Continua il nostro viaggio nella “Trieste a pezzi”, quella meno bella da vedere, quella che noi vorremmo cercare di migliorare. Come già detto nella prima puntata, Trieste è una bellissima città, ma qua e là presenta delle rughe che si presentano sotto forma di sporcizia, abbandono, intonaci poco sicuri, disagi per i pedoni. Per cercare di porre rimedio a tutto ciò bisogna innanzitutto portare allo scoperto queste brutture e il vostro contributo è fondamentale. Per questo vi chiediamo di inviarci le vostre foto a redazione.trieste@bora.la. Ci premureremo di far arrivare le vostre segnalazioni al Sindaco, per illustrargli la situazione in cui versano certi angoli della nostra città.
C’è una zona di Trieste che un tempo doveva essere bellissima, e che adesso è lasciata all’ abbandono e al degrado più totale. Stiamo parlando di quell’ area che si trova tra viale Ippodromo e via Settefontane e ha per punto di riferimento il palazzo Sadoch. Proprio questo edificio, opera dell’ architetto triestino Romano Boico, ed ex sede dello stabilimento cartografico Sadoch, è il simbolo della fastiscenza della zona. La sua storia recente è strettamente legata alla disgraziata avventura dell’ immobiliarista ed ex Presidente della Triestina, Flaviano Tonellotto, che il 23 dicembre 2004 sottoscrisse un contratto preliminare per l’acquisto dell’ area. La Ipg, società di sua appartenenza non riuscì però mai a trovare i soldi per saldare il conto con la Art 2000, la società che era in possesso del lotto, che intraprese le via giudiziarie per ottenere la risoluzione del contratto. Nel frattempo però Tonellotto aveva già cominciato a demolire consistenti parti della fabbrica. Quel che rimane è un enorme palazzo lasciato al suo destino, con un rischio di crolli rilevante. Una signora incontrata sul posto, dopo aver lanciato i suoi strali contro Tonellotto, ha avanzato il sospetto, peraltro diffuso che dentro il palazzo ci siano ancora tracce di amianto. La Art 2000 ha più volte smentito questa ipotesi affermando che Tonellotto aveva fatto effettuare una bonifica verificata dall’ Azienda Sanitaria.
Questo è palazzo Sadoch.
La situazione più critica dell’ area è sul versante di via Pollaiuolo. Questa strada è chiusa al traffico ormai dal 1995, a causa dell’ instabilità degli edifici che vi si affacciano. Una complicata questione di eredità ha bloccato la cessione di uno degli stabili pericolanti al Comune, cosicchè la situazione è in perenne standby, per l’ esasperazione degli abitanti.
L’ interno dell’ area è, se possibile, ancora peggio.
(Foto di Bora.la)
+++ Qui la prima puntata di Trieste a pezzi +++
+++ Qui la seconda puntata di Trieste a pezzi +++
+++ Qui la terza puntata di Trieste a pezzi +++
La conosco bene la zona, perché dal 1981 fino a metà anni ’90 ci ho vissuto in quella via.. ed era davvero una via bellissima, trafficata ed attiva (c’erano pure un ufficio e ben due meccanici. uno di essi era il famoso scultore Zol.. sto parlando ovviamente degli anni ’80). Tutti i miei ricordi di infanzia e di adolescenza sono legati a queste zone e mi piange il cuore vederle ridotte così (anche se per fortuna viale Ippodromo e zone attigue si mantengono comunque, entro più che buoni standard di vivibilità.. diciamo che il problema vero, per adesso, è circoscritto a via Pollaiuolo e intorno all’area Sadoch) Da quando chiuse la cartiera, pian piano il degrado iniziò ad avanzare.. un vero peccato!!!