4 Febbraio 2010

Trieste a pezzi (3): l’incredibile caso del piazzale della pista ciclabile

Continua il nostro viaggio nella “Trieste a pezzi”,  quella meno bella da vedere, quella che noi vorremmo cercare di migliorare. Come già detto nella prima puntata, Trieste è una bellissima città, ma qua e là presenta delle rughe che si presentano sotto forma di sporcizia, abbandono, intonaci poco sicuri, disagi per i pedoni. Per cercare di porre rimedio a tutto ciò bisogna innanzitutto portare allo scoperto queste brutture e il vostro contributo è fondamentale. Per questo vi chiediamo di inviarci le vostre foto a redazione.trieste@bora.la. Ci premureremo di far arrivare le vostre segnalazioni al Sindaco, per illustrargli la situazione in cui versano certi angoli della nostra città.

Il caso che segnaliamo oggi ha dell’ incredibile, tanto da meritarsi un servizio intero. Da circa un anno, mese più mese meno, è stata inaugurata la pista ciclabile che parte da via dell’ Istria e arriva fino a Draga Sant’ Elia per proseguire fino a Kozina. Un’ opera sicuramente ben fatta che ha dato la possibilità a tutti gli amanti della bici di trovare uno sfogo in una città che per la sua morfologia non è molto adatta alle due ruote.

Peccato che l’ intera area da cui parte la pista ciclabile sia stata letteralmente devastata dai vandali e lasciata nell’ incuria più totale da chi dovrebbe preoccuparsi della manutenzione. Uno spettacolo da lasciare senza parole.

Il piazzale visto dall' alto

Al centro si trova una struttura, nuova, di cui effettivamente non si capisce l’ utilità. Dovrebbe servire alla ricezione delle biciclette? Al ristoro? Alla vigilanza? Oppure era una struttura già preesistente? Forse qualcuno della zona potrebbe fare chiarezza. Resta il fatto che questa struttura, sottolineo nuova, è stata completamente devastata da gente che con la civiltà ha poco a che fare.

Entrando nei bagni, la situazione non migliora. Anzi.

Viene da chiedersi di chi sia la responsabilità di questa situazione di degrado. Perché se è vero che la colpa di chi ha ridotto in questa situazione quest’ area va ascritta ai vandali, va anche detto che tutto intorno è stato lasciato nell’ abbandono più totale ed è certo che la nettezza urbana non viene da un bel po’ a fare una visita da queste parti.

Uscendo dal piazzale, lungo i primi metri della pista ciclabile c’è anche una pozza tutelata per la fauna protetta.

Ma a ben guardare non è che sia tutelata proprio bene. Se sotto la palude non sono ancora nati mostri a sei teste è già tanto.

(Foto di Bora.la)

+++ Qui la prima puntata di Trieste a pezzi +++

+++ Qui la seconda puntata di Trieste a pezzi +++

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15 commenti a Trieste a pezzi (3): l’incredibile caso del piazzale della pista ciclabile

  1. Ivan ha detto:

    Comnplimenti per l’articolo denuncia

  2. effebi ha detto:

    complimenti a tutti, amministratori distratti e cittadini incivili…
    gli uni si meritano gli altri

  3. ciccio beppe ha detto:

    E gli architetti (nel senso di coloro che hanno architettato l’idea del gabbiotto) ?

  4. chinaski ha detto:

    grazie per aver preso in considerazione la mia segnalazione. se volete altre segnalazioni sul degrado cittadino ve le passo un po’ alla volta. non appena avro’ rimesso in funzione la macchina digitale magari vi mando qualche foto.

  5. chinaski ha detto:

    p.s. sul fatto che trieste sia una bellissima citta’ comincio a nutrire seri dubbi. appena si esce dalla zona di piazza unita’ e dintorni, sembra di essere in un film di jim jarmusch. e’ anche affascinante, per certi versi.

  6. Macia ha detto:

    La pista ciclabile è opera della Provincia. In realtà non è ancora stata inaugurata in tutta la sua lunghezza, tant’è che alcuni tratti in zona Campanelle risultano ancora non asfaltati: c’era stato per esempio il caso del carrozziere che depositava abusivamente sul terreno le carcasse di automobili (F.lli Orlandi, via Campanelle) e s’è apert con lui un contenzioso.
    Al di là di questo, non mi pare nemmeno ben fatta, la pista: orrendo il ponte sopra via dell’Istria (zona Burlo) e inutile l’illuminazione dal basso: suggestiva, ma dopo il tramonto non si vede una mazza.
    La Circoscrizione, di cui sono consigliere, si è più volte appellata alle autorità. Io stesso avevo presentato una mozione a proposito del parcheggio d’ingresso, su via Gramsci: l’illuminazione non funzionava, ed era pieno di angoli bui in cui io stesso avevo paura ad andare dovendo magari andare a prendere l’auto la sera. Colpo di genio una scala non illuminata e senza parapetto, che cambiava direzione all’improvviso.

  7. ponzianino ha detto:

    La struttura nella piazzetta della ciclabile è stata costruita ex novo, e anch’io mi sn sempre chiesto a cosa sarebbe servita…
    mah..
    ???

  8. Mauro Franza ha detto:

    Aha, si comincia con lo scaricabarile.

    La colpa a Tito tra una decina di post.

  9. effebi ha detto:

    …anche da subito 🙂

    comunque il problema è anche quello che essendo incompiuta rimane in balia dei vandali

  10. Richi ha detto:

    Quoto Chinaski.
    Quest’idea della Trieste intellettuale, aristocratica e malinconica, qualcuno dovrebbe spiegarla in certe zone, giusto per vedere che oggetto contundente gli lanciano, giustamente, dietro.

    Servono a poco le lucine sulle rive e gli addobbi natalizi tra Sant’Antonio e Piazza Grande quando si hanno certe aree piu’ periferiche e non solo, che son ridotte un po’ a cessi.

  11. Fabio Turco ha detto:

    @ Macia: grazie della precisazione. Avete ricevuto risposta dalle autorità quando avete segnalato la situazione?
    In merito alla situazione del piazzale hanno detto qualcosa?

    @ Chinaski e a tutti gli altri: quando avete qualcosa da segnalare, non esitate a farlo. Se non avete la possibilità di fare fotografie non fa niente. Ci rechiamo sul posto e le facciamo noi 🙂

  12. brancovig ha detto:

    Qua gli amministratori contano poco.
    Qui c’e’ la responsabilità dei cittadini di tutte le età il loro scarso senso civico, la pochezza culturale ed un certo infantilismo (romper tutto da teppista) sedimentato in menti cresciute con pochi scarsi valori.

    scuseme la filippica

  13. arlon ha detto:

    Sta pista ciclabile xe incredibile, tipo 10 ANNI per farla, teoricamente no saria nianche mal, però xe stada gestida veramente con una certa dose de negligenza o incompetenza, no poso spiegarme altrimenti certe tempistiche.

    Digo solo che soto l’austria i xe stai meno per scavar e costruir la ferrovia.

  14. Bruno Spanghero ha detto:

    Non ho ancora percorso la pista ciclabile, ma almeno nel tratto cittadino per quanto si capisce dalle foto è decisamente poco invitante a prescindere dallo stato di conservazione. Sembra una specie di riserva dove confinare i ciclisti per evitare che possano “infastidire i poveri automobilisti” (vedi lettera nelle Segnalazioni di una nostra concittadina), dippiù sembra il posto ideale per le azioni di eventuali malintenzionati. Ma la Ulisse-Fiab e la Asd Ciclistica Gentlemen Trieste sono state coinvolte nel progetto in modo da far si che conservando il tracciato si evitasse l’effetto “ghetto”? Comunque spero che tutti (amministratori e noi cittadini) si adoperino per la soluzione dei problemi e che finalmente si possa finalmente fare una pedalata con in testa il Presidente della Provincia e il Primo Cittadino.

  15. Franzil Enrico ha detto:

    All’inzio della ciclabile, oltre al casello autostradale che serve da tavolozza per gli artisti delle bombolette (che spreco, con quello che costano) e alla montagna di spazzature , c’è qualcuno che asporta le lastre di arenaria, ogni settimana passo con la bici e ne mancano sempre di più…
    A metà percorso un enorme pioppo è inclinato di quarantacinque gradi sulla pista, e minaccia di precipitare si qualche malcapitato…
    un po di ghiaia andrebbe aggiunta in parecchi punti, rovi e altre piante sarebbero da tagliare: ci vuole tanto?
    Pochissime deiezioni canine (“Il Piccolo” esagera un po’), con loro e con i padroni c’è una buona convivenza, i problemi sorgono quando incontrano un altro cane.
    Ciclisti, raccomando invece la massima attenzione ai gatti incoscienti e menefreghisti nei pressi delle case di Altura: qualche tempo fa ho dovuto frenare con una vistosa sbandata evitando per un pelo di travolgerne uno (e rischiando dfi finire a Cattinara).

    Per la pozzanghera nel sottopassaggio, cosa volete? al ciclista triestino non servono parafanghi per quattro o cinque anni, poi improvvisamente c’è un anno in cui sono assolutamente indispensabili.
    Comunque, in caso di allagamento del suddetto sottopassaggio, senza bisogno di salire muretti, lungo la provinciale per Bagnoli, duecento metri dopo il parcheggio, c’è una stradina in cemento che porta direttamente alla ciclabile.

    Per superare la galleria è meglio avere sul manubrio della bici un fanalino da usare in caso di necessità, perchè l’impianto fa spesso i capricci.
    Quanto al ponte sulla via dell’Istria non è il massimo dell’estetica, sono d’accordo, ma, se parto da casa con la bici, mi permette di evitare la breve salita che porta da via dell’Istria a Strada di Fiume e pure l’altra, all’inizio via Campanelle. E non è poco

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