Trieste No Tremonti, no party. E’ così: tanti aspettavano di vedere il Giulio nazionale circondato da premi Nobel, a suo agio tra la crème de la crème dell’economia internazionale. Altro che improvvisati salottini televisivi, siamo all’Excelsior Palace, che splendore! Ma i tanti sono rimasti delusi: il nostro ha dato forfait all’ultimo minuto, lasciando Trieste ai suoi tristi colloquia. In fondo avrebbe fatto piacere a chiunque ascoltare l’accento un po’ biascicato del Ministro, davanti a cotanta perfezione anglofana.
Tremonti avrebbe dovuto partecipare ad una discussione su ”Le politiche economiche per la ripresa” e fare il discorso conclusivo alla due giorni di colloqui. Né politiche economiche né ripresa né discorso: dell’Onorevole all’Hotel Savoia è apparso solo qualche scritto.
E’ un peccato perché sarebbe stato bello sentire il ministro dell’Economia raccontare alla platea “la fiaba della globalizzazione, da lui definita nel libro “La paura e la speranza” come la «cornucopia» (simbolo mitologico di abbondanza, ndwikipedia) del XXI secolo. Oppure, perché no, sentirlo discorrere ancora dell’importanza del posto fisso…
Niente da fare. In compenso i suoi colleghi professor, stando alle agenzie, hanno dato il meglio.
“Coordinare la politica di espansione ed imporre delle regole finanziarie”, questo in estrema sintesi il pensiero del premio Nobel per l’Economia (1987) Robert Solow.“La logica quindi indicherebbe di coordinare le politiche –ha dichiarato Solow- ma questo è già difficile all’interno dell’Unione europea, immaginiamo se venisse adottata tra Europa e Stati Uniti, Cina e Giappone. Quindi le difficoltà ci sono proprio perché ogni attore in queste cooperazioni ha i propri interessi da difendere e da perseguire ed è mosso dal desiderio di ottenere quanto più possibile dalla cooperazione contribuendo il minimo possibile. Il coordinamento delle politiche che io auspico non è la politica fiscale ma sono le regole finanziarie”. Solow ha poi concluso affermando che “non è una buona idea avere una politica monetaria per tutto il mondo: ha vantaggi, ma anche svantaggi. Perché aree diverse richiedono politiche monetarie diverse. E in questo caso è difficile mantenere una cooperazione con stati che hanno interessi diversi”.
Vista l’internazionalità dell’evento, il brand più globale di Trieste non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione. Presenti l’ex presidente regionale Riccardo Illy e Andrea Illy, presidente e amministratore delegato di illycaffè spa.
Tra i pervenuti anche Maria Teresa Bassa Poropat, presidentessa della Provincia di Trieste.
Robert Merton ha condiviso la posizione di Solow sulla necessità di regole finanziarie. “Abbiamo bisogno di un signor manager, un regolatore che vada al di là dei mercati finanziari, che deve capire quello che è stato trascurato e che si deve fare”. Questo manager, ha spiegato il premio Nobel per l’economia (1997), “dovrebbe essere in condizione di collegare ed esaminare le attività economiche e di mercato e creditizie, e bisogna vedere – ha puntualizzato – fino a che punto questo sarebbe fattibile”. Merton ha ipotizzato la figura di un “dittatore che dia una risposta giusta quando richiesta, perché se poi sbaglia ci sarebbero dei problemi”. “Non bisogna avere un dittatore benevolo, ma che dia una risposta giusta”, ha ribadito Merton.
Mala tempora currant in questa economia internazionale se per avere delle regole bisogna svoltare verso il manganello. Oppure, finora, l’anarchia è stata totale.
Meno male che, come sa chi legge Tremonti, la speranza non muore mai..
(servizio fotografico di Ivan Doglia)
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