2 Febbraio 2010

Acegas Trieste: pillole post Montecatini


Una Acegas pensante, letture corrette per quasi quaranta minuti
Ecco dove risiede la maturità di una squadra: nella capacità nel più breve tempo possibile di leggere la giuste situazioni all’interno di un match. Molte prestazioni passate sono state caratterizzate da un buon approccio alla gara, anche con discreti vantaggi, poi vanificato da testarde soluzioni monotematiche dal perimetro, in uno sterile passing game con forzatura finale. Questa volta invece la squadra ha capito che il 2/11 da tre punti nel primo tempo doveva rappresentare un monito più che una statistica; e così, i costanti rifornimenti che nei primi due quarti avevano coinvolto Benfatto, Benevelli e Colli, si sono riproposti nella seconda parte, mettendo in ambasce le lente e pigre gambe dei lunghi termali. Pensate che il 3/7 nelle triple in tutti i secondi venti minuti sia un caso?
La stessa prestazione di Scarponi è manifesto di come si sia ragionato in funzione di un concetto di squadra: meno conclusioni “dallo spogliatoio” e sedere basso per difendere su Carrizo, risultato? Vittoria.

Un calendario che può ridare colore ad una stagione in bianco…e molto nero!
Dobbiamo rimanere coerenti con un concetto già espresso, sintetizzabile con il più banale dei luoghi comuni: una rondine non fa primavera!
La classifica, pur dopo la vittoria con Montecatini è di un desolante che fa paura, ma il calendario apre un timido spiraglio per chiudere almeno degnamente il girone di ritorno: infatti la squadra di coach Bernardi andrà a far visita domenica a Riva del Garda, una specie di talismano per i giuliani, in crisi profondissima di risultati e incapace di invertire la rotta. Poi arriverà al Palatrieste Jesolo/Sandonà per il più classico dei “brodini” confezionati, traducendo quindi in un possibile 3 su 3 di vittorie che consentirebbe almeno una crescita dell’ autostima nel gruppo, nonché un assestamento alla classifica.
Tentar non nuoce…anzi, c’è solo da guadagnare!

“Il talento è un dono, il successo è lavoro!”

Se dicessi che la citazione proviene da Allan Iverson, la credibilità di questa massima potrebbe subire uno scossone negativo, parlando infatti del giocatore più egocentrico cestisticamente e meno vincente di altri straordinari campioni del suo calibro. Invece è una verità che ha delle radici fondatissime, forse una dogma sottoscrivibile da coach Massimo Bernardi che ha fatto del lavoro il principio primo del suo allenare.
L’Acegas di questa stagione, non lo scopro certo io oggi, è una squadra dal talento non certo cristallino, eccetto qualche elemento; la ricerca quindi del successo, la vittoria domenicale, doveva passare unicamente o quasi per il lavoro, prima di tutto settimanale, profuso alla massima espressione nei quaranta minuti di partita. E quale è l’indicatore primo di tutto questo? La difesa, quella anche scevra da cervellotiche soluzioni tattiche, il primitivo desiderio di conquistare la palla all’avversario. Da sempre la settimana di lavoro della squadra è sempre stata di alto livello, l’intensità altrettanto elevata, per cui la coscienza a posto non poteva prescindere da tutto questo, vittoria e sconfitta poi sono figlie di situazioni di partita.

Raffaele Baldini (www.cinquealto.blogspot.com)

Tag: .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *