C’era una volta il principio del ricambio politico come base per contrastare le storture politiche di un sistema italiano bloccato o in mano agli accordi dei partiti. Anzi, non c’era una volta, c’è stato poco tempo fa,emerso e condiviso proprio per rinnovare la cultura di governo dell’Italia alla fine della Prima Repubblica. Sembra passato tanto tempo, perchè la marcia indietro che da circa un anno ha innestato il sistema politico (o meglio, partitico) italiano è stata repentina. E l’opinione pubblica si è come distratta su questi temi, dopo tante battaglie condotte negli anni passati.
La discussione a livello regionale sul terzo mandato dei Sindaci sta in questo solco, che dimostra quanto i partiti abbiano perso in fretta la voglia di cambiamento, di nuova rappresentanza, di vivacità democratica, che ha invece caratterizzato gli ultimi quindici anni della nostra storia. Lo dico chiaramente, personalmente sono contrario al terzo mandato dei Sindaci, come sono contrario alla mancanza di limite dei mandati dei Presidenti regionali (ad esempio, da quanto tempo governa Formigoni?), indipendentemente dal colore dei governi. E sebbene possa comprendere le ragioni di chi sostiene che in fondo devono essere i cittadini che decidono, proprio il passato ci dimostra che certe norme sono state inserite perché le storture del sistema erano ormai inaccettabili. L’elezione diretta dei Sindaci è stata una positiva svolta epocale nella vita politica e amministrativa delle nostre comunità, ma bisogna evitare anche il problema opposto, cioè il mandato a vita.
A me sembra che dieci anni di governo siano più che sufficienti per un’amministrazione per progettare e mettere in atto le proprie idee e strategie, ed anche un tempo adeguato a costruire il ricambio politico. A voi sembrano pochi dieci anni? Io credo che ci siano questioni di principio per essere contrari – la mancanza di ricambio di classi dirigenti, il decadimento dell’accessibilità ai posti di potere e l’indebolimento della partecipazione, la cristallizzazione del potere e delle relazioni ad esso connesse – ma anche questioni pratiche legate al fatto che un ricambio porta sempre nuovo slancio politico e nuova energia all’azione amministrativa. Io credo che dopo dieci anni la volontà degli elettori possa essere rispettata anche dando la possibilità di votare altre persone rimanendo liberi di scegliere la continuità o meno di un progetto politico.
C’era una volta il principio del ricambio politico, e sembra un secolo fa, ma in realtà era ieri. Forse che la questione è così delicata perchè oltre al problema dei governi locali esiste un problema interno ai partiti: dopo che sarà passata la questione “esterna” dei mandati dei Sindaci, passerà anche quella “interna” del limite dei mandati nelle assemblee elettive?
Lo stesso criterio si dovrebbe applicarlo ai presidenti di regione, di consiglio ecc…
Mi sembra assurdo che Dipiazza non si possa ricandidare e Formigoni continui a ricoprire una carica cosi’ prestigiosa !
Due mandati 5+5=10 anni mi sembra un periodo più che sufficiente per raggiungere obiettivi anche a lungo termine.
Bisognerebbe lottare affinchè tutte le cariche politiche abbiano questo limite temporale. Altrimenti dallo stato democratico si scivola verso la Signoria.
Invece di chiedere un altro mandato per DIpiazza chiediamo un limite ai mandati di Formigoni e Berlusconi o chi per loro.
Il ricambio fa sempre bene
concordo: RICAMBIO !
avanti un altro !
fanno davvero schifo!
Si mettono d’accordo per mantenere le poltrone.
Che lascino spazio agli altri.
saluti
paola
non basta il nuovo piano regolatore?
Dipiazza da’ solo il nome: evidentemente la gente che lo pilota non si e’ ancora messa d’accordo su di un nuovo nome, ma le famigghie restano sempre li’. E continuera’ la cementificazione.
Se Dipiazza se permeti de dir:
«Trieste è stata, suo malgrado, testimone diretta di quella svolta di cui si fece interprete lo Stato fascista attraverso la promulgazione delle leggi razziali, annunciate nel ’38 in piazza dell’Unità d’Italia da Mussolini. Fu quello per Trieste un vergognoso sfregio che ferì nel profondo la sua storia, che la mutilò nella sua stessa natura di città aperta, multireligiosa e dinamicamente improntata verso un’idealità europea».
evidentemente ga perso ogni speranza de esser ricandidado perchè su queste posizioni no penso che la destra triestina ala Menia lo possi apogiar.
@cagoia
Cosa aspetti dai seguaci di quello che per anni fa il fascistone, poi si mette il cappellino e va in Sinagoga a Gerusalemme a dichiarare che il fascismo e’ il male assoluto?
Quelli appoggiano quasi qualsiasi cosa (meno “Trst je nas”)
Caro Herr Robert Von Platz,
torna caxa, fa contenta Trieste!
ah…
portite via anche un do de lori parfavor!
quello che fa sorridere, o desta stupore in quelli che si erano lasciati illudere, è che la stessa serracchiani, paladina del rinnovamento politico, si sia schierata in favore dell’inciucio.
i sindaci, nella fattispecie RDP, non sono dei politici, bensì degli amministratori che hanno il diritto/dovere di andare avanti e portare a compimento i loro progetti.
nel caso di Ts, altro che 10 anni.. ne servono almeno 20 per riportarla a galla.
e RDP, qualcosa ha fatto.
@massimiliano
cosa ha fatto? il nuovo piano regolatore?
matteo, fai un giro sulle rive e vedi che qualcosa ha fatto.
cose che forse non ti interessano ma che nessuno negli ultimi 30-40 anni era riuscito a fare, nemmeno in parte.
sono d’accordo che c’è ancora tanto da fare.
@massimiliano
poca cosa, la campagna elettorale si basava sulla chiusura della ferriera
Nel 2001 vince il Sindaco di FORZA ITALIA, Roberto DIPIAZZA che nella campagna elettorale contrapponendosi al centrosinistra inseriva nel suo programma l’effettiva dismissione graduata nel tempo della ferriera per consentire una ricollocazione dei lavoratori impegnati nello stabilimento siderurgico.
http://www.forzaitalia-trieste.it/CIRCOLO/TV%20LIBERTA/INCHIESTE/FERRIERA/FERRIERA_INCHIESTA.htm
il piano regolatore pero è stato secretato, nessuno sapeva che facevano uno nuovo (anche se si dice il contrario sul sito non cera scritto nulla e come hanno informato?), poi il tar dei geologi che fa traballare la parte geologica con la valutazione ambientale, la regione intanto fa 18 domande, ma sara valido sto piano? qualche politico che risponda
La disponibilità offerta dal sindaco Dipiazza, motivata dal desiderio di valorizzare il know how acquisito in dieci anni alla guida del Comune, rivela un pericoloso eccesso di autostima, nonché una scarsa considerazione della classe politica cittadina. E poco si preoccupa di valorizzare il ruolo dell’apparato tecnico-amministrativo del Comune, che dovrebbe costituire invece la vera garanzia di continuità e terzietà dell’amministrazione, mentre è stato ridotto ad un sistema di conoscenze e di esperienze diffuso a macchia di leopardo che si coordina spontaneamente a margine dell’organizzazione ufficiale e nell’assenza di una visione strategica sul medio-lungo periodo.
Certo, l’esperienza e le conoscenze acquisite dal sindaco nelle sue funzioni non sono da disprezzare come lui fa con quelle dei lavoratori del Comune, ma è innegabile che la parte più caratterizzante del suo know how è la capacità di destreggiarsi nelle logiche partitiche e nella cura della sua immagine politica elettorale. Per carità, niente di disdicevole, la politica oggi viene fraintesa in questo modo, ma non può essere questo il motivo di una terza candidatura.
Il limite di mandati risponde al criterio di alternanza per evitare la personalizzazione degli incarichi istituzionali. Questo è tanto più necessario da quando nell’ordinamento degli enti locali il sistema di controllo preventivo di legittimità sugli atti è quasi assente ed il segretario comunale, che una volta era un dipendente dello stato con funzioni di garante della legittimità, è divenuto collaboratore e assistente scelto dal sindaco stesso.
RDP sara’ pure un gran simpaticone, il classico sindaco che piace alla gggggente, che ti offre una birra urlando alla sagra e gia che c’e’, ti saluta strizzandoti il pacco.
Ma finiamola di incensarlo come se fosse questo amministratore impeccabile perche’ ha messo qualche parcheggio in piu’, anche lui ha le sue pecche.
In primis l’aver dimostrato che politicamente conta meno di zero.
Vedi quando ha detto di essere “solo l’amministratore della citta’” mentre invece “la politica la fa Giulio Camber”. O quando, autodefinendosi un soldatino, ha silurato il suo braccio destro per ordine di Menia.
Il prossimo sindaco lo vorrei un po’ piu’ libero, magari.
(e intanto la Ferriera xe sempre la’, eh…..)
legge ad personam, anche nel piccolo.L’ex podestà de Muia è un vero commerciante, senza mancare di rispetto alla categoria, è stato bravissimo ad usare la farina macinata precedentemente per fare altro pane che i fornai (funzionari del comune ) avevano già preparato. Bravissimo ad aver mantenuto la promessa di chiusura della ferriera, bravissimo nel vantarsi della mancata expo,lasciando alla nazione 600 milioni di euro per la città, di cui molti sarebbero stati destinati nell’ammodernamento delle infrastrutture oltre che aver reso vitale il porto vecchio,cosa per la quale i triestini vogliono conservare come monumento al bel ricordo. Tra le tante cose che ha deciso di sua iniziativa, quella mirabile di aumentare la superficie delle aree inquinate pensando che il governo amico avrebbe avuto un occhio di riguardo per finanziare le bonifiche. tutto ciò perché l’economia di Trieste si deve basare sui gazebo. Bravo e non bravissimo perché non è riuscito a bloccare la costruzione di tutti parcheggi. Peccato che non si è occupato dei finanziamenti della grande viabilità così avremmo potuto inaugurarla alla fine del terzo mandato.Bravo Sindaco siamo con te, vogliamo feste cittadine, mentre la cultura lasciamola ai friulani. Roma ci ricorderà per la giornata della memoria e per ricordarci che Trieste è veramente italiana. Bravo, come diceva qualcuno è riuscito a fare di Trieste una piccola grande Muggia