1 Aprile 2010

Villa romana di piazzetta Santa Lucia, nuovi rinvenimenti

Sono riprese le indagini archeologiche nell’area retrostante la Curia, dove è in fase di realizzazione la costruzione di un parcheggio e dove sono stati ritrovati i resti di una villa di epoca romana. E il cantiere, in occasione della Settimana dei beni culturali, potrebbe aprire per la prima volta alle visite.

Nell’anno appena trascorso – spiega la Soprintendenza per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia – scavi estensivi avevano riguardato sia quest’area che l’attiguo giardino della casa di riposo Domus Mariae, che si apre su via Madonna del Mare: in quest’ultimo erano comparse sepolture attinenti l’Ospitale delle donne, i cui edifici si sono parzialmente visti negli scavi sotto la Curia, mentre nella zona destinata a parcheggio erano emersi i resti di una villa suburbana.

La villa, edificata nella seconda metà del I sec. d. C., fuori dalle mura repubblicane, nei pressi della Basilica Paleocristiana, era delimitata da due importanti assi viari: una strada litoranea, realizzata con l’occupazione parziale del litorale marino, che procedeva verso il Teatro Romano, e una strada che la intersecava e risaliva il colle, già individuata più a monte, in via Madonna del Mare.

Due ingressi distinti dell’abitazione si aprivano sulle strade. In corrispondenza di uno di essi sono stati rinvenuti un grappolo di campanelle in bronzo, un batacchio configurato a testa femminile e altri elementi in bronzo.

La villa aveva il consueto schema a “U”, ma l’ala sudorientale, quella residenziale, è stata solo parzialmente vista in quanto scompare sotto gli edifici costruiti negli anni Sessanta dello scorso secolo.
Dieci ambienti con pareti affrescate , di cui rimangono anche i lacerti di un soffitto crollato sul pavimento, si affacciavano ad un porticato mosaicato con tappeto bianco a crocette nere.

Un tappeto dal complesso motivo a squame bipartite bianche e nere marcava invece l’ingresso ad un vano di grandi dimensioni, forse un triclinio; attiguo ad esso, un ambiente riscaldato con aria calda che circolava nell’intercapedine sotto il pavimento, soprelevato da colonnine in elementi di cotto (“suspensurae”).

Tutti i vani avevano mosaici pavimentali a campo bianco con semplici riquadrature in nero, eccezion fatta per un tappeto con un rosone bicromo a triangoli di dimensioni decrescenti verso il centro, che non si è potuto mettere in luce interamente, in quanto parzialmente coperto da recenti costruzioni.

L’edificio, alla fine del III sec. d. C., venne distrutto da un violento incendio che coinvolse tutti gli ambienti; in quest’ultima fase, tuttavia l’ala residenziale presentava un declassamento con un utilizzo rustico degli ambienti.

A partire dal IV sec. d. C., la zona ebbe una destinazione funeraria come indicato dal ritrovamento, di tombe a cassa oppure a fossa, da un raro edificio funerario e da sarcofagi. A far da basamento a questi ultimi, i resti di una poderosa architrave, forse prelevata da un monumento funerario costruito alla metà del I sec. d. C. dal seviro augustale Publio Mercuseno per il figlio Rufo edile: nuovamente la zona ci permette di conoscere importanti personaggi tergestini che, allo scorcio del I secolo, nonostante un’origine forse celtica, rivestirono cariche di prestigio nel governo della città.

I lavori attualmente in corso sono stati resi possibili da un parziale smontaggio, in particolare delle strutture funerarie tarde per le quali era stata autorizzata la rimozione in vista di una loro riproposizione a lavori ultimati.

Si sta quindi riportando in luce, immediatamente a monte della citata strada litoranea della metà del I sec. d.C., il precedente limite, più arretrato, della linea di costa, costituito da una banchina in blocchi di arenaria: i materiali rinvenuti nel riempimento della fossa di fondazione, in particolare ceramica fine da mensa di produzione nord-italica, rimandano ad età augustea.

E’, quindi, alla fine del I sec. a.C. – inizi del I sec. d.C. (ricordiamo che le mura di Tergeste furono edificate nel 33-32 a.C. da Ottaviano, non ancora divenuto imperatore con il titolo di Augusto), che viene attuata una prima sistemazione di questo settore suburbano di Tergeste: solamente pochi decenni dopo tale situazione viene cancellata da un massiccio intervento di riporti finalizzato alle nuove edificazioni, in un’area che resterà cruciale per diversi secoli.

Proprio per far conoscere la complessità e l’importanza di questa continua ed articolata successione di fasi edilizie, a preludio di una sistemazione definitiva che prevede comunque la valorizzazione in situ delle evidenze più importanti, si sta programmando la possibilità di accedere al cantiere per una visita guidata su prenotazione, in occasione della prossima Settimana per i beni culturali (17-25 aprile).

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1 commenti a Villa romana di piazzetta Santa Lucia, nuovi rinvenimenti

  1. wimaro barbatos ha detto:

    Peccato che i soliti sottili esegeti non degnino d’un commento la notizia

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