14 Dicembre 2009

Città metropolitana. Fedriga: no al referendum per il passaggio di Duino a Gorizia

Castello di Duino_127

«No al referendum per annettere il Comune di Duino Aurisina a Gorizia nel caso in cui dovesse prendere corpo la proposta Seganti sulla città metropolitana a Trieste.» Questa, in sintesi, la posizione del segretario provinciale e deputato della Lega Nord Massimiliano Fedriga, all’indomani della forte presa di posizione del sindaco Giorgio Ret e delle forze politiche di quella fetta di territorio carsico. «Sono contrario nel metodo e nel merito –spiega il parlamentare-. Anzitutto va chiarito che Trieste città metropolitana è una proposta che, una volta elaborata nei minimi dettagli, verrà sottoposta a una consultazione popolare di carattere confermativo, con la possibilità per gli stessi cittadini di proporre emendamenti allo schema iniziale. Così facendo, si esclude a priori ogni decisione “presa dall’alto”, in quanto l’istituzione dell’area metropolitana deve essere una riforma largamente compresa e condivisa da tutti i residenti nell’odierna provincia di Trieste. Data tale fondamentale premessa, anche le drastiche conseguenze politiche ventilate dall’amministrazione di Duino Aurisina vengono meno, in quanto sarebbero di fatto sconfessate da un voto popolare. Ciò detto –conclude Fedriga-, rimarco con forza che Trieste città metropolitana è una proposta sulla quale si può discutere anche animatamente, mettendo a confronto le diverse idee e presentando emendamenti migliorativi. L’obiettivo però deve essere quello di mettere al primo posto l’interesse reale dei cittadini, e non la difesa di interessi particolaristici né miopi ostruzionismi ideologici, che certo non possono giovare allo sviluppo del nostro territorio.»

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29 commenti a Città metropolitana. Fedriga: no al referendum per il passaggio di Duino a Gorizia

  1. Macchinista ha detto:

    Personalmente non vedo nessun beneficio per i comuni della provicia (tranne per TS ovvio), con questa città metropolitana. Noi (fuori TS) non sentiamo la mancanza di questa “cosa”.

    Se Fedriga non ha niente da fare, che lo vada a fare da un altra parte.

  2. lanfur ha detto:

    “Anti-democratico” si può dire?

  3. effebi ha detto:

    mi chieso se esiste per caso un grande (testadiminchia) burattinaio a buttare lì ste minchiate o se è un “movimento spontaneo” questo che sto osservando e che sembrerebbe dimostrare un qual certo interesse (!?) da parte di ognuno di “sataccarsi” da chiunque per passare con “chiunquealtro”.

    cos’è il nuovo grande gioco del “far e disfar” ?

    (ma la gente comune è di questo che parla ? è di questo che sente la necessità ?)

  4. Aldo Flego ha detto:

    In effetti il “Macchinista” non ha tutti i torti: Trieste Città Metropolitana è un espressione a cui bisogna dare contenuti precisi, e così com’è dice poco, anzi genera incertezze o reazioni non positive. Il fatto è che alcuni politici hanno sposato un po’ velocemente, e con la fretta si esprimono sempre inesattezze, un progetto che sta per essere varato (e sul quale ci sarà dibattito e confronto serio, e poi si procederà con la raccolta delle firme per la presentazione di una proposta di legge regionale). La volontà è di superare la legge regionale 1/2006 (che già prevede la Città Metropolitana…)con una nuova legge istitutiva dell’AREA METROPOLITANA DELLA VENEZIA GIULIA. Mantenere assolutamente i Municipi e i Sindaci, per l’amministrazione tecnica territoriale, accorpare i Consigli comunali e provinciale in un unico Consiglio dell’Area, inglobare EZIT e Autorità portuale: per risparmiare i costi della politica e gestire l’Area in modo più razionale ed efficiente.
    Quando saranno presentati nel dettaglio i contenuti del progetto vero, e non le frettolose anticipazioni che sembrano più che altro un cappello posato sulla sedia al tavolo della politica, ben si capirà – a Duino Aurisina, Sgonico, Monrupino, Trieste, Dolina e Muggia – l’importanza di essere insieme, con più autonomia, anche con riferimento alla fiscalità.
    E magari Monfalcone e Doberdò si interrogheranno sulla possibile entrata nell’Area…
    Nessun grande gioco del “far e disfar”, come s’interroga “effebi”, ma solo del “FAR”.
    Aldo Flego
    Comitato per l’Area Metropolitana della Venezia Giulia

  5. sembra che quello che si scrive venga letto solo parzialmente, se uno approfondisce l’argomento con serenità e senza pregiudizio deve ammettere che specialmente per i comuni piccoli è un vantaggio sotto tutti profili. L’area metropolitana della Venezia Giulia è l’unica salvezza per mantenere e valorizzare l’identità locale insomma è una sorta di forte autonomia da paragonarsi a quella di Trento ma con delle caratteristiche aggiuntive. Purtroppo le affermazioni politiche fatte con superficialità creano solo preconcetti. Gli unici che in questo momento hanno un progetto studiato e ben definito sono quelli dell’associazione TCM (vedi sito triestemetropolitana.jimdo.com). Il progetto di valorizzazione territoriale è promosso dal comitato per l’area metropolitana della Venezia Giulia che ha sempre spiegato quali sono i principi istituzionali. Insomma ci si vuol rendere conto che in Regione anche le spartizioni delle risorse sono sempre penalizzanti per la Venezia Giulia, quindi l’autonomia, che è anche fiscale, ci consente di decidere come allocare le risorse, cioè decidere e assumersi la responsabilità del proprio destino. Quaranta consiglieri regionali friulani cioè la maggioranza, preferiscono finanziare i progetti della costa e della montagna friulana o quelli della costa triestina? Ricordo che alla montagna sono stati destinati qualche centinaia di milioni per la promozione mentre per il mare noccioline. Mi fa tenerezza quando il comune Duino Aurisina, con fatica si sponsorizza la promozione turistica con alcune migliaia di euro, volgiamo andare avanti così, per favore. Mi dispiace del tono che ho usato ma le cose bisogna dirle, e invece di essere distruttivi vediamo come si può calibrare il progetto senza togliere niente a nessuno se non quello di ridurre dei costi ed eliminare la Provincia, dimenticate che quando era stata commissariata nessuno ne sentiva la mancanza.

  6. lanfur ha detto:

    Delle due l’una:
    O questa area metropolitana è di fatto una regione a sè, autonoma a ogni decisione del consiglio regionale ‘friulanizzato’ per la gran maggioranza.
    Oppure è un altro ente intermedio che si pone poco sopra o in sostituzione della/e provincia/e delle quali già non si sente mancanza e che dovrebbe scaldare i cuori di chi vede soldi buttati (questi sì a mare) ogni santo giorno in enti e para-enti di dubbissima utilità?
    Quale dei due signori?

  7. effebi ha detto:

    (stranmente) sono daccordo con lanfur
    la “provincia” rimarrebbe ? si-no

    e perchè -visto che c’è- non si fa funzionare la “provincia” visto che nulla altro rappresenta che il territorio dell’area metropolitana ?

    invece di far funzionare quello che esiste ci mettiamo a fare nuove proposte ?

    il tempo di proporre, predisporre, approvare, finanziare, mettere in moto… una nuova struttura lo vogliamo -ogni tanto- considerare ?

    sembra sempre che ci sia molta gente che ha “nuove idee” ma poca, invece, che sia in grado o abbia voglia di far funzionare quello che già esiste.

    un altro esempio: i “vecchi” corpi di polizia e le “nuove” ronde…. che palle ! sbandieramenti politici che non risolvono i problemi e ci fanno spedere tempo e soldi inutilmente – chi paga, cioè IO, ne ha le scatole piene.

  8. Oblivion ha detto:

    Posto che se ci fosse un referendum, questo non può essere immaginato come un referendum “unico” per l’intero territorio, bensì tanti referendum almeno per quanti sono i comuni, perchè questo livello istituzionale esiste e non lo salti a piè pari solo perchè lo immagini tu.. ripeto la domanda: per quali progetti?

  9. cagoia ha detto:

    forsi secondo la legge esistente l’autorità portuale e l’EZIT no pol esser de competenza de qualcossa che se ciama “provincia” ma pol esser competenza de qualcossa altro che se ciama “area metropolitana”?

  10. Oblivion ha detto:

    @Uberto Fortuna Drossi

    Dire agli altri che non si vuole approfondire mi sembra quantomento superficiale, visto che sul sito al quale rinvii costantemente non c’è scritto null’altro che quelle quatto cose che ripeti qui.

    A domande più precise e più sringenti non c’è stata nessuna risposta, tranne quella di far nascere ogni volta una nuova discussione che riparte da zero.

    http://trieste.bora.la/2009/12/03/tondo-trieste-sara-citta-metropolitana-ma-la-soluzione-e-nella-coesione/#comment-164146

    http://trieste.bora.la/2009/12/10/il-leghista-fedriga-favorevole-alla-citta-metropolitana-propone-un-nuovo-municipio/comment-page-1/#comment-164449

  11. Scusate il tono esplicito ma nei vari incontri personali e televisivi sono entrato nel dettaglio più volte, però vi pregherei di leggere le osservazione nel sito di TCM.
    Riporto con copia e incolla un intervento precedente che ho fatto su Bora.la alcuni giorni fa. Rimanga chiaro che l’istituzione dell’area metropolitana assorbe dal punto amministrativo i comuni e la provincia, quindi si accorpano dividendo le funzioni e i servizi , pertanto non è un ente in più Eccetto i Sindaci, rappresentanti amministrativi che rimangono nel presidio municipale, questo vale per tutti i comuni compreso Trieste, i consiglieri comunali faranno parte del consiglio metropolitano è da definire ancora la ripartizione territoriale Dalla proposta di legge di iniziativa popolare del comitato, abbiamo portato una riduzione della classe politica complessiva da 140 a 60 consiglieri eletti nelle circoscrizioni municipali, mentre gli assessori da 60 a 10. Nella tabellina riportata sul piccolo del 13 agosto io ho fatto una ripartizione provocatoria mettendo in maggioranza i comuni piccoli, ma molti politici locali non hanno colto il significato, purtroppo miopi. Cito in modo didascalico quali sono le competenze esclusive dell’ente metropolitano che non hanno i comuni e provincia:
    -Fiscalità con legge dello stato
    -Demanio marittimo (competenze portuali)
    -Accesso diretto ai progetti comunitari
    -accordi di programma transfrontalieri esclusivi
    -maggiore forza di contrattazione con gli erogatori di servizi (multiutlity ecc.)
    -finanziamenti statatli prioritari con capitolo di spesa dedicati alle aree metroplitane (vedi capitoli Bolzano Trento)
    -tutte le competenze della provincia, pertanto non più sovrapposizione di poteri autorizzativi causa di lungaggini burocratiche e mancanza di individuazione delle responsabilità (scarica barile)
    -decisioni autonome in diversi campi, ad esempio quello della cultura, perchè invece di collaborazione con il resto della regione ci si fa la competizione tra poveri, quindi scarsa qualità e attrattiva di persone da fuori regione.
    A queste derivano tutta una serie di aspetto che vanno dal turistico all’industriale e agroalimentare ad esempio la valorizzazione del carso attraverso degli accordi di programma nazionali e comunitari. Penso che sia sufficiente per capire che si può affrontare l’argomento senza pregiudizi o vogliamo essere sempre considerati ai confini dell’impero e scavalcati dagli altri più intraprendenti?

  12. Ho incollato un intervento fatto in un altro forum.
    Rispondendo a Luigi (Veneziano) spero di contribuire a chiarire maggiormente il significato che ha il progetto. La città metropolitana non è un vezzo o un semplice appellativo per definire la dimensione geografica e demografica di un luogo , ma è un’istituzione ben definita dalle leggi dello Stato e della Regione Friuli Venezia Giulia. La Città Metropolitana è un ente locale con una forte autonomia, praticamente si può considerare un qualcosa di più emancipato della Provincia di Trento. C’è un aspetto importante da tener bene in mente, la Regione FVG è Regione a statuto speciale, quindi ha potestà legislativa nel definire i principi fondamentali del sistema delle autonomie locali, infatti nell’art9 della Legge Regionale n°1 del 2006 è prevista l’istituzione della C M. Ricordo che quando proposi l’inserimento di questa norma ci fu un acceso dibattito che finì, come al solito per complicare la cosa e questo ci fa capire come molto spesso in Italia le riforme bisogna affrontarle per gradi e farle capire. Un altro aspetto importante lo Stato e la Comunità Europea hanno emanato delle norme specifiche per le aree o Città Metropolitane, che prevedendo dei vantaggi sia in termini economici, fiscali e di semplificazione amministrativa di non poco conto; a tutto ciò possiamo aggiungere un’opportunità per tutti Municipi dell’area giuliana che è quello di poter creare dei progetti di collaborazione transfrontalieri percorrendo dei canali privilegiati previsti sempre dalle norme europee. Comunque la materia è complessa, ma deve entrare bene in testa che la città metropolitana è un incredibile strumento per l’area giuliana, naturalmente poi bisogna avere l’intraprendenza per sfruttare questa grande opportunità. Prevista la possibilità normativa quadro di istituire la C M manca la norma che delinea l’architettura istituzionale e per questo c’è bisogno di una legge specifica, come è necessario uno statuto metropolitano che definisca le funzioni e i ruoli all’interno dell’istituzione; infatti è la proposta di Legge Regionale di iniziativa popolare, che il comitato la promuove attraverso la sottoscrizione dei cittadini, che delinea l’area metropolitana come la sintesi di tutti gli enti locali circoscritti nell’area geografica della provincia di Trieste; con questo vuol dire eliminare la Provincia, creare dei Municipi come rappresentanza politica territoriale e naturalmente rafforzarli come punti di fornitura dei servizi per i cittadini. I Sindaci saranno eletti dal territorio come adesso, faranno parte dell’organo consultivo del Consiglio Metropolitano, quindi avranno una forza per rappresentare gli interessi territoriali, ma anche dovranno avere la capacità di fare sistema. Gli attuali consiglieri comunali eletti nella circoscrizione del Sindaco diventeranno consiglieri metropolitani, naturalmente in numero ridotto, perché tutto il consiglio metropolitano sarà composto da sessanta consiglieri eletti nei sei municipi previsti. La Provincia, possiamo dire, viene assorbita nelle sue funzioni amministrative dalla C M semplificando e rendendo più semplice e trasparente la burocrazia. In questi ultimi anni all’ente Provinciale sono state date molte competenze autorizzative che molto spesso si sovrappongono o aggiungono ad altri enti creando cortocircuiti burocratici. Pensiamo che a cavallo degli anni ottanta e novanta la Provincia è stata commissariata per dieci anni e nessuno ne ha sentito la mancanza. Oggi pensare che i Comuni sotto i quindicimila abitanti possano gestire tutte competenze previste è impossibile sia in termini economici che di risorse umane, inoltre per quelli piccoli affrontare progetti territoriali diventa un’impresa impossibile a discapito della valorizzazione e tutela del territorio. Parliamoci chiaro l’Area Metropolitana ci darà la forza e gli strumenti per affrontare, piaccia o non piaccia, l’obbligata strada della competizione con le altre città, perché non basta essere come si è per mantenere le rendite fino ad ora acquisite. Chiarisco un altro aspetto fondamentale: la C M non vuol dire separasi dalla nostra Regione, infatti è la stessa che legifera la sua costituzione, bensì vuol dire acquisire una forte autonomia da lei nel assumersi le responsabilità del proprio futuro. Spero di esser stato chiaro, comunque spiegherò e motiverò, fino alla nausea, perché è necessaria la costituzione dell’Area Metropolita della Venezia Giulia. Trieste non si deve permettere più di perdere occasioni per paura del futuro. Certamente l’età anagrafica della popolazione di Trieste è un freno ai cambiamenti, ma ora noto che la difficoltà maggiore di affrontare i cambiamenti è l’incapacità di cambiare le nostre abitudini indifferentemente dall’età.
    Uberto Fortuna Drossi presidente del comitato dell’Area Metropolitana della Venezia Giulia

  13. Marisa ha detto:

    @ Uberto Fortuna Drossi

    se a monte c’è l’argomento “i furlani ne porta via tuto”, mi sa che partite già con il piede sbagliato. Anche perchè da sempre i friulani continuano a ripetere “i triestini ne porta via tuto”. E da sempre i friulani chiedono il riconoscimento istituzionale della regione Friuli e l’autonomia amministrativa. E visto come sono appena stati divisi i finanziamenti regionali per la ricerca, dove solo il 20% è andato alle provincie di PN, GO e UD…..e ben l’80% a Trieste…..ci sono molti argomenti per dimostrare che non è per nulla vero che “i furlani ne porta via tuto”. Tema del resto sempre cavalcato dalla stampa (e politica!) triestina perchè evidentemente paga sono il profilo elettorale. Corretto è invece ripensare ad una architettura della nostra regione, come del resto era già stata proposta negli anni 60 e 70: due aree autonome come il Trentino – Alto Adige, e con il mantenimento di una regione unitaria molto, ma molto leggera. Insomma una sorta di “separati in casa”. Solo così potrete avere l’appoggio anche dei friulani. Non certo partendo dalla premessa che “i furlani ne porta via tuto”. Oltretutto la premessa è falsa….e lo sapete benissimo.

  14. Julius Franzot ha detto:

    Ma “area metropolitana” xe’ piu’ che “Euroregione”?

  15. maja ha detto:

    non ho ben capito come funzionerebbe il sistema elettorale.

    in soldoni: continuerrebe a governare chi oggi amministra trieste?

    no, perchè questi qui dell’ “accesso diretto ai progetti comunitari”, degli “accordi di programma transfrontalieri esclusivi”,della “valorizzazione del carso” sai che se ne fanno?

  16. lcoroll ha detto:

    Scusè, ma se xe come disi Drossi alora forse anche ala provincia de Gorizia intiera ghe convièn meterse insieme con stà area metropolitana no? Xe quel che penso de quasi sempre: Friuli de una parte e Venezia Giulia de l’altra come Trento e Bolzano dove xe il problema? Così la penso mi.
    Viva muli!
    Gigi goriziàn

  17. effebi ha detto:

    “i sindaci rimango nel presidio municipale”

    arrrrrrrrrrrrgggggHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH !!!

    basta pietà basta !!!

  18. Aldo Flego ha detto:

    Già nel 2001 il “furlan” Gino di Caporiacco, con intelligente (quasi magica)lungimiranza scriveva :” Difficilmente Trieste potrà diventare una provincia autonoma, sul modello del Trentino-Alto Adige / Sudtirol. Diventerà sicuramente una Città metropolitana, molto probabilmente centro di un’area metropolitana. Avrà costituzionalmente garantito un proprio statuto, propri poteri e proprie funzioni.
    Si tratterà – in buona sostanza – di un evento invocato dagli autonomisti friulani dal 1945. Trieste diventerà finalmente veramente arbitra del proprio destino, e chi la pensa come me non potrà che rallegrarsene.” Potete leggere l’articolo integrale – ne vale la pena!-al link
    http://www.fuarcefriul.it/trieste.htm
    Articolo pubblicato giovedì 29 marzo 2001 sul Messaggero Veneto…. SON PASSATI NOVE ANNI, QUALCHE NORMA NAZIONALE E REGIONALE, IMPERFETTA, E’ STATA NEL FRATTEMPO VARATA. BISOGNA ORA ACCELERARE LA DEFINIZIONE NORMATIVA-CON UNA NUOVE LEGGE REGIONALE – DI QUANTO E’ GIA’ PREVISTO (…LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA E LA LEGGE REGIONALE 1/2006).
    FORZA VENEZIA GIULIA, FUARCE FRIUL.

  19. abc ha detto:

    Area metropilitana all’attuale provincia di trieste e maggior autonomia alle 3 provincie del Friuli potrebbe essere una soluzione..

  20. abc ha detto:

    Scusate ho scrutto Trieste in minuscolo. Ma non si può piu correggere i commenti?

  21. Marisa ha detto:

    Quoto al 1000% ABC

  22. Oblivion ha detto:

    E allora, per cercare di uniformare la discussione, riporto anch’io le domande fatte in altre occasioni.

    Non ho assolutamente niente di principio contro il modello di Città o Area Metropolitana. Reputo anzi che in diversi casi possa essere roba utile. Dovrebbe alleggerire costi, velocizzare decisioni, uniformare territorio, liberare energie. Non serve molto per capire che per esempio Roma non centra più nulla con il Lazio, Milano con la Lombardia, Venezia con il Veneto, etc.. e che anzi questo legame oggi esistente è negativo sia per le città che per le Regioni stesse. Perchè da una parte è un “freno” per realtà altamente urbanizzate e produttivamente alle prese con la competizione mondiale o globale che dir si voglia, e dall’altra è un “macigno” che incombe e orienta qualunque decisione presa in ambito regionale.
    Ma appunto, si sta parlando di “freni” che occorre allentare, decisioni che occorre velocizzare.
    Mi chiedo se ciò davvero valga anche per Trieste. Mi chiedo quante volte e soprattutto su quali ipotesi di sviluppo e di necessaria tempestività, la Regione sia stata un freno per Trieste. Perchè non mi pare che Trieste “soffra”, perchè trattenuta, impedita da cause esterne a se stessa.
    Vedo piuttosto un’idea di “autonomia”, che tende allo scaricare all’esterno problemi che invece sono tutti interni alla dinamica tipicamente triestina, nemmeno del circondario, proprio della città. Gli esempi potrebbero essere molti. Ma non è che avendo più autonomia come Area Metropolitana, allora Trieste può diventare qualcosa di simile ad una Zona Franca. Questo deve essere ben chiaro nella testa di tutti. Certo potrà “battere cassa” con voce più alta, ma per fare.. non per sopravvivere. A maggiori poteri, corrispondono maggiori responsabilità dirette, e questo è un’altro concetto che deve essere chiaro fin dall’inizio.
    Un’altro lato della questione, è che assorbire il territorio circostante vuol dire anche accollarsi i problemi di quel territorio, e non perciò solo poter contare su un budget complessivamente maggiore. Se il finanziamento per la sanità è quantificabile a Tot ad abitante, anche passando da 1000 abitanti a 100.000, rimane lo stesso Tot per abitante, e sono 100.000 quelli a cui rendere il servizio.
    Dico queste banalità perchè non vorrei che qualcuno pensasse seriamente di poter sostituire con l’ingegneria istituzionale, la mancanza progettuale, la mancata dinamica e l’investimento economico, lo sviluppo sociale; che francamente non rilevo oggi a Trieste, tantomeno frenato e compresso dal resto della regione.
    In sostanza mi pare che nel progetto manchi un requisito fondamentale: per farne che cosa? Quali le risorse e quali le idee?
    La proccupazione.
    Quella che si illuda la gente che basti questa nuova architettura istituzionale per risolvere problemi che stanno invece da tutt’altra parte. E che la corsa a chi getta il cappello più in alto con strabilianti ipotesi, sia l’unico effetto reale, ed il fine, politico. Perchè a Trieste è già successo.
    Partendo dal fatto che tutto si può dire, meno che la regione sia o sia stata un freno allo sviluppo di Trieste, perchè ci vorrebbero concreti esempi per dimostrarlo, il pensare che la mancanza di dinamicità, di progettualità, di propensione al rischio da investimento, necessari come il pane quotidiano per un’area che davvero vuole crescere, nascano come per incanto solo modificando i rapporti amministrativo-politici tra la città ed il territorio circostante, mi pare ben poca cosa. Anzi, appunto un’illusione. E’ come cercare di cavarsela rispondendo in tedesco ad uno che ti fa una domanda in giapponese.
    Trieste non vive una condizione appesantita perchè tenuta ferma, frenata, da zavorre esterne. Tutt’altro. Se fosse davvero questa la condizione non avrei dubbi. Maggiore autonomia, maggiore velocità decisionale, maggiore ricaduta. La competizione è globale.
    Ma potrei averne uno, un solo esempio di competizione globale che vede oggi Trieste competere male perchè appesantita da burocrazia e fardelli esterni a se stessa? Non mi si citi la ricerca e tutto ciò che sta sull’altopiano perfavore, se la discussione deve essere seria.
    I risparmi.
    Vero, teoricamente si dovrebbe spendere di meno nel mantenere, per brevità, meno “poltrone”. Intanto questo risparmio è facilmente quantificabile gia adesso. Non ci vuole molto, tra l’altro per ogni ipotesi (uno due o tre municipi). Un calcolo abbastanza semplice. A quanto ammonta? Che cosa ci si può davvero fare, di innovativo e “svoltante”, con quei soldi? Ed attenzione, non più solo per Trieste città, ma per l’area. Perchè non mi si venga a dire che il risultato alla fine è il drenaggio di risorse dalla periferia al centro, anche se il rischio c’è, eccome se c’è… Allora però, quali le proposte?
    Le sinergie.
    Nulla le ha vietate sino ad oggi. Non c’è un elemento uno, che già le impedisca. Se non il “particulare” politico e la paura di essere fagocitati. Perchè, dopo, si pensano superati questi impedimenti? Solo perchè l’autorità decisionale diventa unica? Se la risposta e si, allora le paure sono vere ed il rischio è concretissimo. Lapalissiano.
    L’autonomia impositiva.
    Posto che, come ho gia scritto, una classe ed un pensiero politico che ha amministrato quasi cinquant’anni di Zona Franca dovrebbe aver già dimostrato nei fatti la capacità di intraprendere, lasciando sviluppo e risorse invece che macerie, immagino che non serva a mettere nuove ed aggiuntive tasse. Piuttosto serva a creare condizioni anche fiscali per attrarre investimenti. Cosa del resto già sperimentata. Obiettivo uno, obiettivo due, interreg.. dicono niente? Perchè tutto ad un tratto, con l’autonomia, dovrebbe di punto in bianco nascere una generazione di amministratori più furbi o più accorti che dir si voglia? Trieste è quella città che ha detto di no! alla zona industriale transfontaliera a cavallo del confine che già prevedeva tutto questo. Che ha bloccato protocolli importanti di Osimo. Che ha costruito su questo fortune politiche di pochi. In cosa è oggi, cambiata?
    Massa critica e finanziamenti europei.
    Degli Obiettivi e di Interreg ho già detto. Vogliamo dire di porto vecchio e Trieste expò (o cos’era..)? Da quale parte (con nome e cognome se possibile) sono venuti i freni? Regione? Pianura friulana? Pordenone o Gorizia?
    Vogliamo dire del porto? L’unica volta che Trieste si compatta è contro il terminal Snam a Monfalcone solo perchè prevedeva il dragaggio del canale di accesso al porto ed era, questo si, visto con timore? Siamo davvero sicuri che il richiamare forze dall’esterno per lo sviluppo portuale sia ciò che si vuole perseguire? Vorrei vedere i progetti e chi li sottoscrive, prima!!
    Potrei andare avanti a josa… ma alla fine del tuo chiarimento leggo: “..rimane sempre uno strumento che offre delle opportunità, quindi dopo bisogna sfruttarlo con le iniziative e le idee imprenditoriali.” Appunto per questo insisto sul: per fare cosa?
    Perchè è evidente che il problema sta appunto nella mancanza oggi! di iniziative ed idee imprenditoriali. E non mancano perchè la “specificità” di Trieste non sarebbe riconosciuta. Mancano perchè non ci sono. Punto.

    Per finire, il tema è davvero importante anche per i non pochi riflessi in campo regionale; ribadisco dunque di non essere affatto contro l’ipotesi. Vorrei solo che alla gente si parlasse chiaro. E che temi di questa portata non siano lasciati in mano agli illusionisti di professione. Maggiore autonomia vuol dire maggiore responsabilità. Che poco si coniuga col “viva la e po’ bon”.
    Allora il progetto dovrebbe rispondere al quesito fondamentale: Per farne cosa?

  23. Maurizio Rozza ha detto:

    Alla faccia del federalismo predicato dalla Lega.. Io chiedo che ogni comunità ( compresa Duino Aurisina ) si possa esprimere su questo “matrimonio” con Trieste, e che non venga soppressa con una norma calata dall’alto. Fedriga invece propone un referendum cumulativo in cui i 220.000 abitanti di Trieste contro gli 8000 di Duino Aurisna decidano se annetterla o meno. La Corte Costituzionale ha stabilito che anche per i referendum per la semplice fusione di più comuni ogni comunità debba dare il separato consenso. I leghisti mi sembrano sempre più fusi e confusi.. Mah…

  24. Oblivion ha detto:

    @Maurizio Rozza

    Hai capito perfettamente il pensiero che c’è nell’intervento di Fedriga. Ora ci sarebbe da capirne gli scopi..

  25. Maurizio Rozza ha detto:

    Riguardo agli scopi, non voglio fare dietrologie. Certo a molte lobbies del mattone triestine fa gola mettere le mani sul territorio di alcuni comuni ancora di più di quanto non stiano già facendo. L’area metropolitana comporterebbe un unico piano regolatore. Nella fase di osservazione/opposizione gli attuali residenti non conterebbero nulla. Fatevi un giro per Opicina e vedrete come finiscono le aree periferiche di Trieste. Diventano dei “non luoghi”.. Poi dirigetevi verso Monrupino. Appena attraversato il confine Comunale con Trieste il mondo cambia di colpo..
    E poi quali mirabolanti servizi offre l’attuale Comune di Trieste? Fedriga forse allude al sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che ci vede in fondo alla classifica dell’Italia del nord per costi e raccolta differenziata. Oppure al sistema di promozione turistica, che ha sempre trattato le aree carsiche come se fossero curiose propaggini della città. Io voglio bene a Trieste; ma la città deve decidere “cosa vuole fare da grande”. Non è accorpando i comuni minori che la città uscirà dall’attuale incapacità di darsi un futuro.

  26. effebi ha detto:

    quoto (tristemente)

    “In sostanza mi pare che nel progetto manchi un requisito fondamentale: per farne che cosa? Quali le risorse e quali le idee?
    La proccupazione.
    Quella che si illuda la gente che basti questa nuova architettura istituzionale per risolvere problemi che stanno invece da tutt’altra parte”

    più se la missia e più la spussa… (OLTRE CHE, ANCHE, LA COSTA)

    l’incapacità a far funzionare quello che esiste porta qualcuno a inventare mirabolanti novità metropolitane.
    così invece di interessarsi dei problemi sul tavolo (che noia…) ci si trastulla in progetti, dicussioni, ipotesi, valutazioni, incontri, verifiche…bla bla bla… creiamo circoli, comitati, bla bla bla.

    trieste e il suo porto non possono progredire perchè non sono aggregati con muggia ? duino ? bolunz ? perchè la regione è brutta e cattiva e ci serve maggiore autonomia ?

    ma siamo seri ! l’area metropolitana esiste già, si chiama Regione (autonoma)Friuli Venezia Giulia, facciamola funzionare !
    (poco più di un milione di persone)

    orgogliosamente friuliveneziagiuliano

  27. Oblivion ha detto:

    Infatti. Io insisto sul “per fare cosa” non perchè sia contrario per principio al tema metropolitano. Ma perchè ritengo che l’ipotesi in corso sia un “buco nero” proprio sugli aspetti che non riguardano strettamente l’ingegneria istituzionale.
    Fare il bel quadretto del “come sarebbe”, è la cosa più facile; del resto non occorre inventare nulla, sta già scritto dappertutto come funzionerebbe, perfino quasi nei dettagli.
    Ma se chiami la gente a dare un parere, lo devi richiedere sugli scopi veri, concreti, su un progetto di sviluppo che deve dire “come, cosa e quanto” a te, “come, cosa e quanto” a me; con ruoli chiari e non il “vedremo dopo”. Perciò può anche andare bene l’ipotetico risparmio per quattro poltrone (ma che magari sono solo quelle che oggi “disturbano il manovratore”), ciò che non va assolutamente bene è che non ci sia nulla che faccia almeno intuire che con questa soluzione si possano affrontare meglio i nodi che tengono il territorio avviluppato su se stesso, e che sono a mio parere tutti interni alla logica poltica triestina ed ai suoi propri equilibri di potere. Una cartina di tornasole, chiarissima, è proprio il fatto che tutti, almeno sul principio direi proprio tutti, a Trieste città siano daccordo. E’ evidente che qualcosa non quadra.. ed è il sottointeso: a patto che nella sostanza non vada a modificare i veri rapporti interni.

    Il riflesso sulla Regione. Il primo atto sarebbe la richiesta, e a quel punto giustamente e difficilmente respingibile, che Udine diventi capoluogo della Regione. Obiettivo di sempre, ma mai così a portata di mano. Ciò vuol dire spostare competenze, palazzi, auto blu e personale. Mica poco per la città di Udine.. (e chissà se Trieste lo ha messo nel conto).
    Resta da capire cosa potrebbe accadere per davvero sul territorio, perchè c’è una “sfumatura” non da poco nel progetto: non città metropolitana, bensì area metropolitana. C’è ovviamente differenza tra le due cose..
    Allora se per il territorio di Monfalcone potrebbe anche non essere così complicato (ed allora si (!) che per il porto si troverebbe il modo di scavare il canale), più seria sarebbe la cosa per Gorizia. Non a caso è già partita la “crociata” anche su questo forum.
    La partita, chiaramente, risolto il problema Monfalcone, non la deciderebbero i goriziani, bensì la trattativa tra Trieste ed Udine. Perchè in ballo ci potrebbero essere anche Grado e Cervignano con il suo scalo ferroviario. Trieste ha gli occhi lunghi.. e da dove si trova vede tutto il litorale. Udine, d’altro canto, pur di raggiungere senza colpe proprie il suo scopo, qualche “sacrificio” lo farebbe volentieri. Sono solo ipotesi. In ogni caso la spartizione della provincia di gorizia è tema del progetto. Se non già del confronto..

    A questo punto, se da una parte manca il “per fare cosa”, dall’altra si pone un’altro tema. E cioè quale sarebbe la “convenienza” migliore per Gorizia. Non per friulanità o meno del territorio ed altre amenità del genere, posto che su questo piano ha pochissimo a che fare col Friuli se non per la parte della destra Isonzo. Ma per un ragionamento di opportunità e (se volete, di pura e becera..) convenienza.
    Perciò nell’ipotesi, Gorizia sarebbe più “autonoma” in un’area metropolitana, o come Comune in una Regione Autonoma?

  28. Macchinista ha detto:

    Non posso competere con persone informate come i soprascriventi, parlo da “uomo della strada”. Visto quello che la politica triestina sta facendo nel comune di Trieste, preferisco tenere gli amministratori che ho a Duino, anche se non sono il massimo.

  29. lanfur ha detto:

    Se province ed aree metropolitane devono essere allora che non sia più l’ente inutile regione. O viceversa.
    I confini migliori nel primo caso sono e restano quelli delle diocesi. Aurisina e Cervignanese sotto Gorizia.

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