10 Marzo 2010

Iris in vendita, gli acquirenti non rilanciano. Domani l’apertura delle buste

Nessun rilancio da parte dei possibili acquirenti del ramo energia di Iris. Hera e Amga sono rimaste sulle posizioni iniziali, mentre Acegas Aps non ha voluto anticipare la propria strategia.
Pare sfumare, quindi, la speranza del Cda di Iris di incassare 90 milioni di euro dalla vendita della multiservizi isontina. Hera, che partecipa alla gara in associazione temporanea d’impresa con Bluenergy, non ha rilanciato l’offerta intorno ai 38 milioni di euro, presentata a febbraio. Analogamente Amga Udine, che aveva offerto circa 40 milioni, non ha ritenuto di presentare un rilancio. AcegasAps aveva offerto 55 milioni. Domani, in mattinata a Gorizia, è prevista l’apertura delle buste.

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12 commenti a Iris in vendita, gli acquirenti non rilanciano. Domani l’apertura delle buste

  1. Wehrle ha detto:

    Ora che nessuno (probabilmente) ha raggiunto l’offerta minima indicata, che faranno i Sindaci Padroni? Svenderanno? Chiuderanno Iris?
    Chi pagherà per la scelta sciagurata della gara e per aver buttato via i soldi certi dell’offerta Amga del 2008, per non parlare del naufragio “politico” dell’operazione Nes?
    Era giusto il cartello di protesta dei dipendenti: politici veramente miopi!
    E speriamo che ora a pagare non siano i lavoratori di Iris.

  2. Marisa ha detto:

    Spero che AMGA si ritiri dalla gara….
    Perchè impegolarsi con IRIS? Tenetevela!

  3. pianoinclinato ha detto:

    Per la precisione… e per non fare sempre di ogni erba un fascio…
    Per naufragio NES, ringraziare Forza Italia ed Alleanza Nazionale (allora si chiamavano così). Per il mancato affare IRIS-AMGA sull’energia (ed altro) del 2008, che avrebbe dato le migliori garanzie sotto ogni punto di vista (cittadini, soci, lavoratori) ringraiare invece Romoli, il PDL e certi ambienti che anche nel c-sx preferiscono da sempre cadere tra le braccia dei triestini di ACEGAS.

  4. pianoinclinato ha detto:

    inoltre, nel 2008 l’operaione iris-amga avebbe reso il doppio, come valore dello scoprporo. Anche su questo, che non è secondario, ringraziare Romoli, Pettarin e soci filotriestini.

  5. Alessio ha detto:

    Tenercela no eh?

  6. amodytes ha detto:

    @ pianoinclinato
    ci spieghi meglio come mai è sempre tutta colpa di fi ed an prima e pdl dopo?
    mi pare che a suo tempo l’affaire nes (costato qualcosa come 350k euri di carte, periti ed altro) sia decaduto a causa di udine che non ha aderito ed allora il sindaco era ceccotti e la sua banda….

  7. pianoinclinato ha detto:

    amodytes, non è proprio così… prova a farti dire come votarono i consigli comunali dei comuni soci di IRIS in merito all’operaione NES. Potrai già farti un’idea. E magari le dichiaraioni – appunto- di FI e AN dell’epoca (sia in prov di GO che in Regione). In quanto alal spesa, essa era funzionale all’operaione. Gli advisor chiedono sempre la loro fetta.
    Quella, tra luci ed ombre, era comunque una cosa presentabile. C’era un piano industriale. E GO sarebbe stata protagonista assieme all’isontino.
    Non sarebbe male sapere quanto è costata la farsa attuale, he non porta alcun vantaggio (per come è stata gestita) visto che ti interessano gli aspetti advisor. Mi informerò. Poi ti farò sapere.

  8. Wehrle ha detto:

    Penso che le colpe della telenovela (per non dire dramma) Iris siano da attribuire indistintamente ai partiti di destra e di sinistra, per le loro scelte di ieri e di oggi.
    Sembra ora vogliano faro lo “spezzatino”, ovvero vendere separatamente gas ed elettricità. Non capisco quale fantastico risultato si attendono, visto il precedente. E rifare nuovamente una gara pubblica (ed è questo che sono obbligati a fare per legge cambiando le condizioni della vendita) è un impegno non da poco, anche in termini economici (dovranno essere pagati degli advisor e consulenti), con risultati che, come si è visto, non sempre sono positivi.
    Come già detto, speriamo non ci vadano di mezzo i lavoratori, andando ad intaccare quelle poche garanzie previste nel primo bando.
    P.s.: ma nessuno ha mai ipotizzato di non vendere Iris e farla rendere come avviene in altre parti d’Italia con aziende simili?

  9. steve ha detto:

    Guardate il sito di Iris; sta cambiando il mondo sotto i suoi piedi e le news del sito sono rimaste al 24 dicembre scorso… ora capisco come sono rimasti ad un prezzo (90 milioni) del tutto fuori mercato.. ah, anche qua ci sono 100.000 euro di advisors…

  10. Max ha detto:

    Chissà, dopo quelleo che è successo, che a qualche buontempone non venga in mente di denunciare i soci (e magari colleghi sindaci) per danno erariale…
    Quesito di matematica: quanto fa’ offerta Amga 2008 meno offerta Acegas 2010?

  11. steve ha detto:

    ma € 100 milioni come valutazione di Iris non era stato considerato (nella seconda metà 2008 e non 10 anni fa…) come importo tranquillamente raggiungibile dato l’alto valore startegico dell’operazione sia per Acegas che per Amga?
    evviva il consiglio di iris, a sua volta consigliato da alcuni “grossi” comuni!
    evviva gli advisor (più o meno collegati alle banche del luogo..)

  12. federico portelli ha detto:

    Condivido la gran parte dei post…
    per quanto riguarda wherle 8, qualcuno c’era…
    1) che voleva far funzionare IRIS per come era.
    2) contrario anche ad una gestione finanziario-centrica (Gutty) molto lontana dalle necessità anche operative di una multiutility delle nostre dimensioni… (molto meglio la gestione sotto ing. Querin… e lo dico anche a difesa della categoria professionale a cui appartengo: se si desse più ascolto, in generale, ai pragmatici ingegneri con vision da manager, invece che affidarsi ai guru delle finanze creative… in Italia e nel modno le cose andrebbero molto neglio: produzione e servizi, attenzione all’economia reale e non alle speculazioni…!)
    3) che aveva ben intuito che certe operazioni servivano solo a garantire qualche carega e favorire qualche banca o lobby…

    Eravamo in pochi, a pensarla così. Io ero tra questi. Infatti non votai NES proprio perchè ritenevo che IRIS potesse stare sul mercato anche così. Produssi anche una corposa relazione sul tema e sui nodi che nemmeno l’operazione NES aveva risolto. La portai all’allora sindaco del comune principale socio. Restò però lettera morta…

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