9 Marzo 2010

Frattini: “Per la stabilizzazione dei Balcani è necessario l’ingresso nell’Ue”

di Lorenza Masè

La nostra generazione è davvero indifferente alla politica? Rassegnati o semplicemente disinformati? Ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini ha tenuto una lezione all’Università di Trieste sul tema “Dai Balcani all’Afghanistan quali lezioni per la comunità internazionale?”.

Segnale positivo: aula magna piena.
Il rettore Francesco Peroni ha accolto il titolare della Farnesina con un certo compiacimento “perché – ha dichiarato il magnifico – la missione dell’Università è creare una coscienza civile”.

Obiettivo: esercizio del dialogo.
Inizia la conferenza. “Dieci anni fa – ha dichiarato il ministro – la guerra nei Balcani segnò il fallimento della comunità internazionale e la necessità di guardare avanti. Dopo la fine del bipolarismo – ha proseguito Frattini – l’unico metodo di azione è il multilateralismo, nell’ottica di una nuova governance globale”.
Filo rosso di tutta la conferenza la questione dei Balcani. “Per la stabilizzazione dell’area – ha detto l’Onorevole – l’ingresso nell’Ue è prioritario”. Frattini ha lanciato due messaggi politici importanti alla Bosnia Erzegovina, a rischio ghetto e frammentazione dopo gli accordi di Dayton (1995) che hanno spaccato il paese in due entità: “presentarsi in maniera unitaria all’Ue e liberalizzazione del regime dei visti in area Schengen”. Secondo il ministro inoltre, la Croazia entro l’anno potrà firmare i negoziati per diventare membro effettivo nel 2011.
A parte un vago riconoscimento alla vocazione europea del Kosovo, si glissa elegantemente sulla spinosa questione.
Ciò che conta è che l’Europa sia la guida politica nella partita dei Balcani. E il titolare della Farnesina sembra puntare particolarmente su un successo: il vertice Ue Balcani – su proposta italiana – che si terrà a giugno a Sarajevo. Al summit si intende invitare anche Russia e Stati Uniti. L’Italia insomma vuole giocare un ruolo di primo piano nella partita, tanto che Frattini non ha affatto menzionato l’incontro Lubiana, Zagabria, Belgrado previsto per il 20 marzo a Brdo (Slovenia). La conferenza a Sarajevo, indetta dai ministri degli esteri Ue, sembra l’unica piattaforma legittimata per discutere i destini dei Balcani Occidentali.

Si sa, un Ministro è pieno di impegni, una vita sempre di corsa. Dopo la lectio magistralis c’è spazio solo per poche domande. Ma la percezione è di una vaga disabitudine da parte dei giovani a far sentire la propria voce. Certo, difficile appassionarsi di politica in Italia. Pigri o sfiduciati? Forse è solo colpa del poco esercizio.

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