8 Novembre 2009

Giobbe e Laura Sandi chiudono la Festa della cultura di Ex Border

Ultimo giorno con Giobbe e Laura Sandi per la quarta Festa della Cultura di Ex Border.
Questo il programma.

Alle 16 per il ciclo Amor d’inganni, sarà ospite di Ex Border la poetessa serba Jelena Stojsavljevic, una delle voci più intense della letteratura serba. Visionaria e commovente la sua incantata e dolente visione della vita, della natura e dell’umanità. Voce poetica legata alla tradizione epica della sua terra ma moderna nella simbologia e nella forza espressiva, la Stojsavljevic proporrà una serie di testi inediti in traduzione italiana e parlerà della poesia serba contemporanea.

Laura Sandi

Laura Sandi

Alle 17 si parlerà d’arte con Adriana Polveroni, critica d’arte e autrice di programmi televisivi per Rai Educational e Cult. Andrea Bruciati, direttore della Galleria d’Arte Contemporanea di Monfalcone, presenterà in prima nazionale l’ultimo libro dell’esperta d’arte “Lo Sboom. Il decennio dell’arte pazza tra crisi finanziaria e flop concettuale”, in cui la Polveroni conduce un’analisi dettagliata del mondo dell’arte contemporanea italiana e internazionale nel momento della sua crisi. Calati i profitti di borsa, di cui si è alimenta negli anni passati l’arte dei grandi numeri – con artisti super quotati, musei trasformati in macchine delle meraviglie ed eventi artistici più simili a occasioni mondane che ad appuntamenti culturali – si è registrato un collasso che ha coinvolto tanto i luoghi, i musei appunto, tanto i riti legati a questo mondo, ovvero le fiere e le biennali, con ripercussioni sul mercato. Dopo aver passato in rassegna questi aspetti, che denunciano la preoccupante perdita di senso dell’arte celata dalla scintillante spensieratezza a cui il pubblico si era quasi assuefatto, proporrà una serie di riflessioni per uscire da questa impasse, senza rinunciare a un’analisi su che cosa sia l’arte oggi e sul perché continui a esercitare quel fascino che seduce coloro che se ne occupano.

Alle ore 18.15 incontro con la scrittrice Laura Sandi in occasione della presentazione del romanzo Biscotti al malto fiore per un mondo migliore (Mondadori) a cura di Irene Navarra con letture di Mariolina De Feo.
Chi ricorda la propria nascita? Leda Rothko sì. In mezzo a infermiere bellissime, un incantevole papà la depone tra le braccia di una mamma radiosa. Poi, sorridendo, tutti sgranocchiano biscotti color malto… Crescendo, Leda dovrà rendersi conto che la sua famiglia è diversa da quel ricordo. In una grande villa nella campagna vivono con lei: suo padre, scultore, sempre chiuso nel suo laboratorio; sua madre, immersa in un misterioso dolore; la nonna, famosa ex cantante lirica; e i fratelli gemelli, che passano l’intera vita a menarsi. La sola persona con i piedi per terra pare essere Maria, la governante, che però all’insaputa di tutti integra il proprio stipendio affittando la villa e la stessa Leda ai produttori di spot televisivi. A casa Rothko la tv è un oggetto sconosciuto, e solo da grande Leda potrà scoprire che quel primo ricordo risale alla sua partecipazione alla pubblicità dei biscotti di marca Fiore. Ma questa è solo una delle rivelazioni che la attendono dal momento in cui, iniziata la scuola, dovrà avventurarsi fuori dal grande giardino. Con la sua Migliore Amica e la sua Peggior Nemica affronterà la sfida di diventare grande senza perdere il suo sguardo stupito. Forse l’unica salvezza era quel filtro magico che si possiede per natura da 0 a 11 anni. UN filtro transizionale, direbbero gli psicologi, ma poco importa. Basti dire che è un esordio molto valido quella di Laura Sandi che ci porta, grazie al romanzo di Leda, indietro nello specchio a ricordare, insieme a questa bambina dalal memoria affilata, le strane e per niente zuccherose meraviglie di un mondo dell’infanzia, di quando ogni bambino era bambino e che non ricordavamo fosse così concreto, terribile, drammatico, appassionante, lacrimoso, comico. Proprio come una vara fiaba.

Infine, come vitale e gioiosa chiusura della Festa della Cultura, Giobbe Covatta, il comico televisivo amato dal pubblico per la sua bonaria ma intelligente satira dedicata sia ai luoghi comuni che alle grandi problematiche contemporanee, interverrà all’Auditorium alle 20.45 con una Conferenza anticonvenzionale per approfondire temi convenzionali. Ma chi è il vero Giobbe Covatta? Il comico che vediamo uscire fuori da una mutanda a Zelig o il testimonial che vediamo circondato da bambini africani? Insomma è un uomo serio o un qualunque buffone televisivo? L’idea di promuovere questo incontro con l’attore napoletano proviene proprio dalla frequenza con cui si incorre in questo tipo di domande. E proprio dalle domande, convenzionali od originali, che inizia questo viaggio alla scoperta del continente africano, del mondo della cooperazione internazionale, delle problematiche ambientali. Se i temi fanno giustamente pensare ad argomenti tristi e angoscianti ci si stupirà di come il tono sia positivo, spesso con evasione nella comicità. Conosceremo la grande capacità dell’artista di comunicare le cose migliori da lui stesso scoperte quando, anni fa, iniziò a frequentare e dare voce ai più deboli.
Ma il tema specifico dell’incontro di Covatta ad Ex Border sarà quello della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dall’ONU il 10 dicembre 1948: trenta articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. Vi si proclama che nessuno può essere fatto schiavo o sottoposto a torture, che nessuno dovrà essere arbitrariamente arrestato, incarcerato o esiliato. Vi si sancisce anche che tutti hanno diritto ad avere una nazionalità, a contrarre matrimonio, a possedere dei beni, a prendere parte al governo del proprio paese, a lavorare, a ricevere un giusto compenso per il lavoro prestato, a godere del riposo, a fruire di tempo libero e a ricevere un’istruzione. Ma abbiamo veramente questi diritti o li abbiamo solo sulla carta? Dov’è l’inganno? Ce ne faremo un’idea ascoltando ed intervenendo sulle riflessioni del popolare attore che come sempre coglie ogni occasione, seria o comica, per comunicare un modo anticonvenzionale di leggere la realtà.

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