20 Gennaio 2010

Trieste a pezzi: Sant’Antonio, Galleria Sandrinelli, Scala dei Giganti, via Boccaccio

L’opinione che Trieste sia una bella città è condivisa più o meno da tutti. Escludendo l’orgoglio tutto triestino per il proprio mare, le colline, ed i palazzi, è davvero difficile sentire un “foresto”, il cui parere dovrebbe essere abbastanza oggettivo, dire che Trieste sia brutta.

Eppure come ogni cosa bella, anche la nostra città nasconde delle magagne, cioè degli angoli in cui emergono le rughe dovute all’ età, all’ usura, e perché no, anche a una buona dose di incuria, che a volte mettono a rischio la stessa sicurezza dei cittadini.

A noi di Bora.la piacerebbe portare alla luce queste situazioni, per segnalare a chi di dovere su dove sarebbe opportuno intervenire, e per sensibilizzare quelle persone che spesso, magari non rendendosene conto, arrecano danno al resto della cittadinanza con gesti che poco hanno a che fare con la civiltà. Ci farebbe dunque molto piacere, nel caso vi capitasse di scovare qualcuna di queste magagne, se ci inviaste le foto ai nostri indirizzi di posta elettronica: redazione.trieste@bora.la e redazione.gorizia@bora.la

Ho cominciato io ed ecco cos’è venuto fuori:

in pieno centro il caso più eclatante è rappresentato dalla Chiesa di Sant’ Antonio Taumaturgo. L’ edificio neoclassico, progettato dall’ architetto Pietro Nobile è considerato,  uno dei gioielli della città. Eppure basta alzare lo sguardo per sentirsi scorrere i brividi lungo la schiena.

Ma spostiamoci verso la galleria Sandrinelli, una delle arterie più trafficate della città, che collega piazza Goldoni al rione di San Giacomo. L’ingresso è da “galleria” degli orrori

Salendo sulla soprastante Scala dei Giganti non è che le cose vadano meglio. Alcuni gradini avrebbero bisogno di una sistemata, ma in generale la scala si può considerare abbastanza sicura. Quello che lascia sconcertati è lo stato di abbandono e di sporcizia delle aiuole , degli stessi gradini e dei muri, lordati da scritte di ogni genere.

Il nostro lettore David Sosic, al quale vanno i nostri ringraziamenti, ci ha inviato delle foto che documentano altre situazioni di disagio pedonale della città.

In via Boccaccio il marciapiede, già ridotto per l’impalcatura di una casa, è stato quasi “sbarrato”  da alcune motociclette in parcheggio. C’è da chiedersi come faranno a passare le mamme della zona con i figli in carrozzina. Chissà se chi ha posteggiato lì si è posto la domanda…

Sempre nella zona tra via Boccaccio e Scala al Belvedere una casa ha dato segni di cedimento. Il Comune è prontamente intervenuto a segnalare il pericolo con un cartello stradale, ma la recinzione non sembra offrire molte garanzie. Si attendono comunque segnalazioni per sapere quando il crollo sarà riparato.

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7 commenti a Trieste a pezzi: Sant’Antonio, Galleria Sandrinelli, Scala dei Giganti, via Boccaccio

  1. lontandeti ha detto:

    quanto alla chiesa di S. Antonio, e fatta in modo da non poterla ristrutturare: piu’ la pitturano e piu’ si pela, se lo sapessero… quanto al resto e’ una vera vergogna. Potrebbero anche crearsi posti di lavoro, o no se pol?

  2. Franzil Enrico ha detto:

    altro che riqualificazione di piazza della Libertà (progetto demenziale e sconvolgente nella sua assurdità, solo a Bandelli ghe podeva vignir in mente)!
    Assumere qualche spazzino e qualche muratore in più e, quando ci sono, impiegare i fondi europei in modo più intelligente, invece di buttarli al vento!

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