24 Novembre 2009

Processi sull’amianto a rischio con la riforma della giustizia? Il punto della situazione con Enrico Bullian

Monfalcone cantieri

L’articolo è stato scritto da Enrico Bullian, membro della Commissione Regionale Amianto e autore del libro “Il male che non scompare”, che verrà presentato il 27 novembre alla Biblioteca civica di Cervignano del Friuli

La riforma della giustizia bloccherà i processi sull’amianto? E’ ancora aperto il dibattito fra esperti e nelle associazioni per capire se il disegno di legge proposto dal Governo, con l’ambigua formula dei “processi brevi” (che prevede la durata massima di due anni per ogni grado), possa includere anche i suddetti processi portando all’estinzione dei reati, cioè ad un’amnistia occulta. In attesa di chiarezza, le vittime della fibra killer, oppure più frequentemente i loro familiari superstiti, continuano a chiedere verità e giustizia per i loro diritti calpestati.

Il mesotelioma (il tipico tumore provocato dall’esposizione all’amianto) colpisce circa 1.200 persone ogni anno. Nella fascia costiera tra Monfalcone e Trieste – negli ultimi trent’anni – si stima ci siano stati circa duemilaIL MALE CHE NON SCOMPARE_LocandinaJPEGmorti causati dall’inalazione dell’amianto, per lo più per motivi professionali. Questo “male” ha dunque sviluppato le sue conseguenze nefaste in migliaia di casi, anche a causa del non rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Monfalcone con i suoi cantieri navali è un caso emblematico di quanto sta avvenendo in Italia. Presso il Tribunale di Gorizia sono aperti – si stima – circa 900 procedimenti per lesioni o decessi asbesto correlati, molti dei quali già prescritti o a rischio prescrizione. La prima sentenza penale in merito si è avuta appena il 2 aprile 2008, ad opera della Giudice Caterina Brindisi, la quale ha condannato il dirigente del cantiere navale ad un anno di reclusione con una provvisionale di centomila euro per un’operaia deceduta per amianto. Purtroppo il 27 ottobre 2009 presso la Corte d’Appello di Trieste la sentenza non è stata confermata; infatti il nuovo giudice ha concesso le attenuanti generiche e il reato è andato prescritto.

A dicembre 2008, la Procura di Trieste – che ha avocato le indagini alla Procura di Gorizia per inerzia della stessa – ha chiuso un’inchiesta sulla morte di 42 operai del cantiere di Monfalcone per mesotelioma nella quale sono coinvolti, per supposto omicidio colposo plurimo, 15 dirigenti dell’allora Italcantieri. C’è anche un altro filone di indagine della stessa Procura su altri 21 lavoratori deceduti del cantiere di Monfalcone per malattie asbesto correlate. A dicembre 2009 sono attese le udienze che dovrebbero portare alle relative sentenze.

“L’Associazione esposti amianto – afferma Chiara Paternoster responsabile legale dell’AEA – ha lungamente lottato per ottenere la celebrazione di questi processi penali e per questo non ha esitato a costituirsi parte civile a sostegno delle vittime”. Hanno già seguito l’esempio dell’Associazione anche altri enti locali e sindacati, come il Comune di Monfalcone, la Provincia di Gorizia, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Cgil-Fiom. “L’obiettivo –  prosegue Paternoster – è quello di ottenere verità e giustizia in tempi rapidi per evitare che l’oblio e una valanga di prescrizioni impediscano di restituire almeno un po’ di dignità e di risarcimenti ai familiari delle vittime”.

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