19 Marzo 2010

Itinerari: la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo

di Dorian Lorenzutti

Itinerari precedenti: la Riserva Naturale della Valle Cavanata

Passate le buriane dei giorni scorsi sembra finalmente che l’aria diventi più tiepida. Siamo in quel breve e particolare periodo dell’anno dove gli uccelli svernanti sono in partenza o già partiti e i primi migratori provenienti dall’Africa ritornano in Europa. Questo “cambio della guardia” può dare molte soddisfazioni ai birdwatchers, gli appassionati dell’osservazione degli uccelli, ma può essere anche uno stimolo per un’uscita fuori porta nelle nostre aree naturali protette.

Il Chiurlo maggiore, simbolo della Riserva (foto Kajetan Kravos)

Questa settimana vi proponiamo un’uscita alla Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo, una delle migliori zone della nostra regione per osservare gli uccelli acquatici. Posta alla foce del fiume Isonzo la Riserva si estende per un’area di circa 3500 ettari, di cui 1150 in ambito marino. E’ un sito di importanza comunitaria – SIC – e zona di protezione speciale – ZPS -. In essa scorrono gli ultimi 15 dei 140 chilometri del fiume Isonzo, che ha la sorgente nelle Alpi Giulie slovene. Particolarità molto importante è che si tratta della zona umida più settentrionale del mare Mediterraneo, posta al confine tra la costa alta e rocciosa del Carso e i complessi lagunari di Grado e di Marano.
Cuore della Riserva è l’Isola della Cona, dove si trovano il Centro Visite, il museo della Papera e il bar. Nel Centro Visite, tramite immagini, diorami, un acquario e una grande vetrata semisommersa si possono acquisire informazioni sull’ambiente di palude costiera d’acqua dolce che caratterizza l’area. Al primo piano del Museo della Papera un’interessante mostra illustra il rapporto tra l’uomo e le anatre: dalle tecniche di caccia di un tempo fino alla trasformazione di questi animali in personaggi dei cartoni animati. Le finestre del piano superiore sono anche un ottimo punto d’osservazione sugli specchi d’acqua dolce circostanti dove pascolano i bianchi cavalli Camargue, qui tenuti allo stato semibrado.

I cavalli Camargue impreziosiscono l'area protetta (foto Manuela Rossi)


In una decina di minuti si può arrivare all’osservatorio della Marinetta, il principale punto d’osservazione della Riserva. Si tratta di una struttura in legno e copertura di canne che ricorda i casoni lagunari. Al piano terra una vetrata semisommersa consente di osservare la flora e la fauna degli stagni. Dalle ampie finestre dei due piani superiori lo sguardo può spaziare fino al golfo di Trieste e ai rilievi della Slovenia.
Proseguendo lungo il sentiero principale si incontra prima l’osservatorio del Biancospino, una semplice schermatura (circa mezz’ora) e poi l’osservatorio del Cioss, un piccolo capanno posto su un argine (circa un’ora). Per vedere la foce del fiume è necessario percorrere tutto il sentiero che parte dal Centro Visite e che in un’ora e mezza / due ore conduce dove l’acqua dolce dell’Isonzo incontra finalmente l’acqua salata dell’Adriatico.
Al ritorno ci si può rifocillare al bar del Pettirosso, posto al piano terra del museo della Papera. Comodamente seduti vicino alle finestre si può sorseggiare un caffè osservando le nutrie fare capolino fuori dall’acqua.
Vi ricordiamo che per accedere alle strutture dell’Isola della Cona è previsto un biglietto d’ingresso di 2€, ridotti 1€.

Per informazioni turistiche più dettagliate e su come arrivare visitate il sito:
www.isoladellacona.it

Per informazioni naturalistiche visitate il sito della Stazione Biologica Isola della Cona:
www.sbic.it

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