”L’evasione in Friuli Venezia Guiulia è superiore ai 2 miliardi di euro l’anno”. E’ la denuncia del segretario regionale della Cisl, Giovanni Fania, nel corso della presentazione della manifestazione sul fisco che si terrà sabato a Monfalcone.
La Cisl ritiene necessario, per recuperare le imposte da quanti le evadono, un ”Patto per il fisco”, che veda coinvolte tutte le categorie economiche e le parti sociali, ma anche le istituzioni. Da qui l’invito al governatore della Regione Renzo Tondo affinchè ”coinvolga anche il sindacato nel confronto con il Governo sulle compartecipazioni alle pensioni”.
La fotografia reddituale del Fvg. Su un campione rappresentativo (fonte: Caaf Cisl) di 103mila contribuenti, suddivisi tra pensionati (44.968), lavoratori a tempo indeterminato (51.785) e a tempo determinato (4.746) emergono appieno le difficoltà, sotto il profilo reddituale.
Così, ad esempio, basti pensare che 16.026 lavoratori a tempo interminato, dei 32.583 che hanno un’abitazione in proprietà, vantano interessi per mutui ipotecari, vale a dire l’86,2%, mentre solo il 2,5% dei lavoratori a tempo determinato è proprietario di un immobile. Se sotto il profilo del “tetto”, i pensionati soffrono di meno (la percentuale dei mutui è decisamente bassa), un dato significativo che li riguarda attiene ai “figli a carico”: ben il 17,7%, infatti, ne ha uno, percentuale che scende al 4,3 nel caso di due figli e del 3% per più di due.
Quanto, invece, alle fasce di reddito, quella che registra il più alto numero di contribuenti è la fascia compresa tra i 17mila 501 euro e i 20mila euro, seguita a distanza ravvicinata dalle fasce immediatamente precedenti e successive, in una forbice che va chiudendosi nei range più elevati, con una punta, però, di 205 contribuenti oltre i 100mila euro. Una fascia – quella dai 17mila 501 euro ai 20mila euro – in costante crescita dal 2006, con un incremento dal 2007 al 2009 del 6%, anche se ad essere cresciuti di più sono i range estremi: i redditi bassi o senza reddito e quelli superiori ai 75mila euro.
La fotografia economica vede il numero maggiore di contribuenti (48.424) tra gli addetti della Pubbliche amministrazioni, della difesa e delle assicurazioni, con un reddito medio nel 2009 pari a 20mila 473 euro, seguiti a distanza dalle attività manifatturiere. Interessante è analizzare le età rapportate alle fasce di reddito: come, infatti, si può notare nelle tabelle in allegato, più si sale nelle fasce di redito, più si stringono i numeri dei contirbuenti, soprattutto per quanto riguarda i pensionati ed i giovani, ma non solo i giovanissimi, anche i quarantenni alle prese con la precarietà del lavoro.
La mobilitazione di sabato 27 riguarderà la riforma del fisco, “con l’obiettivo prioritario di abbassare le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati”.
Dalle 9.30 al Kinemax di Monfalcone sono attesi oltre 400 delegati, per un convegno sul tema del fisco che vedrà coinvolte tutte le categorie economiche della Regione: Confindustria, Api,Confartigianato,
I perchè della riforma. L’Italia presenta la più alta tassazione sul lavoro tra i Pesi Europei, ovvero il 44,9% a fronte della media Ue del 37,8%. In Germania e Francia le tasse sono già state tagliate con successo rispettivamente di 24 e 12 miliardi.
I perchè del Sindacato. “Tagliare le tasse ai lavoratori, ai pensionati e alle imprese – spiega Fania – significa, specialmente in un periodo di crisi come quello attuale, aumentare la capacità economica delle famiglie, creando un meccanismo virtuoso per il rilancio dell’economia e dei consumi, scesi del 70%”. «Basta con le promesse, adesso deve finalmente arrivare la riforma. Un fisco più giusto e più semplice, per uscire dalla crisi meglio di come ci siamo entrati: dipendenti e pensionati continuano a sostenere la gran parte degli oneri di un sistema fiscale che, così com’è, non regge più». «È necessario un patto politico per aprire una discussione seria con tutte le parti sociali, perché è interesse di tutti rinnovare e rendere più giusto e gestibile il sistema tributario, anche a livello locale».
Le sei mosse della Cisl per riformare il fisco Sei punti-chiave rimbalzano con forza anche dal Friuli-Venezia Giulia, a partire dalla riduzione dell’imposta sul reddito personale per incrementare salari e pensioni, con la diminuzione delle aliquote e l’aumento delle detrazioni per lavoratori dipendenti e pensionati, che assieme dichiarano, anche in regione, addirittura il 91,5% dei redditi complessivi ai fini Irpef/Ire. Il secondo passaggio, invece, è quello di rendere strutturale e migliorare la detassazione dei premi erogati tramite i contratti collettivi aziendali e territoriali, facendo in modo che la contrattazione di II livello diventi la seconda gamba sulla quale sostenere la retribuzione dei lavoratori. Risulta, poi, indispensabile imprimere forza alla lotta contro l’evasione fiscale (100 sono i miliardi, pari al 20% del Pil, ogni anno sottratti) anche ripristinando la tracciabilità dei pagamenti; alleviare il peso del fisco sulle imprese più meritevoli che investono e non riducono la base occupazionale e spostare il peso del fisco sui patrimoni e sulle rendite finanziarie. Ultimo, ma non ultimo, sostenere la famiglia con un Nuovo Assegno Familiare, declinato anche su base regionale. Le iniziative di domani saranno le prime di un pacchetto che la Cisl Fvg promuoverà sul territorio a sostegno di lavoratori e pensionati.
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