23 Aprile 2010

Gostilna Belvedur, una storia istriana di confine

Ci troviamo su una stradina istriana, al confine fra Slovenia e Croazia. Il centro abitato è quello di Belvedur; paese o villaggio mi pare troppo. Queste quattro case, ruderi compresi sono esattamente “in the middle of nowhere”. Il paesaggio è assolutamente fantastico; colline ondulate, campi, boschi, prati che si alternano in una caleidoscopio verde, il cui unico limite è il cielo, anche lui cangiante a seconda delle ore del giorno e delle condizioni climatiche. Ogni tanto la natura è interrotta da piccole macchie rosse e marroni, gli altri villaggi. Siamo a 25 km da Capodistria, un po’ più di 30 da Trieste e 2,5 km dalla Croazia. Il confine da quello che mi dicono è ormai un valico agricolo di campagna, e da cui passano solo i frontisti.

La trattoria del paese è frequentata da tanto tempo da molti triestini e la sua fama è dovuta in larga parte al valico di cui sopra. Ma come nasce la frequentazione e la fama della gostilna? Si mangia bene e il panorama è fantastico (mica lo chiamavano così, sennò), ma fino a pochi anni fa quel benedetto confine era aperto. Significa che le macchine passavano da Slovenia a Croazia, e viceversa, senza che vi fosse alcun blocco o controllo. Certo un pezzo di strada era (è?) bianca, ma passando da lì nei caldi e interminabili rientri estivi si poteva evitare la fila al confine sloveno croato. Si allungava un po’, ma senza code, vedendo un paesaggio bucolico e con l’opportunità di fermarsi a mangiare in completo relax. Mi ricordo di una volta che facendo quel confine, era l’inizio di autunno, passai vicino ad un campo zeppo di zucche, grandi e invitanti; non potei resistere, passando da Croazia a Slovenia, ne feci mia una di parecchi chili. Intorno neanche un’anima. Certo questo confine, senza confine, è diventato importante dopo la dissoluzione della Jugoslavia, e l’inizio delle ostilità, anche fra croati e sloveni. Ma a quanto pare questo confine “aperto” è resistito a lungo, a supporto delle genti istriane. Immagino che i contadini dei micro villaggi avessero campi un po’ ovunque, di qua e di là, oltre che amici, parenti e ricordi. In questo piccolo angolo di Istria il confine per anni non è esistito, e la strada ha continuato ad essere funzionale alla gente soltanto. In tempi recenti l’Europa ha fatto quello che neanche le politiche slovene e croate erano riuscite a fare. Ora il blocco c’è e passano solo i frontisti con una sorta di lasciapassare.
La gostilna Belvedur credo debba molto a quel non confine, ma nonostante le difficoltà a raggiungere la località è ancora molto frequentato e talvolta bisogna pure prenotare.

L’offerta gastronomica va sul sicuro e scommette su molti piatti tipici; fra gli antipasti c’è una discreta scelta di affettati (ricordo di un amico che anni fa sosteneva di aver mangiato il miglior crudo della sua vita a Belvedur); fra i primi si può scegliere fra i fusi o gli gnocchi, da accompagnare alla gallina, al tartufo, ai funghi o in questa stagione agli asparagi. A parer mio i fusi sono eccezionali e da soli valgono il prezzo del biglietto, di gnocchi ne ho mangiato migliori invece. Immagino che in stagione si trovino anche varie minestre come la jota o la minestra di bobici o di orzo. Fra i secondi domina la carne alla griglia con filetti, costate, cevapcici e molto altro. Poi a seconda delle giornate ci possono essere dei piatti del giorno. Nel mio caso ho assaggiato un rotolo di carne ripieno di asparagi, buono, ma non trascendentale, anche perché per riempirlo hanno inserito anche delle parti stoppose del vegetale… Ricordo anche la ricotta abbrustolita con asparagi e pancetta, alla vista molto invitante. Fra i contorni consiglio le verdure della casa, radicio, patate…
Fra i dolci palacinke e strudel la fanno da padroni.

Per quanto riguarda le bevande la scelta è poca: birra o vino sfuso (refosco o malvasia) un po’ deboli. Ma non importa, l’atmosfera del posto, fra natura, progresso e tempi andati, assieme ai fusi ripaga più di tutto.
Il servizio è lento, ma a chi si lamenta consiglio di andare a mangiare al Coccodrillo Burger…
Prendetevi abbastanza tempo, respirate e andate piano.

La okrepčevalnica Belvedur, gestita da Aleksander Tripar (noto come Sandi scheggia) è aperta dal venerdì alla domenica, e si trova qua. Per informazioni 051385607

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