16 Novembre 2009

Il dibattito sulla droga in Comune, a Trieste. Bellan: “Vorrei come Sindaco Sid Vicious”

Scrive il blogarìn Alberto Bellan, a proposito del dibattito non-sense del Consiglio Comunale di Trieste sulle droghe e sui consiglieri comunali drogati:

Il problema di questo paese è che siamo governati da persone stupide.

Prendete, ad esempio, questa costosissima Trieste. Prendete il suo comune, nel senso di consiglio comunale. Succede che, sull’onda di questa nuova idea che non conta cosa si fa in politica, essendo più importante che i politici ci insegnino come bisogna vivere (proprio come i preti: strano, no?), don Sasco, un prete UDC con cui litigai a 18 anni, impone a tutto il consiglio comunale test antidroga a sorpresa.

Contrari, naturalmente, liberali, pd e i comunisti. Per ragioni diverse.

Fabio Omero, consigliere di minoranza con un bassotto bellissimo, interviene provocatoriamente in Consiglio dicendo che, insomma, già che c’erano potevano pure rendere obbligatorio il test sull’HIV e le epatiti. Quelli non capiscono l’ironia, si guardano e pensano: ottima idea. Si va ai voti e la proposta passa a maggioranza.

In lieve controtendenza, io vorrei come sindaco Sid Vicious.

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20 commenti a Il dibattito sulla droga in Comune, a Trieste. Bellan: “Vorrei come Sindaco Sid Vicious”

  1. massimiliano ha detto:

    sarìa el massimo.
    e come inno del comùn un “viva l’A e po’ bon” in stile “God save the Queen”…

  2. Enrico Marchetto ha detto:

    Guarda la cosa pazzesca è che vengo dal blog di Rovis che scrive delle cose sensate a proposito di sta stronzata del test.
    Insomma, per farla breve, si rende conto anche lui che sta puttanata del test non ha davvero né capo né coda, è davvero purissimo nosense.

    Al che gli faccio notare, “dai cazzo sei della maggioranza, sei una testa pensante, fai notare a sti retard che il test è una puttanata che ha anche dei risvolti pericolosi”.

    E lui cosa mi risponde? “che il discorso che ha fatto si è permesso di farlo proprio perché ha fatto il test”. Così nessuno gli può dire nulla.

    Siamo alla follia. Perché il ragionamento è di una perversione unica: “siccome non ho nulla da nascondere allora posso scrivere”.
    Credo che lo stesso Rovis sia intrappolato in questo meccanismo, che è veramente proprio delle civiltà fasciste e autoritarie. E non credo davvero di esagerare.

  3. massimiliano ha detto:

    si chiama “paura de perder la carèga”, caro enrico…
    bandelli docet

  4. cagoia ha detto:

    “Il problema di questo paese è che siamo governati da persone stupide.”

    Femoghe el test del Q.I. !!!
    Chi no riva a 70 a casa. E za mandemo via 3 quarti.

  5. lànfur ha detto:

    Mi accontenterei di Pannella.

  6. massimiliano ha detto:

    pensate ad uno scenario da tregenda:
    bandelli a casa dopo lite con rdp (e buoni uffici di robimenia) – realmente accaduto
    rosolen a casa dopo sfuriata di tondo (e buoni uffici di robimenia) – potrebbe accadere

    da farsela addosso.
    persi in poco più di un mese qualcosa come 10-13mila euro di bilancio familiare.

  7. massimiliano ha detto:

    ah si, per la precisione intendevo che la cifra di cui sopra, è da ritenersi mensile.
    in un anno… diciamo attorno ai 150mila. un piccolo appartamento.
    ghe tocherà ‘ndar lavoràr. che sfiga però. anzi, che “nera”.

  8. Paolo Rovis ha detto:

    Questo delle “persone stupide che governano” e del QI delle stesse è un tema interessante, specie se riferito ai componenti il Consiglio comunale.

    Si, perché i 40 Consiglieri comunali triestini vengono eletti con le preferenze. Vi sono cioè degli elettori che scrivono il cognome di questo o quel candidato in quanto vogliono che proprio lui – lui e non altri – li rappresenti nella massima assise cittadina.

    Ora qualcuno sostiene – con pudìca modestia – che questi eletti sono “stupidi”, talaltro afferma che buona parte di loro non supererebbe la soglia del medio risultato in un test d’intelligenza.

    Ma allora, visto che gli eletti sono diventati tali per una diretta volontà popolare, come farebbero nostri “critici” per porre rimedio ad una simile e, a loro avviso, incresciosa situazione…?

  9. cagoia ha detto:

    “gli eletti sono diventati tali per una diretta volontà popolare”

    …soprattutto in parlamento senza le preferenze…

  10. massimiliano ha detto:

    su questo rovis ha pienamente ragione.
    battute a parte, il discorso dei consiglieri è diretta emanazione del voto.
    si potrebbe discutere, invece, sulle modalità di creazione e raccolta dei consensi da parte di alcuni, questo si. ma ciò ci riporterebbe comunque alla scelta personale da parte dell’elettore.
    quindi, perchè o per che cosa si vota un consigliere?
    per ideologia? perche è tuo amico? perchè hai un tornaconto o confidi di averlo? perchè ti ispira fiducia? perchè è il meno peggio? perchè ha un bel sorriso e veste elegante, cioè “si presenta bene”?
    è un’analisi molto profonda e composita.
    alla fine dei conti, però, credo che ognuno abbia ciò che merita.
    se siamo in democrazia.

  11. massimiliano ha detto:

    cagoia,
    il discorso delle liste bloccate è un’altra cosa.
    quella non è democrazia. è marketing, è la stessa cosa del cartello di centri commerciali che ti vendono gli stessi prodotti. tu ti senti libero di scegliere, di consumare carburante per correre da martignacco alle noghere, a palmanova, a tavagnacco.
    mentre in realtà loro hanno già scelto per te. sia in termini di qualità, che di quantità, che di prezzo.

  12. Al Custerlina ha detto:

    Caro Paolo Rovis, cerco di rispondere alla tua domanda.
    Non è che siamo governati da persone stupide, ma da persone ipocrite, eticamente disoneste e moralmente “normali” nella migliore delle ipotesi (intendiamoci, sto parlando di filosofia, non di codice penale, e non è mia intenzione offendere chicchessia).
    Il punto è questo: molte, troppe, iniziative politiche e sociali sono intraprese al solo fine di mantenere la maggioranza alle prossime elezioni e così, al cittadino, esse appaiono come stupide, inutili o perfino dannose. Fintantoché il politico non si scrollerà di dosso l’ansia da rielezione, avremo sempre una classe governante che si muoverà, in buona parte, verso direzioni che la gente di schieramento opposto (o non schierate) non riuscirà a comprendere, mentre le persone di schieramento compatibile (spesso, ma non sempre e non tutte) si dichiareranno d’accordo solo per una questione ideologica o “di scuderia” che dir si voglia. Di esempi ce ne sono a centinaia, sia a livello nazionale, sia locale, e di tutti i colori. Insomma, al politico moderno manca il “buon senso” o “senso comune” condiviso con la popolazione.
    Cito René Descartes:
    “Tra le cose del mondo, il buonsenso sembrerebbe essere quella più equamente distribuita. Ognuno di noi, infatti, pensa di esserne così ben dotato che perfino i più difficili da soddisfare non vogliono averne di più. E questa è la prova che la capacità di giudicare giustamente, chiamata appunto buonsenso o ragione, è distribuita equamente a tutti gli uomini. E da ciò si desume che la diversità delle nostre opinioni non dipende dal fatto che alcuni di noi siano più ragionevoli di altri, ma piuttosto dal fatto che non prestiamo attenzione alle stesse cose e quindi i nostri pensieri finiscono per seguire strade diverse”.

  13. cagoia ha detto:

    Gli abitanti di una nazione, regione, provincia o comune dovrebbero aspirare a farsi rappresentare e governare dal meglio delle persone che il loro territorio riesce ad esprimere.
    Chi ambisce a farsi eleggere dovrebbe essere per cultura, capacità intellettuali e intellettive superiore alla media della popolazione che vorrebbe rappresentare. Quindi richiederei almeno, ma proprio minimo, il diploma di scuola superiore per poter essere candidabile (e no digo laurea per non esagerar anche se lo penso).

    Inoltre dovrebbe anche aver lavorato. Gran parte, non dico tutti, fanno solo politica da quando sono nati. La politica dovrebbe essere un servizio alla propria comunità e non una carriera (el sindaco se non altro ga un’atività per conto suo).
    Quindi introdurrei un numero massimo di mandati per tutte le cariche elettive.
    10 anni in politica potrebbero essere sufficienti. Dopo a casa, e spazio a nuove persone con nuovo entusiasmo.

    Ovviamente la fedina penale dovrebbe essere immacolata e presentata pubblicamente prima della candidatura…

  14. massimiliano ha detto:

    cagoia,
    stai enunciando una sorta di “manuale del Politico”.

    la realtà è un’altra.

    se dovessimo considerare il Politico nella sua accezione più pura, dovrebbe essere nulla più di un servo dello Stato.
    almeno, nello spirito che lo anima.

    la realtà è un’altra.

  15. cagoia ha detto:

    “se dovessimo considerare il Politico nella sua accezione più pura, dovrebbe essere nulla più di un servo dello Stato.”

    Eh… no xe più i tempi de Francesco Giuseppe che se considerava solo el primo impiegato dello stato. Povero nostro Franz.

  16. massimiliano ha detto:

    già, e nemmeno quelli del “noviziato” di Platone.

  17. Al Custerlina ha detto:

    Cagoia, il titolo di studio non dovrebbe essere discriminante perché riflette in minima parte la cultura di una persona e non ne definisce le capacità intellettive.
    Conosco molte persone con un cervello sopraffino che per questioni personali o familiari non hanno potuto studiare quand’erano giovani e, viceversa, conosco molti laureati con la scatola cranica disabitata.

  18. cagoia ha detto:

    Ovviamente ghe pol esser non laureadi migliori de qualche laureado.
    Se imaginemo de realizar le gaussiane con i valori del q.i. dei non laureadi e dei laureadi ghe sarà la coda dei migliori dei non laureadi che andarà a sovrapporse alla coda dei peggiori laureadi. Ma le due medie credo che restassi distanti.

    Quel che xe penoso xe certe interviste che i gaveva fato quei dele “iene” ai parlamentari su cultura generale e attualità politica. Certi personaggi dovessi esser mandai a lavorar in miniera. Xe ovio che sti qua rendi poco credibile tutto el parlamento. No digo illeggittimo ma solo non credibile.
    Un che se candida dovessi domandarse “sarò all’altezza del compito?” e no “quanto guadagno?”.

  19. cagoia ha detto:

    Ma questi discorsi fa parte de quela “questione morale” che in italia se se rifiuta de afrontar e che dovessi esser el primo punto per iniziar, dopo, a pensar de risolver i problemi.

  20. Alberto Bellan ha detto:

    Caro Rovis, non è impudica modestia, la mia. E’ una desolante costatazione. Capisco la sua difesa dello status quo ma, capisce!, o sono stupidi o in malafede. E io preferisco pensare la prima. Non c’è una soluzione, non abbiamo bacchette magiche da queste parti. Ma la prego: si risparmi la vomitevole retorica del “sono stati eletti, quindi sono meritevoli”: le lasci dire a persone meno intelligenti di lei (e ascoltare a un pubblico meno attento di noi), queste cose.
    E un’altra cosa: non usi più “talaltro”, la prego. E’ terribile.

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