22 Novembre 2009

Scheda 1: Cos’è un rigassificatore? Cosa prevede il progetto di Gas Natural?

rigassificatore mappa

La questione rigassificatore è una delle più delicate nell’agenda politica triestina.
La nostra impressione è che a mancare sia soprattutto un’informazione di base, e che questa confusione finisca per facilitare il compito di chi vorrebbe sottrarre la questione al dibattito pubblico.
Abbiamo quindi chiesto a Paolo Menis e Aris Prodani, del Meet-up triestino di Beppe Grillo, di inquadrare il problema con alcune schede mirate.
Siamo in attesa di una risposta da parte di Acegas e Gas Natural per un approfondimento analogo che, verosimilmente.

1. COSA: Cos’è un rigassificatore?

E’ un impianto industriale che trasforma il metano dallo stato liquido (o GNL – Gas Naturale Liquido) allo stato gassoso, per poi immetterlo nella rete di distribuzione, ovvero nei metanodotti. Il metano liquido arriva all’impianto di rigassificazione all’interno di navi gasiere mantenendo una temperatura di -160 °C.

2. COME: Il processo produttivo

Esistono almeno due metodologie per riportare il metano alla stato gassoso.

Nel progetto presentato dall’azienda spagnola Gas Natural, che vuole realizzare un rigassificatore a Trieste, la trasformazione avviene utilizzando l’acqua marina che, cedendo calore, riporta il metano allo stato gassoso. L’acqua utilizzata viene poi restituita al mare a una temperatura ovviamente inferiore (a causa dello scambio termico) e addizionata di ipoclorito di sodio, impiegato per evitare la corrosione delle tubazioni dell’impianto e la proliferazione di alghe e molluschi. Dosaggi anche molto bassi di cloro possono avere un impatto estremamente dannoso sugli organismi marini.

In altri rigassificatori, la trasformazione dallo stato liquido a quello gassoso avviene attraverso l’utilizzo del calore generato da una fiamma, alimentata da una parte di gas prodotto dallo stesso rigassificatore. In questo modo, rispetto alla soluzione precedente, diminuisce notevolmente il danno all’ambiente marino.

3. QUANTO Quanto gas?

L’impianto che Gas Natural intende realizzare a Trieste ha una capacità produttiva annuale di 8 miliardi di metri cubi di gas: verrebbero impiegate circa 80 persone. Si stima un traffico di navi gasiere nell’ordine delle 100 – 120 unità.

Il progetto di Gas Natural non comprende il gasdotto di collegamento con la rete dei metanodotti, indispensabile per la distribuzione del gas.

4. DOVE: L’ubicazione e le norme sulla sicurezza

Gas Natural prevede di insediare l’impianto nell’area “Ex Esso”, all’imbocco del canale navigabile di Zaule.

Secondo la legislazione europea e italiana, il rigassificatore è un impianto “a rischio di incidente rilevante” (direttiva comunitaria Seveso 1, recepita con DPR 175 del 1988).

Nelle immediate vicinanze, oltre all’inceneritore dell’AcegasAps e al terminal petrolifero della SIOT, vi sono: la Ferriera di Servola, la Linde Gas, la Alder (produzione di formaldeide), il quartiere di Servola e la cittadina di Muggia.

Con la legge 137/97, è stato introdotto l’obbligo per i sindaci di informare preventivamente la popolazione sulle misure di sicurezza da adottare in caso di incidente.
Inoltre “[…] nelle zone interessate […], gli enti territoriali tengono conto, nell’elaborazione degli strumenti di pianificazione dell’assetto del territorio, della necessità di prevedere e mantenere opportune distanze tra gli stabilimenti e le zone residenziali, gli edifici e le zone frequentate dal pubblico, le vie di trasporto principali, […]” (direttiva comunitaria Seveso 2, recepita con decreto legislativo 334 del 1999).

Infine (con la direttiva comunitaria Seveso 3, recepita con decreto legislativo 238 del 2005) viene ad aggiungersi l’obbligo di consultare la popolazione interessata per una più efficace redazione dei piani di emergenza e l’introduzione di misure per la salvaguardia di eventuali vie di trasporto presenti nell’area circostante lo stabilimento.

5. QUANDO: Il progetto di Gas Natural: la storia e lo stato dell’arte

Si comincia a discutere l’eventualità di costruire un rigassificatore a Trieste nel 2004. La procedura di valutazione dell’impatto ambientale (in breve, VIA), che prevede il coinvolgimento del pubblico, ha inizio nel marzo 2006.

Nel giugno 2008, la Commissione VIA del ministero dell’ambiente esprime un parere favorevole, poi integrato e precisato da altri due pareri nel marzo e luglio 2009.
Il 17 luglio 2009, il progetto incassa il via libera con un decreto dei ministri dell’ambiente e dei beni culturali.

Ora si attende la conferenza dei servizi, coordinata dalla Regione, cui compete il rilascio dell’autorizzazione finale.

rigassificatore_zaule progetto

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