Trieste “Abbiamo salvato una ventina di bimbi da morte sicura” ha raccontato al telefono, interpellato dall’Ansa, Thomas Pellis, uno dei medici italiani che da cinque giorni lavorano senza sosta nell’ospedale pediatrico di Saint Damien, l’unico ancora in piedi a Port-au-Prince ad Haiti. “Solo ieri – spiegava 24 ore fa dalla sala operatoria – abbiamo amputato 12 arti a dieci bambini. A uno era saltata mezza faccia. Un altro è andato in arresto cardiaco. Siamo riusciti a rianimarlo. Lo abbiamo salvato”.
“Ogni caso è drammatico – spiega Pellis, medico triestino che, normalmente, lavora all’ospedale di Pordenone – amputiamo decine di gambe e braccia, operiamo 18 ore al giorno, dalle otto del mattino all’una di notte. Arrivano a centinaia. Io sono sempre in sala operatoria e non ho il quadro preciso, ma mi dicono che qui arrivano 200 feriti al giorno. In città si sa che questo è uno dei pochissimi ospedali in funzione e moltissimi vengono qui. Abbiamo un afflusso sempre più alto di feriti. In quattro giorni ne abbiamo assistito più di 700, tantissimi bambini, forse il 70 per cento”. “Sono persone che sono sopravvisute al terremoto, si sono tirate fuori dalle macerie o sono state estratte, ma più tempo passa e più sono gravi le condizioni delle ferite. Abbiamo dovuto tagliare braccia e gambe ma in mezzo a tanto dolore sono anche nati due bambini”.
“Da oggi – ha detto ieri – non siamo più soli. Lo dico con orgoglio: c’è anche la nostra Protezione Civile. Ha allestito un ospedale da campo proprio affianco a noi e possiamo finalmente collaborare”.
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