5 Febbraio 2010

“La Regione convochi immediatamente un tavolo per Fincantieri”, il comunicato di Igor Kocijančič

Monfalcone. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Igor Kocijančič sulla “situazione drammatica” che sta vivendo la Fincantieri. Secondo il consigliere regionale di rifondazione, nonché presidente del gruppo consiliare La Sinistra Arcobaleno, la cassa integrazione ordinaria, già prevista per 700 lavoratori, investirà entro giugno altre 500 persone, a cui se ne aggiungeranno altre 400 entro fine 2010, per un totale di circa 1.600 cassa-integrati. Il politico alza l’allarme sul pericolo disoccupazione e chiama le istituzioni ad un’assunzione di responsabilità: “Da parte del governo pretendiamo una seria e credibile politica industriale nel settore della cantieristica navale”

Nei giorni scorsi Fincantieri ha presentato alle Organizzazioni sindacali una situazione drammatica dei carichi di lavoro del gruppo. I lavoratori in cassa integrazione ordinaria, che sono attualmente circa 700, saliranno a 1.200 a metà anno, per arrivare a circa 1.600 a fine 2010.
Questi dati testimoniano l’estrema gravità della situazione che coinvolgerà quasi tutti gli stabilimenti e le sedi. Inoltre, c’è il rischio che nei prossimi mesi, in alcuni stabilimenti non si possa più utilizzare la cassa integrazione ordinaria.

L’azienda ha già annunciato che di fronte a questa eventualità potrebbe ricorrere a misure di carattere straordinario e/o strutturale, lasciando presagire seri rischi per la tenuta dell’occupazione. Questo è uno degli scenari più bui e cupi per i lavoratori del gruppo, che potrebbe prospettarsi anche negli stabilimenti della nostra regione.

L’ipotesi annunciata pubblicamente dall’azienda, che molto probabilmente potrebbe trarre ispirazione dalla scellerata condotta già posta in atto recentemente dalla FIAT con la temporanea chiusura di tutti gli stabilimenti italiani è da rigettare immediatamente e da respingere al mittente: la crisi va gestita con strumenti ordinari che consentano di mantenere invariati i livelli occupazionali.

Per questo serve un impegno congiunto dell’Azienda e dei livelli istituzionali, Governo in primis, per risolvere i principali problemi che riguardano l’acquisizione di nuove commesse sul mercato mondiale in tutte le tipologie di costruzioni navali, la garanzia dell’immediata cantierabilità delle commesse pubbliche ed il rischio che importanti commesse in via di assegnazione finiscano all’estero.

Da parte del Governo, dopo l’irresponsabile condotta della FIAT, pretendiamo una seria e credibile politica industriale nel settore della cantieristica navale, mentre all’azienda chiediamo la presentazione di un Piano Industriale che faccia del rilancio delle produzione e della difesa occupazionale gli aspetti centrali e fondamentali dello stesso.

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