Desideravo portare all’attenzione dei lettori di Bora.la una situazione che rende la vita nella ridente Staranzano, un po’ meno ridente (per alcuni cittadini, of course).
Succede che una delle zone di raccolta dei rifiuti di via Brasizza, composta da benna di raccolta degli sfalci e del verde e campana di raccolta del vetro, sia, nel tempo diventata una sorta di zona di scarico di qualsiasi tipo di rifiuto. Basta aver un po’ di pazienza per vedersi accumulare copertoni, vetri, rifiuti domestici, legname, sacchi pieni di sfalci in decomposizione, materiali inerti e ogni ben di Dio..
Questo grazie all’inciviltà di chi vive o lavora nella zona, associato a una raccolta nè efficiente nè efficace (restiamo sul politicamente corretto) da parte dell’azienda preposta, comporta un problema per i residenti.
Di oggi sono le mie foto (che allego a questa segnalazione) di ampi lastroni di vetro sfasciati recanti la scritta “uscita d’emergenza” buttati a bordo strada vicino alla campana del vetro.
Tralasciando il fatto che il Comune è al corrente della cosa – altrimenti non mi spiego chi possa aver posizionato le transenne – e che avrebbe potuto risolvere al volo piuttosto che segnalare l’area come pericolosa, mi chiedo da dove provenga tale materiale e chi l’abbia scaricato lì.
Non credo provengano da una civile abitazione e non posso credere che un comune cittadino li abbia maneggiati, evidentemente provengono da qualche capannone (o peggio ancora da qualche edificio pubblico) e qualche ditta munita di un apposito furgone ha preferito abbandonarli a bordo strada invece di proseguire la corsa fino alla locale discarica comunale.
Non credo sia impossibile risalire a chi ha cambiato recentemente le vetrate, e, per una volta, fargli pagare una multa per scarico abusivo di rifiuti. Oppure si può continuare a far fare di tutto a chiunque passi nel territorio comunale, limitandosi a pensare che certi problemi siano prerogativa solo dell’Italia meridionale…
Paolo Barbana
La soluzione è semplice, basterebbe togliere le benne del verde.