21 Marzo 2010

Guida al consumo locale a Trieste: dove e come comprare frutta, verdura, latticini e carne a km zero

Dopo i precedenti approfondimenti sui prezzi di vari beni alimentari nella nostra Euroregione, Bora.la prova a dare una panoramica di quella che è l’offerta a livello locale di beni alimentari prodotti in loco ed acquistabili presso mercatini, aziende o alimentari, in questo caso, della provincia di Trieste. L’accento è posto su prodotti di consumo pressoché quotidiano, e non sulle cosiddette eccellenze, che pure non mancano.
Il risultato è che è francamente possibile vivere rifornendosi in grande misura dai produttori, evitando la grande luce (artificiale) dei supermercati.
Nella nostra provincia esistono già gruppi o associazioni che si occupano di fare la spesa senza intermediari e sul territorio, ma è possibile acquistare, mangiare e conoscere il territorio anche facendo da sé. Vediamo come.

Frutta e verdura

Fra città e Carso è possibile acquistare la frutta e la verdura da diversi produttori. I prodotti offerti sono rigorosamente stagionali e coltivabili alle nostre latitudini, per cui per prodotti fuori stagione (sconsigliati) o frutta esotica e agrumi bisogna organizzarsi diversamente.
Proprio in centro città, al mercato di Ponterosso l’azienda agricola Debelis ha un proprio banco di vendita di prodotti coltivati nei propri orti di Kolonkovec, oltre a offrire vino e olio extra vergine d’oliva degli uliveti di famiglia. Il banco è aperto dal martedì al sabato, le mattine.
Molto consigliato è il mercatino del lunedì mattina in via dei Mille, a San Luigi dove l’azienda agricola Radetic di Medeazza/Medja Vas tiene un mercato settimanale dove offre gli ortaggi e la frutta prodotta in proprio. Oltre a ciò è possibile acquistare formaggi, yogurt, latte, vino, uova e conserve di pomodoro tutto fatto in azienda e buonissimo. Questo banco di vendita ha conquistato il rione, nel senso che a questo mercato partecipano anche altre aziende non locali, ma, per darvi un’idea, mentre al banco Radetic c’è la fila, gli altri punti vendita risultano ben poco frequentati. L’azienda ha una produzione limitata e verso le 10.30 è rimasto ben poco sui banchi, per cui bisogna andare presto.
Altre fonti mi dicono che anche al mercato coperto di via Carducci ci sia un rivenditore/produttore sempre di Kolonkovec, coprendo un’altra zona cittadina.
Passando all’altipiano carsico ci si può recare presso l’azienda agricola Gruden-Žbogar di Samatorca. La famiglia gestisce uno dei tradizionali agriturismi del Carso e dal giovedì alla domenica è aperta al pubblico anche per l’acquisto di frutta, verdura, formaggi, vino, miele e talvolta carne. Per la frutta e la verdura la produzione non è completamente dell’azienda, ma, fatto interessante, Gruden si appoggia ad alcune famiglie del Carso, che hanno dei piccoli orti e che producono in abbondanza rispetto al fabbisogno familiare.
In alternativa ci si può recare al mercato di Capodistria o di Sesana, dove si trovano molti prodotti locali, specie a Koper.

Latte e formaggi

La possibilità di acquistare formaggi locali è molto ampia.
Come detto al lunedì mattina a San Luigi presso il banco Radetic si possono acquistare ricotta, latteria, caciotte, mozzarelle, latte e yogurt. Fermo restando che ci si può recare presso l’azienda a Medeazza 10, praticamente tutto l’anno.
Spostandosi in Carso a Basovizza, nella frazione di Padriciano ha sede l’azienda Vidali Lenard, che ha un grande allevamento bovino, con annesso caseificio. La produzione di formaggi è variegata ed una visita è consigliata.
Procedendo verso il Carso centrale ritroviamo l’azienda Gruden, dove oltre a dei buoni formaggi di mucca (latteria, ricotta, caciotte, scamorze, mascarpone, mozzarella, ecc.) e latte e yogurt, è possibilie l’acquisto di alcuni prodotti caseari di capra. Durante l’inverno la produzione di latte caprino è pressoché ferma, per cui si trova solo il formaggio più stagionato, mentre durante l’estate l’offerta si moltiplica; vi segnalo la buonissima caciotta caprina.
Nel comune di Duino Aurisina si fa notare l’azienda Pernarcich di Visogliano che offre una vasta di scelta di formaggi vaccini, tutti prodotti in proprio e di alta qualità. Inoltre a Ceroglie ha sede la fattoria carsica Antonic. L’azienda ha numerosi animali, ma spicca l’allevamento di pecore, dal cui latte viene prodotto un buon numero di pecorini, ormai una rarità per il Carso. Vale lo stesso discorso fatto per il latte caprino, e quindi d’inverno la produzione è pressoché ferma.
Inoltre al mercato coperto di Trieste c’è il primo distributore automatico di latte crudo della città.

Carne

Per quanto riguarda la carne un ottimo punto di riferimento è la fattoria carsica Bajta di Sales. Qui la famiglia Skerlj alleva allo stato brado bovini “Highland” (il manzo scozzese a pelo lungo) e suini. Da questi animali vengono preparate delle ottime carni e dei salumi fantastici che possono essere acquistati presso lo spaccio aziendale dal mercoledì alla domenica. Lo spaccio della Bajta è molto interessante, perché grazie all’accordo con altre aziende locali offre altri prodotti tipici della provincia, come olio extra vergine, miele, succhi di frutta e alcune verdure.
In alleanza con la Bajta lavora l’azienda “Alle Querce del Carso”, che produce carne e salumi dai maiali dei propri allevamenti di Basovizza. I suini vengono allevati allo stato brado sul nostro Carso e le carni che ne vengono tratte sono di altissima qualità. Inoltre presso il loro spaccio si trova la carne bovina della “Bajta”. Punto di forza è la presenza del spaccio aziendale in città, in via Brunelleschi a S. Giovanni. Sono aperti tutte le mattine, tranne martedì e domenica ed il sabato pomeriggio.
Altra possibilità è l’azienda agricola Regent di Devincina, che produce carni bovine e suine dai propri animali.
Inoltre alcune aziende agricole macellano durante l’inverno alcuni animali dei propri allevamenti. È il caso di Gruden a Samatorza e di Radetic a Medeazza, ma ce ne sono anche altri.

Olio

In questo caso la parte del leone la fa il comune di Dolina, dove si trovano molte aziende produttrici di olio. Il prodotto della nostra terra è di valore assoluto, ed è ben rappresentato dalla varietà autoctona Bianchera/Belica che è alla base dell’olio Tergeste Dop. L’olio più economico lo si trova presso la Cooperativa agricola di Trieste, in via Travnik. L’olio base costa 10 € al litro, ma c’è anche il più costoso Tergeste Dop. Comunque di produttori ce ne sono veramente molti e di qualità. Tralasciando i prodotti più cari segnalo Roberto Ota a Bagnoli della Rosandra, 357 (aperto dalle 17 alle 19), Rado Kocjancic, la cui cantina a Dolga Krona è aperta il venerdì dalle 5 alle 7. Ma ce ne sono veramente molti (Pangerc, Coren, Zahar, Schiozzi, ecc.)

Miele

Anche per questo prodotto la provincia abbonda di piccole produzioni di qualità. Ci sono diverse aziende che ben si segnalano per la qualità dei prodotti e per le applicazioni fantasiose. Oltre al miele si trovano spesso prodotti cosmetici, liquori, propoli e altri prodotti medicamentosi.
Si ricordano il miele di Abrami a Grozzana, Settimi e Ziani a Trebiciano e ApiWine a Gabrovizza. In questo settore si sente forte la concorrenza della Slovenia, dove di piccoli produttori ce ne sono ancora di più, e i cui prezzi sono realmente concorrenziali. Si calcoli circa il 25% per cento in meno (8 € a chilo contro 6).

Vino e liquori

Per quanto riguarda il vino quasi tutte le aziende citate vendono anche il proprio vino e quindi uno si può regolare in base ai propri gusti e alle proprie simpatie. Si va dai 2,20 € al litro per certi sfusi fino a prezzi ben più alti su alcuni vini imbottigliati.
Certe aziende/osmize vendono anche della grappa fatta in casa, ma in questo caso bisogna dire che l’offerta slovena è nettamente superiore, in qualità e prezzo. Se passate dalle parti di Duttogliano feramatevi in una delle molte cantine segnalate e là poterete trovare molti prodotti di qualità a prezzi ultra competitivi.

Pane e dolci

A Trieste mi pare ci sia un’abbondanza notevole di panifici e pasticcerie più o meno tradizionali. Questo capitolo merita una trattazione a parte. Quello che è importante sottolineare è che non manca di certo l’opportunità di comprare questi beni direttamente dal produttore.

Cosa non c’è

Nell’insieme l’offerta è quasi completa. Ci sono alcuni beni che mancano o che non vengono proprio prodotti nelle nostre zone. Per quanto riguarda la farina (vari tipi) ci sono diverse possibilità di acquisto in Friuli e in Slovenia, ma in questo caso bisogna spostarsi un po’ di più e magari acquistarne molta per rientrare della spesa e dei costi ambientali. Gli agrumi ovviamente non vengono prodotti nelle nostre regioni e bisogna acquistarli attraverso i canali tradizionali del commercio, così come molte spezie e lo zucchero.
Poi c’è il pesce, che meriterebbe pure una trattazione a parte, e dopo la querelle fra pescivendoli e cooperativa dei pescatori il settore è finito all’attenzione pubblica. Resta il fatto che a Trieste cisono molte pescherie e alcune di queste sono gestite dalla cooperativa dei pescatori, saltando un passaggio intermedio.

Prezzi

I prezzi di questi beni sono paragonabili a quelli della grande distribuzione o di altri negozi. Questo è dovuto al fatto che tutte i beni alimentari in questione provengono da piccole, se non microscopiche produzioni. Per far capire bene è evidente che una persona che ha un terreno a patate di 500 metri quadri, non possa applicare i prezzi di un produttore industriale che ha decine di ettari dedicati a quella produzione. Il guadagno nostro, a parer mio, deriva dal fatto di comprar meno cose superflue, fatto inevitabile al supermercato, dal rapporto con le persone che vivono di ciò e, spesso, ci mettono l’anima, e infine dalla conoscenza del territorio da un’angolazione diversa, con tutto il bagaglio di cultura che ciò comporta.
La logistica non è sempre favorevole come quella della grande distribuzione, ma ormai in città ci sono diversi alimentari e alcuni supermercati che vendono prodotti locali (con cresta conseguente), e ci sono alcuni banchi di vendita (Ponterosso, San Luigi). In ogni caso è possibile associare una gita settimanale all’aria aperta con l’acquisto di una spesa sufficiente per un congruo numero di giorni. E vi assicuro che è fattibile.

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35 commenti a Guida al consumo locale a Trieste: dove e come comprare frutta, verdura, latticini e carne a km zero

  1. Bibliotopa ha detto:

    se incominciamo a parlare di spostamenti in macchina ( il km zero lo fa il prodotto, non il compratore!), non dimenticate tutte le aziende agricole di Fiumicello, prima di Grado. E devo dire che anche al mercato coperto di Trieste si trovano ( o si trovavano?) prodotti di Fiumicello, molto spesso ottimi.
    Ps al supermarket i grulli comprano prodotti inutili, gli organizzati comprano pure i prodotti di pulizia .

  2. Denis Furlan ha detto:

    Il problema rimane che è difficile acquistare ortofrutta fresca dal produttore AL POMERIGGIO, ovvero quando la maggior parte della gente non è al lavoro

  3. augh ha detto:

    Metti che 1000 persone vadi de TS a Basovizza 1 volta alla settimana per compràr i prodotti a KM zero. Xe o no xe circa 50.000 km al mese?

    Sprechi: 3.500 litri de benzina, 1 treno de gomme, circa 10 kg de olio, l’ammortamento de circa 1/3 de auto. Se spendi: circa € 10.000

    Portàr i prodotti da Basovizza in città 1 volta a la settimana, costa e inquina 1000 volte de meno, e questo xe el motivo perchè fin dalla presistoria, xe i contadini che porta i prodotti nelle città e no el contrario.

    Semo sicuri che andàr a compràr i prodotti a km zer, xe proprio ‘sta gran figada? 🙂

  4. ciccio beppe ha detto:

    quotone per augh.

    E poi il latte. Se lo yogurt buono è solo quello del sud tirolo e quello che fanno a Villesse (la nota marca di latte e derivati carsolini) non mi piace, devo mangiare la minestra o saltare la finestra?

  5. giacomo cecotti ha detto:

    @ bibliotopa
    son d’accordo che i grulli coprano prodotti inutili, però facendosi un giro al supermercato si può vedere come il 90% delle persone acquisti cose del tutto superflue, quando non dannose. Quindi credo che il problema ci sia. Del resto esistono professionisti che organizzano gli spazi dei punit vendita in modo da indurre all’acquisto e poi ci sono quelle offerte specchietto. Conosco persone che vanno al lidl perchè c’è quella tal offerta, e ne escono col carrello pieno.

    Per i detersivi si possono comprare i prodotti alla spina in piccoli negozi, vai là e compri solo quello.

  6. giacomo cecotti ha detto:

    @ augh
    è vero lo spreco ci sarebbe. ma aggiungo che già c’è, nel senso che ci sono migliaia di persone che vanno a fare la spesa in supermercati spostandosi con l’auto per decine di km. Conosco gente di Ts che va a Monfalcone all’Emisfero, persone di Aurisina e Opicina che vanno alle Torri o di Dolina al Montedoro. Se invece che so un paio di volte al mese ti fai una gita in Carso e abbini una scorta di formaggi e verdure o miele, vino ecc. mi pare che tutto il mondo ci guadagni, compresa l’economia locale.
    Proprio stamattina al mercatino di S. Luigi, solita scena, fila al banco di Medeazza, gli altri vuoti, c’erano persone giovani e di mezza età che facevano la spesa per sè e per altri…

  7. enrico maria milic ha detto:

    @ augh

    in tante città (in friuli, anche, non da noi) esistono i “mercati del contadino” (o farmers’ market, organizzati di solito da coldiretti) o i “mercati della terra” (organizzati di solito da slowfood). a trieste esistono, come racconta giacomo nell’articolo qua sopra, delle iniziative sporadiche (ponterosso, san luigi).

    credo che se 1000 persone andassero ogni settimana a basovizza, questo stimolerebbe le fattorie nostrane a essere più presenti in città.

    devo dire che il comune di trieste in teoria si è detto disponibile a questo tipo di mercati, riservando il poco utilizzato ponterosso a questo tipo di esercenti.

  8. Bibliotopa ha detto:

    parliamo pure dei detersivi alla spina, anche se ne abbiamo parlato anche qua in Bora.la: ci sono nel mio rione, e ci vado a volte, ma…per cominciare io trovo solo prodotti liquidi, e per quel che riguarda detersivi ( lavatrice più che lavastoviglie) io li compro in polvere, per questione di peso: non voglio spaccarmi la schiena portando chili di liquido , io non faccio la spesa con l’automobile e non sempre ho voglia di girare per la città col carrello! aggiungo che in quei negozi non trovo pure tutti i detergenti bagno, cucina, antitarme, wc, pavimenti… che purtroppo servono in casa! e magari spugnette, strofinacci, carta da cucina…
    ma tu , la fai da te la spesa?
    la questione dell’acquirente che compra roba superflua per me è indipendente dal negozio, quello comprerà chili in più anche al negozio al km zero, salvo poi buttarli perchè andranno a male prima che li abbia consumati. Questo ognuno che abbia la testa sulle spalle deve chiedersi: mi serve veramente? ridicolo andare a cercare la pasta a 10 cm di meno, se poi uno si riempie di merendine! o compra frutta e verdura a cassetta ( anche del farmer) che poi non riuscirà a consumare-

  9. giacomo cecotti ha detto:

    @bibliotopa
    non sono assolutista. credo che si possa fare un pò e un pò, dico solo che è possibile limitare l’accesso alla grande distribuzione.
    per i detersivi io li trovo anche in polvere (http://millebolle.iport.it/), ma certe cose le prendo al supermercato per forza.
    La spesa in famiglia la faccio 9 volte su 10 io, vuoi per passione, vuoi per comodità di orari. Ad esempio al lunedì mattina alle 7.30 sono al mercatino di San Luigi, che ho raggiunto negli anni a piedi, col bus o col motorino zaino in spalla.

  10. michele ha detto:

    Ernico, qui si ritorna alla mia idea di un mercato contadino con prodotti da un raggio di 40 km (cioè 3 Paesi) da tenersi in centro a Trieste.
    magari il sabato, magari due volte al mese.
    Perchè no?
    Comunque grazie davvero Giacomo per la ricerca, sempre utile.
    La leggerò con piacere mentre consumo le mie tonnellate di CO2 in qualità di pendolare.

  11. giovannip ha detto:

    Insomma se per rispettare l’ambiente devo andare io consumatore in macchina non vale peroprio la pena. Ottima l’idea del consumo kmo ma deve valere anche per il consumatore!

  12. augh ha detto:

    El problema, antico come el mondo, no xe de portàr i clienti dai prodotti, ma esattamente el contrario.

    I consumatori più spennai in assoluto, xe le veciète che no pòl zavatàr fin al supermercato e quei ricchi che no ghe ciàva.

    Scartemo sti ultimi, per salvàr le còcole veciète dal estinziòn, l’unica xe portarghe la roba sotto casa.

    Questo se pòl fàr solo con un furgòn ed una licenza de ambulante che permetti de vender in centro città e dove cavolo che el vòl; magari limitada ai “prodotti locali” e tra questi quei de prima necessità o de basso prezzo; perchè se uno vòl pagàr € 30 l’oio de oliva de Dolina, che se lo fazzi portàr co’l taxi.

  13. Giacomo Cecotti ha detto:

    @ gb
    grazie per la dritta
    l’allevamento c’è e ho visto gli animali, mi fa piacere che abbiano un punto vendita in città!

  14. enrico maria milic ha detto:

    @ augh

    premesso che mi farebbe piacere discutere con una persona che si prende le proprie responsabilità di quello che dice, col suo nome e cognome,

    trovo che l’olio di dolina non costi 30 euro, ma decisamente meno. e che vadano incoraggiate la sua qualità organolettica, etica, nutrizionale e il suo ruolo nel redistribuire i soldi sul nostro territorio.

  15. Paolo Rovis ha detto:

    Per completezza d’informazione, il latte crudo distribuito automaticamente al Mercato Coperto di via Carducci è prodotto dall’azienda agricola Tercon – Duino Aurisina (TS) – loc. Ceroglie.

  16. augh ha detto:

    Come fazo a darte el nome e cognome? Se ben me ricordo, el form no me domandava.

    Ovviamente non tutto l’oio de Dolina, so de qualche caso e se te vol te scrivo in privato per dirte chi.

    Ma no c’entra, che ognidùn vendi come che el vòl; el senso del discorso iera de dir che non tutti i produttori locali punta su un bòn rapporto prezzo/qualità ma che ghe ne xe anche certi che punta solo sulla qualità e che quei, secondo la mia modesta opiniòn, no c’entrava col discorso.

    Sempre che el senso del topic sia de de favòrìr i consumatori, perchè se podessi anche vardarla dal punto de vista dei agricoltori, dei commercianti eccetera.

  17. enrico maria milic ha detto:

    @ augh

    te pol firmarte col nome e el cognome quando che te vol, anche dentro el messaggio, ala fine, firmando. ma vedo che te continui a far l’indian.

    penso che el problema sia , come dito sora, sia sula qualità del prodotto che sula redistribuzion del’economia sul territorio

    = preferisco dare i miei soldi per la sua fantastica panceta a sidonja radetic di medja vas che, magari per lo stesso prezzo, a qualche produttore straniero di chissà dove

  18. pluto ha detto:

    sig.Milic

    in qualunque testata giornalistica si accettano tranquillamente milioni di messaggi senza nome. L’importante che non contengano offese. E la costituzione garantisce l’insindacabilità delle opinioni politiche. Credo che abbia studiato qualche cosa di educazione civica.

  19. enrico maria milic ha detto:

    cari pluto e augh (eheheh, che nomi simpatici)

    vi annuncio che nei prossimi giorni su bora.la non saranno più ammessi commenti con nomi e cognomi che appaiono fasulli.

    e la chiudo qua, perchè sotto questo articolo si parli di cibo e basta (ogni ulteriore commento off-topic verrà cancellato).

    p.s.
    sulle testate registrate, i responsabili della testata decidono se accettare commenti esterni alla redazione. uno dei criteri per accettare i commenti è che abbiano un autore individuabile.

  20. Nicola ha detto:

    @pluto: ma perchè anche quando si parla di vino e salsicce c’è sempre qualcuno come te che rovina tutto? Basta tirare fuori la politica dove non c’è! Avete rotto!!

  21. Richi ha detto:

    Io per pigrizia i prodotti li compro quasi sempre il piu’ vicino possibile a casa, salvo eccezioni.

    Per l’anonimato o meno…..premettendo che sono disposto a dare i miei dati (autentici e verificabili) alla redazione, non sarebbe il caso di aprire almeno un post per prendere almeno un pochino in considerazione le opinioni degli utenti, praticamente tutti, che si firmano con un nick, se la cosa aggrada?

  22. giacomo cecotti ha detto:

    @gb
    provato lo spaccio ci via Brunelleschi. Un ottimo salame… leggermente sopra la media il prezzo, ma un altro punto di riferimento per la città. grazie

  23. Palaia ha detto:

    qualcuno conosce l’azienda agricola “alle querce del carso”?

    ho potuto assaggiare i suoi salumi ottenuti da maiali allevati allo stato brado lo scorso anno ad una manifestazione di slow food tenutasi a gradisca: davvero degli ottimi prodotti! facendo una chiacchierata con i proprietari dell’azienda, mi hanno spiegato che per l’alimentazione delle bestie si riforniscono al mercato ortofrutticolo di largo barriera, passando a fine giornata ed acquistando tutta la verdura rimasta invenduta.

    questi giovani produttori mi dissero che di lì a poco avrebbero aperto uno spaccio in città, che credo sia in via san cilino 81 (oltre via giulia).
    non abitando a trieste, non ho mai verificato e non ho mai comprato i loro prodotti.

    qualcuno ne sa qualcosa? mai visto questo spaccio?

  24. giacomo cecotti ha detto:

    @ palaia
    vedi i commenti 3 e 23, confermo la buona qualità dei prodotti

  25. wimaro barbatos ha detto:

    Per abitudine viaggio di notte,faccio numerose visite,secondo me questo sito emana opprimente odore di casanza.Chi s’accontenta, gode

  26. unoperuno ha detto:

    c’e’ qualcosa di nuovo oggi nell’aria,anzi, d’antico.

  27. Sono da sempre un sostenitore dei prodotti “a Km zero”, ma credo che la corretta interpretazione di questa filosofia, in città come Trieste sia NECESSARIAMENTE che i produttori portino alla città i loro prodotti. Non è ecologicamente pensabile che tutta Trieste bruci le frizioni “su-per-le-alte” o spinga a combustile fossile tonnellate di autoveicoli per recuperare una borsa di verdure..
    Bene invece investire sull’economia locale e su una realtà contadina che è sempre più in difficoltà e che in realtà è stata spina dorsale delle nostri genti nei secoli.

    E’ quindi ottima secondo me l’idea dei farmers market (qualcuno dovrebbe coordinare tutte ‘ste aziende però) o del “fare il pieno” durante le gite fuori-porta.

    Auspico articoli simili non Trieste-centrici, magari potrei contribuire io stesso con qualche suggerimento sulle mie zone (Staranzano-Monfalcone) dove entro certi limiti è pensabile anche spostarsi in bicicletta per raggiungere le aziende.

    Mi dispiace infine vedere che una discussione su una cosa che mi sta tanto a cuore abbia preso da più parti i toni della sfida, della rivalità, della polemica, del “lo-go-più-lungo-mi”…

  28. gio ha detto:

    sarei favorevole ad acquisti programmati dai contadini, ma in città. come giorni, indicherei il lunedì visto che altri mercati rionali sono chiusi. come località, andrebbero bene delle piazze, anche con parcheggio per i mezzi, tipo ippodromo o valmaura pressi risiera.

  29. gio ha detto:

    direi che dell’organizzazione dovrebbe occuparsi l’associazione dei contadini della provincia, per i necessari contatti e permessi con le autorità e per l’organizzazione tra stessi contadini.

  30. Flores ha detto:

    penso anch’io che se” Maometto ( produttore) andrà alla montagna (consumatore) ” questa sarà la sola salvezza per i contadini, per il nostro palato e per il potafoglio.
    Quanto a me , in tutta l’estate non ho sprecato un solo cent in pomodori di plastica, pesche insulse, albicocche farinose, cetrioli acquosi, rucola insipida , proposti dai Supermercati.
    Un paio di botteghini giusti zona Roiano in primis la baracca sotto il ponte, sempre affollata, dotata perfino dell’eliminacode come “i veri”….
    Prodotti di Fiumicello, prezzi onesti, soldi spesi bene.

  31. Elisa ha detto:

    Salve, ho trovato questo articolo interessante ma vedo solo ora, dalle date dei commenti, che è un po’datato. Qualcuno sa dirmi se le indicazioni per il mercatino San Luigi del lunedì mattina sono ancora valide?
    Grazie

  32. Cristina ha detto:

    Interessantissimo articolo! Volevo però segnalare che ad oggi la macelleria Alle Querce del Carso di via Brunelleschi purtroppo sembra chiusa, peccato.

  33. Oriana Cok ha detto:

    Le tue fonti sono corrette! Al mercato coperto c’è un banco di frutta e verdura di Kolimcovec. È l’azienda agricola di mia mamma e ci lavorano i miei familiari , marito compreso. Al mercato sono conosciuti come Nerina, Andrea e Laura. L’azienda ha 142 anni ed è stata fondata dai miei trisnonni. Se volete sapere di più potete contattarmi orianacok@gmail.com

  34. massimo amodeo ha detto:

    la questione dei km è un’ottima scusa per andarci lunedi mattina quando non lavoro. oppure ci si può organizzare perchè uno compri per tutti, se proprio siete dei pigroni.

  35. anna maria bertoni ha detto:

    DOVE TROVO LATTE DI CAPRA FRESCO¡?

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