29 Gennaio 2010

Serracchiani chiede ad Ue e Governo che il Porto di Trieste venga messo nelle condizioni di ampliarsi

Il segretario regionale del Pd ed europarlamentare, Debora Serracchiani, dice che il Porto di Trieste va “messo nelle condizioni di ampliarsi” e dichiara in un incontro con Boniciolli che il collegamento ‘Baltico-Adriatico’ in questo momento dovrebbe avere priorità rispetto al Corridoio 5.

Nel contesto dell’incontro, Il Presidente dell’Autorità Portuale ha detto che il bilancio dell’Autorità portuale di Trieste è passato «dai meno 4 milioni di euro (dall’inizio della nostra gestione) ai 10-11 milioni positivi di quest’anno e probabilmente ai più 14 milioni l’anno prossimo». Ciò significa che, assieme ad altri capitoli del bilancio, siamo in grado di accendere, attraverso le normali procedure di legge, mutui per autofinanziare le opere che ci servono e che interessano il porto di Trieste. Questa possibile delibera di autofinanziamento sarebbe anticipatrice, ma spero non sostitutiva, dei finanziamenti statali.».

Ieri, Serracchiani ha dichiarato all’Agi:

«Smetto di pensare al Corridoio 5 e penso piuttosto al Corridoio Adriatico-Baltico in questo momento più importante, però la priorità che ci siamo dati, anche con le interrogazioni che abbiamo presentato, è quello di rendere il porto di Trieste più competitivo.
Per rendere il porto giuliano più competitivo non si può non intervenire anche sulla portualità dei paesi vicini, chiedendo intanto con forza l’armonizzazione della legislazione slovena con quella europea.
Importante per il porto triestino anche convogliare non solo i finanziamenti, ma anche i progetti per riaffermare la centralità dello scalo. Ci sono degli studi e dei master plan sui quali in Europa si fanno le strategie a medio e lungo termine e nei quali il porto di Trieste non esiste proprio. Quindi noi dobbiamo essere pronti a dire che non solo ci deve essere ma va messo in condizione di essere competitivo e ampliarsi.

Serracchiani fa qui riferimento, secondo Libero, al master plan di Buck Consultants International, che è una società che ha presentato uno studio sui porti marittimi, cioè sull’evoluzione dei porti europei nella marittima, logistica e strategia globale. Nello studio, presentato il 2 dicembre scorso alla Commissione Trasporti dell’europarlamento, compaiono Genova, Taranto, Gioia Tauro, La Spezia, Capodistria, ma non ci sono nè Venezia nè Trieste. Continua Serracchiani:

Naturalmente tutto ciò in una logica dove si tiene conto dei porti di Monfalcone, Venezia e Capodistria. Per fare ciò è importante che gli scali importino una ‘cabina di regia’ perchè è inutile che si facciano concorrenza l’uno con l’altro, mentre invece possono utilizzare gli spazi che ci sono perchè tutta la portualità venga implementata.
Serracchiani ha anche detto che il Porto di Trieste per migliorare “deve sicuramente sollecitare i finanziamenti al Cipe per la piattaforma logistica, mentre da parte nostra dobbiamo essere presenti dove ci sono finanziamenti europei, ma soprattutto chiediamo l’applicazione delle legislazioni europee. A prescindere dal colore politico. Ciò deve essere trasversale. E noi questo interesse lo stiamo creando in Europa anche mettendo insieme parlamentari di forze diverse. Quello che è stato fatto finora è troppo poco e non va bene».

Qualche giorno fa, l’europarlamentare democratico aveva dichiarato sul suo blog:

«Non c’è solo il Corridoio 5. Il collegamento Baltico-Adriatico è altrettanto importante e, tra l’altro, arriverà in tempi più rapidi.
Per questo motivo ho siglato un protocollo di cooperazione e coordinamento con Joerg Leichtfried, europarlamentare austriaco socialista, con l’obiettivo di suscitare l’attenzione su questa questione sensibile e l’impegno che tutte le misure saranno prese in considerazione per sostenere un’implementazione di successo del progetto.
Il Corridoio Baltico-Adriatico attraverserà Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Austria e Italia. Sarà un tracciato rilevantissimo essenziale per il Friuli Venezia Giulia e il Nordest visto che passerà per Trieste, Udine e Venezia, collegando il porto del capoluogo regionale verso il Nord dell’Europa, tappa essenziale per non essere emarginati dai mercati.
Il protocollo che ho firmato con Leichtfried è l’anticamera della costituzione di un gruppo di lavoro tecnico che tenterà di coinvolgere i parlamentari dei vari Paesi attraversati dal tracciato.
Nel testo del protocollo è presente un invito a tutti i deputati e gli esperti ad aderire e a dare un contributo di conoscenze e idee. La cooperazione e lo scambio di informazioni serviranno a enfatizzare l’importanza del Corridoio.
Sono convinta che si debba ragionare su un’iniziativa trasversale alla politica per superare tutti assieme la questione dei rapporti transfrontalieri.
Il collegamento Baltico-Adriatico dovrebbe collegare il nord Italia come estensione dell’esistente progetto prioritario europeo numero 23, da Gdansk via Vienna e Venezia fino a Bologna, saldandosi con il Corridoio 5 proprio a Trieste. In prospettiva dovrebbe risultare un’opera chiave per il rilancio dei traffici tra i porti del Baltico e quelli dell’Adriatico, con merci che arrivano dalla Cina attraverso il canale di Suez e che, sbarcate a Trieste o Venezia, proseguono il loro viaggio per ferrovia verso il cuore dell’Europa».

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