17 Novembre 2009

Legambiente: “Centrale a biomasse, il progetto è stato tenuto nascosto”

Legambiente boccia la centrale a biomasse in costruzione a Gorizia, a Sant’Andrea.

Pubblichiamo il documento inviato dal circolo goriziano di Legambiente.

“L’impianto sarà alimentato da un’enorme quantità di olio di palma proveniente da paesi extraeuropei, dove la concorrenza tra coltivazioni “food” e “no food” è uno dei fattori scatenanti della corsa al rialzo dei prezzi dei generi alimentari di base, con ripercussioni devastanti proprio sulle popolazioni più povere.
Il tragitto per il trasporto della stessa materia prima viene fatto via nave fino al porto più vicino e poi su gomma.
Ma quanto inquina l’approvigionamento delle materie prime? E che impatto ambientale avremmo sul territorio? Inoltre, fra 15 anni, esauriti gli incentivi dei Certificati verdi, cosa ne sarà della struttura? Infine, come è stato possibile tenere nascosto il dibattito su una questione di tale portata, senza fornire sufficienti informazioni preventive alla popolazione su costi (per molti) e benefici (per pochi) dell’opera?

Legambiente pone alcune questioni di fondo sia sul metodo, quanto meno poco trasparente della vicenda e, più in generale sulla gestione del mercato energetico e sulle implicazioni internazionali e locali che questo comporta.
Sull’approvvigionamento dell’olio vegetale (BFO):
Per produrre le circa 60.000 tonnellate/anno di biomassa necessarie al funzionamento della centrale, che produce circa 280.000 MWh/anno di energia elettrica netta, servono circa 35.000 ettari = 350 kmq di coltivazioni di palma o simili, trattati a monocoltura e non in terreni marginali, con probabile ricorso alla deforestazione per piantare palme da olio.

Il bilancio della CO2
Non è assolutamente vero che bruciando biomassa si eliminano tutte le corrispondenti emissioni di CO2: vanno conteggiate le emissioni da combustibili fossili utilizzati in tutto il ciclo di produzione e utilizzo:
preparazione del terreno, coltivazione e irrigazione, fertilizzanti sintetici ed antiparassitari, trasporto, separazione semi e spremitura, trasporto con riscaldamento via nave e via terra.
Si calcola che la riduzione effettiva della CO2 sia intorno al 40%, causando l’impoverimento di biomassa e di fertilità nei Paesi in Via di sviluppo!

Impatti a livello locale/nazionale
Nulla di quest’olio proverrebbe dal Fvg
Nessun vantaggio per il mondo agricolo dell’area
Scarsa incidenza nello sviluppo industriale e scarso peso nel quadro energetico nazionale

Altre considerazioni
L’impianto si giustifica soltanto con motivazioni economiche (Certificati Verdi)
Quello dei CV è un meccanismo distorto e perverso, che non tiene conto della reale sostenibilità della filiera. La UE se ne sta accorgendo e interverrà, giustamente, a regolare il sistema (anche per l’Italia)
Il bilancio (reale) della CO2 non è esaltante (- 40 %)
Se veramente venisse sfruttato anche il calore a bassa temperatura (teleriscaldamento) allora le emissioni sarebbero in parte compensate dallo spegnimento di caldaie e caldaiette, ma è già stato dichiarato che non verrà fatto.

Proposte di Legambiente per le bio-energie
Sfruttamento soprattutto della biomassa di risulta da colture “food”
Autoconsumo nelle aziende agricole, anche come carburanti agricoli e mini-cogenerazione di villaggio
Produzione di biofuel per settori “difficili” pesca, nautica da diporto, aviazione commerciale
Poi biocarburanti per l’autotrazione
Favorire le colture poliennali e di pregio (carbon-sinks)
Integrazione del Fotovoltaico nell’agricoltura conservando, ove possibile, la coesistenza con le pratiche colturali e l’allevamento in campo.
In ogni caso no Ogm data la vicinanza con colture alimentari

Per tanto Legambiente Gorizia è nettamente contrario alla costruzione della centrale a biomasse nella zona di Gorizia e a ridosso del comune di Savogna d’Isonzo.
A tal proposito, a breve sarà organizzato un incontro per illustrare alla popolazione in maniera più trasparente i vantaggi e gli svantaggi delle centrali a Biomasse Bfo.

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7 commenti a Legambiente: “Centrale a biomasse, il progetto è stato tenuto nascosto”

  1. stefano ha detto:

    premesso che sono abitualmente lontanissimo da Legambiente, WWF, Greenpeace ed ecologisti di professione mi tocca ammettere che le obiezioni mosse in quest’articolo mi paiono più sensate del Paradiso in Terra che si faceva immaginare sul Piccolo di qualche gg. fa. (caso lampante di “intervista in ginocchio” e senza collegamenti con Monica Lewinski, ahimè.)

  2. Denis Furlan ha detto:

    Perchè nessunio parla della medesima centrale a biomasse approvata a Staranzano?

  3. massimo ha detto:

    della centrale di staranzano se nè parlato eccome. legambiente di è mobilitata in ogni modo per portare a conoscenza della realtà dei fatti. purtroppo la situazione è questa.credo inoltre, che le tipologie degli impianti siano simili (quella di staranzano produrrà più megawatt).

  4. Marisa ha detto:

    Una centrale a biomasse ha senso solamente se di piccola dimensione ed utilizza materiale proveniente dal territorio. Quando è di grande dimensione diventa complessivamente inquinante. Questo concetto l’ho sentito dire e ridere ad ogni convegno sulle centrali a biomasse a cui ho partecipato. PICCOLO E’ BELLO ED EFFICENTE. GRANDE = GRANDE AFFARE.

  5. lànfur ha detto:

    Non si discute della quantità di Megawatt installati in centrali per area. Mi pare che nel raggio di pochi chilometri abbiamo una capacità produttiva molto alta. E il surriscaldamento? Serviva anche questa centrale? A Natale andremo tutti in spiaggia?

  6. massimo ha detto:

    Lanfur ti anticipo qualche dato.
    La centrale avrà un apotenza elettrica nominale di 38 megawatt per una produzione media annua di 280.000 MWH. consterà 40 milioni di eu ca.
    Per il raffreddamento trattamento BFO e lavaggi ci sarà un consumo di 16.400 mcub di acqua.
    per l ‘approvigionamento settimanale dal porto di scarico alla zona industriale di gorizia serviranno circa 48 autobotti SETTIMANALI.(2304 ANNUi).
    per non parlare degli inquinanti.

    come dice bene Marisa le centrali a biomasse sono state concepite per la filiera corta,utilizzando materie prime combustibili del territorio circostante.

    Onestamente non sò cosa dire.Mi meraviglia che il consiglio circoscrizionale di san andrea sia favorevole all’installazione del “ecomostro”.Forse non sono ben informati. Almeno lo spero.

    curiosità:il megawat nel 2009 veniva pagato dalla GSE (ente gestore energia) a 88 eu ca. moltiplicati per 280.000 MWE……

  7. anna floreani ha detto:

    ..una centrale a bio masse che si alimenta di olio di palma? ed io che non compro i biscotti nè alcun che di altro prodotto contenente olio di palma perchè so del danno che la produzione intensiva di questo olio arreca al nostro pianeta proprio non tanto tempo fa green peace ha lanciato l’allarme degli orango tango che non hanno più alberi sui quali vivere proprio a causa di questa coltivazione..

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