3 Marzo 2010

Nord est verso la candidatura a capitale culturale dell’ Ue nel 2019

Il Consiglio Regionale ha approvato all’ unanimità la mozione dell’ UDC che punta a candidare Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige a capitale culturale dell’ UE nel 2019. Dal documento è stato tolto ogni riferimento finanziario su suggerimento di Pd e Sa.

Il bando per la scelta della città italiana Capitale d’ Europa della Cultura verrà aperto nel 2012. Tra le città italiane in lizza per la candidatura ci sono Bari, Brindisi e L’ Aquila.

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52 commenti a Nord est verso la candidatura a capitale culturale dell’ Ue nel 2019

  1. arlon ha detto:

    Secondo mi far sì che una region (a parte posti come la Ruhr, dove xe sensado) fazi da “capitale” xe una monada, in general.
    Solo per ciapar €€€, e senza motivazioni reali. Indi, insensada.

  2. Srečko ha detto:

    Quando non si hanno le p… di decidere tra Trieste e Udine e tra Trento e Bozen, si candidano due regioni.
    Per quanto mi risulta e’ possibile candidare un gruppo di citta’, ma c’e’ sempre una capofila, quella che fa da facciata di fronte all’EU. Poi manifestazioni ed eventi sono organizzati anche nelle altre citta’.

  3. Marisa ha detto:

    Ragazzi……NORD EST….è sinonimo di VENETO! E infatti, se non sbaglio, la proposta viene proprio da lì! Bravissimi questi veneziani! Siccome è difficile che Venezia vinca da sola, si allargano anche ad altre regioni contigue….ma in realtà è Venezia, Venezia e ancora Venezia!

    E i nostri politici regionali….ci cascano come peri!

  4. Julius Franzot ha detto:

    Andra’ male perche’ e’ assurdo scegliere una zona eterogenea a quel modo. La Ruhr e’ abbastanza uniforme, ma che legami culturali ci sono tra Sudtirolo, Polesine e Trieste?

  5. ciccio beppe ha detto:

    Mah secondo me è il piano B nel caso non diano le olimpiado del 2020 a Venezia.

  6. massimiliano ha detto:

    quoto Marisa

  7. Luigi (veneziano) ha detto:

    Per carità: uno può legittimamente coltivare tutte le paranoie antivenete che vuole, ma ritenere addirittura che sia difficile che Venezia vinca da sola, mi pare veramente eccessivo.

    Qualcuno ha idea delle città che sono state capitali europee della cultura?

    Ne cito – col dovuto massimo rispetto – alcune prese a caso, così da capire se Venezia può o meno essere considerata al loro livello: Bergen (Norvegia), Reykjavik (Islanda), Graz (Austria), Lilla (Francia), Cork (Irlanda), Patrasso (Grecia), Sibiu (Romania), Stavanger (Norvegia), Linz (Austria), Pécs (Ungheria), Turku (Finlandia), Maribor (Slovenia).

    Per il 2019 tocca all’Italia e alla Bulgaria. Le candidature italiane – finora – sono: Brindisi, L’Aquila, Matera, Padova, Ravenna, Siena, Verona. Padova e Verona si ritirano in favore di Venezia, intendendo questa candidatura comprendere l’intero territorio veneto.

    Il percorso per la candidatura di Venezia nasce nel 2008, quando il consiglio comunale della città si espresse in tal senso.

    In consiglio regionale veneto qualche mese dopo si decise di presentare questa candidatura a nome dell’intera regione.

    Veniamo alla metà del 2009: c’è un convegno a Vicenza cui partecipano imprenditori del nord-est. In quella sede i friulan-giuliani chiedono di allargare la candidatura a tutto il nord-est.

    A questo punto, come prevedono le procedure, il consiglio regionale del FVG vota la mozione di cui sopra.

    Adesso Marisa schiumerà la solita rabbia, ritenendo questo immondo connubio fra Veneto e Friuli l’ennesima prova provata della volontà colonizzatrice veneta nei confronti dei friulani.

    I quali friulani sono tanto babbioni (lo dice lei stessa!) da votare tutto quanto all’unanimità! Insomma: i friulani si fanno fregare allegramente dai furrrbissssimi veneti!

    Ma lo vedi che sei proprio tu – cara Marisa – a fomentare le barzellette sui friulani tetragoni e zucconi?

    Luigi (veneziano)

    PS Quando parlo dei furlani, mi viene in mente che mia nonna (che era di San Stino di Livenza, zona del Friuli storico pur essendo all’interno dei confini del Veneto) mi cantava la seguente filastrocca: “Nanna, cunata, i spini par la gata, i ossi par i cani, fasioi par i furlani, el megio par gli osei e la pappa par i putei!” Da piccolo pensavo quindi che i furlani mangiassero fagioli almeno tre volte al dì.

  8. jacum ha detto:

    gigi venesian te son mito!!

    comunque come ga indicá Arlon, Srečko, Marixa, Julius, Ciccio Beppe e Massimiliano la candidatura dell’intiero nord-est xe una monada.

    e pó….. il nord-est italico finisi a monfalcon!!

  9. Srečko ha detto:

    Luigi

    Medico delle paranoie nostre, slovene e furlane, in azione!!!
    Comunque per un perfezionista come te, gli errori sono orrori!!!
    Maribor non e’ stata ma lo sara’: nel 2012.

  10. Marisa ha detto:

    Ravenna, sbaglio o è stata una importantissima città bizantina, ricchissima sul piano architettonico e strapiena di mosaici bizantini? Ma forse ricordo male…

    Materia, sbaglio o ha i famosissimi “sassi”, un grandissimo patrimonio dell’umanità che potrebbe essere ulteriormente valorizzato e fatto conoscere con questa iniziativa? Ma forse ricordo male….

    Comunque confermo che NORD EST è sinonimo di Veneto……..

  11. Marisa ha detto:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Ravenna

    http://it.wikipedia.org/wiki/Sassi_di_Matera

    Ravenna: ben otto siti sono stati dichiarati dall’Unesco “Patrimonio dell’umanità”

    Matera: i “sassi” sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’umanità.

    Non c’è solo Venezia….

  12. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ amici vari

    Come ho già rilevato, questa candidatura del Nord-Est è stata esplicitamente concordata al IV Meeting delle Nuove Classi Dirigenti del Nordest, che s’è tenuto ad Altavilla Vicentina (VI) presso la sede del CUOA il 18 settembre 2009.

    La candidatura di Venezia come capitale europea della cultura è stata decisa dal consiglio comunale di Venezia più di un anno prima.

    Quindi sono state le classi dirigenti del territorio (in particolare del FVG) a concordare assieme ai veneti questa candidatura comune.

    Tutto il resto sono chiacchiere, che dimostrano solamente che qualcuno qua dentro non ha la minima idea di cosa si dice all’interno del territorio della propria regione.

    L.

    PS Col massimissimo rispetto per Ravenna e Matera, città che ho visitato varie volte (Ravenna almeno cinque, Matera due) e che considero splendidi esempi della fantastica pluralità culturale ed artistica del territorio italiano.

  13. effebi ha detto:

    …certo che SIAMO ben strani…

  14. Marisa ha detto:

    @ Luigi

    Quando mai i politici regionali rappresentano il territorio? Ma se prendono tutti ordini dal “Gran Capo” che sta a Roma o a Milano (Berlusconi) o alle sorgenti del Po (Lega Nord)…..

    Del resto i “cari politici” se vogliono essere rieletti (con tutti i benefici economici che ciò comporta….), devono conquistarsi il posto in lista….che ovviamente lo decide il Gran Capo! E se il Gran Capo da l’ordine di aiutare Venezia….si UBBIDISCE!

    Passa in rassegna i politici della nostra regione (FVG) e troverai tanti, tantissimi camerieri….

    Triste….ma è così!

  15. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marisa
    Tutto quello che vuoi, ma qui hanno votato ls mozione all’unanimità (u-na-ni-mi-tà), per cui bisognerebbe considerare questa ipotesi: nel consiglio regionale del FVG non c’è NESSUN consigliere che rappresenta il territorio. Né di maggioranza, né di opposizione. Compresi tutti i consiglieri che appartengono alle minoranze.

    L’ipotesi alternativa è che la tua interpretazione (e di altri, qui dentro) sia in realtà sballata.

    Luigi (veneziano)

  16. Marisa ha detto:

    Luigi….il territorio non conta più nulla per i politici! La “poltrona” la decide chi fa la lista al momento delle elezioni…

    Se ritorna alla gente la possibilità democratica di poter scegliere chi mandare in Parlamento o i Consiglio regionale…..vedrai come cambieranno e tantissimo le cose….vedrai come i nostri “carissimi” politici ritorneranno ad essere attenti agli umori del territorio…

    Per il resto conermo quanto già scritto. Venezia sta cercando l’incoronazione….

  17. alpino ha detto:

    Antifriulanità in ogni angolo, da tutti i lati dal cielo, dal mare, dai monti, dagli inferi..mamma mia..
    Quoto Veneziano a parte che parlare di Nord Est e Triveneto in Bora.la è impossibile visto che ci scanniamo tra realtà locali e qualcuno ancora ha la mente al TLT..
    Venezia è la Candidata con la C maiuscola…co tutto il rispetto per Ravenna e la sassuta Matera ma dobbiamo unirci a sostenere Venezia come candidata..se mai questa cosa della capitale della cultura (una delle tate monade spreca soldi europee) deve farsi allora che avvenga quanto più vicino a noi e che questo crei un piccolo indotto se serve a movimentare il turismo culturale..Cara Marisa se i friulani si fossero opposti o candidati a parte, chi avrebbe dovuto concorrere..Palmanova? Udine? Manzano? cosa avremmo ottenuto? uno smacco unico…Venezia probabilmente vincitrice e noi a guardare a bocca asciutta per di più in rotta con i cugini triveneti..mentre così se qualcosa la regione la può pappare, in caso di vittoria potrà farlo…
    Il tuo è un attacco contro Venezia ed il Veneto al di là della candidatura…dimstrato dal fatto che citi Matera lontana km da noi come antagonista europea di Venezia..oo hai detto Matera..ma potrà mai la piccola città del Matese concorre con Venezia??? avessi detto Roma, Firenze…

  18. Marisa ha detto:

    Alpino…..il problema è che questo è un trucco tutto veneziano! E mi pare che siamo in tanti a dirlo…..

    E comunque non esiste nè il triveneto nè il nord-est. Ognuno fa i suoi interessi, quando persino non si scontra con la regione attigua.
    Vedi gli aereoporti, vedi l’agroalimentare, vedi il settore manifatturiero, ecc: competizione al massimo livello! Com’è giusto che sia.

    Nel Veneto non predicano di continuo “padroni a casa nostra”? Non è questo lo slogan più “strillato” nella regione veneta? E com’è che ora hanno cambiato idea? Ma che stranezza….

    O forse “tu” speri che Venezia lasci a Trieste qualche misero ossicino o crosta di formaggio?

    Ma dai! Essere capitale della Cultura, significa portare a casa tanti bei soldini…e di solito i soldini “non si dividono” ma si cerca di tenerli tutti per sè.

    Venezia è già una città ricca di turismo e soldi. Lasci ad altri questa opportunità.

  19. Marisa ha detto:

    …e comunque Matera e Ravenna le ha citate Luigi (il veneziano) in quando, se non ho letto male il suo commento, pare si siano candidate.

  20. Luigi (veneziano) ha detto:

    Forse mi sono spiegato male.

    Venezia si è candidata prima da sola, poi insieme alla regione Veneto.

    Chi ha chiesto di allargare all’interno nord-est sono stati gli imprenditori-politici friulani!

    Questo perché – a differenza di quanto racconta Marisa, che come al solito fa partire il suo disco e nessuno la tiene più – siccome Venezia è chiaramente la candidatura più forte finora sorta in Italia e altrettanto chiaramente potrebbe farcela benissimo da sola, allora i friulan-giuliani hanno pensato di accodarsi.

    Se avessero voluto fare diversamente, avrebbero potuto candidare Trieste, Gorizia, Udine, Pordenone o un’altra delle mille bellissime località friulane o giuliane.

    Invece non l’hanno fatto, votando all’unanimità per la candidatura comune. E questo – mia cara Marisa – non è stato fatto da persone elette alle elezioni politiche senza la preferenza, ma alle elezioni regionali, dove le preferenze esistono eccome!

    Affermare poi che in tutto quanto si debba per forza concorrere col coltello fra i denti, è un’altra tipica sciocchezza. Il nord-est ha assoluto bisogno di fare sistema, e mi riferisco soprattutto alle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia.

    E’ assurdo che si pompino risorse pubbliche per creare due porti, due aeroporti, due centri logistici, due di tutto, in aree che se divise non reggono la concorrenza.

    E’ molto meglio creare invece un sistema integrato e differenziato.

    Altrimenti – con tutto il rispetto – sapete che succede? Succede che le regioni più forti, più integrate e più capaci di fare lobby avranno sempre il sopravvento.

    E adesso prendete in mano una qualsiasi statistica in qualsiasi campo e controllate per cortesia chi nel nord Italia ha tutte queste caratteristiche.

    Non è né il Veneto né il Friuli Venezia Giulia, bensì la Lombardia: l’unica regione italiana che può permettersi di fare sistema da sola.

    O pensiamo ancora – con tutto quello che sta capitando – che i microsistemi, i microdistretti e i micropotentati locali avranno ancora un futuro?

    Siamo ancora a “Udine contro Trieste”, “Venezia contro Udine”, “Portogruaro contro Latisana”, “La Salute di Livenza contro San Giorgio di Livenza”, “Il mio quartiere contro il tuo”, “Le baruffe in condominio”?

    Che paraocchi!

    L.

  21. AnnA ha detto:

    Mi associo ad Arlon per il primo commento, per la Ruhr ha senso, ma altrimenti fa ridere.

  22. Marisa ha detto:

    Quoto Anna: fa ridere!
    Il nord est….non esiste!

  23. Luigi (veneziano) ha detto:

    Forse c’è un po’ di confusione.

    Il ruolo di “capitale della cultura” viene dato ad una città. Questa città può presentare tranquillamente la propria candidatura da sola, oppure può presentare una candidatura a nome di un’area geografica.

    L’area geografica che sostiene la candidatura di Venezia attualmente è data dalle due regioni del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia.

    Più in generale, affermare che il nordest non esiste significa girare con le fette di mortadella sugli occhi.

    Basta avere un minimo di idea di che cosa “giri” in termini di economia, trasporti, logistica, conoscenze fra aree contigue.

    Oltre a ciò, esistono convegni continui fra politici, imprenditori, uomini di cultura di vario tipo veneti e friulan-giuliani.

    Infine, esistono decine di progetti di integrazione economica fra queste aree.

    Io proprio non capisco questa fregola del giardinetto di casa propria: diciamo tanto di vivere in Europa e poi ci fa paura quello che sta a cinque chilometri da casa nostra?

    Ma in che film? Ma in che realtà? Ma quando?

    L.

  24. Luigi (veneziano) ha detto:

    Comunque sia, tanto per parlare di un argomento complementare, un paio di settimane fa sono stato ad un convegno a Rovigo, nel quale è stato presentato il progetto per la costruzione della piattaforma portuale al largo della costa, per permettere l’attracco delle navi transoceaniche che pescano più di 20 metri, il cui approdo oggi è impossibile nei porti altoadriatici.

    Il progetto – del costo di 6/700 milioni – prevede la costruzione di questa enorme piattaforma, integrata ad un sistema di trasbordo di merci su navi più piccole, comprese le chiatte per il trasporto fluviale.

    Le principali direttrici del terminal sono il Po (per il suddetto trasporto fluviale), i porti di Chioggia, Venezia, Ravenna e Trieste. Sono già iniziati i colloqui con Capodistria, Fiume e Spalato.

    La compagine proponente è formata dalla Mantovani (impresa di costruzioni) di Mestre, dalla Società Interporto Spa di Rovigo, dalla Teleporto Adriatico Srl di Venezia e dalla Adria Infrastrutture Spa di Mestre.

    Questa piattaforma è a circa 10 km dal rigassificatore di Porto Viro (che inizia la sua attività proprio in questi giorni), in modo da formare nella zona attualmente più depressa del Veneto (la provincia di Rovigo) la testata principale di una serie di attività industriali e logistiche di primaria importanza per l’intera area geografica.

    La conclusione del piano merita d’essere trascritta per intero:

    “La struttura proposta consente l’inserimento dell’area polesana quale area ideale per l’accesso alle strutture d’intermodalità fluvio-marittime e di terra, tra le aree attrezzate del sistema portuale “Alto Adriatico” inseribile come sistema portuale del Corridoio V.

    La struttura potrà essere specializzata ed integrata sia funzionalmente che fisicamente con le strutture del porto di Venezia e del suo retroporto.

    L’Adriatico rappresenta nei nuovi scenari internazionali un unico (NB: in grassetto sottolineato nel testo) sistema portuale nell’ambito del quale i singoli porti rappresentino delle “banchine specializzate”: si pensi che la distanza è minore di quella esistente tra due banchine dello stesso porto di Anversa. Il Polesine può essere parte del sistema.”

    Capito mi hai?

    L.

  25. Marisa ha detto:

    Luigi…..stai confondendo i “progetti condivisi” che ovviamente esistono in ogni parte del mondo, ogni qualvolta c’è una utilità comune a portarli avanti, con l’esistenza di un’area omogenea sotto il profilo storico, culturale, ecc. Sotto questo ultimo profilo il nord-est non esiste.

    Altro sono i progetti condivisi.

  26. Marisa ha detto:

    Tanto per fare un paragone con il settore bancario.

    A suo tempo da noi in regione si raccontò che fondere le banche locali con con le grandi banche nazionali avrebbe avuto come effetto un grande potenziamento e miglioramento del sistema bancario regionale. E’ finita che oggi in regione si sta piangendo tutte le nostre lacrime perchè la regione è priva di un sistema bancario con la “testa” in regione e ciò ha gravi conseguenze sul sistema produttivo regionale. Le scelte gestionali si fanno altrove (Milano, Torino, Roma o perfino Napoli) e sempre a discapito delle necessità locali.

    Smettiamola una buona volta di credere alla favoletta che più grandi si è, e più alta è l’eccellenza. E’ una “balla” grandissima funzionale solo ai grandi gruppi nazionali che vogliono “mangiarsi” le realtà locali che magari funzionano benissimo proprio perchè “piccolo spesso è sinonimo di efficente”.

    Piccolo non è affatto sinonimo di “non efficiente”. Spesso è proprio il contrario. E la competizione è fondamentale per raggiungere l’eccellenza in ogni settore. Quindi smettiamola di scrivere “Udine contro Trieste”. E scriviamo: vinca il migliore!

  27. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marisa

    D’accordissimo con te sul fatto che non sempre “più grande” significa “più efficiente”, eppure prova per un attimo a pensare ad un gruppo anche di media grandezza che voglia fare impresa.

    Questo gruppo vende in una decina di paesi nel mondo.

    Questo gruppo ha bisogno di una banca che abbia le capacità strutturali e relazionali per seguirlo in giro per il pianeta.

    Domanda: secondo te una banca locale può fare una cosa del genere?

    Secondo te una banca locale ha la sruttura per gestire la tesoreria di un ente locale come la regione o come un gruppo di ASL?

    Secondo te una banca locale può strappare condizioni interessanti per il settore di bancassurance con un gruppo – per esempio – come le Generali?

    Secondo te una banca locale può fare un finanziamento o prestare una fideiussione da 600 milioni per il progetto di cui ho parlato (la piattaforma portuale al largo di Rovigo)?

    Secondo te una banca locale può aiutare un tizio che vuole delocalizzare in India o in Cina?

    La risposta te la puoi tranquillamente dare da sola.

    “Vinca il migliore” è quindi una frase che bisogna interpretare. Se parliamo del mutuo per l’acquisto della prima casa, “il migliore” può essere tranquillamente anche una Banca di Credito Cooperativo. Se parliamo invece di un sistema bancario che stia dietro ad un paese come l’Italia – che volenti o nolenti è una delle principali potenze economiche ed industriali del pianeta – allora la BCC fa semplicemente tenerezza.

    E per parlare di un altro argomento, pensare di fare concorrenza con Anversa o Rotterdam o Amburgo senza pensare ad un sistema portuale integrato dell’Alto Adriatico, significa semplicemente andare alla guerra imbracciando una forchettina.

    Di plastica.

    Luigi (veneziano)

  28. Luigi (veneziano) ha detto:

    Dimenticavo: per quanto riguarda il nordest che non esisterebbe perché non esisterebbe un’omogeneità di tipo storico o culturale, io dico molto francamente che di questa cosa me-ne-frego!

    Se ancora devo pensare ai friulani (o i friulani devono pensare a me, veneziano) sulla base del fatto che fino al 1797 questa terra era dominio della Repubblica di Venezia, o se devo pensare ai miei rapporti col Sudtirolo pensando solo al fatto che noi e loro parliamo una lingua diversa, allora veramente devo concludere che non abbiamo gli strumenti culturali per comprendere ciò che sta accadendo nel mondo.

    Questa mattina ho indossato il mio vestito filato in India, messo le scarpe fatte in Italia, stretto al collo la cravatta fatta in Cina, ho letto sul giornale un articolo sui tre italiani di colore che hanno giocato l’altroieri per la Under 21, telefonato col mio cellulare fatto in Finlandia a una francese che sta a Parigi, parlando fra di noi in inglese.

    E io devo pensare di avere dei problemi storico/culturali con Udine o con Trieste?

    Ma scherziamo?

    Luigi (veneziano)

  29. effebi ha detto:

    quoto 13

  30. Marisa ha detto:

    Il futuro non sarà la globalizzazione che cancella e assimila tutto. Il futuro, anche e soprattutto sul piano economico, sarà il locale che avrà avuto la capacità di farsi “riconoscere” nel mondo con la sua faccia locale. Questo vale per l’agroalimentare, come per il manifatturiero o la grande industria.

    Il prosciutto crudo di San Daniele è legato al territorio; idem l’industria Danieli di Buttrio; idem il porto di Trieste, ecc.
    Realtà che nel mondo globale si rendono riconoscibili solo ed esclusivamente grazie al loro rapporto molto stretto con il “locale”. Elimina questo rapporto e diventi un “nessuno”.

    Poi abbiamo il “Grande Veneto” che vorrebbe arrivare al confine con la Slovenia…..ma questo è tutto un altro discorso. La gente lo ha già capito da un pezzo, i politici regionali purtroppo NO!

  31. AnnA ha detto:

    Infatti, Luigi, certo che il nordest esiste, corrisponde circa al Triveneto, ma, nonostante tutti i punti di contatto, non ha l’unitarietà della Ruhr (per cui val la pena l’eccezione), oltre ad essere decisamente troppo esteso, esula dal concetto di capitale della cultura, secondo me.

  32. alpino ha detto:

    Non posso che quotare il Veneziano nel suo post 24 che riassume bene il succo della storia.
    Fortunatamente sono pochi coloro che affermano che il nord est o il triveneto non esistono e per fortuna si fanno passi in avanti affinchè diventi una realtà unica.
    Precisiamo che non c’è nessuna concorrenza spietata fra le realtà commerciali venete e friulane…che vi sia dissidio tra porti ed aereoporti è un altro paio di maniche..
    Buona parte delle imprese friulane lavorano per un indotto generato da imprese venete e friulane molto prodotto finito viene creato in friuli con materia semilavorata proveniente dal veneto, commercialmente le due regioni sono in sinergia ovvero divisione di buona parte dei processi di commercializzazione e lavorazione.
    La rappresentanza spetta solitamente al veneto che ha uno stuolo di agenti di commercio che hanno in carico la vendita nella’area nord est.
    Padova è l’interscambio merci e ortofrutticolo del nord est, molti spedizioneri friulani hanno i loro hangar nella città del Santo.
    Di converso il porto di Trieste è porto commerciale per la materia prima assieme a quello di Monfacone anche per il Veneto..
    Insomma c’è molta sinergia in campo commerciale ed industriale, io per lavoro faccio Padova Gorizia di continuo e vedo quali rapporti sono instaurati tra le due regioni confinanti…
    Ora è ovvio che se qualcuno ancora si nutre sullo scontro Udine Trieste quando mai potremo parlare di Triveneto…

  33. ciccio beppe ha detto:

    Ma CULTURALMENTE parlando cosa ha da proporre il nordest degli ultimi 20 anni?
    La cultura del capannone?
    Quella del mattone?
    Quella del vino?
    Quella della luganìga?

  34. Marisa ha detto:

    Alpino….ti risulta che le provincie di Trento e di Bolzano siano in sinergia con la regione Veneto? A me non risulta. Anzi, la Regione Veneto da sempre vede cassata la sua gran voglia di avere un corridoio autostradale verso nord: un corridoio che dovrebbe passare per il Trentino e il Sud Tirolo, ma da sempre al palo per la forte contrarietà delle due provincie sopra citate.

    Comunque stai confondendo il normale rapporto commerciale tra territori (rapporto che esiste non solo tra Friuli e Veneto, ma anche tra Friuli e Lombardia, e tra Friuli e resto del mondo) e l’esistenza di una realtà omogenea e unitaria chiamata Nord-est.

    Affermare che questa realtà omogenea non esista, mi pare che non sia una eresia, ma solo constatare un dato oggettivo.

  35. massimiliano ha detto:

    aldilà dell’interpretazione che ognuno di noi può dare al concetto di “nordest”, mi sembra giusto ricordare (spero senza scontentare nessuno, o forse tutti, ma tanto è la stessa cosa alla fine), che nell’accezione comune (il linguaggio da telegiornale o da talk-show), il nordest esiste e si manifesta in almeno tre situazioni:

    1 – quando si parla del meteo, in particolare in riferimento “ai venti forti da nordest”, quindi sottintendendo la zona di Trieste e del Carso (sloveno e triestino)

    2 – quando si accenna al problema dell’immigrazione clandestina: in tal caso solitamente si parla del confine di nordest (gorizia e zone carsiche) come il classico colabrodo

    3 – quando si parla di “ricco nordest”: allora si prende in considerazione la provincia di Treviso.

    spero che qualcuno possa proseguire l’elenco, tanto per dire: inutile che ci parliamo addosso, è come ci vedono gli altri che ha importanza per chi decide.

    quindi ha ragione Marisa, ma anche Luigi.
    basta chiedersi quali sono le finalità dell’utilizzo di tale termine (geografiche, politiche, economiche).

  36. ciccio beppe ha detto:

    E il “profondo nordest” (locuzione orrenda) dove sarebbe sito precisamente?

  37. effebi ha detto:

    x legio venetia et histria

  38. Marisa ha detto:

    Scherzi a parte, Aquileia, come realtà culturale (ecclesiastica) multietnica, plurilingue ,millenaria e europea, sarebbe una splendida riscoperta……
    E’ stata un grandissimo esempio di convivenza tra i popoli, nel rispetto delle differenze, che meriterebbe di essere riscoperta e riproposta…

  39. arlon ha detto:

    Posso anche eser d’acordo, ma la cità europea de la cultura xe un altra roba, dai.

  40. ciccio beppe ha detto:

    E poi è così poco “profondamente nordestina”. 😉

  41. Marisa ha detto:

    …non è per nulla “nordestina”! Se poi pensiamo che sono state Roma e Venezia a volerla cancellare….

  42. ciccio beppe ha detto:

    Marisa gli smileys! Era una battuta 😀

  43. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marisa

    Una precisazione, che deriva paro paro dal mio lavoro.

    Tu parli di produzioni legate al territorio, e poi fai gli esempi del prosciutto di San Daniele e della Danieli.

    Questi – secondo te – sarebbero prodotti legati al territorio.

    Ragazza mia, tu veramente non sei mai entrata dentro uno stabilimento di quelli che hai citato! Non hai mai letto un bilancio o un business plan di un’azienda! Tu veramente sei legata all’idea della “fabrichèta” dei Brambilla degli anni ’50!

    Ma da dove credi vengano i prosciutti di San Daniele? Dove sono le porcilaie in Friuli, che reggano la produzione dei 30 stabilimenti di stagionatura?

    Lo sai o no che le cosce dei prosciutti “di San Daniele” provengono da dieci regioni italiane diverse (compreso il Veneto!!!)?

    E secondo te la Danieli dove produce? A Buttrio? A Buttrio produce meno del 20% del totale della propria produzione! Fatti dare un pieghevole dalla Danieli, parla con chi è andato a lavorare nella consociata in Thailandia, e poi mi dirai.

    Sei il consorzio di San Daniele e la Danieli fossero venuti su con la tua mentalità, sarebbero una lontana memoria, altro che “territorio di qua” o “territorio di là”.

    Luigi (veneziano)

  44. Marisa ha detto:

    Luigi…..non ci capiamo!

    Il prosciutto di San Daniele, anche se le coscie dei maiali provenissero dalla profonda Africa…..il PRODOTTO FINALE ha come marchio “San Daniele del Friuli”. Ossia, ovunque nel mondo, questo prodotto viene venduto legato ad un territorio: IL FRIULI e SAN DANIELE!

    Ossia, parliamo di MARKETING! Capito ora?

    M A R K E T I N G !

  45. Luigi (veneziano) ha detto:

    Tu parli a me di marketing…

    Marketing del quale evidentemente hai un’idea assai astrusa, visto che citi come esempio di “marketing del territorio” la Danieli, che è una multinazionale. Come se Danieli vendesse nel mondo col motto “il vero acciaio friulano”…

    Io proprio non riesco a concepire che i pensieri non seguano un filo logico, basato su fatti possibilmente verificabili.

    Non riesco proprio a concepire che uno possa dire una cosa e poi dirne un’altra contraria dopo cinque minuti, cercando di dimostrare che c’entri con quella che ha detto prima.

    Scusami, ma è proprio più forte di me.

    L.

  46. Luigi (veneziano) ha detto:

    E poi adesso voglio farti un po’ ridere.

    Sai alcuni dei 30 produttori del San Daniele – regolarmente consorziati – chi sono?

    Senti questi nomi:

    Brendolan – Sede principale a Lonigo (VI)
    King’s – Sede principale a Sossano (VI)
    Levoni – Sede principale a Castellucchio (MN)
    Negroni – Sede principale a Quinto (VR)

    Pensa quanta friulanità trasudano questi qui, e pensa come il mondo che ti circonda è diverso da come lo immagini…

    L.

  47. Richi ha detto:

    A mio avviso il “Nordest” come realta’ unitaria non esiste. Nulla contro veneti, friulani, sud tirolesi e altri, per carita’: li rispetto parecchio e sento vicini, ma abbiamo differenze e storie diverse.
    I problemi di Udine e Codroipo sono diversi da quelli di certe valli carniche dove vi era parecchia carenza di lavoro fino a pochissimi lustri fa.
    Cosi’ come appunto farebbe ridere parlare di “opulento e ricco Nordest” in televisione inquadrando anziche’ alcune ville sui colli euganei, certe periferie di Trieste.
    Inoltre Venezia, Trieste, Udine e Bolzano benche’ abbastanza vicine tra loro hanno tutte una lunga storia individualissima.

    A mio avviso si parla di Nordest solo perche’ il 95% di queste terre era poverissimo (la provincia italiana con piu’ emigranti fu Udine e la regione che ne diede di piu’, nel secolo dell’emigrazione italiana, tra il 1876 e il 1976, fu il Veneto) fino a pochi decenni fa e poi, lavora e lavora, e’ divenuto un polo industriale tra i piu’ produttivi al mondo negli anni novanta. Il cosiddetto “miracolo del Nord Est” insomma.

    In ogni caso se Venezia si becca il posto sono pure contento, e’ una bella citta’ anche se troppo maltrattata.

  48. jacum ha detto:

    aldilá delle polemiche su cosa sia il triveneto o in nordest, venezia ha le carte in regola per essere capitale culturale del 2019.

    é vero anche che é molto maltrattata e poco curata. non riesco a capire come, con tutti i milioni di turisti che ci vanno, sia in queste condizioni.

    ho visitato venezia, e mi é sembrata sporca, trasandata e poco riverita.

  49. Marisa ha detto:

    Una riflessione su Venezia.

    E’ certamente una splendita città ma ha anche un grandissimo problema: TROPPI TURISTI.

    Come Luigi certamente potrebbe ben spiegarci, più volte a Venezia si è cercato di trovare una soluzione al problema “troppi turisti”. Hanno persino pensato al numero chiuso e alla “prenotazione” preventiva.

    Ora, essere “città della cultura” significa soprattutto incentificare il turismo. Cosa di cui Venezia non ha alcun bisogno, infatti ha il problema opposto essendo ammalata da troppi turisti. Problema che ha anche Firenze.

    Qualcuno mi spiega come si conciglia il problema veneziano “troppi turisti” con l’aumento del turismo che inevitabilmente provoca l’essere dichiarati “città della cultura”?

    Diverso il caso di una città come Matera che ha necessità di incentivare il turismo e di far conocere il grande patrimonio dei “sassi di Matera”……

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