Ovvero come farsi insultare, rischiare di essere investiti da un’automobile che fa la retro e venire minacciati. Mi è successo domenica scorsa, a ora di pranzo, quando ho approfittato di un po’ di sole per uscire a preparare un servizio fotografico per un articolo che uscirà in settimana.
Percorrendo via Mattioli, premetto che a quell’ora non c’era davvero nessuno per strada, ho avuto la malaugurata idea di affiancarmi a un’altra bicicletta per scambiare due parole. Niente da fare: ci raggiunge un’automobile. L’autista sembrava aver perso i sensi crollando sul clacson da quanto insisteva a suonare. “Beh, avrà fretta – penso -. Anche se effettivamente la strada è vuota e sarebbe sufficiente un sorpasso”. Invece abbassa il finestrino e comincia a insultare, aggiungendo che il codice della strada va rispettato da tutti (preciso: il codice della strada vieta il clacson nei centri abitati, se non sbaglio).
A quel punto, lo ammetto, gli propongo un eloquente soluzione ai suoi problemi con un gesto del braccio, sempre proseguendo in sella alla mia bicicletta. Lui frena, paonazzo, blocca la macchina in mezzo alla strada e tenta una retro per stirarmi sull’asfalto. Mi preparo a mettere in salvo la macchina fotografica ma gli si spegne il motore. A quel punto, forse, vede la macchina fotografica e se ne va.
Peccato. Avesse fatto la retro sarei finita sul giornale…
2 Dicembre 2009
L’avvincente vita del reporter goriziano
Tag: bicicletta, ciclisti.
Aveva ragione lui. Se uno vuole scambiare quattro chiacchiere, si accosta e chiacchiera.
Ognuno di noi potrebbe raccontare diversi simili episodi, non solo “un reporter goriziano”, non la vedo per nulla caratteristica o specifica per un reporter, goriziano o meno.
AnnA, confermo. E’ chiaro!
@Cristiano: non ho parole. Mai sentito parlare di “buon senso”? Anche a me è successo quest’estate un’episodio simile a quello di Annalisa: andavo in bici sulla sinistra di mia figlia, 7 anni, per “proteggerla”. Ho fatto il gesto di “che vuoi” con la mano a colui che a tutta velocità mi ha sorpassato suonando il clacson e lui, per tutta risposta, mi ha mostrato il dito medio. Raggiunto – ovviamente, siamo a Gorizia! – al semaforo successivo, mi ha detto che per legge non si può andare in bici accostati… Inizia una discussione che finisce con la sua affermazione che secondo lui la bambina investita in via Garzarolli l’autunno scorso era colpevole di quello che era successo, perché avrebbe dovuto guardare bene prima di farlo. La legge parla chiaro. Al che non mi sono nemmeno degnata di continuare la discussione.
Questo è davvero un paese pazzesco! Ci fissiamo patologicamente sulle formiche e non vediamo gli elefanti!! E mancano completamente BUON SENSO, BUONA EDUCAZIONE e INTELLIGENZA, che farebbero sì che:
in una giornata poco trafficata l’automobilista sorpassi tranquillo due ciclisti che vivono la città facendo quattro chiacchere;
un altro automobilista non infierisca su di una mamma che occupa un po’ di carreggiata in più per stare vicino alla sua bambina in bici;
un altro automobilista ancora pensi, avvicinandosi ad uno scuolabus fermo in tipico orario d’inizio scuola, che forse i 50 km/h permessi per legge siano decisamente troppi per il luogo/la situazione/il momento e che il cervello di un bambino è, appunto, quello di un bambino che attraversa, distratto, felice per aver visto i compagni di scuola.
Cristiano: mi inchino davanti a cotanta perfezione. Chi ragiona come te vive senz’altro senza macchia. E’ Dio in terra insomma.
questa del codice della strada mi ha sempre fatto ridere.
Allora pretendo che quando sono in bici e c’è la riga doppia al centro edlla strada NESSUNO mi superi, anche se resta nella propria carreggiata. Voio proprio veder.
La mamma degli imbecilli è costantemente incinta ed ha pure parti plurimi!
Portatevi la stampa di questo e ficcatela in bocca ai rompiballe.
Art. 50 del codice della strada:
182. Circolazione dei velocipedi
1. I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.
2. I ciclisti devono avere libero l’uso delle braccia e delle mani e reggere il manubrio almeno con una mano; essi devono essere in grado in ogni momento di vedere liberamente davanti a sé, ai due lati e compiere con la massima libertà, prontezza e facilità le manovre necessarie.
3. Ai ciclisti è vietato trainare veicoli, salvo nei casi consentiti dalle presenti norme, condurre animali e farsi trainare da altro veicolo.
4. I ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza.
5. E’ vietato trasportare altre persone sul velocipede a meno che lo stesso non sia appositamente costruito e attrezzato. E’ consentito tuttavia al conducente maggiorenne il trasporto di un bambino fino a otto anni di età, opportunamente assicurato con le attrezzature, di cui all’articolo 68, comma 5.
6. I velocipedi appositamente costruiti ed omologati per il trasporto di altre persone oltre al conducente devono essere condotti, se a più di due ruote simmetriche, solo da quest’ultimo.
7. Sui veicoli di cui al comma 6 non si possono trasportare più di quattro persone adulte compresi i conducenti; è consentito anche il trasporto contemporaneo di due bambini fino a dieci anni di età.
8. Per il trasporto di oggetti e di animali si applica l’art. 170.
9. I velocipedi devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono, salvo il divieto per particolari categorie di essi, con le modalità stabilite nel regolamento.
10. Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da lire trentacinquemiladuecentocinquanta a lire centoquarantunomila. La sanzione è da lire cinquantottomilasettecentocinquanta a lire duecentotrentacinquemila quando si tratta di velocipedi di cui al comma 6.
Per informazione.
Art. 182 del C.D.S. e 377 del regolamento di esecuzione Circolazione dei velocipedi:
1) i ciclisti devono procedere su un’unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, MAI AFFIANCATi A NUMERO SUPERIORE a DUE. Fuori dai centri abitati, devono sempre procedere su un unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni 10 e proceda a destra dell’altro;
Se l’automobilista,riteneva pericolosa la manovra del velocipide,il clacson lo poteva usare anche in centro abitato,ma senza abusare dello stesso. Art.156 punto3 C.D.S.
Tale automobilista eseguento la pericolosa manovra di tentata retromarcia per investire volontariarmente il/la ciclista,può essere denunciato per “Tentato Omicidio Volontario” e non si scherza questo è un atto di procedura penale.
A tutti noi penso sia capitato di incavolarsi per situazioni simili,ma sè una persona perde le staffe e tenta pure di investire volontariarmente il mal capitato,ha bisgno di una visita urgente nel Centro di salute mentale.
Cocncordo pure con il pensiero di AnnA.
@ Cristina
Certamente il buon senso sarebbe un ottimo pagliativo,ma purtroppo non tutti lo usano….
🙂
Saluti
A me è successo di essere in macchina, di rallentare dietro una mamma e bambino in bici, dal mio punto di vista giustamente affiancati viste le insidie del traffico , aspettando di poterli sorpassare senza far loro un “raso”, e di dover litigare con l’automobilista alle mie spalle, inferocito dalla mia lentezza e dal mio aver sorpassato i ciclisti solo quando ho potuto allargare sull’altra corsia. Giunti al semaforo, si affianca e scarica su di me e sui due ciclisti le sue più recondite frustrazioni.Non avevo da ficcargli in bocca la stampa di cui sopra, ma gli ho illustrato la gravità della sua situazione intellettiva e intellettuale, nonchè la predominanza del suo sistema endocrino sulle residue facoltà mentali.
Che razza di vigliacco maleducato questo automobilista! Per fortuna che non mi è mai successa una cosa del genere, perché temo che perderei il controllo e lo tirerei fuori dal finestrino della macchina…
Avesse fatto la retro saresti finita sul Piccolo 😛
Caspita non immaginavo che gli italiani fossero tanto scrupolosi nell’osservanza delle leggi, la nostra classe politica e dirigente allora ha un gene che ha subito delle mutazioni. Per quanto mi riguarda prima di consultare il codice della strada faccio uso del buon senso. Annalisa, forse hai beccato proprio quel vigile urbano che è ancora inbufalito perché gli hanno rubato il porche cayenne.
…come disse Karol Wojtyla, dal balcone della Basilica di San Pietro, appena fu nominato Papa:”””VOLEMOSE BENE””….