Il Pd goriziano propone la creazione di un Punto nascita unico attraverso l’aggregazione dei servizi presenti al San Giovanni di Dio di Gorizia e all’ospedale di Šempeter.
Ecco l’intervento del segretario del Pd di Gorizia, Giuseppe Cingolani, in seguito all’incontro con il direttore del nosocomio di oltreconfine, Silvan Saksida.
“I tempi sono maturi: nuove feconde prospettive si possono aprire per il nostro punto nascite e per tutta la sanità isontina attraverso la collaborazione con il vicino ospedale sloveno di Šempeter. È quanto abbiamo verificato in un nostro recente incontro con il dottor Saksida, il direttore dell’ospedale sloveno, che si è detto disponibile ad avviare immediatamente un dialogo concreto con gli interlocutori istituzionali italiani.
A Šempeter c’è un punto nascita che ospita quasi novecento parti all’anno, con un servizio di pediatria e uno di anestesia attivi 24 ore su 24, e quindi la possibilità del parto indolore in qualsiasi momento. È persino presente un servizio di neonatologia di primo livello, capace di affrontare anche chirurgicamente le complicazioni e le emergenze che insorgano per il bambino durante o subito dopo il parto.
I punti nascita di Gorizia e Šempeter sono quindi per molti aspetti complementari. Noi infatti non abbiamo la neonatologia e l’anestesista per 24 ore, ma offriamo la possibilità del parto in acqua e dei corsi pre-parto in piscina, che mancano a Šempeter. Nel nosocomio sloveno è molto alto il numero di nascite, ma il personale medico scarseggia, al contrario di quanto avviene da noi. Considerato tutto ciò, lo stesso Saksida sostiene che ci guadagneremmo tutti da una piena integrazione di prestazioni e di personale tra le due realtà: i punti nascita insieme garantirebbero 1.200 parti all’anno, un ottimo numero per gli standard internazionali, anche per quanto riguarda la sicurezza. Tutto sarebbe facilitato dal fatto che l’80% del personale di Šempeter parla italiano.
La collaborazione, tra l’altro, favorirebbe quella economia di scala tanto auspicata dalla nostra Regione: miglioramento della qualità, razionalizzazione e riduzione delle spese.
Il direttore sloveno ha citato alcuni esempi tra le numerose opportunità d’integrazione fra i due ospedali: i pazienti sloveni potrebbero venire a Gorizia ad effettuare gli interventi alle paratiroidi, risparmiandosi il viaggio e la permanenza a Lubiana; dall’Isontino potremmo recarci a Šempeter per la microchirurgia della mano, evitando di andare a Pordenone.
Collaborazioni come queste sono oggi valorizzate e incentivate dall’Unione Europea, proprio perché mirano ad elevare la qualità di vita dei cittadini, aumentando l’accessibilità dei servizi sanitari ed evitando spostamenti che spesso creano notevoli difficoltà alle famiglie e ai pazienti, specie se anziani.
Le opportunità concrete di collaborazione tra gli ospedali di Gorizia, Monfalcone e Šempeter riguardano vari ambiti, anche in continuità con gli ultimi progetti Interreg realizzati: pronto soccorso-emergenza, cardiologia, rianimazione, neurologia, odontostomatologia, ortopedia, dialisi…
Per rendere possibili gli scambi di prestazioni sarebbe necessario un accordo che coinvolga il Ministero sloveno, dato che i loro ospedali dipendono direttamente da Lubiana. Ma Saksida si è detto molto fiducioso sulla disponibilità del Ministero a questo riguardo.
Ci auguriamo che il nuovo direttore generale dell’Azienda isontina, Cortiula, voglia, corrispondere alla disponibilità dimostrata da Saksida, e che la Regione lo sostenga”.
ok, ma i nati a Sempeter a chi vanno in carico, anagraficamente? A Slovenia o Italia? Ottenere un certificato da uno stato estero non è mai semplice neanche ai tempi dell’UE.
tra unpo i stati cadranno e avremmo solo cittadinanza eu
Finalmente proposte serie e intelligenti!
Devo dire che mi piace molto come iniziativa…
Sarebbe bello sentire il parere delle giovanni donne.
Siamo qua…
Sono completamente d’accordo (più o meno giovane donna, ancora in grado di procreare).
Risulterebbero nati molti italiani in Slovenia. In Slovenia vige lo ius solis o lo ius sanguinis?
Stefano(l’altro) ha pienamente ragione, sloveni o italiani?
Magari a qualcuno interessa aver chiarezza.
Appoggio pienamente l’iniziativa di collaborazione
Guglielmo….ovunque in Europa i figli hanno la cittadinanza del padre.
Non so come funziona nel caso di genitori con cittadinanza diversa. I figli “dovrebbero” poter ottenere la doppia cittadinanza: quella del padre subito per legge. Quella della madre su richiesta.
il mio quesito era puramente tecnico e non etnico, per il resto ogni forma di collaborazione che alzi i livelli di prestazioni ed abbassi i costi è pienamente gradita.
Voglio nascere italiano.
Nulla contro gli sloveni, ma sono orgoglioso di essere italiano e voglio che i miei figli siano italiani.
Poi spero che l’E.U. non incarni solo il sinistro sogno politico dell’Unità…
Per i nati all’estero è necessario fare la trascrizione, presentando al Comune di residenza l’atto di nascita redatto su modello internazionale (http://www1.comune.gorizia.it/ufficinew/sd/stc_trascrizioni_asc_estero.html).
Quando è nata mia figlia all’Ospedale Civile di Gorizia, 12 anni fa ( era forse il Medio Evo?), non era presente in sala parto nè ginecologo, nè pediatra. Sono stati avvertiti telefonicamente. Una seconda telefonata ha avvisato il primo che non c’era più bisogno, perchè il parto si era concluso felicemente e non c’era più bisogno del suo intervento. Quindi niente visita alla puerpera, nè prima, nè durante, nè dopo. Se questa situazione si fosse potuta evitare recandoci a San Pietro, pensate non l’avremmo fatto?
è questa la cooperazione transfrontaliera di cui abbiamo bisogno… : )
non quella che realizza progetti che accontentano solo un po’ di tecnici e burocrati locali, no?
ma al burlo di trieste accade giaà qualcosa del genere “rovesciato” ?
chiedo senza polemica, solo una curiosità per capire le eventuali reciprocità
forse nel frattempo le cose sono cambiate, ma qualche anno fa mi informai presso l’spedale di postojna.
per i non residenti (ancorchè cittadini sloveni) tutte le prestazioni erano a pagamento, eccetto le emergenze (1.000 € circa per parto e successiva degenza).
All’ospedale di Padova vengono a curarsi moltissimi croati, anche famosi come il cantante Arsen Dedic. Generalmente vengono per le prestazioni di alta chirurgia.
Esiste poi una convenzione per cui è il sistema sanitario croato a pagare le prestazioni.
La cosa è nata anche per il fatto che in quell’ospedale lavora la dottoressa croato/dalmata Nela Sršen, creata in seguito console onorario per la Croazia dal presidente Mesic.
Luigi (veneziano)
Io personalmente ho fruito di diverse prestazioni sanitarie all’Ospedale di San Pietro (Otorinolaringoiatria) e devo dire di essere rimasto molto soddisfatto; continuerò ad andarci; se poi si avverasse (finalmente) il progetto sanitario transfrontaliero, beh, forse per la prima volta potremmo dire di essere stati i precursori in Europa
purtroppo, per la miopia di qualche politico che ancora adesso a distanza di anni non ama molto “l’etnia slovena”, il progetto rimarrà sempre e solo un progetto sulla carta