12 Novembre 2009

930 mila euro per la minoranza linguistica slovena

Fvg Ammonta a 930 mila euro il riparto 2009 a valere sul Fondo regionale per la minoranza linguistica slovena, che è stato approvato oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Cultura e Istruzione, Roberto Molinaro.

Tre le tipologie di interventi che verranno finanziate: la prima (167 mila euro) riguarda iniziative realizzate da istituzioni scolastiche pubbliche o dall’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomie scolastica del Friuli Venezia Giulia (ANSAS) nelle scuole del territorio di insediamento della minoranza.

La seconda tranche di finanziamenti (584 mila euro) riguarda iniziative per lo sviluppo della reciproca conoscenza delle diverse realtà culturali e linguistiche della regione, realizzate da enti e organizzazioni attive per la tutela delle minoranze e la promozione delle diversità linguistiche e culturali.

(fonte: Asca)

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90 commenti a 930 mila euro per la minoranza linguistica slovena

  1. massimiliano ha detto:

    ooollllà..
    e ‘desso scanève su questo…

  2. max ha detto:

    i me par poca roba

  3. Marisa ha detto:

    …..anche perchè è stato appena stanziato nella finanziaria regionale 2010, un milione di euro per il baraccone “Parco del mare”!

  4. effebi ha detto:

    “iniziative per lo sviluppo della reciproca conoscenza delle diverse realtà culturali e linguistiche della regione”

    corsi de friulsloveno ? questo me piaseria capir de cossa che se tratta, come che se sviluppa e che risultati che me da.

    chissà se redazione pol ciorse l’impegno de seguir la spesa de più de mezomilion de euro (!) …per la reciproca conoscenza tra le differenti realtà linguistiche.

    esisti za un elenco dele diferenti realtà linguistiche che ancora fa fadiga a conosserse ?

  5. arlon ha detto:

    Tanto pochi.
    Anche se, scola a parte, saria bel saver cossa che i va a far de concreto per la comunità.

  6. NoSePol ha detto:

    @effebi

    Eco.. te vedi? Za quà vien fora una dele diferenze. Ti te se fermi a la parola “linguistiche”. Ma prima ghe xe la sconosuda parola “culturali”.

    Questo me disi che xe ancora proprio bisogno de spenderli quei soldi 🙂

  7. fluido ha detto:

    @effebi
    alcuni progetti xe anche legadi al far conoser la situazione de minoranza e confrontarse con altre, un progetto che go visto anni fa e iera molto interessante coinvolgeva i poeti delle “due” minoranze de qua e delà del confin.
    de solito xe attività per far entrar in contatto la “magioranza” con la “minoranza” (scuseme ma non me piasi ste due parole) con vari incontri culturali opur con corsi de lingua, go scoperto in qs giorni che i corsi de sloven a trieste e dintorni xe tutti pieni con tanto de lista d’attesa. forse qualcosa sta cambiando a livel de muri mentali e questi soldi aiuta.

  8. Victor Bergman ha detto:

    Secondo il mio umile parere i soldi che vien dalle amministrazioni pubbliche servono nel più dei casi per alimentare clientelismi. E questa impressione si rafforza quando le motivazioni della spesa sono espresse in termini ambigui o vaghi, come in questo caso.

    Solo i miseri 167 mila per la scuola mi sembra che potrebbero essere spesi bene, 584 mila non si capisce bene da chi verranno intascati, non è specificato affatto dove andranno a finire i restanti 179 mila!!!

  9. arlon ha detto:

    @fluido: concordo. I corsi de lingua no xe MAI bori butadi.

  10. NoSePol ha detto:

    @Bergman

    Beh.. messa così vale per qualunque norma di spesa. Non solo per questa. Ed allora figuriamoci dove vanno a finire i soldi destinati alla maggioranza culturale e linguistica.
    In realtà i soldi stanziati vanno ad alimentare il Fondo Regionale per la minoranza. Son soldi che vengono messi li. Per come devono essere poi spesi ci sono i dettami della legge.

  11. effebi ha detto:

    me par de aver fato una richesta semplice, da “pantalon che paga”….

    come vignerà spesi i 600 mila euro per la culturazia conoscenza ?

    le minoranze ga bisogno de conosserse ? ma ghe gavemo domandà se ghe interessa ? 🙂

  12. Luigi (veneziano) ha detto:

    A proposito di minoranze: lo sapete che l’ultimo incontro fra il governo sloveno e la minoranza italiana della scorsa settimana è saltato, perché a capo della delegazione dell’Unione Italiana c’era Furio Radin? Gli sloveni non l’hanno voluto, perché – dicono – ha il passaporto croato e quindi non rappresenta la minoranza degli italiani in Slovenia, nonostante sia stato eletto anche da questi ultimi.

    Felicità!

    Luigi (veneziano)

  13. arlon ha detto:

    Questa po’ me par efetivamente assurda O_o

  14. Mauro Franza ha detto:

    Luigi (veneziano): un intervento offtopic per butar in vaca la discusion?

  15. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Mauro

    Forse t’è sfuggito un fatto, e cioè che al commento numero 7 s’era già iniziato a parlare delle “due minoranze”.

    Oltre a questo fatto, non capisco perché dovrebbe andare in vacca la discussione: tu noto che ti ci metti sempre d’impegno per ottenere codesto brillante risultato, ma non è detto che tutti ti corrano dietro, amico mio.

    L.

  16. NoSePol ha detto:

    @Luigi

    Beh.. a me non pare tanto assurdo. Di fatto Slovenia e Croazia sono due Stati diversi. Ed hanno due Governi diversi. E non intendo di colore politico diverso, ma diversi proprio in quanto interlocutore. Va da sé che un Governo parla con i “suoi” cittadini.
    Ora per il Governo, un qualsiasi accordo stipulato – firmato – con un interlocutore che non ha i criteri di rappresentanza anche formalmente idonei (e non solo cioè quella democratica o di mandato), è di fatto impugnabile in diritto da qualunque altro cittadino. Non è una “cosina” da poco. La forma alle volte è sostanza.
    Poi c’è da aggiungere che sicuramente esiste uno sfondo politico. La minoranza italiana farebbe intendere di essere una sola minoranza a cavallo dei due Stati, di considerarsi un tutt’uno. Questa visione sicuramente trova opposizione da parte del Governo sloveno, ma pure dal Governo croato. E non dovrebbe essere complicato capire il perchè.. Se ovviamente è comprensibile su un piano culturale, non lo è però sul piano politico, di cittadinanza e del diritto. Per il Governo sloveno, perciò, avere un interlocutore che non è sloveno, è un problema insuperabile. E la minoranza dovrebbe capirlo e non tentare forzature inutili. Anche perchè, così facendo, non fa altro che dare fiato in Slovenia, ma anche in Croazia, a chi quel dialogo non lo vuole proprio.

  17. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ NoSePol

    E’ assurdo perché esiste un trattato sui diritti delle minoranze che recita:

    Articolo 4
    La Repubblica di Croazia riconosce l’«Unione Italiana», che in base alla legislazione croata possiede personalità giuridica, come l’Organizzazione che rappresenta la Minoranza Italiana.

    Articolo 5
    La Repubblica di Croazia garantisce piena libertà di movimento ai membri della Minoranza Italiana da e per la Repubblica di Slovenia al fine di mantenere le strette relazioni esistenti prima del 1992.

    Questo trattato è stato preparato per la firma congiunta di Italia, Slovenia e Croazia, prima che i due stati fossero riconosciuti internazionalmente, poi la Slovenia ha ottenuto il riconoscimento internazionale e si è rifiutata di firmarlo, affermando però – per bocca del suo ministro degli esteri pro tempore – che ne avrebbe comunque rispettato il contenuto. Una balla, a vedere il seguito.

    In pratica, il riconoscimento dell’unitarietà della rappresentanza della minoranza italiana nell’Unione Italiana (che è associazione riconosciuta sia in Slovenia che in Croazia) è sempre stato uno dei cardini delle affermazioni dei governi sloveno e croato… fino a quando gli sloveni hanno iniziato a mettere i bastoni fra le ruote a tutto ciò che “puzzava” di croato, non riconoscendo quindi più il potere di rappresentanza del presidente dell’Unione Italiana.

    E così gli sloveni spaccano una componente – quella italiana – che è sempre stata unita.

    Senza che a nessuno – qui in Italia – la cosa importi un fico secco.

    Luigi (veneziano)

    PS Ricordo che i soldi per la minoranza slovena di cui parla l’articolo sono solo una frazione rispetto al monte complessivo. Non è che la minoranza slovena si sostenta con 930.000 Euro in tutto!

  18. NoSePol ha detto:

    @Luigi

    Sei rimasto indietro.
    Intanto come tu stesso dici quel trattato è stato firmato solo dalla Croazia. Non si può perciò pretenderne il rispetto da parte Slovena.

    Ma il seguito è questo:

    In seguito al disfacimento della Jugoslavia, nella parte dell’Istria sotto sovranità slovena la “Unione Italiana” ha perso progressivamente il suo potere istituzionale e rappresentativo a favore della Comunità Autogestita della Nazionalità italiana (la C.A.N., detta comunemente CAN Costiera), nata per volere della Repubblica socialista jugoslava di Slovenia alla fine del 1974, in seguito all’emanazione in quello stesso anno della nuova costituzione federale che rafforzava i poteri autonomi delle repubbliche fondative.

    Oggi questo ente di diritto pubblico sloveno è l’unico ufficialmente riconosciuto da Lubiana per i rapporti istituzionali con la Comunità Nazionale Italiana in Slovenia.

    L’Unione Italiana è invece riconosciuta solo come ente di diritto privato, al pari di una qualsiasi associazione. (Da quì la problematica della rappresentanza).

    Questo stato di cose è tutt’ora oggetto di dibattito in seno alle istituzioni della CNI delle due Repubbliche, avendo ulteriormente diviso gli Italiani della regione, in particolare isolando il gruppo minoritario del Capodistriano, dopo che già il nuovo confine internazionale nato nel 1991 sul Dragogna, ha prodotto notevoli problemi al mantenimento dell’unità storica e della collaborazione della comunità. Problematiche che si spera verranno almeno in parte superate con la prossima entrata della Croazia nell’Unione europea.

  19. massimiliano ha detto:

    una domanda:
    ma come mai, partendo dai finanziamenti italiani alla minoranza slovena, si è arrivati a parlare della minoranza italiana in istria?
    un percorso curioso…

  20. NoSePol ha detto:

    Sempre per il solito motivo.
    Quando qui da noi si parla dei soldi da destinare alla minoranza slovena, in qualche modo salta sempre fuori il tema della “parità di trattamento”, altra volte chiamata “reciprocità”, con gli italiani dall’altra parte.
    Qualche volta in modo chiaro, altre in modo meno diretto. Ma la questione è sempre quella. Il fastidio.

  21. Euroscettico ha detto:

    secondo me è doveroso fare un certo confronto.. sai qui fai un commento un po’ troppo critico sulle pretese della minoranza slovena e scateni le ire dell’inferno, comprese quelle della redazione….

  22. alpino ha detto:

    @ massimiliano
    stavo per scriver la stessa roba…
    Comunque anche se non muoio dalla volgia di fare amicizia con gli sloveni..ritengo che questi denari dovrebbero esser spesi per attività a cavallo del confine coem sagre feste momenti di incontro..linee di autobus transfrontalieri, recupero dei siti storici 1^ guerra mondiale congiunto…

  23. massimiliano ha detto:

    certo che se andiamo avanti a misurare “chi ce l’ha più lungo”, evidentemente la storia non ci ha insegnato nulla.

  24. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ NoSePol

    Con tutto il rispetto: oggi alle 15:54 scrivevi: “Questa visione sicuramente trova opposizione da parte del Governo sloveno, ma pure dal Governo croato”. Sicuramente non conoscevi il trattato sulle minoranze, che è addirittura del 1996.

    Adesso alle 18:06 vieni fuori a dirmi che effettivamente la Croazia si è obbligata con quel trattato, ma che io sarei rimasto indietro…

    A Roma direbbero: “Abbelloooo!”

    Ti faccio notare che è da almeno una ventina d’anni che m’interesso della questione dello status della minoranza italiana in Slo-Cro, e che è da cinque anni che faccio visita ogni anno e regolarmente a qualche Comunità degli Italiani in Slovenia e in Croazia. Credo – senza finta modestia – di sapermi districare sulla questione un filino meglio di te.

    Sempre con rispetto.

    L.

  25. alpino ha detto:

    @euroscettico

    concordo con te…ancora non capisco cosa centra Lubiana tra le città soggetto di questo forum..a me pare paradossale (scusa il gioco di parole) che me trovo Lubiana e no Pordenon..così pour parlè

  26. Euroscettico ha detto:

    …beh su questo hai perso in partenza 😉

  27. Euroscettico ha detto:

    …ovviamente rispondevo a Massimiliano! 🙂

  28. massimiliano ha detto:

    @alpino
    io ci inserirei anche capodistria, zagabria (come capitale, come per lubiana), fiume e pola.
    stiamo parlando di litorale…

  29. alpino ha detto:

    Litorale nel senso antico od attuale..perchè ad oggi lubiana avrebbe poco senso..comunque se c’è Udine perchè no Pordenone? perchè la bora tira de più a lubiana che a Pordenone?

  30. Luigi (veneziano) ha detto:

    E invece io dico che quando si parla di minoranze è sempre bene ricordare ciò che gli stessi sloveni d’Italia ricordano, e cioè che questa è una terra di confine, dove non si può pensare che le cose vadano bene (o male) solo in un senso.

    La tutela della minoranza slovena passa ovviamente anche attraverso i finaziamenti, la cui completa entità è però dato ignoto.

    Tanto per dirne una: non credo che con quei 584.000 Euro si finanzieranno corsi di lingua.

    Per meglio dire: a Trieste corsi di sloveno e croato vengono organizzati dall’UPT, ma l’UPT non viene sovvenzionata con i soldi del fondo regionale per la minoranza linguistica. I corsi di sloveno servono per tutelare la minoranza? In senso generale e indiretto sì, ma dubito fortemente che i 584.000 Euro saranno utilizzati dalle organizzazioni della minoranza per organizzare corsi di lingua per la maggioranza. Ad ogni modo, dovrebbe esserci poi una circolare applicativa o qualcosa del genere, che in piena trasparenza dica che associazioni o gruppi sono stati finanziati, per che tipo di attività e per quanto tempo. Sarei molto curioso di spulciarla (e visto che qui non si ama la reciprocità, posso dire che la minoranza italiana pubblica tutti gli anni un bilancio di tutte le macro e microattività finanziate, compresi i cori locali o i corsi di taglio e cucito).

    Luigi (veneziano)

  31. salvo ha detto:

    quanto ha stanziato la maggioranza slovena in slovenia per la minoranza italiana in slovenia? 😉

  32. NoSePol ha detto:

    @Luigi

    No, confermo invece esattamente quanto scritto. Ho scritto che quella visione sicuramente trova opposizione pure dal Governo croato, e lo confermo. Intendendo la visione “sovranazionale” dell’Unione Italiana.
    Infatti non è un caso che la Croazia ne abbia fatto subito un ente di diritto croato (e spero tu conosca le implicazionei che stanno dietro un ente di diritto) sapendo che la Slovenia ne aveva individuato un’altro.

    Per il resto, sei ovviamente libero di credere ciò che vuoi. Frequentare qualunque ambiente, districarti meravigliosamete. Ti faccio solo notare che anche gli altri potrebbero non essere degli sprovveduti.
    E a Trieste abbiamo modi di dire un po’ più coloriti 🙂

  33. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ salvo

    Per il 2008 sono stati erogati finanziamenti diretti alla minoranza dalla Slovenia pari a 22.800 Euro.

    L’Italia ha contribuito direttamente (per il tramite del Ministero degli Affari Esteri che ha dato i soldi all’UPT, che poi li ha girati alla minoranza) per 2.398.500 Euro.

    La Regione Autonoma FVG (sempre tramite l’UPT): 990.000 Euro.

    Il Ministero degli Affari Esteri ha dato anche un contributo extra per l’editoria pari a 57.000 Euro.

    Il contributo – sempre italiano – previsto dalla legge 19/91 è stato pari a 4.650.000 Euro.

    Il contributo della Croazia: 109.080 Euro.

    Il contributo della Regione Istriana: 40.928 Euro.

    Introiti da affitti: 17.280 Euro.

    TOTALONE
    1. Dall’Italia: 8.095.500 Euro
    2. Dalla Slovenia: 22.800 Euro
    3. Dalla Croazia: 150.008 Euro
    4. Autofinanziamento: 17.280 Euro

    Luigi (veneziano)

  34. NoSePol ha detto:

    Sul come vengono spesi quei soldi, se c’è qulcuno che immagina che vengano semplicemente dati in mano a qualche sloveno, è completamente fuori strada. Fanno parte di un Fondo Regionale, vengono erogati dalla Regione, e se si pensa che la Regione li regali a destra e manca senza pezze d’appoggio, lo si dica. Sicuramente c’è qualche Assessore in carica o qualche Funzionario regionale che sarà contento di sentirselo dire, perchè parliamo del bilancio regionale, se non è chiaro, che è quanto di più pubblico esita.. 🙂

  35. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ NoSePol

    Continuo a dirti che forse conosci poco la materia, e ne ho la controprova. Il signor Maurizio Tremul è Presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana.

    Partecipa regolarmente a tutti gli incontri con i rappresentanti del governo croato, pur essendo di passaporto sloveno. I croati non hanno mai fatto nessun problema su ciò.

    Luigi (veneziano)

  36. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ NoSePol

    Ci mancherebbe altro che io pensi che quei soldi per la minoranza slovena sono regalati a destra e a manca!

    Io ho detto un’altra cosa, e cioè che quei soldi vengono utilizzati a fronte della presentazione di progetti. I progetti vengono approntati da gruppi ed associazioni.

    Sarebbe quindi interessante sapere quali progetti presentati da quali gruppi ed associazioni vengono finanziati.

    Tutto qui.

    Luigi (veneziano)

  37. NoSePol ha detto:

    @Luigi

    Ma certo, e lo ripeto, la Croazia ha riconosciuto l’ “Unione Italiana”.
    All’interno della legislazione croata è persona giuridica, dice il trattato.
    Non a caso prima mettevo in evidenza il fatto che speravo conoscessi il significato di questa roba. Perchè, vedi, un conto è incontrarsi con una pesona fisica in rappresentanza di una associazione, tutt’altro è incontrare delle persone che rappresentano un persona giuridica riconosciuta dalla norma nazionale. In questo caso la rappresentanza “fisica” può anche essere un indiano d’america o un finlandese.
    Sono due cose estemamente diverse. Strano che non cogli..

    Per il resto, non mi riferivo a te quando dicevo dei soldi a destra e a manca..

  38. Luigi (veneziano) ha detto:

    Scusami se insisto, ma forse non sai che l’Unione Italiana è “persona giuridica” sia in Croazia (costituita con sede a Fiume) che in Slovenia (costituita con sede a Capodistria), e che il “rappresentante legale” della stessa è – secondo quanto prevede lo statuto – il presidente, che è Furio Radin.

    In realtà, devi sapere che gli sloveni non hanno mai avuto problemi fino ad un paio di anni fa, quando è esplosa la tematica del confine conteso con la Croazia. Dai dispettoni più grossi, i furbi hanno quindi cercato di causare anche dei dispettini più sciocchi, fino a lasciar fuori dalla porta Radin dalle riunioni con i rappresentanti dell’esecutivo. In tali casi, l’UI – che per tua informazione si è SEMPRE presentata come l’UNICA rappresentante della minoranza unitaria, in pieno accordo con la CAN costiera – si è alzata dal tavolo e se n’è andata.

    Come d’altro canto è successo anche questa volta.

    Il “problema” per gli sloveni è che essi non vogliono riconoscere in Radin un italiano, che viene a parlare per gli italiani, ma un croato che essendo pure deputato al Sabor ed essendo pure stato nella maggioranza col governo di Sanader, è ipso facto un pericolosissimo figuro. Si pensi poi al fatto che il can-can con la Croazia gli sloveni ce l’hanno proprio su parte del territorio di insediamento della minoranza italiana (una volta ampia maggioranza proprio in questa parte dell’Istria), ed ecco fatta la frittata.

    In tutto ciò – a mio modo di vedere – gli sloveni fanno la parte degli ottusi, anche perché più volte Radin ha informato il ministro degli esteri italiano pro tempore dell’incidente, il quale – almeno ai tempi di d’Alema – ha pure presentato un dossier in merito, nel corso della visita del 2007.

    Di passata, devo anche dire che di tutti i ministri degli esteri italiani con i quali gli sloveni hanno parlato da quando sono indipendenti, la maggior sorpresa (in negativo) l’hanno avuta proprio con d’Alema, che durante i vari incontri bilaterali, si è sempre presentato molto preparato (mi dicono che una volta tanto gli sherpa erano contenti per come il ministro si era studiato i vari dossier) e in atteggiamento assai fermo su varie questioni.

    Non sempre i nostri ministri degli esteri si sono dimostrati all’altezza della situazione con gli sloveni, che se c’è una cosa che non sopportano è quella di esser presi sottogamba avendo il complesso delle piccole dimensioni (spero nessuno s’offenda per questa notazione, che è semplicemente oggettiva).

    Frattini in questo senso è uno dei peggiori, ed anche recentemente ha dato prova di come si può fare ad irritare la Slovenia per motivi risibili.

    L.

  39. fluido ha detto:

    che tristezza

  40. jacum ha detto:

    caro gigi el venesian,

    ma perchè no te accogli a caxa tua tuti sti istriani povereti e maltrati e poco sovenzionati dai sloveni e croati?

    ogni vola che se parla e discuti de bori dadi ai s’ciavi ti te salti fora coi bori non dadi ai istriani taliani de là!

    ricordo a tuti che i istriani ga rovinà e continua a rovinar trieste!

    gli istriani taliani jera veneti, benon!
    i gaveva el leon impicà pei miri, benon!

    eco cioleveli e xe finida sta rotura de bale!

    qua a trieste ala minoranza no se ghe vol ben, ma questa mancanza de afeto vien legermente compesada dai bori.

  41. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ jacum

    Ti sento in ottima forma. Hai già mangiato i tuoi due/tre istroveneti serali?

    L.

  42. jacum ha detto:

    ciao gigi,

    sei sarcastico vedo…

    ribadisco el conceto, gli istioti taliani i doveva ndar oltre al tagliamento e no fermarse a trieste!

  43. NoSePol ha detto:

    @Luigi

    Vedi, mi trovo daccordo sulla storia dei ministri degli esteri, nulla da aggiungere, è come dici.
    E’ sulla prima parte che non mi tornano i conti. Una associazione può mettere quello che vuole nel suo statuto. L’importante è che l’interlocutore la riconosca.
    Ora, mentre la Croazia ha fatto quello che c’è scritto sul trattato, la Slovenia considera l’Unione una semplice associazione.

    Lo avevo già scritto, ma repetita..
    La Comunità Autogestita della Nazionalità italiana (la C.A.N., detta comunemente CAN Costiera), è un ente di diritto pubblico sloveno ed è l’unico ufficialmente riconosciuto da Lubiana per i rapporti istituzionali con la Comunità Nazionale Italiana in Slovenia. L’Unione Italiana è invece riconosciuta solo come ente di diritto privato, al pari di una qualsiasi associazione

    Dal sito dell’ Unione Italiana – Croazia:
    L’Unione Italiana è legalmente registrata, quale associazione di cittadini, nella Repubblica di Croazia (con sede a Fiume) e nella Repubblica di Slovenia (con sede a Capodistria).
    Possono essere soci effettivi dell’Unione Italiana i cittadini sloveni o croati e stranieri di nazionalità e/o di cultura e madrelingua italiana, con residenza stabile in Croazia oppure in Slovenia..

    Dal sito della C.A.N. – Slovenia
    Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana:
    Organismo di diritto pubblico in base all’articolo 64 della Costituzione della Slovenia e alla Legge sulle Comunità Nazionali Autogestite approvata dalla Camera di Stato (Parlamento).
    La CAN Costiera è l’interlocutore dello Stato e dei suoi organi per le questioni riguardanti la tutela della Comunità Nazionale Italiana.

    Come vedi, sono differenze che esistono e non le invento io.

  44. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ NoSePol

    Hai stranemente dimenticato di citare – sempre dal sito dell’Unione Italiana – che:

    “L’Unione Italiana è l’organizzazione unitaria, autonoma, democratica e pluralistica degli Italiani delle Repubbliche di Croazia e Slovenia, di cui esprime l’articolazione complessiva dei bisogni politici, economici, culturali e sociali. Finalità principali dell’Unione Italiana sono la salvaguardia e lo sviluppo dell’identità nazionale, culturale e linguistica degli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana (di seguito: CNI), l’affermazione dei diritti specifici, il mantenimento dell’integrità e dell’indivisibilità, l’affermazione della soggettività nonchè il conseguimento dell’uniformità di trattamento giuridico e costituzionale della CNI al più alto livello”.

    Ed ecco invece come i signori della Slovenia considerano questa organizzazione:

    11/11/09
    FIUME Certi muri, a differenza di quello di Berlino, continuano a resistere, a restare in piedi: albergano nelle menti e negli atteggiamenti umani. Un lampante esempio l’altro ieri a Brdo, vicino Lubiana, al vertice del Comitato interministeriale italo-sloveno. La Lubiana ufficiale si è opposta alla presenza del presidente dell’Unione italiana, il polese Furio Radin, alla seduta plenaria che avrebbe dovuto riunire i ministri degli Esteri Franco Frattini e
    Samuel Zbogar con i massimi esponenti della Comunità nazionale slovena in Italia e di quella italiana residente in Croazia e Slovenia. Il motivo? Il connazionale Radin è cittadino croato e dunque – per Lubiana – andava boicottato, ossia gli doveva essere impedita la partecipazione all’incontro. La riunione è così saltata; le due minoranze hanno potuto colloquiare solo con il ”proprio” ministro. Se per gli italiani d’Istria, Quarnero e Dalmazia il danno è stato
    limitato, non così si può dire per la minoranza slovena, impossibilitata a incontrare Frattini, al quale avrebbe potuto esporre ”di prima mano” i problemi della comunità.
    Radin commenta: «Credo che i miei colleghi parlamentari a Zagabria si siano lasciati andare a una grossa risata. Ma come, avranno detto, l’italiano Radin non è stato ricevuto a Brdo perché croato? Uno spasso, insomma. Non è questa, secondo me, la vera causa».
    «È che l’Unione italiana – spiega – non è vista di buon occhio in Slovenia, da anni. Conta pertanto l’unitarietà degli italiani di
    Slovenia e Croazia, qualcosa per cui ci battiamo da anni e a ragione. Ricordo che negli Anni ’90 eravamo riusciti a istituire l’Unione in Slovenia ma solo dopo che avevamo superato numerosi problemi, ricevendo in cambio anche velate minacce. C’era all’epoca in Slovenia il concetto errato di sovranità dello Stato anche su dettagli irrisori: ci aveva messo davvero a dura prova. Voglio ribadire che gli italiani al di qua e al di là del fiume Dragogna hanno diritto a essere un’unica popolazione, cosa che la Croazia non ha mai contestato. Noi non minacciamo nessuno, facciamo da ”ponte” tra gli Stati e poi succedono episodi come quello di Brdo proprio nel giorno, il 9 novembre, del ventennale della caduta del Muro di Berlino. Eppure in passato, sono stato ricevuto tranquillamente in Slovenia dal presidente Danilo Turk e ho preso parte anche al vertice tra Rupel e D’Alema». «Da parte mia – conclude Radin – rispetto la politica slovena e sono convinto che una Slovenia europea riuscirà a cambiare la sua opinione sulla presenza dell’Ui e del suo presidente nella realtà politica slovena». Radin ha rivolto calde parole di ringraziamento al ministro Frattini «per averci voluto ricevere
    comunque, segno chiarissimo dell’importanza che Roma attribuisce all’Unione italiana e ai connazionali di Croazia e Slovenia». Il presidente della giunta esecutiva Ui Maurizio Tremul non ha potuto non esternare il proprio dispiacere per l’incidente di Brdo: “Credo sia
    stata un’occasione perduta, soprattutto perché c’erano importanti precedenti, quando non era stata espressa alcuna riserva su Radin
    negli incontri tenuti con Turk, D’Alema e Rupel. Questo diniego mi ha sorpreso non poco, in quanto mi attendevo un approccio più liberale. La seduta plenaria avrebbe permesso di migliorare i già ottimi e pluriennali rapporti di cooperazione con la Comunità slovena in Italia, collaborazione purtroppo minacciata da simili comportamenti restrittivi. Voglio ribadire che le due minoranze sono una risorsa per il territorio, rappresentano un valore aggiunto per tutti e sono in grado, come hanno già dimostrato, di realizzare congiuntamente preziosi progetti transfrontalieri».

    A parti invertite, quante accuse di fascio-nazionalismo si sarebbe beccata l’Italia?

    L.

  45. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ jacum

    E invense agli istriani (che no xe gli istrioti, caro el me razista-de-noantri) ti dovaressi farghe un monumento, parché te fa da capro espiatorio par le to frustazioni esistenziali e te fa sentir – almanco ‘na volta – superior a tuta ‘sta marmaglia.

    L.

  46. NoSePol ha detto:

    @Luigi

    Ecco, appunto, chiarita la questione.
    Come si vede non si tratta di differenze nel conoscere la situazione, bensì di differente valutazione e differente giudizio su ciò che c’è. Ed io, lo ripeto, non ho difficoltà a comprendere la posizione slovena. Così come penso che questa “transnazionalità” della minoranza italiana – seppur comprensibile, sia chiaro – sbatta oggi per esempio col fatto che il confine sloveno è il confine della UE, e perciò la Slovenia è tenuta a risponderne all’intera comunità europea prima ancora che alla minoranza italiana. Furio Radin è un extracomunitario, perfino, alla pari con tutti quelli che non sono europei.
    Non è che gli appartenenti alla minoranza italiana in Croazia pensano di essere cittadini Europei perchè si sentono un’unica comunità con gli italiani di Slovenia. Quello che si sentono è una cosa, quello che sono oggi è un’altra. Le forzature non servono a nessuno. Quando la Croazia entrerà nella comunità europea le cose saranno diverse, ma oggi non è così. E bisogna prenderne atto. Casomai lavorare perchè la situazione si evolva in fretta.

  47. salvo ha detto:

    più che JACUM dovrebbe dirsi VACUUM

  48. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ NoSePol

    Per tua informazione, Furio Radin è cittadino italiano, come la quasi totalità dei nostri connazionali in Croazia.

    Gli sloveni si mettono di traverso perché a parole sono belli e bravi, nei fatti danno alla minoranza una pipa di tabacco e spaccano il capello in quattro, in preda alla loro sempiterna paura di una fantomatica “quinta colonna interna”, alfiere di un neoirredentismo nostrano che sta tutto nelle loro teste.

    Luigi (veneziano)

  49. arlon ha detto:

    Che no i se comporti sempre in maniera limpida ok, però xe innegabile che i italiani in Slovenia gabi una aplicazion del bilinguismo (a ocio in aumento) sia da parte dela popolazion che dele istituzioni, ben più completa che i sloveni in Italia.

    Me spiasi, ma i fatti xe che – per esempio – se no parlo sloven posso parlar con qualsiasi ufficio a Capodistria in italian; a Trieste el contrario xe impensabile.

    Za sicuramente più complessa la question in Croazia (almeno in Istria in miglioramento, par?)

  50. NoSePol ha detto:

    @Luigi

    Vedi che caschi male?
    Io ho parenti in Croazia, precisamente ad Abbazia. Stanno la da sempre, e ti posso assicurare che non sono affatto cittadini italiani. E, al momento, nemmeno europei.

    Comunque, almeno adesso è più chiaro il come la pensi. Anche se non avevo dubbi.. 🙂

  51. Luigi (veneziano) ha detto:

    @arlon

    L’applicazione del bilinguismo in Slovenia riguarda alcune parti (non l’intero) del territorio dei tre comuni costieri.

    La sua applicazione – in realtà – stando ai nostri connazionali è in diminuzione, ed alcune norme che stanno sulla carta non sono mai state applicate. Penso per esempio alle elezioni municipali più recenti: secondo le norme i discorsi dei candidati dovrebbero essere bilingui, ma questa disposizione non è mai stata rispettata, anche perché alcuni candidati non conoscono l’italiano.

    La situazione è enormemente migliore rispetto a quella degli sloveni di Trieste, ma se io vado sul Carso italiano trovo la stessa identica cosa anzi: trovo molto più bilinguismo che non nell’Istria slovena. C’è da dire che all’interno dei loro areali nei comuni più piccoli gli sloveni d’Italia sono spesso maggioranza, mentre gli italiani di Slovenia non sono mai maggioranza in nessun caso. Di conseguenza, anche l’utilizzo della lingua italiana in pubblico è praticamente assente: oramai è molto raro ascoltare l’istroveneto in piazza in Slovenia.

    La situazione in Croazia è diversa, ma anche lì le ombre sono molte. Uno dei problemi maggiori è il carentissimo stato dell’insegnamento in lingua italiana nelle scuole. Spessissimo gli insegnanti stessi non conoscono l’italiano, e negli spazi comuni i ragazzi parlano il croato.

    Si sta in pratica verificando un po’ alla volta quanto previde il “mitico” presidente dell’UIIF Antonio Borme (defenestrato dal regime e ripescato molti anni fa: potrà sopravvivere in Istria la lingua italiana, senza che ci siano più degli italiani.

    Un paio di giorni fa Nelida Milani – la più importante scrittrice istriana italiana vivente (vive a Pola) – ha dichiarato che l’integrazione è la morte della minoranza: secondo lei è necessario rafforzare la differenziazione.

    Luigi (veneziano)

  52. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ NoSePol

    Forse non hai notato che ho scritto “quasi tutti”, e mi riferivo agli italiani. Non tutti gli italiani della minoranza hanno chiesto la doppia cittadinanza. Quasi tutti però ce l’hanno.

    I tuoi parenti (anche se non ho capito se sono italiani o no) non hanno fatto richiesta, come sarebbe stato loro diritto, ma questo – di grazia – che cavolo c’entra?

    O forse vuoi dirmi che non sapevi la storia della legge sulla doppia cittadinanza?

    Rimarrei oltremodo stupito…

    Luigi

    PS Dubito alquanto che tu sappia come la penso: il tuo è un infantile giochetto retorico per appiccicarmi quel tipo di etichette che dalle vostre parti piacciono tanto.

  53. jacum ha detto:

    salvo salvato dalla tua monaggine

    con affetto e simpatia 🙂

  54. Marcus ha detto:

    Anche mi no go capì come mai dal argumento del finanziamento alla minoranza slovena in Italia, semo passai alla minoranza taliana in Slovenia e Croazia?

    Resta che sti taliani ga taglià i finanziamenti al Fondo per Trieste che iera imposto ancora dai alleati nel 1954, i finanziamenti alle comunità montane, al porto de Trieste ecc. ecc. e adesso i taglia i finanziamenti ai sloveni delle nostre terre.

    Savè una roba,
    finco no esisteva minoranze e maggioranze in sta città e hinterland, vedi fino al 1918 e poi dal 1947 al 1954, ovvero i periodi co no ghe iera ste famose maggioranze che ne comandava, STAVIMO BENESTANTI e ierimo tutti LIBERI de parlar la propria lingua e svilupar la propria cultura, “italiani, sloveni, croati e tutti quei che componi la nostra società de sempre multietnica”.

    Mi me domando se no ne convien tornar esser come che ierimo prima che i nostri cari vicini taliani ed ex jugi ne ga fregà con prima l’irredentismo e poi con le ideologie (idiozie) nazionalistiche di maggioranze e minoranze.

    Per cortesia no me veni dir qualchidun che NO SE POL cambiar, poiché quei che ga importado questo detto e condizion son proprio quei che NO VOL cambiar e quei no son i triestini originali ma semplicemente degli imigrati in sto territorio, che se estendi dalle foci del Timavo alle foci del Quieto/Mirno.

    Viva el TLT e PLT dove che i bori per lo sviluppo xe per tutti, poiché xe solo una maggioranza composta de tutte le etnie.

  55. Luigi (veneziano) ha detto:

    Marcus, il TLT è MORTO, e NON RINASCERA’ MAI PIU’, per centomila motivi che è perfino idiota stare qui a raccontare.

    Chi vagheggia questa epica età dell’oro dei tempi andati deve mettersi una buona volta il cuore in pace: chi pensa di tornare indietro nella storia lo fa perché non ha sufficienti strumenti per affrontare l’oggi e non capisce il domani: non è uno slancio verso il futuro, ma un rinchiudersi nella propria conchiglia.

    Mi sembri come quei quattro gatti che qui dalle mie parti vorrebbero il ritorno alla Serenissima: degli analfabeti di ritorno, che a sentirli parlare non ti viene rabbia: solo tenerezza.

    E allora PENSA A QUALCOSA DI NUOVO, visto che il vecchio cui ritorni con la mente è sepolto.

    Mi fa poi ridere sentir parlare dei “triestini originali”: una città che è nata grazie all’immigrazione da mille parti del mondo adesso vorrebbe tornare alla “purezza”. Ma quale purezza? Quella del 1900, quando oltre il 75% dei triestini aveva i propri quattro nonni nati fuori da Trieste? Quella di Umberto Saba, figlio di un veneziano?

    Marcus, sveglia! Se non te ne sei accorto fuori corre l’anno 2009!

    Luigi (veneziano)

  56. salvo ha detto:

    @ vacuum

    oh vacuum, ahimè io non sarò mai salvato nonostante il mio nome… la salvezza è per voi poveri cristi cristiani o atei scristianizzati. per i devoti a mithra come me è solo inferno e le sue fiamme
    quindi lascio a te l’onore dei fasti, con adamo eva e la sacra bibbia tu
    quanto alla monaggine, è un male dal quale sono afflitto. mi piace la sorca, è una mia debolezza in effetti…

  57. jacum ha detto:

    vedi marcus,
    la gente come gigi e altri non vedono il male che ha prodotto la loro colonizzazione e ti dicono semplicemente che oramai è troppo tardi!

    troppo tardi per tornare indietro, troppo tardi per far qualcosa…sei in italia e devi essere italiano.

    quello c he è stato è stato, non rompere! ti dicono, e cercano in ogni modo possibile zittire e sopire i pensiere, le idee e la consapevolezza che così non va, non va bene.

    cos’è trieste oggi, cos’è gorizia oggi, cos’è la slovenia oggi, cos’è l’austria oggi. e cos’erano una sessantina o novantina di anni fa…
    cos’è cambiato? e quello che è cambiato, è cambiato in meglio?

    per trieste puoi darti la risposta da solo, ma informati anche oltre e avrai un visione più completa.

    gigi el venesian,
    se dalle tue parti rivogliono la serenissima, e non pochi, allora qualcosa non quadra…

  58. thedilumumba ha detto:

    le cifre esposte da Luigi Veneziano corrispondono a quelle esposte da Zurnal24 e da rtvslo,anzi mi ricordo

  59. thedilumumba ha detto:

    bora.la indipendente da W.A.Z.? solo chiedo

  60. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ jacum

    Inizio a pensare che tu abbia qualche difficoltà di comprensione della lingua italiana. Dove ho mai scritto “qui siamo in Italia eccetera eccetera eccetera”?

    Oltre a ciò, chi ha mai detto che la storia finisce qui?

    Io ho semplicemente detto che il Territorio Libero di Trieste E’ MORTO E SEPOLTO, così come E’ MORTO E SEPOLTO L’IMPERO AUSTROUNGARICO!

    Vuoi pensare al futuro di Trieste?

    Pensa a qualcosa di DIVERSO, perché pensare al passato ti fa sembrare solo un vecchio babbione fuori del tempo.

    E’ sufficientemente chiaro questa volta?

    Riguardo poi a chi dalle mie parti vuole la Serenissima, è lo stesso identico discorso.

    C’è qualche idiota (non mi viene in mente altro termine) che pensa sia possibile rimettere in piedi l’impero veneziano, con i suoi possedimenti che arrivano fino alla slavia veneta, l’Istria, la Dalmazia, alcune isole dell’Egeo e roba del genere?

    ti rendi ocnto dell’immmensa cretinaggine solo di PENSARE una cosa del genere?

    Se invece vuoi dire che molti vogliono uno stato indipendente, libero e sovrano che si chiami “Veneto”, allora ti informo che alle ultime elezioni questi qui hanno preso meno del 2% dei voti.

    Quattro gatti, che sono esattamente l’opposto dei “non pochi” di cui parli.

    Luigi (veneziano)

  61. effebi ha detto:

    mi ripeto che me ga colpido no tanto quanti soldi ma come spesi:
    “584 mila euro.. riguarda iniziative per lo sviluppo della reciproca conoscenza delle diverse realtà culturali e linguistiche della regione”

    quel “reciproca” me lassa incuriosido, come se penserà de attuar un qualcossa de reciproco ? qualchidun ga letto qualcossa ?

  62. Marcus ha detto:

    caro Jacum,
    el nostro Luigi venexian che poi alla fine xe un che riva sempre dalle parti delle famose terre perdute, no te ga spiegà tutta la verità quando il dixi “Io ho semplicemente detto che il Territorio Libero di Trieste E’ MORTO E SEPOLTO,…!”
    Il perché, sta scritto nella costituzion del Porto Libero di Trieste (PLT). Come il dixi lui, il TLT xe morto sepolto e mi te digo che nel PLT gli zombie del TLT si sta incominciando a muover! Credime questo fa molta paura a Luigi e coloro che pensava che oramai la xe fatta, per el semplice motivo perché sti zombie no se li pol coppar proprio, perché i xe già morti.

    Fatto sta parabola, che senz’altro qualchidun considera ridicola, sto aspettando tranquillamente il momento (che non xe poi cussì lontan) e poi vedremo cosa che succederà.

  63. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marcus

    La tua sfera di cristallo – ahimè – ti ha fatto dire una delle tante cavolate che spandi a destra e a manca. Ebbene: io non sono un esule, non ho esuli nel mio albero genealogico.

    So che il ragionare per scatole mentali non ti permette una vista al di là dei paraocchi, ma trascrivi ciò che ho appena scritto su un post-it e attaccatelo sullo schermo del computer. Aiuta la memoria.

    E poi devo dirti che il presunto “risveglio” dei fans del Territorio Libero di Trieste è una bufala di proporzioni bibliche: a TRIESTE c’è qualche raro vecchietto (fisicamente o mentalmente) che vagheggia vuoi il duce, vuoi Franz Joseph, vuoi il TLT; ma se gironzoli un po’ per il territorio del TLT (perché il TLT non era solo Trieste, lo sai?) non esiste NESSUNO che abbia la fregola di ricreare uno staterello autonomo. Prova a chiedere a Capodistria cosa ne penserebbero: le pernacchie ti farebbero tornare a reazione a casa tua, di fronte all’altarino innalzato all’ultimo imperatore di un regno che non tornerà più.

    Pensa al futuro, Marcus, altrimenti farai la fine del vecchietto che al parco dà il grano ai colombi rimuginando ad alta voce su “Mi go dito, mi go fato…”, fino a quando arriva la badante e lo riporta a casa.

    L.

  64. Jack ha detto:

    Secondo me la minoranza italiana in Slovenia non sta male.
    Tutto (o quasi) è bilingue ( e nessuno protesta o cancella le scritte), in parlamento c’è un posto riservato all’esponente della minoranza ( e questo non è poco) e inoltre mi sembra che l’atmosfera e l’accettazione di tutto ciò siano molto positivi e costruttivi (così non è a TS e GO = basta vedere certi commenti qui so La Bora).

  65. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Jack

    Un consiglio: per sapere come sta la minoranza italiana in Slovenia perché non vai lì e lo chiedi a loro, come stanno?

    L.

  66. jacum ha detto:

    cari lettori,

    vedè come va sempre a finir?

    gigi el venesian, xe de venetig, nol gà parentela istriota, ma el se interesa morboxamente ala question istriana. perchè?

    poi el gà el poter de misciar quel che nei kurti comenti te ghe provi a dir.

    ala fine dela fiera xe che FJ xe morto, l’impero xe morto, tlt xe morto, plt xe morto, l’indipendenza xe insognabile, trieste xe italiana e la xe morta!!!!

  67. Jack ha detto:

    Lo faccio spesso!
    E spesso ho parlato con Aurelio Juri.
    Lui stesso ti ammetterà che la minoranza slovena in Italia è trattata peggio di quella italiana a Capodistria.

    Del resto uno straniero che visita Capodistria si accorge del bilinguismo.
    Se visita Go o TS no.
    Ti basta?

  68. Enrico ha detto:

    Per Jacum scusa come mai parli come se fossi la voce del popolo?? Io sono un goriziano autoctono e mi sento fortemente italiano!

    Per Jack la domanda è leggermente diversa: prova a chiedere alla minoranza italiana come starebbero senza i soldi che arrivano dall’Italia?

    Grazie!

  69. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ jacum
    Mi sa che non avendo sufficienti strumenti culturali per interloquire con fatti e citazioni adeguate, usi i classici strumenti dialettici: l’attacco “ad personam”, che è una piccineria e chiarisce chiaramente i tuoi limiti.

    @ Jack
    Tu hai detto che “la minoranza italiana in Slovenia non sta male”. Adesso dici che secondo Aurelio Juri (che non ha più cariche nella Comunità Italiana, essendo stato poi eletto nelle file del Partito Socialdemocratico, ed è molto criticato anche dai suoi connazionali per certe prese di posizione) gli italiani in Slovenia stanno meglio degli sloveni d’Italia. Oltre a ciò, segnali che a Capodistria si vede il bilinguismo, a TS e GO questo non si vede.

    La mia risposta è la seguente: il 7 maggio 2009 (sei mesi fa) la Comunità Italiana della Slovenia ha pubblicato un dossier sul suo status, nel quale denuncia (e cito):

    1. “Tutela della minoranza italiana in Slovenia, le cose non funzionano”.
    2. “Non è stato aperto un dialogo serio con i rappresentanti delle minoranze in relazione al calo numerico degli appartenenti registrato all’ultimo censimento per accertarne le cause ed adottare misure adeguate”.
    3. Sono in aumento “fenomeni di intolleranza verso le istituzioni della Cni e le espressioni di bilinguismo visivo, con episodi di imbrattamento sia di tabelle segnaletiche stradali, sia di alcune scuole”.
    4. Mancano adeguati strumenti tesi a preservare, tutelare e promuovere l’identità
    storica, culturale, etnica e linguistica del territorio di insediamento della Comunità italiana, si assiste a “tentativi di restringere l’ambito e l’obbligo dell’educazione bilingue”.
    5. E’ in corso una “lenta ma progressiva
    riduzione dell’ampiezza di trasmissione dei programmi italiani della Radiotelevisione di Capodistria”.
    6. Si “registra l’assoluta carenza nell’applicazione delle disposizioni inerenti il bilinguismo”.

    Questo non è che l’ultimo grido d’allarme degli italiani. Ti riporto il testo di un documento approvato dall’Assemblea dell’Unione Italiana (quella di diritto sloveno), tenutasi a Capodistria il 24 gennaio 2004.

    “La situazione della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia negli ultimi anni si è andata progressivamente aggravando.
    I risultati del censimento della popolazione nella Repubblica di Slovenia del 2002 hanno
    registrato un preoccupante calo degli appartenenti alle Minoranze Nazionali, in particolare degli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana e a quella Ungherese. Sono state 2.258 le persone che al censimento si sono dichiarate di nazionalità italiana (erano 2.959 nel 1991) registrando un calo di
    701 unità, pari al 24% in meno. La risposta alla domanda sull’appartenenza nazionale era
    facoltativa. Sono state 3.762, invece, le persone che al censimento hanno dichiarato la madrelingua italiana (erano 3.882 nel 1991), registrando quindi un calo di 120 unità, pari al 3%. I dati del censimento registrano un indubbio stato di malessere delle Comunità Nazionali autoctone ed evidenziano chiaramente che il livello di tutela normativa dei diritti delle Comunità Nazionali in Slovenia non si traduce in strumenti concreti ed efficaci che impediscano processi assimilativi.
    I finanziamenti pubblici dal Bilancio statale in favore della Comunità Italiana (Ministero per la Cultura), si sono andati progressivamente riducendo e la loro modalità d’erogazione è assolutamente inadeguata.
    Si assiste ad un sistematico processo d’attuazione restrittiva dei diritti costituzionali assicurati alle Comunità Nazionali autoctone in Slovenia, che si traduce emblematicamente nel persistente tentativo di ridurre i diritti linguistici dal livello collettivo, del territorio, a quello individuale. Quest’approccio vanifica il dettame costituzionale che stabilisce l’ufficialità della lingua italiana nelle aree d’insediamento storico della Comunità Nazionale Italiana, riducendola a mero diritto individuale da esercitare da parte del singolo appartenente alla Comunità Italiana che tale si dichiara e che utilizza la propria madrelingua e non più all’obbligo della comunicazione pubblica, visiva e orale, in entrambe le lingue ufficiali.
    Sempre più drammatica sta diventando la situazione dei Programmi Italiani della RTV di
    Capodistria, cui vengono decurtate risorse finanziarie, strutturali e professionali che prefigurano la messa in atto di una radicale strategia di revisione del loro status nell’ambito del sistema radiotelevisivo pubblico e quindi della violazione dei diritti della Comunità Nazionale Italiana. Le
    decisioni accolte nel corso del 2003 dal Consiglio dei Programmi radiofonici e televisivi per la Comunità Nazionale Italiana del Consiglio della RTV di Slovenia, tese a fronteggiare la situazione, sono state totalmente disattese dalla Direzione Generale dell’Ente radiotelevisivo pubblico.
    La Comunità Nazionale Italiana non è stata ancora attrezzata con gli adeguati strumenti
    legislativi e finanziari a livello nazionale per la costituzione di una sua propria base economica, fattore imprescindibile per l’affermazione della propria soggettività e del proprio ruolo, ma anche quale ulteriore risorsa per l’intero territorio.
    I preposti organismi previsti dall’assetto giuridico-costituzionale sloveno per consentire agli appartenenti alle Comunità Nazionali di attuare i propri diritti vengono svuotati delle loro funzioni, ovvero sono posti nella condizione di non poterle esercitare.
    Il 31 dicembre 2003 il deputato al seggio specifico della Comunità Nazionale Italiana alla Camera di Stato della Repubblica di Slovenia, Sig. Roberto Battelli, ha rassegnato le dimissioni dalla Presidenza della Commissione parlamentare per le Nazionalità. Tutto ciò avviene e si aggrava alla vigilia della piena inclusione della Slovenia nell’Unione Europea, che avverrà il 1 maggio 2004, che fa assumere ancora maggiore rilevanza alla questione fondamentale dell’unitarietà della Comunità Nazionale Italiana, divisa tra Slovenia e Croazia. La situazione della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia, pertanto, è particolarmente
    grave e delicata e va affrontata con la dovuta attenzione da parte degli organismi rappresentativi istituzionali della Comunità, anche attraverso l’elaborazione di possibili adeguate risposte e concreti progetti e iniziative d’intervento.”.

    In ragione della crisi della CNI – che lotta per la sua stessa sopravvivenza, come dovrebbe sapere chiunque si occupa di queste questioni – i suoi rappresentanti hanno chiesto varie volte un incontro quest’anno col primo ministro sloveno, il quale lascia trascorrere regolarmente un paio di mesi solo per dare una risposta da parte della sua segreteria. Poi quando si sono recentemente incontrati il rappresentante del governo sloveno ha preteso che il presidente dell’UI (Furio Radin) non fosse presente.

    Il documento del 2009, vista l’inerzia del governo sloveno, è stato inviato al Consiglio d’Europa.

    A partire dagli anni ’90 è partita una campagna (non so se eterodiretta politicamente, ma comunque è singolarmente e significativamente martellante) ad opera dei vari governi sloveni e supportata dai maggiori storici sloveni che si occupano di queste questioni – uno di essi è per esempio Nevenka Troha – che non solo si sono occupati di far conoscere al mondo intero che le condizioni degli italiani in Slovenia sono eccellenti, ma che addirittura erano enormemente migliori rispetto a quelle degli sloveni in Italia anche nel periodo di Tito.

    Il tutto in un quadro in cui di fronte agli oltre 6 milioni di Euro che lo Stato italiano ha fornito nel 2008 alla minoranza slovena in Italia, la Repubblica slovena ha finanziato l’Unione Italiana nello stesso periodo con una somma di 22.800 Euro.

    Dubito fortissimamente che tu abbia parlato con Aurelio Juri di queste cose, comunque sia stampagli questi documenti e prova a fargli la seguente domandina: “Secondo te quale delle due minoranze nazionali è la più indiziata di sparizione in tempi brevi: quella italiana in Slovenia o quella slovena in Italia?”.

    Fammi sapere poi che t’ha risposto.

    Luigi (veneziano)

  70. Marcus ha detto:

    per Enrico, Luigi (mistero d’identità), Jack, Jacun e tutti,
    Gigetto no xe informado e nemeno no ghe interessa de esser informado e tutto ciò se vedi co il travisa nei post quell’ che scrivo.

    Riepilogo quell che go scrito:
    “il Territorio Libero di Trieste E’ MORTO E SEPOLTO,…!”
    Il perché, sta scritto nella costituzion del Porto Libero di Trieste (PLT). Come il dixi lui, il TLT xe morto sepolto e mi te digo che nel PLT gli zombie del TLT si sta incominciando a muover!”

    Allora mi parlo de una COSTITUZION e de un Porto Libero di Trieste (abbreviato PLT).
    La domanda che faria qualsiasi persona a questa affermazion xe: Cosa xe sta COSTITUZION de sto PLT?

    Inoltre ogni triestin, e non solo, se domanda come mai el porto de Trieste no riesci a svilupparse de oramai 55 anni?

    La risposta xe,

    1. che il PLT ga un suo statuto ovvero una sua COSTITUZION internazional registrada come stato sovrano nell’ONU, proprio come l’Italia, Slovenia, Francia, Russia ecc..

    2. El territorio de sto stato xe limitado nei confini del porto come l’iera nel 1939.

    3. El territorio xe de proprietà de tutte le nazioni aderenti all’ONU, perciò el batti la bandiera dell’ONU (globo bianco su sfondo celeste)

    4. I territori che apartien a tutti ovvero al ONU ga una propria legislazion (vedi appunto la COSTITUZION del PLT che menziono più sora e per esempio, la costituzion del Palazzo de Vetro, sede del ONU a New York).

    5. I territori del ONU devi gaver un aministrazion de uno stato registrado nel ONU che se impegna de applicar la COSTITUZION (internazional) insieme al personal del ONU.

    6. Questa amministrazion da la garanzia al ONU del applicazion dello statuto internazional tramite la sua propria bandiera e di conseguenza costituzion.

    7. La costituzion del amministrazion garante del PLT xe quella del Territorio Libero de Trieste (TLT).

    8. La conseguenza xe che il PLT batti la BANDIERA DE TRIESTE (alabarda bianca su sfondo rosso) come stato sovrano.

    9. Il PLT e TLT sono stati registradi dall’ Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) come stati sovrani in data 10 gennaio 1947 con 10 voti a favore, nessuno contrario e uno astenuto (Australia).

    10. Uno stato registrado all’ONU no pol esser cancellato a meno che tutti gli stati aderenti oggi all’ONU (192) votano per l’abbolizione.

    11. Lo stato sovrano del TLT e stato sospeso nel 1954 e dato provisoriamente in amministrazion all’Italia e Jugoslavia.

    12. I trattati successivi al 1947 non hanno validità giuridica poiché un trattato internazionale preserva la validità in funzione al numero maggiore degli stati che lo hanno votato (Il trattato di Londra era quadrilaterale e quello di Osimo bilaterale entrambi inferiori a quello di Parigi).

    13. Il PLT in tutti gli trattati successivi a quello di Parigi nel 1947, xe stado sempre mantenudo valido fino a tutt’oggi, ciò è non xe stado nemeno sospeso come accaduto per il TLT.

    La conseguenza a sto banale riassunto xe che “..e mi te digo che nel PLT gli zombie del TLT si sta incominciando a muover!”

    ovvero

    “..Credime questo fa molta paura a Luigi e coloro che pensava che oramai la xe fatta, per el semplice motivo perché sti zombie no se li pol coppar proprio, perché i xe già morti.”

    Chiudo per Luigi che quanto sora no son cartoline ma una realtà che proprio desso diventa pressante.

    Per Enrico, no so se te ga ricevudo l’ articolin che volevo pubblicar 3 giorni fà, che tratta specificamente del Porto Vecio, poiché no lo go visto pubblicado. Caso mai famme saver cussì te lo posso riinviar.

    Per Jacun, Jack e tutti, spero che i amministradori de sta città e porto se rendi conto de quanto sora poiché la famosa sentenza del TAR del Lazio del 16.03.2009 che sancisce che il Porto de Trieste (PLT) vien amministrado, dopo 290 anni di sovranità internazional, oggi con le leggi taliane, questo xe considerado appropriazion illegale de territorio internazionale in gergo un atto de guerra.

  71. Marcus ha detto:

    la risposta a quell de sora xe riconducibile al post 63.
    A proposito alla costituzion del TLT, li el problema di minoranza e maggiornaza no se poni poiché tutte le etnie son considerade pariteticamente.

  72. jacum ha detto:

    marcus te go mandà na mail.

    go butà un’ociada al tratà de paxe de 47….

    …..
    Article 4

    The frontier between Italy and the Free Territory of Trieste shall be fixed as follows:

    (i) The line starts from a point on the administrative boundary between the provinces of Gorizia and Trieste……..

    con venetig no xe njente de far, no xe mai stada amicizia, njache in pasà.
    se te vardi la storia de trieste i veneziani ga sempre volù sto toketo de tera…

  73. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marcus

    Così l’Italia sarebbe in guerra col Territorio Libero di Trieste.

    Toglimi una curiosità: ogni tanto quegli uomini vestiti di bianco ti tolgono dal computer oppure fa proprio parte della terapia?

    L.

  74. Euroscettico ha detto:

    Luigi non me li provocare se no questi ce li ritroviamo sul campanile di San Giusto… ihihih 😉

  75. ardelia hall ha detto:

    Aurelio Juri di professione fa l’italiano

  76. Marcus ha detto:

    @Luigi
    basta legger!
    “…sentenza del TAR del Lazio del 16.03.2009 che sancisce che il Porto de Trieste (PLT) vien amministrado, dopo 290 anni di sovranità internazional, oggi con le leggi taliane, questo xe considerado appropriazion illegale de territorio internazionale in gergo un atto de guerra.”

    Spiegazion per chi no capisci: l’Italia ga fatto un appropriazion illegal de TERRITORIO INTERNAZIONAL questo vol dir che ga dichiarado guerra al mondo intero ovvero all’ONU. Il TLT e PLT xe un protettorato ONU demilitarizzato.
    In caso che per esempio la Francia volessi appropriarse del territorio del Porto Libero di Trieste PLT applicando la legge sui porti francese, sono previsti con effetto immediato e senza preaviso 15.000 caschi blu armati per reinstaurare la legislazion vigente internazional.
    Per l’Italia la cosa xe identica con l’aggravante che la ga perso la guerra.

    Gigi, spero che te se affretti a raccontarla al Consiglio di Sicurezza del ONU, giusto per sentir se forsi go dito qualcosa de sbagliado o non te se la senti di far sta letterina?

    @Euroscettico
    Domandime piuttosto chi che son i triestini che ga il diritto e dover de amministrar el PLT? Questi dovranno pur esister se esisti lo stato del TLT! Ce poco da ridere.

  77. Enrico ha detto:

    quoto Luigi

  78. Euroscettico ha detto:

    @ Marcus
    …infatti c’è da piangere a pensare che c’è gente che ragiona come voi! …e fin che c’era la mammella zona franca tutti muti però! Mi assomigli tanto a quei pseudoindustrialotti di Gorizia che si sono abbuffati nella mangiatoia del Fondo Gorizia per anni, senza produrre mai un fico secco…e adesso finita la “pappata”, denigrano tutto e tutti!

  79. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marcus

    Scusa, avevo capito male: l’Italia quindi non è in guerra col TLT, ma con l’ONU.

    Se poi ho capito tutto (lo spiegarti chiaramente non è proprio il tuo forte) dovremmo aspettarci l’invio di un paio di decine di migliaia di caschi blu dell’ONU per riprendere possesso “manu militari” del Porto di Trieste.

    Quindi non è più tempo di chiacchiere, caro Marcus: essendo io un ufficiale della riserva negli alpini devo semplicemente attendere la cartolina precetto che mi chiami in guerra.

    Tu nel frattempo puoi infrattarti nel Carso ed iniziare la guerra partigiana.

    Mi raccomando però: nel frattempo niente osmize, giri di vino con gli amici partigiani, balli popolari e stravizi vari. Mettiti la maglia di lana che adesso inizia l’inverno, fa’ un po’ di esercizi ginnici, impara un po’ a sparacchiare qua e là e preparati per la grande sfilata della vittoria.

    Io ovviamente sarò lì come preda di guerra, in catene e prostrato ai tuoi piedi.

    Poi però – finita tutta questa vacanza – prometti di tornare a curarti?

    Il tuo amico Luigi (veneziano)

  80. Marisa ha detto:

    @ luigi (ESULE ITALIANO)

    …..che palle!

  81. Euroscettico ha detto:

    allora mi sento anche io “esule italiano” cara Marisa… e credimi siamo la MAGGIORANZA!

  82. Mauro Franza ha detto:

    @ Euroscetico: le tue parole no val la corente che servi per farle aparir, visto che no te contribuisi ma le se limiti al “manicaventismo”.

    @ Luigi (venessian): visto che te sa sempre tuto, quel che ga scrito Marcus xe vero o no? Inveze de perder tempo (me par che te ne gabi sai…..) in stronzade, informite su sta roba del TLT e controbati con robe concrete e no con ciolte pel cul.

  83. Euroscettico ha detto:

    i tuoi commenti Franza sono sempre puntuali come un bel pirito dopo un buon piatto di fagioli

  84. Mauro Franza ha detto:

    c.v.d.

  85. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ Marisa
    Mi rendo conto che per alcuni la lingua italiana possa costituire un ostacolo insormontabile, soprattutto se abbinata – com’è il tuo caso – ad una naturale predisposizione al ragionamento ideologico per categorie. Purtuttavia, sarebbe bene che anche tu ti preparassi un post-it, sul quale scrivi a grandi lettere che il sottoscritto non solo non è esule, ma non ha nemmeno degli esuli nel proprio albero genealogico.

    Detto questo, apprezzo l’enorme sforzo concettuale che t’ha portato a dare plastica dimostrazione del tuo livello intellettuale, con un’espressione assolutamente degna di te.

    @ Mauro Franza
    Fammi capire meglio: io dovrei cercare di dimostrare che l’Italia non è in stato di guerra col TLT o con l’ONU?

    Dimmi la verità: tu sei Gianni e Marcus è Pinotto, vero?

    L.

  86. jacum ha detto:

    caro el gigi el venesian,

    ma inveze de perder tempo qua perche’ no te zerchi de recuperar l’istria e istriani.

    cioteli per favor!

    se come se convinti voi che se la magioranza…questo me porta a dir che trovero’ finalmente parchegio!!

    e no sara’ njanche le targhe alterne o smog, se trovera’ fazilmente quartieri a bon prezo e finalmente iniziera’ la triestinizzazione dato che l’italianizzazione gavu’ difficolta ad atechir.

    e finalmente poderemo dir il RITORNO DI TRIESTE AI TRIESTINI!!

    xe tanti scetici… un se ciama adiritura euroscettico….

    i credeva che la tera jera piata, le americhe no doveva exister, l’energia nuclear un utopia, ndar sula luna una pazzia e quantaltro.

    eco zonte’ TRIESTE STATO!
    col passaporto, legi, targhe de auto, porto che funziona….

  87. Luigi (veneziano) ha detto:

    @ jacum
    Forse no ti sa che l’unico partito che porta ‘vanti sta teoria del porto “indipendente” xe la Lista per Trieste, che però fra i punti del so programa ga el riconosimento dei diriti dei esuli istriani!

    Alora sicome ‘sta roba no te va, ti e Marcus podè crear un novo partito, ‘na sotomarca de la LPT, che preveda Trieste stato indipendente e i istriani fora da le bale.

    Prevedo valanghe de voti…

    L.

    PS Nel vostro governo gavarè da meter Marisa ministra de la publica istruzion, cusì po’ a l’ONU farè un figuron!

  88. Marcus ha detto:

    @ Luigi (ufficiale Talebano) Post 78

    Ma Luigi no te ga capì ancora, poiché se go capì ben mi, te son pronto a occupar ancora una volta Trieste?

    scrivi Luigi:
    “Se poi ho capito tutto (lo spiegarti chiaramente non è proprio il tuo forte) dovremmo aspettarci l’invio di un paio di decine di migliaia di caschi blu dell’ONU per riprendere possesso “manu militari” del Porto di Trieste.
    Quindi non è più tempo di chiacchiere, caro Marcus: essendo io un ufficiale della riserva negli alpini devo semplicemente attendere la cartolina precetto che mi chiami in guerra.”

    Allora co mi scrivo:
    “Il TLT e PLT xe un protettorato ONU demilitarizzato.” e “sono previsti con effetto immediato e senza preaviso 15.000 caschi blu armati per reinstaurare la legislazion vigente internazional.
    Per l’Italia la cosa xe identica con l’aggravante che la ga perso la guerra.”

    Questo significa che gli invasori, SECONDO TE, son quei farabutti de militari alleati che ga occupà la città de Trieste nel 1945 costringendo i valorosi soldati fascisti e nazisti alla resa?

    Beh, se te vol combatter arruolati nell’ ARMATA BRANCALEONE neo fascista per affermar che a Trieste comanda i taliani, sei libero de farlo. Già me vedo i caschi blu NEW ZEALAND batterse el pugno sul petto prima de darghe una stagna randellada ai fascisti e nazi e i caschi blu serbi che verzi de novo le foibe per un saltin.

    Scherzi a parte, ciò che son fantasie irredenti o fasciste xe mejo metterle subito nel cassettin, quell che accadrà xe semplicemente che se incomincia ad applicar la legge vigente e niente più fantasie di grandi italianità o slavità su questo territorio.
    Visto che te son un grande intellettuale, inizia a studiarte la costituzion del TLT/PLT e te se accorgerà ben veloce che Trieste no conosci maggioranze oppure minoranze ma solamente triestini che vivi secondo una legge ben precisa e rispettandosi a vicenda.

    Poi se te vol rimaner in questo stato triestino (salvo che no te se ga macià de delitti contro la popolazion triestina) te se integri con quei cittadini triestini de tutte le etnie che segui la legge vigente de sto stato.
    Te ricordo che per esempio l’appologia al fascismo, come anche la formazione de associazioni paramilitari (ronde) xe vietado per legge.

  89. Luigi (veneziano) ha detto:

    Va ben. Se gavemo capìo, ma ‘deso no me diverto più.

    Lezer i to mesagi xe come veder par la quarantesima volta “The Blues Brothers”. La prima volta ti te distiri par tera dal rider, ma a la quarantesima te vien fora da li oci.

    Se vedemo a San Giusto, quando te incoronarà imperator del TLT.

    L.

  90. Marcus ha detto:

    @ Luigi
    No se tratta de incoronar el Imperador, ma de insediar el GOVERNADOR e no a San Giusto ma nel Palazzo del Governo.

    Per quanto alla Lista per Trieste, no la me dispiazi, ma nello stato del TLT no esisti
    “el riconosimento dei diriti dei esuli istriani.”
    però i esuli pol integrarse nel DIRITTO UNICO PER TUTTE LE ETNIE DEI CITTADINI TRIESTINI.

    Se gli esuli capisci questo semo già un passo avanti!

    Comunque bona lettura te pol magari servir tra poco

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