Chiude il San Giuseppe. Il centro di accoglienza per immigrati gestito dalla Caritas di Gorizia dovrà chiudere i battenti: la struttura di via Vittorio Veneto è stata messa in vendita dall’Arcidiocesi.
Dopo aver dato per anni accoglienza agli immigrati all’epoca dei conflitti nella ex Jugoslavia e, negli ultimi tempi, ai richiedenti asilo politico, il centro concluderà a breve la sua attività. Intanto si cerca una soluzione alternativa, ma quella dell’ex Ospedale civile pare utopia.
Ne abbiamo parlato con il direttore della Caritas diocesana di Gorizia, don Paolo Zuttion.
Don Zuttion, come opera, in questo momento, la Caritas nel settore dell’accoglienza?
Operiamo attraverso il centro Faidutti di piazza Tommaseo per quanto riguarda l’accoglienza dei senza tetto, in collaborazione con il Comune. Il centro San Giuseppe si occupa invece dell’accoglienza degli immigrati e dei richiedenti asilo. Fra l’uno e l’altro garantiamo giornalmente vitto e alloggio a una settantina di persone.
Ci spieghi meglio: come avviene la “gestione” dei richiedenti asilo?
Accogliamo le persone che, dopo sei mesi, devono lasciare il Cara di Gradisca d’Isonzo. Da lì escono senza sapere dove andare, senza alcun punto di riferimento. Altri, invece, hanno presentato ricorso al rifiuto dello status di rifugiato, quindi si sono affidate a un avvocato e devono rimanere in zona.
Quali sono i tempi di permanenza all’interno del San Giuseppe?
I tempi di attesa sono molto lunghe. Ci sono persone che ospitiamo anche da un anno.
Ricevete finanziamenti per l’accoglienza dei richiedenti asilo?
No. Solo un contributo da parte della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia e un finanziamento straordinario deliberato dal Comune di Gorizia. All’epoca della riapertura del San Giuseppe, in un periodo di emergenza, ci era stata promessa la stipula di una convenzione con la Prefettura: ciò non è mai accaduto.
Qual è la situazione oggi?
Fortunatamente i numeri sono in leggero calo, ma abbiamo attraverso momenti particolarmente drammatici. Mesi fa gruppi di 20 persone venivano fatti uscire la sera dalla struttura di Gradisca: non sapevano dove andare. Questa pratica era giustificata dal fatto che, nel loro status, avrebbero potuto trovare un impiego regolare. Per legge ciò è vero, ma come possono farlo senza nessuna conoscenza del territorio?
Gli uffici della Caritas diocesana si sono già trasferiti in piazza San Francesco. E’ vero che il centro San Giuseppe sta chiudendo?
La Curia ha messo in vendita la struttura che ormai avrebbe bisogno di un corposo intervento di manutenzione.
Quali sono i principali progetti della Caritas di Gorizia?
Le principali aree di intervento sono tre: la formazione, dal momento che la Caritas svolge una funzione fondamentale nel campo della crescita delle persone nell’attenzione e nella carità verso i bisognosi, le opere segno e l’attività internazionale.
Le opere segno in che cosa consistono?
Partiamo dai centri di ascolto, con una struttura diocesana a 12 centri sul territorio, degli interventi urgenti a favore delle persone che perdono il lavoro, dell’immobiliare sociale Bethlem per la ricerca della casa e il sostegno economico per il pagamento delle cauzioni per l’affitto. Poi c’è l’accoglienza, il microcredito e la distribuzione delle borse della spesa, con richieste in notevole aumento negli ultimi tempi.
Visto il periodo di crisi e la difficoltà a reperire finanziamenti, cosa chiede ai goriziani?
Abbiamo bisogno di persone. Il mondo del volontariato è in difficoltà perchè si è sempre meno disponibili a donare il proprio tempo. E’ un pessimo segnale. E’ necessario rieducare le persone al dono del tempo e al mettersi in gioco, mentre al contrario l’individualismo si fa sempre più strada. Gorizia ha bisogno di un nuovo slancio: non lo dico solo per la Caritas, ma per la città.
ma scusate, che facciano quello che vogliono… comunque è vergognoso che per il servizio offerto l’ente pubblico non dia nulla. Perchè la prefettura non gestisce anche il post-Cie?
e perchè dovrebbe farlo invece?
quindi aumentarà il numero di persone “a spasso”??
@stefano: perchè altrimenti questa gente finisce per strada e non ha un minimo di tutela. Quindi: o il centro di Gradisca li espelle, oppure si pensa a come inserirli e dare un minimo di formazione, se non altro linguistica
Gli aiuti a Don Zuttion potrebbero anche venire dal ricavato della vendita dello stabile.
Curia permettendo…. 🙂
sono in sintonia con Don Zuttion i Goriziani si devono mettere in gioco soprattutto per Gorizia e non pensare solo a se stessi,tutti noi possiamo dare un contributo affinchè Gorizia possa crescere per creare un futuro migliore ai nostri figli.Associazione Culturale Nuovo Lavoro