23 Dicembre 2009

Un anno di Unione

Chissà come ricorderanno il 2009 i tifosi della Triestina. Tra gioie, sogni, cocenti sconfitte e amare disillusioni non si può certo dire che sia stato un anno in cui ci siamo annoiati.

IL GRANDE SOGNO – Tutto era cominciato il 10 gennaio con il 2-0 inflitto all’ Empoli. La squadra allora allenata da Rolando Maran cominciò un filotto di partite positive (interrotto solo dalla sconfitta con il Bari) che culminò nella travolgente del 7 marzo sul campo del Cittadella. Finì 3-0 e fu l’ultimo acuto di una squadra che si trovava in piena zona play off a pochi punti dai primi due posti ed esprimeva un gioco tra i più belli della serie B. L’impresa in terra veneta fu seguita da tre sconfitte con Brescia, Albinoleffe e Parma, tutte dirette concorrenti per un posto al sole, che causarono una prima incrinatura con il pubblico e una certa demoralizzazione all’ interno della squadra.

L’ AMARO RISVEGLIO – La partita della svolta fu però il rocambolesco 3-2 patito in casa per mano del Grosseto. Gli alabardati seppur in un momento di difficoltà erano ancora agganciati al sesto posto, ultima piazza utile per gli spareggi promozione, mentre per i maremmani staccati di qualche punto la partita del Rocco rappresentava l’ ultima spiaggia per non andare in vacanza con qualche giornata in anticipo. Un gol di Della Rocca sembrava aver spianato la strada agli uomini di Maran, ma due disattenzioni difensive a cavallo tra la fine del primo tempo e metà della ripresa permisero il sorpasso dei toscani. Il lungo forcing della Triestina fu premiato a due minuti dal termine con un gol di Allegretti su punizione. Sembrava fatta, il sesto posto garantito e una diretta concorrente fuori dai giochi. Ma un minuto più tardi Pichlmann sfruttò l’ennesimo buco della retroguardia giuliana per siglare il 3-2 definitivo. Dopo quel ko la Triestina non si riprese più, eccezion fatta per un estemporaneo colpo esterno a Livorno, e ironia della sorte fu proprio il Grosseto ad aggiudicarsi il sesto posto in classifica. Le ragioni dell’ improvviso crollo alabardato furono imputate quasi esclusivamente a Maran, reo di essere stato troppo prudente in trasferta, anche contro avversarie ritenute abbordabili e di aver lesinato l’ impiego di Granoche. In realtà la critica più fondata che si può fare all’ allenatore trentino è stata quella di aver insistito sempre sullo stesso gruppo di giocatori senza ricorrere al turn over, con l’inevitabile conseguenza che nelle ultime giornate sono mancate le gambe e il fiato per raggiungere l’obbiettivo finale. Ma bisogna considerare anche che nell’ ultima parte del campionato è mancata la coesione tra squadra, società e  una certa frangia dei tifosi, e davvero non sono giustificabili i vergognosi cori di insulti lanciati verso Maran, quando ancora la squadra stava lottando per i play off.

OBBIETTIVI DI UN’ ESTATE – L’ epilogo inevitabile fu la fine del rapporto tra la società e il tecnico, che prese la via di Vicenza. L’ estate vide una piccola rivoluzione all’ interno del clan alabardato con l’ addio  a molti giocatori di spicco (Granoche ed Allegretti su tutti), il ritorno di Denis Godeas, l’ innesto di giocatori di categoria come Nef, Sabato e Scurto, e di giocatori più giovani ma di sicuro avvenire come Brosco, Volpe e Siligardi. La guida tecnica fu affidata a Luca Gotti, tecnico emergente, reduce da una sfortunata esperienza a Treviso. L’ obbiettivo dichiarato era quello di disputare un campionato di alto livello. Le credenziali del nuovo tecnico non erano delle migliori ma nelle prime partite la Triestina riuscì a ottenere risultati positivi, facendosi largo in coppa Italia e conquistando 7 punti nelle prime tre partite di campionato, pur non esprimendo mai un bel gioco e dando l’impressione che le vittorie fossero più figlie degli episodi che altro. La squadra pativa gravi limiti di carattere strutturale, con Godeas e Della Rocca inadatti a giocare assieme e un centrocampo sovraccarico di mediani ma privo di qualcuno dai piedi buoni, nonché di una condizione fisica insufficiente, causata da una preparazione forse troppo pesante.  E infatti il trittico di sonore sconfitte con Sassuolo, Cesena e Lecce travolse come un tir la Triestina, che dopo essere riuscita a strappare un pareggio al Vicenza di Maran venne definitivamente tramortita dalla sconfitta interna con l’ Albinoleffe.

L’ AVVENTO DI SOMMA – Fu l’ultimo atto per Luca Gotti, che lasciò il posto al ruspante Mario Somma e quel che segue e storia dei nostri giorni, o quasi. Il tecnico di Latina ha portato in dote il 4-2-3-1 che di fatto ha rivoluzionato la squadra, affidandosi esclusivamente a Godeas in fase offensiva e dando spazio ai tre trequartisti che nella formazione tipo dovrebbero essere Testini, Tabbiani, Volpe. La squadra ha ingranato subito battendo il Gallipoli e inanellando una serie di sette risultati utili senza sconfitte che l’ha portata a ridosso delle prime posizioni. Nelle ultime settimane però qualcosa sembra essersi inceppato e la Triestina è incappata in due sconfitte nelle ultime tre partite. La squadra appare stanca e la pausa natalizia capita a proposito per recuperare le energie in vista di un 2010, che ci si augura indimenticabile. Certo è che l’ Unione dovrà correggere il limite maggiore dimostrato in questo campionato e cioè la fragilità in trasferta, che finora non ha mai visto gli alabardati imporsi su nessun campo. Solo questo potrà garantire il salto di qualità a una squadra che ha un alto potenziale nel suo dnA.

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2 commenti a Un anno di Unione

  1. apu ha detto:

    ottima sintesi…. e speremo ben!

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