20 Aprile 2010

Bocciati i cartelli stradali in dialetto: stop dal Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge regionale del Friuli Venezia Giulia n. 5/2010, che promuove la valorizzazione dei dialetti di origine veneta parlati nella regione.

Sotto accusa la decisione di installare cartellonistica stradale che prevede l’uso esclusivo dei dialetti “di orgine veneta” per i cartelli recanti i toponimi e per quelli relativi alla segnaletica stradale. Con questa formula veniva attribuita ai dialetti una tutela più ampia di quella che il legislatore statale riconosce alle lingue minoritarie. Sull’altro fronte, la legge approvata dalla Regione, va anche ad incidere su una materia – quella della circolazione stradale – si competenza esclusiva statale.

Il legislatore statale consente, infatti, sotto il profilo della toponomastica, l’adozione di toponimi conformi alle tradizioni e agli usi locali unicamente per le lingue minoritarie, delle quali non fanno parte i dialetti veneti, e solo in aggiunta ai toponimi ufficiali.

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211 commenti a Bocciati i cartelli stradali in dialetto: stop dal Consiglio dei Ministri

  1. marisa ha detto:

    Lo sapevano benissimo! Ed è andata anche troppo bene per il legislatore regionale, considerato che la legge è un pasticcio incredibile (basta pensare al solo fatto che si valorizza persino un dialetto DALMATICO ormai estinto da anni persino in Dalmazia!)……

  2. Stefano (l'altro) ha detto:

    per buon senso direi che non c’è automobilista che abbia bisogno del cartello in dialetto per orientarsi. Si sprecano soldi e si trasformano i tabelloni in libri mentre la velocità di comprensione è essenziale alla guida. Quindi segnaletica solo in italiano per tutti.

  3. effebi ha detto:

    direi che i problemi, ad oggi, son ben altri

  4. Stefano (l'altro) ha detto:

    per la circolazione stradale, sicuramente! Gli automobilisti massacrati da autovelox ed etilometri sistemati proprio per ferire i più deboli mentre le buche e la segnaletica (specie orizzontale) carenti sono istituzionali quindi intoccabili.

  5. massimiliano ha detto:

    meno male! ci mancava solo l’indicazione stradale in dialetto…
    te lo vedi un inglese o un tedesco alle prese con una roba del genere? oltre al fatto che nella maggior parte dei casi i cartelli stradali si devono potyer leggere a colpo d’occhio, senza “cercare” o “filtrare” parole in altri idiomi…
    ok x i nomi delle località o i cartelli turistici, ma per quelli stradali tutto va indicato solo in italiano.

  6. ciccio beppe ha detto:

    Un inglese alle porte di Begliano che pensa di essere arrivato nel paese dei fagioli.

  7. cagoia ha detto:

    @5 “gli automobilisti massacrati da autovelox ed etilometri per ferire i più deboli”

    Se no te cori e no te bevi te son a posto.
    Mal no far paura no gaver.
    Per ferir i più deboli????Ma stemo scherzando?
    Xe solo per ciapar i più mone.
    E xe ancora poco.

  8. Toni ha detto:

    Concordo con Cagoia, se si rispettano i limiti (sia di velocita’ che etilici) problemi non ce ne sono. Ma anche Stefano (l’altro) ha ragione in quanto a buche e segnaletica.
    Un esempio di segnaletica bilingue c’e’ ed e’ in Galles, dove i segnali sono in gallese prima e poi in inglese, e confondono mon poco.

  9. arlon ha detto:

    Mah, moh. I cartei bilingue in dialeto magari saria esagerai; però, dir che i va “solo in italian, che altrimenti xe casin” xe una monada. Mezo mondo ga cartei bi-trilingue, e tuti trova senza problemi.

    Me par che la ragion che fa dir “solo in italian, che altrimenti xe problemi” xe un certo integralismo linguistico e magari cultural, che se no riguarda sai dove che se parla bisiaco o triestin (italofono), riguarda ben i posti dove le minoranze linguistiche riconosude esisti, e che no se capissi perchè no i possi decider lori come che se ciama i loghi dove che i vivi, inveze che altri.

    El principio “sacro” qua ga de eser che chi che sta in un logo decidi come che el se ciama, o se xe più versioni se scrivi bilingue, e questo pol valer de là e de qua dei confini. E pol riguardar – perchè no – anche i dialeti. Meti che domani i abitanti decidi che no se ciama più “Muggia” ma “Muja”, no vedo perchè no se posi cambiar.

    El che me pareria un discorso un pochetin più serio dei cartei in dialeto, devo dir (ai quai però no son contrario a priori).

  10. Antonio ha detto:

    Credo di non aver capito bene. Lo stop del CdM riguarda esclusivamente la proposta di inserire i nomi dialettali (venetofoni di vario genere) nella cartellonistica stradale oppure riguarda anche eventuali cartelli stradali bilingui in sloveno, tedesco e friulano??? Sono un po’ confuso e chiedo aiuto. 🙂

  11. marisa ha detto:

    @ Antonio

    Riguarda esclusivamente i dialetti della lingua italiana ( e dunque anche i dialetti venetofoni). E infatti, non casualmente, la legge regionale di cui si sta parlando, all’articolo 1) fa esclusivo riferimento art. 9 della Costituzione italiana. E in questo articolo della Costituzione si parla esclusivamente dii “valorizzaione culturale”.

    Dunque i nostri “pasticcioni” consiglieri regionali avrebbero dovuto saperlo in quale sfera giuridica si stavano muovendo: la valorizzazione dei dialetti venetofoni può essere solo culturale e non linguistica. E valorizzazione culturale significa principalmente: teatro e musica.

    La legge 482/99 che da attuazione all’art. 6 della Costituzione italiana e riconosce le dodici minoranze linguistiche storiche che parlano una lingua che non appartiene al sistema linguistico italiano, prevede in maniera esplicita, in un suo articolo, la toponomastica nella lingua della minoranza: questa è una misura di “TUTELA LINGUISTICA”.

    Ma tutto ciò era “stranoto” a tutti i giuristi….salvo ai pasticcioni consiglieri regionali che hanno redatto questa oscena legge regionale sulla valorizzazione dei dialetti venetofoni.

    Oscena, perchè è un incredibile pasticcio in quasi tutti gli articoli.

  12. Stefano (l'altro) ha detto:

    @ cagoia: dai, siamo seri… se vai a 50 ti tamponano (o a 51 ti massacrano col telelaser) se sei dopocena ti derubano dell’auto con l’etilometro… a meno che tu non sia mormone o mussulmano ti renderai conto dell’incongruità di certi divieti. Qui a Monfy vogliono trasformare mezza città in “zona 30” inteso come velocità max.
    A parte che pagherei per andare almeno a 30 all’ora in città, questo tipo di limiti serve solo a bastonare chi le regole le rispetta di già. A 30 km/h marcio in 2^ con tutto ciò che ne consegue in termini di usura, consumi ed inquinamento. Se rispettavo già lo 0,8 alcolometrico me lo abbasseranno a 0,5 per far cassa, chi si bumba di bacardi&cola se ne fotte del primo e del secondo.
    Mi sembri troppo sveglio per iscriverti alla categoria dei farisei.
    Ci vorrebbe buon senso, questo manca a chi deleghiamo a decidere le regole della nostra vita.

  13. ciccio beppe ha detto:

    Quoto arlon. Un luogo (o meglio la lingua di quel luogo) è di chi lo vive.

  14. robertin ha detto:

    finalmente el carnival xè finì

  15. Bibliotopa ha detto:

    Cagoia ga ragion

  16. Luigi (veneziano) ha detto:

    Faccio notare che l’impugnazione decisa dal governo (che fra l’altro non significa affatto “bocciatura sicura”) riguarda una piccolissima parte della legge regionale, e cioè la cartellonistica stradale.

    L’impostazione complessiva della legge – che ovviamente per Marisa è “oscena”, visto che tutto ciò che osa anche in lontananza avvicinarsi alla tutela del friulano va gettato all’inferno – non è stata messa in dubbio. Almeno da ciò che si legge qui dentro.

    Di conseguenza questa legge – votata a suo tempo all’unanimità dal Consiglio Regionale – alla peggio rimarrà ben bene in sella, salvo i doppi nomi sui cartelloni stradali.

    Sperando che Marisa non veda mai cos’è scritto sul cartello stradale che indica l’ingresso nel comune di Marano Lagunare. Le verrebbe un coccolone…

    Oltre al coccolone le verrebbe un attacco isterico se sapesse poi che la Regione Veneto nel 2007 ha promulgato una legge il cui articolo 2 così recita: “Le specifiche parlate storicamente utilizzate nel territorio veneto e nei luoghi in cui esse sono state mantenute da comunità che hanno conservato in modo rilevante la medesima matrice costituiscono il veneto o lingua veneta”.

    Luigi (veneziano)

  17. arlon ha detto:

    E ghe zonto: come che a mi no me da minimamente fastidio se in Friul i scrivi tuto in furlan, cussì no se capissi perchè certi (ok, Marisa) gavi de eser contro una legge del genere a priori. I finissi per diventar come i nazionalisti de prima, ma più in picio, el che de solito no porta mai sai de positivo.

  18. marisa ha detto:

    @ ARLON e LUIGI

    Non ho espresso un MIO pensiero, ma solo fatto informazione sotto il profilo giuridico e costituzionale. Sbaglio o in Italia esiste ancora una carta costituzionale e un insieme di norme giuridiche che sono alla base della vita sociale?

    La legge non è oscena perchè vuole valorizzare i dialetti, ma perchè è mal scritta e creerà per questo molti problemi applicativi.

    Quando mai ho scritto di essere contro la valorizzazione dei dialetti venetofoni?

    Altro è la realtà giuridica in questo campo. Realtà che ovviamente non dipende certamente da me, ma da scelte fatte dai Padri della Costituente e dal Parlamento italiano.

  19. marisa ha detto:

    In tutti gli stati europei la “tutela linguistica” è riservata alla minoranze linguistiche/nazionali e le parlate che fanno parte del sistema linguistico nazionale (lingua italiana in Italia) ne sono escluse. E questo è anche l’orientamento della normativa comunitaria europea in materia.

    E la legge elaborata dalla regione Veneto in materia, prevede una valorizzazione culturale e non linguistica. Peccato che Luigi non lo sappia!

    Per quanto riguarda la legge della nostra regione, in tutte le salse, a parole, i politici (assessore Molinaro in testa) hanno sempre affermato che la valorizzazione dei dialetti venetofoni sarà solo culturale. Peccato che poi abbiano scritto una legge da “dilettanti allo sbaraglio” che creerà molti problemi nella sua concreta applicazione.

    Purtroppo in materia, sul piano giuridico, c’è una disinformazione incredibile aiutata certamente dai media che non informano ma solo creano polemiche.

  20. sergej ha detto:

    Le indicazioni stradali vanno poste in italiano ed in sloveno, che sono le due uniche lingue nazionali (x la provincia di Trieste) e le capiscono tutti (gli italiani in italiano e gli sloveni in sloveno), tutti gli altri sono solo dialetti (friulano compreso), allora, in val Resia, dove ci sono quattro ceppi linguistici, bisogna scrivere le indicazioni in questi quattro ceppi più l italiano, lo sloveno ed il friulano? Cioè per una località 7 (sette) nomi diversi??? Ma fatemi il piacere, è solo ridicolo!

  21. Luigi (veneziano) ha detto:

    Mia cara Marisa, la tua presunta “informazione sotto il profilo giuridico e costituzionale” è assai carente, e non sto nemmeno a perder tempo per dimostrartelo.

    Riguardo alla legge della regione Veneto, forse t’è sfuggito il fatto che in essa si parla di “lingua veneta” e non di “dialetto”. Era ciò che volevo farti notare, ma che tu evidentemente non sei riuscita proprio a cogliere.

    L.

  22. marisa ha detto:

    @ Luigi

    E’ vero, nel preambolo è scritto “lingua veneta” e non “dialetto” (ma non c’è scritto minoranza linguistica !), ma poi i provvedimenti previsti dalla legge sono di natura culturale e non linguistica: è questo che volevo evidenziarti. E che se permetti è anche fondamentale.

    Sulla mia incompetenza in materia, non avrei le tue certezze. Ci spieghi la differenza tra l’art. 9 e l’art. 6 della Costituzione italiana? Nella Legge regionale FVG sui dialetti venetofoni all’art. 1 si fa riferimento all’art. 9 della Costituzione italiana. Nella L. 482/99 (riconoscimento e tutela della minoranze linguistiche storiche) si fa riferimento all’art. 6 della Costituzione italiana.

    Tu che al contrario di me, sei sempre preparatissimo su tutto, ci spieghi l’arcano?

  23. ciccio beppe ha detto:

    Il legislatore statale consente, infatti, sotto il profilo della toponomastica, l’adozione di toponimi conformi alle tradizioni e agli usi locali unicamente per le lingue minoritarie

    E’ interessante notare che almeno due notissimi sottopassaggi ferroviari di recente inaugurazione nel monfalconese riportino al loro ingresso un grosso cartello stradale con tanto di semaforo recante scritta bilingue di cui riporto la versione nella lingua minoritaria.

    “Closed road with red traffic light”.

  24. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Io non sono preparatissimo su tutto: intervengo però solo su cose sulle quali cerco di informarmi prima.

    L’esame di diritto costituzionale l’ho fatto nel 1984 (se non ricordo male l’anno), per cui risale ad un’era geologica fa. Purtruttavia qualche ideuzza sullo sviluppo delle questioni di cui si tratta cerco ancora di farmela, anche sulla scorta delle mie vecchie letture.

    La questione della legge regionale sulla lingua veneta è assai complessa, e se hai letto il testo ti sarai accorta che la regione Veneto prende in considerazione anche le parlate venete al di là dei propri confini regionali (Art. 1: “nel territorio veneto e nei luoghi in cui esse sono state mantenute da comunità che hanno conservato in modo rilevante la medesima matrice”). Cosa che già di per sé dovrebbe farti percepire il valore dirompente di tale normativa, anche alla luce del fatto che viene espressamente detto che si parla della “lingua veneta” (e quindi non di un dialetto della lingua italiana!), e poi si richiama in premessa l’art. 1 dello Statuto regionale, nel quale campeggia un’altra espressione potenzialmente dirompente, c’è un “popolo veneto”. Oltre a ciò, sempre l’art. 2 dello Statuto (richiamato espressamente dalla legge regionale sulla tutela della lingua veneta) afferma che “La Regione concorre alla valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico delle singole comunità”. Hai capito? Si parla di “valorizzazione linguistica”, e non solo “culturale”!

    Che vuol dire tutto ciò?

    Vuol dire che di fatto la regione Veneto – seguendo in ciò le pulsioni leghiste, fatte proprie anche dal PDL e da parte della sinistra – ha già piantato alcuni paletti riguardanti l’identità del “popolo veneto” e la sua lingua.

    Come mai il governo non ha mai impugnato questa legge? Non l’ha mai impugnata perché si è preferito non aprire uno scontro fra poteri dello stato, laddove la regione Veneto ha un sempre più montante sentimento leghista.

    Io – che a differenza di molti qua dentro considero l’unità d’Italia un valore ma più ancora considero estremamente pericolosa la china indipendentista del leghismo di casa mia – dico che il richiamo alle “identità regionali” così come si è sviluppato qui in Italia è estremamente pericoloso. Perciò dico anche che creare delle divisioni locali fra “fiulani” e “veneti” (o venetofoni) in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto è totalmente funzionale alle idee di questi quattro scalmanati – Bossi in testa – che una volta all’anno vengono sotto casa mia a fare lo sposalizio del Po con l’acqua della laguna.

    E’ per questo che io non sopporto le tue visioni francamente nazionalistiche della tua friulanità. Così come non sopporto tutti gli interventi qui dentro di chi sputa allegramente sulla Repubblica Italiana. P

    Perché mia moglie ha fra i parenti suoi delle famiglie miste croato/serbe, che anni e anni fa hanno iniziato proprio con discorsi simili (li ho sentiti anch’io!), e che poi si sono schierati chi per Tudjman, chi per Milosevic. Non si sono sparati l’un l’altro per miracolo, ma hanno visto cose che io nemmeno per sogno vorrei vedere nella mia vita.

    Morale della favola: lasciate andare chi vuole mettere due cartelli in dialetto veneto lungo le strade! Dove ho io la casa in montagna li hanno messi senza alcun problema, nessuno li ha imposti perché hanno deciso i comuni quasi alla chetichella, nessuno si lamenta, nessuno s’è mai perso e nessuno ha mai pensato di toglierli.

    Luigi (veneziano)

  25. marisa ha detto:

    @ Luigi

    non rispondi alla mia domanda. Fai solo la solita tiritera nazionalista italiana.

    Comunque ti ricordo che la Lega Nord nel 1999, in Parlamento, ha votato “CONTRO” la L. 482/99 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche). Legge invece voluta e votata dalla sinistra. E ti ricordo ancora che la Lega Nord ha “IMPEDITO” (assieme alla destra), sempre in Parlamento, la ratifica della “Carta europea delle lingue regionali o minoritarie” (Approvata dalla Comunità europea il 22 giugno 1992). Questa fondamentale carta europea è stata sottoscritta dall’Italia (il 9.9.2002) ma non ancora ratificata dal Parlamento italiano perchè sia la destra che la Lega Nord lo hanno sempre impedito. Questo significa che in Italia non trova ancora attuazione: e stiamo parlando di un provvedimento europeo del 1992!

    Affermare che la Lega Nord è per la tutela delle minoranze linguistiche storiche è dunque falso.

    Comunque attendo ancora che tu risponda alla mia domanda. Domanda a cui non hai risposto!

  26. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Francamente io della tua domanda me ne infischio.

    Anche perché evidentemente il tuo nazionalismo friulano – che ha un seguito da meno di quattro gatti nella tua regione, visto che poi la legge regionale che ti fa schiumare rabbia è stata votata all’unanimità – ti impedisce una serena disamina dei fatti.

    La quale disamina dei fatti – vista dalla mia angolazione – è la seguente: la Lega checché se ne dica punta ancora allo sfascio dell’Italia, ed ha fatto del Veneto la sua principale roccaforte, anche perché in Veneto in maniera miope s’è lasciato coltivare con mille atteggiamenti idioti una sorta di “nazionalismo regionale veneto”, che è la copia uguale e contraria al tuo “nazionalismo regionale friulano”.

    Il suo cammino è punteggiato dalle seguenti tappe:

    1. Federalismo fiscale nel quale sempre più la parola “solidarietà” sarà sostituita dalla parola “egoismo”.

    2. Redistribuzione delle risorse, per cui la maggior parte delle regioni potrebbe andare incontro ad un tracollo finanziario (lo sai anche tu che Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emila Romagna mandano soldi a tutte le altre regioni per il tramite dello stato centrale, vero?).

    3. A quel punto, la forza bruta potrebbe avere il sopravvento. Per “forza bruta” non intendo le truppe in strada, ma l’esercizio di quel misto di arroganza etnico-economica che in alcune parti della mia regione già vengono ampiamente applicate. Con la differenza che oggi sono applicate contro gli extracomunitari (anche regolari), domani saranno applicate contro altri cittadini italiani, e chissà che a qualcuno non venga in mente di ritirar fuori la domanda che già è stata pronunciata varie volte: “Perché io – veneto/lombardo/piemontese – devo versare soldi alla Regione Friuli – Venezia Giulia?”.

    Forse tu non te ne sei accorta, ma alle ultime elezioni i rapporti di forza fra PDL e Lega sono stati i seguenti:

    Piemonte: PDL 25,04 – Lega 16,73
    Lombardia: PDL 31,78 – Lega 26,20
    Veneto: Lega 35,15 – PDL 24,74

    Se poi fai le somme dei voti ricevuti in queste tre regioni, ecco cosa viene fuori:

    PDL: 2.384.560
    Lega: 2.222.873

    La Lega è oramai ad un’incollatura dal PDL, e se per ipotesi domani – oltre alle fondazioni delle grandi banche del nord, dove già metterà tutti e due i piedi – si prendesse la maggioranza anche nella più importante regione italiana – la Lombardia – altro che leggi e leggine dovresti tirare fuori, per fermare la marea!

    Morale della favola: visto che la sinistra qui è ad oggi annichilita e che quindi da quella parte non mi aspetto nulla di nuovo a breve, chi può aver interesse a mantenere vivo un “nazionalismo regionale”, che tenga ben alte le fibrillazioni locali?

    A te che viene in tasca dal continuare a bastonare a destra e a sinistra tutti i non friulani e pure i friulani non assatanati come quelli del “Fronte friulano”, da te considerati traditori?

    Luigi (veneziano)

  27. Luigi (veneziano) ha detto:

    Correggo l’ultima frase, che non si capisce bene:

    “A te che viene in tasca dal continuare a bastonare a destra e a sinistra tutti i non fiulani e pure i friulani non assatanati da te considerati traditori, come fanno quelli del “Fronte friulano”?”

    Luigi (veneziano)

  28. chinaski ha detto:

    Bossi: “Fine dell’alleanza con il Pdl”

    “Siamo davanti ad un crollo verticale del governo e probabilmente della fine di un’alleanza, quella tra il Pdl e Lega”.

    Umberto Bossi affida alle colonne della ‘Padania’ il commento sullo scontro interno al Pdl e lo fa con parole durissime nei confronti del presidente della Camera.

  29. chinaski ha detto:

    sembra proprio che la commedia sia finita.

  30. chinaski ha detto:

    anni fa adrano sofri aveva scritto, in un suo articolo: “In Cecenia mi accorsi curiosamente che le parole italiane più note erano: mafia, carabinieri, Celentano, e poi, non ho ancora capito perché, la frase: La commedia è finita”

  31. ciccio beppe ha detto:

    Arriverà il tempo del ‘co ghe vol, ghe vol’ ?

  32. ciccio beppe ha detto:

    Ma perchè voi credete VERAMENTE a quello che vi raccontano sulle liti nel PDL? Menia che scalpita con Fini (quello della legge Bossi-Fini) per dare la cittadinanza agli extracomunitari?

  33. chinaski ha detto:

    no no, io non credo niente. mi piacerebbe poter dire: guardo da fuori e mi godo lo spettacolo. il problema e’ che non c’e’ un fuori.

  34. chinaski ha detto:

    bossi, menia, fini, berlusconi… non sono loro che mi fanno paura. mi fa paura la gggente, quelli che sarebbero disposti a farsi cavare un occhio, pur di vedere il boia che li cava tutti e due al vicino di casa.

  35. chinaski ha detto:

    ormai questo paese e’ come una iena che si sbrana da sola.

  36. Luigi (veneziano) ha detto:

    E invece sai come potrebbe andare?

    Potrebbe andare che il gruppo di Fini viene fatto fuori, i più tremebondi tornano all’ovile e restano in maggioranza (ci vogliono una quindicina di senatori per mandare sotto il governo), di conseguenza il governo starà in piedi con una maggioranza sempre più in mano a Bossi, che detterà tutti i tempi e i temi principali.

    Alternativa: il gruppo di Fini fa cadere il governo, si va alle elezioni anticipate e il binomio Lega-PDL rivince a mani basse.

    In questo modo fra l’altro hanno una doppia sicurezza: se faranno la riforma costituzionale col semipresidenzialismo e il presidente eletto a turno unico (bastando quindi ampiamente un 40% di voti per sbaragliare gli altri candidati), Berlusconi viene eletto in carrozza; se invece non la faranno, il nuovo parlamento eletto avrà il tempo e i voti per mandare Berlusconi al Quirinale a succedere a Napolitano. Il successore di Napolitano infatti non verrà eletto da questo parlamento, ma dal prossimo più dai rappresentanti regionali spediti dalle regioni secondo i risultati dell’ultima recente tornata elettorale.

    Morale della favola: il sig. Berlusconi in un modo o nell’altro potremmo trovarcelo ancora fra i piedi per un lungo periodo.

    L’alternativa: un’alleanza fra Fini-Casini-PD-IDV-Sinistra con Casini candidato presidente del consiglio. Praticamente, una nuova accozzaglia che se anche vincesse le elezioni durerebbe quanto il Prodi I o il Prodi II.

    Allegria!!

    Luigi (veneziano)

  37. ciccio beppe ha detto:

    La verità credo sia più semplice e forse vale la parola in lingua veneta più in voga di questi tempi: schei.

  38. chinaski ha detto:

    per me ormai il problema non e’ piu’ “chi sara’ a governare”, ma qual e’ la natura della “cosa” che sara’ chiamato a governare.
    dove per “cosa” intendo dire l’ accozzaglia di individui urlanti e rancorosi a cui si e’ ridotto il paese.

  39. chinaski ha detto:

    una specie di fascismo dal basso, in cui ognuno e’ l’ aguzzino del suo collega di lavoro, o del suo vicino di casa, o del passeggero sul sedile a fianco in autobus

  40. ciccio beppe ha detto:

    Per chi ha seguito anche di striscio le vicende greche sa che al momento buono anche da noi arriverà il momento per il passaggio del piattino dell’elemosina da una maggioranza all’altra.
    C’è solo da aspettare e presto avremo nuovi mantra ‘lacrime e sangue’. Sempre per quelli.

  41. marisa ha detto:

    @ SERGEJ – commento 20

    Sarebbe come dire che la lingua basca, non esistendo uno Stato basco che abbia come lingua ufficiale la lingua basca, è un dialetto? Ma per favore…..

    E’ da un pezzo ormai che STATO non è più sinonimo di NAZIONE….

  42. Luigi (veneziano) ha detto:

    Vedi, chinaski, io credo che uno dei principali problemi del popolo della sinistra sia stato proprio quello di non aver minimamente capito quali sono i temi sul tappeto, avendo praticamente “dato le dimissioni” da italiani. Giro le spalle ad un popolo che non considero più mio. Non mi meritate. Non vi capisco. Non mi capite.

    Eppure sono stati proprio i sociologi e i filosofi legati alle esperienze del marxismo a tirar fuori per primi alcuni studi sulle conseguenze sociali dell’immigrazione e della globalizzazione!

    Che cosa è passato? Che la sinistra era contro la legalità, contro il merito, contro le regole nei confronti dell’immigrazione, a favore del sistema pubblico e sostanzialmente dell’inefficienza.

    In un periodo in cui la gente in tutto il mondo lotta per il proprio oggi e ha dubbi per il proprio domani, e quindi in un periodo in cui tutti pensano al proprio orticello e guardano in tralice il nuovo vicino di casa, perché un messaggio forte sulla legalità come quello di Cofferati (do you remember?) viene preso e buttato nel cesso assieme a chi l’ha proposto? E’ stato considerato un reazionario e allontanato da tutto e da tutti un uomo che a suo tempo aveva mandato in piazza due milioni di italiani! E per quale idea? Che bisogna rispettare i lavavetri comunque e dovunque? Che tutti gli extracomunitari siano ben accetti? Che col “volemose bene” si può gestire un periodo come questo?

    Ti sei mai chiesto perché molti operai adesso votano Lega?

    Prova a girare un po’ per quelle che una volta erano le grandi riserve di voti della DC e del PCI, e vedrai che cosa viene fuori: viene fuori chè la DC era al 37% e il PCI al 35%, di conseguenza sinistra DC e PD dovrebbero avere almeno il 50% dei voti, invece si è riusciti in venticinque anni a mandare a puttane tutto quanto.

    Nemmeno più la parola “uguaglianza” riescono a declinare questi qui!

    E di fronte ad un’identità difensiva/offensiva forte ed immediata come quella della Lega e di parte del PDL, perché l’operaio che lavora come un pazzo e vive in un quartiere con problemi di sicurezza e di coesistenza con gli immigrati dovrebbe votare contro quelli che propongono loro le ronde e il blocco dei clandestini?

    L.

  43. alpino ha detto:

    penso che vada considerato un fatto, il Fini di oggi non è più il Fini leader di allora, la base che lo sosteneva non c’è quasi più, chi ha visto in streaming ieri la convention avrà notato un Fini imbarazzato che addirittura si alzava in piedi arrossendo agli attacchi di Berlusconi ovvero una figura che non corrisponde al leader di Alleanza Nazionale degli ultimi anni.
    Ginafranco ci ha provato a sferrare l’attacco, il cesaricidio non ha funzionato ed ora mi sa che il tutto gli si ritorcerà contro..ha sacrificato un intero partito per una scalata personale culminata con la più nefasta caduta nel burrone..ciao Gianfranco

  44. chinaski ha detto:

    luigi, io non sto parlando da politico, io sto parlando da uomo. io non sono obbligato a farmi piacere tutto. in particolare, non sono obbligato a farmi piacere lo stronzo che scende urlando dalla sua macchina e mi salta al collo, perche’ mi sono fermato per far passare una madre con dei bambini, e cosi’ facendo gli ho fatto perdere il suo preziosissimo tempo.

  45. marisa ha detto:

    @ Luigi

    Prendo atto che te ne freghi della mia domanda. Peccato che questo POST abbia come oggetto la toponomastica in dialetto, e che la motivazione del rigetto del Consiglio dei Ministri sia legato alla mia domanda.

    Mentre non c’entra proprio nulla con questo Post il tuo livore ( o possiamo chiamarlo viscerale odio?) contro la Lega Nord.

    Ti faccio notare che la Lega Nord fa parte di questo Governo…..sì, proprio quello che ha trovato aspetti incostituzionali nella legge regionale sulla tutela dei dialetti venetofoni approvata dalla nostra regione.

    Ma forse ti è sfuggito questo aspetto della storia….tutto preso come sei dal menare pedate alla Lega Nord!

  46. Luigi (veneziano) ha detto:

    Mi permetto anche un aneddoto.

    Un giorno del 1994 – prima delle elezioni – vado a pranzo con un altissimo impiegato dello stato. Lui purissimo intellettuale, grandi letture, della sinistra DC più illuminata.

    Discutiamo amabilmente di politica, ed io – che lavoro da sempre in ambito commerciale – gli dico che la sinistra e il Partito Popolare (se non ricordo male, all’epoca la DC era infatti morta ed era sorto il PPI) non avevano minimamente capito che il signor Berlusconi era uno che utilizzava delle tecniche di comunicazione e di vendita che negli USA erano in voga già da cinquant’anni, sperimentate ed efficientissime.

    Con estrema sufficienza, quest’uomo ricordò con orrore che Berlusconi parlava del messaggio politico di Forza Italia come di “un prodotto”, e di fronte alle mie insistenze si rivolse sarcasticamente a me dicendo: “Sì sì, forse dovremmo mandare persone come te contro Berlusconi”. Io gli dissi in maniera anche brutale che fino a quanto c’era questa poca voglia di tornare a studiare, uno come Berlusconi avrebbe fatto di tutti i soloni un solo boccone. Li avrebbe stritolati tutti quanti.

    Cosa che infatti è puntualmente accaduta. Questo signore venne delicatamente rimosso dalla sua altissima posizione (una delle più importanti nell’organigramma di uno Stato) e messo a presiedere uno di quegli organi che ti garantiscono auto blu, convegni a go-go e stop. Un cimitero degli elefanti, in pratica.

    Luigi (veneziano)

  47. chinaski ha detto:

    non sono obbligato a farmi piacere l’ idraulico che si fa pagare in nero. non sono obbligato a farmi piacere la vecchia baldracca impellicciata che copre di insulti un negro sull’ autobus, cosi’ solo per il gusto di farlo. non sono obbligato a farmi piacere l’ isola dei famosi, i libri di moccia e i film con scamarcio.

  48. ciccio beppe ha detto:

    Però si rischia di scadere nell’elitarismo.
    Ieri sera ad esempio non riuscivo a guardare le guerre tra poveri ad Anno Zero per un pasto mensa ad Adro. Non riuscivo a sentire parlare il sindaco del paese. Non riuscivo a guardare la faccia delle mamme che volevano un benefattore anche per loro.
    Se vuoi farti l’idea di come sono le verdure dell’orto devi mangiarti la minestra buona o cattiva che sia.

  49. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    La mia famiglia e la famiglia di mia moglie hanno parenti in giro per il mondo. Considero il nostro pianeta come il mio orizzonte, e spero che mio figlio possa studiare in almeno due/tre paesi diversi. Lui adesso ha 15 anni, ed ha avuto la possibilità di girare un po’ per il mondo. Attualmente è nel periodo “british”: tutto quel che viene da lì è fantastico e Londra è il luogo dove andra “sicuramente” ad abitare.

    Per quanto sopra, io non rinnego affatto le mie radici, ma non sopporto in alcun modo ogni forma di nazionalismo, nonché tutte queste forme più recenti di nazionalismo in sedicesimo che io chiamo “nazionalismo regionale”.

    La Lega Nord è una risposta sbagliata ad un problema che esiste. Oltre a ciò, è una risposta che fa leva sulla pancia delle persone.

    E come ben sappiamo per decine e decine di casi storici già accaduti, quando imbocchi la strada del nazionalismo “di pancia” scattano grandi probabilità di finire con i fucili in mano.

    Per questo io dico ancora una volta che il tuo manifesto livore contro tutto ciò che non è friulano ai miei occhi è ridicolo.

    Se va tutto bene, fra cinquant’anni nella tua regione il 25% della gente sarà figlia o nipote di persone nate a centinaia o migliaia di chilometri da Udine. Con questo fenomeno devi fare i conti, e i titic-titoc per o contro i cartelli in dialetto veneto o per “la libertà del popolo veneto” (come si proclama dalle mie parti) saranno da considerare come delle incommensurabili boiate.

    Se invece va tutto male, ci saremo menati alla grande. E la Lega soffia su tutto questo.

    L.

  50. chinaski ha detto:

    non sono obbligato ad ascoltare la melandri che discute di reality show con la mussolini. non sono obbligato a desiderare una macchina potente, una villa con la piscina a forma di culo, e un telefonino che fa tutto, comprese le seghe

  51. chinaski ha detto:

    ciccio

    non e’ elitarismo cazzo, io quella gente la guardo in faccia, e’ per questo che non mi piace. e’ molto piu’ snob dire che la ggente ha sempre raggione, che bisogna capire, e cosi’ via.

  52. chinaski ha detto:

    non c’e’ snob piu’ snob dell’ intellettuale che fa finta di essere nazional popolare, e che esalta l’ estetica del trash. pero’ intanto lui puo’ leggere shakespeare, andare al louvre o ascoltare abbado, mentre la sciampista non avra’ mai nient’ altro che merda.

    mia nonna aveva la terza elementare, e a ottant’ anni suonati si e’ messa in testa di leggere la divina commedia.

  53. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ chinaski

    E allora? Tu non sopporti quelli che nella tua visione personale sono “gli Italiani”. Fa’ ciò che vuoi: non è che questo cambi le questioni sul tappeto.

    Io dico invece che invece un politico intelligente deve capire, interpretare ed in qualche modo canalizzare le pulsioni che vengono dal popolo.

    E dico anche che alcuni politici della sinistra hanno fatto come te: cari Italiani, non vi capisco più, per cui andate a farvi friggere.

    Risultato: il deserto dei tartari.

    Luigi (veneziano)

  54. effebi ha detto:

    “non sono obbligato, non sono obbligato…” e nessuno mi obbliga, e quindi faccio quello che mi pare… quindi c’è democrazia e quindi non viviamo in un regime.

    “non sono obbligato… non sono obbligato” non lo dice solo chinaski… lo dice persino e anche Fini…

  55. chinaski ha detto:

    luigi

    che quelli che io ho descritto siano “gli italiani” lo dici tu, caro mio. quelli che ho descritto io sono quelli che mi stanno sul cazzo, che siano italiani, sloveni, tedeschi o americani.

    invece sono italiane le maestre dei miei figli, sono eccezionali, e combattono sul campo per far vivere insieme bambini italiani e bambini immigrati. sono italiani quelli che fanno sacrifici per mandare i figli all’ universita’, sono italiani i medici che si rifiutano di denunciare i malati senza permesso di soggiorno…

    devo continuare?

  56. effebi ha detto:

    gente bizzarra:
    se il pdl è un monolita in ginocchio davanti al berlusca tutti a criticare…
    se invece il pdl dimostra di avere una voce anche diversa dal berlusca allora tutti…a criticare.

    …la commedia continua…

  57. chinaski ha detto:

    io non sono un politico. pero’ penso che un politico non debba limitarsi a “interpretare ed in qualche modo canalizzare le pulsioni che vengono dal popolo”. anche perche’ le pulsioni che vengono dal popolo non sono univoche. anzi, spesso sono in conflitto tra di loro.

  58. chinaski ha detto:

    effebi

    non stiamo parlando del pdl. anzi, ti diro’ di piu’. non siamo obbligati a parlare del pdl 🙂

  59. chinaski ha detto:

    luigi

    io non ho affatto detto che “gli italiani non li capisco piu'”. io capisco benissimo quel che e’ successo. lo capisco da almeno vent’ anni. ma il fatto di averlo capito non me lo rende piu’ piacevole.

  60. matteo ha detto:

    la gente se ne frega della politica, in pratica solo una minima parte è schierata materialmente tra destra e sinistra. la maggioranza no, non esiste nessun popolo di destra o sinistra

  61. effebi ha detto:

    28chinaski23 aprile 2010, 10:15 Bossi:

    “Fine dell’alleanza con il Pdl”
    “Siamo davanti ad un crollo verticale del governo e probabilmente della fine di un’alleanza, quella tra il Pdl e Lega”.
    Umberto Bossi affida alle colonne della ‘Padania’ il commento sullo scontro interno al Pdl e lo fa con parole durissime nei confronti del presidente della Camera.

    ….scusa non mi ero accorto che NON stavi parlando del PDL… 🙂

  62. effebi ha detto:

    60 e bossi è stato il primo a capirlo e a trarne vantaggio…

    a sinistra (tra i politici) invece ci sono più sinistre e oggi ho sentito parlare (i politici) di “due destre”…

    …la commedia continua…

  63. chinaski ha detto:

    luigi

    e se devo dirla tutta, per me la colpa maggiore della sinistra e’ quella di non aver saputo proporre una narrazione diversa del paese. in italia c’e’ una sola narrazione. e’ per questo che quando io ho elencato quel che non mi piace, tu ne hai dedotto che non mi piace niente. bene, il fatto e’ che esistono aspetti di questo paese che nessuno racconta. il popolo della destra esiste eccome. il popolo della sinistra non esiste piu’, perche’ non c’e’ una narrazione in cui possa identificarsi (forse vendola e’ l’ unico che lo ha capito)

  64. chinaski ha detto:

    61
    effebi
    23 aprile 2010, 12:38

    il discorso e’ partito da li’, ma poi si e’ allargato.

  65. chinaski ha detto:

    luigi

    per chiarire ulteriormente il mio punto di vista. come ho detto fin dall’ inizio (33 chinaski 23 aprile 2010, 11:01) “mi piacerebbe poter dire: guardo da fuori e mi godo lo spettacolo. il problema e’ che non c’e’ un fuori.”
    ma se sono obbligato a star dentro, allora voglio starci portando con me i miei gusti, le mie idee, le mie aspirazioni, i miei desideri ecc. ecc.

  66. ciccio beppe ha detto:

    chinaski: guarda che la realtà sociale italiana è multiforme per la stessa ragione che nessuno vuole più farsi catalogare come destra o sinistra.
    A me, mia nonna, ripeteva che bisogna imparare a convivere con tutti. Mi pare una delle cose più intelligenti che si possa insegnare ad un bambino.

  67. effebi ha detto:

    ma… Fini fa dei discorsi di destra o di sinistra ?

  68. marisa ha detto:

    @ Luigi

    sei talmente nazionalista italiano, hai talmente paura che questo giocattolo chiamato Stato italiano si disfi, che per te ogni identità diversa da quella italiana che si trova all’interno dello Stato italiano, per definizione è da cancellare e negativa. Una visione, secondo me, frutto della ideologia nazionalista ottocentesca che riconosce solo una identità: quella italiana. Tutte le altre sono letame, anche se millenarie e importanti.

    Che l’Italia possa essere unitaria e contemporaneamente plurilingue e plurietnica, non rientra, secondo me, nel tuo schema mentale.

    Manda pure tuo figlio a studiare a Londra. Conoscerà Londra e non saprà nulla del posto dov’è nato….

  69. ciccio beppe ha detto:

    effebi ti consiglio di rivolgere le tue domande al Grande Capo Estiqaatsi.

  70. chinaski ha detto:

    ciccio

    “convivere con tutti” e’ diverso da “essere d’ accordo con tutti”. l’ ultimo che diceva di essere d’ accordo con tutti era un certo veltroni, e sappiamo come e’ finita.

  71. chinaski ha detto:

    ma a parte veltroni. e’ facile convivere con quelli con cui si va d’ accordo. il difficile e’ convivere con quelli con cui *non* si va d’ accordo.

  72. ciccio beppe ha detto:

    Però bisogna sforzarsi di farlo. Sennò diventi come loro. 😉

  73. chinaski ha detto:

    okay ciccio, ma cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando. se io scrivo:

    “non sono obbligato a farmi piacere lo stronzo che scende urlando dalla sua macchina e mi salta al collo, perche’ mi sono fermato per far passare una madre con dei bambini, e cosi’ facendo gli ho fatto perdere il suo preziosissimo tempo”

    vorrei capire:

    1) in che senso devo sforzarmi di convivere con lui? devo lasciarmi strangolare, o posso sbattergli la portiera sui coglioni per liberarmi il collo?

    2) cosa c’entra questa storia con l’ elitarismo degli intellettuali di sinistra?

  74. Richi ha detto:

    @ Marisa 68

    Purtroppo la retorica un po’ irredento-nazionalistica e un po’ da libro Cuore che ci propinano da decenni, miete vittime anche tra persone di elevati standard morali e intellettuali. Io credo -per fare una citazione- che l’Italia sia solo un’espressione gografica: non e’ certo la sola, per carita’, ma se qualcuno vuole spiegarmi cos’abbiamo in comune di concretto “dall’Alpi alla Sicilia” senza ricorrere a poveri Cristi morti ingiustamente in guerra, al pallone o simili, io lo ringrazio e gli pago pure un pranzo.
    Nemmeno io non credo assolutamente all’idea ottocentesca degli stati nazionali, non fosse altro per le conseguenze a cui ha portato.

    @ Chinaski 52

    Brilllante come sempre.
    La cosa che mi fa accapponare la pelle e’ vedere come personaggi come Bonolis, Clerici, Baudo eccetera, prendano vagonate di miliardi per fingere di essere dei mezzzi rincoglioniti (quando invece sono individui furbi, colti e preparati), abbassando il loro livello verso il basso e trascinando ulteriormente quello di milioni di persone che li seguono.
    Saro’ un po’ ruvido, ma per fare un esempio, io a uno come Costanzo lo sbatterei in galera a suon di calci nel culo.

    Ma queste sono strategie di marketing che si possono vedere anche, appunto, a livello elettorale: il Borghezio che urla e rutta sul palco e’ lo stesso che parla pacatamente e fluentemente diverse lingue, laureatosi in Giurisprudenza, la Mussolini che si finge “donna de noantri ar mercato der pesce, sora mia” e’ una pariolina cresciuta nei salotti della Roma bene. Purtroppo il sistema-italia funziona cosi’, con le sceneggiate e il tamarrismo. Piu’ punti verso il basso piu’ sostanzialmente vinci.

  75. clax ha detto:

    @46
    cento righe per dire che hai capito belusconi nel ’94. sei stato molto bravo.complimenti. ora raccontaci qualche altro aneddoto, magari su tua suocera in tanzania, dai!

  76. chinaski ha detto:

    @ luigi

    “un politico intelligente deve capire, interpretare ed in qualche modo canalizzare le pulsioni che vengono dal popolo”

    ti porto l’ esempio di due politici intelligenti che certe pulsioni non le hanno canalizzate, ma le hanno affrontate a muso duro:

    2 settembre 1957. Nove ragazzi e bambini neri si sono iscritti alla scuola media di Little Rock, Arkansas. Il governatore Faubus ordina alla Guardia Nazionale di circondare la zona per impedire che i ragazzi neri possano entrare nell’ edificio. La associazione che tutela i diritti dei neri raggiunge otto delle nove famiglie e consiglia di tenere a casa i figli. Ma una bambina, Elizabeth Eckford, non viene raggiunta dal messaggio. Sotto gli occhi indifferenti della Guardia Nazionale Elizabeth viene minacciata e insultata dalla folla che circonda la scuola, quasi tutte madri di studenti bianchi. Il giorno dopo il presidente Eisenhower ordina alle truppe federali di occupare la capitale dell’ Arkansas. Soldati federali in assetto di guerra vengono avio-trasportati nella notte a Little Rock per scortare e proteggere una sola bambina fino all’ ingresso della “Central High”. Il presidente Eisenhower, che non aveva mai dato segni di particolare interesse per la questione razziale, vede subito il problema costituzionale, proprio come indicato dalle “carte federaliste” su cui si fonda l’ unione degli stati americani: garantire direttamente il diritto di un cittadino, se il governo locale minaccia di violare quel diritto. Invano il governatore Faubus ha invocato la volontà dei suoi elettori. Il presidente degli Stati Uniti ha “forzato” un comportamento diverso da quello indicato dagli elettori dell’ Arkansas per salvare i principi costitutivi dell’ unione federale. Undici giugno 1963. George Wallace, governatore dell’ Alabama è davanti al portone della università del suo Stato. Intende impedire l’ ingresso dei primi studenti neri in quella scuola. Anche il governo federale è presente. Robert Kennedy è già arrivato in Alabama e ha posto Wallace di fronte all’ alternativa: o sgombera la porta e ritira la Guardia Nazionale. O le truppe federali e lo F.B.I. si assumeranno il compito di fare entrare con la forza gli studenti neri. A Wallace, governatore eletto dell’ Alabama, viene tolto il comando della Guardia Nazionale, che per qualche ora è “federalizzata”. Wallace risponde che è suo dovere supremo rappresentare la volontà dei suoi elettori. Quasi subito le truppe federali ricevono ordine di intervenire. Wallace deve decidere: cedere, o aprire il primo conflitto fra Stato locale e governo federale dopo la guerra di secessione. George Wallace cede. Eppure aveva giurato ai suoi cittadini: “Segregazione oggi, segregazione domani, segregazione per sempre”.

    (il racconto di questi avvenimenti e’ di furio colombo)

  77. ciccio beppe ha detto:

    1) Io partivo dalla vecchia baldracca impellicciata, da Moccia e da Scamarcio. Non credo che questi ti ‘strangolino’. Insomma si può ragionar di loro, guardarli e passare.
    Che non vuol dire fare gli indifferenti. Gli indifferenti non si fanno un’idea del mondo, avere delle idee è già qualcosa.
    2)Io ho detto elitarismo (non centra niente la sinistra) e forse non era il termine esatto.
    Forse era meglio individualismo eremitico, non so. Volevo dire che non ci si può chiudere in un mondo ovattato fingendo che non ci siano anche gli altri.

    Insomma il tuo sfogo sul non essere obbligati a me pareva una specie di rifiuto delle idee che ti porti in merito. Come se ti pesasse il fatto di avere idee a riguardo delle isole dei famosi o altro.
    Io la penso come te su questa fauna che popola il mondo odierno, ma il ribrezzo che provo nei loro confronti non mi stufa portarmelo. Cerco di tenerlo vivo pungolandolo, perchè il giorno in cui me lo dimenticherò ne avrò accettato i lati deteriori.

  78. effebi ha detto:

    elitarismo o individualismo eremitico ? stamane ne abbiamo discusso in atrio tra condomini …chi prima di andare a lavorare e chi prima di portare i figli a scuola.

  79. effebi ha detto:

    abbiamo deciso che “non siamo obbligati a discuterne…”

  80. chinaski ha detto:

    io scrivevo: “non sono obbligato a farmi piacere i libri di moccia ecc.”. mi pare il minimo. forse saro’ obbligato a leggerli, ma non a farmeli piacere.

    quanto alla vecchia baldracca impellicciata, ti diro’ che mi ha fatto stare peggio lei che non lo stronzo delle strisce pedonali.

  81. chinaski ha detto:

    @ effebi

    pensa un po’ stamattina sul pianerottolo mio figlio si e’ messo a cantare a squarciagola una canzone sulla cacca. gli ho detto che io non ero obbligato a non dargli una s’ciafa pel cul.

  82. alpino ha detto:

    riassunto delle puntate precedenti: dacchè si discuteva se xe giusto o sbaglià scriver sui cartei Foian oltre che Fogliano, siamo arrivati al tutti contro il Veneziano, passando per il nazionalismo italiano (c)di Marisa, alla storia dei neri dell’Arkansas, alla società multietinica passando per Berlusconi e Fini…ma de solito per andar a Udine passate per Cortina? me par che ve piasi i giri larghi..
    In conclusione per terminare l’assalto al Veneziano i cartelli in bisiacco non li vedremo sob sob sigh sigh

  83. chinaski ha detto:

    @ alpino

    nel riassunto hai tralasciato la canzone sulla cacca

  84. chinaski ha detto:

    alpino

    sai una cosa, l’ ho capita adesso, ho avuto un’ illuminazione.
    *non siamo obbligati a discutere di cartelli stradali*

  85. effebi ha detto:

    in che lingua o dialetto la cantava ?

  86. ciccio beppe ha detto:

    Direi che non siamo obbligati a mettere per forza i cartelli in italiano. Con un po’ di fantasia potremmo inventarci una neolingua di orwelliana memoria.

  87. chinaski ha detto:

    mah, un mis-mas, partiva dalla canzoncina di pippi calzelunghe, poi improvvisava sul tema.

  88. effebi ha detto:

    Ah pensavo fosseun fan di Kate Nash…

    “The Shit Song”

    It is like I’m always thinking to myself
    I’d like to meet someone else
    It is like I’m always thinking to myself
    I’d like to meet someone else

    Darling, don’t give me shit
    ‘Cause I know that you’re full of it
    You’re full of shit
    You’re full of shit

    Darling, don’t give me shit
    ‘Cause I know that you’re full of it

    I’m sitting with my friends
    Getting drunk again on wine
    And I think about you

    ….

  89. Bibliotopa ha detto:

    ahi ahi chinaski, mi preoccupa la “sciafa pel cul” che mi sembra una contraddizione in termini, perchè le sc’iafe si fanno per definizone in faccia e pel cul si danno floz’ke ( spero di aver messo gli apostrofi al posto giusto). (Ma se uno avesse una faccia di culo?? prenderebbe una sc’iafa o una floz’ka? grave dilemma, non riesco a risolverlo)

  90. ciccio beppe ha detto:

    e le patàfe?

  91. effebi ha detto:

    mi me capitava de ciapar “stramusoni”

  92. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ chinaski
    A me pare – consentimelo – che tu ti contraddica alquanto. Prima parli di un’ “accozzaglia di individui urlanti e rancorosi a cui si e’ ridotto il paese”. E inizi una tiritera sulla sciampista ignorante, sull’automobilista incivile e così via.

    Quando io faccio un’osservazione su questo tuo modo di vedere gli italiani, allora mi dici che “che quelli che io ho descritto siano “gli italiani” lo dici tu, caro mio”.

    Poi dopo un paio di messaggi, ritorni a citare questo e quell’esempio di italiani che non ti vanno bene.

    Devi cercare di capirmi: io cerco di seguire sempre una logica consequenziale, di conseguenza questi slalom logici alla Alberto Tomba mi sembrano assai sconclusionati.

    E adesso vengo agli esempi che mi hai fatto, riguardanti l’integrazione razziale negli USA.

    Con tutto il rispetto, essi non c’entrano nulla, così come non c’entrano nulla con ciò che ho detto io.

    Per semplificare ancor di più: nel 1920 si scatenò in varie parti d’Europa uno scontro sociale di immani proporzioni, condito di mille pulsioni deteriori e da una spaventosa crisi economica.

    Questo diede la possibilità ai signori Mussolini prima e HItler poi di arrivare al potere. Essi sfruttarono le pulsioni dei loro popoli e poi sappiamo che ne derivò.

    Negli USA, nello stesso periodo, uscì fuori il signor Roosevelt col suo new deal.

    Ecco: io dico che è inutile per un politico il tuo atteggiamento – sostanzialmente snobistico-intellettuale – di rifiuto della realtà attuale. Servirebbe invece (sempre per un politico, soprattutto di sinistra), un atteggiamento di ascolto, interpretazione, indirizzamento delle pulsioni che provengono dalla società.

    Altrimenti continuiamo a trovarci nelle università e nei convegni, e lasciamo pure che sia la Lega a dare le sue risposte.

    @ marisa
    Continui proprio a ragionare “de coccio”: a me dell’unità italiana non me ne frega niente, perché ritengo che il nostro orizzonte di riferimento – se non mondiale – debba per lo meno essere europeo.

    Le tue continue e livorose osservazioni pan-friulaniste sono tipiche di chi non ha gli strumenti per affrontare il cambiamento epocale cui stiamo assistendo, e si trincera nel proprio orticello. Come i bimbi piccoli che si chiudono a chiave nella propria cameretta.

    Ma tu ti rendi conto che in Germania – per dire il primo paese che mi viene in mente – il 10% della popolazione non è di nascita tedesca? Ti rendi conto che abbiamo un gigantesco problema di integrazione di una massa di persone che – paradosso dei paradossi – a noi europei – e soprattutto a noi italiani – serve per pagarci le nostre pensioni e per mantenere il nostro attuale livello di welfare? Lo sai o no – nella tua autistica visione del mondo – che gli italiani sono a crescita negativa da anni e anni e che se non ci fossero gli immigrati saremmo lo stato più vecchio del pianeta?

    Per cui – mia cara – io ME NE FREGO delle tue fregole, ME NE FREGO del tuo chiamare tutti quanti nazionalisti di qua e nazionalisti di là. Tu sei ai miei occhi il perfetto esempio di chi per rispondere ai quesiti della contemporaneità tira fuori il medioevo.

    @ Richi
    Tu chiedi di saperti spiegare che ci sarebbe in comune fra – per esempio – un siciliano e un lombardo. E poi dici che non credi agli stati nazionali.

    Non ti rendi nemmeno conto della totale illogicità di queste due frasi messe assieme.

    Perché delle due l’una: o un siciliano e un lombardo non hanno nulla in comune, e quindi l’Italia è un esempio perfetto di stato plurinazionale, oppure hanno qualcosa in comune, e quindi ti sei dato da solo la risposta.

    Ma la maggioranza di voi non abita a Trieste e non rivendica il cosmopolitismo di questa città? Vogliamo essere cosmopoliti con uno sloveno e con un tedesco, ma non con un siciliano o con un napoletano?

    Sento gran puzza di razzismo nascosto sotto gran giri di parole.

    Luigi (veneziano)

  93. arlon ha detto:

    Credo che a Trieste el problema sia che la politica e certe pulsioni ne ga messo in condizioni (culturali, scolastiche, mediatiche) de eser cosmopoliti col sicilian, ma no col ungherese, per esempio.

    Per mi dovessi tornar un minimo de equilibrio geografico/cultural, vista la posizion de la cità, e questo no podessi che farghe ben a economia e società.

    Senza stress, senza propagande strane.. semplicemente nei fatti de ogni giorno.
    (le notizie su le scole slovene va in questa direzion, per fortuna. ma no basta.)

  94. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ arlon
    Mi permetto di contraddirti, non essendo però un triestino bensì solo uno che frequenta spesso la città.

    La politica e certe pulsioni a Trieste non hanno messo in condizioni di essere cosmopoliti con un siciliano ma non con l’ungherese. Per meglio dire: nei confronti del primo, ho sentito vagonate di pregiudizi, mentre nei confronti del secondo (l’ungherese) mai.

    Ho sentito invece vagonate di pregiudizi nei confronti degli “slavi” (genericamente intesi).

    Contemporaneamente, ho sentito però anche parecchia gente che pervicacemente rifiuta questi pregiudizi.

    Devo però dire che non sempre chi rifiuta i pregiudizi contro gli slavi, rifiuta anche i pregiudizi contro i siciliani o i napoletani. Singolare, non credi?

    Tutto ciò rende il discorso ancora più complesso.

    Luigi (veneziano)

  95. arlon ha detto:

    “ungherese” iera del tutto casual come parola (nisun a Trieste ormai sa nianche chi sia i ungheresi :D), se disevo lubianese, istrian, croato, etc iera uguale.

    La politica ga messo in condizioni (e no oggi, ma da un 80 anni, o cmq almeno 60 col confin drio casa) de eser favorevoli al imigrazion da ovest, e sospetosi de quella da est. Più che nei fatti, questo xe nato nele “opinioni” nela cultura dominante, e de conseguenza nei pregiudizi.

    E (opinion mia) questo xe un fren che una cità come Trieste, economicamente e socialmente, no pol permeterse de gaver.

  96. Richi ha detto:

    @ Luigi

    A contraddirti mi sembri tu, che in alcuni post ti dichiari fermissimamente convinto sull’unita’ d’Italia e ora dici di sbattertene allegramente perche’ hai una visione “mondiale” del tutto.
    A me sembra che in realta’ cerchi pretesti per attaccare i localismi e le piccole realta’, che sono cosa ben diversa e piu’ complessa da quei tizi in camicia verde.

    Io credo sostanzialmente che un’Euroregione -i motivi li ha spiegati ampiamente e meglio di me Julius- sarebbe piu’ sensata anche perche’ probabilmente nel futuro si andra’ sempre piu’ incontro alle realta’ degli stati economici e sovranazionali, con buona pace dei nazionalisti.

    Tu personalmente puoi aver sentito quel che vuoi, ma e’ un fatto che a Trieste mi sembra abbiano ben piu’ probabilita’ di lavoro e carriera i siciliani anziche’ gli ungheresi, tanto per fare un esempio: oggi come negli anni cinquanta molti di loro sono a capo di tanti posti chiave in politica, nelle forze armate, nella burocrazia eccetera. Anzi, se vogliamo dirla tutta e potrei dirti cosa mi sono sentito dire in quanto Triestino da alcuni Siciliani, ma non mi va certo di dare addosso a una categoria intera per colpa di alcuni idioti, quindi lasciamo correre.

    Qui nessuno ha mai scritto non si affitta ai siciliani: per contro nei libri ci e’ sempre stata insegnata la bubbola dell’Italia che libera Trieste dai crucchi cattivi, cosi’ come il razzismo e il pregiudizio reali sono stati praticati contro gli sloveni e se vuoi ti cito esempi che magari non conoscerai ma che sono saliti alle cronache e non proprio ai tempi del fascismo.

    Questi sono i fatti che puoi riscontrare, cosi’ come puoi riscontrare il fatto che a Trieste i tabu’ della citta’ fanno in modo che si debba sentirci fratelli con alcuni e avversari se non nemici con altri: ritengo sia importante sottolineare che chi ha cavalcato questi tabu’, ieri come oggi, ha fatto sempre brillanti carriere e contribuito al regresso costante di Trieste.

    Se poi ci fermiamo a sentire i discorsi dei singoli, ognuno ha la sua idea generica sui vari popoli: tu stesso hai piu’ volte espresso opinioni sugli sloveni e i croati che non erano proprio edificanti.

  97. chinaski ha detto:

    luigi

    invece quel che ho scritto su eisenhower e kennedy c’ entra, eccome. in entrambi i casi le “pulsioni del popolo”, come le chiami tu, non sono state assecondate dai “finocchi di washington”, “amici dei negri e dei liberali”. e in entrambi i casi si tratto’ di conflitti tra il potere centrale e quello locale, cosa che dovrebbe farti scattarre un campanellino in testa.

    a proposito della “sciampista ignorante”, io ho scritto:

    “non c’e’ snob piu’ snob dell’ intellettuale che fa finta di essere nazional popolare, e che esalta l’ estetica del trash. pero’ intanto lui puo’ leggere shakespeare, andare al louvre o ascoltare abbado, mentre la sciampista non avra’ mai nient’ altro che merda.”

    a meno che non parliamo due lingue diverse, mi sembra chiaro che io non ce l’ho con la sciampista. io ce l’ho con quegli intellettuali che, invece di impegnarsi affinche’ la sciampista abbia la possibilita’ di accedere alla cultura, si travestono da sciampiste. proprio come i nobili francesi che si travestivano da pastori.

  98. marisa ha detto:

    Del tutto d’accordo con Richi – commento 96

    Mi permetto di aggiungere che, secondo me, ad essere in difficoltà con la globalizzazione sono proprio le maggioranze nazionali non abituate al confronto interculturale ma solo al sopruso culturale e linguistico.

    Sono, al contrario, proprio le minoranze linguistiche storiche, a qualsiasi latitudine, a saper mettere assieme la loro realtà, spesso piccola, con il mondo esterno, e ad essere le meglio attrezzate a confrontarsi con la globalizzazione.

  99. chinaski ha detto:

    sempre luigi

    vorrei capire una cosa: per non essere considerato un intellettuale snob, dovrei andare dai miei amici immigrati (persone in carne ed ossa, non astrazioni sociologiche) e dirgli: guardate, non arrabbiatevi, ma per essere socialmente accettato nel mio paese, dovro’ parlare un po’ male di voi. solo un po’, eh, pero’ restiamo amici…

  100. Liborio ha detto:

    Ma perchè noi non dobbiamo avere una identità forte mentre i musulmani i rumeni i cinesi ecc… ce l’hanno e guai a mettergliela in discussione? Prodi disse che l’Italia non ha radici e gli stranieri ci portano la cultura che a noi manca. Ed è a quel punto che si è innescato un incredile ritorno alla scoperta delle nostre radici che affondano in più di 4000 anni di storia! E la Lega ci campa!

  101. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ chinaski
    Il discorso che io faccio sull’unità d’Italia è semplicissimo: se devo metterla in gioco a favore dei regionalismi del cavolo (soprattutto se nazionalisti mascherati di democrazia “à la Marisa”) o della “Padania” leghista, allora mi tengo mille volte l’unità d’Italia. Se devo metterla in gioco per l’Europa unita, allora scelgo mille volte l’Europa unita, ove fra me e un ungherese (o sloveno, albanese, maltese, vattelapesca) non c’è e non deve esserci differenza alcuna dal punto di vista dei diritti e dei doveri. Ovviamente esistono distinzioni storiche, ma fanno parte del passato.

    Riguardo poi al discorso generale, qui si sta ragionando sulla capacità di una classe politica di farsi interprete delle esigenze del popolo, cui spetta – non dimentichiamolo – il potere. Ora ripeto ancora una volta: se da una parte c’è qualcuno che propone di fronte ai cambiamenti epocali le soluzioni del rinchiudersi nell’orticello di casa, ebbene: nulla di più lontano dal mio modo di pensare, eppure questa è una soluzione molto, molto “semplice”. E’ ciò che propone la Lega.

    Dall’altra parte invece che c’è? C’è una sinistra completamente afasica, che di fatto qui dalle mie parti (salvo lodevoli eccezioni) ha abdicato alla rappresentanza del popolo. Il passo successivo è quello da te descritto: il problema non è mio: è la società che è volgare.

    Risibile poi il discorsetto sui siciliani che – loro! – ti avrebbero detto questo e quello sui triestini. E’ una vecchissima gag: non siamo noi i razzisti, sono LORO che sono terroni! Sia chiaro: non voglio farne un discorso personale fra me e te. Nel 1994 una mia amica consigliera provinciale di fronte al risultato delle elezioni politiche (vittoria di forza Italia-MSI-Lega) disse: dobbiamo prepararci a tornare in montagna. Dobbiamo fare una nuova resistenza. Ho fatto una baruffa micidiale (eravamo in una sede del PDS), solo contro tutti: tutti a gridare al nuovo fascismo, ed io unico a dire che questo significava non voler capire il messaggio del popolo.

    Continuiamo così, eviriamoci allegramente in compagnia…

    Luigi (veneziano)

  102. chinaski ha detto:

    scusa luigi, cosa c’ entrano i siciliani? credo che quella parte del tuo post non fosse rivolta a me. oppure mi e’ sfuggito qualcosa?

  103. chinaski ha detto:

    evidentemente hai confuso me e richi. tra l’ altro mio nonno era siciliano e mi ha insegnato a fare la caponata di melanzane.

  104. chinaski ha detto:

    sul fatto che la sinistra sia afasica, concordo. aggiungo che la parola le torna sporadicamente e per pochi istanti, nei quali dice delle immani cazzate.

  105. marisa ha detto:

    @ Luigi

    Non conosci minimamente la realtà delle minoranze linguistiche storiche europee, ma cedi alla tentazione di usare un linguaggio populista di basso livello quando scrivi “rinchiusi nel loro orticello”, riferendoti a tutti coloro che considerano l’identità e la lingua minoritaria due valori da difendere.

    Continua pure a screditare realtà che non conosci affatto. Continua pure a confondere il partito della Lega Nord con altre realtà comunitarie ben diverse. La brutta figura la stai facendo solo tu.

  106. Richi ha detto:

    Si’, Luigi ti ha confuso con me.
    Specifico che come lui tempo fa racconto’ un aneddoto su un ristoratore d’oltre confine che lo fece infuriare perche’ disse “voi italiani comprate casa qua perche’ volete spostare i confini ad Est” o simile, io potrei raccontargliene di analoghi senza per questo dover far la gara a chi ha la biga piu’ lunga come alle medie e tantomeno ho voglia -ovviamente- di farmi attaccare addosso la patacca di quello che “finge di essere aperto ma sotto sotto e’ razzista, eeeeh i finti perbenisti!” perche’ se e’ cosi’ faccio prima a leggermi un editoriale di Feltri.

    Arlon nel suo post ha spiegato una verita’ inconfutabile nei fatti: a TS, cio’ che viene da Ovest e’ stato per anni bene accetto e spinto, cio’ che viene da Est, miseria terrore e morte. Tutto cio’ ha portato a un regresso culturale ed economico alla citta’ e oggi che i perfidi uomini con il colbacco e la stella rossa non ci sono piu’ perche’ il bene ha vinto sul male e anche dove una volta regnava il terrore oggi ci sono casino’, belle gnocche e macchine veloci come il buon Silvio approva, dovremmo perlomeno rimettere Trieste in corsa, ridarle il ruolo -adattato ai tempi, sia chiaro- di collante tra l’Est e l’Ovest, tra il NordEuropa e il Mediterraneo.

    Trieste dovrebbe essere un CENTRO, data la sua posizione geografica. Invece e’ un’estrema PERIFERIA, per i voleri di chi la governa menando per il naso i cittadini da piu’ di sessant’anni con le solite solfe.

  107. ciccio beppe ha detto:

    Che Trieste abbia un pregio – essere al perfetto centro geografico dell’Europa – e un difetto – essere la città geograficamente più periferica d’Italia – credo sia lampante a tutti.

  108. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ chinaski & Richi
    Scusatemi. Ho dimenticato di mettere “@ Richi” prima di “Risibile”.

    @ Richi
    Vedi: io ce l’avevo con quel cameriere (per la precisione era un cameriere del ristorante Zigante di Levade, vicino a Montona) per aver espresso un’idea, frutto di una visione stereotipata e generalizzata, probabilmente indotta. Riguardo a Trieste, essa ha vivuto per decenni alla frontiera fra due mondi in guerra ideologico-economica. Ognuno dei due mondi, se avesse potuto, avrebbe fatto fuori l’altro. Aggiungo poi che uno dei due mondi – quello occidentale – bene o male in Europa era costituito da democrazie (con le eccezioni di Grecia, Spagna e Portogallo), mentre all’est non c’era uno stato – nemmeno uno! – nel quale vigesse libertà di opinione, di aggregazione politica e di stampa. Permetterai che tutto ciò facesse sorgere qualche contrapposizione, o no?

    Trieste – a mio modo di vedere – non può essere giudicata severamente per quegli anni lì, bensì per gli anni successivi alla caduta del muro di Berlino, quando anche a causa di una serie di prevenzioni tipicamente locali ha perso svariati treni.

    Riguardo a Marisa e al suo continuo sproloquio, io dico che sono convinto al 99,9% di conoscere le minoranze “storiche” europee molto meglio di lei, ma questo non mi scosta di un millimetro da un punto precisissimo: io rispetto totalmente le minoranze: non rispetto il “nazionalismo di quartiere”, che sotto la coltre del “rispetto della minoranza” coltiva un vero e proprio razzismo. Non rispetto quindi te (ovviamente non sto parlando della “persona”, ma di ciò che esprimi in mille salse), che in nome del friulanesimo spandi a piene mani le stesse identiche parole dei razzisti: tu vivi in un mondo pieno di traditori, dove chi non fa ciò che piace a te – come il legislatore del Friuli-Venezia Giulia – pone in essere delle “oscenità”. Nel tuo mondo i veneti sono dei rapaci approfittatori del friulano bonaccione ed i triestini dei nazionalisti che vorrebbero perennemente mettere i friulani sotto i tacchi. Io considero tutto ciò semplicemente paranoico e frutto di una mentalità nazional-regionale. Come vivere tutta la vita con i paraocchi.

    Luigi (veneziano)

  109. Richi ha detto:

    @ Ciccio Beppe

    Esatto.
    Quel che fa imbestialire e’ come appunto il pregio di essere al centro dell’Europa non sia utilizzato minimamente (anzi, direi ostacolato), mentre il difetto di essere la citta’ piu’ periferica d’Italia dovrebbe farci fare le capriole di gioia, secondo alcuni, solitamente quei pochissimi che ci guadagnano personalmente. Che si puo’ dire a questo punto?

  110. marisa ha detto:

    @ Luigi,

    dubito tu sappia anche dove stanno di casa le minoranze linguistiche.

    Da bravo filo-veneto guai a mettere in evidenza realtà della tua regione, che ti sono scomode. E come al solito sei il migliore nell’interpretare le opinioni degli altri rigirandole come una frittata.

  111. Luigi (veneziano) ha detto:

    Certo, Marisa, come no.

    Tu continua pure a mantenere ben vispo il tuo universo allucinato, popolato da nazionalisti, filo-veneti, irredentisti, traditori et similia.

    Una vita ben grama…

    L.

  112. marisa ha detto:

    Nessuna vita grama. Anzi. Visto che sono in ottima compagnia. Speriamo sempre più numerosa….

    E sono proprio personaggi come te che fanno ingrossare le file….

  113. Luigi (veneziano) ha detto:

    C’è un lapsus. Volevi dire: ingrossare la bile.

    E per dimostrarti quanto ampie sono le “file”, basti dire che tutti i rappresentanti regionali – compresi tutti i friulani – hanno votato la legge che a te appare oscena. Tutti quanti, nessuno escluso!

    Tu e i tuoi amichetti siete come le BR: loro erano convinte che esistesse uno “Stato Imperialista delle Multinazionali”, voi che esista un “Grande Complotto Antifriulano”.

    Quarantaquattro gatti, in fila per sei, col resto di due.

    L.

  114. Luigi (veneziano) ha detto:

    A proposito. Tu che sei tanto attentina ai particolari: dov’è che nella legge si parla del Dalmatico che a te tanto scandalizza?

    Bella mia: non conosci nemmeno la differenza fra il Dalmatico e il dialetto veneto della Dalmazia!

    L.

  115. marisa ha detto:

    “Oscena” per come è stata scritta.

    Insignificante il fatto che sia stata approvata alla unanimità. Non crederai vero, che i consiglieri regionali in materia fossero molto ferrati? Avevano l’ordine di servizio di votarla.

    A proposito, tu che sai tutto, non ci hai ancora spiegato la differenza tra l’art. 6 e l’art. 9 della Costituzione italiana e cosa comporta il fatto che all’art. 1 della L.reg. 5/2010 (valorizzazione dei dialetti REGIONALI venetofoni) si richiami il solo art. 9 della Costituzione italiana. Eppure è fondamentale per capire perchè il Consiglio dei Ministri ha impugnato questa legge regionale…

    Sono ancora in attesa di una risposta. Mai arrivata e attinente a questo POST.

  116. marisa ha detto:

    http://www.ilgiornaledelfriuli.net/politics/friuli/consiglio-regionale-approva-legge-di-tutela-dialetti-e-prodotti-locali/

    ANSA – trieste 4 febbraio 2010
    “(…) I dialetti che saranno tutelati dalla legge, sono..(…), istrovento e DALMATICO.”

    Nella legge regionale il legislatore regionale ha scritto “DALMATICO” !
    Non me lo sono inventata io….

  117. marisa ha detto:

    Commento 114

    …quindi se non sai che il legislatore regionale ha inserito nell’elenco il dialetto DALMATICO…devo supporre che la legge regionale di cui stiamo discutendo….non l’hai neppure mai letta!

  118. chinaski ha detto:

    @ luigi

    secondo te la mia posizione sarebbe: “il problema non è mio: è la società che è volgare.”

    beh, devo dire che i casi sono due: o io non so scrivere, oppure anche tu hai ceduto alla tentazione di mettere in caricatura le posizioni degli interlocutori. se io pensassi che il problema non e’ anche mio, non starei qui a scriverne da un anno e passa. tanto per dirne una. e non mi sarei sbattuto per aiutare immigrati a trovare casa in affitto. per dirne due. e non avrei mandato mio figlio nella scuola di quartiere. per dirne tre. e cosi’ via.

    tra l’ altro, se rileggi i miei interventi, non ho mai parlato di “italiani”, ma di “questo paese”. dove “questo paese” comprende gli italiani, le minoranze e gli immigrati. e credo sia sotto gli occhi di tutti che in questo paese ormai ognuno agisce solo nel proprio interesse. al massimo per quello della propria famiglia. a me questo andazzo non piace. dovrei farmelo piacere?

  119. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa
    Amica mia, per cortesia, evita di continuare a farti male: non solo non hai letto il testo della legge di cui parli, ma nella tua arrampicata sugli specchi tiri pure fuori un giornaletto on-line che dimostra esso stesso di non conoscere l’argomento.

    L’articolo 2 della Legge regionale 5/2010 recita:

    “Ai fini della presente legge, sono oggetto di valorizzazione i dialetti di origine veneta nelle seguenti espressioni: il triestino, il bisiaco, il gradese, il maranese, il muggesano, il liventino, il veneto dell’Istria e della Dalmazia, nonche’ il veneto goriziano, pordenonese e udinese”.

    E adesso, per cortesia, torna a studiare il tuo “manuale del perfetto friulano”. Grazie.

    @ chinaski
    Capisco: quindi quando tu parli di “questo paese” (che è l’Italia) non parli degli italiani, ma di un’indistinta comunità di persone che evidentemente non c’entra con gli italiani.

    Come dire che se per esempio io criticassi pesantemente gli abitanti di “quella città” (Trieste), nessuno potrebbe venirmi a dire che ce l’ho con i triestini.

    Converrai che è un cincinino tirata per i capelli, nevvero?

    L.

  120. chinaski ha detto:

    luigi

    no, non e’ tirata per i capelli, visto che il 10% dei residenti in questo paese non sono italiani, e non possono nemmeno sperare di diventarlo in tempi ragionevoli.
    e visto che diversi ministri e uomini delle istituzioni si definiscono “padani” e non “italiani”.

  121. Luigi (veneziano) ha detto:

    Quindi – se ho ben capito – ti riferivi ad una “popolazione indistinta di incivili che abita la penisola italiana, non necessariamente costituita da italiani”.

    In tribunale ti darebbero torto, ma tant’è…

    L.

  122. matteo ha detto:

    su tutto pero angelo vivante aveva ragione per trieste

  123. marisa ha detto:

    Il giornaletto on-line…si chiama ANSA !

  124. Luigi (veneziano) ha detto:

    E’ il Giornale del Friuli, che cita l’ANSA. Ad ogni modo hai pigolato che io non avevo letto il testo della legge, ed a supporto tu che ti sei trovata? Non il testo della legge, bens’ un’agenzia!

    Ma – dico io – come si fa a lavorare in modo così bislacco?

    E insisti pure!

    L.

  125. chinaski ha detto:

    luigi, cazzo, non fare il cavilloso. posso aver usato delle iperboli, ma la sostanza di quel che ho scritto e’ chiara. secondo me in italia si sta assistendo ad un deterioramento delle relazioni sociali e interpersonali, quale non si era mai verificato a memoria d’ uomo. secondo te, no. cosa vuoi che ti dica, beato te, si vede che vivi in un’ isola felice.

  126. Luigi (veneziano) ha detto:

    China (scusa, ma non mi ricordo il tuo nome), la questione non è di fare il cavilloso. E lascia perdere ciò che penso io, ché non lo sai.

    Io dico e ripeto semplicemente che la classe politica della sinistra ha abdicato ad una cosa che prima sapeva fare: ascoltare la gente, cercando di interpretarne le pulsioni.

    Oggi al nord (esclusa l’Emilia Romagna) il PD veleggia fra il 20 e il 30%, la sinistra-sinistra in tutto fra il 3 e il 5%.

    Significa che il 65/70% circa degli elettori del nord non sono intercettati dal centrosinistra. E – volenti o nolenti – il nord Italia rimane pur sempre una delle zone più ricche e sviluppate dell’intera Europa e quindi dell’intero mondo.

    Chi si becca questi voti?

    Li becca in buona parte chi va dalla gente e dà una risposta ai miei occhi scellerata e pericolosa ad una serie di problematiche – anche psicologiche – CHE CI SONO!

    Il tuo atteggiamento – consentimelo – non aiuta per nulla, perché tu domani alla sciampista che guarda Beautiful o alla partita IVA che gira col SUV non solo non saprai che cosa dire, ma non vorrai nemmeno dirgli nulla!

    E quindi, caro mio, tu non rispondi al problema: lo togli da sotto i tuoi occhi.

    Luigi (veneziano)

  127. chinaski ha detto:

    bah, quello che scrivi mi sembra un attacco personale gratuito. in fondo tu non sai niente di me. tra l’ altro, alle ultime elezioni il pd non e’ riuscito ad intercettare nemmeno il mio, di voto. e io non sono ne’ una sciampista, ne’ una partita iva col suv. sono un ricercatore universitario. (ah, a proposito, io conosco un sacco di partite iva, ma non hanno il suv, girano in autobus).

  128. chinaski ha detto:

    luigi, dimmi un po’. quella sera che tre fascistelli volevano aggredire col coltello un senegalese, e io, che sono uno snob di sinistra, sono intervenuto, a parole, giusto quel tanto da permettere al senegalese di scappare, e farmi stendere a terra con un pugno. ecco, quella sera, secondo te, invece di intervenire, avrei dovuto cercare di capire il disagio psicologico dei tre fascistelli?

    (e’ una storia vera. chiedi a milic)

  129. marisa ha detto:

    @ Luigi

    “Il veneto della Dalmazia”.

    Mi spieghi cosa significa? Di dialetti veneti ce ne se sono a pacchi. Ad esempio nella regione Veneto ce n’è uno per ogni paese.

    L’agenzia ANSA (riportata anche sul sito della nostra regione, oltre che su molti siti, tra cui il sito che ho linkato io) e tutta la stampa locale regionale , hanno interpretato ( e si, perchè purtroppo a volte le parole scritte dal legislatore vanno interpretate tanto sono oscure) con la parola “dalmatico” l’oscuro “il veneto della Dalmazia”. Per la nostra regione il legislatore ha distinto, ad esempio, tra triestino e bisiaco, poi è andato in Slovenia e Croazia….e ha legiferato a casa d’altri!

    Le legge dovrebbe riguardare solo i dialetti venetofoni della nostra regione. Mi dici dove in regione si parlano storicamente “il dialetto veneto dell’Istria e Dalmazia”?

    E i cartelli stradali in “dialetto veneto dell’Istria e della Dalmazia” dove avremmo dovuti metterli? Davanti alle sedi delle già straricche associazioni degli esuli istriani?
    O davanti al Villaggio dei pescatori? O all’inizio e alla fine del Comune di Prosecco dove hanno bonificato il 100% di popolazione slovena creando un villaggio per gli esuli?

    Meno male che il Consiglio dei ministri ha cassato questo comma sui toponimi….

  130. chinaski ha detto:

    @ luigi

    ti segnalo questo articolo, dal blog di federico rampini.

    Arizona anti-immigrati ma il futuro è loro

    La caccia agli immigrati clandestini nella quale il governatore dell’Arizona ha deciso di mobilitare la polizia locale, indica che la “nuova destra repubblicana” aggiunge al suo armamentario propagandista anche la xenofobia.

    Dopo le manifestazioni del Tea Party contro le tasse e lo statalismo, dopo la “marcia su Washington” delle milizie armate, dopo l’antiabortismo militante e spesso violento, ecco la battaglia sull’immigrazione che apre un nuovo fronte.

    Può darsi che questo aiuti i repubblicani a fare il pieno dei voti “bianchi e arrabbiati” nelle elezioni legislative di novembre.

    Nel lungo termine però questo accentua il carattere sempre più monoetnico e quasi esclusivamente bianco del partito repubblicano. E costituisce un errore storico. Alienandosi le minoranze etniche, il partito repubblicano imbocca una strada perdente dal punto di vista elettorale, perché si taglia fuori dalle componenti che crescono più rapidamente nell’elettorato.

    L’autorevole demografo-geografo Joel Kotkin nel suo ultimo saggio “The Next One HUndred Million” prevede che in 50 anni gli Stati Uniti raggiungeranno quota 400 milioni di abitanti, essenzialmente grazie agli immigrati (e al tasso di natalità superiore fra gli stranieri già residenti, in particolare ispanici e asiatici).

    Obama ha saputo conquistare la maggioranza di queste fasce, e il futuro sorride al partito che farà il pieno dei loro voti.

  131. chinaski ha detto:

    luigi

    ma forse e’ meglio se questa discussione la continuiamo in privato, per non annoiare gli altri.

    m.prizzi@tele2.it

  132. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Ma lo vedi che continui cocciutamente a parlare di cose che non conosci?

    Il dalmatico è una lingua (non è stata classificata come dialetto) autoctona neoromanza in uso in Dalmazia fino alla fine del XIX secolo, derivante dalla modificazione della lingua a base latina che si parlava in quella regione a partire dalla dominazione romana. L’ultimo parlante il dalmatico fu un certo Antonio Udina (Tuone Udaina) detto secondo la sua lingua “burbur” (barbiere). Udina fu intervistato più volte dal linguista italiano Matteo Bartoli, che pubblicò in merito il fondamentale libro “Das Dalmatische” (1906). Il libro fu tradotto e pubblicato in tedesco perché uscì a Vienna. L’originale italiano dell’opera andò perso, per cui in italiano è stata pubblicata solo recentemente.

    Il dialetto veneto-dalmata invece deriva dall’utilizzo plurisecolare della lingua veneziana lungo le coste della Dalmazia. In pratica, è un dialetto di base veneziana, con ampio utilizzo di parole e forme sia slave (prevalentemente ciacave) che dalmatiche.

    In merito è stato pubblicato nel 1984 (seconda edizione 1991) dalla casa editrice Lint di Trieste il “Vocabolario del dialetto veneto-dalmata” di Luigi Miotto, cui ti rimando senz’altro per maggiori informazioni.

    In regione Friuli-Venezia Giulia si parlano varie forme della lingua veneta (o dei dialetti veneti). L’istroveneto e il veneto-dalmata si sentono parlare nelle zone o nelle famiglie di ascendenza istroveneta o veneto-dalmata presenti sul territorio. La presenza di popolazioni istriane e dalmate nel territorio dell’attuale Friuli-Venezia Giulia (soprattutto a Trieste e Gorizia) è attestata fin dalle migrazioni del XVI secolo, conoscendo un vero e proprio boom a partire dal 1700. La cosa è regolarmente attestata nei censimenti austroungarici del XIX secolo. Deriva quindi dall’emigrazione in loco di famiglie istriane e dalmate. Come sicuramente non sai, a Trieste nel 1910 oltre il 5% della popolazione residente era nata in Dalmazia, così come circa il 10% era di nascita o ascendenza istriana.

    Il fatto che tu affermi che il legislatore regionale avrebbe legiferato in casa d’altri (Slovenia e Croazia) è un altro esempio – oltre alla tua non conoscenza del dialetto veneto della dalmazia – di come tu proprio non abbia gli strumenti cognitivi per interpretare questa legge, che pure critichi ferocemente.

    E allora io dico: prima di criticare una cosa, sarebbe bene conoscerla.

    Luigi (veneziano)

  133. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Dimenticavo: dovresti imparare che il governo non può “cassare” una norma regionale. Può invece – come fa – sollevare una questione di legittimità di fronte alla Corte Costituzionale.

    Sarà quest’ultima quindi a pronunciarsi in merito.

    E comunque per l’ennesima volta segnalo che di tutta questa legge che tu chiami “oscena” in toto, è stato impugnato un comma d’un articolo, quello riguardante i cartelli stradali. Il che significa che – rebus sic stantibus – tutto il resto della legge sta in piedi com’è.

    Alla faccia tua e dei tuoi quattro amichetti.

    L.

  134. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ ancora per marisa

    Solo adesso rileggendo meglio noto un altro dei tuoi consueti attacchi al fiele, basati come sempre sul nulla cosmico.

    Tu scrivi che il villaggio di Prosecco avrebbe subito la “bonifica” del 100% dei suoi abitanti sloveni.

    Quindi da ciò ne ricavo che a Prosecco le autorità italiane avrebbero cacciato via gli abitanti sloveni.

    Siccome questa è una balla cosmica (ho letto e riletto ciò che scrive l’autore della minoranza slovena Sandi Volk in merito, e non c’è scritto nulla di tutto ciò), ti invito a chiarire il tuo pensiero.

    Per meglio dire: ti invito a ritrattare quest’ennesima balla.

    Grazie.

    L.

  135. mavfc ha detto:

    Le anime vendute alla Zona Franca, senza capacità di navigare nel presente-futuro… un posto di fantasmi è il Friuli V.G., virtualmente incapace di progredire oramai… sterili speculazioni politiche per prendere qualche voto…. di disperati in cerca di nemici altrettanto disperati… la guerra dei poveri neo-balilla

    http://anpi-lissone.over-blog.com/pages/FASCISMO_FOIBE_ESODO_1918_1956_Le_tragedie_del_confine_orientale-240947.html

  136. Richi ha detto:

    @ Luigi

    Ferma un secondo pero’. Se ragioniamo in questi termini sul dialetto/lingua/come che te vol, della Dalmazia, allora tuteliamo anche l’estinto Tergestino.
    O il greco, vista la numerosa e storica presenza di famiglie di origine greca a Trieste. Insomma, si rischia di fare un minestrone enorme e nulla piu’ (ed e’ quel che una certa parte politica vorrebbe).

    Ormai gli istriani, sia d’origine sia discendenti non parlano assolutamente piu’ l’istriano, al massimo utilizzano qualche parola diversa dal triestino (forse, molto forse) ma la differenza di parlata tra un triestino e un istriano e’ assolutamente impercettibile. Anzi, scommettici quel che vuoi che nessuno con meno di sessant’anni parla con il classico “ti ti fazi, ti ti cioghi” che ogni tanto si usa a Trieste, spesso tra istriani, per prendersi per il culo cordialmente.

    Da qui, la naturale perplessita’ di tutelare questo linguaggio.

  137. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Richi

    Intanto devo dire che non sono stato io a fare questa legge, ma il consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, all’unanimità.

    Quindi sono i tuoi stessi corregionali che hanno inserito fra le varianti del veneto presenti in regione l’istroveneto e il veneto-dalmata.

    A ciò aggiungo che un piccolissimo pezzo d’Istria è presente nel territorio regionale (i comuni di San Dorligo / Dolina e quello di Muggia), quindi l’istroveneto nella sua variante muggesana esiste anche senza gli esuli.

    Come giustamente hai fatto notare tu, il tergestino è morto e sepolto, di conseguenza – ahimè – se ne può eventualmente valorizzare solo il ricordo. Ma ovviamente è un altro discorso.

    Il veneto-dalmata in regione esiste, tanto che la rivista “Il Dalmata” è pubblicata proprio a Trieste, avendo la sede in via dei Giacinti 8.

    Luigi (veneziano)

  138. clax ha detto:

    questo luigi dev’essere un tipo curioso. spende tutto se stesso in tuonate anti microidentitarie, ma poi si inalbera per la progressiva scomparsa della minornza italiana in istria… veramente curiosa come posizione…

  139. marisa ha detto:

    Per Luigi – commento 138

    In effetti mi sono spiegata male. Mi scuso.

    Volevo dire che a Prosecco, prima della costruzione del villaggio per gli esuli istriani, era abitato al 100% da popolazione di lingua e cultura slovena.

    Quindi il 100% (della mia frase, in effetti non chiara) , era riferito alla composizione etnica prima del 1947.

  140. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Mi dispiace, ma anche qui sbagli.

    Secondo i censimenti austriaci, basati sul rilevamento della lingua d’uso, a Prosecco (frazione di Trieste Altopiano) vivevano i seguenti italofoni e slovenofoni:

    1880 # IT 48 (2,69%) – SL 1.093 (92,70%)
    1890 # IT 117 (10,01%) – SL 1.002 (85,78%)
    1900 # IT 155 (14,65%) – SL 871 (82,32%)
    1910 # IT 84 (6,79%) – SL 1.139 (92,15%)

    E’ arduo pensare che dopo oltre vent’anni di italianizzazione forzata, nel 1947, la percentuale degli abitanti di Prosecco di lingua slovena fosse pari al 100%, con l’eliminazione del 6,79% degli italofoni registrati nel 1910.

    Per completezza d’informazione, riporto il dato del censimento del 1921:

    1921 # IT 379 (29,79%) – SL 869 (68,31%)

    ——————————

    @ clax

    Tu travisi alquanto il mio pensiero.

    Non credo d’essermi mai inalberato. E non ho mai tuonato contro quelle che chiami “microidentità”.

    Io ho tuonato – e tuono – quando quelle che chiami “microidentità” si propongono con le stesse parole d’ordine del nazionalismo più becero.

    E quindi io – tanto per essere chiari fino in fondo – tuono anche contro i miei compaesani veneti, quando trattano gli abitanti del sud Italia in modo razzista in nome del “Mi so veneto”, o parlano di “centocinquant’anni di dominio italiano sul popolo veneto”.

    Prendi debita nota di ciò che ho scritto, così non ti sbaglierai per il futuro.

    L.

  141. marisa ha detto:

    @ Luigi

    Anche dai tuoi dati la percentuale di italonofi presenti a Prosecco, risulta essere veramente minima….per cui il Comune di Prosecco può essere definito un Comune di lingua e cultura slovena…..

  142. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa
    Forse non hai letto bene: nel 1900 la percentuale era del 14,65%, nel 1910 del 6,79%, nel 1921 del 29,79%.

    Secondo te nel 1947 – dopo vent’anni di fascismo – la percentuale era invece tale da poter affermare che (cito le tue parole): “il 100%” della “composizione etnica” (e quindi il 100% della popolazione) era slovena?

    Dài Marisa, quando è troppo stroppia…

    L.

  143. marisa ha detto:

    @ Luigi

    Come sei precisino! E’ ovvio che la percentuale 100% non è un dato relativo a censimenti ma vuole solo indicare che la comunità di Prosecco, nella sua “gradissima maggioranza”, (prima della bonifica effettuata costruendo in loco un villaggio per gli esuli istriani) era SLOVENA! Ma visto che non puoi contestare ciò, tiri fuori dal cassetto dati relativi a censimenti…..tanto per dimostrare che “non tutti” erano sloveni….c’era anche qualche italiano!

    A proposito del “DALMATICO”, guarda un po’ qua:

    http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=9355

    Quanto linkato – datato 4 febbraio 2010 – è un Comunicato pubblicato sul sito “UFFICIALE” della regione Friuli – Venezia Giulia.

    Prova a leggere i dialetti che saranno valorizzati in base al progetto di legge elaborato dalla VI Commissione – Presidente Piero Camber – (ovviamente Commissione tutta formata da grandi esperti in dialetti venetofoni!) e presentata al Consiglio regionale per il dibattito consiliare. Io leggo nell’elenco dei dialetti da valorizzare un nome: DALMATICO !
    E stiamo parlando di un COMUNICATO ufficiale del Consiglio regionale, pubblicato sul sito della Regione!

    Poi, con grande probabilità, in fase di stesura finale della legge, in Consiglio regionale, “qualcuno” si deve essere accorto della “stupidata” passata in Commissione e ha modificato la stesura dell’art. 2, sostituendo “Dalmatico” con “Veneto della Dalmazia”. Comunque anche questa seconda versione, a mio giudizio ovviamente, rimane una “stupidata” enorme!

    Prova a verificare il progetto di legge di valorizzaione dei dialetti venetofoni che la VI commissione (Presidente Piero Camber) ha presentato per la votazione in Consiglio regionale…..e sappimi dire se c’è scritto “DALMATICO”….

    E dopo manda le tue forbite considerazioni anche alla “Commissione di esperti” che aveva preparato il progetto di legge poi presentato in aula consiliare….

  144. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa

    Io non ho proprio capito che vuoi continuare ad affermare. Non ti sei letta il testo della legge ma solo i comunicati stampa, dopo di che sulla base di questi hai messo il cimiero e sei partita alla carica ululando contro il dalmatico “ormai estinto da anni persino in Dalmazia” (parole tue). E poi hai sparato ad alzo zero contro Prosecco, col 100% di abitanti sloveni. Una cappella dietro l’altra.

    Quando ti faccio notare che nella legge non si parla del “dalmatico” ma del “veneto-dalmata”, inizi a tirar fuori i comunicati di questo e di quello, ipotizzando che poi, alla fine dei conti, era proprio il “dalmatico” quello cui pensavano i legislatori.

    Mio figlio ieri non riusciva a risolvere un’equazione complessa, ed è venuto da me a dirmi: “Il libro è sbagliato!”. Ovviamente era lui ad aver sbagliato il procedimento.

    Il fatto è che mio figlio ha quindici anni, tu dovresti invece essere maggiorenne.

    Luigi (veneziano)

  145. marisa ha detto:

    @ Luigi

    non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!
    Vero Luigi (Veneziano)?

    Il 4 di febbraio è stato presentato in aula consiliare il progetto di legge approvato da tutta la VI Commissione (Presidente Camber).

    E in questo progetto di legge approvato in Commissione anche dall’opposizione, all’articolo 2 risulta (vedi il sito del Consiglio regionale) inserito nell’elenco il dialetto “dalmatico”.

    Non hai nulla da dire alla Commissione di esperti (VI Commissione) che aveva elaborato questo progetto di legge?

    Progetto poi approvato all’unanimità con modifiche (così mi risulta ddalla stampa) minime dall’aula consiliare ?

    Il sito ufficiale del CONSIGLIO REGIONALE….non è un sito qualunque. E io non mi baso su “commenti” qualunque.

    Perchè non ti vai a leggere il progetto di legge presentato in aula consiliare (per la sua approvazione !)dal Presidente della VI Commissione?

    O anche questo è un “commento” qualunque e di nessun valore?

  146. marisa ha detto:

    Comunque io il progetto di legge presentato in aula consiliare lo conosco bene, tu non lo hai mai letto. E il testo poi licenziato dall’aula consiliare mi risulta essere stato approvato con una discussione minima e con modifiche minime.

    Testo finale licenziato dall’aula che probabilmente sei andato a leggerti solo a seguito dei miei commenti.

  147. chinaski ha detto:

    solo per riscrivere in modo piu’ chiaro una frase contenuta nel mio commento “128 chinaski 24 aprile 2010, 22:59”

    “giusto quel tanto da permettere al senegalese di scappare, e a uno dei fascistelli di stendermi a terra con un pugno”

    per completezza di cronaca: il senegalese ha riportato comunque un’ infortunio permanente per un calcio ricevuto ad una gamba. gli aggressori sono stati processati e condannati per aggressione a sfondo razziale.

  148. chinaski ha detto:

    chiedo scusa per l’ intrusione e vi lascio alla vostra discussione.

  149. Richi ha detto:

    @ Luigi

    Lo so che San Dorligo della Valle e Muggia sono “Istria italiana”, Tuttavia, il comune di San Dorligo (censimento del 1971) aveva all’epoca oltre il 70% di abitanti di lingua slovena. Gli italofoni arrivati dopo sono in massima parte triestini della citta’.
    Fai un giro a San Dorligo e dimmi in che dialetto sentirai parlare.

    Analoga cosa per Muggia, paese si a maggioranza largamente italiana, dove pero’ senti parlare (specialmente le persone sotto i 50) un dialetto similissimo e ormai omologato al triestino.

    C’e’ da notare che sia Muggia sia San Dorligo sono decisamente lontanucci dalla Dalmazia e assieme fanno si e no 18.000 abitanti, inclusi quelli (maggioranza) che a San Dorligo sono di lingua slovena.

    Poi ti diro’ io di persone che parlano il “Dalmatico” e asseriscono di farlo non ne ho MAI sentite e si che sono nato e cresciuto a TS (e ho conosciuto quindi gente di origine Dalmata, ovviamente).

  150. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa
    Il testo della legge è entrato in commissione senza la parola “dalmatico” o “Dalmazia”. Ne è uscito con la parola “dalmatico”, ma in aula è stato approvato con la dizione “veneto dell’Istria e della Dalmazia”, su proposta dei relatori stessi (Camber e Razzini), come si può leggere qui:

    http://www.consiglio.regione.fvg.it/iterdocs/Docs/Emendamenti/LZWXBJT8M2_020-021-047_EM_AULA.pdf

    Questo è il testo pubblicato sul bollettino regionale, e stop.

    Ti invito quindi a smetterla di raccontar balle al resto del blog, pur di continuare a sostenere una tesi che su tutti i fatti da te addotti si dimostra perennemente falsa.

    @ Richi
    Non riesco proprio a capire ciò che vuoi sostenere. Tu vuoi dire quindi che né a San Dorligo / Dolina né a Muggia esistono istroveneti? Che il dialetto veneto dell’Istria non esiste nemmeno in quel pezzettino d’Istria che si chiama Muggia?

    Eppure sul dialetto muggesano sono stati scritti fior di studi. E addirittura nel comune si tengono le “serate del dialetto muggesano”, e il sindaco Nesladek ha pure organizzato un corso di muggesano.

    E l’istroveneto lo sento parlare anche a Trieste, quando vado in certi posti.

    Riguardo al “dalmatico”, anche tu insisti nello stesso errore di Marisa. Nella legge non si parla del “dalmatico”, bensì del “veneto della Dalmazia”.

    Tu non conosci persone che affermano di parlare il veneto della Dalmazia?

    Te ne trovo a Trieste almeno una ventina, fra i miei conoscenti diretti, così potrai chiedere direttamente loro che dialetto ritengono di parlare. Probabilmente la maggior parte di loro ti dirà “zaratino”, così come i tuoi compaesani parlano di “triestino”. Ebbene: si tratta per entrambi i casi di varianti del dialetto veneto.

    Esattamente quelle varianti tutelate dalla legge.

    Luigi (veneziano)

  151. marisa ha detto:

    @ Luigi

    i testi entrati in “VI Commissione” erano TRE (leggisi 3 !). Poi sono stati unificati e, come giustamente tu scrivi ( E QUESTO E’ IL PUNTO !) nell’elenco dei dialetti venetofoni da valorizzare c’era anche il DALMATICO (ripreciso: nel progetto di legge “unificato” e poi presentato in Consiglio regionale da Piero Camber). Giusto? Quindi la proposta di legge presentata da Piero Camber in Consiglio regionale, all’art. 2 (ora vedo che risulta anche a te questo passaggio!) prevedeva la valorizzazione di un emblematico “dialetto Dalmatico”.

    Ti rifaccio la domanda: ” cosa ne pensi di questa Commissione di esperti in dialetti venetofoni, della VI Commissione?”.

    Attendo paziente un tuo gradito parere…

  152. Luigi (veneziano) ha detto:

    Ma sai a me che me ne frega della commissione di esperti della VI Commissione?

    Che è: l’ultima delle ultime spiagge per continuare a dire che in realtà le cose stanno come le hai raccontate tu?

    L.

  153. marisa ha detto:

    Quanto non ti comoda, non rispondi e rigiri ad arte le carte….

    Come sempre!

  154. Richi ha detto:

    @ Luigi

    Prendo atto che conosci Trieste, Muggia e dialetti relativi meglio di me che ci sono nato, cresciuto e li parlo correntemente.
    Io parlo Triestino, ma posso chiamarlo pure “tergestino moderno” o “veneziano grezzo”, se mi va di spararle.

    Chi puo’ affermare di parlare (seriamente) il veneto della Dalmazia se ormai i figli degli esuli, che sono nati e cresciuti a trieste, hanno in media una cinquantina d’anni se non di piu’?
    E’ il caso di fare differenze tra “realta’ quotidiana” e folklore vario.

    Ti viene mai in mente che queste idee sulla valorizzazione dei dialetti e delle loro varianti anche nei paesini di provincia non sia un’idea per perdere tempo e mandare in vacca le lingue storicamente riconosciute in regione (tedesco, sloveno, friulano) dato che sono state approvate da quelle componenti politiche (e personaggi) che hanno generalmente avversione per il friulano e orrore per lo sloveno?
    Non e’ difficile far due piu’ due.

  155. marisa ha detto:

    @ Luigi

    mi pare che anche il sito del Consiglio regionale non si era accorto delle modifica apportata all’art. 2 in sede di dibattito consigliare il 4 febbraio 2010….

    http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=9355

    E non se ne era accorta neppure l’ANSA e la stampa locale….che pare abbiano continuato a scrivere dialetto “istroveneto e dalmatico”.

    Resto sempre in attesa delle tua risposta. Lo so che è una risposta imbarazzante!

  156. Bibliotopa ha detto:

    Ma qualcuno di voi ha mai sentito parlare con la “calada dalmata”? incominciava da Fiume e scendeva lungo la costa.. io la sentivo da alcuni miei parenti.
    ricordo curiosamente, negli anni Sessanta, un tassista croato a Ragusa/Dubrovnik che parlava croato, ma le poche parole che disse, in italiano o veneto non ricordo bene, erano “cantanti” come nella vecchia cadenza.
    La usavano anche a volte gli attori nelle edizioni teatrali delle Maldobrie. Col passar del tempo, l’ho sentita sempre meno. E per quella, non ci son cartelli che valgano..

  157. matteo ha detto:

    il censimento del 21 non puo essere preso in considerazione

  158. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Richi
    Quindi tu vuoi dire che l’intero consiglio regionale della Regione Friuli-Venezia Giulia vuole mandare in vacca le lingue storicamente riconosciute in regione? Quindi Igor Gabrovec – che ha votato a favore della legge – vuole mandare in vacca lo sloveno?

    Ragazzi: quando è troppo, veramente stroppia!

    @ marisa
    Propongo una nuova disciplina olimpionica: l’arrampicata sugli specchi. Marisa prende di diritto l’oro, l’argento e il bronzo.

    @ Bibliotopa
    Certo che ho sentito la calata dalmata! Basta andare al Museo Dalmata di Venezia e chiedere del commendator Vallery. Gli si chiede di parlare a ruota libere e… il gioco è fatto!

    Mi permetto però di dire che il fiumano è diverso dal veneto-dalmata (vedi “Il nuovo Samani. Dizionario del dialetto fiumano”, 3 voll.).

    Oltre a ciò – volendo proprio trovare il pelo nell’uovo – anche il veneto-dalmata aveva delle varianti da zona a zona.

    Per non dire poi delle parlate miste, come quella veneto-tosco-stokavo/ijekava che si usava a Ragusa fino alla fine del XIX secolo.

    Ecco alcune parole utilizzate in quella lingua:

    tavolin = tavolino
    lukijernar = lucernaio
    čiope = rondoni
    damašak = damasco, tappeto
    antikalje = anticaglie
    tacun = tazzone
    naturalo = naturalmente
    imbečio = imbecille
    gusta = gustare
    karonje = carogne

    Luigi (veneziano)

  159. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ matteo
    Sono d’accordo con te che il censimento del 1921 non sia da considerarsi sufficientemente probante, anche se devo chiarire il mio punto di vista.

    Io ritengo infatti – anche sulla scorta di alcune letture in merito – che a quel tempo si fosse sviluppata già una notevole pressione nei confronti della popolazione “allogena” (come si diceva a quel tempo), anche se molto lontana dai livelli di pressione messi in campo dal fascismo.

    Fatto gli è che questo cambio di sovranità aveva spinto molti che avevano nelle proprie corde il doppio registro linguistico (italiano/sloveno) a dichiarare come lingua d’uso l’italiano piuttosto che lo sloveno, onde evitare problemi.

    In pratica, si è venuto a creare una sorta di atteggiamento “mimetico”, che del resto è evidente anche in altri contesti geografici.

    Per esempio: i capi della comunità Italiana di Spalato alla fine della grande guerra tirarono fuori i registri delle associazioni italiane della città (Fascio Nazionale, Circolo Italiano di Lettura, Società di Ginnastica ecc.ecc.), che comprendevano quasi settemila iscritti.

    Eppure al censimento del 1910 – con rilevatori croati – nella città di Spalato risultavano solo 2.082 italofoni (pari al 9,73% del totale della popolazione della città).

    Moltissimi italiani (o italo/croati) all’epoca erano perfettamente bilingui, e quindi potevano adattare la propria dichiarazione linguistica secondo il momento.

    Come potresti insegnarmelo tu, nelle zone di confine l’appartenenza etnica non è così evidente, per quanto lo stato nazionale tenda ad obliare tutto ciò (facendo nascere il “mito” della Trieste italianissima, così come esiste il “mito” di Ragusa culla della civiltà croata).

    Luigi (veneziano)

  160. ciccio beppe ha detto:

    La discussione si basasu due piani a mio giudizio.

    Il primo è quello che intercorre tra lingua nazionale e lingue minoritarie.
    I difensori delle istanze sulle lingue minoritarie guardano con diffidenza alle lingue nazionali perchè secondo loro esse attraverso la scuola attaccano le parlate locali che giustamente vanno difese.
    L’altro piano è l’esatta trasposizione del primo piano su scala più locale.
    I detrattori della legge regionale temono che l’eccesiva localizzazione dei diritti disalvaguardia alle varianti locali possa porre sullo stesso piano (quello precedente) la lotta per la salvaguardia delle lingue minoritarie. Queste persone (che spesso sono le stesse) che nell’altra disputa attaccano lo stato nazionale di non salvaguardare ciò che è ‘minoritario’ si comportano da omologatori (con punte di sciovinismo localistico per non dire di peggio) riprendendo quelle che sono le stesse forme di cotnestazione dei detrattori ‘nazionalisti’
    Personalmente diffido di quelli che per difendere le loro posizioni di rendita non vogliono che si apra nemmeno un dibattito a riguardo perchè hanno paura di vedere le loro ‘conquiste’ svilite o affiancate ad altre.
    Mi sembrano quegli operai che temono di vedere i diritti di cui godono agli ultimi arrivati extracomunitari.

  161. chinaski ha detto:

    ciccio

    come dire: i nazionalismi si strutturano in una geometria frattale autosimile.

    http://www.softlab.ntua.gr/miscellaneous/mandel/mandel.html

  162. chinaski ha detto:

    questo funziona meglio:

    http://mandelbrotexplorer.com/

  163. chinaski ha detto:

    per fortuna la struttura quantistica della materia dovrebbe impedire una gerarchia infinita di secessioni. dopo che i protoni avranno ottenuto la secessione da quei parassiti dei neutroni, necessariamente ci si dovra’ fermare.

  164. Richi ha detto:

    @ Ciccio Beppe

    Io non parlo lo sloveno e non sono friulano, ma ci vuol tanto a capire che se valorizziamo ottomila dialetti finiamo per non valorizzare nulla? Paragoni come quello, ad esempio, tra i friulanisti doc (anche i piu’ “testa dura”) e gli italianissimi non stanno ne in cielo ne in terra.

    Chi e’ Triestino, soprattutto, dovrebbe avere l’onesta’ intellettuale di capirlo, dato che alcuni (sottolineo alcuni) nostri italianissimi hanno rivendicato attentati quali la bomba nella scuola slovena, insultato ragazzini sugli autobus e al mare perche’ parlavano sloveno, partecipato a numerosi pestaggi in viale e scorribande razziste sul carso (c’e’ pure chi e’ stato premiato con posti da assessore alla cultura e parlamentare!), ineggiato a dittature, fatto graffiti razzisti, combinato casini allo stadio e chi piu’ ne ha.

    Questa e’ tutta cronaca che va dagli anni settanta ad oggi, ben dopo i famosi totalitarismi. E noi paragoniamo ancora i friulanisti (che possono avere limiti, contraddizioni e difetti, ovviamente), cosi’ come gli autonomisti eccetera ad altri? Mi sembra molto la logica della “memoria condivisa cerchiobottista” che va tanto di moda al giorno d’oggi.

    Pero’ e’ anche vero che sparare sulle piccole realta’ e’ sempre piu’ facile che criticare chi ha mezzi, risorse e potere piu’ di tutti…..

  165. ciccio beppe ha detto:

    Richi lungi da me fare paragoni azzardati. Però possiamo pensare che il piano del nazionalismo agli inizi (metà del 1800, quando si cercò di stabilire quella che dovesse essere la lingua italiana) potesse avere tratti comuni con gli autonomismi spinti attuali?
    Hai ragione, non posso nemmeno pensare che Manzoni fosse un fomentatore dell’odio interlingustico. Quelli che han fatto danni con il libretto (e il moschetto) sono arrivati più tardi.
    Io guardo avanti e vedo nuove forme di centralismo omologatore all’orizzonte.
    Dove credi che sia più importante agire in prospettiva? A scuola. E l’attivismo di qualche partito politico sui docenti regionalizzati, sulle lingue a scuola e tante altre belle menate che non servono ad un emerito se non a mettere le mani sul futuro dei nostri figli mi preoccupa non poco.

  166. ciccio beppe ha detto:

    Ti faccio un’altra domanda: esistono distorsioni del localismo che potrebbero sfociare in forme di fascismo?

  167. chinaski ha detto:

    ciccio 166

    claro que si. lo ha spiegato benissimo borghezio:

    http://www.youtube.com/watch?v=lk8vpuajKGc

  168. marisa ha detto:

    @ Luigi

    Sto sempre attendendo una tua risposta.

    Che ovviamente non ci sarà perchè troppo imbarazzante……

    @ CICCIO BEPPE – commento 160

    Dietro il tuo commento secondo me c’è solo molta disinformazione su ciò che stanno facendo negli altri Stati europei a favore delle minoranze linguistiche/etniche.

    Prima di tutto in nessun Stato al mondo i dialetti della lingua nazionale (ossia le lingue/dialetti che fanno parte del sistema linguistico ufficiale) hanno una tutela linguistica e i parlanti sono considerati minoranza linguistica. Sono, questo si, oggetto di valorizzazione culturale, ma non linguistica.

    L’ideologia nazionalista non rispetta nè le minoranze linguistiche, nè i dialetti della lingua ufficiale.

    E per far morire queste due MALAERBE, “FINGE” di tutelare tutti per non tutelare nessuno.

    Anche perchè quello che in realtà il nazionalismo vuole, è la totale assimilazione alla lingua ufficiale e la cancellazione delle lingue minoritarie e dei dialetti.

    Ogni volta che friulani e sloveni della Provincia di Udine, fanno un passo avanti nella tutela, parte immediata una spaventosa campagna stampa mediatica contro.

    ….e ci tocca anche “beccarci” l’accusa di essere “nazionalisti”! Incredibile!

  169. chinaski ha detto:

    diciamo che se ad esempio il front furlan non pubblicizzasse libri come questo:

    http://www.frontefriulano.org/coordinate.asp?ID_COORDINATE=12

    forse certe discussioni non si aprirebbero nemmeno.

  170. ciccio beppe ha detto:

    Mi domando se quelli del Fronte friulano abbiano mai letto una riga di von Humboldt o di Chomsky.

  171. Richi ha detto:

    @ Marisa

    E’ incredibile come a volte riescano pure a partire da sinistra, certe bordate. Personalmente credo che la classe intellettuale italiana, con una storia di cortigianeria che dura da secoli, non abbia il coraggio di discostarsi mai dalle “direttive di base” del momento.
    Ieri tutti di estrema sinistra, oggi un po’ meno, ieri antinazionalisti, oggi nazionalisti perche’ se no sembri troppo un rude leghista con la camicia a quadretti, il trattore, la birra in mano, il rutto libero e le barzellette su negher e terun.

    Brrrr, se facciamo cosi’ Faustino Berty mica ci invita sullo yacht con Della Valle a parlare dei bambini del Biafra mentre sgranocchiamo tartine al caviale!
    Forse si sono dimenticati in molti, a sinistra, di quando sostenevano i paesi baschi o l’Irlanda. Vai a sapere.
    In ogni caso, adesso, sono gli antifascisti che debbono specificare di non essere fascisti. Siamo arrivati a questo terrificante livello.

    @ Chinaski

    Sinceramente non capisco che dovrei afferrare ora che mi hai linkato un ragazzetto che probabilmente si fa ancora le pippe mentre fa il braccio teso. Oltretutto leghista (e io ho specificato piu’ volte come la penso sulla corte Bossiana).

  172. chinaski ha detto:

    richi

    non c’era nessun intento polemico. cio’ che volevo mostrare, e’ che si puo’ essere fascisti pur essendo nemici dello stato nazionale.

    alla fine quello che conta, quello che distingue i “fascisti” dai “non fascisti” (okay, forse e’ una forzatura semantica, ma rende abbastanza bene l’ idea), e’ il modo di concepire la rete delle relazioni sociali e il potere.

    per non commettere l’ errore di usare il termine “fascista” in modo improprio, si potrebbe usare piuttosto l’ espressione di toto’: uomini e caporali.

  173. chinaski ha detto:

    richi

    se quelli del fronte friulano consigliano la lettura di un libro che sulla quarta di copertina viene cosi’ riassunto:

    “E’ indispensabile e doveroso, in un’epoca come l’attuale che disprezza profondamente ogni distinzione qualitativa, fornire i fondamenti filosofici e dottrinari per capire e comprendere appieno l’azione metapolitica intrapresa dall’Etnonazionalismo Völkisch. E’, infatti, profondo convincimento degli autori che, qualsiasi azione politico-culturale che abbia come meta finale la piena salvaguardia d’una ben determinata e specifica Blutsgemeinschaft, non possa assolutamente prescindere dalla necessità di ri-destare nei Popoli Europei l’ancestrale Volksgesit indogermanico, al fine di conferire nuovamente ad essi quell’essenza smarrita e così importante che è la facoltà e la volontà d’essere se stessi. I nostri Popoli deb­bono ri-acquistare quell’aspetto spirituale, quei profondi legami de­cretati dalle più remote forze naturali del Sangue e della Stirpe, che identificano un uomo, prima che come singolo sog­getto, come discendente di un determinato Volk e come appartenente ad una specifica Comunità etnica. Solo allora, dopo aver ribadito la priorità di quei valori che nel Sangue, nel Suolo, nelle più ataviche vigorie della stirpe hanno la loro mistica Origine, si potranno rinvenire le possenti forze che giacciono nel più profondo dell’anima dei Popoli Europei e che vanno nel senso della volontà di ritornare finalmente padroni della propria Terra. Ed è con questo quinto e nuovo testo, ricco di analisi e di documenti inediti, che gli autori intendono, oltre che onorare il quinto anniversario della costituzione dell’Associazione Identità e Tradizione, fornire una summa dottrinaria, dogmatica e filosofica inerente all’Idea Etnonazionalista Völkisch.”

    forse qualche domanda bisognerebbe cominciare a porsela.

  174. Richi ha detto:

    @ Chinaski

    Questi mi sembrano gli aspetti piu’ -come dire?- folkloristici. Sangue, suolo, Volksgeit…..mah. Lascia perplesso anche me, forse cercano voti anche in altre aree, non so dirti perche’ non conosco quella realta’ dall’interno.

    Io in realta’ intendevo dire -e penso sia abbastanza evidente- che quel che han combinato alcuni nazionalistissimi italiani non l’ha combinato nessuno nemmeno in forma dieci volte minore, intendo specialmente a livello regionale dato che si parla di questo contesto.

    La tua definizione di fascisti e antifascisti pero’ mi ha incuriosito: che intendi per il concepire le relazioni sociali e il potere?

  175. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ marisa
    Per cortesia, smettila di raccontare frottole.

    Chi ti ha detto che non esistono tutele linguistiche – oltre che culturali – per i dialetti in nessuno Stato al mondo?

    BUM! BUM! BUM! Spariamo balle incatenate a tre a tre!

    Leggi per tutelare i dialetti anche dal punto di vista linguistico esistono in Germania, con la particolare limitazione per cui la tutela esiste per i dialetti basso-tedeschi e non per gli alto-tedeschi.

    Il basso-tedesco in Germania è lingua ufficiale regionale, cara la mia Marisa! Tanto che i deputati dei Länder del Nord possono parlare al Bundestag anche il loro dialetto (Plattdeutsch o Niederdeutsch)!

    E nelle TV regionali del nord della Germania si trasmettono talk-show nei dialetti locali. A Brema da più di trent’anni ha sede l’Institut für niederdeutsche Sprache, pagato con i soldi pubblici, che si occupa di ricerche a livello universitario sui dialetti basso-tedeschi. E dove mettiamo il movimento ecclesiastico “Plattdüütsch in de Kark” (Basso-tedesco in chiesa), con gruppi di sacerdoti che si impegnano a celebrare in dialetto, oltre che a pubblicare riviste di teologia e liturgia in dialetto?

    In Ungheria e in Polonia si tutelano non solo tutti i dialetti storici (pure con cartelli bilingui regionali, per esempio), ma anche le lingua importate, come il greco degli esuli della guerra civile, immigrati in quei paesi fra la fine degli anni ’40 e gli anni ’50.

    In Spagna si tutelano linguisticamente non solo le tre lingue minoritarie (catalano, basco e galego), ma anche tutta una serie di dialetti regionali o locali, come l’asturiano o l’aranese. E non solo: si tutelano perfino i dialetti delle lingue minoritarie, come avrà notato chi ha visitato le Baleari (ove si parla un dialetto del catalano) con occhio attento.

    E il Portogallo, che nel 1999 ha assunto il mirandese – un dialetto asturiano-leonese della città di Miranda do Douro – a lingua ufficiale locale?

    Tu continui ad inondare il blog di frottole.

    Luigi (veneziano)

  176. chinaski ha detto:

    richi

    intendo dire che il fascismo non era solo mussolini sul balcone, ma era anche il federale che maltrattava i suoi sottoposti, era il maestro che sputava in bocca ai bambini che parlavano sloveno tra di loro, e cosi’ via. forzando un po’ il termine, penso che il modo in cui si strutturano i rapporti informali in una caserma sia una sorta di microfascismo. lo stesso discorso vale per un collegio, ad esempio. i “riti goliardici” possono essere considerati una forma di “fascismo”. le gerarchie che si formano nei luoghi di lavoro, in fabbrica, in ufficio o addirittura in una struttura universitaria, ricordano per certi versi il fascismo (mobbing significa che un capetto approfitta della sua posizione di potere per angariare un sottoposto). a livello “macroscopico” il fascismo storico si e’ manifestato con la persecuzione sistematica delle minoranze. ma questa persecuzione non sarebbe stata possibile se lo stesso fenomeno non si fosse presentato a livello “microscopico” nelle relazioni interpersonali.

  177. chinaski ha detto:

    poi richi devi considerare che quando sento dire su questo blog che bisognerebbe cacciare da trieste i triestini non autoctoni, mi girano un po’ le balle. se non altro perche’ io sono nato a gorizia e mia moglie e’ lombarda. e non vedo perche’ dovremmo andarcene via per assecondare le smanie puriste di qualcuno.

  178. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ chinaski e Richi

    Se avete mai letto “Le origini culturali del Terzo Reich” (Georg Mosse), vi sarete accorti che una bella fetta del libro è dedicata proprio all’entnonazionalismo.

    Quando questi commentatori friulani esaltano la “Blutgemeischaft” (“Comunità/alleanza/comunanza del sangue”), non fanno altro che riprendere un vecchio stereotipo del nazionalismo tedesco, fatto proprio da Ernst Jünger (che contrapponeva la “Comunità del sangue” al “Geistgemeinschaft”, che affliggeva il mondo moderno) e poi importato direttamente da Hitler nel nazismo.

    Carabattole, porcherie, fumisterie neonaziste, che il Fronte Friulano (quattro gatti) propala attraverso il suo sito.

    E l’Italia, vista come “stato mafio-massonico” (http://www.frontefriulano.org/coordinate.asp?ID_COORDINATE=9)? Leggete queste auree paroline: “il potere massonico deviato sta mandando l’Italia al dissesto finanziario ed economico, per poi assumerne il dominio in modo completo e irreversibile”, e confrontatele con la propaganda fascista degli anni ’30 del secolo scorso!

    E il programma del Fronte Friulano, che prevede che “l’esercizio delle funzioni politiche ed amministrative locali (compresa quella giudiziaria), comunali e regionali, dovrà essere affidato ad elementi originari del luogo o aventi ivi una residenza stabile di un determinato numero di anni che verrà fissato dalle assemblee locali”?

    Capito? In Europa si dovrebbe poter permettere la libertà di movimento, di residenza, di lavoro, di espressione della propria individualità e rappresentatività politica, e questi mi mettono il filtro etnico, per cui un sindaco, un giudice, un consigliere di quartiere deve essere friulano!

    E quell’altra parte del programma, per cui “L’insegnamento in genere sarà sottoposto al controllo o alla direzione di un consiglio locale”? Esattamente l’opposto di quanto è scritto nella Costituzione Italiana, per cui l’insegnamento è libero! L’insegnante sottoposto al controllo e alla DIREZIONE (!!!) di un consiglio locale: come il fascismo!

    E questa come la considerate, se non una nuova forma di vero e proprio fascismo su base etnico/locale?

    Luigi (veneziano)

  179. chinaski ha detto:

    luigi

    certo che ho letto “le origini culturali del terzo reich”. e’ ben per questo che appena ho visto il sito del front furlan sono saltato sulla sedia.

  180. ciccio beppe ha detto:

    Tutti questisti deliri fatti nel nome e da una delle popolazioni più bastarde (nel senso di misto-sangue) d’Europa farebbero ridere se non fossero sparate con certi toni da messia in terra.

  181. chinaski ha detto:

    per completezza: il libro in questione, cioe’ “Filosofia, Dottrina e Mistica dell’Etnonazionalismo Völkisch”, pubblicizzato sul sito del front furlan, e’ stato scritto da Federico Prati e Silvano Lorenzoni, che mi pare gravitino intorno alla liga veneta vicentina.

  182. chinaski ha detto:

    silvano lorenzoni ha anche partecipato al congresso “the white world future”, organizzato a mosca da pavel toulaev. tra i partecipanti c’era anche david duke, ex presidente del ku klux klan.

  183. chinaski ha detto:

    richi

    questo potrebbe essere un esempio di “fascismo reale” che viene dal profondo sud:

    http://www.unita.it/news/italia/97935/schiavisti_per_bene_blitz_a_rosarno_arrestate_trenta_persone

  184. Luigi (veneziano) ha detto:

    Prati e Lorenzoni sono esponenti della Lega Nord.

    Per la precisione, sono di quell’ala etnonazionalista che fra le fumisterie neonazi e le carabattole celtiche porta avanti un discorso dichiaratamente razzista.

    Il quale discorso razzista poi sul territorio si sviluppa in modo pratico con forme di discriminazione per cui – per esempio – un cittadino italiano che vive in un certo comune in provincia di Padova non può richiedere i contributi comunali per le fasce disagiate, se non ha almeno 18 anni di residenza in Veneto.

    E quelle menate che già adesso cercano di proporre a scuola, con le giornate dedicate all’approfondimento dell’identità veneta e la rilettura del risorgimento come fosse una sorta di gran complotto massonico?

    L.

  185. chinaski ha detto:

    abbastanza impressionanti alcune analogie con le “strutture sociali” che si creavano nei campi di concentramento (tutti i campi di concentramento, a scanso di equivoci)

  186. chinaski ha detto:

    nell’ ultimo commento mi riferivo all’ articolo su rosarno.

  187. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ chinaski 184
    Il fascismo non si ripropone negli stessi modi del 1922, ma alcune tematiche rimangono sempre in prima fila, essendo in qualche modo connaturate alla natura dell’uomo.

    In Austria la candidata del FPOE ha avuto il 15,6%, ed è la moglie del fondatore del partito neonazista, oltre che vergognosamente filonazista pure lei.

    E i risultati in Olanda e Ungheria? E le pulsioni nazionaliste nei paesi Baltici?

    Quasi nessun paese è esente, ma solo da noi un partito che presenta – ai miei occhi – tutti i classici connotati dell’etnonazionalismo è al governo.

    L.

  188. mavfc ha detto:

    Plus ca change, plus c’est la meme chose

    Ecumenismo e nazismo/fascismo hanno sempre viaggiato sullo stesso treno. Poi hanno solo falsificato i libri di storia e messo i neo balilla in politica, tutto qua.

    http://anpi-lissone.over-blog.com/pages/FASCISMO_FOIBE_ESODO_1918_1956_Le_tragedie_del_confine_orientale-240947.html

  189. ciccio beppe ha detto:

    Resta da capire perchè, ad esempio, in Spagna i movimenti autonomisti si siano sempre mossi con convinzione fuori da tematiche neo-fasciste.
    Quindi l’equazione localismo spinto = fascismo non regge pienamente.
    Forse è legata alla storia. In Italia il movimento di Liberazione non si è mai dato connotati localistici e si può arrivare a situazioni paradossali come la Societa Filologica Friulana riconosciuto ente emerito dalla stesso fascismo.

  190. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ ciccio beppe
    In Spagna i movimenti autonomisti sono nati – in maniera clandestina – all’epoca di Franco, che aveva imposto al paese una forma di stato centralizzata.

    Di conseguenza, era abbastanza logico che questi movimenti non avessero una base neo-fascista.

    Non c’è un’equazione localismo spinto = fascismo. E in realtà la categoria “fascismo” in questo caso mi pare da declinare in un’accezione da intendersi bene.

    Come è giusto fare, è bene verificare di caso in caso. Il caso del “Fronte Friulano” ai miei occhi pare evidente.

    Se questi andassero al potere, imporrebbero un ignobile filtro etnico nonché il controllo locale sull’istruzione. C’è scritto nel loro programma.

    Luigi (veneziano)

  191. chinaski ha detto:

    ciccio

    ma infatti io non faccio nessuna equazione. solo noto che in italia, oggi, alcuni movimenti localistici attingono allo stesso brodo culturale dell’ estrema destra radicale.

    come ho detto prima, tutto dipende dal modo di concepire la comunita’, i rapporti sociali e il potere.

  192. chinaski ha detto:

    ciccio

    mi rendo conto che ormai e’ fuori moda. ma forse le repubbliche partigiane (alba, l’ ossola, e via via fino alla carnia) sono state un tentativo di democrazia dal basso, nato a livello locale. un altro federalismo e’ possibile?

  193. ciccio beppe ha detto:

    Mi risulta che la Repubblica Federale Tedesca sia nata secondo questo modello come presunto antidoto al nazismo. Vedremo se la destra italiana riuscirà a fare altrettanto con il federalismo all’amatriciana che va delineandosi.

  194. ciccio beppe ha detto:

    Con le proposte ad michiam come quelle dei negozi con le insegne in dialetto stiamo poco lontani da idee simili al Fronte friulano.
    Chissà quali altre fantsmagoriche stupidaggini partoriranno le menti elette dei nuovi governanti del nord.
    Le ronde sintattiche?
    La polizia genetica?
    Lo sceriffo alimentare?

  195. chinaski ha detto:

    ciccio

    la mia sensazione e’ che oggi, in italia, non ci siano personalita’ politiche in grado di traghettare il paese verso qualcosa non dico di eccezionale, ma almeno accettabile. e non ci sono perche’ il paese non e’ in grado di esprimerle. come dire: ognuno ha i politici che si merita. e questo vale a roma, ma vale anche a trieste.

  196. chinaski ha detto:

    ciccio 195

    il bello e’ che seguendo il criterio dell’ autoctonia alimentare, dovremmo rinunciare alla polenta, alle patate, alle pesche, ai pomodori, allo zucchero…

  197. ciccio beppe ha detto:

    chinaski non credo alla favola dell’ognuno ha i politici che si merita.
    Tante elezioni in paesi formalmente democratici hanno avuto esiti scontati perchè i cittadini votavano con la pistola puntata alal tempia. Non è il caso italiano degli ultimi anni, ma nessuna elezione si svolge in contesti asettici (nonostante le sbandierate par-condicio) tanto da giustificare l’affermazione che le classi politiche sono speccchio della società.

  198. chinaski ha detto:

    ciccio

    io pero’ non parlavo di risultati elettorali. io parlavo della capacita’ del paese di esprimere personalita’ politiche di livello almeno accettabile. un minimo. almeno un lider dell’ opposizione che quando parla non ti faccia vergognare.

  199. ciccio beppe ha detto:

    Con me sfondi una porta aperta. Alle primarie ho votato per quello che ha preso meno voti 😉

  200. marisa ha detto:

    Trieste? Occupata dalle truppe naziste friulane….
    ——————
    Qua sotto la risposta di un friulano:

    “Sono uno degli spietati friulani che ogni giorno tramano contro Trieste”
    il Piccolo – 14 aprile 2010 pagina 22 sezione: TRIESTE

    Era da tanto tempo che non leggevo uno dei soliti articoli di qualche triestino (solitamente un po’ attempato, e la
    cosa francamente un po’ rasserena) alle prese con il disagio crescente e ormai insostenibile di fronte alle continue prevaricazioni e vessazioni che la propria amata città deve subire da parte di una sorta di potentissima Spectre al profumo di frico, ed era da ancor più tempo che, dopo amene letture del genere, non mi prudeva più la penna (anzi, ormai il mouse), ma stavolta, complice probabilmente una lunga attesa in aeroporto, e soprattutto alcune affermazioni davvero sbalorditive del signor Cavicchioli sul Piccolo dell’8 aprile scorso, non sono davvero riuscito a resistere. Premetto che sono un udinese che da più di venti anni frequenta quasi quotidianamente Trieste e che quindi, sia pur nel poco tempo che mi rimane a disposizione dopo aver tramato insieme ai fratelli di Mortegliano, di Spilimbergo o di Osoppo contro il mite (ancorché ben più mondano e cosmopolita) cugino giuliano (mitteleuropeo, verrebbe da dire), riesce ad osservare con una certa attenzione la realtà triestina, e per fortuna posso riscontare che le stravaganti osservazioni del signor
    Cavicchioli sono minoritarie in città. Tuttavia un conto sono le opinioni (tutte legittime e rispettabili, anche le
    più eccentriche) un conto sono i fatti. Ora, che ci sia una sede regionale nella seconda città della regione può essere legittimamente visto come un odioso modo per sperperare altrove i sudati risparmi del laborioso popolo
    triestino, ma che questa sia qualificata come grande il doppio di quella triestina fa scivolare l’incauto signor Cavicchioli in più di un errore, se non altro perché non
    mi consta che la Regione a Trieste abbia una sola sede, ma che abbia i suoi uffici in svariati palazzi, e non tutti umili stamberghe. Sull’odio generalizzato dei friulani verso Trieste e soprattutto sulle sottili supposte motivazioni (l’invidia degli abitanti – verosimilmente semianalfabeti – di un borgo di campagna verso i colti cittadini di una grande realtà europea) ci sarebbero tante cose da dire (non tutte pubblicabili), ma si è pur sempre nel campo delle opinioni; però per confutare il fatto che la gran parte dei friulani non è mai venuta a Trieste
    basta fare quattro passi verso le otto, nove di mattina alla stazione dei treni di Trieste e vedere quanta gente scende dai treni provenienti da Udine o da Venezia (e osservare, per completezza, quanta gente alle stesse ore parte da Trieste). È vero, ad essere onesti, che sulle strade
    friulane girano un sacco di triestini (e li si riconosce, con uno spontaneo moto d’affetto, immediatamente anche al
    giorno d’oggi, senza la amata sigla Ts sulle targhe), ma forse solo perché non hanno ancora la possibilità di essere teletrasportati direttamente a Grado o sulle piste da sci. Il riferimento poi alla “dominazione spietata e
    cattiva” dei friulani, paragonabile a detta del signor Cavicchioli a quella nazista o titina, toccando (in modo a mio parere un po’ spericolato) tragedie di portata tanto
    profonda mi impedisce di continuare a scherzare e quindi lascio perdere, tuttavia, passi l’anelito finale alla libertà (sempre lodevole) ma se gli stranieri che tengono
    in catene l’Alabarda (fra l’altro, duole ricordarlo, ma la perfidia dei furlani è talmente radicata e risalente nel tempo che perfino il simbolo sullo stemma cittadino non è nient’altro che un ben modesto spiedo friulano) sono gli italiani che stanno a quaranta chilometri da Trieste,
    che fine ha fatto la dimensione, si badi bene,
    “economicamente e culturalmente” europea della città?
    Gianpaolo Gaspari
    ——————

  201. chinaski ha detto:

    bah, marisa, mi sembra che tu non abbia capito un granche’ della discussione. non mi sembra che il friuli si identifichi con il front furlan, per fortuna.

    poi spiegami che cacchio dovrebbe fare un povero diavolo come me, nato a gorizia, residente a trieste, sposato con una lombarda, con cugini inglesi e amici di una dozzina di nazionalita’ diverse (tra cui uno mezzo sloveno e mezzo libanese). devo spararmi un colpo?

  202. chinaski ha detto:

    ecco un testo di federico prati (quello di cui sopra)

    “In qest’epoca, in cui le infere forze della Sovversione e dell’Alta Finanza internazionale tendono, dunque, a dominare in modo quasi del tutto incontrastato ogni aspetto della vita dei Popoli d’Europa, cominciano, come é naturale e logico che sia, a sorgere associazioni e movimenti dal carattere prettamente etno-identitario e comunitario. Essi costituiscono dei veri e propri nuclei-guida formati da sinceri patrioti, radicati nell’amore per i Popoli d’Europa, per le Blutsgemeinschaften europee, per la Tradizione spirituale e la Cultura delle comunità indoeuropee. Queste Avanguardie etnonazionaliste si palesano come le prime avvisaglie della futura resistenza etnica che, con la violenza di un uragano, si scatenerà contro ogni tentativo di massificazione e alienizzazione razziale e spirituale posti in atto dal Megacapitale apolide. E quanto più una Comunità Völkisch sarà stata oltraggiata nella sua più intima e vitale Essenza Razziale, animica e spirituale; ingiuriata della sua Ahnenerbe; vituperata della sua millenaria Storia, Cultura e Tradizione; iugulata nella sua autonomia e sovranità, tanto più rapidamente e radicalmente si svilupperà in essa il nucleo del movimento di riscatto e rinascita etnonazionale. E questi nuclei di Soldati della Tradizione, diventeranno battaglioni, i battaglioni diverranno reggimenti, i reggimenti divisioni. Si realizzerà, così, il riarmo psicologico e culturale delle Volksgemeinschaften europee. E con esso, i nostri Popoli riacquisteranno di nuovo la coscienza di appartenere ad una Razza e ad una Civiltà, quella indoeuropea, che non hanno eguali nel mondo. Verrà, allora, il fatidico giorno in cui l’ancestrale Blutfahne, assieme agli atavici stendardi che ci sono stati consegnati dai nostri Avi, ritorneranno a garrire al vento della Storia. (…)”.

    ecco, dopo aver letto questa roba, mi e’ venuta voglia di rivedere qualche film di toto’.

  203. chinaski ha detto:

    se qualcuno e’ interessato :)), segnalo che del libro di lorenzoni e prati

    “sono stati stampati 24 esemplari contrassegnati a mano con le lettere dell’alfabeto runico protogermanico destinati unicamente ai Soci e ai simpatizzanti di Identità e Tradizione che si sono maggiormente contraddistinti per la loro opera di diffusione e divulgazione del Pensiero Etnonazionalista Völkisch.”

  204. piero vis'ciada ha detto:

    -“E questi nuclei di Soldati della Tradizione, diventeranno battaglioni, i battaglioni diverranno reggimenti, i reggimenti divisioni…

    orpo ! certo che sti furani devi meterse a ciavar giorno e note…..

  205. marisa ha detto:

    commento 202 – Chinaski

    E infatti non c’è alcun legame tra la discussione in corso sul libro presentato sul sito del Fronte Friulano e il mio commento 201.

    Solo il piacere di farvi conoscere la tipologia di lettere che ospita il “vostro” quotidiano il Piccolo (ovviamente mi riferisco alla lettera pubblicata con grande evidenza l’8 aprile 2010 a firma di un certo Cavicchioli).

    Se il Fronte Friulano ospita libri di un certo tipo, neppure il Piccolo scherza…
    ospitando lettere dove i friulani sono paragonati ai nazisti e ai titini….

  206. chinaski ha detto:

    mah, non ho mai considerato “mio” il piccolo. anzi, a dire il vero non lo leggo mai, forse solo ogni tanto al bar, per vedere cosa fanno al cinema.

  207. marisa ha detto:

    …allora è giusto ogni tanto qualcuno ti ricordi quale tipologia di lettere ospita questo quotidiano (libero ovviamente di pubblicare ciò che gli pare!) che comunque resta il più venduto a Trieste….e che quindi “fa opinione pubblica”!

  208. Richi ha detto:

    Io quando andavo alle medie compravo ogni tanto il Piccolo e qualche pornazzo, piegando e nascondendo pero’ il Piccolo in mezzo ai pornazzi perche’ non volevo che la gente si facesse strane idee sulle mie letture.

  209. ciccio beppe ha detto:

    Io leggo il Piccolo di Gorizia e Monfalcone.
    Sta al Piccolo di Trieste come una camomilla sta alla morfina. 😉

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