10 Aprile 2010

Gli immigrati e il Comitato 1 marzo in corteo contro la “falsa sanatoria”

Trieste Un corteo di circa 150 persone si è mosso ieri, venerdì pomeriggio, per le vie cittadine.
L’iniziativa, definita “passeggiata antirazzista” dagli organizzatori del Comitato 1 marzo – come qualcuno forse ricorderà il giorno dello sciopero degli stranieri – , si ripeterà di venerdì in venerdì con l’obiettivo di coinvolgere sempre maggiori adesioni.
Tanti i temi esposti al megafono durante il corteo, partito dalla zona Cavana e giunto fino a piazza Unità passando con una sosta d’ordinanza di fronte alla Questura: il welfare regionale anti-immigrati, l’istituzione del reato di clandestinità, il Centro d’Identificazione e Espulsione (C.I.E) di Gradisca e, soprattutto, la denuncia della cosiddetta “falsa sanatoria”.
Quest’ultima avrebbe mietuto una prima vittima proprio a Trieste: a metà febbraio, un cittadino senegalese che aveva cercato di “sanare” la sua posizione di immigrato clandestino, era stato convocato negli uffici di via Tor Bandena (sede della Questura) e rimpatriato nel giro di 12 ore, senza che ne fosse data informazione al suo datore di lavoro.
L’accusa mossagli dai funzionari era stata quella di non aver ottemperato ad un decreto d’espulsione, precedente alla domanda di regolarizzazione. Tale illecito, come confermato dal capo della Polizia Manganelli dopo un mese di confusione interpretativa, costituirebbe una causa ostativa alla sanatoria. Vale a dire che chi, come il cittadino senegalese, ha già ricevuto più di un decreto di espulsione, non può ricorrere alla sanatoria.

“E’ una storia di straordinaria indecenza – ha commentato Luca Tornatore, il ricercatore tornato libero e attivo come e più del pre-Copenhagen, spiegando – questi esseri umani vengono deportati dopo essersi sostanzialmente autodenunciati, fidandosi di coloro che nella lettera delle leggi sembravano voler ‘regolarizzare’ i migranti ‘irregolari’ restituendo loro un po’ di quella piena cittadinanza che le burocrazie e le geografie del potere hanno loro negato”.
Anche Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà, aveva già espresso, in un recente articolo, i suoi dubbi sull’interpretazione legislativa: “L’illecito che viene contestato, cioè il soggiorno illegale sul territorio italiano, è l’oggetto stesso della procedura di regolarizzazione”.
Fatto sta che, con la circolare della Polizia, il caso di Trieste sembra destinato a fare scuola per il resto d’Italia. Il Comitato 1 marzo non vuole rassegnarsi: la passeggiata si ripeterà anche il prossimo venerdì. “Contro questa desàpariciòn ci faremo vedere tutte e tutti, sempre, in città fino a ritrovarci in Piazza Unità, dando finalmente un senso vivo a questo toponimo – ha raccontato ancora Tornatore, concludendo – andremo cantando, raccontando la nostra normalità, rendendola ben visibile e sempre presente perché non sembri che questa mostruosità sia normale per tutti”.

Parallelamente la mobilitazione prosegue anche nella piazza virtuale, dove un gruppo di cittadini ha proposto una petizione contro quella che è stata definita una storia di “legalità punita”. Tra i promotori e primi firmatari: Claudio Magris, Margherita Hack, Boris Pahor, Claudio Magris, Paolo Rumiz, Roberto Vecchioni, Veit Heinechen e Fabrizio Gatti.



+++guarda l’intera galleria fotografica curata da Ivan Doglia

Tag: , , .

9 commenti a Gli immigrati e il Comitato 1 marzo in corteo contro la “falsa sanatoria”

  1. Lupo ha detto:

    E’ già scritto tutto nell’articolo: L’accusa mossagli dai funzionari era stata quella di non aver ottemperato ad un decreto d’espulsione, precedente alla domanda di regolarizzazione. Tale illecito, come confermato dal capo della Polizia Manganelli dopo un mese di confusione interpretativa, costituirebbe una causa ostativa alla sanatoria.
    Basta. Chi non ha ottemperato ad un decreto d’espulsione ha commesso un reato. Chi ha commesso un reato in Italia deve andarsene. Punto.
    Ci bastano ed avanzano i nostri delinquenti per ospitare anche quegli allogeni…
    Nobis!
    Lupo

  2. etologo ha detto:

    La funzione di ogni lupo è organizzata all’interno di un branco, con una struttura sociale fortemente gerarchica. L’ordine gerarchico all’interno del branco è stabilito e mantenuto attraverso una serie di posizioni e di incontri rituali.
    La gerarchia (guidata dalla coppia alfa) influisce su tutte le attività del branco. In un branco normale, un lupo assume il ruolo di omega (vale a dire il più basso ruolo nella scala sociale del branco). Questi individui subiscono il maggior numero di aggressioni dal resto del branco, e possono essere soggetti a varie forme di crudeltà.
    Quando cacciano, i lupi attaccano da tutte le direzioni, puntando specialmente al collo ed alle parti laterali dell’animale. Normalmente, le prede sono animali troppo anziani, feriti, o troppo giovani.

  3. Bibliotopa ha detto:

    a me sembra una contraddizione logica nella stesura della norma. E le sanatorie sono fatte appunto per sanare situazioni irregolari, e ne hanno fatte tante, anche a favore di tanti altri… summum ius, summa inuria , tanto per latineggiare.

  4. Bibliotopa ha detto:

    ah, e complimenti a Ivan Doglia per le foto! io ero giusto di passaggio da quelle parti.

  5. chinaski ha detto:

    ah, adesso una circolare della polizia costituisce giurisprudenza. andemo ben!

  6. Richi ha detto:

    Perche’, il senegalese rispedito a casa di corsa che tipo di delinquente era? Me lo spieghi?
    E’ curioso come l’italiano medio si appecoroni tanto alle fandonie mediatiche chiedendo pene certe, severita’, espulsioni e quant’altro se si parla di gente senza soldi e agganci.

    Ma e’ ovviamente il primo, dopo aver letto magari “Libero” al baretto, a tuonare contro presunte magistrature sovietiche, contro il giutizialismo becero di chi chiede condanne per il potente che ruba, provatamente, miliardi e si appella al garantismo non appena c’e’ il rischio, in un caso su un milione, che il potente ladro paghi.

    Ma tanto abbiamo un fottio di negri con cui sfogarci: e’ sempre meglio tirare su bersagli facili no?

  7. Bibliotopa ha detto:

    ps iniuria ovviamente..

  8. alpino ha detto:

    mah..c’era un decreto di espulsione quindi poco da discutere si espelle…bianco rosse nero o giallo non cambia fosse stato anche di san marino..

  9. folletto ha detto:

    “Per capire quello che sta succedendo dobbiamo fare un salto indietro di un mese circa, quando a metà febbraio l’ufficio immigrazione della Questura di Trieste decise di cambiare la propria interpretazione rispetto all’articolo 14, comma 5ter del testo unico sull’immigrazione. L’articolo in questione è quello che stabilisce una pena da uno a quattro anni per il reato di inottemperanza al provvedimento di espulsione, in altre parole l’articolo della legge che si applica a chi viene fermato per la seconda volta da senza documenti e fa scattare la denuncia. Da febbraio, secondo la Questura, la condanna per il reato di cui all’articolo 14 comma 5ter è considerata ostativa al rilascio del permesso di soggiorno e cioè rientra tra quei reati previsti dagli articoli 380 e 381 del codice di procedura penale, per i quali è proibita la regolarizzazione (articolo 1ter, comma 13, legge 102/09). Quindi se sei clandestino ma ti hanno fermato una sola volta la tua regolarizzazione attraverso la sanatoria per colf e badanti va avanti, se invece hai avuto la sfortuna di esser stato “pizzicato” dopo aver ricevuto il primo provvedimento di allontanamento, conosciuto come “foglio di via”, la tua regolarizzazione si ferma e torni ad essere un migrante a rischio espulsione.”
    tratto da http://www.meltingpot.org/articolo15397.html

    cmq rinnovo l’appuntamento dell’articolo, appuntamento aperto a tutti venerdì 16 alle 18.30 in piazza Cavana 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *