1 Marzo 2010

Ritratto di un professore emerito: Sergio Bartole

Ritratto non istituzionale di un uomo antiretorico. – di Lorenza Masè

Trieste. Sergio Bartole, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Trieste fino al 2009, il 19 febbraio è stato nominato professore emerito dal Ministro dell’Istruzione e dell’Università Mariastella Gelmini.
I rumors universitari lo definiscono “dal carattere difficile, ma dotato di grande onestà e rigore intellettuale”. Noto per la sua irascibilità e, si mormora, con un senso dell’umorismo del tutto particolare. “Una volta a lezione è suonato un cellulare – ha raccontato un’ex studentessa – ci aspettavamo che Bartole inveisse, invece ha detto soltanto di non potersi alterare, perché ormai i telefonini squillano anche in chiesa”.
Per alcuni aspetti rimane però un docente all’antica. “Un Professore della vecchia scuola come l’Università non ne sforna più – ha aggiunto una laureata in Giurisprudenza – il suo corso di diritto costituzionale comparato è stato il più bello che ho seguito nei cinque anni”. Anche se gli ex studenti hanno segnalato la percezione di una certa distanza nel rapporto con l’illustre costituzionalista. Per certi versi inavvicinabile, ma il distacco formale ha sempre sottinteso un profondo rispetto. “Dietro le mie più belle esperienze universitarie e fuori dal mondo accademico c’è sempre stato un suo consiglio”. Dunque, il Maestro veglia silenzioso sui suoi allievi.

Nel passaggio alla riforma del 3+2, al luminare è capitato che uno dei suoi corsi – Giustizia Costituzionale – non risultasse obbligatorio né per i giuristi del Vecchio Ordinamento né per quelli del Nuovo. Così il docente che all’epoca era anche Presidente dell’Associazione Costituzionalisti Italiani, si è ritrovato a tener lezione per due soli studenti. Senza batter ciglio e per niente offeso nell’amor proprio, la star internazionale del diritto ha declamato la materia come se in aula ad ascoltarlo ci fossero 800 persone, dimostrando grande dedizione per l’insegnamento. Pietro, dottorando di Giurisprudenza, racconta del Maestro: “Non ha mai smesso di studiare e quando il prof. Bartole si dedica a questa sua attività quotidiana, nessuno può disturbarlo”. “Mi ha insegnato – ha proseguito l’allievo – a considerare il diritto un fenomeno complesso e dinamico, non semplicemente un modellino astratto”.
Ultima prova della sua generosità nei confronti degli studenti e dell’istituzione universitaria: Bartole ha deciso di cedere in comodato al nostro ateneo parte della sua biblioteca personale. Dunque, il ritratto informale ha confermato l’illustre costituzionalista, nato a Genova nel 1936 da famiglia triestina, degno del titolo appena ricevuto. L’appellativo che ricorre nei racconti dei giuristi per il professore emerito è quello di Maestro.

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Un commento a Ritratto di un professore emerito: Sergio Bartole

  1. pier ugo ha detto:

    Confermo tutte le caratteristiche che contraddistinguono l’esimio Professore Sergio Bartole: mio professore di Filosofia del Diritto e ovviamente di Diritto Costituzionale. Un aneddoto: correva l’anno 1985 e noi “freschi” e irrispettosi neodiplomati, iscritti a Giuriprudenza, seguivamo con più o meno attenzione le lezioni del Professore. Pieni di timore riverenziale verso l’istituzione accademica lì rappresentata cercavamo di sfuggire alle Sue domande, ricorrenti nel corso delle lezioni, rifungiandoci ai lati delle lignee sedute dell’aula Venezian. Ovviamente lì nascosti non fermavamo i nostri discorsi tutt’altro che giuridici. Lui, infastidito dal brusio, scendeva dalla cattedra e ci stanava per poi pubblicamente interrogarci, con, ahimè, poco significativi nostri risultati. In compenso ciò forgiò la nostra capacità e maturità di studenti consentendoci a gran parte di noi di ottenere ottimi risultati agli esami del Professore e poi anche alla laurea.

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