25 Febbraio 2010

Lunedì 1 marzo: sciopero degli stranieri e degli étrangers

Trieste “Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in ltalia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?”
Sono le domande lanciate sul sito che promuove lo Sciopero del 1 marzo. L’iniziativa, lanciata su internet già lo scorso ottobre, si ispira a un simile movimento francese chiamato “La journée sans immigrés: 24h sans nou” (la giornata senza immgrati: 24 ore senza di noi, ndr). E’ organizzata in comitati locali, sparsi in tutta Italia. Di questi uno è stato organizzato a Monfalcone e un altro a Trieste.

Numerose le iniziative proposte nel capoluogo giuliano che coprono tutto l’arco della giornata. Si inizia alle 10, in piazza Cavana, con “performances artistiche, musica e controinformazione”. Alle 15 la manifestazione si sposta in piazza San Antonio dove verrà promossa l’attività “Tieni pulita Trieste”: l’idea degli organizzatori è di “armarsi” di pittura e pennello per andare a cancellare dai muri cittadini le scritte razziste. La manifestazione vera e propria, invece, partirà alle ore 17 da piazza Ponterosso. Infine, gran finale nella nuova sede dell’Etnoblog, in riva Traina 1, con cibo, video, concerti e testimonianze di vita.
I manifesti che pubblicizzano l’evento sono tradotti in altre due lingue (inglese e francese, oltre all’italiano) con l’idea di coinvolgere più stranieri possibile. Anche se gli organizzatori chiariscono dal sito: “Stranieri non tanto dal punto di vista anagrafico, ma perché estranei al clima di razzismo che avvelena l’Italia del presente. Autoctoni e immigrati, uniti nella stessa battaglia di civiltà”.
A livello locale, hanno già aderito le sigle sindacali COBAS e dell’USI/AIT con tutte le categorie, pubbliche e private, per l’intera giornata di lunedì. Tuttavia, l’alternativa suggerita dai promotori a qualsiasi lavoratore, indipendentemente se iscritto o meno al sindacato, è di aderire simbolicamente attraverso lo “sciopero bianco”. Devolvendo la giornata di lavoro, o parte della paga giornaliera alle associazioni, enti, poliambulatori, cooperative che si occupano di immigrazione.

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24 commenti a Lunedì 1 marzo: sciopero degli stranieri e degli étrangers

  1. cagoia ha detto:

    sciopero de cossa?
    nissun che zercherà de rifilarme giornaleti co giro pel centro?
    nissun sconosciuto che zercherà de fermarme col ormai classico “ciau amico”?

  2. Erika ha detto:

    Nisun che porta naranze in zadruga? Bon, dei, se pol viver, senza naranze, per un giorno. Magari per due setimane de sciopero a novembre me incominciassi a girar un poco le bale, perchè a novembre, se sa, gavemo bisogno de vitamina C.

  3. ciccio beppe ha detto:

    Gli spacciatori algerini sono roba del millennio scorso. Aggiornati.
    Ormai la droga gira solo in parlamento.

  4. Roberto Zolia ha detto:

    no se sa se rider o pianzer… a mi me par che el razismo xe ala riversa, finiremo come i serbi in kosovo

  5. marco ha detto:

    Certo che a leggere i primi sei commenti viene proprio voglia di aderire alla giornata del 1 marzo.

    xCagoia: vorrei vedere se fossi tu a passare tutto il giorno in strada a cercare di vendere giornaletti e accendini quanta voglia di scherzare avresti. Lo so che spesso sono invadenti, ma il loro è un lavoro regolare con regolare licenza di vendita, e questo dimostra almeno la buona volontà di fare un lavoro nel rispetto delle leggi (non si parla tanto che devono rispettare le leggi del paese che li ospita?). Cmq vorrei vedere te in strada tutto il giorno…

    xAlpino: ma lo leggi Il Piccolo? Gli ultimi arresti di spacciatori (quelli seri con quantità da veri spacciatori) sono tutti italiani, in ultimo l’italico pensionato con un etto di coca a casa. Poi non dubito che fra i “dettaglianti” si trovino persone di tutte le razze, ma son sicuro che gli italiani non mancano (e quando digo sicuro intendo dir che son sicuro sicuro)

    x Roberto Zolia: spiegami com’è che ti appare che il razzismo sia alla rovescia? Un italiano deve risiedere da sei anni in regione per accedere alle case popolari? Uno studente universitario italiano deve essere in Italia da almeno cinque anni per poter accedere all’Erasmus? Uno studente universitario italiano la sua borsa di studio la riceve in due comode rate (dicembre-giugno) o solo a giugno come gli studenti stranieri? Un lavoratore italiano se ha problemi sul lavoro ha paura di lamentarsi perchè senza il contratto di lavoro gli viene praticamente revocato il permesso di stare in Italia?
    Dai su…potrei continuare con un sacco di esempi riguardo l’accesso alle scuole comunali, agli assegni sociali….
    Non diciamo sciocchezze, qui in questo paese il motto “prima agli italiani” è perfettamente attuato.

    Certo che però cinquanta anni fa quando questo trattamento lo subivamo noi all’estero eravamo pronti a gridare al razzismo…

  6. Marco ha detto:

    Oh…sono scomparsi i commenti di Alpino…

  7. alpino ha detto:

    no bel mio son qua son qua domani te comento no sta ver pensier dormi tranquillo desso scampo perchè go l’acqua de la pasta ke boie

  8. Bibliotopa ha detto:

    Io vorrei invece che la Redazione mi spiegasse, riguardo al titolo, che differenza trova fra stranieri ed étrangers, che in francese significa letteralmente stranieri.

  9. marco ha detto:

    xAlpino: prenditela pure comoda che mi dormo tranquillo da anni

  10. bulow ha detto:

    @cagoia

    prova a fare un giro per le fabbriche del nordest, prova a vedere chi costruisce navi a monfalcone, prova a vedere quanti anziani sono assistiti da donne straniere, prova a vedere chi racccoglie la frutta dagli alberi, dalla calabria al trentino. prova a vedere chi lavora nei cantieri stradali, nell’ edilizia, nella ristorazione. chiedi a conferma a milic, che ha dati di prima mano: il 10% del pil in italia e’ prodotto da lavoratori immigrati.

    mai sentito il motto “niente tasse senza rappresentanza”?

    @bibliotopa

    “étranger” credo che sia usato nel significato di “estraneo”, per indicare chi, pur non essendo straniero, si sente estraneo al clima di xenofobia che si respira in italia.

  11. ciccio beppe ha detto:

    Ma che gusto si prova a prendersela con la povera gente?

  12. bulow ha detto:

    @ ciccio

    beh, il razzista, invece che sentirsi una merda qualunque, si sente una merda italiana. son soddisfazioni.

  13. cagoia ha detto:

    i stranieri che lavora onestamente continuerà a farlo anche el 1 marzo.
    farà scipero quei che vien qua pensando che tuto ghe sia dovudo senza far una mazza, i delinquenti (…no, forsi no, lori continuerà a delinquer) e i tagliani che ghe marcia su ste storie.

  14. bulow ha detto:

    cagoia, una domanda: quando c’e’ sciopero, diciamo, dei ferrovieri, o dei metalmeccanici, o dei tranvieri, anche in quel caso secondo te le persone oneste non scioperano?

  15. ciccio beppe ha detto:

    Ne deduco: quelli che il 1° marzo scioperano sono stranieri che lavorano disonestamente.
    Ma se lavori disonestamente cosa cavolo scioperi a fare?
    Se sarà uno sciopero dei disonesti allora magari lo facessero ogni giorno!

  16. bulow ha detto:

    no no, ciccio, qui evidentemente c’e’ l’ idea che lo sciopero e’ di per se’ una cosa cattiva. lo dice sempre anche il nostro grande timoniere: i lavoratori devono lavorare. quelli che scioperano sono dei fannulloni.

  17. cagoia ha detto:

    vederemo lunedì.
    per mi de sto sciopero no se acorzerà nissun.
    per voi evidentemente ghe sarà un blocco totale dele attività…
    vederemo.

  18. bulow ha detto:

    cagoia, non ho mai detto che ci sara’ un blocco totale delle attivita’. anzi, credo che difficilmente lo sciopero avra’ successo. il motivo e’ che molti lavori sono a tempo determinato. scioperando, il lavoratore rischia di perdere il posto, e per un immigrato questo significa perdere il permesso di soggiorno. quindi molti lavoratori immigrati non sciopereranno per paura di perdere il permesso di soggiorno. col che si dimostra la natura profondamente reazionaria e antisindacale di tutta la legislazione sull’ immigrazione. tale legislazione infatti tiene costantemente sotto ricatto i lavoratori immigrati, impedisce loro l’ azione sindacale e li costringe ad accettare condizioni di lavoro peggiori e salari piu’ bassi. questo ovviamente ha conseguenze negative anche per i lavoratori italiani, che sono costretti a loro volta a competere al ribasso sul salario. cio’ che tiene in piedi la baracca e’ proprio il razzismo: i lavoratori italiani godono a vedere gli immigrati trattati come merde, e con questo atteggiamento si fottono da soli.

  19. cagoia ha detto:

    Xe una situazion che ghe fa comodo a tanti.
    Ai imprenditori che ga forza lavoro a basso prezzo e anche ala sinistra che se vedi arivar in casa una valanga de nullatenenti e nullafacenti senza arte ne parte ma che xe potenziali elettori anche se se sa benissimo che el paese no xe in grado de darghe lavor a tutti. E in fondo ghe convien anche ai leghisti perchè i pol ergerse a difesa dei autoctoni fazendo finta de far qulcossa per risolver i problemi.
    In situazioni de conflitto, al solito, xe i estremi che ghe guadagna.
    Mi propendo per el model canadese. Una lista de lavori che richiedi ocupazion e quindi un numero controllado de persone che pol immigrar, che se se impara la lingua e se adegua e accetta la cultura del paese che li ospita.
    Ma el canada xe un paese ordinato…

    Cussì nasserà solo che casini.

  20. bulow ha detto:

    scusa cagoia, ma guarda che gli immigrati non hanno diritto di voto. quindi il tuo discorso sulla sinistra che ricaverebbe vantaggi dall’ immigrazione non regge. anzi, a dirla tutta la sinistra ha avuto solo che grane dall’ immigrazione, perche’ il populismo xenofobo della lega e dello stesso berlusconi sono molto difficili da contrastare. e inoltre e’ tutto da dimostrare che gli immigrati darebbero il loro eventuale voto alla sinistra. ad esempio la comunita’ serba e’ piu’ orientata verso la lega, e difficilmemte un islamico osservante darebbe il suo voto a una femminista come la bonino o a un gay come vendola.

    sul fatto poi che gli immigrati siano tutti nullatenenti e nullafacenti, ti rimando al mio commento n.10.

  21. delle ha detto:

    @ Bibliotopa:
    penso la redazione si riferisse a L’étranger di Albert Camus. In cui essere stranieri è una condizione esistenzaile più che anagrafica.
    che poi è il significato recepito da bulow.

  22. cagoia ha detto:

    tanto per chiarir, no son contrario ai stranieri in quanto tali, ma solo a verzer le frontiere in modo indiscriminato tirando dentro anche gente che el paese no xe in grado de accoglier e mantegnir.
    Me sembrassi più utile aitar i paesi in via de sviluppo per far in modo che i stranieri possi gaver una vita dignitosa e un lavor nel loro paese.
    Supponemo che accogliemo tuti i albanesi in grado de lavorar quindi tra i 20 e i 45 anni.
    Che bei e che boni che semo… se sentimo anche in pase cola coscienza.
    Ma in albania chi resta? veci donne e fioi.. e che futuro pol costruirse quel paese in ste condizioni?
    No saria più opportuno un piano de investimenti per crear posti de lavor la de lori? (ala fine costassi anche meno) E se i albanesi vol vignir qua i se ciapi l’aereo e lo fazi comodamente per turismo? –
    Però xe una roba che no se farà ami perchè ghe convien a nissun.

    Se per voi questo xe razismo, xe un problema vostro.

  23. Bibliotopa ha detto:

    Commento n 21 capisco, per me l’étranger richiamava piuttosto una canzone di Edith Piaf

  24. bulow ha detto:

    cagoia, tanto per chiarirci: in italia nessuno fa elemosine agli immigrati, nessuno li mantiene. si mantengono da soli lavorando, e come ho gia’ detto producono il 10% del pil nazionale. se per te va bene che chi lavora e paga le tasse non abbia diritti politici, sociali e sindacali, mi piacerebbe poter dire che e’ un problema tuo. ma purtroppo non e’ cosi’. quindi àrmati di pazienza, e sopporta questi lavoratori brutti, sporchi e cattivi, che con gli scioperi e l’ azione sindacale cercano di trovare la loro strada verso l’ emancipazione, proprio come fecero i nostri nonni tanto tempo fa.

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