10 Novembre 2009

Michele Tonzar di Legambiente Monfalcone: “Il nucleare è una scelta irresponsabile”

Michele Tonzar, presidente del circolo monfalconese di Legambiente

Michele Tonzar, presidente del circolo monfalconese di Legambiente

L’eventualità di una centrale nucleare a Monfalcone riapre il dibattito sull’energia atomica. Ovviamente, il sostenitore più importante del nucleare è il Governo, che ha deciso di farlo rientrare tra le opzioni energetiche italiane nonostante il referendum del 1987 l’avesse abolito. Secondo una brochure diffusa dal Ministero dello Sviluppo Economico, è una risposta efficace ad alcuni pressanti problemi attuali: innanzitutto, sarebbe l’unica fonte in grado di “assicurare energia su vasta scala, a costi competitivi e senza emissioni di Co2”. Inoltre, potrebbe ridurre la dipendenza energetica da altri paesi come Russia e Algeria, rendendo l’Italia meno condizionabile a livello politico, e rafforzando invece i legami con la Francia e gli Stati Uniti con cui è stato siglato un accordo di cooperazione sulla ricerca. Non trascurabile sarebbe inoltre la ricaduta economica sui territori che ospiterebbero i reattori, in termini di lavoro offerto e impulso alle aziende nel settore energetico. Inoltre, secondo i propositi del Governo la fonte atomica verrebbe comunque affiancata dalle energie rinnovabili.

Ma, secondo i critici, tutte queste ragioni non possono oscurare gli alti costi, monetari e ambientali, di un ritorno al nucleare. Ne abbiamo discusso con Michele Tonzar, presidente di Green Gang, circolo monfalconese di Legambiente. “Per la nostra associazione non è una questione solo di collocazione – spiega l’ambientalista – la nostra strategia in ambito energetico è sempre stata quella del rifiuto del nucleare e del carbone, in favore delle fonti rinnovabili e, per un periodo di transizione, del gas metano. Il nucleare è una tecnologia di retroguardia, per la quale i costi in termini di approvvigionamento di uranio, messa in sicurezza, stoccaggio delle scorie, ecc. sono destinati ad aumentare, mentre le rinnovabili, con il progresso della ricerca, diventeranno sempre più economiche ed efficienti”.
La costruzione di nuovi reattori è praticamente in stallo e, al momento, sono in costruzione 44 reattori soprattutto in Cina, Russia, India e Corea. Negli Usa, dei 26 reattori progettati dal 2003, nessuno ha ancora aperto un cantiere: nel mondo occidentale, dunque, in 30 anni non sono stati completati nuovi impianti.

La tecnologia nucleare, in realtà non riduce le emissioni di gas serra: “Se consideriamo il processo di costruzione delle centrali, di estrazione dell’uranio dalle rocce uranifiche, il suo trasporto e lo smaltimento delle scorie, il decomissioning delle centrali, ci accorgiamo che il contributo del nucleare è molto tardivo e meno efficiente rispetto alle fonti rinnovabili. Anche in termini di creazione di posto di lavoro, le rinnovabili risultano molto convenienti: la Germania in meno di 10 anni ha creato oltre 250.000 posti di lavoro in questo settore”.

Rispetto a quelli di seconda generazione, i reattori di terza generazione, ovvero quelli che dovrebbero essere costruiti in Italia con tecnologia francese, cercano di ovviare a due problemi dello sfruttamento dell’energia atomica: quello della sicurezza, confinando il cuore del reattore per evitare fughe radioattive, e quello delle scorie, migliorando la combustione del materiale fissile per ridurre la quantità di scorie prodotte. “Gli unici due impianti Epr (reattori di terza generazione, ndr) in costruzione in Europa sono in Francia e Finlandia – continua Tonzar – hanno ritardi enormi dovuti all’aumento dei costi per rispettare gli standard di sicurezza che comunque non permettono di escludere incidenti. Il cantire dell’Epr finlandese, avviato nel 2005, ha quasi quattro anni di ritardo e 3 miliardi di euro di costi supplementari, L’Epr di Flamanville, iniziato nel 2007, ha già un anno di ritardo e ad oggi è costato un miliardo di euro in più del previsto. L’ultima notizia è la riserva espressa dalle autorità preposte alla sicurezza nucleare dei paesi in questione proprio sull’affidabilità dei reattori in questione”. Tonzar sottolinea inoltre che non esiste compagnia assicurativa che copra interamente i danni derivanti da incidenti nucleari.

Non bisogna dimenticare il costo economico delle centrali: secondo una ricerca dell’Mit di Boston, in 4 anni il costo per kilowatt installato è salito da 2000 a 4000 dollari, anche se viene generalmente sottostimato. Nel caso italiano, si deve tenere conto anche dei costi dello smantellamento delle centrali nucleari in funzione prima del 1987, valutati in circa 4 miliardi di euro.
Anche se il  governo promette investimenti combinati nelle fonti rinnovabili, gli alti costi del nucleare ridurrebbero di molto lo spazio dedicato alle energie pulite. “Insomma – conclude Tonzar – nell’ottica del buon padre di famiglia, il nucleare è una scelta irresponsabile per le generazioni attuali e future, a livello nazionale e locale, ed è importante che la popolazione sia sempre informata riguardo a queste tematiche”.

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4 commenti a Michele Tonzar di Legambiente Monfalcone: “Il nucleare è una scelta irresponsabile”

  1. anna ha detto:

    chi mi aiuta con l’olio esausto del motore auto e quello, sempre esausto, di cucina?
    Per quanto riguarda il 1° ho avuto qualche risposta ma per il secondo olio c’è il “nulla”.
    Quanto olio esausto delle cucine deglli italiani
    và nel buco del watter? Io sospetto tutto ma non mi piace! Chi mi aiuta con una risposta intelligente? Grazie

  2. Adriana Pasian ha detto:

    A Staranzano gli olii usati (da cucina e del motore auto) si raccolgono nel magazzino comunale. Poi gli addetti li smaltiscono come per legge.
    Io uso raccogliere l’olio esausto di cucina in una tanica di plastica che, quando è piena, porto appunto in questo magazzino.

  3. kaiokasin ha detto:

    L’ideale è l’ecopiazzola. Forse anche i distributori possono ritirarlo. Una discreta soluzione è di metterlo in una bottiglietta di plastica e poi nel rifiuto indifferenziato (così finisce bruciato nell’inceneritore). Assolutamente NO nel water o lavandino!

  4. cristina ha detto:

    Concordo in tutto e per tutto con il presidente di Legambiente. E non dimentichiamoci che il 12 e il 13 giugno c’è il referendum, dove bisogna votare SI’ per dire di no al nucleare. Spargete la voce!!!

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