10 Febbraio 2010

“Siamo e restiamo degli esuli”, un racconto dalla cerimonia di Basovizza

Basovizza. “E’ giusto che oggi siamo qui a patire freddo per i nostri cari”. Franco Biloslavo è figlio di esuli e segretario della Comunità di Piemonte d’Istria (Završje), un piccolo paese adagiato su una collina che guarda la valle del fiume Quieto, il croato Mirna. Oggi è il Giorno del Ricordo, istituito con legge nazionale nel marzo del 2004, “al fine – recita il testo – di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati”.

E ieri, 10 febbraio 2010, erano in tanti gli accorsi alla commemorazione al monumento di Basovizza, luogo che, durante la liturgia, l’arcivescovo di Trieste, monsignor Crepaldi, ha definito “carico di tragedia”. Tra i presenti, sfidanti del gelo a raffiche e della neve pungente, personalità istituzionali, con il sindaco triestino Dipiazza e la presidente della Provincia Poropat in prima fila, e centinaia di persone, per di più anziane: tutti a commemorare i tragici eventi del confine orientale nel secondo dopoguerra.

“Sono qui ad onorare i miei genitori, i parenti e le persone che hanno sofferto perché costrette a cambiare, in modo traumatico, la loro vita”, spiega Biloslavo. Per lui al peso del ricordo si unisce quello della rappresentanza di una comunità di esuli. “E’ una responsabilità che porto volentieri: ci sono tante persone che hanno sofferto a Piemonte e bisogna ricordarle, soprattutto ai più giovani che, delle volte, appaiano disinteressati”. Sarà che gli anni scemano le testimonianze dirette. “I miei genitori ebbero la ‘fortuna’ di ritrovarsi a Trieste con quasi tutto il gruppo dei paesani esodati e si integrarono facilmente nel tessuto cittadino” racconta Biloslavo. Ma la nostalgia in famiglia era forte e passò anche a Franco e alla sorella. “Ci andai un giorno con mio zio. Mio padre, troppo segnato dall’esodo, non volle più farci ritorno. Erano gli anni ‘60 e, per la prima volta, conobbi quel paese di cui tanto mi avevano raccontato, quasi fosse una favola”. E l’Istria, da allora, è stata immaginata da tanti dei discendenti di quei 250 mila esuli – stando alle stime più accreditate – che condivisero la diaspora. “La considero ancora la mia terra” spiega il figlio degli esuli, sottolineando l’importanza che “un’identità geografica e culturale istriana venga riconosciuta”. “Eravamo e siamo esuli, cioè persone costrette a vivere in esilio” conclude Franco, all’anagrafe Biloslavo.

C’è chi definisce Franco Biloslavo “una pecora nera dell’associazionismo”. “Credo molto alla base volontaria”, spiega il segretario della Comunità di Piemonte, che, ad apposita domanda, non manca di affermare. “Sì, esiste l’esule di professione, purtroppo è così quando entrano in gioco i finanziamenti”. “Bisognerebbe rispettare la distinzione tra circoli culturali – quelli che si occupano della memoria storica- e associazioni. Queste ultime avrebbero dovuto essere dei ‘sindacati’ a tutela degli interessi degli esuli, dei loro diritti: i beni confiscati, la restituzione delle case..ma non è andata, e non va, così”, conclude il segretario Biloslavo, criticando anche l’eccessiva frammentazione dell’associazionismo esule.

Il Giorno del Ricordo è come lo stendardo sollevato nell’alzabandiera della cerimonia: può facilmente fluttuare a seconda dei venti politici. Il Parlamento Sloveno, un anno dopo la legge italiana sul 10 febbraio, ha proclamato il 15 settembre la “Festa del ritorno del Litorale Sloveno alla Madrepatria” ricordando così l’annessione, datata 1947, alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. In Italia, le polemiche non sono mancante. Ma la “pecora nera” Biloslavo non sembra seguire il gregge. “Critico il vittimismo da una parte come dall’altra e non ritengo valida l’idea di una memoria condivisa. Esistono delle piccole verità da cui ripartire come uomini. Ripartire senza violenza ma consapevoli delle differenze. Noi restiamo consci del fatto che a tutt’oggi siamo e restiamo degli esuli”.

(le foto del servizio sono di Ivan Doglia)


+++ leggi anche “La ‘ruota’ simbolo dell’esodo

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36 commenti a “Siamo e restiamo degli esuli”, un racconto dalla cerimonia di Basovizza

  1. enrico maria milic ha detto:

    complimenti a intervistato, intervistatore e fotografo. bellissimo servizio, grazie.

  2. effebi ha detto:

    confermo: troppa frammentazion, troppe sigle, poco “sindacato”. i risultati xe che dopo 60 e più anni i esuli xe esuli.
    d’altra parte, come disi un, no xe fa la rivoluzion al re co i soldi del re

    (stranamente no go niente de dir sul articolo… ben fato)
    altre foto de oggi
    http://www.flickr.com/photos/pierovis-ciada/4346782806/

  3. dani ha detto:

    ma gli esuli cosa vorrebero??? forse gli piacerebbe fare una nuova guerra contro la slovenia e la croazia???

  4. effebi ha detto:

    dani pechè ?! dani… cosa centra..!?

  5. effebi ha detto:

    …la madrepatria triestina ? 🙂

  6. marcus ha detto:

    Triestini! Per gli esuli della zona B e gli emigrati della zona A, l’unica soluzion che vedo per risolver la question stà nello stato del Territorio Libero di Trieste. Muli ricordevè che prima de esser taliani, sloveni, croati oltre a tutte le altre etnie che vivi in sto territorio (cittadini del mondo/ United Nations Nationals), semo TRIESTINI/ TRZACIANI/ FREE TERRITORY CITIZEN da Duin/Devin a Cittanova/ Novigrad.

    Strano ma vero, sto TLT lo ga creà nel 1947 proprio per noialtri e sta nazion esisteva ieri, esisti oggi e esisterà anche tra un million de anni, basta che la volemo attuar!?!

  7. jacum ha detto:

    Cari Effebi e Marcus,

    tlt: se jera ciaro alla fine dela seconda guera mondial, vol dir che el periodo talian dopo la prima guera xe sta un falimeto su tuti i fronti; soratuto etnico! e per el porto de Trieste anca economico!

    El territorio Triestin e i suoi abitanti, i Triestini, i xe stai maltratai, ciolti pel cul, derisi, no cagai, sotovalutaj e svendudi!

    se dovemo scrolar dale spale sti italianismi e jugoslavismi che ga portá solo che disastri e odi e che ne gá disuní.

    L’atuazion del TLT, ogi, la pol avenir.
    la situazione mondiale xe cambiada in sto mezo secolo,la guera freda xe finida, no xe piú la negazion della CCCP e no xe piú Broz. Giuridicamente semo la 193-esima NAZION registrada presso l’ONU basta farse avanti.

    se pol! anzi SE DEVI!

  8. effebi ha detto:

    Caro Jacum

    del TLT ogi, 2010 a mi poco me interessa.
    te sogni un staterello nel cuore dell’europa ?

    bona notte !

  9. istro ha detto:

    @jacum
    me par che el TLT sia un “sogno perduto” (purtropo), scampado via con un colpo de bora…
    esisti ancora solo tanta nostalgia…http://freeterritorytrieste.com/

    TLT al numero 193 de le Nazioni Unite???? Te prego de darme documentazion valida, nel sito
    http://www.un.org/fr/members/index.shtml
    no esisti niente
    Xe importante dar informazioni precise, e giuridicamente inopponibili.

  10. effebi ha detto:

    el tlt no me interessa “proprio”

    ecco… va ben ? Trieste ga de star colegada col suo teritorio, no serada in cheba.

    quel iera un sogno, per vari motivi, dei comunisti internazionalisti che no voleva nè l’italia (borghese e fasista) nè la yugo del nazionalista tito…
    vidali iera come mato per sto tlt…

  11. effebi ha detto:

    dall’articolo:
    “Bisognerebbe rispettare la distinzione tra circoli culturali – quelli che si occupano della memoria storica- e associazioni. Queste ultime avrebbero dovuto essere dei ‘SINDACATI’ a tutela degli interessi degli esuli, dei loro diritti: i beni confiscati, la restituzione delle case..ma non è andata, e non va, così”, conclude il segretario Biloslavo, criticando anche l’eccessiva frammentazione dell’associazionismo esule.”

    dal sito UNIONE DEGLI ISTRIANI
    http://www.unioneistriani.it/3t/user/pages/main/main.php?user_section=pub-comunicati-stampa&dtct_id=2

    ““Di fronte a precisi elenchi con indicazione catastale dei beni restituibili, e ad un progetto di legge attuabile in qualsiasi momento, da Roma non è più possibile accettare alcuna scusa, né alcun ritardo nelle risposte che ci attendiamo di avere” ha più volte rimarcato Lacota. “Il tempo della pazienza è finito, bisogna iniziare a scendere in piazza ed ogni associazione deve assumersi l’onere che da troppo tempo ha trascurato, quello cioè meramente SINDACALE”.

    interessante convergenza sull’aspetto del ruolo “sindacale” che le associazioni degli esuli dovrebbero interpretare

  12. istro ha detto:

    @effebi
    CONDIVIDO:
    Trieste ga de star colegada col suo teritorio….
    DOVEMO TROVAR I MODI E LE FORME GIUSTE PER FAR QUESTO (OGGI). I CONFINI XE QUEI CHE XE, UE E SCHENGEN ESISTI (ANCHE PER LA HR, PROSSIMAMENTE)E NISSUN CAMBIA PIU’ NIENTE, MA TRIESTE POL (DEVI!) ESSER RIFERIMENTO CENTRALE PER EL TERITORIO. NO SERVI SOGNAR UN TLT.

  13. effebi ha detto:

    CONFINI ?
    …me risulta che l’Europa no ga confini…
    🙂

  14. effebi ha detto:

    ah si…confini…xe stricche su carte antiche, de un tempo…che delimitava amministrativamente dei territori

  15. marcus ha detto:

    @Jacum post 13
    “xe ciaro che no xe el nome TLT o STO o FTT, perchè lo stato non è costituito, ma existi.”

    Lo stato del TLT o STO o FTT xe costituido ma non ancora attuado!

  16. Richi ha detto:

    @ Effebi

    Vidali gaveva el partito comunista del TLT perche’…..all’epoca de ‘ste parti iera TLT!
    Semplice. Oltretutto i partiti indipendentisti a Trieste veniva votadi in modo abbastanza disomogeneo tra rioni e classi sociali e ghe iera piu’ de un movimento. Dubito che Cergoly fossi l’archetipo del comunista operaio sangiacomin…..

    Considera inoltre che se gavessimo ottenudo el TLT, gli istriani della zona B saria restadi a casa sua. Miga poco, no?

  17. effebi ha detto:

    se iera el TLT i istriani stava in zona B…
    no capisso ? per via che Tito se gaveria iscritto ai boyscout ? penso che col tlt se svodava la jugo, trieste con grataciei a 300 piani per stivar tuti.

  18. Richi ha detto:

    Per via che Tito, nela zona B, no gavessi avudo campo. O te vol dirme che i angloamericani, che gaveva grossi interessi in questa zona e saria quasi sicuramente stadi “supervisori” iera comunisti anca lori?
    Dai su.

  19. effebi ha detto:

    te disi nella zona B …che no saria esistida…. in quanto territorio incluso nel TLT !? si, pol esser, ma xe un territorio minimo rispetto a tutto el resto e la paura iera che una volta che el TLT fossi sta (veramente) autonomo Tito se lo gaveria pappado, come gaveva minaccià con la zona A (ma l’itlalia gaveva mandado i cariarmati… el tlt gaveva un esercito ?)

  20. Richi ha detto:

    Penso che inglesi e americani ghe gavessi fato el mazzo moooolto piu’ facilmente che l’esercito italian, che non xe noto per esser -come dir?- coi controcosiddetti.
    Ma qua rischiemo de finir nela fantapolitica dei “se”. La mia idea (non solo mia, anche de tantissimi dell’epoca) saria stada orientada verso el TLT per diverse ragioni e vantaggi.
    Ma tra i brogli democristiani e nazionalisti da una parte e le mire dall’altra, i ga tirado ste terre ognidun e xe successo quel che savemo…..

  21. jacum ha detto:

    richi,
    ghe xe sempre la speranza.

    qualcosa se sta movendo….

  22. effebi ha detto:

    ingesi e americani…?!
    pensavo che el TLT iera un territorio LIBERO….

    🙂

    bonanote..sognatori…

  23. jacum ha detto:

    grazie effebi per la bonanote.

    el tlt jera soto controlo militare all’epoca, e devi e dovrà esser demilitarizzato, come per legge.

    in caso di attacchi, invasioni, colonizzazioni e soprusi l’ONU garantisce il Territorio Libero di Trieste con una forza di pace: i caschi blu.

    me par che te son poco informà…

  24. effebi ha detto:

    l’onu quindi saria intervenudo in caso de agression yugoslava ?

    (da un sogno all’altro)

  25. matteo ha detto:

    effebi de fatto xe questo

    20 Maggio 1983 RICORSO ALL’ONU – RISPOSTA
    Dal Direttore del Consiglio di Sicurezza e della Divisione Commissioni Politiche
    Egregio Signor Marchesich,
    sono venuto a diretta conoscenza della Sua lettera del 20 aprile 1983 che Lei ha indirizzato al segretario Generale, riguardante il Territorio Libero di Trieste.
    Desidero confermare che la trattazione della promulgazione a cui Lei si riferisce ebbe luogo nel Consiglio di Sicurezza nel 1947 e 1948. Comunque, successivamente alla firma del trattato bilaterale tra l’Italia e la Jugoslavia e su richiesta dei Delegati Permanenti dell’Italia e della Jugoslavia alle Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza acconsenti’ nel giugno 1977 a cancellare dall’elenco dell’ordine del giorno, di cui il Consiglio di Sicurezza e’ incaricato, gli articoli chiamati “Nomina di un Governatore del Territorio Libero di Trieste” e “La questione del Territorio libero di Trieste”.
    Conseguentemente qualsiasi ripresa di discussione del problema accennato nella Sua lettera richiederebbe l’iniziativa da parte di uno Stato membro delle Nazioni Unite.
    Distinti Saluti
    Il Direttore del Consiglio
    di Sicurezza e della Divisione Commissioni Politiche
    http://www.frontegiuliano.it/conclusioni.html

    vol dir che trieste no xe soto l’italia ma in aministraziona, do cose diverse

  26. effebi ha detto:

    matteo & altri – no so se gavè capido ma mi del TLT no me pol interessar, me sento un istrian italo-europeo, non credo all’eficacia de staterelli, signorie, ducati, territori liberi in un millennio dove za essere “solo” una nazion xe troppo poco.

    ma paroni voi de creder in quel che ve piasi.

  27. matteo ha detto:

    te doveria interesar, xe storia asai interesante, storia de trieste dove che te abiti

  28. effebi ha detto:

    mateo, si me interessa, me ga interessado, me la go vista e rivista, quel che voio dir xe che no me interessa el TLT come progetto per el futuro. mi sono capito ?

  29. jacum ha detto:

    Caro Matteo, xe come parlar cole sepe in un zorno de luna piena in mezo al mar co te se rivolgi a effebi.

    el mulo ga dito che el tlt no ghe interesa.

    el problema de sti exuli che i xe e i vol rimaner tali: esuli. ma inveze de ndar a bater cassa a venezia, all’epoca i se ga fermà a Trieste che li ga acolti come che podeva….

    ma no sta preocuparte! a mi me interesa e con mi xe tanti e tanti e tanti.

    la lettera che te ga postado xe interesante come caxo, ma la ga un difeto importante.
    per chiarimenti scrivi all’indirizzo mail che go meso sora.

  30. effebi ha detto:

    Jacum “el problema de sti exuli che i xe e i vol rimaner tali”

    teselefaeteseledisi !?

  31. effebi ha detto:

    faccio pubblicità per la comunità:

    Da “Il Piccolo” 27.02.10

    “Nella chiesa di S.Giovanni nell’omonima via di Muggia, oggi alle ore 17.00, il parroco don Giorgio Petrarcheni celebrerà una messa che la Comunità di Piemonte d’Istria ha inteso dedicare –nel contesto della Giornata del Ricordo- alle proprie vittime ed in particolare per ricordare l’amico carabiniere Gastone Englaro prelevato proprio a Muggia nel febbraio del ’44. Nell’occasione verrà anche ricordata la figura del presidente della Comunità, Oliviero Chersicla, recentemente scomparso”

  32. augh ha detto:

    A proposito de stati e staterelli, vardè el video “economie indipendenti” su questa pagina: http://www.raixevenete.net/video

    In sintesi, i disi che i Stati che va da 2 a 5 milioni di abitanti, xe quei che riva a distribuìr mejo la ricchezza procapite e che i xe in testa a tutte le classifiche dell’Europa Unita. E de staterelli ancora più pici, ghe ne xe sempre stadi: Montecarlo, Lichtenstein, Andorra ecc. ecc.

  33. augh ha detto:

    mi cmq digo, che qualsiasi roba xe mejo del’Italia de oggi, se ne ciolessi San Marino, firmerìa subito! 🙂

  34. Piero Vis'ciada ha detto:

    – augh, ma qua, ste robe che te ne esterni, centra qulcossa ?

  35. alpino ha detto:

    no pensavo esistessi nostalgici del TLT nel 2010 l’Eurpa abbatte i confini e noi tornemo al TLT a sto punto w il Gran Ducato di Toscana, la Repubblica libera della Carnia, la contea de Gorizia tornemo all’Adiatische Kustenland 🙂

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