Si presenta in abito talare e legge il testamento di Yossl Rakover, ebreo del ghetto di Varsavia. Cambia look e parla di vita, la propria anche, ma soprattutto di arte. Rende omaggio a Gorizia ricordando il filosofo Carlo Michelstaedter nel centenario della sua morte e la pittrice Dora Bassi, ancora troppo poco conosciuta per i suoi quadri che sono delle “meditazioni”, ma anche le ville Liberty che ha visto in città.
Così Vittorio Sgarbi si è presentato ieri sera a Gorizia nel suo esordio teatrale “Sgarbi, lezioni di arte e di vita”. Lasciando da parte le sue invettive più crude (“culattoni raccomandati”), Sgarbi si è limitato a dare degli “imbecilli e ignoranti” ai responsabili dei “grandi crolli”. Se nel passato – ha sottolineato Sgarbi – l’avvio dei nuovi secoli erano caratterizzati da grandi artisti, il nostro potrà essere identificato infatti da grandi crolli: le torri di New York sicuramente, ma anche ville di un certo valore in Italia e non solo quelle dei mafiosi. Ci sono sindaci “imbecilli” che nelle proprie città hanno fatto demolire costruzioni degli anni Venti per sostituirle con condomini. “Se avessero letto Guido Gozzano, ad esempio, non avrebbero potuto farlo, avrebbero visto quelle costruzioni come quinta naturale a tanti suoi scritti. L’ignoranza – ha ribadito – li rende tali, come nel Cinquecento. quando veniva processato il Veronese per la sua Ultima Cena perchè non secondo gli schemi previsti, ma sospetto di avervi rappresentato “i Tedeschi”, simboli del luteranesimo. Oggi continuiamo a ignorare, a non amare l’arte, rivalutiamo invece anche la più nascosta, come ad esempio quella di Dora Bassi, che rientra tra “gli artisti solitari per i temi che rappresenta”.
E l’auditorium di via Roma ha registrato il tutto esaurito.
articolo di Liliana Mlakar
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