11 Gennaio 2010

Mr Bandelli versus Mc Donald

Trieste Il Presidente di “Un’altra Trieste”, Franco Bandelli, esprime il suo dissenso al progetto di inserire un Mc Donald’s nella nuova galleria Tergesteo. “Non possiamo pensare che un fast food possa trovare spazio in una delle più belle gallerie d’Europa” scrive, in un comunicato arrivato in Redazione, l’ex assessore ai lavori pubblici che spiega: “Manifesterò il mio dissenso e mi impegnerò a raccogliere quello di chi come me ama questa città, non per semplice protesta, non per la solita stantia e paralizzante logica del ‘no se pol’, ma per dire forse più banalmente, ma con molta chiarezza, che si può avere un’idea diversa per questa città che non sia la sua svendita al miglior offerente”.

Il testo completo dell’intervento di Franco Bandelli.

“Premettendo che nulla si ha contro i fast food, a parte i personali e soggettivi gusti alimentari che potrebbero orientare verso altre tipologie di cucina, suscita non poco stupore l’ipotesi che nel cuore della nostra città, in quello che dovrebbe essere il suo “salotto buono”, si possa pensare di inserire il ristorante di una delle più note catene di fast food del mondo.

Nel rispetto del libero mercato e della piena disponibilità dei beni di cui ogni proprietario deve godere, non ci si può però esimere dal manifestare la più netta contrarietà di fronte a scenari in cui questo sacrosanto diritto collide in maniera così vistosa, con l’altrettanto irrinunciabile prerogativa che una città ha, di godere dei suoi spazi più prestigiosi senza che questi siano stravolti dal loro consueto assetto e dalla loro originaria vocazione.

Una città che in altre occasioni è stata pronta a mobilitarsi contro necessari progetti di riqualificazione urbana che avevano il solo torto di mettere in discussione la collocazione di qualche albero; una città pronta a scendere in piazza se motivi di decoro urbano suggerivano correttamente lo spostamento di qualche panchina; una realtà nella quale taluni sono pronti a stracciarsi le vesti se si immagina di creare ponti dove questi non esistono così come accade nelle città che hanno realmente una visione di futuro (vedi l’esempio della nostra gemellata città di Graz, dove l’esistenza di altri ponti non ha impedito la progettazione di un avveniristico collegamento fra le due sponde del fiume Mur che l’attraversa) non può – credo – rimanere in silenzio se il destino di uno dei suoi pezzi più pregiati viene ipotecato sull’altare della logica del tutto è permesso purché si paghi.

Ecco perché, come sempre abbiamo ritenuto, quando si parla del domani di questa città, quando si afferma di averne a cuore il suo destino, la retorica deve lasciare spazio ad una concreta visione delle cose.

Crediamo davvero che Trieste abbia nel suo futuro la valorizzazione del suo patrimonio artistico? Allora non possiamo pensare che un fast food possa trovare spazio in una delle più belle gallerie d’Europa.

Siamo realmente convinti che questa città debba preservare le sue “vetrine” più significative per lasciare a coloro che la visitano un ricordo che ne lasci traccia nel tempo? Siamo davvero capaci di difendere il diritto di una città a vivere ogni giorno la sua bellezza senza dover temere che qualcuno possa credere di trasformare un luogo così suggestivo e storicamente così significativo, nell’atrio di un fast food?

Io lo sono, ed è per questa ragione che manifesterò il mio dissenso e mi impegnerò a raccogliere quello di chi come me ama questa città, non per semplice protesta, non per la solita stantia e paralizzante logica del “no se pol”, ma per dire forse più banalmente, ma con molta chiarezza, che si può avere un’idea diversa per questa città che non sia la sua svendita al miglior offerente.

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8 commenti a Mr Bandelli versus Mc Donald

  1. Sergio ha detto:

    a prescindere da personali considerazioni circa la moda dei fast food… (fin che restano all’ interno di qualche ipermercato, passi…) mi chiedo come possa venire in mente a qualcuno – con un minimo di buon cervello – di piazzare un Mc Donald al Tergesteo… Sin d’ora a disposizione per iniziative contro questa “gran stronzta” – Ambiente eè Vita FVG

  2. Andrea Rodriguez ha detto:

    Non voglio entrare nel merito della questione McDonald’s.

    Mi interessa di più quella di questo concetto secondo me piuttosto aberrante di “Salotto Buono”.
    Cioè non è che sia aberrante in sé, diventa aberrante quando qualcuno pensa (e spesso a Trieste ci riesce) di imporre la sua visione di quello che deve essere il Salotto Buono.
    Mi spiego: per un certo tipo di persona, magari avanti con gli anni e legata al passato, il Salotto Buono ha un maggiordomo, dei preziosi tappeti, quadri costosi alle pareti e musica classica di sottofondo.
    Per un altro tipo di persona, il Salotto ha divani comodi, facilmente lavabili, un maxischermo, un impianto potente e un bar fornito: questo tipo di persona ama chiamare un sacco di gente nel suo salotto e ballare, fare festa.
    Un altro lo vuole molto minimal, essenziale.
    Uno lo vuole etnico, con arredamento che arriva da tutte le parti del mondo.

    A casa propria, ognuno fa giustamente come vuole lui.
    Ma la città, la nostra casa comune, che salotto deve avere?
    Imposto da una maggioranza?
    Oppure un salotto che tenga conto delle esigenze di tutti?

    Da quanto dice Bandelli esce una delle tante visioni di “Salotto Buono”: è una visione personale, legittima.
    Ma quando si dice “suscita non poco stupore l’ipotesi che nel cuore della nostra città, in quello che dovrebbe essere il suo “salotto buono”, si possa pensare di inserire il ristorante di una delle più note catene di fast food del mondo.”, si dice altro: si cerca di far passare una visione personale per qualcosa di universalmente accettato.
    Questo non mi piace, semplicemente perché non è vero.
    Restando in campo McDonald’s a Milano, ad esempio ce n’è uno in Galleria in Piazza Duomo, a due metri da Burger King e altre catene.
    Ecco un’altra visione di Salotto Buono.

    Lo scorso anno c’è stata l’offensiva contro certo rock nel Salotto Buono (vedi GeoRock o l’Opening Band Live Music Festival, addirittura contro Sottolostessocielo, prima sfrattato da Ponterosso, spostato sul Molo Audace e giù di polemiche che i gazebo rovinano l’immagine delle Rive), adesso è McDonald’s, domani sarà un’altra cosa.

    E se invece la piantassimo di parlare di Salotto Buono come di una zona circoscritta e off-limits della città e cercassimo di renderla tutta intera una città accogliente e rispettosa dei gusti e delle esigenze di tutti?

    E se il Salotto Buono che volessimo

  3. Andrea Rodriguez ha detto:

    PS: m’è rimasta lì una frase monca e non riesco a editare il commento: fate finta che non ci sia… 🙂

  4. Fabio Turco ha detto:

    ma un fast food in un Salotto, buono o cattivo che sia, è un’ esigenza?

  5. Dario Predonzan ha detto:

    Per Mc Donald’s sicuramente sì. E anche per quelli ai quali piace mangiare merda (pare siano tanti).

  6. lanfur ha detto:

    Se mettono un mcDonald in un salotto chissà cosa mettono nella toilette.

  7. chinaski ha detto:

    mc donalds a 50 mt da pepi s’ciavo???? non dura piu’ di un mese…

  8. Bibliotopa ha detto:

    a proposito di toilette e salotto buono, a suo tempo mi dicevano che quella del caffè Tergesteo era veramente disgustosa.
    Di solito le toilettes dei MCDonald sono pulite. Da tener presente, vista la quantità di cessi pubblici disponibili in zona..

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