5 Dicembre 2009

A gennaio a Gorizia Roberto Rossi, il “filosofo” dell’enpowerment

Veneto di origini, da tempo Roberto Rossi ha eletto a sua dimora le montagne delle valli di Lanzo. Gli donano un senso di libertà di cui non riesce più a fare a meno. Oggi è considerato tra i numeri uno al mondo personal coach e nella comunicazione emotiva. Una svolta radicale, nella sua vita di addestratore di reparti speciali prima e di superpoliziotto dei Vip poi, che a lui affidavano la loro tranquillità, segnata diciotto anni fa dalla perdita in un incidente stradale del figlio Donald. Dopo questo tragico evento, Roberto ha chiuso col passato e scelto di guardare in se stesso per fare dono a tutti, a partire dai giovani, della sua esperienza, accumulata in una vita intensa.
«Impiego ogni attimo della mia giornata al continuo perfezionamento dell’Empowerment, e ogni successo che conseguo lo dedico al mio ragazzo. Ciò che gli è accaduto ha concorso a creare e sviluppare la mia attività, attraverso un duro lavoro di ricerca che mi ha portato in tutto il mondo. Oggi l’Empowerment è una formazione che va oltre alle discipline e ai metodi classici, risponde alle esigenze personali, entra nei ruoli più complessi dell’uomo e tocca il suo risveglio. Non per nulla molti personaggi di successo hanno messo in pratica questo metodo nella vita politica, lavorativa e privata. L’automotivazione ci consente di seguire gli eventi quotidiani e guidare le nostre scelte». Proprio per onorare la memoria di Donald, il lavoro di Roberto Rossi ha un occhio di riguardo per i giovani. «Non è facile entrare nella propria solitudine per darle un volto, un’anima e uno spirito. Chi ha il compito di formare, dovrebbe “imparare ad imparare” a formarsi una preparazione più attenta a dare delle risposte a chi vive la vita in modo normalmente anormale, senza accorgersi dei suoi disagi. La comunicazione sempre più destabilizzante ed inquinata da modelli distruttivi, spinge i giovani e non solo a passare la carta vetrata sulle emozioni e sui sentimenti, lasciando liberi gli stimoli più aggressivi. Il livello di consapevolezza, di coscienza e di responsabilità si abbassa. L’animalità prende il sopravvento. Dobbiamo imparare ad ascoltare i messaggi che provengono dal nostro cuore e accettarci. Così negli sport di squadra. Il giocatore che ha praticato l’Empowerment, sa tenersi lontano della durezza delle tensione, dal sopraggiungere della collera. Sa aprire loro un varco per rispondere alla situazione, rafforzando il coraggio, la temerarietà e dando risposta all’immediata emergenza emotiva».
Sarà questo il messaggio che porterà anche a Gorizia, dove terrà una serie di corsi: appuntamento a gennaio all’hotel Internazionale (info@hotelinternazionalegorizia.it).

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