12 Febbraio 2010

Ex Aquila e scalo legnami a Trieste, vecchio cotonificio a Gorizia: bombe a orologeria a causa dell’amianto

Ogni anno in regione 60 persono muoiono di mesotelioma pleurico. Il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni maggiormente colpite dalle patologie absesto-correlate: con queste preoccupanti premesse si apre la quarta conferenza regionale sull’amianto, svoltasi alla Stazione Marittima di Trieste.

Il capoluogo e la provincia di Gorizia (in particolar modo Monfalcone) godono del triste primato nazionale, ex aequo solo con Genova e La Spezia, per ciò che riguarda gli affetti da mesotelioma pleurico, con livelli tre volte superiori rispetto alle media nazionale.

Per la dottoressa De Zotti, responsabile del registro mesoteliomi, non si può parlare di un miglioramento avvenuto, né prevedibile, in relazione alle diagnosi di mesotelioma, come conferma “l’andamento altalenante dei dati”, inoltre studi scientifici prevedono che il picco dei casi verrà raggiunto intorno al 2015.

Maria Giovanna Munafò, membro della commissione ed organizzatrice della sorveglianza sanitaria regionale, chiarisce ulteriormente il problema: “Sono 8400 gli iscritti al registro esposti amianto, di questi 5072 hanno una malattia professionale riconosciuta”, 2877 di essi sono residenti nella provincia di Trieste e 1321 nella provincia di Gorizia.

Per quanto riguarda invece lo smaltimento illecito del materiale contenente amianto, nella nostra regione esistono 67 discariche abusive, e varie sono le segnalazioni di smaltimento abusivo verso la Slovenia.

Dal punto di vista dello smaltimento i lavori di ampliamento della discarica di Porcia, operativa dal 2008, risultano rilevanti, ma comunque non sufficienti. Gran parte del materiale viene spedito in Austria, e a livello nazionale verso la Lombardia. I problemi principali delle discariche, “buchi neri sulla superficie terreste”, riguardano il rapporto con la popolazione, secondo l’ingegnere Renzo Simoni, membro della commissione, è necessario incominciare ad implementare il “Processo industriale per la trasformazione termica di lastre di cemento-amianto utilizzando un forno continuo”, a seguito del quale l’amianto viene trasformato in una sostanza innocua e riutilizzabile.

Importanti appaiono anche le politiche di incentivazione allo smaltimento attuate nelle provincia di Gorizia, per ciò che concerne la micro-raccolta da parte dei privati, che contribuiscono alla copertura del 50 per cento della spesa totale.

“Mentre la provincia di Gorizia è all’avanguardia – secondo Enrico Bullian – nella provincia di Trieste l’iniziativa è ancora agli inizi: si registra un basso numero di domande”, e il finanziamento del progetto è di soli 50mila euro a fronte dei 140mila previsti per il territorio goriziano nel 2010.

Fra i casi di inquinamento all’attenzione della commissione i più rilevanti riguardano il torrente Cellina, il cui greto “ospita” 4047 tonnellate stimate di materiale pericoloso, da suddividersi in 1559 tonnellate di materiale isolante contenente amianto friabile (particolarmente pericoloso e non smaltibile nella discarica di Porcia), 1885 tonnellate di ghiaie contaminate, e 603 tonnellate di lastre eternit.

Nella provincia di Trieste i due casi più importanti sono l’ex Raffineria Aquila e l’ex scalo legnami di Servola. Nonostante il progetto di bonifica inaugurato nel 2006 da Teseco S.p.A, si registra ancora la presenza di amianto nelle coibentazioni di tubi e nel terreno dell’ex raffineria, mentre particolarmente preoccupante appare il caso dello scalo legnami: la metà dei 100mila mq di coperture realizzate in cemento-amianto è in stato di degrado, ed il progetto di bonifica da realizzarsi entro il 2010 riguarderà solo un quarto della superficie.

In provincia di Gorizia i principali casi di inquinamento riguardano l’ex cotonificio di Piedimonte e la caserma di Cormons.

Anche dal punto di vista giudiziario la situazione appare difficile, il procuratore della Repubblica di Gorizia, Caterina Ajello, sottolinea l’enorme mole di lavoro e “la mancanza di giudici per i procedimenti”, infatti “solo il presidente” disporrebbe del tempo materiale per seguire i processi.

Per il procuratore è essenziale la creazione di “un archivio informatico per agevolare l’opera investigativa”, la medesima esigenza è ribadita anche dal procuratore del tribunale di Trieste Dalla Costa che ricorda anche che rimane importante “non creare troppe aspettative nella gente, in quanto al momento esiste solo una responsabilità penale e non oggettiva da amianto”.

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2 commenti a Ex Aquila e scalo legnami a Trieste, vecchio cotonificio a Gorizia: bombe a orologeria a causa dell’amianto

  1. brancovig ha detto:

    Interessante articolo

    solo un chiarimento per scalo legnami. Quando si scrive: 100mila mq di coperture realizzate in cemento-amianto, si intende eternit?

  2. rick mani gelate ha detto:

    Sì. Eternit=Cemento-amianto=fibrocemento.
    Nel 1901 l’austriaco Ludwig Hatschek brevetta il cemento-amianto e lo battezza Eternit (dal latino aeternitas, eternità).

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