozzano” l’integrazione e l’inevitabilità dell’immigrazione e globalizzazione…

    (ma guarda te… mi trovo daccordo con ciccio beppe…. !!! il colmo !!!)

  6. chinaski ha detto:

    effebi

    mio figlio va a alla “duca d’ aosta”, a san giacomo. passato l’ esame?

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