17 Marzo 2010

A Villesse il primo centro commerciale Ikea in Italia

Ikea progetta la realizzazione, a Villesse, del suo primo Centro commerciale in Italia. La struttura – riferisce l’Ansa – avrà una superficie di alcune decine di migliaia di metri quadrati e, oltre al punto vendita Ikea (33.000 mq) aperto il 21 ottobre scorso, comprenderà circa 200 negozi, un ipermercato, un cinema multisala, un megastore specializzato in elettronica, muisca, libri e un’area ristorazione, come negli altri centri commerciali Ikea in Europa.
L’apertura dello shopping center di Villesse, realizzato da Inter Ikea Center Italia (società del gruppo svedese specializzata nella realizzazione di operazioni immobiliari), è prevista per la primavera-estate 2011.

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48 commenti a A Villesse il primo centro commerciale Ikea in Italia

  1. alpino ha detto:

    primavera estate 2011 wooow tempi record!! comunque ottima notizia una piccola boccata d’ossigeno per la nostra provincia

  2. raffa ha detto:

    e’ gia’ possibile presentare domanda per un’eventuale assunzione di lavoro? qualcuno sa dove ci si puo’ rivolgere?

  3. arlon ha detto:

    E certo, proprio de altri centri comerciali iera bisogno… impareremo mai?

  4. andrea ha detto:

    Non ho parole… la creazione di nuovi centri commerciali distrugge i piccoli commercianti creando città-dormitorio pure nel semi-centro, crea problemi ai centri commerciali già esistenti e, al solito, fa guadagnare di più a chi già tanto ha ma NON FACENDO ABBASSARE I PREZZI nè aumentando la scelta… faccio presente che i prodotti offerti da questi centri commerciali son sempre gli stessi ovunque!

  5. Morgan ha detto:

    No, non creerebbe nessun problema se la gente fosse intelligente e invece di riversarsi sempre nei centri commerciali andrebbe al mercato coperto a Gorizia a prendere la verdura dalle signore slovene…non facciamo di continuo retorica…[fa guadagnare di più a chi già tanto ha ma NON FACENDO ABBASSARE I PREZZI nè aumentando la scelta…] sta alle persone saper scegliere!!!Nessuno è obbligato ad andare a fare la spesa nei grandi centri commerciali, e che c’è in giro molta gente pigra che fa prima ad andare li piuttosto che in 5 negozi diversi…siate onesti ed ammettetelo!!!

  6. valentina ha detto:

    Appuntamento fra un anno!!!
    Certo che le verdure del contadino sono meglio di quelle del supermercato.
    Perché, allora, non pensiamo di portare contadini, allevatori, artigiani etc. al centro commerciale dove trovo tutto insieme, trovo parcheggio gratuito e anche coperto per quando piove, posso girare senza ombrello e anche senza cappotto, con un unico carrello.
    Ma voi sapete quanta gente apprezzerebbe. Solo le casalinghe ed i pensionati – beati loro, li invidio perché quando sono in ferie apprezzo il tempo per fare la spesa così – hanno il tempo di fare i giretti la mattina, perché il mercato non è aperto nel pomeriggio per chi la mattina lavora, tra negozietti di frutta e verdura, panifici, macellerie etc.

  7. fashion victim ha detto:

    Creano centri commerciali come se in FVG ci sia una popolazione pari a quella del veneto… e un reddito procapite doppio…. l’ennesimo centro commerciale pieno di negozi VUOTI con la gente che si fà solo ke delle gran passeggiate!!! che tristezza!!

  8. Riki ha detto:

    Effettivamente forse sono un po troppi, in alcuni non ci sono nemmeno mai stato, tanto le merche sono sempre le stesse, quindi la roba pure…

  9. Max ha detto:

    Ottimo, ci voleva! peccato che dopo l’apertura del Centro IKEA casualmente ci saranno un aumento inspiegabile di casse integrazioni e licenziamenti da parte di negozi e soprattutto di fabbriche di mobili della regione, quelle poche rimaste nel trinagolo della sedia, che non riusciranno a competere con una multinazionale che produce in Cina mobili di merdonalds a prezzi insostenibili per la produzione italiana. Vabbeh…i cassintegrati potranno andare a lavorare all’ikea a qualche euro in meno e qualche giorno lavorativo in + 6 giorni su 7. Fantastico, appena aprono vado a fare la spesa..costa molto meno ed è tutto pieno di luci e colori e tutti ti sorridono!
    http://ecoalfabeta.blogosfere.it/2009/08/dalle-foreste-del-congo-al-parquet-inglese-ai-mobili-ikea.html

    http://lanostrastoria.corriere.it/2010/02/storia-dellikea-lazienda-che-h.html

  10. marino ha detto:

    E andiamo avanti anche con il consumo del territorio, mentre ci sono dappertutto capannoni abbandonati.

  11. maxipixi ha detto:

    Tenendo presente che i nostri vicini dopo QLandia stanno per costruire questo http://www.m2.co.at/index.php?cat=49

  12. folletto ha detto:

    QLandia??

  13. Paolo ha detto:

    Quoto completamente Morgan. Io per comprare latte frutta e verdura non mi reco mai al megaintersupergigastore, ma sempre al negozio sotto casa. E questo è solo un esempio.

  14. viceversa ha detto:

    ragione a tutti ma: vai un po’ a vedere chi ci guadagna da questa mega operazione commerciale??? Eh eh sempre quelli… i soliti furbetti che si spartiscono la torta ormai da anni… meditate gente… e pensiamoci bene quando siamo in cabina elettorale…

  15. Marisa ha detto:

    @ Valentina,

    mai stata ai mercatini rionali (aperti una volta alla settimana) o nei, fortunamente sempre di più, mercati gestiti direttamente dal produttore agricoli(agricoltori, latterie cooperative di paese, ecc.)?

    Di solito aprono alle nove di mattina….e alle 11 non trovi più nemmeno une foglia di insalata!

  16. Marisa ha detto:

    Se non puoi andarci tu puoi mandare un parente che è a casa, o andarci tu il sabato mattina! Tra parenti di solito ci si da una mano…..

    E’ stato così per secoli. Cosa è successo oggi che fa così tanta paura un po’ di pioggia o il girare con un ombrello?

  17. Enzino ha detto:

    Che amacord questa pagina di commenti..

    L’unica cosa che non viene ricordata è che si tratta di un investimento con soldi “privati!”, però se ne parla come se fossero “pubblici”.
    Magari perchè l’amacord si riferisce a quando uno con 20 mq. di negozio e due scaffali in legno vendeva jeans e dopo tre anni si comprava casa a Grado.. Ricordo una volta che girai tutti i negozi della città per un paio di jeans e scoprii che tutti, e dico tutti.. (da quello in corso a quello in via Rastello) li vendevano allo stesso identico prezzo. Nemmeno fosse un prodotto da prezzo imposto sulla confezione. Salvo poi ululare sulla necessità che i soldi pubblici, da quelli del Comune a quelli della Camera di Commercio, siano spesi per “abbellire” la Città (e non per riasfaltare le strade della periferia).
    Date un’occhiata alle serrande dei negozi cittadini.. salvo qualche raro e recente caso, sono ancora quelle degli anni sessanta. Il che, dice molto più di ciò che sembra..

    Ma che cosa impedisce al “verdurolo” o al macellaio che prima stava sotto casa, di gestire lui un negozio dentro al centro commerciale? Ve lo siete chiesti? Eppure avrebbero magazzino e frigo condiviso con abbassamento notevole dei costi..
    Il fatto è molto più semplice di quanto si creda.. son cambiate le normative (da quelle fiscali a quelle igeniche) ed oggi aprire e gestire un negozio, o qualunque attività commerciale, costa molto di più ed è considerato meno remunerativo. In un centro commerciale poi.. gli scontrini vanno fatti, sempre.

  18. effebi ha detto:

    che ne sarà di questi scatoloni fra 10 anni ?
    che tristezza. che mona l’omo !

  19. virus ha detto:

    Non è vero che nei negozietti costa meno. Io vivo a Gradisca e sono molto attento ai prezzi. Il pane ad esempio costa di più. Ma io acquisto nella panetteria che ho a pochi metri da casa per sostenere l’economia locale e perchè è più buono. In questo modo il piccolo negoziante che vende prodotti di qualità sopravvive. Ma per generi non indispensabili io COMPRO DOVE MI CONVIENE e nei negozietti io non ho riscontrato una offerta maggiore o identica a quella dei centri commerciali e i prezzi sono più alti. Ovvio che per centro commerciale io intendo uno degno del suo nome e quello di Villesse con i suoi 200 negozi lo sarà di certo. Io acquisto anche in aziende agricole dai produttori, ma ad esempio al centro commerciale Mercator in Slovenia è più comodo farlo, nel corridoio centrale il sabato alcuni produttori sloveni del biologico allestiscono dei banchetti per la vendita dei loro prodotti. In questo modo si può trovare i prodotti dei contadini in un solo luogo, girando meno in macchina e quindi inquinando meno.
    La questione del territorio sottratto è una scemenza. A Villesse cosa ci dovevano fare in quei campi tra l’autostrada e il raccordo? L’isola della Cona?

  20. alpino ha detto:

    quoto virus, una generalizzazione così proprio non la comprendo vorrei anche cercare di capire i goriziani:
    1) se aprono un nuovo stabilimento ci si lamenta per emissioni nuovo passaggio di traffico pesante ecc ecc
    2) se si apre un centro commerciale non va bene perchè roviniamo la romanticheria del negozietto spenna vecette

    Io mi domando, quale potrebbe essere la soluzione per dare oltre che un servizio in più anche dei nuovi posti di lavoro? nessuno pensa che questo centro commerciale porti ad avere nuove assunzioni a persone che magari ne hanno bisogno?
    Il post n°2 di raffa è eloquente per qualcuno questo centro sarà un’opportunità di LAVORARE che è uguale a GUADAGNARE e quindi MANGIARE
    I Centri commerciali offrono spazi in affitto ad altri commercianti, chi è imprenditore sfrutta le occasioni e sa adeguarsi.
    Perchè sul Qlandia tutti felici su quello di Villesse tutti contro?
    Quale territorio è stato consumato? quelle paludi attorno all’ikea tra raccordo ed autostrada? cosa avreste fatto li..delle ville padronali, parco giochi per bimbi vista camion o un bel asilo chiamato i i bimbi dell’A4?
    Sempre contro tutto costantemente ogni cosa che viene fatta o costruita tutti contro…però poi a frignare per licenziamenti, cassa integrazione e altre menate, goriziani in primis..abbiamo una provincia povera, che era priva di elementi di spicco che attirassero clienti ora abbiamo qualcosina…eppure c’è gente che trova da ridire anche sullo spostamento dello stabilimento del Messaggero proprio a Gorizia invece di vedere una piccola occasione per i nostri disoccupati..
    ditemi voi se centri commerciali attività produttive scuole della guardia di finanza ecc ecc non vanno bene a Gorizia che cosa potrebbe essere di loro gradimento per far lavorare i nostri figli amici e parenti che hanno bisogno? di un nuovo Fly di un nuovo Morocco?
    Quando però a costruire i centri o altro sono gli altri..tutti a dire che bravi che bello…

  21. Mauro Franza ha detto:

    Mah e moh…..

    I mobilifici friulani non chiudono a causa dell’Ikea, ma il più delle volte a causa dei mobili che vendono, visto che nella maggior parte i mobili hanno la qualità di quelli Ikea, ma li fanno pagare quattro volte tanto.

    Eppoi come già detto, è la gente che deve scegliere. Scegliere tra il mobile di qualità fatto magari dall’artigiano e che ti dura una vita o prendere quello Ikea, che paghi meno (a volte però neanche tanto meno) e che cambi tra tre-quattro anni.

    Per il discorso piccoli negozi. Al centro commerciale puoi acquistare la stessa roba o lo stesso tipo di roba? In quelli che ho visitato non trovi abbigliamento serio, ma solo robe trendy, che non a tutti vanno bene, per non parlare se sei oversize! Anche se in un CC ci sono venti negozi di abbigliamento vendono tutti lo stesso tipo di vestiti, quindi vai di negozio in città. L’alimentare uguale. Presso il supermercato del CC costa meno? Si. Ma la qualità? Il pane (esempio sopra) costa meno, ma ti lascia un retrogusto di plastica; non parliamo dei dolci. Non ho ancora trovato un settore pane/dolci di un CC dove si possano acquistare dei dolci veri, tutta “merda” (consentitemi il francesismo).
    Lo stesso vale per tutte le cose, dai giocattoli alle scarpe, dall’insalata ai biscotti.
    Certo se uno si accontenta o va a caccia dei 3×1 allora il CC non ha concorrenti. Io non mi accontento, si chiama qualità della vita. Mi piace vestire bene e di qualità e mangiare (sia pure un panino di mortadella) genuino, non serve il bio, basta il BUONO.

  22. Lauro ha detto:

    Quoto @enzino e @Franza

    E parliamoci chiaro..
    Dei negozi che hanno chiuso a cause dei Centri Commerciali, quali erano quelli che offrivano davvero qualita?
    Certo, qualche fruttivendolo che produceva da se, ma quello continua al mercato.
    Parliamo delle macellerie che vendevano a prezzo pieno la carne di Zona Franca? Per quanto mi riguarda la qualità della carne è migliorata, e di parecchio, da quando la Zona Franca non c’è più.. e prima c’era già la Slovenia.
    Parliamo dell’abbigliamento?
    Dice bene @Franza.. ora nei CC si compra come prima e quello di prima, ma con maggiore scelta (e dipendenti pagati).
    Elettrodomestici ed elettronica?
    Non c’è confronto.
    Supermercati?
    Quelli c’erano già prima dei Centri tipo Ikea.
    I negozi veri, quelli di qualità, sono sempre aperti. Certo tirano un po’ più la cinghia (ed in alcuni casi sono anche più disponibili..) ma questo non è dovuto ai CC, quanto piuttosto al fatto che oggi spendi per tre bollette telefoniche e compri un maglione in meno, e poi in genere non va molto bene per nessuno.

  23. matteo ha detto:

    che cosa è quello m2 gruppe a nova gorica?

    sembra che lo fanno davanti alla ferrovia (zona semi abbandonata)

  24. Morgan ha detto:

    Valentina…mi riferivo alle persone come te dicendo che sono pigre…io e mia moglie lavoriamo entrambe a 50 km da casa, abbiamo una figlia di 8 mesi e riusciamo sabato mattina ad andare al mercato coperto a prendere la verdura, alla Coop di Sant’Anna a fare la spesa, a fare colazione con caffè e Brioches e non siamo sicuramente stressati del dover correre al centro commerciale baruffare per un parcheggio, correre per le corsie e fare fila alle casse…?il lavoro ci porta a correre molto, devo farlo anche nel tempo libero? Riflettete…

  25. virus ha detto:

    E’ questo il bello del libero mercato. Uno è libero di acquistare dove vuole. Ma non ci devono essere però piccoli commercianti che per tutelare i loro interessi frenano qualsiasi novità per i consumatori. (E’ il caso di Gorizia che si è fatta fregare prima da Nova Gorica la sua vocazione commerciale e adesso da Villesse.)

    Per quanto riguarda la bassa qualità è evidente che non conoscete IKEA. I mobili low cost sono mobili degni delloro nome, ottimo design e ottima qualità. Cambia solo il criterio di produzione, distribuzione vendita. Sulle nostre strade circolano sempre più DACIA e a breve anche a Ronchi i dentisti low cost. La crisi ha arricchito chi ha capito che bisogna produrre e vendere ad un prezzo più basso. In questa logica non possono rientrare i negozietti sotto casa. Potrebbero forse tenendo aperto dalle 6 del mattino a mezzanotte. E non mantenendo un orario da regime socialista. Sempre aperti quando uno lavora e sempre chiusi quando serve.

  26. virus ha detto:

    x Morgan

    100 mkm di macchina per poter andare e tornare dal lavoro. Ovvio che preferisci acquistare sotto casa e non spostarti in auto. Ma alle persone come te avrebbero dovuto dare la possibilità di avere un CC vicino a casa.

  27. viceversa ha detto:

    x virus: il problema è proprio la logica che tu decanti; merci tante, qualità scarsa, produrre tanto, vendere di più… i prezzi più bassi sono solo la conseguenza del sistema: se compri sei dentro, se cerchi di discernere sei fuori…

  28. alpino ha detto:

    L’ikea sarà low cost ma fino ad un certo punto e su certi prodotti, facciamo attenzione a definire Ikea come lowcost, non vendono prodotti scadenti come il mercatone,ci sono varie fasce di qualità/prezzo..
    Per dirla tutta sui mobilifici friulani visto che il popolo di Bora.la è sempre attento e preciso, non sarà sfuggito il servizio di presa diretta di mesi orsono dove vennero intervistati titalari di ditte del settorie mobiliero della regione che ammettevano di aver fatto patatrack con l’azienda perchè avevano acqusitato in molti grandi partite di legno proveniente dalla Cina quasi sotto costo e che la grande quantità acquistata è stata stivata nei magazzini per le lavorazioni future ma la crisi ha bloccato gli ordini ed il legname cinese è riamasto in magazzino..poco male se non fosse che nel giro di pochi mesi quel legname si è deformato e gonfiato rendendosi inutilizzabile e buono solo per ardere( forse)…peccato se non ci fosse stata la crisi sarebbe finito nelle case friulane…ehe ma ci voleva presa diretta a smascherarli…la stampa locale non ne parlò.

  29. brio ha detto:

    io vado all’ikea perchè c’è la possibilità di lasciare i bambini al “nido” ed avere un attimo di respiro per fare compere, trovo un posto per cambiarli, all’ikea trovo cosa dare loro da mangiare, insomma, un attimo di relax.
    Se al mercato coperto di gorizia mi offrono il servizio di babysitting e la zona per il cambio, vado là

  30. pluto ha detto:

    Un’idea dello sviluppo economico devastante. Il grande capitale che diventa sempre più grande ed i commessi salariati da fame e trattati peggio dei facchini. Che schifo! Almeno una volta i commercianti guadagnavano benino per loro, ma spendevano sul territorio e creavano quell’economia del nord-est che abbiamo conosciuto. Adesso il salariato del centro commerciale non ha capacità di spesa, altresì tutti i grandi guadagni del capitale se ne vanno all’estero! Con buona pace di tutti il friuli-venezia giulia, il nord-est e tutta l’italia tornernno alla povertà di cento anni fa. Ma badate bene che ciò non è dovuto ad una catastrofe naturale,ma a precise scelte politiche della globalizzazione che ci impone modelli scandalosi di vita. Perchè le organizzazioni verdi,rosse ecc……vanno a fermare i lavori delle ferrovie in Val d’aosta e non si sognano mai di andare a fermare i lavori di questri mostri commerciali che spuntano come la gramigna?
    Per la cronaca il 31 marzo a Capodistria verrà inaugurato il Planet Tus a circa 1,5 km in linea d’aria da quell’altro fenomeno del montedoro. Che mondooooo!

  31. Alessia ha detto:

    ciao a tutti, ogni tanto vengo a leggere di Gorizia bellissima città, vi lamentate dei CC ma sapete quanti ce ne sono a Roma? tantissimi tipo 2 x ogni quartiere, x non parlare di altre cementificazioni che sono sorte come funghi da 2 anni a sta parte.
    appena passo da quelle parti vorrei riuscire a fare un giro alla nuova Ikea che come negozio sta qui a Roma da 10 anni ma il mio ragazzo non ci vuole andare e così la conosco solo online.
    Virus?
    ma tu sei Virus del blog-gorizia?
    ciao a tutti=^_^=

  32. ThaVampire ha detto:

    non è vero che la qualità nei centri commerciali è SEMPRE scadente a Trieste nelle coop delle torri offrono una pasticeria (che in realtà è il BonBon) chè fa dei dolci fantastici e i prezzi onesti l’elettronica che si trova nei megastore all’interno dei CC (vedi Mediaworld, Euronics ecc…) è sepre ottima accompagnata da varie possibilità di pagamento e per mia esperienza accompagnata anche da un ottimo servizio da parte del personale spesso molto più qualificato di un “botegher” che deve solo vendere per potersi allargare il popoci. I centri commerciali non vanno bene, i cinesi che costano poco non vanno bene ma far pagare 2 euro ciò che una volta costava 2000 lire va bene? e lamentarsi sempre per qualsiasi cosa? e non avere un sorriso quando si entra in un negozio in disgrazia di sto mondo? certo ci son le cose negative anche ei CC gli affitti sono allucinanti per un buco di negozietto.. ma sinceramente si sente sempre solo un mucchio di lamentele senza nessuna proposta concreta…

  33. pluto ha detto:

    Va progettato un nuovo modo di concepire il commercio e non ci vuole proprio una scienza infusa. Andrebbero recuperati i locali nei centri storici e creata una rete di associazionismo fra le piccole imprese per avere un potere di acquisto notevole presso gli ingrossi e quindi calmierare i prezzi, ma non c’è volontà politicaaaaaa

    Una piccola postilla. Per andare al Planet Tus di Capodistria si dovranno pagare anche i famosi 15euri e vedo il suo futuro peggiore del montedoro.

  34. Marisa ha detto:

    http://comitat-friul.blogspot.com/2010/03/il-19-marzo-un-appuntamento-per-il.html

    Non è certo con i centri commerciali che si risolve il problema della industria manifatturiera o dell’agricoltura….

  35. alpino ha detto:

    ma perchè mai un centro commerciale dovrebbe essere la risoluzione del problema e ancor meno di quella manifatturiera o agricola…anche se non dimentichiamo che senza negozi piccoli o grandi che siano i contadini non vendono ne tantomeno i manifetturieri

  36. Marisa ha detto:

    ….volevo solo evidenziare che in regione si continua a cementificare il territorio con mega centri commerciali, mentre i problemi reali della regione restano al palo!

    Il problema del manifatturiero non è un problema di calo di ordini ( che ci sono e anche tanti!) ma è un problema di liquidità finanziaria: i clienti non hanno i soldi per anticipare il 10% del costo dell’ordine e le imprese non possono anticiparlo loro. Quindi un problema essenzialmente finanziario. C’è qualcuno in regione che se sta preoccupando? E non parliamo poi dell’agricultura considerata la cenerentola dalla regione….
    come non producesse PIL!

  37. valentina ha detto:

    Dite di comperare la frutta e la verdura nel negozietto sotto casa. Ma avete mai visto dove la comperano loro? Al mercato all’ingrosso alle 7 di mattina ci sono i contadini che portano i loro prodotti dall’Italia e dalla Slovenia; arrivano i piccoli commercianti dei negozietti e delle bancarelle del mercato coperto di via Boccaccio: guardano la merce, chiedono i prezzi e se ne vanno nei pochissimi magazzini all’ingrosso che sono rimasti e che vendono la stessa verdura che trovi al supermercato: lì costa meno e così loro guadagnano di più e chi compera da loro spende di più che al supermercato credendo di comprare la verdura del contadino. I contadini alle 7.30 se ne vanno con tutta la loro merce invenduta.
    @ Morgan: beato te che il sabato sei libero: io no e nemmeno mio marito! Chi mando? Mio papà di 80 anni? No! Tocca a me comprare anche per lui.

  38. virus ha detto:

    Ciao Alessia

    😀

  39. milost ha detto:

    Valentina, dopo le 7.30 i contadini occupano, fino alle 10.30, una serie di postazioni al mercato coperto. Numerosi rivenditori del mercato hanno i propri fornitori di “nostrano” e una certa specializzazione ognuno rispetto a certi prodotti ( uno dispone del canarino cosi e uno del radicchio primo taglio colà) Certo, il matavilz al supermercato ha un costo inferiore, viene da Chioggia e sa di poco; quel che vien giù da San Mauro o dagli orti della valle del Vipacco costa una ventina di centesimi in più, e sa di matavilz, di ardelut e di valerianella come ci si aspetta.E infine, ci vuole tempo: chiaro! Ma al tempo abbiamo rinunciato noi stessi, preferendogli altro, e permettiamo continuamente che ce lo portino via. Ad esempio, avete idea di quanto tempo la gente perda all’Ikea, girovagando instupidita e comperando qualche strafaniccio di cui probabilmente potrebbe fare a meno, risparemiando qualche euro e permettendosi di conseguenza una sontuosa terrina di rosa di Gorizia in tavola? Signori miei, apriamo gli occhi, le cose vanno dove noi permettiamo vadano, e in proprorzione al nostro subire i condizionamenti e gli incantamenti del consumismo.

  40. cristina ha detto:

    posto Milost e tanti altri che non la pensano in modo molto diverso … Fa comunque piacere appurare che non siamo poi in pochi a pensarla così!

  41. alpino ha detto:

    quoto Valentina,
    aggiugno che i centri commerciali vengo visti come costrizione non come alternativa, se io preferisco i centri commerciali mi subirò code stress casino affollamento e relativi prezzi, se invece preferisco il mercato coperto alle 10.30 di mattina andrò al mercato coperto, le due scelte rimangono sul tavolo ognuno può fare la sua spetta al mercato decidere, nessuno è obbligato ad andare all’IKEA piuttosto che al Qlandia (del quale in un precedente articola tutti parlavano benissimo..).
    Si sta creando anche per Gorizia una scelta ed ognuno faccia la sua, volete l’ardelut del Vipacco..il mercato coperto ve lo offre, non ve ne frega niente dell’ardelut del Vipacco ma avete bisogno che slle 20 sia aperto qualche cosa per fare spesa..il mercato ve lo offre, ognuno ha le sue abitudine e può scegliere, nessuno è costretto con la forca ad andare a Villesse o altrove, i centri commerciali sorgono attorno a noi oltre confine ed oltre provincia e noi goriziani dobbiamo stare a guardare..finalmente anche noi avremo qualcosa in più, un’alternativa e se non piace non è giusto negare questa possibilità ad altri ai quali magari il centro commerciale va a genio e risulta comodo

  42. alpino ha detto:

    la cementificazione in questo caso ripeto non trova dimora…la zona scelta era tutta campagna anche incolta in mezzo ad arterie viarie..secondo me è addirittura riqualificante il parco commerciale di Villesse

  43. virus ha detto:

    Io sono favorevole ai centri commerciali e sono contento di quello che è successo a Villesse. Ma non sono un consumatore idiota. Sono molto attento ai consumi. Io acquisto dai piccoli contadini in particolare da quelli attenti a non inquinare, mi interessa il concetto km.0, prendo il latte non pastorizzato nei distributori automatici dei produttori, mi interessa il concetto del low cost, anche il commercio equo e solidale. Ma ben vengano i centri commerciali che per fortuna sono sempre più belli. Perchè la nostra zona ha il diritto di essere esattamente come tutte le altre. Voi sareste contrari anche all’allargamento del raccordo per salvare quei campi incolti, riserva naturale per pantegane.

  44. milost ha detto:

    Ma certo Alpino che è giusto ognuno possa scegliere in base alle sue idee e alle sue possibilità. Tuttavia non venitemi a dire che coprire la terra di asfalto e cemento sia una riqualificazione: pur se incolta, quella è Terra, respira, beve,interagisce con le falde, partecipa di una relazione tra il sopra e il sotto, tra l’umido e il secco, tra il caldo e il freddo. Capacità che perde completamente chiusa in un sacrofago di asfalto ( e mi riferisco anche al dedalo di strade realizzate attorno al centro: folle!). Poi possiamo anche fregarcene, ma le cose stanno così: questa non è sostenibilità, nemmeno a fronte dei 350 mila euro pagati da Ikea al Comune di Villesse, ogni anno per 5 anni.

  45. euripide ha detto:

    Il parcheggio del centro commerciale significa aumento del traffico con tutto quello che ne consegue. Io però cerco di evitarli perchè non mi piacciono gli odori all’interno, almeno in centro città – all’aperto – posso orientare il naso verso migliori arie.Di buono, nei centri comm. c’è che l’imprenditore entra in un contesto di minori spese di gestione della propria attività, e questo si riflette (ma non sempre) sulla tasca dei clienti.

  46. fabiana ha detto:

    ma per inviare il curriculum

  47. ALESSANDRA BOSCATTO ha detto:

    chi mi saprebbe dire come fare per aprir un attivita dentro centro comm ikea di vilesse ?

  48. Mauro ha detto:

    Si legge oggi che il CC di Villesse aprirà a fine novembre. Immagino che i primi giorni di apertura ci sarà un’accorrenza enorme a scopo curiosità.. Ma dopo ?? Tutti i negozi che vi apriranno risultano già presenti ovunque. Si legge che ci saranno Combipel, Ovs, Saturn, H&M, Mc Donald’s, Scarpe&Scarpe, Cisalfa, Toys Centre…. da quale landa desolata dovrebbe uno guidare fino a Villesse per comprare proprio in uno di questi negozi ? Non certo da Udine, dove ci sono già tutti. Nemmeno da Trieste o Capodistria, dove ci sono già tutti. Non certo da Pordenone o Portogruaro, dove ci sono già tutti. Nemmeno da Monfalcone/Ronchi o Gorizia/Nova Gorica, sinceramente, perchè più vicino già li trova. Mah….perchè non si installano catene e negozi nuovi, invece di moltiplicare sempre gli stessi ?? Cambi centro e sempre trovi gli stessi HM OVS etc. noiosissimi negozi dappertutto uguali, collo stesso arredo e le stesse camicie allo stesso posto nello stesso espositore….che noia, andiamo piuttosto a fare un giro in centro !!

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