21 Marzo 2010

“No” della Slovenia agli investimenti italiani a Krsko

Impossibile un investimento italiano nella centrale di Krsko. A dichiararlo è l’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti. ”Credo che sia tutto legato al fatto che la Slovenia voglia tenersi un investimento che non vuole spartire con nessun altro – ha detto Conti, ricordando che il nostro Paese l’Italia importa energia nucleare dalla Slovenia -. Nonostante la buona volontà del presidente della Regione Fvg, Renzo Tondo, il matrimonio non si puo’ fare perchè la sposa non c’e”’.
E il centrodestra si scatena. Per Isidoro Gottardo, coordinatore del Pdl del Friuli Venezia Giulia, ”la Slovenia è fortemente nazionalista e sfrutta l’appartenenza all’Unione Europea, ma non è disponibile a nessuna forma di cooperazione”.
Aggiunge Gottardo: ”Non possiamo dare un giudizio positivo sia dal punto di vista politico che da quello della cooperazione internazionale. La Slovenia – ha continuato – si fa sentire nei rapporti con l’Italia solo quando deve tutelare la sua minoranza, ma poi il rapporto non è ricambiato e non fa nulla o molto poco per far in modo che al superamento dei confini segua di fatto una cooperazione forte e naturale. Interferiscono sul rigassificatore di Trieste – ha osservato – e noi abbiamo sempre tollerato una centrale nucleare”.

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18 commenti a “No” della Slovenia agli investimenti italiani a Krsko

  1. ufo ha detto:

    Bene, anzi male.

    Bene, perché son bastati due soli anni per far recepire l’inusuale idea che se due ministri all’Economia di opposti schieramenti ambedue dichiarano esplicitamente e senza giri di parole che non sono interessati – potrebbe forse essere che non sono effettivamente interessati. Comprensibile che a chi è abituato a frequentare il ceto governativo italico il concetto di dire quel che uno pensa suoni estraneo…

    Male, perché se “l’Unto del Signore” (tipicamente abbreviato in unto e basta, in onore al secondo dei Nove comandamenti) ha detto che ogni regione deve avere la sua brava centrale, e al Tondo non riesce la furbata di dichiarare “nostra” la futuranda Krško 2… cominceremo presto a sentir parlare di migliaia di nuovi posti di lavoro e menate varie. E se la recente esperienza della TAV fa testo, i progetti si tenterà di tenerli nascosti finché sarà troppo tardi per metterci bocca.

    Breve riassunto per chi all’epoca era più interessato al GF: a circa metà del 2008 Renzo Tondo comincia a rilasciare dichiarazioni un giorno sì e l’altro pure riguardo il ruolo che vorrebbe avere la regione da lui guidata nel raddoppio della centrale nucleare di Krško. Non si capisce perché, visto che in Italy non son le regioni a produrre elettricità: sono le utility del settore, fino a prova contraria privatizzate e gestite con criteri da privati (ma questi son dettagli di poco conto). Dopo un paio di settimane di questo trantran, tutto da questo lato del (ex-)confine finalmente una voce da oltre frontiera. É il ministro all’Economia Vizjak, che in un intervista dice bello pulito che la Slovenia non è interessata. Seguono ben tre giorni di silenzio, poi la solfa ricomincia esattamente da dove era arrivata – con Tondo che fa finta di non aver sentito.

    La seconda puntata vede le elezioni in Slovenia premiare l’opposizione: cambia il governo, cambia il ministro, non cambia la musica. Non appena ne ha l’occasione il neo ministro Lahovnik affronta l’argomento con le stesse testuali parole: volentieri, ma… Altri tre giorni di pausa mediatica, e poi giù di nuovo a spargere parole (sempre solo da questa parte, ovvio). Naturale che le dichiarazioni di un ministro non siano da prendere seriamente, è tutta politica.

    Terza puntata oggi: grandi novità inaudite. Uno che (finalmente) di produzione di energia elettrica sembra capirne, l’amministratore delegato di Enel, va a vedere di persona e, miracolo dei miracoli, gli viene ridetto esattamente lo stesso: sarà per un’altra volta, non se ne fa niente. Bifolchi: non sanno che la caratteristica peculiare di un governo serio è quella di smentirsi da solo (salvo i casi in cui si viene fraintesi o male interpretati, secondo convenienza). La grande novità è che il Conti, avendo fatto carriera in Mobil Oil, l’inglese lo sa e non è stato necessario tradurgli il “Which part of ‘no’ you don’t understand?”; altrettanto inusuale il fatto che ne abbia parlato esplicitamente. Il tutto mi potrebbe sembrare un messaggio trasversale, da Conti a Tondo oppure da Enel al mondo politico: “Smettete di farci perdere tempo, che noi i megawatt li dobbiamo produrre veramente. Voi continuate a giocare, ma noialtri avremmo da fare.”.

    Qui finisce la storia, almeno per quel che riguarda il mondo reale, quello dell’economia produttiva. Il mondo delle parole al vento, invece, ora scalda i motori e parte in quarta. In testa alla prima curva è nientemeno che il Gottardo, destinato a passare alla storia – per il fatto di chiamarsi Isidoro (non mi pare abbia altri motivi di vanto…). Da lui apprendiamo che la Slovenia è nazionalista (perché non fa quel che dice il Pdl, mica per altro) e che non può dare un giudizio positivo (ma gliel’ha chiesta qualcuno, il giudizio? Poi, farsi giudicare dall’Isidoro…) dal punto di vista della cooperazione internazionale. Col sottinteso che i vicini di casa dovrebbero prendere esempio dal Friuli, dove non c’è iniziativa economica di rilievo a cui non vengano invitati i dirimpettai. SI veda per esempio il progetto del super portoo Monfalcone+Trieste di Unicredit, tenuto fermo finché non si trova posto per la Slovenia. O forse volevo dire il Molo VII? No, scusate, forse stavo pensando allo Scalo legnami. Oops…

    A questo punto – avanti il prossimo. La nostra Area metropolitana pullula di personaggi che prendono seriamente il dovere di esternare su qualsiasi argomento, meno quelli di cui effettivamente s’intendono. Chi sarà il primo? Aspetto con impazienza il giornale di domani. Io scommetterei sul Lacota: da quando gli è diventato impossibile (lui sa perché) ruminare su Golobivnica le sta provando tutte. Si è buttato a capofitto su un filmetto in uniforme e ora Frattini a malapena lo saluta, visto la figuraccia che gli ha fatto fare. Ci ha provato col censurare chi può parlare di storia nelle scuole, ed è stato bacchettato e sgridato addirittura da un Giovanardi qualsiasi. O trova subito un argomento da abbinare al proprio nome, o rischia – orrore – di doversene stare zitto. Improbabile.

    Secondo in classifica ci vedo bene il DiPiazza, visto che nell’ultimo paio di anni non ha perso una sola occasione di esternare. Secondo solo perché è attualmente impegnato a riscrivere un mega-striscione da appendere al suo balcone da primo cittadino (“La città di Moncini è col Papa”), finito questo torna a colpire: il sindaco diventato famoso per essere stato contro le bandiere rosse per il 1° maggio (a Prosecco) e decisamente a favore delle bandiere rosse per il 1° maggio (a Basovizza due giorni dopo) ribadirà la propria coerenza in occasione del primo incontro con un cronista esprimendo con forza e carica emotiva (ma senza argomentazioni, ci mancherebbe) l’opinione… dell’ultima persona che gli ha parlato. Qualsiasi essa sia.

    A tirare un bel sospiro di sollievo sarà invece certamente quel tale di cui credevamo di esserci liberati spedendolo a Roma a fare il viceministro dell’Ambiente. Il poveretto probabilmente non ne poteva più di mordersi la lingua. Aveva passato l’intera sua vita “adulta” a raccogliere voti e conquistare poltrone agitando lo spauracchio della Chernobil sulla Sava, ma con Enel in trattativa non glielo lasciavano più fare. Dopo la terza volta che si era esibito nel balletto di “abbiamo già consegnato tutta la documentazione” alternato a “al prossimo incontro consegneremo anche quel che mancava” rimanere credibile cominciava ad essere alquanto difficile. Avendo scartando a priori l’ipotesi di far giudicare i cittadini dando anche al pubblico una copia di queste famose scartoffie poteva solo passare al contrattacco – ma gli ordini erano di stare zitti e mosca su Krško. Una volta sola questo nome se lo era lasciato sfuggire di bocca, poi la ragion politica ha prevalso e al rigassificatore non aveva altro da opporre che… la Livarna; che sarà pure una rogna per chi ci abita dirimpetto, ma volete mettere la fabbrica che puzza contro l’idea del Carso reso deserto inabitabile per diecimila anni. Ora, a trattative defunte, potrà tuonare con gli interessi – sempre, s’intende, mosso da sincera preoccupazione per la salute ed il benessere delle popolazioni tra il Dodecanneso e la provincia di Lubiana (alloglotti non contano). E se il popolino vuole proprio vedere la documentazione? Si rivolgano appunto a Lubiana – come al solito.

    Il colmo di tutta la faccenda è che se Enel venisse dalle Filippine o dallo Zimbabwe troverebbe le porte spalancate: una società finanziariamente solida, solvibile, con una liquidità di tutto rispetto e con una reputazione di essere ben gestita, e per lo più interessata ad un sostanzioso contratto di fornitura a lungo termine, sarebbe l’ideale per abbattere i costi del capitale, vero punto cruciale per il successo di questo genere di investimenti. Purtroppo è risaputo che aprire uno spiraglio per far entrare l’Enel vuol dire trovarsi in casa l’intero caravanserraglio della politica italiana, quello dove nani, giullari e ballerine sono i personaggio più decenti e presentabili; ed una volta che sono entrati ce ne vuole per farli sloggiare. Dopo che ne hanno fatto l’esperienza per un paio di anni manco gli albanesi ci cascano più.

    Comunque non tutto il male vien per nuocere. Per male che ci vada avremo i posti di lavoro della futura nuova centrale sottocasa , altri ancora in un indotto che potrebbe arrivare fino ad Aviano (non intendo alla base USAF) e risparmieremo anche una botta sull’illuminazione, visto che a gestire il tutto saranno quelli che hanno in carico la raccolta dei rifiuti in campagna, per cui brilleremo di luce propria (non in senso metaforico): la passeggiata serale in Viale sarà meglio di Luci e suoni a Miramare – e senza dover installare luminarie. Riusciremo finalmente a provare che a Trento non sono fluorescenti da dentro, e quindi non possono essere giusto oltre il ponte. Sarà tre volte Natale, e ci faranno la festa tutto l’anno. Gran cosa, ‘sto progresso.

  2. Marisa ha detto:

    …..attenzione al Commissario! E’ il nuovo trucco della politica regionale per fare il “Ponzio Pilato” e rifilare il lavoro sporco a Roma. Della serie “e noi – politica regionale – cosa c’entriamo? La centrale nucleare a Monfalcone l’ha decisa Roma, non noi!”. Un trucco che stanno cercando d’usare con le paventate casse di espansione sul Tagliamento e per ogni opera che trovi il territorio contrario: un bel Commissario nominato da Roma….e tutto il dissenso locale viene superato!

    ….O meglio…. questo è ciò che credono!

  3. dultan ha detto:

    complimenti ufo, bel post!!! chissà se i pajazi i lo riva capir?

  4. ThaVampire ha detto:

    no credo che i capirà mai i ga due para oci (tutti e due destri che con la sinistra no i se neta gnanca el c.l)

  5. roberto ha detto:

    @ufo

    ROTFL!

  6. Gianluigi Rupel ha detto:

    dato che gli sloveni sono piú seri degli italiani fanno bene a tenerli fuori da Krsko.
    Io degli italiani non mi fido

  7. alpino ha detto:

    ..vero italiani brutta gente..meglio starci alla larga

  8. augh ha detto:

    Mi sembra di avere capito che la centrale nucleare di Monfalcone è già stata decisa dal governo in base ad una decisione del governo precedente che avrebbe messo il Segreto di Stato su questi affari.

    Se è così, io direi che questo è il vero problema.

    E tenete conto che prima avevano provato con il rigassificatore tra Grado e Pirano, ora ci provano con il rigassificatore a Zaule, mentre sembra che abbiano già deciso per la Centrale Nucleare a Monfalcone.

    Mettiamo anche il caso che la polemica di questi giorni sia: “facciamo casino alla Slovenia che ci risponderà picche, così diremo che siamo costretti a farla a Monfalcone”.

    Ma mettiamo anche il caso che non sia così, in ogni caso stanno provando ad affibbiarci delle schifezze che non vogliamo e sembra che tra governo ed opposizione non cambi molto(vedi ad es. il caso Dal Molin).

    Domanda: “Perchè ci provano con noi?”

    Risposte possibili:

    1) da noi ci sono meno voti che in altre regioni

    2) al sud fanno le rivolte e bloccano i treni

    3) i nostri parlamentari non contano un cavolo

    4) ci provano, poi le appioppano ai più fessi

    Altre risposte per il momento non mi vengono in mente… qualcuno che ha più fantasia può aiutarmi?

  9. alpino ha detto:

    @AUGH
    quoto in primis i nostri palamentari valgono come un fazzoletto di carta usato e questo in molte occasione lo si vede eccome.
    Secondo come di ci tu da altre parti la gente si INCAZZA e se si INCAZZA soprattutto al sud c’è poco da dire tira fuori gli attributi sino a ribaltare l’auto del ministro.
    Qui al nord e ancora di più nel mite e silenzioso nord est siamo quieti e a Roma lo sanno, è colpa nostra e loro ne aprofittano
    E’ vero politicamente siamo una regione che non conta niente o veramente poco tanto che neppure noi sappiamo chi sono i nostri deputati e senatori regionali..

  10. Triestin - No se pol ha detto:

    forse i fantasmi xe più presenti de lori….
    coi xe a Roma i tasi e accetta de tutto in silenzio tanto ghe basta scaldar la carega per arrivar alla pension, de oro….

  11. Dario Predonzan ha detto:

    Invece, per fortuna, non c’è nulla di deciso, nè per un’ipotetica centrale nucleare a Monfalcone, nè altrove in Italia.
    Bisogna stare attenti a non scambiare le indiscrezioni giornalistiche per fatti. Basta del resto dare un’occhiata alla carta per capire che a Monfalcone una centrale nucleare non si può mettere, semplicemente per mancanza di spazio fisico nel territorio comunale. Certo non è pensabile di ficcarla in mezzo alla città (non succede neppure in Cina…), come si è fatto a suo tempo per quella termoelettrica dell’ENEL.
    Piuttosto, vista la frenesia nuclearista della Giunta regionale (e di Confindustria), non si può escludere che salti fuori prima o poi un sito nucleare in una zona – relativamente – poco abitata lungo la costa, come si fece negli anni ’70 quando l’ENEL voleva costruire una centrale a Fossalon di Grado.
    Certo, se non è zuppa è pan bagnato, come lo sarebbe del resto anche una nuova centrale (in aggiunta a quella esistente) a Krsko, che dista solo 120 km da Trieste.
    Chernobyl, ricordo, dista circa 1.300 km dal FVG, eppure ci ricordiamo tutti cosa accadde qui nell’aprile 1986 (e nei mesi successivi), vero?

  12. Mauro Franza ha detto:

    Che i fazi la central a Torviscosa al posto dela Caffaro. Due piccioni con una fava, i fa la central bonificando l’area chimica.

  13. pluto ha detto:

    Si beccheranno el rigazificador!

  14. Richi ha detto:

    Non solo el rigassificador!
    Costruimoghe due centrali nucleari sul muso, una al vecio confin de Lazzaretto e una su per le alte atta a inquinarghe el bestiame ai contadini del Carso! Altro che “galina con do’ teste” dopo! Cussi’ i vedi chi che comanda!
    E se no ghe sta ancora ben, scarighemo in tel golfo de Trieste tutte le scovaze chimiche possibili, importandole se necessario.

    Ghe la femo veder noi, altroche’!

    (Adesso vado a imbriagarme)

  15. Marisa ha detto:

    Il primo criterio preso in considerazione per la scelta del luogo ove costruire una centrale nucleare è: DOVE LA GENTE NON ROMPE!
    Tutti gli altri criteri vengono dopo e sono ampiamente superabili.
    Va benissimo anche Piazza Unità d’Italia a Trieste (tanto c’è il mare a pochi metri…) se nessuno protesta!

  16. jacum ha detto:

    in europa e non ci si sta muovendo verso il nucleare. lo prova il fatto che paesi europei denuclearizzati non lo saranno più. la germania dopo aver oltrepassato ogni limite di funzionamento degli impianti existenti inizierà il decommissioning e la costruzione di nuovi impianti. gli inglesi, i francesi e addirittura i spagnoli, per non parlar della slovacchia dove quest’anno è previsto l’inizio della costruzione di una centrale, o in turchia con 2 centrali, o in romania con cernovoda 3 e 4. in cina poi njanca dir. in u.s.a. obama ha già stanziato i dollari.
    e i russi che hanno inventato la centrale gallegiante che può servire città come Trieste! 200mila abitanti!!

    quindi l’italietta è in leggera controtendenza…

    a montefalcone me par assurdo metter una centrale anche se il posto c’è, vedo più ovvio il vecchio sito montalto di castro.

    PARAGONARE CERNOBYL con centrali di adesso è asslutamente sbagliato. non c’è paragone perchè sono due impianti, si nucleari, ma ingeniericamente e filosoficamente totalmente diversi. comunque per chi non lo sa, a cernobyl il nucleo si è fermato a meno 28metri, la centrale che è vicina funziona regolarmente.

    il raddoppio di Krsko è leggittimo e Trieste, se avrà bisogno, comprerà l’enegia elettrica.

  17. cristina ha detto:

    @jacum: dove prendi i tue notizie? I tedeschi parlano di allungare eventualmente la vita dei centrali esistenti. La costruzione di nuove centrali non viene presa in considerazione da nessuna parte politica. I spagnoli non so.

  18. Diego ha detto:

    “Altre risposte per il momento non mi vengono in mente… qualcuno che ha più fantasia può aiutarmi?” Ho trovato finalmente il documenti ministeeriale sui criteri di scelta… mi aspettavo tabelle su distanza o densità di popolazione edi invece… SITUAZIONE ECONOMICA, come dir tra due anni scadono 600 cassintagrazioni e “noi vi salveremo con dei bei cantieri appena aperti”.
    Sul fatto che a Monfa non ci sia spazio, date un’occhiata agli sbancamenti subito ad ovest del Villaggio del Pescatore: ci stanno dalle 2 alle 3 Krsko e c’è pur eil Timavo con la sua portata costante (requisito tecnico).

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